martedì 23 novembre 2021

La via diretta verso la felicità - Giovanni Papini

La via più diritta per la felicità è quella che porta a soccorrere amorosamente l'infelicità di quelli che sono più infelici di noi.

Asciugare una sola lacrima di un solo infelice, vale infinitamente più che riempire interi volumi con elenchi e i lagni dei mali del genere umano.

Dal testo la  Felicità dell'infelice - Giovanni Papini

Giovanni Papini (1881 - 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano, noto anche col nome religioso di fra' Bonaventura.

sabato 20 novembre 2021

Similitudini tra il buddhismo e le scienze moderne

Nelle lezioni sul Buddhism and Modern Psychology, della Princeton University, diretto dal prof. Robert Wright sono state presentate delle ricerche scientifiche sullo studio del cervello e i punti d'incontro tra le scienze moderne, in particolare le neuroscienze, e le pratiche meditative. 

 Le ricerche dimostrano che la meditazione aiuta a sviluppare qualità come l'attenzione focalizzata, l'empatia e la compassione. Il cervello non è una scatola impenetrabile e immutabile come si è pensato per secoli: migliorandone il funzionamento, possiamo cambiare stile emozionale, vivere meglio con noi stessi e con gli altri.
Ma andiamo per ordine. Michael Gazzaniga, professore di psicologia all'Università della California ed uno dei più importanti neuroscienziati del mondo ha introdotto il concetto della struttura modulare della mente. I moduli che compongono la mente, a turno esercitano un'influenza decisiva sul nostro pensiero, i nostri sentimenti, il nostro comportamento.
La teoria modulare del cervello è ripresa da Douglas Kendrick, professor di psycologia alla Arizona State University,  che chiama sub-sé questi sette moduli (autoprotezione, attrazione dei propri simili, repulsione dei propri simili, affiliazione, cura dei parenti, status, evitare le malattie). Il prefisso, sub, significa sotto,  e ciò porterebbe a pensare che c'è un unico sé unificato nella parte superiore. Ma in effetti questi moduli determinano il nostro comportamento sociale e sono in continua competizione tra loro. In un determinato contesto ed in un determinato istante un modulo prende il controllo delle operazioni (diventa il Sè temporaneamente) e fornisce la risposta più adeguata per affrontare l'evento.  
Per Leda Cosmides,  (è una psicologa statunitense, che, insieme al marito antropologo John Tooby, ha contribuito a sviluppare il campo della psicologia evoluzionista)  ciò fa pensare anche allo sviluppo darwiniano,  in cui prevale l'elemento (in questo caso il modulo) più idoneo a migliorare  la specie. Questo approccio converge con il pensiero buddhista della mancanza di un Sè controllore, si ritrova una corrispondenza tra questa teoria dei moduli della  psicologia moderna e quel carattere impermanente che Buddha attribuiva ai cinque aggregati. Nella dottrina buddhista i cinque skandha sono i costituenti della persona empirica, che è tradizionalmente scomposta nei cinque aggregati, ovvero: forma, rūpa; sensazione, vedanā; percezione, saññā; coefficienti, saṅkhāra; coscienza, viññāna.

Il buddhismo sostiene che l’universo non è costituito da entità solide e distinte, ma che consiste in un flusso dinamico di interazioni tra innumerevoli fenomeni e quello che noi percepiamo: il risultato delle interazioni della nostra coscienza con i fenomeni. Esiste soltanto un sistema di relazioni interdipendenti che il buddismo chiama realtà.  La causa della nostra percezione erronea della realtà è l’attaccamento ad un sé distinto e autonomo coerente, che persiste nel tempo e che dovrebbe costituire il centro del nostro essere e della nostra esperienza. Una visione modulare della mente aiuta a spiegare questa affermazione.
Buddha asseriva che il nostro stato mentale in un dato momento non è, in generale, il risultato di una scelta consapevole. Ma piuttosto, è il risultato di come le informazioni nel nostro ambiente. entrano nella nostra mente a livello tipicamente inconscio.
Nel corso della meditazione di consapevolezza accade che:
1- La rete di modalità predefinita, che è la situazione in cui diversi moduli si contendono la nostra attenzione, come dice Judson Brewer, (psichiatra, neuroscienziato)  diventa più silenziosa perchè la mente non è impegnata in qualcosa in particolare, non è assorbita da alcun compito.  2- Essendo consapevoli dei sentimenti possiamo determinare quali moduli sono e non sono autorizzati a prendere il controllo della mente. 3- Esercitando questa consapevolezza, possiamo influenzare il potere a lungo termine che i diversi moduli hanno.
Sono stati intervistati molti meditanti esperti (autori di diversi libri sulla meditazione o insegnanti di meditazione),  che hanno provato a descrivere la loro esperienza. Ciò è molto difficile in quanto come asserisce lo psicologo William James l'esperienza mistica ha due caratteristiche: è  noetica e ineffabile. La persona  è colta da una profonda intuizione ma è difficile esprimere l'esperienza. Rodney Smith  esprime la sua esperienza di meditazione come un annullamento di distanze, di aver percepito una coscienza senza proprietario.  Per Joseph Goldstein, il pensiero stesso appare e scompare. Come un suono. Si perde  l'identificazione con il pensiero ed è come provare ad  immaginare che ogni pensiero che sta sorgendo nella vostra mente provenga dalla persona vicina.  Ciò  ricorda la visione modulare della mente, in cui  la mente cosciente non genera  i pensieri, ma piuttosto i pensieri sono generati da alcuni moduli al di fuori del regno della coscienza. Yitha, una suora buddhista, intervistata in una delle lezion, descrive le emozioni e i pensieri con la stessa metafora di un film. Uno pensa che le scene siano reali, ma quando le prendi una per una, scopri che non sono reali.  Essendo consapevoli dei sentimenti di cui sono portatori i diversi moduli, stando in meditazione, potremmo influenzare quali moduli far vincere ed emergere  e quali moduli far perdere.
L'obiettivo della meditazione è arrivare ad uno stato di risveglio, ad un'esperienza conosciuta come illuminazione, che comporta una visione perfettamente chiara delle cose e alla liberazione dalla sofferenza. La parola Buddha significa proprio risvegliato. La realtà è la stessa, ma viene percepita in maniera diversa.  
La pratica regolare della meditazione porta a una condizione personale descritta da tutti i meditanti in termini di quattro elementi: l'assenza di una sorta di sé esterno, il vuoto, l'assenza di una sorta di sé interno e l'impermanenza.
Sharon Salzberg, (pratica la meditazione vipassana da più di venticinque anni ed ha insegnato nei centri buddhisti di tutto il mondo) spiega che il non-sé esterno consiste nella comprensione che gli individui sono immersi in un universo interconnesso. Altri meditanti come Gary Webber, Judson Brewer, riferiscono che nella meditazione questo stato di interconnessione, di appartenenza al tutto, diventa un'esperienza di percezione profonda. L'altro aspetto importante dell'illuminazione buddhista è la consapevolezza del vuoto che è trattato soprattutto dalla tradizione  Mahayana. Secondo il saggio Nāgārjuna, poiché nessun fenomeno possiede una natura indipendente, si può dire che tutto ciò che esiste è vuoto. L'esperienza della vacuità è la via che porta al "Risveglio".

La meditazione dinamica - Osho

Bhagwan Shree Rajneesh, detto Osho, spiega come diventare consapevoli dei sette chakra ed energizzarli usando diversi tipi di respirazione.   Osho è stato un leader carismatico e maestro spirituale indiano fra i più conosciuti e controversi del ventesimo secolo, ha creato a Pune, in India, un laboratorio di crescita oggi evolutosi come Resort di Meditazione.  Vedi il sito italiano di Osho https://osho.it/

Posizione e funzione dei chakra:

  • 1 -  Il primo chakra, muladhara o “chakra della radice”, è situato al centro della parte bassa del bacino, a metà tra la base della spina dorsale dietro, e l'osso pubico davanti. Le funzioni di questo chakra includono la sessualità, la connessione con la terra, la coordinazione fisica e la sopravvivenza.
  • 2 - Il secondo chakra, svadhistana o “chakra splenico” è localizzato proprio sotto l’ombelico. La sua funzione concerne la sensualità, l’abilità di sentire le emozioni e di sentirsi appagati.
  • 3 - Il terzo chakra, manipura o “chakra del plesso solare” è sopra l’ombelico e sotto la cassa toracica. Dà vitalità, potere, la forza per esprimere le emozioni e l’integrità per essere se stessi.
  • 4 - Il quartochakra, anahata o “chakra del cuore”,  è nel mezzo del petto, nell’area dello sterno. Le sue funzioni sono amore incondizionato e pace, rende capaci di amare se stessi e gli altri incondizionatamente.
  • 5 - Il quinto chakra, vishuddha o “chakra della gola”, è nella zona della gola. Le sue funzioni sono: creatività, ricettività e abilità di comunicare.
  • 6 - Il sesto chakra, ajna o “chakra del terzo occhio” si trova tra le sopracciglia.  Le funzioni principali sono la visione, l'intuizione, l'immaginazione creativa e la chiarezza.  Ajna racchiude la capacità di superare il proprio ego e di sintonizzarsi con il proprio Sé superiore.
  • 7 - Il settimo chakra, sahasrara o “chakra della corona”. è appena all’interno della sommità della testa, e si estende sopra la testa stessa. E’ l’apertura verso la coscienza universale.

Queste collocazioni sono semplicemente indicative. Puoi scoprire da solo la giusta posizione di ogni chakra nel tuo corpo. La meditazione proposta da Osho usa la musica e i suoni prodotti dalla voce, per aprire e armonizzare i chakra.

Respirazione sui chakra - Istruzioni.   Meditazione 1º stadio (45 minuti). È meglio fare questa meditazione a stomaco vuoto, il mattino presto o prima di cena. Stando in piedi, allarga le gambe in modo che i piedi siano allineati con le anche o le spalle. Lascia il corpo sciolto e rilassato. Chiudi gli occhi e con la bocca aperta respira profondamente nel primo chakra. Il tuo respiro emetterà un suono, non giudicarlo e lascialo uscire in modo naturale. Mentre respiri, porta l’attenzione alla zona pelvica del tuo corpo, là dove ha sede il primo chakra.  Metti la stessa enfasi sia nell’inspirazione che nella espirazione, ma non forzare. Respira con un ritmo che sia piacevole e ti permetta di essere consapevole delle emozioni e sensazioni di ogni chakra. Respira nel primo centro energetico sino al suono del cimbalo, a questo punto inizia a respirare nel secondo. Ogni volta che senti il suono del cimbalo sposta questa respirazione rapida e profonda nel chakra successivo - il terzo, poi il quarto, il quinto, il sesto e infine il settimo. Mentre passi da un chakra all’altro, la tua respirazione dovrebbe essere più rapida e sottile, in modo che quando sei nel settimo chakra il numero di respiri sia doppio rispetto a quando eri nel primo.         Mentre respiri, è d’aiuto scuotere il corpo, stirarlo, oppure ruotare il bacino e muovere le mani in qualsiasi modo, rimanendo però con i piedi nella stessa posizione. Fai in modo che i piedi, le ginocchia, le anche e le altre giunture rimangano elastiche, cosicché una volta che hai iniziato la respirazione e i movimenti del corpo, tutto accada con continuità e senza alcuno sforzo.  Lascia che la tua consapevolezza sia principalmente con le sensazioni dei chakra, piuttosto che con la respirazione o i movimenti del corpo. Dopo aver respirato nel settimo chakra, sentirai suonare i cimbali tre volte. Questo è il segnale di lasciare che il respiro e la consapevolezza scendano di nuovo verso il basso attraverso ogni centro. Mentre torni indietro, fai in modo che passando di chakra in chakra il respiro rallenti. Lascia che dal settimo chakra l’energia defluisca da sola, in modo da includere l’intero spettro delle energie dei chakra, da cima a fondo, come i sette colori che compongono l’arcobaleno. Questa respirazione all’indietro dovrebbe durare due minuti circa e sei tu a stabilire quanto a lungo respirare in ogni singolo centro di energia.  Quando hai terminato questa prima sequenza resta in silenzio per alcuni istanti, prima di iniziare la sequenza successiva. La sequenza di respirazione, verso l’alto e verso il basso, andrebbe ripetuta tre volte, o per un totale di 45 minuti. Se mentre respiri, all’inizio, non senti l’energia dei tuoi chakra, semplicemente respira nella zona in cui sono localizzati. Ricorda di non forzare la respirazione: al contrario permetti che il respiro e il movimento del corpo siano un veicolo che ti trasporta nelle sensazioni e nelle qualità energetiche di ogni chakra. Il diventare sensibili alle diverse qualità di ogni chakra non accade attraverso lo sforzo, ma tramite la consapevolezza e la pazienza.

2º stadio (15 minuti). Dopo la terza sequenza di respirazione, siediti ad occhi chiusi per almeno 15 minuti, o anche più a lungo. Mentre sei seduto non focalizzarti su nulla di particolare, permettiti di diventare consapevole e di osservare qualsiasi cosa accada dentro. Ricorda che, per qualsiasi meditazione, Osho ha suggerito di essere rilassati, di restare testimoni di qualsiasi cosa accada e di non giudicarla. Soprattutto, fai questa meditazione se senti che ti fa bene e ti porta nella pace più profonda, nella gioia e nella beatitudine. Se invece inizia a portare in superficie emozioni che ti disturbano, è raccomandabile che tu provi a fare una meditazione catartica, come la meditazione dinamica. 

La meditazione dinamica è la meditazione di Osho più essenziale e più conosciuta. Si compone di cinque stadi. I primi tre devono essere praticati con totalità, in modo che nel corpo non resti alcuna energia statica; in questo modo la mente non ha più alcun alimento per creare pensieri, sogni e immaginazioni. Esaurendo l’energia nell’estroversione, all’improvviso ci si ritrova dentro di sé. Il quarto stadio è un’osservazione silenziosa, un essere testimoni. Nel quinto si celebra e si danza. Questa meditazione si esegue al mattino presto, a stomaco vuoto.

Istruzioni per eseguire la Meditazione Dinamica:

  • 1º stadio (10 minuti). Respira in modo caotico e rapido, attraverso il naso: profondamente, rapidamente e con intensità, senza alcun ritmo regolare. Usa il movimento naturale del corpo per aiutare la respirazione e portala al massimo delle tue possibilità. In questo modo distruggi i tuoi schemi mentali e ti prepari a liberare le tue emozioni represse.
  • 2º stadio (10 minuti). Esplodi: ridi, urla, piangi, salta, scuotiti, nella più assoluta follia. Qualsiasi cosa affiori nella tua mente, esprimila totalmente. In questo modo liberi il tuo organismo da ogni repressione, dal tuo intero condizionamento.
  • 3º stadio (10 minuti). Salta con le mani alzate, e urla a gran voce il mantra: “Hu! Hu! Hu!” e stai attento a ricadere a terra sull’intera pianta del piede. Espira mentre emetti il suono, in modo tale che tutto il tuo respiro fuoriesca. Usa tutta la tua energia, esaurisciti totalmente. Questo mantra, urlato, colpisce in profondità il centro sessuale dall’interno, e quando questo centro è colpito dall’interno, l’energia inizia a fluire verso l’alto; in questo modo, ogni cellula diventa più cosciente: non puoi più restare inconsapevole.
  • 4º stadio (15 minuti). Stop! Congelati esattamente dove ti trovi, in qualsiasi posizione tu sia. Non muoverti, non fare assolutamente nulla. In questo arresto improvviso vieni ributtato nel centro. Diventi un osservatore, un testimone del tuo stesso corpo e della tua mente.
  • 5º stadio (15 minuti). Celebra e gioisci al suono della musica, danza, esprimi la tua gratitudine al tutto. E porta con te, per tutta la giornata, la vitalità ritrovata.

Insegnamenti sulla vacuità - Ghesce Dorji Damdul

La filosofia va vista con la lente della propria comprensione nella quotidianità. Anthon Zirkel – fisico quantistico.  

Insegnamenti sulla "La Saggezza e la Psicologia dei 4 Sigilli per Affrontare le Emozioni di Tutti i Giorni" di Ghesce Dorji Damdul a Roma presso Tso  Pema Non-Profit e Giamsè Jhien Pen Onlus   https://bodhiwisdom.org/   L’insegnamento è stato tradotto da Fabrizio Pallotti, il traduttore ufficiale di SS Dalai Lama per quanto riguarda la lingua italiana. Vedi :  https://www.tsopemanonprofit.org

Ghesce Dorji Damdul ha passato tanti anni come il traduttore di SS Dalai Lama, in giro per il mondo. Oggi è il direttore di Tibet House a New Delhi (centro culturale di SS il Dalai Lama) e  gira il mondo a dare insegnamenti. Ghesce Dorji Damdulè molto apprezzato in quanto è un maestro umile, gioviale e qualificato.     Risponde alle seguenti domande:  Cosa è la realtà? Che cosa è il sentiero? Quali sono i risultati?

Nel primo giorno che veniamo al mondo siamo tutti uguali senza preconcetti.  Quando gli esseri umani sono comparsi sulla terra non c’era una religione. Le religioni sono nate per fare l’essere umano più felice, una persona illuminata capace di vedere passato, presente, futuro. Dobbiamo utilizzare i principi delle religioni per essere una brava persona nella quotidianità. Abbiamo istintivamente acquisito il senso dell’io, questa identità è importante per muoverci nella realtà. L'esempio del bambino che piange perché ha bisogno di attenzione, ed è l'equivalente del dire: "io sono importante!"

Volere essere sempre più felici e non soffrire è il motore della nostra vita. E’ difficile sradicare paure, stati emotivi. e non è possibile ottenere il massimo della felicità. Il buddhismo porta ad una felicità irreversibile e liberi da paure.  La paura, la sofferenza, la felicità sono semplicemente degli stati mentali. 

Esempio dell’acqua del Tevere che se purificata diventa acqua bevibile. La vera natura dell’acqua è pura, così come la vera natura della mente è chiara luce, non è macchiata da paure o avversioni. Siamo nati con una mente coperta da contaminanti, ciò è dovuto alle esperienze e al karma accumulato nelle vite precedenti.   Siamo sempre pronti a proteggerci dall’esterno, condannare tutto ciò che non conosciamo, In questo modo non ci sarà pace, i fattori esterni a cui fare attenzione sono infiniti e nel mondo resteranno delle grandi muraglie. Il saggio Shanti Deva direbbe che per camminare in sicurezza a piedi nelle strade di Roma, non dovremmo coprirle di cuoio, basterebbe mettere dei sandali. Per analogia ciò significa che se vogliamo uscire dalla sofferenza dobbiamo lavorare sui fattori interni.

Buddha per questo ha introdotto i quattro sigilli:

  • tutti i fenomeni composti sono impermanenti,
  • tutto ciò che è contaminato è sofferenza
  • tutto ciò che esiste è privo di sé, è vacuità (la vacuità ultima dei fenomeni),
  • trascendere la sofferenza è irreversibile, ciò porta alla felicità. Lo stato di illuminazione è lo stato di Buddha, il nirvana è pace.

Quanto riportato sopra è’ un aspetto della realtà che il Buddha ha scoperto. Dobbiamo eliminare i fattori disturbanti interni, noi siamo come un diamante a cui dobbiamo togliere la sporcizia che lo ricopre. La sporcizia è rappresentata dalle afflizioni e le oscurazioni mentali e le oscurazioni cognitive che ci bloccano per raggiungere la stato di Buddha. Ci sono tre tipi di afflizioni mentali:

  • samsara, o il karma contaminato, attivato dalle emozioni, il seme matura in odio per attaccamento, paura, mente egoista, le afflizioni della mente ci trascinano nella sofferenza attraverso le azioni.
  • inappropriata attenzione
  • ignoranza

Il samsara (ciclo delle rinascite)  è l’attrazione e respingimento involontario per un oggetto, l'assenza di libertà, è opposto al nirvana in cui c’è totale libertà. La mente e l’oggetto interagiscono e sono separati. Il Buddha è il risvegliato, dall’ignoranza, noi viviamo nella prigione della nostra mente e nell’ignoranza. Tutti gli sbagli vengono dalla percezione soggettiva errata.Solo con la pratica si può arrivare alla saggezza della vacuità, spinta da un senso d’urgenza ed ottenuta con l’insegnamento dell’impermanenza. L'impermanenza può essere di diverso tipo: grossolana o sottile.

Un esempio di Impermanenza grossolana è il tempo che ha un continuum visibile (anno, giorni, ore ). Un esempio di impermanenza sottile è Il tempo come un continuum non visibile, oppure il Sé. Lo spazio al contrario è un fenomeno NON composto o permanente (permanente e Non composto sono sinonimi).     In tutti i fenomeni impermalenti c’è la presenza del continuum. Il cambiamento è costante e continuo giorno dopo giorno, bisognerebbe prendere questo come oggetto di meditazione per svegliarsi dal sonno dell’ignoranza. Si possono ottenere risultati straordinari con questo tipo di meditazione, si può riuscire ad avere l’impressione che tutto vibri, è come un buttarsi da un treno in velocità il cui conducente è la nostra mente (che spesso è sotto il controllo dell’ignoranza e delle contaminazioni dell'egoismo). Quando il conducente è condizionato da questi fattori ci porterà inevitabilmente alla sofferenza, emozioni ed  azioni saranno contaminate. Un attimo di sofferenza annulla spesso anni di felicità.  

Occorre coltivare la saggezza ed una mente che possa percepire la realtà correttamente.  Per cominciare occorerebbe avere una lavagna pulita dagli stati emotivi. Tutti aspirano alla felicità,  al 100% di felicità e liberi dalla sofferenza al 100%. Il Buddha esplorando la nostra mente ha scoperto che dentro di noi c’è il senso della perfezione (la natura dell’acqua) e possiamo arrivare ad essere felici al 100%, Lo stato di Nirvana è coperto da oscurazioni afflittive e cognitive,   dobbiamo quindi liberarci dai contaminanti temporanei. Invece, di continuare a focalizzarci sulle cose esterne, dobbiamo cambiare le condizioni interne.  Il samsara si manifesta quando sei debole interiormente ed ogni cosa diventa un problema. Il Nirvana è uno stato in cui si resta completamente imperturbabile agli eventi esterni. Una persona debole è facilmente influenzabile dagli eventi esterni.

Le cinque oscurazioni sono: samsara, desideri, azioni contaminate, afflizioni, ignoranza.  Per avere un'esperienza di vacuità dobbiamo fermare le onde, le afflizioni. Per diminuire le afflizioni si deve meditare sull’interdipendenza, sulla relatività della realtà, e ci si deve risvegliare dal sonno dell’ignoranza. Meditare sull’impermanenza contribuisce ad uscire dal samsara, coltivando la saggezza la mente acquista la capacità di discriminare, di capire che la realtà di tutto ciò che esiste, è vacuità.

C’è la realtà convenzionale (in cui la vacuità è forma) e la realtà ultima (in cui la forma è vacuità). La forma è vuota di forma nell’analisi ultima. La vacuità non è niente altro che la forma, la forma non è niente altro che la vacuità. Uno stesso oggetto mostra due caratteristiche diverse, due verità diverse. Forma e vacuità sono due aspetti dello stesso oggetto.  Anche tutti i fenomeni hanno due verità.

Dire che nella vacuità non esiste niente è totalmente errata, in questo caso sarebbe nichilismo. Nella vacuità la causa ed effetto è  eliminata. Il Buddha ha detto che tutto è vacuità. Ciò non significa che  io non esisto, gli altri non esistono. Significa semplicemente che questi fenomeni NON esistono intrensicamente. Vacuità è  l'abbreviazione di esistenza indipendente, niente esiste indipendentemente, tutto ciò che esiste ha origine dipendente.

La via di mezzo è la via tra i due estremi, tra il dipendente (che nega indipendenza assoluta) e l'origine (qualcosa che viene in esistenza, rifiuta l’estremo del non esistere, nichilismo). Tutto appare soggettivamente, anche il sogno esiste soggettivamente, come la mente lo crea, lo sperimentiamo come vero, e la mente ha la capacità di creare dettagli. Per spiegare il funzionamento della mente si usa spesso la metafora della proiezione. Esempio del proiettore e dello schermo, il film è sullo schermo e proviene dal proiettore. Prendiamo l'esempio del fiore che stiamo osservando. Il fiore è là, ma proviene dal proiettore della mia mente, in un caso credi che sia vero, nell’altro sai che non è vero, E’ l’ignoranza che si aggrappa al sé. Quando capisci che le cose che appaiono, non sono vere, inizia la comprensione della vacuità.  La mente è come un proiettore nel sogno, ci svegliamo dal sogno convenzionale ogni giorno, viviamo nel sonno non convenzionale che è la vita, ed è quello che sperimentiamo quando sono sveglio. Il cuore non si riposa mai, la mente proietta senza mai fermarsi, qualche volta si riposa quando trova la vacuità. Come si arriva a questo riposo finale? E’ possibile arrivare a questo punto? Occorre sapere che quello che percepisco è un prodotto della mente.

Ci sono quattro punti per stabilire la vacuità:

  • identificare l’oggetto di negazione,
  • comprendere la vacuità dell’oggetto, come essere un tutt’uno con le sue parti,
  • la vacuità dell’oggetto, deve essere diversa dalle sue parti,
  • pervasione, tutto ciò che è vuoto (di esistenza oggettiva) dell’essere uno o diverso dalle sue parti, vuol dire che l’oggetto è vuoto di esistenza oggettiva.

La vacuità dell’oggetto di essere oggettivo è l’oggettività dell’oggetto stesso. L'esistenza oggettiva, è indipendente della mia mente; Oggettivo e convenzionale non sono la stessa cosa, l’oggettivo nega il convenzionale. Se il fiore non appare, non appare oggettivamente, senza la consapevolezza l’oggetto continua ad apparire, quella è l’apparenza ingannevole. Il sogno che è creato dalla proiezione della mente, del Sé, quello è il samsara.

Sul monte Kailasha ci sono due gruppi di persone con due tipi di occhiali, un gruppo vede la neve bianchissima, l’altro, con gli occhiali appannati vede la neve sporca. Noi guardiamo il mondo con le lenti sporche, vediamo un mondo imperfetto (samsara);  con le giuste lenti vediamo il Nirvana. Il Samsara è visto da una persona normale, il Nirvana è visto da un essere illuminato.

Vedi link:   https://studybuddhism.com/it/studi-avanzati/lam-rim/vipashyana/meditazione-sulla-vacuita/meditazione-di-analisi-in-quattro-punti-sulla-vacuita

Fabrizio Pallotti (Champa Pelgye) studia e pratica il Buddhismo dal 1979. Ordinato monaco novizio da Geshe Champa Gyatso nel 1981 e da Sua Santità il Dalai Lama nel 1982,  collabora al programma di studi avanzati di Buddhismo diretto da Geshe Champa Gyatzo all’Istituto Lama Tzong Khapaha. 

La ruota del Dharma

Il Dharmacakra, o Ruota del Dharma, è una ruota con otto raggi che rappresenta l'Ottuplice Sentiero Buddhista, il più nobile dovere da mettere in atto per un praticante..

Il Buddha viveva a Benares nel parco dei cervi di Isipatana. Lì si rivolse ai bhikkhus (monaci). "Bhikkhus, questi due estremi non dovrebbero essere coltivati da chi è sul sentiero della ricerca.  Questi sono la devozione all'indulgenza del piacere negli oggetti del desiderio sensuale, che è inferiore, bassa, volgare, ignobile e non porta a nessun bene;     e c'è la devozione all'auto-tormento, che è doloroso, ignobile e non porta a nessun bene. "La via di mezzo evita entrambi questi estremi; dà la visione, dà la conoscenza, e conduce alla pace, alla conoscenza diretta, alla scoperta, al nibbana (nirvana). Questa via è il nobile ottuplice sentiero, cioè la giusta visione, la giusta intenzione; la giusta parola, la giusta azione, il giusto sostentamento; il giusto sforzo, la giusta consapevolezza, la giusta concentrazione.
"La sofferenza, come nobile verità, è questa: La nascita è sofferenza, l'invecchiamento è sofferenza, la malattia è sofferenza, la morte è sofferenza, la tristezza e il lamento, il dolore, il lutto e la disperazione sono sofferenza; l'associazione con l'odiato è sofferenza, la dissociazione dall'amato è sofferenza, non ottenere ciò che si vuole è sofferenza.
"L'origine della sofferenza, come nobile verità, è questa: È la brama che produce il rinnovamento dell'essere accompagnato da godimento e lussuria, e godere di questo e di quello; in altre parole, la brama dei desideri sensuali, la brama dell'essere, la brama del non essere.
"La cessazione della sofferenza, come nobile verità, è questa: È la dissolvenza senza fine e la cessazione, la rinuncia, l'abbandono, il lasciar andare e il rifiuto, di quella stessa brama.
"La via che conduce alla cessazione della sofferenza, come nobile verità, è questa: È semplicemente il nobile ottuplice sentiero, cioè la giusta visione, la giusta intenzione; la giusta parola, la giusta azione, il giusto sostentamento; il giusto sforzo, la giusta consapevolezza, la giusta concentrazione.   

  • Questa sofferenza, come nobile verità, può essere diagnosticata.                  
  • Questa origine della sofferenza, come nobile verità, può essere abbandonata.       
  • Questa cessazione della sofferenza, come nobile verità, può essere verificata. 
  • Questa via che conduce alla cessazione della sofferenza, come nobile verità, può essere sviluppata.

"Finché il mio conoscere e vedere come stanno le cose non era del tutto purificato in questi aspetti, in queste tre fasi di ciascuna delle quattro nobili verità, non pretendevo di aver scoperto il pieno Risveglio che è supremo. Ma non appena il mio sapere e vedere come stanno le cose, fu abbastanza purificato in questi  aspetti, in queste tre fasi di ciascuna delle quattro nobili verità, allora sostenni nel mondo con i suoi dei, i suoi Maras e le alte divinità, in questa generazione con i suoi monaci e brahmani, i suoi principi e uomini di aver scoperto il pieno Risveglio che è supremo. Sapere e vedere sorse in me così: 'La liberazione del mio cuore è inattaccabile. Questa è l'ultima nascita. Ora non c'è rinnovamento dell'essere".
Questo è ciò che disse il Beato ai monaci del gruppo dei cinque che approvarono le sue parole. Ora, durante questo discorso, sorse nel venerabile Kondañña la visione immacolata della Vera Idea: "Tutto ciò che è soggetto a sorgere è soggetto a cessare". 

Gli dei della terra dissero: "A Benares, nel Parco dei Cervi di Isipatana, l'ineguagliabile Ruota della verità è stata fatta girare dal Beato, per non essere fermata da monaco o divino o dio o angelo della morte o alta divinità o nessuno al mondo".
Allora il Beato pronunciò l'esclamazione: "Kondañña sa! Kondañña sa!", e fu così che quel venerabile monaco acquisì il nome di Añña-Kondañña - Kondañña che sa.

Le quattro Nobili verità - Bhikkhu Bodhi

 Dal sito   https://www.accesstoinsight.org/lib/authors/bodhi/bps-essay_20.html

Bhikkhu Bodhi, nato Jeffrey Block, è un monaco buddista Theravada americano, ordinato in Sri Lanka e attualmente insegna nella zona di New York e New Jersey. È stato nominato secondo presidente della Buddhist Publication Society e ha curato e scritto diverse pubblicazioni fondate sulla tradizione buddhista Theravada.

Perchè le quattro verità sono Nobili?  E' quello che cerca di spiegare Bhikkhu Bodhi nel testo seguente.. 
L'insegnamento del Buddha, nel Primo Sermone di Benares, include la formula delle Quattro Nobili Verità. Il Buddha dichiara che queste verità trasmettono in poche parole tutte le informazioni essenziali di cui abbiamo bisogno per intraprendere il cammino della liberazione. Egli dice che come l'orma dell'elefante, a causa delle sue grandi dimensioni, contiene le impronte di tutti gli altri animali, così le Quattro Nobili Verità, a causa della loro completezza, contengono in sé tutti gli insegnamenti sani e benefici. Tuttavia, mentre molti esponenti del buddhismo hanno dedicato attenzione a spiegare il contenuto effettivo delle quattro verità, solo raramente viene presa in considerazione la ragione per cui esse sono designate come nobili verità. Eppure, è proprio questa parola descrittiva "nobile" che ci rivela perché il Buddha scelse di dare al suo insegnamento questo formato.
La parola "nobile", o ariya, è usata dal Buddha per designare un particolare tipo di persona, che dovrebbe nascere dai suoi insegnamenti.  Nei discorsi il Buddha classifica gli esseri umani in due grandi categorie. Da una parte ci sono i puthujjanas, i mondani, dall'altro lato ci sono gli ariyans, i nobili, l'élite spirituale, ed hanno una nobiltà di carattere interiore.
Questi due tipi generali non sono separati l'uno dall'altro da un abisso invalicabile, ciascuno confinato in un compartimento strettamente sigillato. Si può discernere una serie di gradazioni che salgono dal livello più oscuro del mondano cieco intrappolato nella prigione dell'egoismo e dell'autoaffermazione, attraverso lo stadio del mondano virtuoso in cui i semi della saggezza cominciano a germogliare, e più avanti attraverso gli stadi intermedi dei nobili discepoli fino all'individuo perfezionato al vertice dell'intera scala dello sviluppo umano. Questo è l'arahant, il liberato, che ha assorbito la visione purificante della verità così profondamente che tutte le sue cattive azioni sono state estinte, e con esse, ogni responsabilità alla sofferenza.

Il percorso dalla schiavitù alla liberazione, dalla mondanità alla nobiltà spirituale, è un percorso graduale ma ad un certo punto - il punto che separa lo stato di un mondano da quello di un nobile - si arriva ad una rottura, facendo un salto, che spinge il discepolo dal dominio e dal lignaggio dei mondani al dominio e al lignaggio dei nobili, e questo avviene proprio attraverso la penetrazione e la comprensione delle Quattro Nobili Verità. Sono nobili verità perché quando le abbiamo penetrate fino in fondo, quando abbiamo afferrato la loro reale importanza e le loro implicazioni, passiamo dallo status di mondani allo status di nobili, i discepoli del Beato uniti da una visione unica e incrollabile.
L'occhio del Dhamma è stato aperto, la visione della verità è stata rivelata, e anche se la vittoria decisiva non è stata ancora conquistata.      Un tale discepolo è incapace di regredire ai ranghi dei mondani, incapace di perdere la visione della verità che è balenata davanti al suo occhio interiore. Il progresso verso la meta finale, la completa eliminazione dell'ignoranza e del desiderio, può essere lento o rapido; ma una cosa è certa: un tale discepolo che ha percepito le Quattro Nobili Verità non può mai ritornare indietro, e arriverà allo status di nobile, in un massimo di sette vite.

La prima nobile verità, la verità della sofferenza, deve essere pienamente compresa: i nobili non seguono sconsideratamente la corrente della vita, ma si sforzano di comprendere l'esistenza dall'interno, nel modo più onesto e completo possibile. Anche per noi è necessario riflettere sulla natura della nostra vita. Dobbiamo cercare di comprendere il significato profondo di un'esistenza delimitata da un lato dalla nascita e dall'altro dalla morte, e soggetta nel mezzo a tutti i tipi di sofferenza descritti dal Buddha nei suoi discorsi.

La seconda nobile verità, dell'origine o causa della sofferenza, implica il compito dell'abbandono. Un nobile è tale perché ha capito il processo che porta alla sofferenza ed abbandona tali comportamenti.

La terza nobile verità, il Nibbana (Nirvana), l'estinzione della sofferenza, può essere realizzata solo dai nobili. Una volta che si è compreso che tutte le cose condizionate del mondo, essendo impermanenti e insostanziali (non hanno un'esistenza estrinseca), non potranno mai darci una soddisfazione totale, si deve quindi iniziare a percorrere il sentiero.

Infine, la quarta nobile verità, I nobili hanno raggiunto il loro status percorrendo e sviluppando il Nobile Sentiero Ottuplice e sono sicuri di non deviare mai dal sentiero. Questo è il sentiero che fa nascere la visione, che fa nascere la conoscenza, che porta alla comprensione superiore, all'illuminazione e al Nibbana, il coronamento della nobiltà.

L'insegnamento del Buddha così com'è - Bhikkhu Bodhi

 L'insegnamento del Buddha così com'è    ~ Corso composto da dieci lezioni audio sui fondamenti dell'Insegnamento del Buddha (il Dhamma) tenute dal Venerabile Bhikkhu Bodhi.
Audio BuddhaNet   http://www.buddhanet.net/audio-lectures.htm

Il Venerabile Bhikkhu Bodhi (1944 - ), Jeffrey Block, è un monaco buddista Theravada americano, ordinato in Sri Lanka e attualmente insegna nella zona di New York e New Jersey. È stato nominato secondo presidente della Buddhist Publication Society e ha curato e scritto diverse pubblicazioni fondate sulla tradizione buddhista Theravada. 

Attirato dal buddismo all'età di vent'anni, dopo aver completato gli studi universitari si è recato in Sri Lanka, dove ha ricevuto l'ordinazione novizia nel 1972 e l'ordinazione completa nel 1973, entrambe sotto la guida del defunto Ven. Ananda Maitreya, il principale studioso-monaco dello Sri Lanka dei tempi recenti. Nel maggio 2000 ha tenuto il discorso principale alle Nazioni Unite in occasione della prima celebrazione ufficiale del Vesak (il giorno della nascita, dell'illuminazione e della morte del Buddha). È tornato negli Stati Uniti nel 2002 e dal luglio 2002 vive e insegna al monastero di Bodhi. Attualmente è il presidente del Consiglio Sangha del Monastero di Bodhi e il presidente della Fondazione Yin Shun.

Le 10 lezioni spiegano il Dhamma dal punto di vista del Buddismo Theravada, la più antica scuola buddhista, le cui scritture, il canone Pali, danno il quadro più accurato di ciò che il Buddha ha effettivamente insegnato. Le conferenze sono intese per essere abbastanza basilari da essere di valore per i principianti senza uno studio precedente del Dhamma, e abbastanza profonde e approfondite da essere di interesse per gli studenti di lungo corso che cercano di estendere e chiarire la loro comprensione.   Ogni lezione è in due parti, per un totale di 20 brani.

Centri di formazione yoga

 

Per fare chiarezza su certificazioni, accreditamenti e riconoscimenti nel campo dello yoga dai un'occhiata al seguente link  https://www.yogaitalia.org/certificazioni-accreditamenti-e-riconoscimenti-facciamo-un-po-di-chiarezza/

Sotto sono riportate varie scuole di formazione e centri yoga:  

L'università Bihar Yoga Baharati che ha sede nel Ganga Darshan, Fort Munger, Bihar, in India. Prima università dello Yoga nel mondo interamente dedicata allo yoga, è stata riconosciuta come Università dal governo dell'India nel giugno del 2000. Frequentare i suoi corsi significa poter scegliere tra un corso di Laurea in Filosofia dello Yoga, Psicologia dello Yoga, Applicazione della Scienza dello Yoga ed Ecologia dello Yoga. Le lezioni sono in inglese e per iscriversi  occorre superare i test di ingresso di cultura yoga. Vedi link

Federazione Europea Yoga - Il presidente della Federazione è il Maestro Amadio Bianchi. L'EYF, attraverso il suo Comitato Pedagogico, tenendo conto delle caratteristiche e dei requisiti delle diverse tradizioni e scuole d'Europa, ha stabilito un programma fisso minimo standard per la formazione degli insegnanti di yoga che sarà obbligatorio per tutte le scuole per ottenere la certificazione dalla Federazione Europea di Yoga.       Vedi link 

Federazione Mediterranea yoga - Il presidente della FMY è Wanda Vanni. Obiettivo fondamentale  della Federazione Mediterranea Yoga è quello di diffondere la disciplina dello yoga nel rispetto della tradizione. Da più di 15 anni la FMY è impegnata nella diffusione dello yoga attraverso convegni, seminari di specializzazione e corsi di formazione. Essa ha scuole di formazione per insegnanti yoga di grande prestigio con programmi equiparati a livello europeo a Milano, Roma e Catania con docenti italiani e stranieri di rinomata esperienza trentennale.E’ membro associato dell’Unione Europea di Yoga ed ha il Patrocinio del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania per l’eccellenza delle sue Scuole di formazione. I suoi corsi di formazione hanno durata quadriennale e si fondano sugli aspetti più importanti espressi dai testi della tradizione e sulla loro applicazione. Vedi link

Centro studi di yoga  -   Il Centro Studi Yoga Roma nasce nel 1981 su iniziativa di Barbara Woehler, i responsabili del centro sono Barbara Woehler e il Maestro Antonio Nuzzo.
Sin dalla sua fondazione il Centro ospita tavole rotonde e seminari con alcune delle personalità più importanti e influenti del mondo dello yoga e con esperti e studiosi delle tematiche della maternità e della gestazione.
Dal dicembre del 2000 hanno inizio i corsi quadriennali residenziali di formazione insegnanti yoga tenuti da Antonio Nuzzo attraverso l’Advaita Yoga Sangha.  Barbara Woehler conduce il corso di specializzazione su Yoga e Donna e parto per insegnanti yoga ed operatori del settore.                Vedi link

Accademia yoga 1969  - I responsabili sono il Maestro Giorgio Furlan ed Elisabetta Furlan. L'Accademia Yoga nasce nel 1969 ed è la prima scuola di Yoga e cultura orientale a Roma.  Fondata e diretta dal Maestro Giorgio Furlan allo scopo di diffondere la millenaria Scienza dello Yoga nel mondo occidentale, secondo gli antichi insegnamenti dei Maestri realizzati (Rishi) dell'India.  Vengono perciò insegnati e praticati tutti i vari sentieri e metodi dello Yoga con lo scopo di favorire il  benessere, la crescita personale e la spiritualità più profonda, in linea con le antiche tradizioni dell'India. All'Accademia Yoga fanno capo molte altre iniziative, alle quali gli associati possono partecipare.    Vedi link

Il Centro Yoga Sivananda Vedanta di Roma -  Fa parte degli International Sivananda Yoga Vedanta Centres, la più grande organizzazione di Yoga al mondo fondata per Swami Vishnudevananda, con oltre 50 centri ed Ashram (luoghi di ritiro Yoga).  Il Centro propone l’insegnamento dello Yoga classico, così come è stato insegnato daSivananda e il suo discepoli Swami Vishnudevananda.  Lo scopo dello Yoga è quello di trovare la pace interiore. I Centri Internazionali Yoga Vedanta Sivananda sono un’organizzazione senza scopo di lucro diffusa in tutto il mondo. Vedi link

L'Ashram Joytinat di Corinaldo (Ancona)  è un Ayurveda Ashram tradizionale, un luogo immerso nella natura, ideale per rilassarsi e rigenerarsi. Guidato dal Maestro Swami Joythimayananda, Acharya (Maestro di Yoga) e Vaidya (Sapiente Ayurvedico).  Organizza corsi di Formazione Yoga tradizionale per la crescita interiore: un percorso "Gurukulam" del Maestro Swami Joythimayananda.  Vedi link

Casa Yog. L'ashram è guidato dal Maestro indiano Gyanander, che vive da molti anni a Perugia. “Casa Yog”, così è stato chiamato l’antico casale situato nel cuore dell’Umbria, a pochi minuti dal centro storico di Perugia, immerso nel verde delle campagne umbre lontano dai ritmi veloci delle metropoli e dall’inquinamento.  Casa Yog non è un vero centro di formazione in quanto non rilascia certificati, ma è un vero centro yoga dove questa disciplina viene insegnata seguendo una tradizione millenaria. Gyanander è venuto in Italia nell'86 per il grande meeting organizzato dalla rivista "Astra" sulle rive del Gard. Si fece seppellire sotto terra, dove rimase per quattro giorni. Era in "Samadhi", uno stato di trascendenza e di beatitudine, una condizione in cui vengono sospese tutte le funzioni del corpo, il livello più alto dello Yoga.   Vedi link

Federazione Italiana Yoga.  La FIY, fondata nel 1974, è la più antica e prestigiosa associazione di insegnanti di Yoga attiva in Italia. Il Presidente Onorario FIY, Antonietta Rozzi, unica donna in occidente, ha ricevuto il prestigioso Yoga Award 2019, premio internazionale ricevuto dal Primo Ministro Indiano Modi per il suo grande impegno, competenza e serietà nella divulgazione dello Yoga. La scuola di formazione per aspiranti insegnanti di yoga adotta il P.B.E. (il Programma Base Europeo) che regolamenta e garantisce uno standard elevato nella formazione degli insegnanti Yoga.  Per iscriversi all'Albo Insegnanti Yoga é necessario possedere un diploma ottenuto presso gli Istituti di Formazione della FIY o da questa riconosciuti, frequentare almeno un corso di aggiornamento l'anno ed essere iscritti, da almeno due anni, alla Federazione.    Vedi link

L'Accademia di Cultura Orientale con sede a Roma, ha attivato un corso triennale il quale sviluppa un vasto programma: dall'anatomia allo studio dei testi classici dello Yoga, dalla fisiologia delle tecniche Yoga allo studio degli altri Dharshana e delle religioni dell'India. Per accedere al corso è necessario avere già acquisito i fondamenti della pratica tramite la frequentazione (attestabile dall'insegnante) di un corso Yoga nella propria città di provenienza.

La Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia è un’Associazione Culturale che non persegue fini di lucro, fondata in Italia, a Torino, nel 1982, allo scopo di diffondere ed insegnare lo Yoga. Tiene corsi di Yoga a tutti i livelli, anche per aspiranti insegnanti; il corso di formazione per istruttori, della durata di due anni, segue il metodo Satyananda Yoga sviluppato dalla Bihar School of Yoga e dalla Bihar Yoga Bharati (Bihar Yoga University) Munger, Bihar, India.  Vedi link

Centro Yoga Swami Vishnu, Centro di Pratica Yoga, Filosofia e Meditazione stile Sivananda a Spinaceto, presso l'Ass. Culturale Spinaceto Cultura nasce nel 2009. La fondatrice e direttrice è Roshni Sekhar, che è stata allieva diretta di Swami Vishnudevananda.  Lo Yoga che si insegna è lo Yoga classico che fa riferimento agli  ‘Yoga Sutra’ e ‘Hatha Yoga Pradipika.  Oltre alle regolari lezioni di Hatha Yoga si tengono seminari di approfondimentosull’aspetto filosofico e spirituale dello Yoga. Regolarmente fanno interventi in alcuni Licei, cercando di spiegare ai ragazzi cos’è lo Yoga.  Propongono yoga nella sezione femminile del carcere di Rebibbia.  "Health is Wealth, Peace of Mind is Happiness, Yoga shows the Way!" - Swami Vishnudevananda.   Vedi link

Yogabile promuove la coesione sociale, lo sviluppo culturale e intellettuale, attraverso l'offerta di corsi e conferenze, presentazioni di pubblicazioni che hanno come tema la diffusione della millenaria disciplina dello Yoga Tradizionale. E' impegnato nel preservare e diffondere lo Yoga Classico, seguendo la tradizione di Svami Sivananda di Rishikesh e dei Maestri Andrè Van Lysebeth e Gerard Blitz. Il responsabile del centro, Gian Piero Carezzato.   Vedi link

Ganapati  Scuola di Yoga di Vicenza - il responsabile è Claudio Fabris, si inspira all'insegnamento del Maestro Sri Sri Sri Satchidananda Yogi, lo Yogi silente di Madras, che ha codificato  una sequenza di 10 posizioni classiche   Vedi link

I cinque kosha per la fisiologia yogica

La maggior parte di noi considera il corpo solo come una struttura fatta di pelle, ossa, muscoli e organi interni. Per lo yoga questo è l’involucro più esterno, che racchiude altri 4 corpi più interni e più sottili chiamati kosha. Secondo la filosofia Vedānta, l'essenza spirituale dell'uomo è rivestita da cinque involucri o guaine, chiamati Kosha. Essi sono i corpi di cui è composto l'"io" fenomenico, che separano la coscienza dal Brahman indifferenziato.  Quando questi involucri sono in disarmonia proviamo un senso di smarrimento. Questi involucri contigui sono rispettivamente:

  •     Annamaya kosha o corpo di cibo,
  •     Pranamaya kosha o corpo energetico,
  •     Manamaya (o Manomaya) kosha o corpo mentale,
  •     Vijnanamaya (o Vigyanamaya)  corpo astrale o psichico,
  •     Anandamaya kosha o corpo di beatitudine.  

Per poter conseguire un'armonia, una realizzazione spirituale è necessaria una comunicazione tra l’interno e l’esterno e quindi tra questi involucri. Per poter armonizzare questi kosha dobbiamo seguire l'ottuplice sentiero di Patanjali.   La realizzazione spirituale si concretizza proprio nel modo in cui interagiamo con gli altri esseri umani, e la sfida più grande si trova nel continuare a vivere nel mondo, riuscendo a mantenere l’autocontrollo e l’equilibrio interiore nella vita quotidiana. Uno yogin deve iniziare dall’esplorazione del mondo naturale fino ad arrivare al nucleo più impercettibile che è l'atman. 
Il viaggio nello yoga inizia quindi con ciò che è più tangibile che è il corpo fisico attraverso gli asana.
Il corpo fisico  è il tempio dal quale possiamo intraprendere il viaggio interiore verso il centro del nostro essere. Solo così possiamo comprendere il nostro corpo sempre più in profondità, capire la nostra mente e raggiungere la nostra anima, man mano che perfezioniamo gli asana ci liberiamo dai disturbi emotivi e dalle distrazioni mentali, e  iniziamo il viaggio interiore.
Il benessere fisico, mentale e spirituale sono profondamente correlati.
La salute inizia con la solidità del corpo, diventa più profonda con la stabilità emotiva. Dopodiché si arriva alla lucidità intellettuale, alla saggezza e infine alla rivelazione dell’anima..

All’inizio non si è consapevoli di questi aspetti della pratica, quando si sperimenta uno stato di benessere non si tratta solo di un effetto esterno, ma anche dell’effetto psicologico e fisiologico esercitato dalla pratica.

Meditazione Profonda e Autoconoscenza - MPA

Meditazione Profonda e Autoconoscenza  è un testo scritto da Padre Mariano Ballester (1935 - 2021) un gesuita spagnolo, in cui viene illustrato questo metodo di meditazione..

Padre Mariano Ballester, gesuita, direttore spirituale del Collegio Internazionale del Gesù, nella sua lunga esperienza di guida di preghiera e di meditazione che è dura almeno cinquanta anni, ha messo a punto negli anni '70 un metodo di “meditazione silenziosa” che ha chiamato MPA, Meditazione Profonda e Autoconoscenza. Questo metodo si avvale largamente di esercizi basati sulla meditazione del respiro;  è un metodo di evoluzione personale che coniuga introspezione e silenzio.  Vedi il video di Mariano Ballester  https://www.youtube.com/watch?v=on-t3QjcYuQ

Ha creato inoltre l'associazione senza fini di lucro "Meditazione Profonda e Autoconoscenza (MPA)" costituita nel 2009 da un gruppo di guide formate secondo i suoi insegnamenti. L'associazione si propone di diffondere la pratica della MPA attraverso incontri di formazione e di valorizzazione umana e spirituale della persona e  guidarla verso la sorgente dell'essere.    Il sito dell'associazione è il seguente:  https://www.mpa-net.it/   

Ogni persona, nessuna esclusa, è portatrice spesso inconsapevole di un  Seme Spirituale:
...“Ecco, sto alla porta e busso”.
Questo Seme, il Centro dell’Essere, non può essere disatteso perché la sua non apertura limita la realizzazione più profonda dell’uomo. Il caos delle grandi metropoli, il lavoro frenetico, l’inquinamento, il chiasso, i nostri problemi personali, ecc… tutto questo rumore quasi ci fa dimenticare che portiamo dentro di noi questa nostalgia d’armonia, quasi un richiamo d’amore: la voce silente del  Sé.
Ecco nascere allora la necessità di una purificazione (
attraverso meditazioni guidate, danze, tecniche di rilassamento, giochi e proiezioni video )  dei 3 livelli di percezione attraverso cui facciamo esperienza del mondo.  Questi 3 livelli sono:

  •     Il livello delle Forze legato al corpo e alle molteplici energie dell'inconscio.
  •     Il livello delle Emozioni legate al presente ma anche e forse soprattutto, al passato.
  •     Il livello della Mente legato al mondo del pensiero. 
La persona acquisirà una maggiore Autoconoscenza e risveglierà uno stato di Presenza, per poi inoltrarsi sul cammino della vera e propria Meditazione Profonda. Con questa pratica si potrà sperimentare nella vita di tutti i giorni la consapevolezza di rimanere connessi con la voce interiore del Sè pur vivendo nel caos della vita quotidiana.

Ogni energia emessa attira energia simile e uguale. La Fisica quantistica asserisce che tutto è energia, ed ogni oggetto attrae oggetti simili, ad esempio suonando una chitarra vibrerà la corda dell'altra chitarra appesa alla parete. Questo principio viene putroppo molto usato anche nella pubblicità e nella politica. 

La MPA utilizza il "Principio di attrazione" della fisica quantistica per spiegare che l'individuo attira energia per migliorare se stesso, liberare energia per far cadere gli involucri ed arrivare ad una autoconoscenza.  L'individuo diventa quindi, una manifestazione del suo stato interiore.  La critica alla MPA sostiene che l'individuo è immerso in un subconscio individuale e collettivo, e anche quando manifesta un desiderio cosciente, è sempre influenzato dal subconscio e i risultati possono essere imprevedibili.

Dobbiamo liberare le energie in noi, attirare altre energie per migliorare noi stessi, per arrivare al mistero divino.  «Tu sei ciò che è il tuo desiderio più profondo. Com’è il tuo desiderio, così è la tua intenzione. Com’è la tua intenzione, così è la tua volontà. Com’è la tua volontà, così è la tua azione. Com’è la tua azione, così è il tuo destino.»  Dalla Brihadaranyaka Unpanishad.  La persona  diventa manifestazione del suo stato interiore. La legge di attrazione si manifesterà anche nel karma.

La legge individuale inizia con un pensiero,  penso qualcosa (intenso e continuo), lo credo, lo immagino ed è ciò che attiro dal grande magazzino dell’universo.

La coscienza quando si sveglia, sa cosa di cosa ha bisogno ed influisce sul tuo destino.

Vedi l'articolo su Padre Ballester  http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/meditazione/ballester.htm

Figure spirituali

Introduco oggi,  alcune personalità nel campo della spiritualità che ho incontrato sul mio cammino negli anni passati. Sono solo delle piccole note che possono essere approfondite individualmente.

Mariano Ballester, Meditazione profonda dell’autoconsapevolezza (MPA). E' un gesuita spagnolo, cattolico. Alla base del MPA c'è l' Upanishad Brivinaya che recita così: “Tu sei ciò che è il tuo desiderio più profondo, come è il tuo desiderio, così è la tua intenzione, così come è la tua volontà è il tuo destino, la tua vita”.  Altra caratteristica della MPA è il "Principio di attrazione" che si basa sulla fisica quantistica dove tutto è energia. Nella MPA ogni energia attrae energia simile ed uguale.  Anche l'individuo attira energia per migliorare se stesso, liberare energia per far cadere gli involucri ed arrivare ad una autoconoscenza.  L'individuo diventa quindi, una manifestazione del suo stato interiore.  La critica alla MPA sostiene che l'individuo è immerso in un subconscio individuale e collettivo, e anche quando manifesta un desiderio cosciente, è sempre influenzato dal subconscio e i risultati possono essere imprevedibili.

Enrico Tomei, Meditazione Trascendentale (MT).  Nella meditazione trascendentale dopo un'intervista con il maestro, al ricercatore spirituale viene assegnato un mantra (suono primordiale) secondo le proprie caratteristiche ed esperienze.  L' individuo pronunciando questo personale mantra riesce a trascendere la realtà e ad arrivare all’origine dei pensieri, e a fare un tuffo nelle profondità dell’essere. Da questo tuffo nella profondità dell'essere si esce sempre bagnati, si entra dentro di noi per vivere la vita e per ritornare a se stessi, alla massima bellezza di se stessi. Quindi si arriva a Vivere la vita non pensando a cose negative.  Ci sono diverse esperienze di MT nelle scuole che sono proposte e finanziate dalla fondazione David Lynch, e dall'Università di Maharishi.  .

Jeff Foster,  il non dualismo e il presente.  Uno dei suoi testi più conosciuti è Life without a Centre.  Dopo un periodo di depressione, si è votato alla spiritualità, con il fine di trovare la verità ultima dell'esistenza. La sua ricerca spirituale lo ha portato a riconoscere la natura non duale della realtà, e alla scoperta dello straordinario all'interno dell'ordinario. E' giunto alla conclusione che  dietro la sofferenza umana c'è sempre l'illusione, e alla comprensione della necessità di vivere il momento presente con amore. Guida, attraverso dei corsi, le persone di tutto il mondo ad accettare il momento presente, a scoprire la loro vera essenza, scevra da tutte le sovrastrutture e dai giudizi.  E' riconosciuto come una delle 100 persone più influenti nel campo della spiritualità, ha scritto diversi libri e il suo ultimo libro La profonda accettazione è stato pubblicato in lingua inglese nel 2012. "Il mio guru è il presente, la mia famiglia è il presente, il mio percorso spirituale è il presente. E la mia casa è il presente."


martedì 16 novembre 2021

Articolo sullo yoga di Gian Piero Carezzato

 "Andare al di la della Forma, per viaggiare in Sè Stessi".

Gian Piero Carezzato  (1969 -)  pratica yoga da 30 anni  ed è Insegnante di yoga diplomato presso la Federazione Italiana Yoga. Segue il Maestro Antonio Nuzzo. E' responsabile del centroYogabile di Milano. Il centro promuove la diffusione della millenaria disciplina dello Yoga Tradizionale. E' impegnato nel preservare e diffondere lo Yoga Classico, seguendo la tradizione di Svami Sivananda di Rishikesh e dei Maestri Andrè Van Lysebeth e Gerard Blitz. https://www.yogabile.it/    info@yogabile.it 

Ha pubblicato un articolo su Yoga Journal, che ha come tema la sua esperienza personale con lo Yoga, visto come elemento di trasformazione.  L'articolo è il seguente.

Lo Yoga è un valido strumento contro lo stress quotidiano e la sua pratica regolare ci dona maggiore tranquillità e benessere, riportandoci verso una nozione di ritmo più naturale. Assicura benefici a tutto l'organismo, aumentandone la vitalità. Migliora il funzionamento del sistema cardiocircolatorio, aiuta la normalizzazione del ritmo sonno-veglia, favorisce il potenziamento del sistema immunitario. Stimola il drenaggio linfatico ed il deflusso venoso. Lo Yoga è riequilibrio posturale ed è un valido rimedio per contrastare patologie quali mal di schiena e dolori cervicali. 

La sua pratica costante rende il nostro corpo più leggero e flessibile, ma al tempo stesso più tonico. Scioglie tensioni muscolari superficiali e profonde, mantiene efficienti le articolazioni. Migliora il coordinamento e l'equilibrio. Lo Yoga è rieducazione respiratoria, elemento fondamentale per il nostro benessere. Sviluppa una corretta respirazione che tende a sfruttare a pieno la capacità polmonare, passando da una respirazione superficiale ad una respirazione ampia e profonda che fa della respirazione diaframmatica-addominale, completa in tutte e tre le sue fasi, il suo fulcro. Questa respirazione influisce positivamente sul piano mentale, calmandolo, e su tutto il nostro organismo, in particolare sul sistema nervoso. 

Le sedute di Yoga riducono nel tempo l’iper-attività mentale, rendendo più stabile la nostra mente, cosa che migliora la nostra capacità di concentrazione. Caratteristica dello Yoga è l’aspetto non agonistico della disciplina, il cui elemento fondamentale è la progressione, unita al rispetto del proprio limite, attraverso la consapevolezza del movimento, sviluppato nella piena presenza del respiro.  Questa consapevolezza si sviluppa attraverso la pratica e ci insegna a utilizzare meglio il nostro corpo, migliorando la nostra autostima. Lo Yoga ci aiuta a gestire meglio le emozioni, che tanto peso hanno nel nostro quotidiano, consentendoci di acquisire il giusto distacco dagli eventi, rendendoci più stabili e forti. Il respiro, o soffio vitale, unito al movimento ci guida nello stabilire una migliore relazione con il momento presente e favorisce lo sviluppo del potenziale esistenziale e creativo presente in ciascuno di noi, liberando le nostre capacità.         Lo Yoga risveglia la Presenza, l'Osservazione e l'Attenzione.

domenica 14 novembre 2021

Alta fedeltà - Nick Hornby

 Nick Hornby (1957 - ) è uno scrittore, sceneggiatore, paroliere, critico musicale e critico letterario britannico. Alta fedeltà è un romanzo pubblicato nel 1995 dello scrittore inglese Nick Hornby. Nel 2000 il libro è stato adattato per il grande schermo nel film omonimo di Stephen Frears, e nel 2006 è stato adattato in un musical per Broadway.

Un giovane proprietario di un negozio di dischi a Londra, riflette sulla sua relazione. Quelle che seguono sono delle frasi prese dal libro.

Spesso si ha paura di perdere qualcuno, ma l’alternativa è quella di non vivere

Io vedo le coppie che vengono al negozio, quelle che vedo, al pub, sul bus e attraverso la finestra. 

Alcune coppie che parlano, discutono, ridono sono nuove e queste non contano, perché sono all’inizio di una relazione e va sempre bene. Quelle che interessano a me sono quelle che hanno iniziato ad andare incontro alla vita fianco a fianco.

La persona con la quale pensi di poter passare la vita è quella con cui ti senti cosi disperato senza di lei, che non vale la pena di pensare ad altre alternative.

Spesso nella coppia non c’è tempo per pensare, si è sempre occupati, o si lavora o si fa sesso.

Si va la cinema, al ristorante ed è cosi che la gente concepisce una relazione.

E' duro abituarsi all’idea che la visione giovanile e romantica di cenette al lume di candela non ha nessuna base nella realtà.

Ci sono quattro categorie di persone: coppie felici, coppie infelici, singoli, disperati

Le coppie felici sono quelle, in cui non è l’uno o l’altra che conta, in cui è bellissimo osservare l’unità, il modo in cui si trattano rispettivamente, il modo in cui ti fanno sentire al centro del mondo.

giovedì 11 novembre 2021

Parallelismo tra i Vangeli e la Bhagavad Gita di Padre Anthony Elenjimittam

Il parallelismo tra i Vangeli (Nuovo testamento) e la Bhagavad Gita fatto da Padre Anthony Elenjimittam (1915 - 2011). Padre Antony che può essere definito un universalista che ha cercato di conciliare il cristianesimo e il messaggio della Bhagavad Gita che corrisponde al Vangelo indiano. 

Il Nuovo Testamento, è composto dai quattro Vangeli (Marco, Matteo; Luca e Giovanni), dalle lettere dell'Apostolo Paolo, dalle Lettere cattoliche, dagli Atti degli Apostoli e dall'Apocalisse, per un totale di  27 scritti.

Ci sono molte analogie tra gli insegnamenti fondamentali della Gita e il Nuovo Testamento,  e somiglianze tra la dottrina religiosa della Gita e quella del cristianesimo. Le similitudini e le analogie sono da attribuirsi, come asserisce Padre Anthony, all’incontestabile esistenza di un’unica natura umana illuminata da un’unica e universale Luce-Logos “che illumina ogni uomo” che viene in questo mondo.  Padre Anthony ammette comunque, che il cristianesimo e l'induismo si sono profondamente influenzati a vicenda a partire dal I secolo sino ad oggi e la Gita ne è una prova convincente. L’induismo, per sua natura, è in grado di assimilare all’interno del suo credo correnti di pensiero di varia provenienza e di realizzare un sincretismo o un compromesso armonioso con altre religioni.  

La Gita afferma che c’è un Essere assoluto, esistente in se stesso e per se stesso, che non ha rapporti necessari con l’universo creato: “Illuso dalle tre influenze materiali (guna), il mondo intero ignora chi sono Io, l’Inesauribile, che trascende ogni influenza materiale” (Gita, VII, 13).  “Tu sei il Brahman supremo. Dio onnipervadente reggitore dell'universo. Tu sei il Padre di questo mondo, movente e immoto, e il suo adorabile e glorioso maestro. Tu non hai eguali: come potrebbe esserci qualcuno più grande di Te nei tre mondi, o Essere onnipotente e senza pari? Perciò, con obbedienza mi prostro ai tuoi piedi e imploro la tua grazia, o adorabile Signore. Come un padre verso il figlio, un amico verso l’amico, un amante verso l’amata, sii clemente con me, o potente Dio di tutti” (Gita, XI, 43). “Il mio spirito, che è la fonte di tutto, sostiene tutte le cose, ma non risiede in esse. Io sostengo permanentemente l’intero universo con una semplice scintilla della mia persona” (X, 42).   

Non solo per ciò che concerne la natura e gli attributi di Dio, ma anche per quanto riguarda l’origine del mondo, la Gita contiene insegnamenti molto simili a quelli del cristianesimo: “Dio è il padre dell’universo” (VII, 6); “I progenitori del genere umano nacquero dalla mente divina” (X, 6); “Egli è il creatore di tutte le cose, Egli è la fonte di tutto e tutto proviene da lui” (X, 6).

 Le somiglianze dottrinali tra i Vangeli e la Bhagavad-Gita sono costituite da affermazioni della verità religiosa che hanno impressionanti analogie o sono quasi identiche. A titolo esemplificativo ecco alcuni passi della Gita e del Vangelo di Giovanni messi a confronto:

Vangelo secondo Giovanni: Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (1,3).
Bhagavad-Gita: Tutte le cose scaturiscono da me. È da me che l’universo è stato creato (VII, 6-7). 

Giovanni: E il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto (1, 10-11).                                                                                    Gita: Gli stolti non conoscono la mia natura trascendente. Quando scendo in questo mondo nella forma umana non mi rendono onore (IX, 10-11). 

Giovanni: Chiunque crede in lui ha la vita eterna (3, 15).Gita:  Chi crede in me non morirà (X, 31). Colui che mi adora verrà a me (IX, 25). 

 Giovanni: Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me (6, 45). Se un uomo osserva la mia parola, non vedrà mai la morte (8, 51). Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno (11, 26).  Gita: Coloro che credono in me e si rifugiano in me scampano agli anni e alla morte (VII, 29). Io amo coloro che mi sono devoti. Come si abbandonano a me, in proporzione io li ricompenso (IV, 11). 

Giovanni:  Chi mi ama anch’io lo amerò (14, 21); voi in me e io in voi (14, 20).                                        Gita:    Discendo di era in era per proteggere i buoni, per distruggere i malvagi e per ristabilire i principi della religione (IV, 8).

Giovanni; Per questo io sono nato e per questo io sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità… perché il mondo si salvi per mezzo di lui (18,37; 3,17).                                                     Gita:   Chi conosce me, il Signore del mondo, è libero da ogni peccato e ottiene la vita (XIV, 2). Io sono la via… il rifugio, la vita e la morte (IX, 18).     Vangelo secondo Giovanni:  Questa è la vita eterna: che essi conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (17, 3). Io sono la via, la verità e la vita (14, 6). 

Giovanni 12 :45. "Io ho visto il Signore e voi avete visto me. Così anche voi avete visto il Signore".
La Gita spiega che chi conosce il Signore tramite il Maestro, vede anche il proprio Sé.

Giovanni 8 : 12.  "Sono la luce del mondo; chi seguirà me non rimarrà nel buio e riceverà la luce nella propria vita".
La Gita spiega queste parole dicendo che il buio, di cui parla Giovanni, è la tenebra dell'illusione e che la luce è rappresentata dal conoscere se stessi. Chi seguirà il Maestro non sarà più al buio.

Giovanni 9 : 4-5. "Ognuno esegue ciò per cui è stato mandato sulla terra, finché è giorno, finché è notte e non si può fare niente. Fino a quando sarò sul mondo, sarò la luce del mondo".
La Gita spiega il senso di queste parole, dicendo che si crea karma finché si è in vita e che quando si muore, non lo si crea più, ma si è sotto  l'effetto del buono o del cattivo karma che si è prodotto in vita. 

Giovanni 14 : 6-7.    "Io sono l'unica strada, la verità e la vita; senza di me nessuno può arrivare al Padre. Se voi conoscerete me, potrete conoscere anche il Padre. Fatto ciò, conoscerete lui ed avrete visto".
La Gita spiega il significato di queste parole del Vangelo, dicendo che l'uomo può conoscere solo tramite il Maestro.  Solo il Maestro è la strada e solo il Maestro può insegnare a camminare su questa strada. Chi conosce il Maestro, conosce anche il Signore.  Chi conosce il Maestro, conosce anche colui che lo ha mandato sulla terra. 

Giovanni 16 : 28.  "Sono una manifestazione del Padre; sono venuto nel mondo.  Quando lascerò il mondo, tornerò al Padre".
La Gita spiega che Dio è l'oceano e che ogni singola anima è come una goccia d'acqua; quando la goccia giunge all'oceano, tutto diventa oceano.

Giovanni 17 : 12.   "Quando ero sulla terra, ho connesso loro al Tuo nome.  Il compito che mi hai assegnato nei loro confronti, non è rimasto incompiuto".
La Gita spiega che quando Gesù era sulla terra, ha fatto conoscere Dio alle anime che erano a lui destinate e che Gesù non le ha lasciate nell'illusione.

Vangelo secondo Matteo 11: 25.   "Oh Signore, padrone di tutto l'universo, io ti ringrazio per aver nascosto questo segreto alle persone dotte e per averlo rivelato, invece, solo ai bambini".
La Gita spiega ciò dicendo che questo segreto rimane nascosto alle persone mondane ed intellettuali e che viene rivelato solo ai puri e ai senza furbizia.

Matteo 11 : 28. Gesù dice:"Voi che svolgete un duro lavoro, siete gravati dal suo peso. Venite da me ed io vi darò la pace".
Secondo la Gita, Gesù dice ciò riferendosi a coloro che sono gravati dal peso del karma e dai samskara e dice che li libererà dalla legge del karma, conferendo loro la pace.

Matteo 15 : 14. "Se un cieco segue un altro cieco, cadranno entrambe nel pozzo buio. Se uno dorme, non può svegliare l'altro che dorme".
Ciò, secondo la Gita, significa che solo un Satguru può salvare colui che è risvegliato. Satguru è un Santo commissionato per insegnare il sentiero interiore ai ricercatori della Verità

Vi sono, inoltre, somiglianze tra la vita di Cristo e di Krsna. È probabile che gli abitanti dell’India settentrionale conoscessero le antiche comunità cristiane della Battriana – (dove è storicamente provato che il Vangelo fu predicato sin dai tempi apostolici) e che molte regioni vicine dell’Asia centrale, tenessero il cristianesimo in grande considerazione, ammettendo che i suoi seguaci possedevano una bhakti più perfetta della loro. È possibile, e forse probabile, che l’adorazione di Krsna bambino fosse un adattamento locale dell’adorazione di Cristo bambino introdotto in India dal nord-ovest, così come il rituale della festa della nascita di Krsna fu certamente presa a prestito dal Natale cristiano. Ma fu nell’India meridionale che il cristianesimo esercitò la maggiore influenza sull’induismo. Sebbene il concetto di paternità di Dio e la bhakti fossero originari dell’India, ricevettero un fortissimo impulso dalla fede delle comunità cristiane.  Nel Kerala (India del sud) il cristianesimo è la terza religione per numero di aderenti, rappresentando il 18% della popolazione. Rappresenta la popolazione cristiana proporzionalmente più alta di tutta l'India.

Riferimenti:  Hasting J., “Devotional Paths”, in Jacobi H., Encyclopedia of Religions and Ethycs. Tratto da “Mukti – La liberazione nella filosofia indiana” di Anthony Elenjimittam.

Sulla paura - Jiddu Krishnamurti

L'essere umano per cercare di attutire il dolore provocato dalla paura usa delle strategie, ricerca certe situazioni, la ricchezza, la forza, gli amici, la fama, ecc,  per non curarsen., Far finta che non ci sia,
non guardarla è una strategia per fuggire.
-  Aristotele 

Dove c'è l'esperienza non c'è paura - Kabir     

Il  modo migliore per venirne fuori e sempre buttarsi dentro - Robert Frost

Quando si è nel vedere, che si sia solo nel vedere, immerso totalmente nell'esperienza,  senza dialogo interiore - frase zen

Quando l'oggetto è totalmente immerso nell'esperienza, nel momento presente, il momento fa piazza pulita di qualsiasi altra realtà, e come dice Krishnamurti di qualsiasi spazzatura mentale, emotiva, quella spazzatura che chiamiamo paura. 

Paure di cui non ero consapevole, paure inconsce emergono nella quotidianità al mio ascolto, al mio guardare.  Se ho paura della solitudine, metto in atto una serie di attività nevrotiche, mi cerco un guru, ecc.    Se ho paura di non essere, mi identifico con qualcosa, mi attacco ad un modello.
C'è la possibilità di far finire tutto questo, eliminare la paura alla radice?  Per esplorare i vari rami delle paure non mi basterà una vita.  Non posso fare niente, in quanto è proprio l'io che ha creato la paura.

Prima portavo avanti strategie per sfuggire alla paura, e le energie andavano in molte direzioni, ora con la mente, uso questa grande energia nella pratica dell'osservazione, sono davanti alla paura senza analizzarla, non devo fare null'altro.  Osservo e basta senza porre domande coscientemente.
Vedo il movimento della paura senza pensiero,  è un osservare senza osservatore,
l'osservatore è l'io che ha creato la paura.
Se accolgo la paura, la faccio entrare, non c'è più separazione, non c'è più distanza,  in quel momento non c'è più la paura, la paura si nebulizza, l'esperienza brucia il soggetto che fa l'esperienza,
allora immerso nella realtà, senza giudizi, senza protezione, vivo l'esperienza suprema.

Jiddu Krishnamurti (1895-1986) è stato una delle più grandi figure spirituali del XX secolo, ha ispirato migliaia di persone in ogni parte del mondo. Purtuttavia è sempre vissuto rifiutando l'etichetta di guru, per incoraggiare la ricerca della libertà e della comprensione interiore. Sosteneva che la verità è una "terra senza sentieri" e non la si può raggiungere attraverso un sistema istituzionalizzato, sia questo una religione, una filosofia o un partito politico. "Per ottenere la libertà bisogna fuggire dal conosciuto". Affrontava questioni cruciali come: la morte, la malattia, la libertà, l'amore, la meditazione, la paura, dio, la natura. Restano di lui, oltre a molti libri pubblicati in vita, pagine e pagine di trascrizioni di discorsi tenuti in Europa, India e America, oltre che video, diari, lettere e altro ancora. 

In questo video Krishnamurti parla della paura, in tutte le sue forme, e di come vincerla.  https://www.youtube.com/watch?v=M3BJoU-utzE

Ci sono paure fisiche e psicologiche, psicosomatiche,
si può avere del buio fisicamente, della propria moglie o marito,
di quello che uno dice in pubblico,
di quello che uno fa, del senso di solitudine, della noia della vita
paura di una vita priva di significato,
del futuro, del domani,
della morte,  della fine della propria vita,
ci sono forme di paura, nevrotiche e razionali, se mai la paura può essere razionale,
ma la maggior parte di noi è intimorita dal passato e dal futuro,
da problemi di salute e il desiderio di non dover ripetere l'esperienza della malattia,
si ha paura del tempo di invecchiare, dipendere da un altro,
quindi c'è la paura del tempo del passato e del futuro,
paura di non essere in grado di farcela,
di non diventare qualcuno in questo stupido mondo. 

Ci sono molte paure,
ci sono paure coscienti, paura ignote e inesplorate,
paura delle cose che si sono fatte,
incertezza e insicurezza psicologica e fisica del domani,
paura della solitudine e come sfuggire alla solitudine,
il problema è come affrontare le paure coscienti e quelle che sono nascoste,
la paura è fuga, sfuggire da ciò che realmente è,
il movimento, l'allontanamento porta alla paura,
nessuno di questi problemi possono essere risolti con la volontà dicendo non ho paura,
ciò non ha senso.

Come si è arrivati a questo?
il ricordo provoca la paura, pensando al dolore provato ieri, pensando,
il pensiero provoca la paura, genera la paura,  inoltre il pensiero coltiva il piacere.
per capire la paura dovete capire il piacere, che sono in relazione,
il piacere è l'altra medaglia della paura.
e non potreste riprovare il piacere domani, il pensiero genera paura.
se è il pensiero che genera tutto questo,  
il pensiero ha separato l'analizzatore dall'oggetto analizzato,

la paura come mezzo di evasione, il piacere è un prodotto della mente
è diverso dalla gioia,  la gioia non è prodotta dal pensiero,
la gioia è qualcosa da cui si ricava il piacere.
il pensiero è responsabile del piacere, del dolore e della paura,    
Il pensiero ha creato un centro che si chiama IO
, le mie opinioni, il mio paese, il mio Dio, la mia esperienza, ecc.

L'io è il centro dal quale voi agite, pensate,  ma quel centro divide,
quando la vostra opinione è contro quella di qualcun altro c'è divisione,
il centro divide sempre,
se osservate da quel centro create paura.
dovete superare quel centro.
può la mente osservare la paura senza darle un nome?,
nel momento in cui si nomina qualcosa si crea divisione, conflitto, paura.

Bisogna osservare senza nominare la cosa che si presenta: la paura.
Tutto questo richiede una straordinaria disciplina,
la parola disciplina significa imparare da qualcuno,
dovete imparare da voi stessi,   
per osservare tutto questo con attenzione, concentrazione,  e sentimento,
allora la mente sta osservando senza divisione, senza il centro, senza divisione,
allora c'è la fine della paura sia conscia che inconscia,
la verità è qualcosa che dovete vedere subito,
in questo caso dovete mettere il vostro cuore e la vostra mente, tutto il vostro essere.

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...