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venerdì 1 marzo 2024

Corrado Pensa e Roberto Mattei hanno lasciato i loro corpi

Ieri, giovedì 29 febbraio 2024, alle 21.30, il maestro Corrado Pensa ha lasciato il corpo. Il bene che ha fatto in tutta la sua vita, l’impegno e la fiducia con cui ha diffuso il Dharma rimarranno su questa terra per sempre. Da oggi il mondo è un posto più luminoso grazie alla fiamma ardente che Corrado ha acceso in tutti i nostri cuori.

Vedi link: https://www.associazioneameco.it/corrado-pensa-ha-lasciato-il-corpo/

https://unionebuddhistaitaliana.it/
 

Non si incontrano tanti veri maestri nella vita, uno era certamente Corrado Pensa, che fuori dai riflettori ha avuto un enorme impatto nella vita di tanti; era professore di Filosofia dell’Estremo oriente alla Sapienza di Roma, psicanalista junghiano ma soprattutto insegnante di meditazione Vipassana.

Aveva rinunziato alla psicanalisi, che pure praticava con passione, perché, spiegò, conducendo 60 giorni di ritiri e seguendone anche di più come allievo non poteva seguire i pazienti come avrebbe voluto e dovuto.  Professore e Maestro di Dharma Corrado Pensa ha fondato l’A.Me.Co, per diffondere la pratica della consapevolezza e ha raggiunto in molti decenni migliaia di allievi.

I suoi insegnamenti profondi sul sentiero del Dharma erano di una chiarezza esemplare, la sua vita dedicata alla diffusione dei valori buddhisti lasciano un’impronta indelebile nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.  Corrado Pensa è stato un faro di saggezza e compassione per tutto il movimento buddhista in Italia. Un ponte tra l’Oriente e l’Occidente, che ha saputo rendere accessibili e vivi i principi del Buddhismo nella vita quotidiana delle persone.

Ha fatto conoscere tanti maestri della spiritualità di ogni tradizione e infatti ai suoi corsi partecipavano buddisti, cristiani, laici, agnostici e atei. Veniva invitato a insegnare in varie parti del mondo e ha scritto libri fondamentali, anche con Neva Papachritou, insegnante di meditazione e sua moglie.

Il suo impegno instancabile verso l’insegnamento e la pratica hanno contribuito in modo significativo alla crescita spirituale di innumerevoli individui e alla promozione di una cultura di pace e comprensione reciproca.__________________

Si è spento il Maestro Roberto Mattei una vita dedicata all’insegnamento dell’antica disciplina dello Yoga fondatore della scuola Garbhayoga di Roma . Profondo conoscitore degli antichi testi vedici in lingua Pali in sanscrito. Tale desiderio di conoscenza delle scienze contemplative lo hanno portato a frequenti viaggi in diversi paesi tra cui l’India e l’Africa, dove ha soggiornato anche per molti anni.

https://www.facebook.com/scuolacognitivocomportamentale/?locale=it_IT 

Agli inizi del 2006, Roberto Mattei è diventato Consigliere e Responsabile delle relazioni governative della European Yoga Federation, ottenendo il riconoscimento ufficiale per la sua professionalità nel settore e per l'attività dell'Associazione Culturale Science & Art Garbha Yoga, una scuola di formazione per insegnanti yoga riconosciuta a livello internazionale dalla World M.Y.A. (World Movement for Yoga and Ayurveda) e dalla World M.I.F.A. (World Movement for Indian Fine Arts). Negli ultimi anni ha collaborato con l'Aimy, l'Associazione Italiana Mindfulness e Yoga di Pescara per l’insegnamento dello yoga e per l’attivazione della “Scuola Integrata per insegnanti di Yoga, Mindfulness e Ayurveda” riconosciuta anch’essa dalla World M.Y.A.

giovedì 29 febbraio 2024

Swami Anandananda

Swami Anandananda Saraswati è il fondatore e Yogacharya della Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia, nel 1979 ha incontrato il suo Guru e Maestro Spirituale, Swami Satyananda Saraswati, da cui ha ricevuto l’iniziazione alla tradizione di Sannyasa nel 1983.       

Dal 1980 ad oggi visita regolarmente la Bihar School of Yoga, Munger, Bihar, India, dove soggiorna per prolungati periodi di tempo per approfondire la propria formazione. Su indicazione del suo Guru, insegna le tecniche avanzate dello Yoga della tradizione Satyananda Yoga.

Nel 1982 ha fondato la Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia e da allora tiene conferenze e workshop in Convegni Internazionali organizzati da differenti Centri, Scuole di Yoga e Ashram Satyananda in Europa, India e Sud America.

Conduce corsi di formazione e di aggiornamento per Insegnanti di Yoga, seminari di approfondimento e conferenze su differenti aspetti dello Yoga. Ha condotto corsi e seminari nell’Ashram a Rikhia, India, per aspiranti e studenti di Yoga dall’Italia e collabora per l’attuazione delle iniziative di Shivananda Math, Rikhia, un’istituzione caritatevole fondata da Paramahamsa Satyananda.

Dal 2013 è Membro del Yoga Vidya Council ed è anche Membro del Consiglio Direttivo della Satyananda Yoga Academy Europe.

Video:

  • https://youtube.com/@scuoladiyogasatyanandaashr8996?si=r79ZetcKKxvJKARq
  • https://youtu.be/_AJ6JA-VgWw?si=tP1IQxitN3DLBJwh 
  • https://www.youtube.com/@scuoladiyogasatyanandaashr8996
  • http://satyanandayogabr.blogspot.com/2014/09/swami-anandananda-saraswati.html

Scuola di yoga Satyananda ashram Italia - Via Ca’ Baldone, 62 – Trarivi di Montescudo (Rn)
Tel. 0541 984710 – 327 2595846 • Email: scuoladiyoga@satyanandaitalia.net

Swami Prajnanpad

Svâmi Prajnânpad (1891-1974) è stato un maestro spirituale, oltre che un terapeuta: ha inventato, tra la psicoanalisi e il Vedânta, un percorso originale verso la saggezza o la libertà. Saggezza dell'azione, saggezza della lucidità: saggezza liberata e liberante. Il cui insegnamento, noto come Adhyatma Yoga (cioè lo yoga diretto verso il Sé), radicato nella più antica tradizione indiana, illumina in modo del tutto nuovo il percorso di chi aspira a conoscere la verità.
 Swami Prajnanpad "sede di perfetta conoscenza" è nato in una famiglia di bramini a nord di Clacutta. Nel 1921 incontrò il suo maestro, Niralamba Swami, e nel 1925 divenne samnyasin, indossando l'abito ocra della rinuncia, anche se sua moglie era incinta. Nel settembre 1930, alla morte di Niralamba, successe alla testa dell'ashram di Channa dove si stabilì.            

Nel 1925, scoprì gli scritti di Freud nella biblioteca dell'Università di Benares dove insegnava, e sviluppò così la propria tecnica, sia terapeutica che spirituale, basata sulla libera associazione e sull’espressione delle emozioni: "La persona, partendo dalle sue attrazioni e repulsioni, cerca di vivere un'esperienza di non-dualità (advaita), di totale accettazione, con le sue emozioni". I suoi discepoli lo definirono sia psicoterapeuta, sia maestro spirituale, e questa sintesi era forse ciò che lo caratterizzava: "perché la saggezza è solo l'estremo della salute psichica; la salute è solo una saggezza minima."

Formatosi nelle discipline scientifiche, Svami Prajnanpad concilia scienza e tradizione, approccio materialistico e spirituale. Per motivi di efficacia pratica, si riferisce costantemente alla sperimentazione, rifiuta ogni ricorso a qualsiasi autorità, ma non esita a usare tutti i metodi per liberare il discepolo dai suoi blocchi emotivi. "La spiritualità", ha detto, "è solo un altro nome per l'indipendenza. E niente libera come la verità. Non si tratta di inventare una nuova religione. Si tratta di trovare - tra Oriente e Occidente, tra tradizione e modernità - un percorso verso l'essenziale, dove già siamo". È su questo sentiero che Prajnânpad ci guida, ci accompagna, ci illumina.  Sito: https://www.svami-prajnanpad.org/

Svami Prajnanpad non ha mai scritto un libro o ha tenuto una conferenza, ha rilasciato interviste individuali a un piccolo numero di persone. Egli rispose alle loro lettere. Alcune delle sue interviste sono state registrate. Per tutti coloro che si avvicinavano a lui, irradiava amore e intelligenza.
"Nella vita del mondo, cogliamo sempre un oggetto particolare. Ma cosa succede quando ti senti e ti rendi conto che non c’è nulla da afferrare? C'è una completa scomparsa della coscienza del mondo, e quando quel sentimento cristallizza, sentiamo: Tutto appartiene a me, tutto mi appartiene. Il risveglio non è altro che questo." "Ti senti: quello che dovevo fare ho fatto, quello che dovevo ottenere, quello che dovevo dare, l'ho dato."
Swami Prajnanpad visitò la Francia due volte: nel 1966, a Bourg-la-Reine, dove rimase con Arnaud e Denise Desjardins, e nel 1973, in Normandia, con Daniel e Colette Roumanoff. Morì l'anno seguente, nel 1974, all'età di 83 anni.
E' stato il maestro di Arnaud Desjardins e Daniel Roumanoff ed entrambi hanno scritto un libro su di lui, rispettivamente Les formules de Swami Prajnanpad e Swami Prajanpad biographie.
André Comte-Sponville disse di lui: "Questo maestro – è uno dei più grandi di questo tempo – non è un ottimista, non un sognatore o un credente. Un filosofo? Molto meglio: un uomo saggio!" 
André-Compte Spoville gli ha dedicato un libro De l'autre cote du desespoir - Introduction à la pensée de Svâmi Prajnânpad.
Estratto dal libro : Fondamentalmente, ci sono solo due modi: accettare o rifiutare. E tutti rifiutano per primi. Come possiamo rifiutare ciò che si rifiuta di soddisfarci? Come rifiutare la morte, quando si vuole vivere? La solitudine, se vogliamo essere amati? La tristezza, quando vogliamo la felicità? Vorremmo che la realtà soddisfacesse i nostri desideri, ma ci accorgiamo che non lo fa; allora rifiutiamo la realtà. Quale neonato non piange quando il seno viene ritirato? Quale uomo, quale donna, quando l'amore se ne va? Poveri bambini avidi e frustrati che siamo! 

 Che razza di uomo, che razza di donna è quando l'amore se ne va? Poveri bambini avidi e frustrati che siamo!Sempre alla ricerca di un seno, aggrappati ad esso, quando tutto il mondo è lì e si dà!Dobbiamo solo lasciare andare, accettare lo svezzamento, la separazione, ed è quello che non sappiamo fare.Quando la vita è deludente (lo è sempre per chi spera), pensiamo che la vita sia sbagliata.Da qui quello che Prajnânpad chiama la mente (manas, mente), che è come un doppio della realtà - di nuovo, molto vicino a Clément Rosset - che il desiderio inventa per proteggersi dall'originale. È il pensiero, nella misura in cui ci separa dal reale.È il discorso interiore, nella misura in cui ci separa dalla realtà o dal silenzio.È la vita onirica, nella misura in cui ci separa dalla vita reale e dalla felicità.Come sottolinea Michel Hulin, "tutta l'infelicità umana deriva dalla nostra propensione a staccarci dalla realtà, a stabilirci nell'immaginazione in un luogo diverso da quello in cui ci troviamo, in breve, dalla nostra incapacità congenita di seguire i contorni mutevoli delle circostanze"

Direi volentieri che tutta l'infelicità umana deriva dall'idealismo, e Prajnânpad difficilmente dice il contrario. "Realtà contro irrealtà.La realtà è ciò che è, ciò che accade.È sì".L'ideale?È tutto negazione e menzogna.La mente nega sempre: "Ciò che è viene coperto, come se si fosse messo qualcos'altro al suo posto".Così si nega, si rifiuta, si dice "no, non dovrebbe essere... dovrebbe essere qualcos'altro".Si nuota nel delirio.Quel no è la mente.La mente che vi tradisce e crea l'illusione". 

Citazione: "Nella vita del mondo, un oggetto particolare si riesce sempre ad afferrarlo. Ma cosa succede quando ti rendi conto che non c’è nulla da afferrare? C’è una completa scomparsa della coscienza del mondo e quando quel sentimento cristallizza, proviamo la seguente sensazione: “Tutto mi appartiene, tutto mi appartiene”. Il risveglio non è altro che questo".

martedì 12 dicembre 2023

Swami Satyananda Sarasvati

Yoga è una disciplina per migliorare la qualità della vita; una filosofia per ottenere pace. Se volete fare esperienza di salute, se volete fare esperienza di pace ed evolvere, rendete lo yoga parte del vostro stile di vita”.        Swami Satyananda Saraswati
Dal sito https://www.satyanandaitalia.net/satyananda-yoga-satyananda-ashram-italia/    
 
La tradizione del Satyananda Yoga (o Bihar Yoga) è il sistema di yoga sviluppato, esposto e trasmesso da Swami Satyananda Saraswati e dal suo successore Swami Niranjanananda Saraswati, basato sull'insegnamento del suo maestro Sivananda.

Il Satyananda Yoga è una scienza completa per una vita armoniosa, adatta a tutti, indipendentemente da età, genere, condizione mentale e livello di forma fisica. Rivolgendosi alla persona nella sua interezza, offre un metodo sistematico di integrazione di mente, corpo e spirito e un procedimento di sviluppo delle facoltà fisiche, mentali, emozionali e spirituali  integrando la profonda essenza delle diverse forme di yoga nella vita quotidiana.

Lezioni di Satyananda Yoga sono attualmente condotte in differenti parti del mondo, negli ospedali, scuole, università, centri sociali, centri di cura, uffici governativi, istituzioni sportive e prigioni. Tramite la pratica regolare, gli allievi possono fare esperienza di una maggiore stabilità, pace, forza, salute e benessere. Stress, preoccupazioni ed ansia spesso sono il risultato di uno stile di vita focalizzato su eventi passati o futuri ed ampiamente privo di contatto con la realtà presente.
La pratica di yoga risveglia la consapevolezza dell’individuo e canalizza le forze auto-terapeutiche del corpo, della mente, delle emozioni e dello spirito. Yoga viene a volte tradotto come lo stato di essere consapevoli e presenti.
Il Satyananda Yoga è per tutti in quanto non richiede alcun credo politico o religioso. Esso fornisce a chiunque, indipendentemente dallo stato sociale, gli strumenti per lo sviluppo della personalità così da divenire stabili e sicuri in se stessi.
Le lezioni di yoga seguono una progressione graduale permettendo agli allievi di assimilare gli effetti delle pratiche passo dopo passo, rendendo lo yoga accessibile e benefico per tutti: giovani e anziani, forti e deboli, idonei e non.
E' un metodo rivolto al risveglio delle facoltà di testa, cuore, mani. La testa rappresenta l’intelletto, la mente, la saggezza, la comprensione, la conoscenza, la consapevolezza e la riflessione. Il cuore rappresenta le emozioni, le sensazioni, i sentimenti.  Le mani rappresentano la capacità di agire, di realizzare, di creare.
La conoscenza o gyana, l’azione o karma e il sentimento o bhakti non sono separati uno dall’altro e non si può ottenere uno sviluppo integrale se uno di questi aspetti della personalità viene trascurato.

  • Pur avendo le sue radici nella tradizione dello yoga e delle antiche filosofie di Tantra, Vedanta e Samkhya, gli insegnamenti del Satyananda Yoga offrono un approccio che permette di affrontare la quotidianità. Il malessere fisico causato da stress emozionale e le difficoltà mentali causate da uno squilibrio fisico possono essere adeguatamente risolti con la pratica. Lo yoga ci insegna che per poter scoprire e risvegliare il nostro potenziale interiore latente, abbiamo bisogno di comprendere le differenti dimensioni della nostra personalità. La personalità umana può essere suddivisa nei seguenti tratti: dinamica/fisica, mentale, emozionale, psichica.  Le caratteristiche generali possono essere riassunte brevemente come segue:
  • Dinamica/fisica: istintiva, dinamica, energetica, ecc. interagisce con il corpo, i sensi e l’ambiente;
  • Mentale/razionale: riflessiva, pensierosa; contemplativa, intellettuale, logica, analitica, razionale, focalizzata, ecc.
  • Emozionale: sensibile, premurosa, affettuosa, gentile, empatica, compassionevole, tenera. ecc.
  • Psichica: vuole scoprire la natura e il potenziale interiore latente, le dimensioni nascoste della coscienza, la relazione fra vita individuale ed esistenza, ecc.
Lo yoga aveva considerato questi aspetti già 5000 anni fa. Sulla base di queste osservazioni riguardanti le caratteristiche individuali, sono state elaborate differenti branche di yoga contenenti pratiche specifiche per la realizzazione e l’espressione del potenziale completo di ognuna di queste personalità.

Hatha Yoga. 
La parola hatha emerge da due radici in sanscrito: Ha e Tha. HA rappresenta l’energia solare, la forza vitale/prana.  THA rappresenta l’energia lunare, la forza mentale. Queste energie circolano nell’intero corpo umano attraverso il complesso sistema di nadi (canali energetici). Le 3 nadi principali sono ida, pingala e sushumna. Nad significa fluire, Nadi significa qualcosa che fluisce: una corrente o flusso. Le antiche scritture descrivono un labirinto di 72,000 nadi, correnti energetiche, lungo tutto il corpo. Il sistema delle nadi è connesso al sistema nervoso, ma ne è separato. Hatha Yoga purifica le nadi, il prana e i dosha. Equilibra I flussi energetici nel corpo. Le sue pratiche sono considerate essere come I più importanti prerequisiti per il risveglio spirituale. Le pratiche sono: Shatkarma – Asana – Pranayama – Mudra – Bandha.

Jnana Yoga. È in relazione con la personalità mentale e razionale. Jnana significa conoscenza, non quella intellettuale ma reale, di esperienza, intuitiva, conoscenza illuminante. Jnana Yoga è la via della riflessione, contemplazione, meditazione ed esperienza diretta. Inizia con una ricerca intellettuale entro la natura dell’esistenza e della realtà, fino alla finale arresa dell’intelletto all’intuizione e alla successiva realizzazione della coscienza, il Sé in tutti gli esseri. È in relazione con la personalità psichica. Lo Yoga della Meditazione.

Karma Yoga.
È in relazione alla personalità dinamica/fisica. Yoga della meditazione dinamica. Karma tradotto letteralmente significa azione. Karma yoga: qualsiasi azione eseguita con consapevolezza meditativa, di momento in momento senza il pensiero di una ricompensa. Assenza di aspettativa. Rinuncia dei frutti dell’azione. Lavorare per il gusto di lavorare; il lavoro diviene un gioco. Azione eseguita mettendo l’ego da parte. Rinuncia di desideri limitati. Efficienza nell’azione. Mantenere l’equilibrio sia nel successo che nel fallimento.
 
Bhakti Yoga. È in relazione con la personalità emozionale. Consiste nel gestire le emozioni e l’intelligenza emozionale. Risveglio del centro del cuore. Mira a canalizzare le emozioni in modo da trasformare l’amore in una spontanea espressione del Sé.

Kundalini Yoga. È in relazione con la personalità psichica. È il procedimento dinamico del risveglio dell’energia kundalini, la forza cosmica latente che risiede nel corpo. Il fenomeno della kundalini è alla base del tantra e dello yoga. Kundalini è la forza inerente rappresentata nella forma di un serpente attorcigliato situato nel primo chakra, muladhara, alla base della colonna vertebrale. La kundalini viene risvegliata gradualmente.  Mantra yoga, hatha yoga, kriya yoga, nada yoga, laya yoga sono tutte tecniche per elevare e risvegliare la kundalini, quindi fanno tutte parte del kundalini yoga. Per il risveglio della kundalini è necessaria molta preparazione. L’intero sistema energetico di nadi e chakra necessita di essere purificato, equilibrato e risvegliato altrimenti sorgono complicazioni indesiderate.

Kriya Yoga. È in relazione alla personalità psichica. Kriya significa “azione” o “movimento”. La coscienza viene fatta circolare lungo percorsi specifici (passaggi psichici) e attraverso i chakra (centri psichici). Eseguito in coordinamento con asana, mudra e bandha, costituisce i vari kriya. È un antico sistema che è stato tenuto segreto per molto tempo, e tramandato solo attraverso la trasmissione diretta da guru a discepolo. Swami Sivananda e Swami Satyananda hanno sistematizzato ed esposto al pubblico questa scienza.

 Mantra Yoga.
È in relazione alla personalità psichica. Mantra in Sanscrito significa “la forza che libera la mente dalla schiavitù”. Una scienza profonda ed accurata basata sulla relazione della vibrazione sonora con il pensiero e con la materia. Non sono intonazioni religiose. Non sono canti religiosi. Mantra – sillabe, parole o brevi frasi basate sulla vibrazione sonora. I mantra ci sensibilizzano per avere l’esperienza della coscienza elevata. I suoni sono vibrazioni; essi producono forme precise.
 
Libri consigliati di Satyananda Saraswati: 
Meditations from the Tantra.   Asana Pranayama Mudra Bandha.   A Systematic Course in the Ancient Tantric Techniques of Yoga and Kriya.    Kundalini Tantra
Libri consigliati di Niranjanananda Saraswati:  Prana Pranayama  Prana Vidya 
Vedi link:  https://youtu.be/_AJ6JA-VgWw?si=tP1IQxitN3DLBJwh https://www.youtube.com/watch?v=_AJ6JA-VgWw&ab_channel=ScuoladiYogaSatyanandaAshramItalia
  https://youtube.com/@scuoladiyogasatyanandaashr8996?si=r79ZetcKKxvJKARq

lunedì 11 dicembre 2023

Swami Satyananda - La vita

Swami Satyananda (1923-2009) è nato ai piedi dell’Himalaya, e mostrò sin da piccolo grandi qualità spirituali e a diciannove anni incontrò il suo maestro spirituale, Swami Sivananda. Il servizio al guru era la sua passione e la sua gioia.  Sivananda gli disse: “Lavora duro e sarai purificato. Non devi attrarre la luce. La luce si svilupperà da dentro te stesso”.
 
Dopo aver trascorso dodici anni con Sivananda, Satyananda intraprese la vita di ricercatore spirituale viaggiando per nove anni attraverso India, Nepal e Ceylon e durante questo periodo incontrò grandi maestri.  Queste sono le tappe significative dle suo percorso:
  • Nel 1963 si stabilì vicino al Gange, e fondò l’International Yoga Fellowship Movement e la Bihar School of Yoga per aiutare un maggior numero di persone lungo il cammino spirituale. In poco tempo vi confluirono studenti da tutta l’India e dall’estero e gli insegnamenti di Paramahansa Satyananda si diffusero rapidamente in tutto il mondo.
  • Nel 1968 fece un ampio giro del mondo diffondendo le antiche pratiche yogiche fra persone di ogni casta, credo, religione e nazionalità. Negli anni seguenti divenne molto conosciuto in ogni continente come maestro di yoga e del tantra. Con il suo approccio dinamico e scientifico allo yoga e alla vita spirituale, ha guidato e ispirato migliaia di centri e ricercatori spirituali di tutto il mondo.
  • Nel 1983 ha designato Paramahansa Niranjanananda come suo successore e Presidente della Bihar School of Yoga e dei centri associati.  
  • Nel 1984 ha fondato Sivananda Math, un’istituzione sociale e caritatevole, e la Yoga Research Foundation (Fondazione per le Ricerche sullo Yoga) come istituzioni indipendenti in collaborazione con la Bihar School of Yoga.
  • Nel 1988 Paramahansa Satyananda ha lasciato l'ashram e ha iniziato il suo percorso da rinunciante, compiendo un pellegrinaggio attraverso l’India come sadhu itinerante, senza nessuna assistenza dagli ashram e dalle istituzioni da lui fondate.
  • Nel 1990 ha fondato Sri Panchdashnam Alakh Bara.
  • Nel 2009 è entrato in Mahasamadhi, la mezzanotte del 5 Dicembre e si è unito al suo maestro Swami Sivananda.

venerdì 24 novembre 2023

La felicità per swami Sivananda

Il segreto dell’amore è fare quotidianamente qualche piccola azione per fare felice la persona che ami: un’azione servizievole o un piccolo regalo, una parola di apprezzamento o un affettuoso, inaspettato, sorriso.” – Swami Shivananda     

Swami Shivananda (o Sivananda 1887-1963), il cui nome completo era Swami Shivananda Saraswati  è stato un medico, filosofo e grande yogi.  Nato il 8 settembre 1887 a Pattamadai, nel Tamil Nadu, in India, Shivananda era originariamente conosciuto come Kuppuswami. 

Da giovane, si laureò in medicina e si dedicò alla pratica della professione medica  per dieci anni nella  Malesia britannica.  Lo studio della filosofia e delle religioni lo portarono ad abbandonare il suo lavoro di medico e per questo nel 1923 tornò in India in un lungo viaggio attraverso Varanasi e Nashik, fino a giungere a Rishikesh dove incontrò il suo maestro Swami Vishwananda ( oppure Visvananda) Saraswati che lo iniziò alla meditazione. 

Trascorse molti anni a Varanasi, uno dei luoghi sacri dell’India, dedicandosi alla meditazione, allo studio e all’insegnamento degli insegnamenti spirituali del Vedanta. Swami Shivananda fu noto per la sua semplicità, umiltà e compassione. Era amato dai suoi discepoli e da coloro che cercavano la sua guida spirituale.
Swami Shivananda si impegnò attivamente nel servizio sociale e fu un sostenitore dell’assistenza sanitaria e dell’educazione per tutti. Promosse l’apertura di ospedali, cliniche, scuole e collegi  e creò nel 1932 una sua scuola a Rishikesh dove affluirono numerosi studenti.  Successivamente nel 1936 fondò la "Società della vita divina" (Divine Life Society) e nel 1948 fondò la "Accademia di Yoga Vedanta" (Yoga-Vedanta Forest Academy).

 Scrisse quasi 300 libri su varie tematiche spirituali nelle quali enfatizzò sempre l'importanza della pratica rispettto alla teoria: "Un grammo di pratica vale piu’ di una tonnellata di teoria"   Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Calcutta e morì il 20 febbraio 1963.

La fig.ra di Swami Shivananda è considerata una delle figure spirituali più importanti dell’India moderna. La sua vita e i suoi insegnamenti riflettono gli ideali di compassione, servizio disinteressato e ricerca della verità spirituale.   

La vita di Sivananda fu molto disciplinata, e allo stesso modo insegnava anche lo yoga, in maniera disciplinata e severa.  I  dodici  esercizi principali spesso vengono praticati in una sequenza scambiando piegamenti in avanti e all'indietro. La parte animica-spirituale, ('interiore', 'psichica', 'emotiva')  nella pratica si deve intuire attraverso la loro composizione. Lo scambio tra apertura e chiusura indica un ritmo, similmente al ritmo di giorno e notte (apertura con attività e chiusura, rigenerazione) o della respirazione (inspirazione ed espirazione). Per Swami Sivananda era importante inserire nello yoga tutti gli aspetti della vita: una delle sue intenzioni era quella di sviluppare il ritmo attraverso la pratica yoga e poi riconoscerlo, crearlo e viverlo nella vita quotidiana. 

Il libro “Bliss Divine – il libro della beatitudine divina” è il capolavoro di Sivananda. In questo libro spiegò come la vita è divina nella sua origine, nel suo contenuto e nel suo significato. In ognuno di noi c'è una scintilla divina. La beatitudine è realmente la nostra natura essenziale. Gli ostacoli alla beatitudine e alla natura divina sono nella mente. L'ignoranza è essere schiavi della mente. Pertanto, niente può condurre alla beatitudine se non la conquista della mente. Se si conduce una vita divina alla ricerca della propria innata divinità, allora sarà possibile raggiungere la beatitudine. "Il diamante prezioso è dentro di voi, ma voi correte invano dietro ai pezzi di vetro. Analogamente, l'oceano della beatitudine è dentro di voi, la fontana della gioia è dentro di voi, eppure correte avanti e indietro alla loro ricerca. Il sole dei soli splende sempre dentro di voi, ma i ovstri occhi ciechi non riescono a vederlo. Il suono eterno trilla dentro di voi, ma le vostre orecchie sorde non riescono a sentirlo."

 --- Sivananda parla di un linguaggio spirituale universale che non può essere catalogato in nessuna religione specifica, per lui la vera religione è la religione del cuore e dell'amore che è per sua natura rivolta a tutti. Egli auspico sempre l'unità delle religioni intorno all'ideale di vita "alzare il caduto, guidare il cieco, dividere con gli altri ciò che si ha, portare sollievo all'afflitto, rallegrare il sofferente, amare il prossimo" ulteriormente riassunto nel motto "servi, ama, dona, purifica, medita, realizza". Nel 1953 Sivananda indisse un "Parlamento Mondiale delle religioni". 

Oggi il suo insegnamento ispira migliaia di persone in tutto il mondo, che appartengono a tutte le nazionalità, a tutte le religioni e a tutte le fedi.  Vishnudevananda Saraswati è stato un suo discepolo ed è stato il fondatore dei centri e degli ashram internazionali Sivananda Yoga Vedanta.

Fonti:

  • pp 43-44 dal libro Il cerchio della farfalla.
  • https://www.yogapedia.it/index.php?title=Swami_Sivananda
  • https://premasai.it/it/sivananda-sarasvati
  • https://belurmath.org/past-presidents/swami-shivananda/
  • https://www.sivananda.eu/it/lo-yoga-sivananda/i-maestri/swami-vishnudevananda.html

venerdì 7 luglio 2023

Vishnudevananda

Un grammo di pratica vale piu’ di una tonnellata di teoria” - Swami Sivananda

Vishnudevananda (1927-1993 ) era un un discepolo di Sivananda e fù il fondatore dei centri e degli Ashram internazionali di Sivananda Yoga Vedanta. Ha viaggiato in tutta l'India e in tutto il mondo per diffondere lo yoga.


Vishnudevananda incontrò il suo maestro Swami Sivananda nel suo Ashram a Rishikesh e rimase impressionato dalla semplicità, dalla retorica e dall'espressione di Sivananda: “E' stata la prima volta che ho visto una persona così genuina, e che usava parole erano così dirette". Comprò un paio di libri ed iniziò a praticare ogni mattina presto lo yoga e il pranayama. Nel 1947 abbandono il suo lavoro ed entrò nell'ashram di Sivananda e in breve, nonostante la sua giovane età, diventò maestro dell'hatha-yoga. Le asana, anche quelli difficili, erano molto facili per lui, e per quel motivo Sivananda lo chiamava “uomo senza ossa”.

Da Sivananda ricevette tante lezioni per la vita: una delle prime lezioni fu l'umiltà. Appena arrivato la seconda volta all'ashram di Sivananda, Sivananda con alcuni discepoli stava uscendo dall'ufficio e Vishnudevananda si trovò in difficoltà, perché si era proposto per tutta la sua vita di non inchinarsi mai davanti ad una persona, neanche ad una persona santa, perché era dell'opinione che tutti sono uguali. Ma si rese conto in questa situazione che tale comportamento sarebbe stato maleducato e così provò a nascondersi in un angolo, finché fossero passati. Ma nel momento in cui Sivananda lo vide, gli andò incontro, si inchinò davanti a Vishnudevananda toccandogli i piedi. In quel momento anche Vishnudevananda si gettò ai piedi di Sivananda, travolto dalla lezione di umiltà.

Sivananda gli diede il compito di portare lo yoga in Occidente e così nel 1957 partì per raggiungere gli Stati Uniti. Simbolicamente Sivananda gli diede 10 rupie per mostrarli che si occupava anche materialmente del progetto. Oltre la sua energia, il suo entusiasmo non aveva altro nella sua valigia.
In un clima da Guerra Fredda e capitalismo sfrenato, Swami Vishnudevananda capì quanto il suo lavoro fosse necessario. Il suo obiettivo era di iniziare un’evoluzione olistica verso la pace, seguendo la tradizione di Gandhi e Martin Luther King. Viaggiava effettuando tappe brevi. Dove si fermava, dava lezioni di yoga e con i soldi guadagnati andava avanti a raggiungere la tappa successiva. Scrisse il suo primo libro “Il grande libro illustrato dello yoga”, che è stato pubblicato nel 1960, come uno dei primi libri sullo yoga. In questo libro ha creato un programma completo per indirizzare la forza dello yoga al conseguimento dei seguenti obiettivi: rilassare e rinvigorire la mente, conferire al corpo più forza e flessibilità, sviluppare la consapevolezza spirituale, migliorare la capacità di concentrazione, insegnare al corpo a utilizzare in maniera più efficace l'ossigeno e le sostanze nutritive, prevenire malattie e ritardare il processo di invecchiamento. Aveva pianificato un viaggio di un anno, ma rimase stabilmente in Canada. A Val Morin, un paesino canadese, ha costruito il primo “Sivananda Ashram Yoga Camp” nel 1963.

Oggi milioni di persone praticano gli esercizi che Swami Vishnudevananda iniziò a insegnare in occidente 50 anni fa. La creazione di 70 centri e ashram Sivananda nel mondo è una prova delle enormi affermazioni e del dinamismo del maestro yoga. Per citarne solo alcuni:  New York, Montreal, il quartier generale a Val Morin in Canada, San Francisco, Los Angeles, Chicago, Nassau, Londra, Parigi, Berlino, Monaco, Vienna, Reith a Kizbühel, Ginevra, Madrid, Tel Aviv, Delhi, Madras, Uttarkashi (Himalaia), Neyyardam (Kerala), Buenos Aires, Montevideo.

Secondo il maestro Swami Vishnudevananda i cinque pilastri della pratica yoga, sono le asana (posture fisiche), gli esercizi di respirazione, il rilassamento profondo, una dieta vegetariana e il
pensiero positivo. Tutte le pratiche yoga culminano con la meditazione, esperienza di unità con il proprio sè. Nel 1969 Swami Vishnudevananda pose le fondamenta per la diffusione dello yoga conducendo il primo Corso di Formazione Insegnanti (TTC) in occidente; insegnanti che diffondono l’insegnamento dello yoga classico in palestre, scuole, centri benessere, ospedali, università e  prigioni.

Degno di menzione è il suo nome famoso "The Flying Swami" ("Swami volante") e le sue missioni per la pace nel mondo. Prese la patente di aviazione e si comprò un aereo e cominciò a compiere  numerose missioni per la pace volando sopra le regioni di guerra  attraversando simbolicamente i confini dei luoghi più tormentati del mondo.
Per Swami Vishnudevananda non esistevano barriere, né interiori né esteriori. Credeva che le barriere fossero solo costruzioni della mente e che in quanto tali andavano superate. Nel 1971 volò con l’attore Peter Sellers su un piccolo bimotore Piper Apache battezzato “Aereo della Pace” a Belfast in Irlanda del Nord facendo piovere petali di fiori e volantini con messaggi di pace; il primo di una serie di voli di pace sui luoghi più conflittuali del globo. Un mese dopo volò in Medio Oriente. Durante la guerra del Sinai, in un volo di pace sul Canale di Suez, jet militari israeliani cercarono di obbligarlo a atterrare, ma lui continuò la sua missione risolutamente. Il suo messaggio: “L’uomo è libero come un uccello, deve attraversare i confini con fiori e amore, non con pistole e bombe”.
Allo stesso modo nel 1983 sorvolò il muro di Berlino da ovest a est su un aereo ultraleggero “armato” solo di due mazzi di calendule. Atterrò in una fattoria a Weissensee, a Berlino Est. Dopo essere stato interrogato per quattro ore dalle autorità della Germania dell’est, fu accompagnato alla metropolitana con un panino al formaggio e rispedito a ovest del muro.
Un anno più tardi, nel 1984, per tre mesi attraversò l’India su un autobus a due piani decorato col motto “Yoga per la pace”. Voleva che gli uomini del paese che ha originato lo yoga si abituassero alle pratiche moderne dello yoga e alla sua filosofia. Swami Vishnudevananda lasciò il suo corpo nel 1993 a Mangalore, nel Sud dell’India, durante un pellegrinaggio per la pace e la comprensione reciproca nel mondo.
Swami Vishnudevananda diceva che era arrivato in Occidente, aveva fondato i centri e gli asharm Yoga Vedanta Sivananda e preparato migliaia di insegnanti di yoga, il tutto grazie all’energia di dieci rupie. “Dieci rupie mi hanno portato infinite volte intorno al mondo. Fu solo l’energia del mio maestro, Swami Sivananda, e la sua benedizione che mi hanno permesso di fare tutto quello che ho fatto. Tutto quello che ho realizzato l’ho fatto nel nome del mio Maestro.” 

Quando il suo stato di salute peggiorò, nell'estate de 1993, tornò in India, perché il suo desiderio era di lasciare il proprio corpo nel suo paese d'origine.

venerdì 2 giugno 2023

Satyananda Saraswati

Satyananda Saraswati (1923-2009), era un Sanyasi, insegnante di yoga e guru sia nella sua nativa India che in Occidente. Era uno studente di Sivananda Saraswati, il fondatore della Divine Life Society, e ha fondato la Bihar School of Yoga nel 1964.

La tradizione del Satyananda Yoga (o Bihar Yoga) è il sistema di yoga sviluppato, esposto e trasmesso da Swami Satyananda Saraswati e dal suo successore Swami Niranjanananda Saraswati, basato sui testi e sugli insegnamenti delle tradizioni di Samkhya, Vedanta, Yoga e Tantra che giungono attraverso l’antico lignaggio di sannyasa.

Il Satyananda Yoga è una scienza completa per una vita armoniosa, adatta a tutti, indipendentemente da età, genere, condizione mentale e livello di forma fisica. Rivolgendosi alla persona nella sua interezza, il Satyananda Yoga offre un metodo sistematico di integrazione di mente, corpo e spirito e un procedimento di sviluppo delle facoltà fisiche, mentali, emozionali e spirituali nella vita; integrando la profonda essenza delle diverse forme di yoga si rivela utile nella vita quotidiana e appropriato per i bisogni della società moderna.

Questa tradizione include i sistemi classici di hatha, raja, karma, bhakti, gyana, mantra, kriya e kundalini yoga, e di altre branche dello yoga. La conoscenza o gyana, l’azione o karma e la devozione o bhakti non sono separati uno dall’altro e non si può ottenere uno sviluppo integrale se uno di questi aspetti della personalità viene trascurato. L’ideale dello yoga è divenire armoniosamente equilibrati in tutte queste direzioni.

Lezioni di Satyananda Yoga sono attualmente condotte in differenti parti del mondo, negli ospedali, scuole, università, centri sociali, centri di cura, uffici governativi, istituzioni sportive e prigioni. Tramite la pratica regolare, gli allievi possono fare esperienza di una maggiore stabilità, pace, forza, salute e benessere. Stress, preoccupazioni ed ansia spesso sono il risultato di uno stile di vita focalizzato su eventi passati o futuri ed ampiamente privo di contatto con la realtà presente.

Satyananda Yoga non richiede alcun credo politico o religioso e fornisce a chiunque, indipendentemente dallo stato sociale, gli strumenti per lo sviluppo della personalità così da divenire stabili e sicuri in se stessi.  Il Satyananda Yoga è un sistema olistico che promuove uno sviluppo ottimale del potenziale umano a tutti i livelli: fisico, mentale, emozionale, psichico e spirituale. 

Gli insegnamenti del Satyananda Yoga offrono un sistema olistico adatto al modo di pensare della moderna umanità e alla sue necessità. È importante sapere che non è necessario cambiare il proprio stile di vita per praticare yoga, ma è sufficiente solo introdurlo nella propria vita quotidiana per generare un cambiamento armonioso.  Lo yoga ci insegna che per poter scoprire e risvegliare il nostro potenziale interiore latente, abbiamo bisogno di comprendere le differenti dimensioni della nostra personalità che sono:

  • Dinamica/fisica: istintiva, dinamica, energetica, ecc. interagisce con il corpo, i sensi e l’ambiente;
  • Mentale/razionale: riflessiva, pensierosa; contemplativa, intellettuale, logica, analitica, razionale, focalizzata, ecc.
  • Emozionale: sensibile, premurosa, affettuosa, gentile, empatica, compassionevole, tenera. ecc.
  • Psichica: vuole scoprire la natura e il potenziale interiore latente, le dimensioni nascoste della coscienza, la relazione fra vita individuale ed esistenza, ecc.
 Una lezione comprende la pratica delle posizioni (asana), tecniche per lo sviluppo della respirazione e per l’energia vitale (pranayama), rilassamento guidato (yoga nidra) e tecniche di concentrazione e meditazione, ponendo l’accento sullo sviluppo della consapevolezza.
Satyananda Yoga per il sostegno di persone affette da fibromialgia:   https://www.satyanandaitalia.net/yoga-nel-sociale/satyananda-yoga-per-il-sostegno-di-persone-affette-da-fibromialgia/ 

sabato 27 maggio 2023

Incontro con Yogaswarupananada all'Accademia Yoga 1969

Swami Yogaswarupananda è il Presidente della “Divine Life Society” di Rishikesh (India) ed uno dei monaci più anziani di questa istituzione yoga caritatevole, fondata nel 1936 dal grande maestro Swami Sivananda Saraswati. Nell’ashram di Rishikesh c'è un ospedale (i servizi offerti sono completamente gratuiti), una casa editrice (la Vedanta Forest Academy), scuole per i meno abbienti e nelle vicinanze un lebbrosario.

Swami é un profondo conoscitore dei testi sacri e di tutti gli aspetti dello Yoga, sia degli aspetti filosofici che di  quelli pratici (hatha yoga, pranayama, meditazione, ecc.). Dopo aver trascorso i suoi primi 45 anni dedicati alla ricerca spirituale, senza mai spostarsi dall’India, ha iniziato a viaggiare per divulgare i principi e la disciplina yoga  nella società moderna che ha fatto del materialismo un fondamentale pilastro su cui sorreggersi, spesso a scapito di principi universali come la pace interiore, principio alla base di una convivenza sociale sana.

Sri Swami Yogaswarupananda insegna yoga presso l’Accademia Reale del Nepal, tiene corsi sulla Bhagavad Gita presso la Yoga Vedanta Forest Academy di Rishikesh, e autore del testo “Guida pratica allo Yoga”.
Il 12 maggio, il giorno del compleanno di Giorgio Furlan (il fondatore dell'Accademia morto il 6 novembre 2021) Swami è intervenuto all'Accademia Yoga ed ha sottolineato come attraverso l'applicazione dei principi universali dello yoga, si possa riequilibrare la propria vita nella società contemporanea.  “Lo Yoga è una scienza sacra e la sua pratica è essenzialmente un processo spirituale, anche se basato sul corpo fisico, sul respiro e sul controllo della mente. Lo scopo di questa scienza è di aiutare l’umanità a raggiungere la pace e la gioia."   Occorre servire Dio attraverso lo yoga. 

La Baghvad Gita è un libro necessario per il successo nella vita e la realizzazione spirituale. E' composto da 18 capitoli. Nel 3 capitolo verso 42 "Si dice che i sensi trascendano gli oggetti sensibili, che la facoltà mentale trascenda i sensi, che la facoltà intellettuale trascenda la facoltà mentale. Ma colui che è al di là della facoltà intellettuale, è esso". Il corpo ha sei aspetti: nasce, muore, cresce, diminuisce, vive esperienze buone e cattive, Ma noi non siamo solo il corpo, quando dormo non c'è corpo, non c'è mente.   La mente è la coscienza. Oltre il corpo ci sono i sensi, oltre i sensi la mente, oltre la mente l'intelletto, oltre l'intelletto la consapevolezza (la coscienza).  Solo gli esseri umani possiedono l'intelletto che permette di avere la possibilità di discriminare.   La mente è chiamata manas quando si collega ai sensi, con la discriminazione la chiamiamo buddhi; il terzo stato è l'ego (ahamkara), in questo stato si dice: io sono il corpo, io sono un indiano, io sono un padre, ecc,  il quarto stato è chitta, il magazzino della memoria, che acquisisce dati. Nel sonno non abbiamo percezione del passato e del futuro.    
Andare oltre i limiti della materia è definito Yoga. Lo yoga è la strada per superare tutte le sofferenze fisiche, dei sensi, mentali, intellettuali. La meditazione è la strada per andare oltre corpo, sensi, mente, intelletto.  Niente passato, niente futuro, solo presente. 

Attraverso il mantra ripetiamo suoni positivi.  Pronunciando i mantra e concentrandosi sull'ombelico, piano, piano si arriverà a livelli profondi di coscienza.
 Il mantra Om Namah Shivaya significa “Mi inchino con profondo rispetto; salute a te, Shiva!”
(Namah in sanscrito significa abbandonarsi, arrendersi; Shivaya fa riferimento a Shiva, il Dio della dissoluzione, più che della distruzione, è il simbolo della fine e del corrispondente nuovo inizio).
 Altro significato: "io saluto l'assoluta luce della coscienza". 
Il mantra dedicato a Shiva è composto da sei sillabe (le più importanti secondo il pensiero filosofico indiano): Om, Na, Mah, Si, Va, Ja.  ** Vediamo nel dettaglio i loro significati.
- Om è la sillaba sacra, il suono originale da cui tutto ebbe inizio.
- Na appresenta la Terra, le radici (che corrispondono alle nostre gambe che supportano il corpo)
- Mah rappresenta l’elemento Acqua, corrispondente allo stomaco e, quindi al mondo manifesto.
- Si è il Fuoco, che troviamo nel nostro corpo nella zona delle spalle, corrisponde anche a Shiva Nataraja, il signore della danza.
- Va è l’elemento Aria, che trova corrispondenza nella zona della bocca.
- Ja, o Ya (come troviamo scritto nell’inno a Rudra dello Yajurveda) è lo Spazio, rappresentato nel corpo fisico come gli occhi, ovvero il simbolo dell’anima individuale.

Altri mantra sono:   OM Namo Narayanaya      e     Ram Ram Ram.
Om Namo Narayanaya è un antico mantra vedico. E' cantato con l'intenzione di inviare effetti positivi a tutte le persone del mondo. Può essere usato come un canto per la pace, la salute e la felicità per tutti. I “sadhu”, ovvero coloro che nel subcontinente indiano si dedicano alla pratica della vita ascetica, usano per esempio salutarsi con la frase “om namo narayanaya”, vale a dire: “Gloria a Dio che si manifesta in te”.
Il  mantra Ram Ram Ram prende il suo nome dalla divinità Rama, che rappresenta colui che riporta ordine nel mondo… ma non solo. Rama infatti è anche la divinità che porta l'armonia, il bene, la lealtà, la verità e l'equilibrio.  Significato del mantra Ram è: Ram è la verità totale, come la terra e l'universo è.  Ram è "la Luce dentro di me, la Luce del mio cuore".       Tutti i sacri misteri vengono dal mantra Ram:  Ram Ram Ram ( Dio Dio Dio ).
Aum  è composto da 3 lettere, i tre aspetti della mente: veglia, sonno, sonno profondo.
 
Lo yoga è comune a tutte le religioni ed è la rimozione della sofferenza. Lo yoga è ciò che rimuove le limitazioni. Noi siamo quella consapevolezza pervadente, per questo ripetere il suono di Dio permette di andare oltre le limitazioni. 
Ci sono tante definizioni dello yoga, ma tutti i vari tipi di yoga dovrebbero portare alla meditazione, ossia portare la mente verso l'interno, in meditazione siamo in piena consapevolezza. Il terzo occhio è la mente, la consapevolezza. "Io sono quello" è il messaggio e il contenuto filosofico del Vedanta.
 
Sivananda ha scritto 565 libri sullo yoga (sono stati scoperti molti testi inediti dopo varie ricerche che sono terminate nel 2010).  Sotto ci sono i maestri che sono stati ospiti all'Accademia Yoga 1969

mercoledì 5 aprile 2023

L'intervista al Maestro yoga Amadio Bianchi

Amadio Bianchi (Swami Suryananda Saraswati) è l'ideatore e fondatore della World Yoga and Ayurveda Community, Presidente del Movimento Mondiale per lo Yoga e l'Ayurveda, della European Yoga Federation; Vicepresidente della International Yog Federation di New Delhi; Membro Fondatore della European Ayurveda Association e della Scuola Internazionale di Yoga e Ayurveda C.Y. Surya.

Amadio è un grande Maestro di yoga e ayurveda che negli anni è riuscito a creare un ponte culturale fra Oriente ed Occidente.

Nel mese di Gennaio 2014 a Dubai in occasione di una importante Conferenza Internazionale, alla presenza di numerose eminenti personalità internazionali gli è stato conferito il titolo di Ambasciatore dello Yoga e dell’Ayurveda. Pratica ed insegna Yoga da 52 anni ed Ayurveda da 46 anni. Ha insegnato in Italia, India, Grecia, Francia, Lettonia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Croazia, Portogallo, Argentina, Romania, Polonia, Brasile, Bulgaria, Germania, Lituania, ecc., dove ha presentato sistemi integrati, frutto della pluriennale esperienza maturata a stretto contatto con la realtà psicofisica indiana con luminari della scienza medica ayurvedica e monaci orientali (ha compiuto in India innumerevoli viaggi-studio).

E' spesso presente nei maggiori congressi in qualità di relatore. In passato ha più volte collaborato con gli Enti Ufficiali Indiani e Italiani nell'organizzare incontri sulla cultura indiana o del benessere psicofisico; spettacoli di musica, danza o canto dell'India; iniziative di solidarietà e fratellanza fra i popoli. Ha collaborato con riviste, giornali, editori, televisioni pubbliche e private, siti internet in qualità di consulente, di ospite o di autore di testi e con alcune testate in modo continuativo. In Italia, è già stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche quali: TG 2 "Costume e Società", Rai Uno Mattina, Vivere Meglio - Rete 4, "La vita in diretta" - Rai 2, "Monitor Popoli" - Sat 2000, Tg regionale - Rai 3, "Salute e Benessere" - Radio Sole 24, Totem - RTL 102.5, Mediolanum "Le buone notizie" - Mediolanum Channel, ecc.

Amadio Bianchi, è stato anche l'ideatore dell'evento "Artisti per la pace - Gandhi 50 anni dopo " che si è tenuto a Milano per ricordare il Mahatma a 50 anni dalla sua scomparsa.       I suoi libri:La scienza della vita, lo yoga e l'Ayurveda”, “Nel respiro il segreto della vita”, "Ayurveda: una scienza per la salute”, “La gioia di vivere con lo Yoga e la YogaTerapia”, "Marmani: i 107 gioielli della medicina ayurvedica", "Apprendere dal passato, vivere il presente e prepararsi al futuro" pubblicati da SpazioAttivo edizioni, sono diffusi ed utilizzati in moltissime scuole ed istituti di yoga e ayurveda in Italia. 

Intervista di Elisa Cappelli "Tra yoga, ayurveda e spiritualità". dal sito: https://www.cure-naturali.it/articoli/vita-naturale/yoga/yoga-ayurveda-amadio-bianchi.html    

Avete presente i maestri tutto d'un pezzo? Quelli che si sentono portatori di un sapere affatto trasmissibile? Che dispensano parole come se fossero "perle"?    Ecco, Amadio Bianchi non funziona così. Il suo sistema è quanto di più lontano dall'erudita e distaccata sapienza da sfoderare a ogni costo. E' vero che ha quell'eleganza che il conoscere se stessi rilascia, ma a guardare bene si vede umiltà. Se lo si conosce nella veste di insegnante, poi, si arriva a percepire la sua estrema voglia di comunicare: "Voglio darvi tutto" dice ai suoi allievi. Poi si mette a baciare le piantine quando meno te lo aspetti.

"Chi è felice al giorno d'oggi viene preso per strano. Per diverso." mi dice mentre stiamo per affrontare la prima giornata del corso di massaggio ayurvedico che sta tenendo presso l'Associazione Ayuryoga Samyoga; apro una breve parentesi: l'Associazione è iscritta registro CONI, affiliata CSEN ed aderente a Benessere Csen, il corso è appena iniziato a Roma, in Via Lisippo 12, sabato 8 e domenica 9 marzo ci sarà il secondo appuntamento con i corsi di Operatore Ayurveda Tradizionale e Massaggio Ayurvedico e si può partecipare liberamente per poi decidere se, eventualmente iscriversi o meno.

Quanto c'entra la pratica yogica con gli occhi intensi e vispi di quest'uomo? "Lo yoga ti aiuta, è una disciplina adatta per porti in relazione con la tua vita interiore" e quando dice questa frase non ha proprio l'intento di chi vuole venderti qualcosa, semmai, la sapienza di chi sa che non si può parlare di cose più grandi dell'umano. Aggiunge: "Affinché sia stabile, il sorriso non deve partire da fuori, non deve esser stimolato solo dall'esterno. Quando scaturisce dalla tua vita interiore, quel sorriso è autentico."

Gli chiedo a quando risale il primo contatto con lo yoga."Avevo 23 anni e mezzo quando sono stato colpito da una sospetta leucemia. Peggioravo a vista d'occhio. Poi tra le mie mani è finito un libro sullo yoga - lo conservo tutt'ora nella vetrina delle cose preziose di casa mia - e mi sono incuriosito. Nessuno mi aveva mai parlato di questa pratica, nessuno mi aveva mai rivelato quano la vita interiore e la dimensione fisica fossero connesse."  Da quella scintilla iniziale si è avviato un amore puro e incondizionato che lo ha portato almeno 32 volte in India. Durante l'ultimo recente soggiorno è stato celebrato il suo compleanno indiano con apposita cerimonia tradizionale (puja). Gli chiedo se la fonte della trasmissione dovrebbe essere unica, se un l'allievo dovrebbe avere un insegnante unico cui restare fedele a vita. "Può accadere che si trovi il Satguru che disseta e sazia tutta la necessità di ricerca. Per me non è stato così, la mia formazione è passata per diversi maestri." Swami Satyananda lo ha introdotto allo Yoga Nidra; poi ha conosciuto lo yogi Swami Chidananda, incontrati entrambi in Svizzera durante un congresso mondiale di yoga a Zinal.

E' ormai divulgata la nozione per cui yoga significa "unione". Trovo infinitamente utile che Amadio ribadisca quanto lo yoga nel suo significato in sanscrito abbia a che fare con l'abilità nell'azione, senso che si rintraccia nella Bhagavadgītā. "Dunque lo yoga dovrebbe essere maestro dell'energia, compresa quella sessuale. La pratica serve a comprendere cosa fare delle cose che ci son state date; in fondo siamo in vita con questa finalità. Lungo il tragitto ci possono anche essere "scivoloni", ma la comprensione è qualcosa che si matura nel tempo, il tentativo di arrivare a noi stessi è un percorso."

La definizione che Amadio dà della maestria è quanto di più utile abbia sentito ultimamente: "Un maestro è colui che ti fa riflettere su quanto importante sia diventare noi stessi maestri delle energie che la natura ci mette a disposizione." Precisa con serenità e decisione insieme: "Lo yoga ispira la vita. Porta verso la gestione di ogni cosa in senso produttivo e non controproducente."

Arriva spesso la sensazione di avere davanti una persona trasparente, sia che racconti delle sue esperienze da allievo in India, sia che racconti degli episodi durante il praticantato nel massaggio ayurvedico e nell'insegnamento, o che spieghi le variazioni di dieta adottate nelle fasi di scrittura e creazione. In questo momento globale si dovrebbe riconsiderare l'energia ricettiva rispetto all'azione reattiva immediata, è qualcosa che emerge spesso nei dialoghi che ho avuto con maestri, terapeuti, medici di vario genere.

Scatta la domanda di genere, chiedo ad Amadio se, lungo tutta l'esperienza di insegnante, ha colto differenze nell'apprendimento degli uomini e delle donne. "Ho avuto tanti allievi finora. Certo, ci sono delle diversità. Apparentemente l'impulso dell'uomo a praticare può partire da una spinta di natura fisica; la spinta del femminile verso lo yoga è di altra natura: essendo la donna colei che crea, la sua ricerca dell'unione va alle radici. Ma è una distinzione generica, quindi non del tutto veritiera. Sommariamente, lungo tutta la mia vita, sono stato molto a contatto col femminile. Le donne le apprezzo moltissimo, l'evidenza di questa presenza femminile mi lascia sempre così ricco. La sensibilità è particolare, c'è una facilità ad approcciare la vita interiore rilevante nella maggior parte dei casi. Ma sono discorsi generici, ripeto. Anche gli uomini, quando ci si mettono, possono aprire i cuori a una trasformazione meravigliosa che li porta ad apprezzare anche la loro parte femminile."

Quando nomina la possibilità di trasformazione, penso all'arte nobile, suprema della meditazione. "La meditazione opera sul piano dell'intuizione, della percezione, della presenza. Ci si perviene per entrare in contatto con la nostra parte non fisica e per tornare a vedere che i nostri strumenti non sono solo i sensi, ma la coscienza. Percepire il movimento della coscienza."

Vorrei inondarlo di domande sui suoi viaggi in India ma mi viene una richiesta banalotta. "Nessuna domanda è banalotta, chiariamolo subito. Dimmi." Gli domando: "Come vedi gli italiani ora? Non solo rispetto agli indiani, in generale."

"Siamo una cultura antica ma c'è confusione. Il futile viene ricoperto di importanza e diventa predominante. Il nostro contatto con la natura era molto forte, l'occidentalizzazione ci ha fatto perdere il contatto con la fonte. Ciononostante siamo un popolo estremamente sensibile; il nostro inconscio è alquanto storico, abbiamo gli strumenti, siamo in contatto con stimoli forti."

Gli domando cosa ha imparato sugli umani studiando l'ayurveda. "Che il più delle volte l'uomo frapponendosi alla natura, è causa della sua stessa infermità. L'uomo si sostituisce alle forze naturali che lo avvertono. Ti accendi una sigaretta. Sai che non è una cosa buona. Ti frapponi. Impari a fumare. Diventa abituale. Menti, diventi bugiardo, prima di tutto con te stesso. Talvolta anche mentre ci si nutre ci si mente; nel perpetrare la scelta di alimenti che ci danneggiano, sviluppiamo un'attitudine alla menzogna."

Amadio è stato l'ideatore dell'evento "Artisti per la pace - Gandhi 50 anni dopo" che si è tenuto dal 24 al 30 di gennaio 1998 a Milano per ricordare il Mahatma a 50 anni dalla sua scomparsa e che ha visto il convergere di quasi tutti i movimenti spirituali e religiosi. Per l'occasione, in una struttura di quasi 9.000 posti a sedere si erano esibiti, per una settimana, gratuitamente oltre 300 artisti, provenienti da molte parti del mondo, dando vita ad un grandioso spettacolo di pace.

Amadio era molto legato al discepolo di Ghandi, Padre Antony Elenjimittan. Tra uomini spirituali, quale che sia la religione, ci si intende. E si opera nella stessa direzione. "Percepisco e amo la diversità nella vita in generale, anche nel culto. Nonostante mi vesta di arancio, la mia tendenza è assai laica. Condividevo con Padre Antony, ultimo allievo di Ghandi, un grande amore verso qualcosa che potremmo definire come una multiforme spiritualità." Quando l'intervista si conclude, dopo qualche scambio di opinioni e dettagli pratici, resta nell'aria quella freschezza di un insegnamento semplice. Ciò che è denso e profondo può essere anche leggero e luminoso. Rifulge di un arancione divertentissimo e ha la risata squillante di chi ama la vita.

La mente umana, nel suo processo evolutivo, è stata rischiarata dalla luce della consapevolezza, generando sistemi il cui fine è il miglioramento della condizione umana. Lo yoga come abilità nell'azione, diventa uno strumento per comprendersi e usare i propri talenti.

Altre interviste ad Amadio Bianchi: 

  • http://www.culture-nature-magazine.info/wordpress/20/amadio-bianchi/verso-oriente/silvia/
  • http://www.golfonetwork.it/news/news_commenti.asp?NewsID=11812&Intervista%20al%20Maestro%20di%20Yoga%20ed%20Ayurveda%20Amadio%20Bianchi
  • https://www.fitogirl.it/2016/06/28/naturfiera-2016-intervista-al-maestro-amadio-bianchi/
  • https://kultunderground.org/art/14710/
  • https://www.youtube.com/watch?v=bAGizj4IZf0

Il Maestro yoga Lino Miele

Lino Miele è riconosciuto come uno dei più autorevoli insegnanti di Ashtanga Vinyasa Yoga a livello internazionale. Inizia a volgere la propria attenzione alle discipline yoga nei primissimi anni ’80.

I viaggi in India lo portano all’incontro con il Maestro Sri K. Pattabhi Jois che diventerà la sua guida per la comprensione di questa nobile disciplina. Dopo anni di studio alla presenza del Maestro, viene insignito, con pochi altri, del Certificato Internazionale per l’insegnamento dell’Ashtanga Yoga ed oggi, è riconosciuto come uno dei migliori insegnanti di Ashtanga yoga del mondo.


Una profonda consapevolezza della capacità di risveglio sia fisico che intellettuale insita nella disciplina che studia, lo porta nel 1993 alla scrittura, fatta a due mani insieme a Sri K. Pattabhi Jois, di un libro che dà una chiara lettura del metodo della 1 & 2 serie dell’ Ashtanga Vinyasa Yoga. 

Nello stesso anno fonda, assieme ad altri praticanti, la Federazione dei Centri Ashtanga Yoga diventandone vicepresidente.  Inizia a svolgere una serie di attività per promuovere questo tipo di yoga e, nello stesso anno, lascia il suo lavoro come direttore tecnico di teatro per dedicarsi completamente all’insegnamento dell’Ashtanga yoga. Ora tiene seminari e ritiri in tutto il mondo  Con l'aiuto di alcuni suoi studenti fonda l’Ashtanga Yoga Research Institute a Roma, la Scuola di Ashtanga Yoga a Milano ed in Europa le Scuole di Copenhagen ed Helsinki, Tallinn, poi a Buenos Aires ed in India a Kovalam Beach (stato del Kerala nel sud dell’India) dove ogni anno offre a coloro che sono interessati una grande opportunità per approfondire questa pratica.

- Nel 1993 da un’approfondita ricerca sul sistema del Vinyasa  fatta attraverso la pratica e personali incontri e studio con Sri K. Pattabhi Jois, Lino Miele ha scritto il suo primo libro, intitolato “Astanga yoga” contenente le descrizioni della 1° e 2° serie. Il libro “Astanga yoga”, è diventato uno dei testi fondamentali, insieme allo “Yoga Mala” di Sri K. Pattabhi Jois, per la pratica dell’Ashtanga yoga.

- Nel 1999 realizza un video esplicativo su tutte le posture che compongono la I serie e nel 2001 è protagonista con Gwendoline Hunt di un video dove vengono eseguite tutte le posizioni della II e III serie.
- Nel 2012 pubblica  il libro “Ashtanga yoga-lo yoga del respiro”, che contiene le descrizioni della prima serie, di quella intermedia e dell’avanzata A e B, chiamate anche:1°, 2°, 3° e 4°  serie.

Vedi sito https://www.linomiele.com/
Dal sito : https://www.ilgiornaledelloyoga.it/lino-miele

Il Maestro yoga Roberto Mattei

 “Lo Yoga è creatività, è coinvolgimento del corpo, della mente e dello spirito, un'esperienza unica che consente di espandere la coscienza, poiché cambia prospettiva nel modo di vivere e di essere” - Roberto Mattei.      

Roberto Mattei è uno dei più importanti insegnanti di yoga in Italia. Ha iniziato a praticare yoga a 20 anni. Ha viaggiato in diversi paesi tra cui l’India e l’Africa, dove ha soggiornato anche per molti anni in una continua ricerca filosofica, antropologica ed etnologica. Ha avuto modo di approfondire le culture e le pratiche legate alla salute nel corpo e nella mente.


Agli inizi del 2006, Roberto Mattei entra in contatto con la European Yoga Federation, ottenendo il riconoscimento ufficiale per la sua professionalità nel settore e per l'attività dell'Associazione Culturale Science & Art Garbha Yoga, una scuola di formazione per insegnanti yoga riconosciuta a livello internazionale dalla World M.Y.A. (World Movement for Yoga and Ayurveda) e dalla World M.I.F.A. (World Movement for Indian Fine Arts). Ha collaborato con l'Aimy, l'Associazione Italiana Mindfulness e Yoga di Pescara per l’insegnamento dello yoga e per l’attivazione della “Scuola Integrata per insegnanti di Yoga, Mindfulness e Ayurveda” riconosciuta anch’essa dalla World M.Y.A.
Ha organizzato, nel corso degli anni, diversi incontri in Europa con maestri come Swami Chidananda, Swami Ramaswarupananda e Sri Sri Sri Satchidananda. La sua passione per lo yoga si è poi trasformata in una vera e propria missione che lo ha spinto a divulgare sempre più le conoscenze acquisite. ll maestro Mattei insegna che nello Yoga, qualsiasi ramo sia, attraverso le posizioni e la coscienza del respiro, è possibile raggiungere un equilibrio fisico e mentale lasciando andare le tensioni, le preoccupazioni e le ansie quotidiane.       Vedi:

  •  Dal sito  http://www.aimy.it/mindfulnessyoga/yoga/il-maestro.html   
  • Centro di formazione Garbha Yoga A. S. D.   https://www.yoga.it/corso-formazione-insegnanti/garbha-yoga/     
  • https://www.linkedin.com/in/roberto-mattei-99bb5738/?originalSubdomain=it

Il Maestro Yoga Maurizio Morelli

Il Maestro Maurizio Morelli ha creato la Scuola di formazione yoga HAmSA   https://thisisyoga.org/it/ 

La pratica consapevole è il cuore della formazione di questa scuola. Il massimo impegno viene indirizzato alla spiegazione, allo studio e specialmente alla sperimentazione delle innumerevoli tecniche dello Hatha Yoga: asana, pranayama, mudra, bandha, tecniche di visualizzazione, rilassamento e meditazione. I momenti teorici (pedagogia, storia dello Yoga, Chakra) sono finalizzati ad arricchire, inspirare, strutturare e spiegare la pratica, centro focale di un percorso di integrazione psico-somatica che è collettivo e individuale a un tempo. Lo sviluppo delle potenzialità e inclinazioni naturali del singolo è considerato un enorme valore di arricchimento collettivo e viene stimolato fin dai primi incontri. Lo Yoga è conosciuto solo per mezzo dello Yoga. Lo Yoga è realizzato solo per mezzo dello Yoga. 
La formazione si svolge su 1 anno e comprendelezioni in Live Streaming o in presenza presso la nuova sede della Scuola di Hatha Yoga Hamsa a Calice al Cornoviglio (SP).Il programma è organizzato sullo schema dei 7 Chakra Evolutivi e segue la metodologia del Pranayoga Method® di Maurizio Morelli.
Certificazione a fine corso: – Diploma di Scuola e  – Certificazione CONI tramite CSAIn – WEPA

Nella pratica prana e posizioni sono sempre associate. E occorre considerare il limite come opportunità. Occorre dare molta importanza agli esercizi preparatori: rotazioni della testa, piegamenti della testa, sollevare i talloni, in piedi braccia larghe una davanti e una dietro, rotazioni delle spalle.  In piedi le mani aperte, un braccio palmo verso l'alto, un braccio palmo verso il basso,  sollevo le spalle, poi le lascio cadere. Rotazioni delle ginocchia morbide, quando mi piego in avanti come se si sgonfiasse un palloncino, adotto la tecnica del gomitolo fino ad arrivare a toccare le caviglie con le mani, la testa deve risalire per ultimo.
Lo yoga è consapevolezza, e nelle posizioni si cerca di assorbire tutte le sensazioni particolari. Nella posizione supina shavasana (20 minuti) faccio il silenzio mentale per accedere ad alti livelli di consapevolezza, nel pranayama cerco di avere la consapevolezza del respiro, con piacevolezza, evitando qualsiasi sforzo. Prana è luce e calore, durante gli esercizi di pranayama, dal punto un po' più basso dell'ombelico, si cerca di portare l'attenzione sulla luce che si sviluppa e si irradia tutto il corpo.  Si porta la consapevolezza sul diaframma e sul muscolo traverso dell'addome, uno si contrae e l'altro si rilassa.  Nelle posizioni prone (il corpo si trova sdraiato sì in posizione orizzontale ma a pancia in giù, con le braccia lungo i fianchi) si usa  una coperta se si hanno le ossa fragili.  E' più utile lasciare il corpo in una posizione a lungo piuttosto che fare la stessa posizione più volte. Per fare la posizione del loto, prima si devono fare molti esercizi preparatori, piegare il piede alcune volte e poi chiudere il piede. Nella meditazione zen è importante la posizione, il respiro e la predisposizione mentale, se uno dei tre eleementi è perfetto anche gli altri elementi sono perfetti e la meditazione è perfetta.

domenica 12 marzo 2023

La scienza sacra - Swami Sri Yukteswar

"L'Oriente e l'Occidente  devono trovare un'aurea di mezzo tra l'attività e la spiritualità".

Paramahansa Yogananda nella sua Autobiografia di uno Yogi paragona il suo Maestro, Sri Yukteswar (1855-1936) come grandezza al Cristo. Sri Yukteswar (Priya Nath Karar) è stato il discepolo di Lahiri Mahasaya di Benares, il primo ad aver insegnato il kriya yoga, affermando che questa scienza era il mezzo più efficace per ottenere la realizzazione di Dio. Sri Yukteswar  invitava i suoi studenti a diventare legami viventi tra le virtù dell'Occidente e quelle dell'Oriente. Sri Yukteswar era un occidentale dalle abitutini esteriori e interiormente e spiritualmente un orientale. Nel 1920 inviò Paramahansa Yogananda in America per far conoscere ai ricercatori della verità di tutto il mondo la scienza liberatrice del Kriya yoga. Per questo Yogananda fondò la Self-Realization Fellowship, un'associazione internazionale con sede a Los Angeles. Il grande guru entrò nel mahasamadhi, la cosciente uscita dal corpo di uno yogi, il 9 marzo 1936 a Puri.

Lo scopo del libro La scienza sacra, scritto nel 1894 da Sri Yukteswar,  è quello di mostrare che esiste una unità di fondo tra tutte le religioni e che non esistono reali divergenze tra insegnamenti spirituali occidentali e orientali. Le varie dottrine servono soltanto ad inalzare barriere quasi insormontabili che minacciano di dividere per sempre il genere umano.  Tutte le creature desiderano tre cose: l'esistenza, la conoscenza e la beatitudine. Dio è presente in tutto l'universo. Non riusciamo a comprendere Dio, perchè l'uomo si identifica con il corpo fisico, deve trascendere la maya (l'illusione) e diventare egli stesso divino.

Le idee base della nostra civiltà: il tempo, lo spazio, l'atomo sono una stessa e unica cosa, e in sostanza soltanto idee. L'atomo sotto l'influsso di cit (la conoscenza universale) forma il citta, ossia quella condizione di calma della mente, che, una volta spiritualizzata prende il nome di buddhi, l'intelligenza o intelletto. Il suo opposto è manas, la mente, nella quale dimora il jiva: il sè con ego (l'ahamkara) e l'idea dell'esistenza separata.

Quando l'uomo comprende la sua vera natura, liberarsi dalla schiavitù di maya diventa lo scopo principale della sua vita. Con l'influenza di maya subisce tutte le angosce della vita e della morte. Il dolore nasce da avidya, l'ignoranza che è la percezione dell'inesistente, e la non-percezione dell'Esistente. Avidya si manifesta sotto forma di egoismo, attaccamento, avversione e cieca ostinazione. L'uomo è sottoposto all'influenza di questi mali e poi soffre. Il fine dell'uomo è la liberazione completa dall'infelicità. L'esistenza, la coscienza e la beatitudine sono i tre grandi desideri del cuore umano.  Quando l'uomo comprende che il suo Sé è un frammento dello spirito universale, raggiunge kaivalya, l'unione del Sé con Dio.

Il cammino è costituito da sacrificio (yajna), nella penitenza (tapas), dal profondo studio (svadhyaya), e dalla pratica della meditazione. La meditazione sul suono divino Om (pranava), è la sola via che porta a Brahman, e alla salvezza. Inoltre, occorre rivolgere il proprio amore al guru e seguirne amorevolmente gli insegnamenti.  

La forza morale è rafforzata dall'osservanza di yama (moralità e autocontrollo) e di  niyama (osservanze religiose, purezza del corpo e della mente). Praticando Yama e Nyama, le indegnità svaniscono dal cuore dell'uomo e si manifesta la virtù. L'essere umano diventa così un Sadhaka, un vero discepolo in grado di conseguire la verità.

L'obiettivo è liberare la mente da tutti i pregiudizi e i dogmi limitanti, vivere una vita in modo naturale. La qualità della vita dipende dalla scelta del cibo, della dimora e della compagnia. L'uomo è un animale frugivoro che si nutre di frutta e verdura. Ama stare in compagnia di coloro che dissolvono le sue angosce, chiariscono i suoi dubbi e gli concedono la pace. Deve pertanto evitare qualsiasi cosa che produca gli effetti opposti. Inoltre, deve studiare gli scritti degli esseri illuminati.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...