domenica 15 agosto 2021

Christophe Andrè - Spiritualità, religione e meditazione

Il testo che segue è stato tratto dagli interventi di  Christophe Andrè durante i seguenti programmi radiofonici di France Inter : 

La spiritualità, la religione.  La spiritualità laica ha il suo focus sull'importanza alla vita della mente, alle sue frontiere. Avere una vita spirituale vuol dire sentirsi coivolti dalla natura, dalla vita, dalla morte. E qualcosa più grande di noi, che va oltre i nostri limiti.

La religione si appoggia sulla spiritualità, cerca di organizzarla, di inquadrarla in dogmi, strutturandola con ritualità e indicazioni di vita quotidiana.

La spiritualità si può vivere in maniera più solitaria, più contemplativa, più spontanea; per vivere la religione invece occorre appartenere ad una comunità, la religione propone delle norme più codificate, una cultura, una teologia ricca e complessa. La spiritualità è più naturale, la religione più culturale.

Sua Santità il Dalai Lama per distinguere le due cose propone queste belle immagini: la spiritualità corrisponde all’acqua, la religione ad un thè, una maniera specifica ed elaborata di bere acqua, ma entrambe rispondono allo stesso bisogno. 

La spiritualità è accessibile alla maggior parte delle persone, non si spiega, si vive, durante il percorso spirituale si cerca di fare a meno delle parole, le esperienze meditative si presentano come spontanee, come sentimenti di pace inspiegabili e a volte, si avverte una comunione con la natura circostante.

Tra la meditazione e la preghiera ci sono delle differenze, per André Compte-Sponville "La preghiera è costituita di parole che si indirizzano a qualcuno, una domanda";  La meditazione è un allenamento della mente, la meditazione fa a meno delle parole, non si rivolge a nessuno, è una orazione di tranquillità, ma liberata dalla fede, dai dogmi, dalla religione.

Le pratiche meditative permettono la modificazione della nostra attenzione, prima in modo analitico, mi concentro sul respiro, poi settimana dopo settimana, l'attenzione emerge, si  diventa svegli e attenti, immersi nel presente, in una condizione simile a stati contemplativi.  Questa nuova forma di attenzione assomiglia ad una presenza ed è come se  “entrassimo nella seconda innocenza”, è come un risveglio, è la contemplazione, l’attitudine della coscienza che si accontenta di essere ciò che è.

La spiritualità è necessaria alla vita umana per vivere e morire bene? Senza spiritualità saremo presi da una sensazione di vuoto e di mancanza ad un certo momento della nostra vita. Soprattutto in quei momenti di avversità, di lutto, di malattia in cui cè uno shock esperienziale.

Come scoprire la fortuna di vivere, semplicemente vivere? Nell’esistenza umana ci sono due sole certezze: morirò un giorno, per il momento sono vivo. La piena coscienza ci aiuta a guardare queste due certezze senza paura.  Ci aiuta ad accettare la prima e a assaggiare la seconda, a farci percepire cosa significa essere vivi collegandoci al nostro respiro e al nostro corpo.  Christophe André cita due belle frasi, una di Albert Camus: Ho la fortuna di esistere piuttosto che di non esistere” -  l'altra di Christian Bobin: La morte è al nostro fianco, come una candela vicino ad un mucchio di paglia” -  Occorre accettare la prossimità della morte e della vita. Possiamo arrivare ad accettare che moriremo un giorno, che i nostri cari moriranno, possiamo avvicinarci all’idea della morte senza cercare spiegazioni, né giustificazioni, in uno spazio di coscienza neutra ed aperta. L’idea della morte non fa male, una volte accettata l’idea, è più facile vivere.

Le pratiche meditative permettono di ridurre la nostra paura della morte.  Si può ridurre la paura della morte con la pratica che i psicoterapeutici definiscono "Abituazione", ossia rimanere volontariamente e in maniera prolungata e ripetuta a contatto di una paura per ridurne il potere e l’impatto su di noi.   Più siamo aperti e legati al mondo, meno abbiamo paura della morte. Qui Christophe Andrè cita ancora Albert Camus: Quando mi separo dal mondo ho paura della morte “. 

Chi ha meditato per lungo tempo nella natura, ha fatto l’esperienza di questo sentimento di legame intenso con l’ambiente circostante, della dissoluzione di sé, senza apprensione. L’unione con il mondo circostante prende il sopravvento su quello che ci separa, dalla nostra esperienza, dalla nostra personalità. E’ un sentimento di pace e sicurezza, dove anche la paura della nostra dissoluzione è sparita e il sentimento del nostro ego è sparito. Après l’extase, la lessive” dopo l’estasi il ritorno al banale, dopo il sublime il triviale.  L’esperienza meditativa ci riporta al quotidiano con una dolcezza e un sapore sempre più forte.  Non auspico di essere felice, ma di essere cosciente” - Albert Camus.

La meditazione Mindfulness ci permette di ri-guardare la vita in faccia, accogliere i momenti di felicità e dolore, la meditazione di piena coscienza permette di accogliere tutto, i momenti piacevoli e le avversità. La meditazione è una forma di saggezza, sana e senza parole: Sono appagato prima di desiderare” - Albert Camus.

L’eternità è là, quando viviamo il presente con tutte le nostre forze noi siamo completamente soddisfatti. La meditazione ci aiuta a comprendere e ad abitare la vita con saggezza, lucidità e gioia immensa di essere là, viventi e presenti. Ogni istante merita la nostra attenzione. Ogni minuto che noi dedichiamo all’attenzione al presente tutto cambia, annulliamo il nulla ed entriamo nella vita. E qui Christophe André cita delle bellissime frasi :

  • E’ nella distrazione che non entriamo nel paradiso vivente, unicamente per distrazione”.
  • Ogni istante che ci rimane è molto più importante dell’intero passato” - Tolstoj
  • Un mondo alla volta, un istante dopo l’altro” -    Henry David  Thoreau sul suo letto di morte.

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