lunedì 7 giugno 2021

La meditazione vipassana

La vipassana, praticata da religiosi e laici di ogni nazionalità è la più classica delle meditazioni, e consiste semplicemente nell’osservare il proprio respiro, i propri pensieri, emozioni e sensazioni e tutti gli stimoli che provengono dall’esterno, comprese le proprie reazioni a quest’ultime. In pratica è una tecnica di auto-osservazione, che conduce alla graduale purificazione della mente e alla piena consapevolezza di sé e del proprio corpo.

Vi significa in vari modi e passana significa guardare; solitamente in questo tipo di meditazione si usa come filo conduttore il respiro, focalizzando la consapevolezza sull’aria che entra ed esce dalle narici, oppure sul movimento dell'addome e del torace durante la respirazione. Occorre osservare il respiro senza sensi di colpa, anche se viene perso in continuazione in quanto siamo distratti da pensieri, rumori nell'ambiente o piccoli dolori nel corpo. Durante la vipassana la cosa da fare è riportare costantemente l’attenzione al respiro, senza giudicarsi.


Durante la pratica di meditazione c’è una presa d’atto della realtà. Bisogna semplicemente riuscire ad essere un testimone, di qualsiasi cosa accada, senza apportare nessun giudizio. Questo è un espediente per facilitare l’osservazione e quindi la consapevolezza. Occorre accettarsi nella totalità senza condannare nulla.

Quando nella vita quotidiana non si percepisce più la stessa energia, la stessa vitalità occorre ripetere la meditazione vipassana, e praticare ogni volta che se ne senti il bisogno.  Praticare la meditazione durante un ritiro ed in gruppo può essere  molto stimolante, poi però si deve trovare la forza per continuare autonomamente, infatti se non c'è continuità e disciplina non ci saranno risultati. E' preferibile praticare dieci minuti ogni giorno che praticare otto ore al giorno per un weekend durante il ritiro e poi non praticare per giorni.

Nella posizione seduta si conserva molto l’energia. La posizione del loto è fatta in modo tale che tutte le estremità si tocchino: i piedi sui piedi, le mani sulle mani, il corpo diventa quasi un cerchio e l’energia circola in maniera armonica  ed  i blocchi di energia si sciolgono.

L’essere testimone del proprio respiro, dei propri pensieri, è un elemento che appartiene a molte tradizioni meditative, con la meditazione il testimone emerge, e ci si ritrova ad osservare quello che succede intorno, ma da uno spazio che non è di separazione ma quasi di fusione…

sabato 5 giugno 2021

Gli yoga sutra

Il testo Light on the Yoga Sutras of Patanjali, che tradotto significa Luce sullo Yoga Sutra di Patanjali da parte di B.K.S. Iyengar ci permette di esaminare questa opera che è uno dei testi di riferimento più importanti della tradizione dello yoga.  Patanjali è una figura leggendaria, forse mai esistita. Alcuni autori suggeriscono che sia vissuto nel quarto secolo prima di Cristo, mentre altri insistono che sia vissuto  d.c.  Questo testo, che dovrebbe essere nella libreria di tutti i praticanti yoga, è stato scritto tra il 400 a.C e il 200 d.C  È infatti attorno a tale epoca che lo stile degli aforismi, non solo ebbe la sua massima diffusione, ma raggiunse probabilmente il suo più alto livello stilistico. L’opera di Patañjali è largamente riconosciuta come l’esempio più raffinato nella tecnica dei sutra. 

Patañjali ha ripreso quanto trasmesso dalla tradizione che era stato per lungo tempo astratto e incomprensibile e l’ha incapsulato nel cuore dei suoi sutra, presentando un sistema coerente ed autonomo in grado di sostenere il ricercatore spirituale a livello teorico e pratico.
Spiega la natura e la psicologia umana durante le fasi della vita.

L'opera è composta da 4 capitoli o pada e 196 frasi o sutra. I quattro pada sono: Samadhi Pada, Sadhana Pada, Vibhuti Pada, Kaivalya Pada.  
Nel primo capitolo spiega cosa è lo yoga, che cosa è la coscienza e come arrivare al samadhi. Nel secondo capitolo spiega quale è il vero scopo della nostra vita, le qualità necessarie per arrivare all'obiettivo e quali sono gli ostacoli che possiamo incontrare durante il percorso, quali sono gli otto componenti dello yoga. Nel terzo capitolo parla dei poteri che lo yogi acquisisce controllando corpo, mente e natura. Nel quarto capitolo parla della liberazione. Adesso mi cimenterò nel titanico compito di cercare di riportare l'essenza di questa opera fondamentale in queste poche righe.  Di seguito ho riportato le frasi che più mi hanno colpito facendole precedere dal numero del capitolo e della strofa.

1 capitolo - Samadhi Pada.  Samadhi significa profonda meditazione e devozione suprema.

1.1 "Con le preghiere per la benedizione divina, ora inizierò l'esposizione dell'arte sacra dello yoga".

1.2 "Yogah citta vrtti nirodhah".  E' la famosa frase in sanscrito con cui viene descritto lo yoga che significa:  "Lo yoga è la cessazione dei movimenti nella coscienza". La coscienza è composta dalla mente (manas), dall'intelligenza (buddhi) e dall'ego (ahamkara). Il sé rappresenta la persona, la sua identità ed è separata dalla mente, dall'intelligenza e dall'ego. L'io è una forma del sé.                      L'Ego ha delle qualità diverse a seconda che sia rajasico ossia spinge all'azione, tamasico al riposo o sattvico all'equilibrio. 

L'esecuzione dell'asana (la posizione) offre un campo di battaglia controllato per il processo di conflitto e creazione. Questa lotta è vissuta in ogni posizione: ci sfidiamo a migliorare la posizione e nello stesso tempo la paura dell'atto ci blocca. Se siamo timorosi non facciamo progressi, ma se si osserva l'interazione tra le due forze, possiamo raggiungere la perfezione.

La coscienza (citta) è come una lente ottica, posta sopra una fonte di pura luce, l'anima individuale. La superficie superiore della lente è in contatto con il mondo, e quando entra in contatto con desideri e paure diventata nuvolosa, opaca, persino sporca.   Trascendendo i guna, l'anima è pienamente percepita.

1.8 "La conoscenza illusoria o errata si basa sul non-fatto o sul non-reale. “Comprensione errata e falsi concetti generano sentimenti sbagliati e contaminano la coscienza.

1.10 "Il sonno è l'assenza non deliberata di onde del pensiero o conoscenza".

1.12 "La pratica e il distacco sono i mezzi per calmare i movimenti nella coscienza". La pratica (abhyasa) e il distacco (rinuncia: vairagya) sono le due ali dello yoga.

1.13 "La pratica è lo sforzo costante per calmare queste fluttuazioni"   che operano nella coscienza per poi muoversi verso il silenzio: raggiungere uno stato mentale costante, calmo, tranquillo. 

La mente è considerata dai saggi come l'undicesimo senso, un organo di senso interno. Le fasi del distacco sono: liberare i sensi dall'azione, allontanarsi dal desiderio, calmare la mente, dominare il desiderio, arrivare al supremo distacco.

1.17 "La pratica e il distacco sviluppano quattro tipi di samadhi: l'autoanalisi, la sintesi, la beatitudine e l'esperienza del puro essere."

L'esperienza dell'Essere puro è samprajnata samadhi, dove si verifica un graduale progresso dal corpo grossolano verso la mente sottile, e dalla mente stabile verso la fonte, il fondamento e nucleo dell'essere.

1,18 "Le impressioni nascoste giacciono dormienti, ma sorgono durante i momenti di consapevolezza, creano fluttuazioni e disturbano la purezza della coscienza."

1.20 "La pratica deve essere perseguita con fiducia, sicurezza, vigore, memoria acuta e potere di assorbimento per rompere questo compiacimento spirituale."

1.21 "L'obiettivo è vicino per coloro che sono estremamente vigorosi e intensi nella pratica."

1.23 "Il citta (i movimenti nella coscienza) può essere trattenuto dalla profonda meditazione su Dio e dal totale abbandono a Lui."

1.27 Il Brahman o il Tutto  "È rappresentato dalla sacra sillaba AUM, chiamata pranava."

Il mantra deve essere ripetuto costantemente e con sentimento: in questo modo rimuoverà tutti gli ostacoli che sono malattia, inerzia, pigrizia, indisciplina ecc. Bisogna lavorare anche sul respiro attraverso il pranayama perchè il respiro irregolare distrae la coscienza.

1.34 "Mantenendo lo stato pensoso percepito al momento dell'espirazione dolce e costante e durante la ritenzione passiva dopo l'espirazione."

Si dovrebbe inspirare ed espirare lentamente e fare una pausa tra i due movimenti del respiro, mantenendo la ritenzione per tutto il tempo che è comodo. La pratica permetterà alla coscienza di diventare  un lago calmo.

La coscienza ha quattro livelli: l'inconscio, il subconscio, il conscio, il super-cosciente conosciuto come Turya. Turya è il samadhi, lo stato finale in cui l'anima individuale (jivatman) si fonde con l'Anima Universale (Paramatman).

1.41 "Lo yogi comprende che il conoscitore, lo strumento del conoscere e del conosciuto sono uno, se stesso, il praticante. Come un puro gioiello trasparente, riflette una purezza incolmabile. "

Patanjali nei prossimi versi spiega i diversi stati del samadhi.

1,46 "Gli stati del Samadhi descritti nei precedenti sutra dipendono da un supporto o seme e sono chiamati sabija".

1.49 "Questa verità, la conoscenza e la saggezza sono distinte e al di là della conoscenza dei libri, della testimonianza o dell'inferenza."   Questa è una conoscenza speciale e diretta che nasce dall'anima.

1,51 L'ultima strofa di questo capitolo è il seguente: "Quando anche questa nuova luce della saggezza viene abbandonata, albeggia il samadhi senza semi". Questo è il nirbija samadhi: lo stato di identità assoluta con il praticante.

2 capitolo - Sadhana Padi.  Sadhana significa pratica, strategia.

2.1 "Lo zelo ardente nella pratica, lo studio individuale e lo studio delle Scritture e l'abbandono a Dio sono gli atti dello Yoga".

Lo yoga dell'azione kriya yoga è costituito da volontà e motivazione, autodisciplina (tapas),  ripetizione dei mantra e studio personale dei testi sacri (svadhyaya), arrendersi a Dio (Isvara pranidhana).

2.2 "La pratica dello yoga riduce le afflizioni e conduce al samadhi".

 2.3 "Le cinque afflizioni disturbano l'equilibrio della coscienza". Le afflizioni o klesha sono considerate la causa principale di tutto il nostro dolore e sofferenza in questa esperienza umana e sono: 1. Avidya - Ignoranza o mancanza di saggezza, 2. Asmita - Egoismo, essere in preda dell'ego o senso dell'io 3. Raga - Attaccamento al piacere, 4. Dvesa - Avversioni al dolore, 5. Abhinivesa - Paura della morte e  il tenersi aggrappato alla vita.

2.4 "La mancanza di vera conoscenza è la fonte di tutte le pene e dolori".

2.11 "La fluttuazione della coscienza creata da afflizioni grossolane e sottili deve essere messa a tacere attraverso la meditazione."

2.14 "Secondo le nostre azioni buone, cattive o miste (il nostro karma), la qualità della nostra vita, la sua durata e la natura della nascita sono vissute come piacevoli o dolorose".

2.17 "La causa del dolore è l'associazione o identificazione del praticante (atma) con la natura (prakti), il mondo manifesto e il rimedio si trova nella loro dissociazione".

2.18 "La natura con le sue tre qualità (guna), satva, rajas e tamas esiste eternamente per servire il praticante, per il godimento o l'emancipazione".    Questi tre principali guna sono generalmente associati con la creazione (sattva), la conservazione (rajas) e la distruzione (tamas).

Gli umani sono composti da cinque strati o kosas: anatomico (annamaya); fisiologico (pranamaya); mentale (manomaya); intellettuale (vijnanamaya); beatitudine (anandamaya) che corrispondono ai cinque elementi.

2.19 "I guna generano le loro divisioni caratteristiche ed energie nel praticante".

La natura (prakti) ha le tre qualità e manifesta la sua energia nel carattere dei cinque elementi (terra, acqua, fuoco, aria ed etere).

2.20 "Il praticante diventa pura coscienza."

2.21 "La natura e l'intelligenza esistono unicamente per servire il vero scopo del praticante, che è l'emancipazione (kaivalya)".   2.23   e per permettergli di scoprire la sua vera natura.

2.24  La mancanza di comprensione spirituale (avidya) è la causa della falsa identificazione del praticante con il mondo esterno.   Con la pratica  dello yoga le impurità vengono distrutte (2.28).

Nel verso 2.29 Patanjali descrive gli otto componenti dello yoga che sono: yama, niyama, asana, pranayama, pratyahara, dharana, dhyana.

2.31 "La non violenza, la verità, l'astensione dal furto, la continenza e l'assenza di avidità di possesso oltre il proprio bisogno sono i cinque pilastri dello yama." Yama sono gli impegni sociali.

2,32 "La pulizia, la contentezza, lo zelo religioso, lo studio personale e l'abbandono del sé al Sé supremo o Dio sono i niyama." Niyama è la pratica individuale necessaria per costruire il carattere del sadhaka, il praticante.

2.35 "Quando la non violenza nella parola, nel pensiero e nell'azione viene stabilita, la propria natura aggressiva viene abbandonata e gli altri abbandonano l'ostilità nella propria presenza".

2.40 "La pulizia del corpo e della mente sviluppa disinteresse nel contatto con gli altri per autogratificazione".   Il praticante (sadhaka) rispetta il corpo come un tempio.

2.46 "L'asana è perfetta fermezza del corpo, fermezza dell'intelligenza e benevolenza dello spirito."

2.47 "La perfezione in un'asana si raggiunge quando lo sforzo per eseguirlo diventa senza sforzo e l'infinito che è dentro di noi viene raggiunto".

2,49 "Pranayama è la regolazione del flusso di respiro in entrata e in uscita con ritenzione. Deve essere praticato solo dopo che la perfezione in asana è raggiunta."

Tutto ciò che vibra nell'Universo è prana: calore, luce, gravità, magnetismo, vigore, potenza, vitalità, elettricità, vita e spirito sono tutte forme di prana.                                                                                    Prana e coscienza sono in costante contatto l'uno con l'altro. Lo yogi pratica il pranayama per stabilizzare energia e coscienza.   Esistono dieci tipi di energia vitale: prana, apana, samana, udana, vyana, naga, kurma, krkara, devadatta e dhanamiaya.

Secondo l'Ayurveda il corpo è composto da sette costituenti (dhatus) e tre umori permeabili (dosha). Nel corpo umano ci sono dei canali energetici dentro i quali circola l'energia. I tre canali più importanti si trovano nella colonna vertebrale, Ida si trova sulla parte sinistra della colonna vertebrale ed è collegato al sistema nervoso parasimpatico, a destra si trova pingala che è collegata al sistema nervoso simpatico e al centro della colonna passa susumna che è collegato al sistema nervoso centrale.

Lo yogi che controlla il prana e l'energia potrebbe mantenere l'intero sistema fisiologico umano in perfetta armonia.

2.50 "Il pranayama ha tre movimenti: inalazione prolungata e fine, espirazione e ritenzione; tutto regolato con precisione in base alla durata e al luogo. "

2.54 "Ritirare i sensi, la mente e la coscienza dal contatto con oggetti esterni, e quindi trascinarli verso l'interno del praticante, è pratyahara."

2,55 che è l'ultimo sutra del capitolo recita così: "Il pratyahara ha come risultato il controllo assoluto degli organi di senso".

3 capitolo - Vibhuti Pada.   Vibhuthi significa  facoltà sovrannaturali, sebbene il termine possa essere tradotto con i termini estensione, sviluppo, manifestazione, realizzazione, ed il termine siddhi, sinonimo di vibhuti, può essere tradotto con perfezione, e manifestazione di vari poteri.

3.1 "Fissare la coscienza su un punto o regione è la concentrazione (dharana).

3.2 "Un flusso costante e continuo di attenzione diretto verso lo stesso punto o regione è la meditazione (dyana)". 

3.3 "Quando l'oggetto della meditazione ingloba il meditatore, apparendo come soggetto, la consapevolezza di sé viene persa. Questo è il samadhi".

3.4 "Questi tre insieme costituiscono l'integrazione o samyama".

Samyama spiega le discipline necessarie sia per vivere nella grazia naturale dello yoga, sia per acquisire poteri soprannaturali, o siddhi. Questi poteri creano attaccamento e afflizione, ed è per questo che Patanjali li ritiene degli ostacoli al dhyana e al samadhi. Questi siddhi vengono acquisiti da uno yogi che ha padroneggiato il suo corpo, la sua mente e la sua anima.

Il filo conduttore della filosofia di Patanjali è la relazione tra il Sé (purusa) e la natura (prakrti). Mantenere un flusso costante e ininterrotto e l'intensità dell'attenzione in piena coscienza è un'altra fase di trasformazione.

3,38 "Questi conseguimenti (poteri) sono impedimenti al samadhi, sebbene siano poteri molto efficaci  nella vita attiva".

3.53 "Con samyama  lo yogi ottiene temporaneamente una conoscenza esaltata, libera dalle limitazioni di tempo e spazio."

4 capitolo - Kaiwalya pada. Kaiwalya significa liberazione.

4.1 "Le realizzazioni (emancipazione) possono essere raggiunte attraverso la nascita, l'uso di erbe, incantesimi, autodisciplina o il samadhi".

 Anche se la sadhana (la pratica) non riesce a portare a una completa trasformazione nella vita di un sadhaka (un praticante), certamente serve a rimuovere gli ostacoli nel percorso della sua evoluzione. L'abbondante flusso di energia della natura provoca una trasformazione nella propria rinascita, aiutando il processo di evoluzione.

4.7 "Le azioni di uno yogi non sono né bianche né nere, le azioni degli altri sono di tre tipi, bianche, grigie, nere".   Le azioni di uno yogi sono di un quarto tipo incolori, e non producono frutti.

Come conseguenza di un'azione avremo effetti tamasici, rajasici e sattvici. C'è una tendenza ad associare la rinuncia all'ottuplice sentiero di Patanjali con il rinunciante che supera le tentazioni e desideri semplicemente rigettando il mondo civilizzato e dimorando in luoghi in cui non esistono tentazioni. Di tutte le discussioni su come appartenere al mondo, agire in esso e tuttavia rimanere incontaminato, orgoglioso del ruolo svolto è l'oggetto del dibattito tra il Dio Krsna e Arjuna (II, 50) alla vigilia della battaglia. Krsna dice che l'azione non può essere evitata, perché l'inazione è anche azione, e che bisogna evitare l'attaccamento ai frutti dell'azione che porterebbe al coinvolgimento.

I frutti delle azioni rimangono intatti da una vita all'altra, come se non ci fosse separazione tra le nascite.

4.12 "L'esistenza del passato e del futuro è reale come quella del presente. ... " La nostra esistenza è determinata dall'ordinata processione ritmica dei eventi che abbiamo vissuto e che costituiscono la ruota del tempo (kala chakra). 

4.14 "L'unità nella mutazione del tempo causata dalle qualità permanenti della natura, sattva, rajas e tamas, causa modifiche negli oggetti, ma la loro unica essenza o realtà, non cambia".

4.15 "A causa della variazione della qualità del contenuto mentale, ogni persona può vedere lo stesso oggetto in modo diverso, secondo il proprio modo di pensare".

L'oggetto della natura o prakrti è reale quanto il soggetto (purusa), ma sebbene la sostanza della natura o dell'oggetto rimanga la stessa, la sua percezione varia a seconda della differenza nello sviluppo della coscienza di ogni persona. Una mente condizionata non può mai percepire correttamente un oggetto. 

4.19  "La coscienza non può illuminarsi come un oggetto conoscibile".

4.31 "Quindi, quando i veli delle impurità vengono rimossi, la conoscenza più alta, soggettiva, pura, infinita viene raggiunta e il conoscibile, il finito, appare banale".

4.32 "Quando il dharmameghah samadhi viene raggiunto, le qualità della natura (guna) tendono al  riposo. Avendo adempiuto al loro scopo, la loro sequenza di mutazioni è alla fine".

4.33 "Man mano che le mutazioni dei guna cessano di funzionare, il tempo, il movimento ininterrotto dei momenti, si ferma. Questa decostruzione del flusso del tempo è comprensibile solo in questa fase finale di emancipazione".

4.34  è l'ultimo sutra e recita così: "Kaivalya, la liberazione, arriva quando lo yogi ha realizzato i purusartha, i quattro scopi della vita, e ha trasceso i guna. Obiettivi e guna ritornano alla loro fonte e la coscienza si stabilisce nella sua propria naturale purezza".

Purusartha sono i quattro scopi dell'uomo nella vita: dharma (scienza del dovere), artha (scopo e mezzi di vita), kama (godimento della vita) e moksa (libertà dai piaceri mondani). 

I pensieri di Patanjali sui Purusartha sono implicitamente contenuti nei capitoli precedenti. Moksa significa liberazione, libertà dalla schiavitù dei piaceri mondani. Nello stato di beatitudine ci si rende conto che il potere, la conoscenza, la ricchezza e il piacere sono solo fasi di passaggio. Ogni individuo deve lavorare sodo per liberarsi dalle qualità della natura e ottenere uno stato di felicità indivisibile, infinito, pieno, puro.

Epilogo.   Patanjali ha studiato la condizione umana in profondità e ha mostrato perché l'uomo soffre, e come superare le sue sofferenze. Ha mostrato come ognuno di noi, attraverso lo yoga, può condurre una vita più piena e più felice.

Academy of Indian Philosophy, per lo studio dello Yoga Sutra ed eventualmente del Sanscrito.
https://www.youtube.com/channel/UC_vIWhFa_RdLgNs1x1pQWPQ

mercoledì 2 giugno 2021

L'India e il Covid

I record di infezioni e morti legati al Covid-19 in India non si indeboliscono.  In un solo giorno, (fine maggio 2021), l'India ha ufficialmente registrato 4197 nuovi decessi. La macabra cifra porta il totale dei morti nel Paese di 1,3 miliardi di abitanti a più d 300.000 morti ufficiali dall'inizio della pandemia. In un giorno, il paese ha registrato 401.078 nuovi casi di Covid-19, portando il numero totale di casi a quasi 22 milioni. Nonostante gli aiuti internazionali, i pazienti continuano a morire alle porte degli ospedali intasati. E, secondo gli esperti, il peggio deve ancora venire, con il picco dell'epidemia previsto entro poche settimane. Ma queste cifre sono senza dubbio ben al di sotto della realtà. Rispetto agli ospedali, si registra la mancanza di letti, ossigeno e di personale. La gente ha paura e non va più a lavorare.

Il leader dell'opposizione Rahul Gandhi ha invitato il primo ministro a imporre un blocco nazionale per prevenire la diffusione della pandemia, che sarebbe "devastante" per l'India e altri paesi. Il governo, sotto tiro per la sua gestione della crisi, ha in gran parte lasciato ai singoli Stati indiani la decisione sulle misure per combattere la pandemia. Mentre la situazione si sta stabilizzando nelle grandi città come Nuova Delhi e Mumbai, che hanno ricevuto ulteriori forniture di ossigeno - molte delle quali dall'estero - è ora nel sud rurale del paese dove il virus si sta diffondendo più rapidamente.

È in questo contesto che Baba Ramdev, uno dei più famosi guru del Paese, interviene in un raduno di fedeli per promuovere i rimedi tradizionali. "Centinaia di migliaia di indiani sono morti di Covid-19 nonostante i trattamenti allopatici".  Swami Ramdev è uno dei più noti divulgatori di Yoga e Ayurveda in India,  organizza e conduce grandi campi di yoga dal 2002, trasmettendo le sue lezioni di yoga su vari canali TV,  e dirige una grande società che produce prodotti ayurvedici. Questo swami sostiene di aver trovato una cura ayurvedica per combattere il Covid,  e raccomanda di fare yoga e  pranayama come prevenzione.  

Il video del suo discorso, ritrasmesso sui social network, ha suscitato un enorme clamore: l'associazione medica indiana ha minacciato di portare Baba Ramdev in tribunale. Dopo queste dichiarazioni si è aperto un aspro confronto tra la medicina tradizionale indiana e la medicina allopatica. Vedi link    vedi link (2)  vedi link (3)

martedì 1 giugno 2021

Il simbolo dello yoga

 Il simbolo dello yoga rappresenta gli stati della coscienza.


  1. - rappresenta il sonno profondo,
  2. - rappresenta la veglia, la coscienza spinta verso l'esterno, l'illusione dei sensi.
  3. - rappresenta il sonno, la coscienza rivolta verso l'interno,
  4. - rappresenta maya, l'illusione che separa i due stati: la coscienza ordinaria e la coscienza pura,
  5. - rappresenta la coscienza in uno stato elevato e di beatitudine, Turiya, l'essenza del sentiero spirituale.

Che cosa è la coscienza per gli yogi?

La coscienza è una delle più grandi scoperte dell'India, per gli yogin sviluppare una coscienza superiore o pura non vuol dire isolarsi dal reale, ma esattamente il contrario, ossia vivere intensamente e concretamente la vita in un eterno presente, a livelli inaccessibili al profano.

Gli asceti indiani e gli yogin conoscono quattro modalità della coscienza:

  •     coscienza di veglia o diurna dove si vivono esperienze ordinarie;
  •     coscienza del sonno con sogni;
  •     coscienza del sonno senza sogni dove la coscienza è annullata;
  •     coscienza pura, o Turiya in cui si può sperimentare la verità ultima o la coscienza cosmica.

Lo yoga è quindi un lungo percorso per scoprire la nostra vera essenza, la pura coscienza.

La Mandukya Upanishad definisce la turiya in questo modo: "Il quarto stato non è quello che è conscio dell'oggetto, né quello che è conscio del soggetto, né quello che è conscio di entrambi, né la semplice coscienza, né la massa completamente senziente, né quella completamente all'oscuro. È invisibile, trascendente, la sola essenza della coscienza di sé, il completamento del mondo”.

A questi quattro stati possiamo aggiungere un tipo di coscienza catalettica che si ottiene prolungando lo stato di sospensione del respiro per mezzo del pranayama. 

Il Campo Unificato e la Coscienza

L’evoluzione della scienza si è sempre mossa nella direzione della scoperta di livelli sempre più unificati delle leggi di natura. Per esempio è stato dimostrato che l’elettricità e il magnetismo, che una volta si riteneva fossero due forze differenti, sono due aspetti diversi del campo elettromagnetico. Einstein con la sua teoria della relatività ha espresso l’equivalenza fra energia e materia ed è sempre stato guidato dall’intuizione profonda che il livello più fondamentale della natura fosse un singolo campo unificato. Milioni di volte più basilare e potente della forza nucleare, il Campo Unificato (che unifica tutte le fondamentali forze di natura note: la forza di interazione debole, la forza di interazione forte, la forza elettromagnetica e la forza di gravità), è la causa fondamentale dell’ordine che pervade l’intero e vasto universo.  

L’indagine teorica ed empirica ha rivelato che le qualità fondamentali del Campo Unificato: intelligenza, dinamismo e auto-consapevolezza sono le stesse caratteristiche che definiscono la coscienza. In pratica anche la coscienza opera come ogni altro aspetto della natura cioè come un campo infinito e invisibile ovunque disponibile, con onde che si irradiano in tutta la realtà. Una mente o coscienza ordinata e coerente è capace di contattare i livelli più profondi della natura, quelli che appartengono al campo quanto-meccanico, al campo unificato. Questa esperienza del campo unificato, o pura coscienza, costituisce il quarto stato di coscienza umana, distinto fisiologicamente dalla veglia, dal sogno e dal sonno.  

Di questo quarto stato elevato di coscienza Turya ne parla molto la tradizione vedica e il raggiungimento di questo stato produce effetti misurabili sulla fisiologia umana essendo contrassegnata dall’aumento delle onde alfa, che indicano l'aumento della funzionalità cerebrale e il pieno utilizzo del potenziale mentale del cervello umano.  I Maestri yoga dicono che sfruttiamo solo una piccolissima percentuale delle potenzialità del nostro cervello, e il raggiungimento di un livello più elevato di coscienza con i suoi effetti armonizzanti influenzerà e “in-formerà” tutta la realtà circostante, riducendo e calmando la violenza nella società, dissipando stress, tensioni collettive.

La coscienza agisce come un noto principio scientifico, chiamato in fisica “Effetto di Campo“ che come ogni altro aspetto della natura, quali la forza di gravità, l’elettromagnetismo, la forza nucleare e le particelle subatomiche, ha la propria base in un campo non materiale e illimitato.  I costituenti di base del mondo fisico apparente, le particelle subatomiche, sono di fatto onde che si propagano nei campi quantici ed ogni aspetto dell’apparente universo fisico ai livelli fondamentali della natura non è altro che onde invisibili e non materiali che attraversano campi invisibili e non materiali. E' possibile sintonizzarci con il Campo Unificato con l’unico strumento, molto probabilmente, capace di accedervi, il cervello umano.  Per la fisica moderna l’intero universo non è altro che vibrazione. Tutto nell’universo vibra con frequenze diverse, in una sinfonia di suoni. Ogni sistema, dalle particelle elementari, alle galassie, a ogni essere umano, è energia in movimento più o meno condensata, realmente composto di suono, uno specifico stato vibratorio del Campo Unificato che è l’unità fondamentale alla base dell’enorme diversità del Cosmo. 

Vedi anche teoria della Superstringa di Schwarzschild eWaldrop, 1985.

lunedì 31 maggio 2021

Meditazione trascendentale - Maharishi Mahesh Yogi

 Maharishi Mahesh Yogi (1918-2008) è stato un mistico e filosofo indiano che alla fine degli anni ’50 portò in Occidente una tecnica mentale per lo sviluppo delle potenzialità umane, la cui origine è da ricondursi alla tradizione  vedica, chiamata la Meditazione Trascendentale (MT) libera da componenti religiose ed esoteriche, che permette alla mente di trascendere spontaneamente i livelli dell’esistenza, da quelli più superficiali a quelli più sottili, i sensi, i pensieri fino a raggiungere nella profondità  della mente la loro sorgente, la super-coscienza e sperimentare questo profondo benessere. Questo stato mentale naturale che serve al cervello per rigenerarsi si attiva in modo più intenso durante la pratica della meditazione rispetto al sonno e al rilassamento e questa profonda calma scioglie gli stress accumulati, aumenta l’energia e la vitali.

Sito web: https://meditazione-trascendentale.it/blog

Maharishi nel 1957 inaugurò un'organizzazione internazionale per diffondere la Meditazione Trascendentale in tutto il mondo. Questo programma di auto-sviluppo è attualmente praticato e  studiato in molte parti del mondo. Molti studi scientifici in varie università e istituti di ricerca hanno convalidato i benefici del programma MT per l'individuo e per ogni area della società. Oltre dieci milioni di persone di ogni estrazione sociale hanno appreso la meditazione trascendentale. 

I testi della tradizione più antica della conoscenza descrivono la trascendenza come lo stato più elevato dell’esperienza umana, fondamentale per il nostro completo sviluppo come esseri umani. Oggi questo trova conferma grazie alla scienza moderna, che misura ciò che accade nel corpo e nel cervello durante la pratica della Meditazione Trascendentale.

  • Un profondo stato di riposo: molto più profondo del comune rilassamento, anche più profondo del sonno
  • Pace e felicità interiori: una significativa riduzione degli ormoni dello stress e un aumento degli ormoni della felicità
  • Uno sviluppo olistico del cervello: valutabile attraverso misurazioni EEG della coerenza delle onde cerebrali.

Tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta Maharishi raggiunse un'enorme popolarità anche grazie al fatto di avere avuto tra i suoi discepoli numerose celebrità dell'epoca, come il gruppo musicale dei Beatles, Mia Farrow e altri. A metà anni settanta diede inizio al cosiddetto TM-Sidhi Program, un training che avrebbe permesso agli adepti di apprendere l'arte della levitazione (da lui chiamata "yogic flying", ovvero "volo yoga") e di contribuire alla pace nel mondo.

Il nostro Sé più profondo viene identificato dalla fisica quantistica come il campo unificato dal quale emergono le leggi di natura.  Il fondamento dell’universo è questo singolo campo di intelligenza che unifica la gravità con l’elettromagnetismo, la luce con la radioattività, con le forze nucleari. Tutte le forze della natura, le particelle della natura, protoni, neutroni, leptoni, quark sono in realtà uno, sono onde diverse dello stesso oceano di esistenza chiamato campo unificato o campo della super stringa.  

Questo campo è immateriale, in ultima analisi è un campo di coscienza, il Sé. Non troviamo niente di solido, solo intelligenza non materiale, dinamica, autocosciente dove la particella è sostituita con una funzione d’onda. Il campo unificato, dove tutto è costituito da onde, è pura potenzialità astratta, puro essere astratto, pura coscienza, astratta consapevolezza di sé che si innalza in onde di vibrazione per dare vita alle particelle, alle persone e a tutto quello che vediamo nell’universo. Questa esperienza di pura coscienza trascende qualsiasi religione o filosofia.

La coscienza non è creata dal cervello, e non è il risultato di una reazione molecolare, di processi chimici del cervello ma è l’aspetto fondamentale della natura. Il conoscitore e l’oggetto della conoscenza sono uniti in una struttura indivisibile di conoscenza pura, l’esperienza del proprio Sé, dell’Atma. Questo Sé che non è mai cambiato, dà continuità alla nostra esistenza, il campo unificato è il creatore dell’universo, che si presenta come mondo della diversità a diversi livelli di descrizione della realtà. Tu sei un’onda ed io un’onda ma a livelli diversi, al livello della scala di Plank.

John Samuel Hagelin (1954) è il leader del movimento Transcendental Meditation (TM) negli Stati Uniti fondato da Maharishi per fornire una "educazione basata sulla coscienza. 

Ha molto contribuito alla diffusione della MT anche il regista David Lynch (1946 - ) che è stato, anche ospite al programma televisivo "Che tempo che fa" di Fabio Fazio per presentare la MT.  Lynch ( il regista di Elephant Man, e di Velluto Blu) si sta attivando per portare in classe la MT all'inizio e alla fine delle lezioni, come succede già in 50 paesi del mondo. Il progetto "Scuola senza stress - Momento di quiete in classe " permetterebbe ai ragazzi di aumentare la concentrazione e ridurrebbe l'aggressività e gli atti di bullismo.  Vedi progetto Europe https://europe-project.org/it/the-project/    https://friends-project.eu/it/the-project/

Ha recentemente realizzato, con l'aiuto di Bobby Roth, il film-documentario Shadows of Paradise: Inside David Lynch's Transcendental Meditation Movement.   Puoi trovare più notizie nel sito italiano: http://meditazionetrascendentale.it/

Il cuore della pratica consiste nella recitazione continua e silenziosa di un “mantra segreto,” in due sessioni di meditazione quotidiana della durata di circa 15-20 minuti, al mattino e alla sera.      Imparare ufficialmente questa tecnica di meditazione (ovvero tramite un insegnante certificato, presso uno dei tanti centri riconosciuti presenti in tutto il mondo), richiede un percorso di  4-5 incontri. Nel primo di questi incontri avverrà l’assegnazione del mantra personale – che dovrà essere mantenuto segreto affinché sia efficace – gli altri incontri saranno per lo più di verifica dell’andamento degli esercizi di meditazione nel neo-praticante. Il solo dubbio che ho di questa tecnica è, per l'importo che occorre pagare per accedere a questo corso ed ottenere il mantra, considerando che l’organizzazione della Meditazione Trascendentale è una No Profit!

Oggi molte organizzazioni propongono corsi di benessere e percorsi spirituali a costi molti sostenuti e accumulano un patrimonio considerevole con introiti dei corsi o offerte dei fedeli.
Penso e ribadisco che: Spiritualità e profitto sono incompatibili.

sabato 29 maggio 2021

Deepak Chopra incontra il Dalai Lama

L'incontro tra S.S. Il Dalai Lama e Deepak Chopra (1947 - )  si trasforma in un bellissimo dialogo.  https://www.youtube.com/watch?v=_W9Y8WY9IK8

Deepak Chopra è uno scrittore, professore universitario e medico indiano. Ha scritto molti libri e best-seller sulla meditazione e sul benessere. Uno dei suoi libri più venduti è Le 7 leggi spirituali del successo. Ha messo  a punto un particolare metodo di meditazione chiamato del suono primordiale e nel 1995 ha inaugurato il  The Chopra Center for Well Being che offre una grande varietà di programmi di sviluppo personale, individuali e di gruppo; programmi che integrano il meglio della medicina occidentale e delle medicine naturali tradizionali. Nel 1998 gli è stato assegnato il premio Ig Nobel per la fisica per la sua personalissima interpretazione della fisica quantistica. vedi: https://deepakchopra.it/

Nel suo intervento S.S. il Dalai Lama ribadisce un'apertura al dialogo, sottolinea il ruolo centrale dell'essere umano e della comunità nel 21 secolo.

S.S il Dalai Lama non difende a spada tratta il Buddhismo e non sostiene che il Buddhismo sia il migliore percorso spirituale,  è semplicemente il migliore per lui, e dice: "bisogna leggere ed analizzare diverse strada e scegliere la migliore per noi, ed uno dei miei obiettivi è l'armonia tra le religioni, spero che il 21 secolo sia un secolo di  dialogo e non di violenza. Prima sono un essere umano, poi un buddhista, tutti siamo esseri umani e dobbiamo essere benevolenti e compassionevoli verso tutti. Non enfatizzo di essere il Dalai Lama, altrimenti rimarrei isolato.

La natura umana di base è compassione e armonia. Paura e rabbia distruggono il nostro sistema immunitario. Il vero problema viene da dentro, da noi stessi, dalle nostre emozioni negative.

Non dovete accettare i miei insegnamenti come un atto di fede, ma tramite investigazione e sperimentazione, se vanno contro la ragione devono essere rigettati. Il percorso spirituale deve essere simile alle ricerche scientifiche.  Bisogna sempre Investigare e investigare. Io stesso sono metà monaco buddhista, metà scienziato.

 Deepak Chopra,   meditazione contro ansia e paura. Vedi link  

venerdì 28 maggio 2021

Meditazione Vipassanā - John Earl Coleman e Corrado Pensa

John Earl Coleman (1933-2012)  è stato un insegnante statunitense di meditazione Vipassanā, un tipo di meditazione del buddismo Theravada, che ha operato a lungo in Italia per diffondere questa antica tecnica meditativa. Ha lavorato in Asia come agente segreto della CIA fino ai primi anni Sessanta. Successivamente ha continuato a viaggiare tra India, Thailandia, Birmania dove ha conosciuto molti dei più famosi maestri del nostro tempo, tra cui J.Krishnamurti, D.T.Suzuki e U Ba Khin (1899-1971) che divenne la sua guida spirituale. Autorizzato da U Ba Khin stesso all’insegnamento, John Coleman ha da allora condotto corsi per migliaia di studenti in tutto il mondo: America, Inghilterra, India, Nuova Zelanda, Germania, Francia, Giappone e Italia. 

Nel libro La mente tranquilla scritto nel 1971, racconta la sua storia in modo spesso ironico e ci riporta, pur restando del tutto attuale, all’atmosfera avventurosa degli anni in cui la meditazione era quasi del tutto sconosciuta agli occidentali. Coleman viene citato anche nel libro di Tiziano Terzani Un indovino mi disse.    Terzani incontrò infatti Coleman in Thailandia nel ritiro di Pyongyang. “Mi sentivo come il paziente nella corsia di un manicomio che cerca di convincersi che è stato portato lì per sbaglio o che le sue condizioni non sono così gravi come quelle dei suoi vicini”. Superate le prime sensazioni di costrizione e dolore, Terzani scopre infine il silenzio: «Guardavo le stelle e sentivo il loro silenzio; la luna non faceva rumore anche il sole si levava e tramontava senza nemmeno un bisbiglio. Persino il fragore della cascata, i gridi degli uccelli o il frusciare del vento tra le fronde degli alberi mi parevano alla fine parte di uno straordinario, animato, cosmico silenzio di cui godevo, in cui trovavo pace“.

Chiunque fosse interessato ad apprendere la meditazione Vipassana, può rivolgersi agli insegnanti Vipassana accreditati da Coleman presso l'International Center, secondo la tradizione di Sithu U Ba Khin, vedi link: https://www.vipassanaitalia.it/chi-era-john-coleman/

Se volete avvicinarvi a questo tipo di meditazione a Roma c'è  l' A.Me.Co - Associazione per la Meditazione di Consapevolezza Vipassanā  creata nel 1987 da Corrado Pensa, Neva Papachristou ed altri soci, vedi link https://www.associazioneameco.it/   L'A.Me.Co è un ente buddhista di tradizione Theravāda, costituito per testimoniare, coltivare e diffondere, con attenta adesione alle Scritture buddhiste e, al tempo stesso, in spirito interreligioso, il nucleo fondamentale dell’insegnamento del Buddha: le Quattro Nobili Verità, la presa di rifugio nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha, la legge universale dell’interdipendenza e la pratica della meditazione di consapevolezza vipassanā, rivolta alla purificazione della mente-cuore e al risveglio della saggezza e della compassione.  Gli insegnanti guida sono Corrado Pensa e Neva Papachristou, entrambi nominati maestri di Dharma, secondo la tradizione buddhista Theravāda, da insegnanti senior del Centro di Meditazione Buddhista di Consapevolezza (vipassanā) Insight Meditation Society di Barre Massachusetts USA.  Corrado Pensa è stato per anni docente di Filosofie dell'India presso l'università La Sapienza di Roma, oltre che psicoterapeuta junghiano. È considerato - non soltanto in Italia - un autorevole insegnante di meditazione buddhista. Conduce ritiri intensivi di varia durata, sempre molto frequentati.

La meditazione Vipassana è la tecnica di consapevolezza che il Buddha praticò personalmente per la sua illuminazione e liberazione dal “Campo della Sofferenza”.  Lo scopo essenziale di Vipassana è quello di farci sentire felici e sodisfatti nel nostro proprio Essere e  permette la Visione Profonda che nessuna esperienza oggettiva è lontana da noi che siamo UNO e integrati con tutta la differenziazione percepita dai sensi.  La Visione Profonda consiste nel costatare Anicca (il rapido fluire, l'impermanenza delle sensazioni e percezioni),  Dhukka (la sofferenza intrinseca all’ignoranza) e Anatta (la vuotezza di una realtà stabile preesistente all’esperienza). Il segreto del successo è la continuità della pratica. 

martedì 25 maggio 2021

Yog Album

Lo yoga si impara dal maestro e non dai libri, Non si può iniziare un percorso spirituale senza un maestro.  Se il prana e il bindu sono fermi quella persona che parla di yoga dice solo falsità.                  Colui che sa non parla, colui che parla, non sa. Lao-Tzu.   

Yog Album - il libro scritto dal Maestro Gyanander e pubblicato nel 2001, è un bellissimo manuale di yoga illustrato e scritto a mano, il numero di copie è limitato, ed è una fonte veramente eccezionale di notizie sulla pratica yoga. Vengono presentate anche tecniche esoteriche come  khechari mudra. Un testo imprescindibile per chi vuole veramente conoscere lo yoga.

https://www.unilibro.it/libro/gyanander/yog-album/9788890087202

Il Maestro Gyanander usa la parola Yog in questo libro, che è stata trasformata in Yoga dagli occidentali. Nell'articolo le parole sanscrite riportate sono riprese dal libro.
Il maestro di Gyanander è stato Ciarandass (colui che è senza ego), il libro scritto da questo maestro è la Bhakti Sagar e costituisce l'essenza del percorso fatto da Gyanander.  Per conoscere il Maestro Gyanander vedi i link riportati di seguito.
Per praticare yoga occorre staccare la mente dal mondo. L’uomo è di fronte a due vie:

  • indagare il mondo esterno, attraverso la scienza, karya;
  • indagare sulla propria interiorità, attraverso lo yog, gyan.

I due aspetti sono inscindibili (scienza e vita spirituale), sono le due ali che permettono all’uccello di volare.  Lo yogi conosce anche le leggi fisiche.

Il nostro sé è simile ad una brocca piena d'acqua immersa nell’acqua, quando si rompe la brocca l’acqua si mescola all’acqua, Lo yogi quando si disconnette dal mondo esteriore si dissolve nel sé universale. Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione.

Perché in Occidente non si registrano grandi successi spirituali? Perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri e non dai maestri. Anche le Upanishad sottolineano l’importanza del maestro, "Sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato ai piedi del maestro". Il Guru è colui che dissolve le tenebre. Sat guru è il maestro illuminato ed è un buon karam (insieme di energie pure ed equilibrate) e senza diksha (l'iniziazione da parte del maestro) non si può iniziare un percorso ed ottenere la liberazione. Dopo l’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo che potrà usare solo quello, quindi l’accettazione di un mantra diventa un atto di fede.

Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente,  il mantra è il filo che controlla l’aquilone che è la mente e senza filo la mente perde stabilità,. Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal sub inconscio (chit). Il sub inconscio è una zona oscura, e rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Solo quando renderemo limpido il chit (la zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e condurci a Dio.  Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto, il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità).

________________Il testo è strutturato in questo modo:

Parte I. 

Preghiera.

Capitolo I. Cosa è lo Yog.
Capitolo II.  Shat Karam.
Capitolo III. Asan - Posture.
Capitolo IV. Pranayam.
Capitolo V. Pratyahar.
Capitolo VI. Dharana.
Capitolo VII. Dhyan.
Capitolo VIII. Samadhi.  
Capitolo IX. Tantar, kundalini, mudra.
Capitolo X. Sanskar, yantar e la morte.
Capitolo XI. Come curare le malattie con lo yog

Parte II.
Il nettare dello yog.

All'inizio viene riportato il Gayatri mantra, uno dei mantra più potenti che recita così: Om bhur, bhuvan, svaha, tat, savithu, devasya, vareniyam, bhargo, tat dhimahi, ya, nah, dhiyo, pachodayat                        e che viene pronunciato in questo modo:          Om bhur, bhuvan, svaha tat savitur vareniyam bhargo devasya dhimahi dhiyo yo nah prachodayat.

La traduzione è la seguente:  

  • Om: E’ questo il nome di Dio, in esso sono contenuti tutti i nomi dell’universo
  • Bhur: Il pran del pran
  • Bhuvah: Ciò che distrugge l’oscurità e il dolore
  • Svaha: Egli è beatitudine e chi pronuncia il suo nome partecipa alla sua essenza
  • Tat: Noi
  • Savithu: Colui che crea tutto l’universo, colui che è la luce della luce del sole
  • Devasya: Desiderabile
  • Vareniyam: La cosa migliore su cui meditare
  • Bhargo: Che distrugge tutto il male,  che è puro
  • Tat: Noi
  • Dhimahi: Guardiamo al nostro interno
  • Ya: Signore
  • Nah: Nostro
  • Dhiya: La direzione che va verso il bene
  • Prashodayat: Che ci porta verso

_________________________________

Cosa è lo Yog. Yog è l’unione di pran e apan (il prana è l'energia positiva che rappresenta la forza vitale di cui ogni atomo è imbevuto; e apana l'energia negativa che rappresenta le funzioni eliminatorie del corpo). Yog è l’unione di raj (l'energia maschile) e viriya (l'energia femminile). Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione.

Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta a due tipi di malattia: malattia del corpo (vyadhi) e malattia della mente (adhi).   La medicina allopatica curando i sintomi uccide i germi saprofiti e tutte le difese naturali, la malattia è lo sforzo del corpo di mantenersi sano e le malattie non sono ineluttabili. L’invecchiamento del corpo e la morte sono dovute alla rigidità del corpo sulla base della degenerazione delle cellule e la mancanza di energia il corpo. Da qui l’importanza delle asana e di un cibo satvico e energetico.

Patanjal Yog Darshan  (Yoga sutra ) dà una completa definizione di asan: l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione. Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran).  Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi passa nel sangue, dove viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione; l’ossigenazione aiuta la digestione e i processi vitali. Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia).  Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

Perché in Occidente non si registrano grandi successi spirituali? Perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri. Ancora una volta si sottolinea l'importanza del maestro, il maestro è un buon Karam (energie pure ed equilibrate). Nelle Upanishad si racconta: sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato a i piedi del maestro. Il Guru è colui che dissolve le tenebre. Sat guru è il maestro illuminato e senza diksha (iniziazione) non si può ottenere la liberazione. 

Per iniziare il percorso (Astang yog, lo yog delle otto membra) occorre:

  • trovare il posto adatto, 
  • seguire yam che sono le regole di condotta sociali e secondo il testo yog pradipika sono dieci, 
  • seguire niyam che sono le regole di condotta personali. Viene specificato che il termine brahmciaria non significa astinenza, ma percorso verso Dio. 
  • seguire la pratica del jap (rotazione) di un mala in tulsi (albero sacro) con ripetizione di un suono, la mala è un rosario di 108 grani. Il numero 108 ha un alto valore simbolico: 1 è la verità ultima, 0 è il samadhi, 8 la natura creativa. Ajapa jap è la ripetizione di un suono sincronizzandolo con il respiro. Ad esempio inspirare ripetendo So ed espirare ripetendo Ham. Oppure Om  inspirando e Ram espirando.
  • ripetere il mantar o mantra che significa suono rivelato (man significa riflessione, tar liberazione). Il mantar è un suono associato alla divinità che si ripercuote nel subconscio. Il mantra evita i pensieri, il 99% dei quali sono nocivi. La scienza del mantar (suono) viene chiamata wah secondo i Veda. Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente, senza il filo la mente perde stabilità, il mantra è il filo che controlla l’aquilone (la mente). Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Dopo l’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo il quale potrà usare solo quello, accettare un mantra è quindi un importante atto di fede. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal sub inconscio (chit), il sub inconscio è una zona oscura, rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto.  Le nostre esperienze vengono immagazzinate in una zona profonda del nostro io sotto forma di un semplice ricordo (esperienza mnemonica), poi con una sottile metamorfosi si trasforma in un simbolo (archetipo, forme geometriche), il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità).  Solo quando si riuscirà a rendere limpido il chit (zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e condurci a Dio.
  • prima di gettare un seme bisogna preparare la terra, prima di recitare un mantra occorre fare asana e pranayama. Inoltre, senza shat karam (le tecniche di purificazione) e quindi senza kriya yoga non si può iniziare a fare yoga. 
Shat Karam. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi. Shat Karam (pag. 60) sono le tecniche di purificazione,  prima di iniziare la pratica yoga occorre fare il Kriya yoga ( le tecniche di purificazione), senza queste purificazioni non si può iniziare a fare yoga. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi. Occorre purificare i nove orifizi (bocca, naso, occhi, orecchie, retto, organi genitali). Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta due tipi di malattia: malattia del corpo (Vyadhi) e malattia della mente (Adhi),  desideri, ecc.  Le tecniche di purificazione sono: Neti, Dhauti, Basti, Kunjal, Tratak, Laukinki, Kapalabhati, Dhocahi, Baghi, Jahnkhpakhal (pag. 84, riporta anche la frequenza delle pratiche). Bisogna anche espellere il cibo rapidamente per evitare la fermentazione che porta tossine nel sangue, sudore e alito cattivo.

Posture o asan.  Il testo Patanjal Yog Darshan (Gli yoga sutra) dà una completa definizione di asan, l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche.   Colui che ha perfezionato le asan può attraversare i tre mondi (loka). Prima occorre fare le asana e alla fine il rilassamento altrimenti non ci sono benefici. Nel capitolo sono illustrate le più importanti asan.

L’invecchiamento è dovuto alla rigidità del corpo, sulla base della generazione delle cellule e con la mancanza di energia il corpo tende a piegarsi in avanti. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione e sono completamente diverse dallo sport.  Tra gli 84 milioni di asan ne sono state scelte 84.  Durante la meditazione è consigliabile alternare  spesso la gamba che sta sopra con quella che sta sotto.

Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran).  Molto importanti sono gli esercizi preparatori. Nelle Upanishad i sensi discutevano tra di loro quale era il più importante, Penso che non ci sia dubbio, su chi abbia vinto: vinse il respiro. Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi passa nel sangue, viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione, l’ossigeno aiuta la digestione e i processi vitali.

Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e il pran viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia).

Ogni volta che si vuole attivare una narice bisogna lavorare sulla parte opposta del corpo, dormire supino e girarsi sul fianco sinistro, ad esempio per curare il raffreddore basterebbe chiudere la narice sinistra per tre giorni.

Nello yoga occorre saper usare il giusto respiro ( sawar), ed è stata sviluppata una vera e propria Scienza del respiro (savrodya gyan).  Anche alla base della  parola Hath Yog c'è l'energia: Ha (hakar energia solare) e Thakar (energia lunare).

Le Nadi sono i canali nei quali circola l'energia, la radice delle 72864 nadi  è il kand che si trova quattro dita sotto l’ombelico. Le 10 più importanti nadi sono le seguenti: Sahnknani nadi si trova nell’ano, Kirkal nei genitali, Pusha  nell'orecchio destro, Giashi nell'orecchio sinistro, Gandhari nell'occhio destro, Hastini nell'occhio sinistro, Lambka nella lingua, Pingala la nadi a destra della colonna vertebrale che rappresenta il sole, Ida  la nadi a sinistra della colonna vertebrale e rappresenta la luna, Sushunna la nadi più importante che passa al centro della colonna vertebrale. 

Sushunna nasce in muladhar ciakar e arriva al sahastrar ciakar che è un complesso di tre nadi: vajra, citra, brahmnadi (la più interna). Le tre nadi si incontrano in più punti che sono dei centri di grande energia (ciakar), ogni ciakar è collegato ad una zona del cervello. I ciakar sono dormienti, quando sono attivati si attiva la relativa parte del cervello. I più importanti ciakar sono:

  • Muladhar, perineo collo dell’utero, funzioni del cervello più grossolane,
  • Swadhistan, coccige, coda,
  • Manipur, ombelico,
  • Anahat, cuore,
  • Vishuddhi,   gola,
  • Agya,  punto tra le sopracciglia (ancora lungo al spina dorsale),
  • Sahasrar, sulla testa, fontanella, è la porta di Brahma, dove risiedono le funzioni del cervello più elevate.

Con il respiro si può addirittura influire sul concepimento e sul sesso del nascituro: dal tipo di respirazione che hanno i genitori all’atto del concepimento dipende il sesso del figlio.

La stagione (kal) per iniziare a fare pranayam è primavera o fine autunno.  Per praticare occorre anche adottare una dieta appropriata (mityahar) ad esempio mangiare lenticchie verdi (mung). 

Nel pranayam ci sono tre fasi purak (inspirazione), kumbkak (trattenere il respiro), reciak (espirazione).  Occorre fare spesso nadi shodan (purificazione delle nadi). Esistono otto tipi di ritenzioni del respiro Con la ritenzione del pran si purificano le nadi (canali energetici) e i ciakar (centri energetici). Col risveglio dei ciakar lo yogi acquisisce dei poteri (siddhi).

Le differenze degli individui dipendono dal risveglio dei ciakar (centri energetici). Ogni ciakar è collegato ad un suono, lettere, colore. Il bija mantra di agya ciakar è OM. Il bindu è una piccola cavità nella bocca che viene usata per la pratica di kechari mudra.

Ci sono 84 tipi di soffio, i più importanti sono dieci tra cui pran e apan. L’unione di pran a apan è Yog (sikho upanishad), quando si uniscono la kundalini si sveglia. Il pranayam si pratica in questo modo: un tempo per inspirare (purak), quattro tempi per trattenere (kumbhak) e due tempi per espirare (reciak).

Ci sono tre tipi di banda (gruppo muscolari che servono a veicolare, trattenere il prana):  jalandharbandh,    uddyanbandh,  mulabandh.

Il primo esercizio di pranayam è nadhi sodhan (pulizia delle nadi). Si inizia ad inspirare dalla sinistra, trattenere e espirare dalla destra, contrarre il perineo, inspirare da destra , trattenere, espirare da sinistra, si termina sempre dalla destra. Durante il kumbak (trattenimento del respiro si cerca di tenere la lingua all’indietro in alto. Solo dopo un lungo periodo e dopo aver visto qualche beneficio si passa ad altri esercizi  di pranayam. 

Tipi di pranayam:  ujjayi (vittoria), sitkari (sibilo), shitali , kewali kunbhak che è una tecnica speciale.

Pratyahar.  I sensi sono ritirati dall’esperienza del mondo, sono ritirati all’interno, in questo modo lo yogi cercherà l’indipendenza e la liberazione dei legami terreni. Fermando i sensi, anche la mente si ferma.

Dharana (concentrazione). Fissare la mente su un oggetto, è il sesto scalino dell’ashtanga yog, osservare i pensieri, adottare la tecnica del testimone, soffermarsi su ogni figura lo stesso tempo, dall’elemento più grossolano al più sottile, rappresenta il percorso evolutivo verso l’assoluto. Si devono visualizzazione dei simboli durante Kumbak (la ritenzione del respiro).

Dhyan  (meditazione). Dhyan significa un solo pensiero, l’anima individuale si scioglie nel puro eterno spirito assoluto, la meditazione non è una fuga dalla vita e da se stessi, al contrario è la comunione con l’io profondo, con gli stati inconsci e profondi e risolvendo i nostri conflitti interiori ci permette di agire in modo più efficace e appagante del mondo,

Nel Gherand Samhita sono riportati tre tipi di meditazione: su una forma divina, sulla kundalini, su forme di luce.  Nella Bakti Sagar sono riportate 4 tipi di meditazione:

  • Una grossolana, sulle varie del corpo, dai piedi alla testa e viceversa,
  • Sui chakar, da muladhara a sahasrar,
  • Più sottile, sul punto tra le sovracciglie,
  • Abbandona il piano dell’esistenza materiale.

La mente divisa in 7 parti, e nell'individuo normale ne funziona una soltanto. Le malattie non vengono dall’esterno ma esistono nella mente, quando il seme viene a maturazione si manifesta nel corpo. Per la meditazione occorre: 

  • il tempo, è preferibile fare meditazione la sera
  • un posto adatto, un posto piccolo e bianco, con una piccola luce e bastoncini di incenso
  • una tecnica, ci sono due tipi di meditazione, dipende dalla personalità del praticante: con forma – Saguna; senza forma - Nirguna. 

Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.  Durante la pratica nirguna, quando le nadi sono purificate si ode il suono nad, per udire i suoni nad nella meditazione occorre chiudere le orecchie con cera di api, tenere la lingua sul palato - nabho mudra, e fare mulabandh, mani in cin mudra, e si cerca di arrivare al decimo nad (suono).

Pratica nirguna (senza forma) sul respiro:

  • Ripetere il japa ham mentre espiro,   So mentre inspiro ( si può fare anche nella quotidianità);
  • Rimanere consapevoli delle fasi della respirazione, 5 minuti;
  • Ripetere il mantra ham so per almeno 5 minuti;
  • Visualizzare l’energia, una luce bianca che sale dalla colonna toccando i più importanti chakar;
  • Allungare il tempo dell’inspirazione e dell’espirazione;
  • Poi percorso inverso a ritroso ripercorrendo le tappe esposte però utilizzando minor tempo: 2 minuti.

Pratica Saguna (con forma )

  • Recitare Sita Ram -  non c’è differenza tra Ram e OM;
  • Mala nella mano destra, a livello del cuore o sulle ginocchia;
  • Ripetere il mantra;
  • Dopo qualche giro, socchiudere gli occhi, guardare in basso, sussurrare il mantra;
  • Dopo qualche giro, chiudere gli occhi, ripetere il mantra mentalmente;
  • Aggiungere mulabandh e nabho mudra;
  • Aggiungere consapevolezza sul respiro;
  • Visualizzare il respiro che sale dalla colonna che scende.

Facendo la meditazione possono affiorare numerosi pensieri sono i frutti del karma, È importante restare testimoni.

Kirtan e mantar sono pratiche di Nad Yog, ed aiutano a liberare il lato emozionale della persona: il kirtan è una pratica di meditazione, aiuta a lasciarsi andare alle emozioni, liberandosi da blocchi mentali ed inibizioni.

Samadhi (Sam equilibrio e Dhi intelletto) è lo stato in cui la mente perde la sua individualità, in samadhi la meditazione, il meditante e l’oggetto di meditazione si fondono l’uno nell’altro. Ci sono sei metodi per entrare in samadhi, ma senza maestro è impossibile:

  • Dhyan
  • Nad
  • Rasanad
  • Lay
  • Bhakti
  • Raj

Il samadhi porta alla beatitudine, questa è la perfezione nello yog. Una volta entrato in samadhi non rimane nessuna altra pratica da fare. Per entrare in samadhi è indispensabile fare padmasan per 3 ore e 48 minuti senza sforzo, conoscere le tecniche segrete di mulabanda, acquisire la capacità di fare kaciari mudra, kewali kumbak.  Quando si giunge in samadhi le azioni (karam) e gli archetipi del subconscio (sanskar) si estinguono e al loro posto resta solo purezza, si resterà in stato di Turiya, la persona in samadhi è sveglia per Dio e dorme per il mondo.

Tantar, kundalini, mudra; lo yoga tantrico.

Lo yoga è una disciplina scientifica che ha una stretta attinenza con la vita stessa. Il fine del tantar è portare l’uomo all’autorealizzazione, l'atto sessuale è un'opportunità di realizzazione spirituale per l’uomo.  In sanscrito tan significa espansione e tar liberazione, quindi espansione delle possibilità della mente, della consapevolezza e liberazione dell’energia (shakti e kundalini). Kundalini è una sostanza biologica esistente nell’organismo verificabile anche scientificamente. La forza kundalini risalendo la colonna agisce sui ciakar e risveglia il potenziale energetico, i ciakar si aprono ed aumenta la consapevolezza e l’autocoscienza. Una persona può trascendere dalla realtà oggettiva abbattendo il muro ingannevole (il velo di maya).

Nella via sinistra del tantar le pratiche da effettuare sono strettamente connesse con la sessualità. Non è possibile praticare il tantar senza essersi purificati per anni nel corpo e nella mente. Le dottrine yogiche asseriscono la presenza di due principi: shiv è l’uomo, shakti è la donna, il temp è shiv, lo spazio shakti. Shiv è la mente, la coscienza ed è associata alla nadi Pingala, Shakti è prana, forza vitale ed è associata alla nadi Ida.

Quando la shakti si manifesta esteriormente si crea la materia (concepimento). Quando si manifesta all'interno aumenta l’energia e l’autoconsapevolezza; con la ritenzione del bindu, l'energia viene controllata ed inizia l'ascesa verso i centri superiori.

Nel tantra c'è la  piena accettazione della vita in tutte le sue manifestazioni incluso il sesso, in questo caso il sesso viene nobilitato e reso pratica di meditazione. Tantra è la strada della conoscenza per superare il desiderio, per gli yogi la donna è importantissima. Le tecniche che comportano una interazione sessuale costituiscono il vam marg (la via della mano sinistra).

Più forte di tutto è il desiderio che devi distruggere con la spada della consapevolezza (Baghvad  Gita). 

L’espansione (tan) della mente può avvenire in molti modi, con la recitazione dei mantra, del pranayam, della meditazione, con il risveglio della kundalini senza interazione sessuale, queste tecniche sono comprese nella via detta dakshin marg (Tantra vedico o la via della mano destra).

Kundalini si trova quattro dita e mezzo sopra muladhar ciakar sotto forma di serpente femminile coricato in tre cerchi e mezzo dormendo con la coda in bocca. Lo yogi unisce pran (polarità positiva) con apan (polarità negativa) a due dita sotto l’ombelico (kand), questa scossa sveglia kundalini, di colore rosso mille volte più sottile di un capello, che comincia a salire fino allo sahasrar ciakar.

Nello yoga il rapporto di coppia può essere usato per raggiungere il samadhi, le energie di entrambi si uniscono, si crea un solo circuito, tempo e spazio scompaiono, l’intera vita non può essere sufficiente per arrivare a questo, occorre portare il rapporto di coppia sul piano della dimensione spirituale eliminando il desiderio carnale, legame fisico e mentale.

Khechari mudra  è un mudra che stimola la ghiandola pineale e ci permette di regolare il nostro ritmo sonno-veglia e mantenerci giovani. Si pratica portando la lingua all’indietro verso la parte superiore della cavità neo-faringea con gli occhi rivolti verso l’alto, nel punto di mezzo delle sopracciglia, e chi conosce questa tecnica non è soggetto alla malattia, la vecchiaia, acquisisce immortalità e gli otto siddhi (poteri).

Dove la religione finisce, lì inizia lo yoga. Esso non interferisce affatto con e religioni, ma viceversa, ne conferma i principi universali tramite l'esperienza. Come uno scienziato nel suo laboratorio sperimenta e scopre le leggi della natura, così lo yoghi compie i suoi esperimenti nel laboratorio del proprio corpo. L'arte di conoscere se stessi è chiamata yoga. Yog dunque è la scienza del sé.

Che cosa è lo yoga. Considerazioni tratte dall'insegnamento del Maestro Gyanander

Considerazioni tratte dall'insegnamento del Maestro Gyanander 

https://it-it.facebook.com/Casa-Yog-482211071985332/videos/yogi-gyanander/564576887082083/

https://www.youtube.com/watch?v=NJrG5uQaYb4

Un antico testo di yoga chiamato Hatha yoga pradipika al capitolo 4 verso 144 dice: "Se il prana non sale lungo la susumna nadi (in mezzo alla spina dorsale), se il prana e il bindu non sono fermi e se la mente trascesa non entra in meditazione, quella persona che parla di Yoga e di conoscenza spirituale dice bugie e falsità".

Tra mille uomini, forse soltanto uno aspira alla perfezione. E, tra quei mille che aspirano alla perfezione, soltanto uno mi conosce veramente”. Bhagavad Ghita capitolo 7:3.

Oggi in occidente ci sono molte persone che insegnano, parlano e giudicano lo yoga senza conoscere a fondo il suo vero significato e senza averlo mai veramente praticato. Non si può parlare della scienza dello yoga senza averla sperimentata su di sé.

In realtà la parola yoga è spesso usata spesso senza cognizione di causa. Lo yoga non è né una religione né una filosofia, non è né magia né misticismo. Il fatto che dalle pratiche yoga si possano ottenere risultati miracolosi come il mantenimento della giovinezza, la sconfitta delle malattie o dei poteri particolari, fa apparire questa disciplina come avvolta da un alone di mistero. Lo yoga è un antica scienza mentale, fisica e spirituale. E’ la scienza del sé pervenutaci dagli antichi rishi dell’India e tramandata da Maestro a discepolo.

Lo yoga non è fatto né per la mente né per il corpo, la mente ed il corpo sono solamente dei mezzi per arrivare alla scoperta del Sé o dello Spirito Universale.

Lo yoga ci dà gli strumenti per raggiungere questa realtà mediante un duro lavoro che può durare anni o addirittura una vita o varie vite. Le due energie con polarità diverse che sono in noi: shakti (energia) e shiv (consapevolezza) si uniscono e si manifesta una grande estasi. Il risultato è la perdita dell’individualità e ogni cosa diventa Sé. E’ probabile che nemmeno la dura e onesta fatica che si compie durante una o più vite sarà sufficiente per risvegliare la kundalini. Il nostro corpo possiede già le due polarità necessarie a questo risveglio. L’unione del prana e apana, Sole e Luna, ida e pingala, uomo e donna porteranno al risveglio dell’energia che si trova alla base della colonna vertebrale. Questa energia ha la forma di un serpente di sesso femminile coricato su tre cerchi e mezzo con la coda in bocca ed è meglio conosciuta come kundalini shakti.

La kundalini non è né un'illusione né una suggestione, è una sostanza biologica molto sottile che si trova nel corpo umano. Il suo risveglio crea degli impulsi elettrici attraverso il corpo e la colonna vertebrale che possono essere percepiti con degli strumenti scientifici moderni. La kundalini è il potere primordiale e lo scopo dello yoga consiste nella liberazione di questa energia.

Se la kundalini rimane dormiente l’uomo rimane allo stadio di un animale. Anche la pratica più intensa di yoga non aiuterà l’uomo ad acquistare la conoscenza del sé se la sua kundalini sta dormendoIl risveglio della kundalini dà la liberazione agli yogi.

Un argomento su cui in occidente si fa molta confusione e su cui si può addirittura ottenere un diploma è l’opera Yoga sutra di Patanjali. Nella sua opera si parla di otto scalini dello yoga detti astanga yoga. Questi otto scalini sono: yama, niyama, asana, pranayama, pratyhara, dharana (concentrazione), dhyana (meditazione) e samadhi (estasi).

Si crede che esistano molti tipi di yoga e che i vari gradini che lo compongono possano essere insegnati separatamente. Questi otto aspetti (astanga vuole dire anche membra dello yoga) devono essere portati avanti contemporaneamente. E’ come dire di fare meditazione senza lavorare prima sul corpo.

In questo suo libro egli scrive a proposito delle Asana (2:46) “Quella posizione che si può mantenere a lungo, immobile senza dolore, che ti porta velocemente al successo nelle tue pratiche è chiamata asana”.  

La controversia sta proprio su questo versetto poiché in occidente non vengono insegnate le posizioni di yoga ma dei semplici esercizi ginnici come ad esempio il noto esercizio chiamato suriya namaskar o saluto al sole. Gli esercizi ginnici non fanno parte dello yoga poiché producono una dispersione dell’energia e danneggiano il corpo. Ciò che si fa in occidente con il nome di Patanjali è proprio contro lo yoga perché sia nell’opera di Patanjali che in qualsiasi altro libro di Yoga non esiste un solo versetto che parla di posizioni di yoga fatte di movimento.

Tra le altre numerose mode occidentali bisogna annoverare anche la cosiddetta “cucina ayurvedica”. Essa in realtà è priva di fondamento perché non esiste una cucina ayurvedica ma soltanto una medicina ayurvedica.  Tra le fantasie occidentali possiamo parlare anche della meditazione che non significa né bloccare la mente né sfuggire da sé stessi e dal mondo.

Solo quando tutti i sanskar, che gli scienziati chiamano archetipi, trasformati da karam (le azioni belle e brutte di questa ed altre vite) saranno distrutti nel tuo cit (subconscio), solo allora si può parlare di meditazione. Un tipico blocco spirituale riguarda le persone fortemente religiose, che per paura sfuggono la loro vera natura umana, reprimendo desideri subconsci e la loro vera personalità.

il mantar e il pranayama sono gli strumenti più importanti dello Yoga. In occidente si pensa che il mantar o mantra abbia a che fare con le divinità religiose ma non è così. Il mantar non ha nulla a che vedere con le religioni, è soltanto una parola priva di significato. I mantar sono espressioni della consapevolezza trascendente sotto forma di suono. Questi suoni non sono stati prodotti da un essere vivente ma sono stati uditi in uno stato di samadhi meditativo molto profondo dagli antichi rishi. Secondo la tradizione l’iniziazione al mantar può essere data sia dal Maestro che dalla propria madre o tramite il ricordo della vita precedente, ma in passato veniva sempre data dal Maestro. Un mantar non può mai essere comprato o venduto, un mantar ottenuto in questo modo non avrà mai alcun effetto sulla consapevolezza.

Che cosa è l’esperienza nello yoga? E’ affrontare le situazioni della vita con pace, coraggio e comprensione. 

Da tempo immemorabile centinaia di migliaia di maestri sono nati sulla terra per guidare gli uomini sulla strada della spiritualità. Il ruolo del Maestro è molto importante nella vita degli uomini. Per Maestro non intendo quelli con diplomi e certificazioni che si trovano in occidente nelle associazioni o nei centri spirituali ma colui che ti permette di aprire un centro spirituale nel tuo cuore dove risiede il Signore supremo, il Sé.     Maestro non è colui che ha molti anni di esperienza nell’insegnamento dello yoga o colui che ha una folla di discepoli o che ha studiato la Ghita, le Upanishad, i Veda, il Vangelo, il Corano e il Sanscrito latino.

Il Maestro è colui che ha realizzato la totalità della sua personalità, che ha sperimentato la pace e il silenzio dentro di sé, colui che ha trasceso la mente e che può darti un’esperienza di pace, non importa se sia analfabeta o non abbia nemmeno un discepolo.  

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...