Le conferenze di Basilea (1934) di Carl Gustav Jung. Trascritte da Roland Cahen. A cura di Elena Caramazza.
Cap. I Dal conscio all'inconscio. Funzioni e strutture della Coscienza e dell'Inconscio. La psicologia non è magia nera, è una scienza; la scienza della coscienza e d ei suoi dati; è anche la scienza dell'inconscio. L'inconscio è ciò di cui non siamo informati. L'inconscio deposita sulle spiagge della coscienza una valanga di apporti. Tutto quello di cui siamo coscienti, è associato all'IO attraverso la mediazione della coscienza.
La coscienza è intermittente e discontinua (metà o due terzi della nostra vita sono coscienti), il resto è formato da vita inconscia. Quello che si manifesta nei sogni è un residuo di coscienza. Mentre parliamo, ascoltiamo, agiamo il nostro inconscio continua a funzionare.
I contenuti dell'inconscio sono di tre tipi: accessibili, accessibili attraverso una mediazione, inaccessibili.
accessibili: non abbiamo coscienza dell'espressione del viso, di certi gesti, ma potremmo averne coscienza
accessibili attraverso mediazione: non ricordi il nome di una persona, un luogo di risveglia ricordi d'infanzia, ecc. inaccessibili: ricordi dell'infanzia fino a 5 anni, o fino a 10... molte idee sonnecchiano nell'inconscio, come presentimenti e intuizioni.
La coscienza è uno strato superficiale fluttuante nell'oceano dell'inconscio.
Conscio + Inconscio costituiscono il dominio della psicologia.
La coscienza è una specie di organo di percezione e di orientamento diretto, verso il mondo ambiente. E' localizzata negli emisferi cerebrali.
Un capo degli indiani pueblos disse che si Pensa con il cuore. Per lui la coscienza intensa è formata dall'intensità del sentimento. Freud fa derivare l'inconscio dalla coscienza. Per Jung è l'opposto, l'elemento più arcaico è l'inconscio, dal quale a poco a poco emerge la coscienza.
Che cosa è questo se stesso?
E' innanzitutto il centro della coscienza; l'IO. quando non esiste un ponte tra l'oggetto e l'Io, l'oggetto è inconscio, vale a dire come se non esistesse.
La coscienza è una relazione psichica con un fatto centrale chiamato Io.
Che cosa è l'IO?
L'Io è una entità complessa. Qualcosa che assomiglia a una condensazione e ad un accumulo di dati e di sensazioni, in esso figura la percezione del corpo nello spazio, sensazioni (caldo/freddo, ecc. ), e la percezione di stati affettivi. L'Io implica un amassa enorme di ricordi. Si suppone che la coscienza originariamente sia sorta durante uno stato affettivo.
Anche gli animali reagiscono a stati affettivi, come quando ricevono cibo o un c olpo, per questo si potrebbe dire che anche gli animali hanno un Io.
E' importante per il nostro sviluppo avere una consapevolezza di noi stessi. L'egoismo, fino ad un certo grado, è una necessità.
Il primitivo è un maestro nell'arte di lasciar parlare l'inconscio e prestargli ascolto.
La coscienza utilizza le sensazione per orientarsi nello spazio esterno. Una volta che la sensazione ha constatato la presenza di un oggetto nello spazio, una seconda funzione di conoscenza, il pensiero ci precisa ciò che una cosa è. E questa sarà inserita nel flusso del passato e del futuro. Attraverso l'intuizione (funzione irrazionale) cerchiamo di capire la loro evoluzione. Si usa l'intuizione soprattutto in presenza di condizioni nuove o ambienti nuovi.
Tra me e la cosa che sto per conoscere si sviluppa un sentimento (funzione razionale), che determina il valore che l'oggetto ha per me.
Le funzioni di orientamento ci dicono se una cosa esiste, che cosa è per noi, da dove viene e dove va, e che cosa rappresenta per noi e ci permettono di orientarci nel nostro spazio psichico. Se una di queste funzioni non viene utilizzata, parte dell'evento può venire impresso nell'inconscio.
Possiamo utilizzare attenzione e volontà (che sono dei poteri dell'IO) per lavorare su queste funzioni. Importante è anche il sentimento di libertà imperitura che è sempre vivo in noi e non si lascia scalfire da nessuna filosofia.
Nel nostro Sé ci sono parti integranti che hanno un'esistenza oscura e inconscia.
Le quattro funzioni dell'Io sono: sentimento, intuizione, pensiero, sensazione.
Il tipo sensoriale vede le cose come sono, le cattura, vede difficilmente le loro relazioni. Il tipo intuitivo non vede le cose, guarda al di là dell'oggetto.
Una incompatibilità analoga esiste tra pensiero e sentimento. Ciò che ha valore per me rientra nella sfera del sentimento. Il pensiero è più neutro.
Queste distinzioni sono degli schemi che aiutano a orientarsi nel labirinto dei fatti psicologici. E permettono di determinare delle modalità dell'essere.
L'IO può essere diviso in due parti: la parte cosciente dell'Io e la parte inconscia, il mondo dell'ombra, che non conosciamo. Così si spiega che scopriamo sempre qualcosa di nuovo di noi. Siamo eternamente incompiuti, cresciamo e cambiamo.
Tra gli elementi della nostra vita interiore possiamo inserire il ricordo e la memoria. la funzione della memoria ci lega a cose che sono sparite dalla nostra coscienza, che sono diventate sublimali, che sono state respinte o rimosse.
Solo in casi particolari, ad esempio incidenti possiamo renderci conto della ricchezza interiore… il quadro che si offre alla memoria in circostanze normali è molto povero.
nell'anima si accumulano le tendenze latenti a reagire in un certo modo a determinate situazioni. Il corpo spesso ci serve psicologicamente per personificare la nostra ombra.
Dal mondo interiore provengono anche gli affetti. Non costituiscono una funzione volontaria, ma accadimenti interiori di cui siamo il campo.
L'uomo ha il temibile privilegio di allontanarsi da se stesso e di abbandonare una parte del suo essere. Questo accade a ciascuno di noi, ma in proporzioni diverse ed essenzialmente individuali.
Jung chiama il sentimento una funzione razionale. l'espressione razionale si riferisce, in primo luogo, al pensiero, ma anche il sentimento formula dei giudizi. Giudichiamo anche con il nostro sentimento, che ha una sua logica particolare.
Ci sono quattro funzioni ( Le quattro funzioni dell'Io sono: sentimento, intuizione, pensiero, sensazione) che contribuiscono a orientare la coscienza e abbiamo affrontato il tema dell'orientamento nello spazio psichico interiore. Ci sono tre elementi che aiutano in questo: la memoria, i contributi soggettivi delle funzioni, gli affetti.
La parte dell'IO che è in luce, il versante della coscienza, detiene il privilegio della volontà; L'Io cosciente è in grado di disporre, fino ad un certo grado, delle funzioni della coscienza che possono dirigersi dove vogliono. La volontà ha una debole efficacia sulle emozioni e sugli strati profondi della psiche.
Esistono due grandi classi di individui: gli estroversi che comunicano con una sorprendente facilità le difficoltà che si vivono e gli introversi che si ritirano dalla cerchia di amici, sprofondano in se stessi.
Spesso il ritratto che danno i pazienti di loro stessi è totalmente diverso dalla vera realtà, che si deduce con questo sistema di associazioni. Nella lista di parole induttrici critiche abbiamo: pregare, separare, sposarsi, litigare, famiglia, felicità, sbagliato, baciare, scegliere, contento.
Fenomeno psicogalvanico; il suo principio è il seguente: si sa da molto tempo che sono le manifestazioni affettive che influenzano principalmente il sistema nervoso simpatico, sistema che preside il funzionamento vegetativo dell'organismo. Gli affetti agisco sul cuore, sui capillari sanguigni della mano, ecc. Quindi mettendo degli elettrodi sulle mani, possiamo registrare il tempo di reazione e le reazioni emotive alle parole induttrici attraverso dei raggi luminosi. Attraverso un pneumografo si può anche registrare il ritmo e l'ampiezza del respiro.
Cos' il fenomeno psicogalvanico, completato dalla pneumografia, prova in modo inoppugnabile l'esattezza della nostra ipotesi, ossia che i nostri complessi costituiscono delle entità affettive.
Altro aspetto che Jung ha esaminato è l'interdipendenza psichica intrafamiliare, avvalendosi anche qui di associazioni; ad una parola induttrice venivano proposte varie risposte. Dai dati ricavò che il 30% dei processi mentali die diversi membri della famiglia erano identici. Esistono degli enormi legami.
Il complesso è un contenuto psichico a tonalità affettiva che può essere inconscio, sia cosciente in gradi diversi, e si creano delle relazioni simboliche tra le parole induttrici e il complesso. Il complesso costituisce un'entità psichica separata, sottratta al controllo gerarchizzante dell'IO, e l'individuo vive momentaneamente in funzione del suo complesso, e si perde un po' di obiettività.
In gergo psicologico questo fenomeno è chiamato perdita della libido (energia psichica), perché questa è stata captata altrove. Il complesso più importante è il complesso dell'IO che è particolare, perchè l'IO è dotato di coscienza. La perdita della libito (energia psochica) lascia delle tracce nel corpo, che poi possono manifestarsi in disturbi e isterie.
Nell'interpretazione dei sogni , entrano in gioco altre nozioni importanti, come quella di archetipo, espressione che designa un'immagine originaria, che esiste nell'inconscio. L'archetipo è anche una forma di complesso, ma non è il frutto di un'esperienza personale, ma è un complesso innato. Il drago è un archetipo, l'individuo per crescere devo incontrare il drago.
L'inizio di una nevrosi o psicosi è frequentemente segnalato dall'apparizione di sogni che hanno una grande importanza per le indicazioni che contengono sulle cause e sul significato del disturbo che sta per esplodere. I sogni sono accompagnati da uno stato di turbamento e dalla scomparsa della sensazione di sicurezza inerente l a vita normale. Molto importanti sono anche i sogni della prima infanzia. La filosofia giapponese dice: "quando sei solo e credi di poter fare quello che vuoi, non dimenticarti del vecchio saggio che abita nel tuo cuore", Questo vecchio saggio è l'incarnazione vivente in noi delle immagini archetipe. Spesso i genitori, inconsapevoli di sé, proiettano sui figli, complessi e colpe che credevano di aver soffocato definitivamente in loro.
La psicologia è la scienza che ci è più indispensabile; appare, infatti, con chiarezza che non sono né la fame, né i terremoti, né i microbi, né il cancro, bensì l'uomo stesso che costituisce il pericolo maggiore per l'uomo. Il pericolo psichico è il pericolo maggiore che emana dalla massa, in seno alla quale gli effetti dell'inconscio si accumulano, imbavagliando, allora, e soffocando le istanze ragionevoli della coscienza.