lunedì 18 luglio 2022

Yoga as explained to my daughter

Agli inizi di giugno 2022 è stato pubblicato il testo Yoga as explained to my daughter. Questo libro è stato scritto da Cesare Maramici, Lissia Amach e Ana Giselle Kafie,  praticanti di Yoga provenienti da da diversi contesti, origini e lignaggi dello Yoga e impegnati a diffondere la conoscenza dello Yoga per contribuire in tutta umiltà a un mondo più sostenibile, inclusivo e attento.

Che cos'è lo Yoga? Come posso, come occidentale, far parte di questa tradizione e di questo lignaggio di 5.000 anni?  Come possono gli insegnamenti dello Yoga contribuire a far emergere il meglio delle persone e a farci affrontare le sfide globali e climatiche di oggi?
Questo breve ma esauriente testo, offre a tutti i praticanti di Yoga un modo per entrare in questa antica tradizione con piena consapevolezza e poter così apprezzare gli insegnamenti, le sue pratiche e i testi fondamentali.
Nonostante l'immagine fuorviante dello Yoga che si può trovare sui social media, lo Yoga è molto più che un semplice esercizio fisic. È accessibile a tutti. Non richiede attrezzature sofisticate, né abbigliamento speciale e può essere praticato ovunque, in qualsiasi momento e a qualsiasi età. Il libro dimostra come lo Yoga, sia un percorso per arrivare ad elevati stati di coscienza, di trasformazione del sé.
La prima sezione del libro spiega in termini semplici, sotto forma di dialogo, cos'è lo Yoga e fornisce gli elementi essenziali per iniziare questo viaggio interiore. Vengono, inoltre, forniti ampli approfondimenti per i lettori che desiderano esplorare argomenti complessi o aspetti storici.
La seconda sezione del libro offre una sintesi  di alcuni dei testi più importanti citati nel dialogo, tra cui i Veda, le Upanishad, la Bhagavad Gita, gli Yoga Sutra e i testi tantrici: Hatha-yoga pradipika, Gheranda samhita, Shiva samhita. 
 
Se qualcuno fosse interessato all'acquisto mi può mandare un'e-mail a questo indirizzo:
maramicicesare4@gmail.com e cercherò, in qualche modo,  di farglielo avere. 

Esperienze di meditazione - Roberto Fantini e Cesare Maramici

 Libro: Esperienze di meditazione: 54 praticanti di raccontano.  Autori:  Roberto Fantini, Cesare Maramici,   Efesto, 2016.  Roberto Fantini e Cesare Maramici presentano attraverso questo testo lo stato della meditazione in Italia come risultato di una ricerca durata tre anni.

Cosa può significare nel mondo d’oggi dedicarsi alla meditazione? E quanto questo potrebbe cambiare in meglio la nostra vita? E come fare a scegliere le giuste pratiche, i giusti maestri?

A queste e altre domande rispondono 54 praticanti molto diversi fra loro per orientamento e per natura e livello di competenze, donandoci una colorita gamma di esperienze vissute, di informazioni, di preziosi insegnamenti e suggerimenti. Per tutti coloro che conoscono e praticano una qualche forma di meditazione o che vorrebbero conoscerla e praticarla. Ma anche per tutti coloro che vorrebbero comprendere dal di dentro questo fenomeno socialmente e culturalmente in continua espansione. E anche per tutti coloro che desiderano semplicemente sostare in una piccola oasi di freschezza interiore e di luminosa serenità.

“Prendendo le mosse dalla constatazione del crescente interesse che oggigiorno viene rivolto alle pratiche meditative, che possono essere di diverse matrici spirituali o anche laiche, i due autori (più entusiasta e convinto il praticante Cesare Maramici, più prudente Roberto Fantini, non praticante – e la diversa impostazione mi sembra una delle ottime idee del libro!)  hanno compiuto un lungo viaggio tra “meditanti”: 54 incontri-intervista con persone che da tempo praticano convintamente la meditazione, le quali hanno raccontato le loro aspettative, le loro esperienze, le loro impressioni, i risultati ottenuti, le potenzialità insite nell’esercizio regolare e costante della meditazione. Esercizio riservato, in tempi non molto lontani, ai maestri orientali e ben poco conosciuto qui da noi.

Gli intervistati sono assai diversi tra loro: sacerdoti cattolici, responsabili di movimenti di matrice orientale, insegnanti di yoga, persone appartenenti a organizzazioni internazionali, maestri di Buddhismo e maestri induisti, sufi, psicologi di indirizzo transpersonale, atei, filosofi, ricercatori indipendenti e altri ancora. A tutti è stato chiesto quale sia per loro il valore e il significato della meditazione, quali tecniche mettono in atto, quali sentieri seguono, se abbiano avuto un maestro o se siano autodidatti, se la meditazione ha sortito l’effetto di cambiare in meglio la loro vita, perché hanno iniziato a meditare. In più tutti hanno fornito consigli a chi desidera avvicinarsi alla meditazione. Ne esce un quadro straordinario, e per molti aspetti sorprendente, che consente di rendersi conto che anche da noi in Italia la meditazione sta diventando una pratica nota e apprezzata, capace di far crescere le persone, di renderle più consapevoli e in grado di affrontare la vita in ogni suo aspetto, più aperte al trascendente.    Paola Giovetti.

Paola Giovetti è giornalista e scrittrice, autrice di una trentina di volumi nel campo del paranormale, dell'esoterismo, della mistica, della spiritualità e della psicologia; ha partecipato e partecipa a svariati programma radiofonici e televisivi.

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Condividendo in pieno le parole di Jiddu Krishnamurti, secondo cui il frutto più bello della meditazione dovrebbe essere costituito dalla “fioritura della bontà”, i due autori hanno deciso di destinare i loro diritti d’autore a sostegno delle associazioni Medici senza Frontiere e Ostia per l’Africa ONLUS.

domenica 17 luglio 2022

Il potere della visualizzazione per il risveglio: il potere del tantra - Seminario con Mingyur Rinpoche

Vi chiedete come sfruttare il potere dell'immaginazione nella vostra vita spirituale? Nel sentiero buddista Vajrayana si dice che la nostra vera natura è fondamentalmente pura e il sentiero è un processo di riconoscimento di questa verità. Durante questo webinar, Mingyur Rinpoche introdurrà le pratiche dell'immaginazione che possono aiutarci a sbloccare la nostra bontà fondamentale. Il seminario si svolgerà on line il 23 luglio prossimo.  Per contatti: EventSupport@tergar.org     L'associazione che organizza l'evento è la Tergar Meditation Community      Canale you tube: YouTube channel 

Yongey Mingyur Rimpoche (1975 - ), è l'incarnazione di Kangyour Rimpoché (il primo Maestro di Matthieu Ricard), ed è uno egli insegnanti più inspiranti del buddhismo tibetano. Ha partecipato ad una ricerca scientifica guidata da un team di scienziati dell’Università del Wisconsin-Madison che ha studiato per 14 anni lo sviluppo del cervello di Yongey Mingyur Rinpoche.

sabato 16 luglio 2022

Si può fare jazz - Casa del jazz (Roma)

Casa del Jazz gestita da Fondazione Musica per Roma è un bene confiscato alla mafia. Sede di concerti jazz, ha ospitato in questi primi 15 anni di attività i più grandi musicisti italiani e internazionali di jazz.


Estate 2021 - Concerti alla casa del Jazz  a cui ho assistito:

  • Enrico Pieranunzi /Piano solo        https://www.youtube.com/watch?v=dKeedVyXLrY
  • Gianluca Petrella / Pasquale Mirra + Nicola Conte   https://www.youtube.com/watch?v=fIVIumt4yoA
  • Rita Marcotulli, Chiara Civello / duo    https://www.youtube.com/watch?v=85-7FyQnU8o
  • Enrico Rava e Danilo Rea /duo    https://www.youtube.com/watch?v=IZXA6e0-cro
  • Javier Girotto trio / tango nuevo revisited         https://www.youtube.com/watch?v=p9JTOkU9n8Y
  • Orchestra nazionale giovani talenti diretta da Paolo Damiani   https://www.youtube.com/watch?v=CwBmS1q9K3U
  • Fred Hersh trio    https://www.youtube.com/watch?v=lqI-xayJRjc
  • Enrico Pieranunzi / Thomas Thomas Fonnesbaek / André Ceccarelli - Eurostars trio   https://www.youtube.com/watch?v=K-hfvBOaLTA
  • Franco D'Andrea /Dave Douglas quartet     https://www.youtube.com/watch?v=kkYI668VbyA
  • Bill Frisell   https://www.youtube.com/watch?v=ynA9C2LNgX8
  • Fabrizio Bosso quartet WE4         https://www.youtube.com/watch?v=Yzo5uSQFFmI
  • Enrico Rava / Baptiste Trotignon Quartet    https://www.youtube.com/watch?v=tOrLa-z65WA
  • John Patitutcci Feat Brian Blade & Chris Potter      https://www.youtube.com/watch?v=aBrNMbJxHZY

Estate 2022 - Concerti alla casa del Jazz a cui ho assistito:

  • Danilo Rea solo  - Presentato da Giuseppe De donno  (oncologo) https://www.youtube.com/watch?v=97z_nP5oxlg
  • Rosario Giuliani  https://www.youtube.com/watch?v=6C6qVzwTyrg
  • Franco D'Andrea orchestra   https://www.youtube.com/watch?v=uUEto6aw6LE
  • Giovanni Guidi e Furio di Castri    https://www.youtube.com/watch?v=DGzJ2tbKsTU
  • Rosario Giuliani  - Love in translation    https://www.youtube.com/watch?v=6C6qVzwTyrg
  • Roberto Gatto - Quartet    https://www.youtube.com/watch?v=7EjFNAjQyVI  e Imperfect Trio https://www.youtube.com/watch?v=pEMHxQ7Km7k
  • Fabrizio Bosso / Javier Girotto  https://www.youtube.com/watch?v=IhFATW1R6mU
  • Tommaso Vittorini (direttore d'orchestra)  - orchestra Grande elenco musicisti - Il Grande Elenco nacque nell’autunno del 1977 ed esplorava molte forme musicali, in cerca di un linguaggio autonomo tanto dagli stilemi del jazz americano, quanto dalle astrazioni della musica colta europea.        https://www.youtube.com/watch?v=EYxAZQhsWNw  https://www.youtube.com/watch?v=gn3G6SiptaA
  • Mauro Campobasso & Mauro Manzoni Ettore / Fioravanti sextet     https://www.youtube.com/watch?v=hiCj1tPdWXw
  • Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti diretta da Paolo Damiani     https://www.youtube.com/watch?v=CwBmS1q9K3U
    seconda parte / ​Ambrose Akinmusire (tromba) + trio   https://www.youtube.com/watch?v=9n5oJbYppKM
  •  Tigran Hamasuan (piano)  trio "standard" -  https://www.youtube.com/watch?v=BU0g3O06HSQ
  • Omar Sosa (piano)  e Marialy Pacheco (piano) - musica cubana     https://www.youtube.com/watch?v=DESCWalpGhI
  • Nate Smith Kinfolk quintet + voce     https://www.youtube.com/watch?v=6yNtm3Kejcg
  • Fred Hersh trio + Enrico Rava   https://www.youtube.com/watch?v=lqI-xayJRjc ___________________________
  • Paolo Fresu  (tromba)  https://www.youtube.com/watch?v=PdxE3rZ-j3Q

mercoledì 6 luglio 2022

Temi fondanti dell'insegnamento del Buddha.

 La meditazione fa parte dell'ottuplice sentiero. Nel buddhismo, le due forme prevalenti di meditazione sono: la meditazione di raccoglimento, o calma concentrata chiamata samadhi, samatha e la meditazione di consapevolezza o chiara visione, satipatthana o vipassana

Nella prima la consegna è quella di focalizzare l'attenzione cosciente su un unico oggetto (per esempio il respiro, una parte del corpo, una parola, una frase). La seconda è coltivazione della prontezza e della pazienza nel ritornare all'oggetto prescelto. Nella seconda la consapevolezza non resta fissa su un oggetto ma resta sveglia ed attenta in modo equanime, in modo non giudicante, a tutto ciò che si presenta ai sensi e alla mente. Si diventa osservatori umili e silenziosi della mente, e si percepiscono i tre aspetti fondamentali dell'esistenza: 1- impermanezza (anicca), 2- sofferenza (dukkha) che include disagio esistenziale, attaccamento, avversione, ignoranza; 3- Non sè (anatta), non esiste un'entità solida e permanente. 

L'ottuplice sentiero è la quarta nobile verità, ossia il cammino che conduce al superamento della sofferenza.  1- Retta comprensione, 2- retta intenzione, 3- retta parola, 4- retta azione (ossia vivere secondo i cinque precetti: non uccidere, non rubare, non commettere adulterio - I monaci devono vivere in castità, non mentire, non assumere sostanze intossicanti)  5- retti mezzi di sussistenza ( vivere con occupazioni fondate sull'onestà), 6- Retta sforzo, Retta consapevolezza, 8- Retto raccoglimento.

Le altre tre verità sono: la verità della sofferenza, la verità dell'origine della sofferenza, la verità della cessazione della sofferenza. 

L'ottuplice sentiero è considerata in sintesi una sinergia di comprensione-saggezza, etica e meditazione. L'obiettivo del percorso spirituale è sviluppare le quattro qualità sconfinate del cuore che sono: 1-  mettà, o benevolenza, 2-  karuna o compassione, 3- mudità o gioia compartecipe,  4- upekkha o equanimità.

Benevolenza è coltivare la felicità per gli altri e per se stessi, Compassione è la coltivazione dello stesso sentimento nei confronti di chi soffre. La gioia compartecipe è la capacità di gioire del bene altrui, e equanimità nel rapportarsi agli eventi. La consapevolezza ha strutturalmente le radici dell'amore-saggezza-equanimità.

I Tre Rifugi o Gemme, ovvero le tre cose reputate più importanti nella tradizione buddhista sono: il Buddha, il Dharma, il Sangha. Oggi in Occidente per sangha si intende la comunità dei praticanti.  La presa di rifugio formale nelle tre Gemme si esprime ripetendo per tre volte la frase "Prendo rifugio" riferita a ciascuna di esse. Chi vuole formalmente aderire al buddhismo lo fa in presenza di un monaco e di altri praticanti.

Il silenzio tra due onde (2) - Corrado Pensa

  Nel testo Il silenzio tra due onde. Il Buddha, la meditazione, la fiducia - Corrado Pensa, autorevole esperto di buddhismo Therevada ci parla della pratica quotidiana di meditazione e della consapevolezza in azione. In modo particolare ci parla della lenta trasformazione del nostro quotidiano in virtù di una risposta ricettiva all'insegnamento del Dharma. Corrado Pensa è dal 1987 insegnante guida dell'A.ME.CO. (Associazione per la meditazione di consapevolezza) di Roma. E' stato per anni docente di Filosofia dell'India presso l'università la Sapienza di Roma, oltre che psicoterapeuta junghiano.  E' considerato un autorevole insegnante di meditazione buddhista e conduce ritiri intensivi.

L'apice del percorso meditativo è il conseguimento di stati di assorbimento profondo (jhana). Allo stesso tempo il Buddha non cessò mai di sottolineare l'importanza del raccoglimento, del samadhi, della calma concentrata. Comunque samatha o samadhi è un fondamento importante e deve servire alla vipassana, ossia a vedere ed acquisire una chiara visione.  Spesso ci si sofferma su stati di raccoglimento mentale, che sono piacevoli e danno un senso di forza e si lascia cadere la consapevolezza investigativa (caratteristica della vipassana). In molti sutta o insegnamenti del Buddha vengono descritti alcuni tipi di impedimento alla calma concentrata e i relativi antidoti.   Importante è dunque il raccoglimento (samatha), se non si possiedono basi di stabilità meditativa ci sarà il rischio che, ponendoci domande investigative, si andrà a rafforzare quella proliferazione mentale che si accompagna alla rabbia.

Un altro aspetto importante nel percorso meditativo, è quello di mantenere la pratica pura, ossia evitare che diventi meccanica, e come dice Suzuki Roshi occorre mantenere la "mente di principiante". Le relazioni interpersonali sono un momento fondamentale di occasione di pratica, soprattutto con i familiari. Essere presenti nelle relazioni è difficile ma nello stesso nutriente, sia per noi che per gli altri; un solo attimo di presenza è un raggio di luce. Il primo impedimento alle relazioni sono le aspettative sull'altra persona e il paragonarsi ad essa. Il secondo è il fare attenzione ai giudizi e ai risentimenti. Il terzo impedimento è l'essere spesso distratti nei confronti dell'altro. Il quarto impedimento è l'irrequietezza, ossia si cerca di andare da una relazione all'altra. Spesso non abbiamo una costanza di relazione ed è la sindrome "molte relazioni, nessuna relazione". L'avere molte relazione potrebbe apparire una grande apertura interpersonale, mentre in realtà, si tratta di una fuga dal rapporto. Ne abbiamo paura. Il quinto impedimento è il dubbio e la diffidenza, ossia la difficoltà a credere alla stima, all'amicia, all'affetto da parte di chi ci sta intorno.

O monaci, alcuni monaci male avvisati apprendono il Dhamma, ma avendo appreso il Dhamma, non esaminano il significato (attha) di quegli insegnamenti secondo saggezza (panna).  Molti utilizzano la conoscenza del Dhamma per vincere nei dibattiti e lo vedono come uno strumento per sentirsi superiori agli altri.  Il Dhamma deve servire ad attraversare il mare della sofferenza e non deve diventare oggetto di attaccamento. La costruzione della zattera corrisponde alla coltivazione della pratica, e alla  pratica bisogna dedicare il tempo di prima qualità (prime time) dove si conserva freschezza e qualità.

La pratica si divide in formale (meditazione e ritiri) e informale (i rapporti interpersonali) e sono entrambe importanti. La vita pratica diventa la palestra della pratica informale o pratica in azione che è molto più difficile da esercitare.  Nelle relazioni occorre utilizzare l'equanimità e il discernimento, che ci aiuta semplicemente ad esprimere con semplicità il nostro disaccordo o ad accettare critiche.  

Nelle relazioni le tre sfere (parola, azione e pensieri) sono intimamente connesse e interdipendenti. Nelle relazioni bisogna allenarsi ad allontanarsi dalla reattività ed avanzare verso la retta parola, la retta azione, verso l'equanimità.  Le relazioni sono un potente strumento di purificazione mentale e come dice Krishnamurti: "la relazione è un processo di autorivelazione, ci rivela a noi stessi".  Dovremmo scegliere a chi intendiamo riserbare la nostra ttenzione, e farlo in profondità. 

Dovremmo utilizzare e trasformare anche il più piccolo disagio in intenzione di pratica e lavoro diretto sulle difficoltà. Non alimentare la proliferazione mentale e l'identificazione con i pensieri negativi è un orogramma molto difficile.  Il lasciar andare è la risposta più efficace alla sofferenza (dukkha) e le sue cause.  Non dobbiamo però confondere il lasciar andare con passività e abulia.  Spesso ci trasciniamo dietro un peso e come dice Ajahn Chah se lo lasciamo andare, abbiamo paura che non ci resti più niente. Continuiamo così a portarcelo dietro.   Avversione, ignoranza ed attaccamento sono i tre veleni dai quali occorre liberarsi.

Lavorare alla ricerca del positivo, lottando contro la tendenza al negativo, è assolutamente cruciale nel cammino interiore.  Il Dalai Lama dice: "L'affetto e la compassione sono qualcosa di assolutamente indispensabile nella nostra vita di ogni giorno. Dobbiamo cercare di capire attraverso il discernimento se la nostra reazione negativa è dovuta all'attaccamento o al disagio".

I cinque elementi che rafforzano la pratica sono la perseveranza, stabilizzazione sia psicologica sia fisica, la chiara visione (consapevolezza di quello che facciamo).

Il silenzio tra due onde - Corrado Pensa

 Nel testo Il silenzio tra due onde. Il Buddha, la meditazione, la fiducia - Corrado Pensa, autorevole esperto di buddhismo Therevada ci parla della pratica quotidiana di meditazione e della consapevolezza in azione. In modo particolare ci parla della lenta trasformazione del nostro quotidiano in virtù di una risposta ricettiva all'insegnamento del Dharma.

Corrado Pensa è dal 1987 insegnante guida dell'A.ME.CO. (Associazione per la meditazione di consapevolezza) di Roma. E' stato per anni docente di Filosofia dell'India presso l'università la Sapienza di Roma, oltre che psicoterapeuta junghiano. E' considerato un autorevole insegnante di meditazione buddhista e conduce ritiri intensivi.

Oggi la via più usata per iniziare un cammino interiore è la pratica formale. La pratica va affrontata con distensione e lentezza, e si deve cercare di alimentare la motivazione, altrimenti diventerà una dei tanti impegni della giornata da depennare. La pratica formale rientra nella quarta verità dell'ottuplice sentiero che si prefigge la liberazione dalla sofferenza (retta comprensione, retta motivazione, retta azione, retta parola, retti mezzi di sussistenza, retto sforzo, retta consapevolezza, retta calma concentrata).  (1- Verità della sofferenza, 2- verità dell'origine, 3- verità dell'estinzione, 4- verità del cammino).

E' necessario addestrare la nostra mente per comprendere quali aspetti provocano la sofferenza, e questo addestramento viene chiamato cittabhavana ossia coltivazione della mente, educazione della mente, meditazione. La pratica meditativa ci mette in contatto in maniera unica con la sofferenza (dukka) che noi stessi creiamo, e nello stesso modo ci fa vedere la capacità di trascendere la sofferenza.  Se durante la pratica non riusciamo a focalizzare gli aspetti che ci fanno soffrire, è meglio lasciare perdere temporaneamente altrimenti aggiungiamo sofferenza.

Il sutta recita: C'è una via di mezzo tra l'indulgere nella ricerca degli oggetti sensoriali (idee, emozioni, pensieri, immagini) e l'automortificazione (intesa anche come colpevolizzarsi e autosvalutarsi). La via di mezzo esposta non è niente altro che l'ottoplice sentiero dove viene usato sempre l'aggettivo retto.

Cosa provoca la sofferenza? La nascita è sofferenza, la malattia è sofferenza, l'associazione con lo spiacevole è sofferenza, la separazione da ciò che amiamo è sofferenza, non ottenere ciò che vogliamo è sofferenza.  I cinque aggregati di attaccamento sono sofferenza.  I cinque aggregati sono il corpo,  le percezioni, le sensazioni, le formazioni mentali, la coscienza. L'attaccamento, tanha, al corpo-mente provoca sofferenza.

La sofferenza va riconosciuta (esiste dukka, disagio) e compresa, se non si fa appello alla anukampa, la simpatia e la compassione difficilmente riusciremo a farlo.   Di fatto, ognuno di noi infligge a se stesso una lunga lista di sofferenze non necessarie che, non abbiamo né riconosciuto, né compreso.  Dovremmo ripetere più spesso frasi di benevolenza nei confronti di noi stessi.   La pratica in azione può diventare lo strumento di approfondimento per eccellenza di ciò che abbiamo intravisto nella pratica formale.

Si comincia nella quotidianità ad intravedere una stretta dipendenza io-altri, ad emergere una diversa visione di noi stessi, meno preoccupata di sè, meno incline alla negatività e all'attaccamento. Con la pratica, cominciamo ad apprezzare la vita ed ad attenuare la nostra inclinazione alla infelicità. Anche di fronte alla morte si cambia posizione, si passa dalla paura al rispetto e ciò contribuisce a cambiare la qualità della vita.   L'amore per la pratica porta l'aspirazione al risveglio, al desiderio del bene per tutti.

L'ottoplice sentiero prevede tre gruppi di fattori: saggezza (retta motivazione, retta comprensione) etica  e meditazione. E' importante gestire i pensieri. Come il Buddha diceva: "Monaci, qualunque cosa un monaco frequentemente pensa e sulla quale si sofferma, ciò diventerà l'inclinazione della sua mente".

Secondo un grande maestro contemporaneo Ajahn Maha Boowa il cammino meditativo si presenta come una saggia alternanza di fasi di investigazione e fasi di concentrazione. Nelle fasi di concentrazione la mente si riposa e solo quando la mente è riposata si può investigare su ciò che giova e su ciò che nuoce.

Non si dovrebbe differire la pratica della meditazione, più presto si inizia e si svilupperà la motivazione più presto la mente prenderà una direzione salutare.

Il cuore dell'orgoglio sta proprio nella compulsione a confrontarsi, ossia comparare il concetto che si ha di se stessi con il concetto che si ha degli altri. I grandi traguardi del cammino interiore presuppongono un progressivo lasciar andare frammenti di attaccamento e egoità. Il lasciar andare dona invece di togliere.  Un altro ostacolo al progresso in campo spirituale è il giudicare, In un passo il Buddha dichiara che il non giudicare è l'essenza stessa della virtù. La mente giudicante è di grande ostacolo alla mente discernente, che significa esprimere un giudizio giusto privo di avversione.

Un esempio evidente di coltivazione dell'infelicità è l'indulgere mentalmente (ossia dare priorità)  in negatività varie, riguardo a noi stessi, gli altri, situazioni passate, presenti e future.  Queste afflizioni mentali si superano non in virtù di azioni o parole, ma vedendole con chiarezza, vedendo con chiarezza i nostri circuiti negativi.  Anche l'attaccamento è uno di questi circuiti negativi ed è una risposta sbagliata la nostro desiderio di benessere. L'attaccamento si riferisce anche ai pensieri e giudizi, ed abbiamo paura che perdendoli, perderemo anche la nostra identità. Spesso questo genera paure ed ansie di essere sostanzialmente indefinibili. Occorre capire che ogni pensiero è autoreferenziale. Per la maggior parte del tempo è tutto un pensare-giudicare-reagire-immaginare-concettualizzare che nell'insegnamento di Buddha è chiamato proliferazione mentale. La proliferazione dei pensieri e l'attaccamento si rafforzano a vicenda. Il solo modo per uscire da questo tunnel è la pratica meditativa e la fiducia nella consapevolezza. La consapevolezza dovrebeb portare pace, saggezza e compassione.

Coltivare il rapporto con noi stessi ha un'inevitabile ricaduta sui nostri rapporti con gli altri, e non può che generare fiducia. Il Buddha sottolinea l'importanza cruciale delle buone relazioni, soprattutto per una persona con una mente ancora immatura. Nel buddhismo si parla di amico spirituale e di sangha (la comunità). L'affrontare relazioni difficili ci può aiutare a far appassire delle nostre negatività, come ad esempio lo spirito di rivalsa, quel voler colpire, ferire perché siamo stati colpiti e feriti, o il desiderio di far pagare a qualcuno il nostro sentirci esclusi, abbandonati, non amati. Dal sentimento di rivalsa al risentimento cronico il passo è breve.

Il Buddha dice: "Il nobile discepolo che ha udito che tutto brucia in virtù del fuoco dell'attaccamento, dell'avversione e dell'ignoranza, riesce a vedere che tutto brucia, allora concepisce nibbida."    Nibbida è un piccolo risveglio e significa non trovare più niente, quindi il discepolo percepisce un sereno disincanto e all'equanimità.  E da nibbida si passa al non-attaccamento, alla liberazione, alla conoscenza della liberazione.

Mano a mano che si procede nella pratica, si è meno in fiamme, si sviluppa gradualmente il non attaccamento, equanimità, l'essere spassionati.  Ma non è un diventare un essere disanimato, santo e morto nello stesso tempo.  L'equanimità è definita il tranquillo flusso della mente, e l'equilibrio si manifesta in una mente che non è né depressa, né eccitata. equanimità è definita anche come rispondere rapidamente nel modo giusto ad una circostanza, agire quindi con creatività e adeguatamente. Ritiri lunghi, brevi, individuali sono tutti dei piccoli incentivi per favorire quel piccolo risveglio che è nibbida.


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