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venerdì 29 marzo 2024

Riassunto del libro Thich Nhat Hanh. Un sentiero tra le stelle

Estratto del libro Thich Nhat Hanh. Un sentiero tra le stelle. Autori: Roberto Fantini e Cesare Maramici.

Il monaco zen vietnamita Thich Nath Hanh (1926 - 2022), uno dei maggiori esponenti del pensiero buddhista contemporaneo, rappresenta uno di quei rari straordinari Maestri di Saggezza capaci di illuminare, con il proprio insegnamento e con il proprio impegno di vita, un’intera epoca, seminando un messaggio di Amore, Gioia e Compassione, rivolto a credenti e non credenti, in vista di un mondo rifondato sui valori della Consapevolezza, del Dialogo, della Nonviolenza e della Pace. Nel periodo presente, così denso di incognite oltremodo inquietanti e angoscianti, entrare in contatto con il messaggio di questo grande mistico potrà certamente costituire un messaggio di speranza. Con questo libro, seppur in maniera sintetica ed essenziale, si è tentato di presentare la ricchezza filosofica e la forte valenza pedagogica e terapeutica del suo pensiero.

Tra la fine del 1946 e il 1954, Thich Nhat Hanh assistette alla tragedia della guerra d’Indocina, poi divenuta, con l’intervento statunitense, guerra del Vietnam negli anni '60. Thich Nhat Hanh ha presto concepito una forma di buddhismo impegnato che potesse rispondere concretamente alle esigenze della società, dando vita al movimento di resistenza nonviolenta dei "Piccoli Corpi di Pace": gruppi di laici e monaci che si prodigavano per ricostruire i villaggi bombardati e tutto ciò che era stato distrutto dalla guerra. 

Si reca negli Stati Uniti e in Europa per sostenere la causa della pace e per chiedere la fine delle ostilità in Vietnam. E’ durante questo viaggio che incontra Martin Luther King, che, nel 1967, lo propone  come candidato al Premio Nobel per la Pace, definendolo “un apostolo della pace e della non violenza” e sostenendo che “le sue idee per la pace, se applicate, costruirebbero un monumento all’ecumenismo, alla fratellanza mondiale, all’umanità”.  

Nel 1975, Thay pubblica il libro Il miracolo della presenza mentale. Come ebbe a dire Jon Kabat-Zinn, è stato “il primo libro che abbia portato all’attenzione di un ampio pubblico di lettori l’argomento della consapevolezza. Ha aperto nuovi orizzonti nella scena della meditazione della fine degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta, portando la pratica fuori dalla sala di meditazione e mostrando in che modo la consapevolezza potesse trovare applicazione nella vita di tutti i giorni”. 

Nello stesso anno (1975), fonda la Comunità Sweet Potato (“Patata dolce”), vicino a Parigi, che, nel 1982, viene trasferita in una proprietà molto più ampia, il Plum Village (vicino a Bordeaux in Dordogna). Nel 2008, fonda Wake Up (“Svegliati!”), un movimento mondiale seguito da migliaia di giovani che si impegnano in pratiche di vita consapevole, e  lancia a livello internazionale un programma di formazione per insegnanti, le Wake Up Schools.  All'età di 80 anni dichiara: “Nel buddhismo vediamo che l’insegnamento si compie non solo parlando, ma anche vivendo la propria vita. La tua vita è ciò che insegni, è il messaggio che trasmetti”

In seguito all’ictus subito nel 2014, smette l'insegnamento diretto, anche se come lui stesso dice "Anche con l'esempio si può insegnare".  Oltre centomila praticanti hanno ricevuto i “Cinque Addestramenti alla Consapevolezza” al Plum Village.  

La pratica della consapevolezza è un “importante agente di trasformazione e di guarigione”, che può consentirci di smettere di essere vittime della distrazione, interrompendo di cercare “la felicità in qualche altro posto, ignorando e distruggendo i preziosi elementi di felicità che sono già presenti dentro di noi e intorno a noi.” La consapevolezza ci permette di cessare di innaffiare i “semi di infelicità” presenti in noi, spingendoci ad innaffiare, invece, con premurosa cura, “i semi della pace, della gioia e della felicità.

 Thich Nhat Hanh è noto per essere il padre della meditazione consapevole o  mindfulness, il suo insegnamento, pur restando pienamente inserito nel flusso della tradizione zen,  è volto a ridurre al minimo il formalismo rituale, favorendone, in tal modo, la comprensione da parte degli occidentali. Invece di usare i koan - interrogativi enigmatici che i maestri sottopongono ai loro studenti per stimolarne il risveglio – Thich Nhat Hanh ricorre alle metafore. Non cerca di fare proselitismo; chiunque ha la possibilità di assistere agli insegnamenti e chiunque è benvenuto nel "Sangha", la comunità dei praticanti.

The Miracle of Mindfulness, pubblicato nel 1975 (poi tradotto in italiano con il titolo Il miracolo della presenza mentale), presentava nuove pratiche meditative da lui sviluppate.  La “meditazione non deve essere intesa come evasione, ma come un incontro sereno con la realtà”, un modo di scoprire come vivere pienamente il momento presente: "Non lasciare che la mente divaghi nei ricordi del passato o nelle aspettative del futuro".

Tra gli insegnamenti chiave di Thich Nhat Hanh troviamo la consapevolezza del respiro e la camminata meditativa. Camminare in meditazione significa essere consapevoli ad ogni passo del contatto dei nostri piedi con il terreno e sincronizzare i passi al ritmo del nostro respiro: “Percependo la Terra come un bodhisattva cammineremo sul pianeta con lo stesso rispetto che avremmo nel camminare in un edificio di culto o in qualsiasi spazio sacro.”   

Punto chiave del suo insegnamento è la compassione che si estende anche alla natura e a tutto ciò che ci circonda, incoraggiandoci a coltivare "l'interessere", un ben preciso senso di interconnessione con tutto l'universo.  Thay ci invita a vedere come siamo tutti interconnessi e come le nostre azioni influenzino continuamente il mondo intorno a noi.  E’  fortemente orientato al non dualismo, e si propone di superare quella visione di noi stessi come entità separate dalle altre persone e dal resto della realtà che è fonte di enorme sofferenza, sia individuale che collettiva. Tutti i fenomeni dell’intero universo saranno quindi da osservare e da intendere alla luce dell’interdipendenza: “Niente può esistere di per sé.”

Il maestro vietnamita puntualizza che il meditante non dovrebbe mai  limitarsi a praticare soltanto per veder sorgere nella propria mente i cosiddetti “Quattro incommensurabili stati mentali” (amore, compassione, gioia ed equanimità), ma anche per far sì che essi penetrino nel mondo, per mezzo di parole e azioni.  Un altro punto cardine del suo insegnamento è che la pace interiore e la felicità sono disponibili solo nel presente. Una delle sue frasi più note è : "La presenza mentale aiuta a vivere in profondità ogni momento della vita".  Siamo chiamati a trasformare il momento presente nel “momento più meraviglioso” e possiamo riuscirci a condizione di imparare a fermare la nostra sciocca corsa verso il futuro e smettendo di torturarci per il passato.  E lo sviluppo della consapevolezza in quanto “nostra luce interiore” sarà facilitato dalla pratica della meditazione. Il nirvana - ci dice - è la liberazione da tutte le idee e le opinioni: “Quando entri in contatto con la realtà non hai più opinioni. Hai la saggezza”.  

Secondo Thich Nhat Hanh, la mindfulness buddhista è sempre socialmente impegnata, concentrata sul rimedio alle cause della sofferenza e dell'oppressione del mondo. E poiché i suoi obiettivi sono alleviare la sofferenza collettiva attraverso la riduzione dell'avidità, dell'odio e dell'illusione, la mindfulness buddhista può servire come pratica di sostegno per un sistema sociale più inclusivo e come forza profetica per sfidare le iniquità strutturali ed economiche che hanno schiavizzato gli oppressi, i poveri e gli affamati.  

Thich Nath Hanh è stato un maestro di eticità e il suo insegnamento è caratterizzato da:              

  • impegno sociale; 
  • comunicazione accessibile; 
  • geniale quanto coraggiosa capacità di mettere determinate tecniche meditative (adeguatamente semplificate ed essenzializzate, ma mai banalizzate o mercificate) a disposizione delle donne e degli uomini occidentali;
  • forte interesse pedagogico;
  • grande sforzo divulgativo;
  • straordinaria capacità di applicare gli antichi insegnamenti alle particolari problematiche del mondo contemporaneo.    
  • sincera disponibilità al dialogo inter-religioso;

In piena sintonia con il pensiero teosofico e con quello gandhiano, quindi, sostiene che nessuna singola tradizione religiosa  può ritenersi depositaria del monopolio dell’intera verità. “Dobbiamo cogliere - dice - i valori migliori delle diverse tradizioni e lavorare insieme per rimuovere le tensioni fra le tradizioni stesse: solo così potremo offrire un’opportunità alla pace. 

Altro tema particolarmente a cuore di Thich Nhat Hanh è l'ambiente e l'ecologia. Thay, con la sua Lettera d’amore alla Madre Terra, dopo avere espresso più volte commozione di fronte alla grande armonia del cosmo, denuncia l’operato dell’essere umano che sta creando squilibri, inquinando l’atmosfera, e gli oceani, invitandoci tutti a ritrovare il nostro vero ruolo che è quello di proteggere la Madre Terra. 

Thich Nhat Hanh affronta anche il rapporto tra dolore e sofferenza. Il dolore può anche essere inevitabile, ma il fatto di soffrire o meno dipende da noi. Soffrire è una scelta, noi scegliamo se soffrire o meno. Nascita, vecchiaia e malattia sono naturali. È possibile non soffrire a causa loro, ma soltanto se siamo in grado di accettarle come parte della vita. Possiamo sempre scegliere di non soffrire, benché vi siano dolore o malattia. La vita e la nostra particolare situazione dipendono dal nostro modo di guardare.

Attraverso la meditazione – puntualizza Thich Nath Hanh – potremmo arrivare alla conoscenza di un’unica cosa: "che nascita e morte non ci riguardano mai e in nessun modo.”  Se riuscissimo a osservare attentamente i grandiosi processi cosmici, non dovrebbe risultare difficile superare la paura della morte.  “La nostra vera casa è nel qui e ora. Il passato se n’è andato e il futuro non è ancora arrivato". 

Thich Nhat Hanh è autore di circa 130 libri, di cui una settantina tradotti in italiano, che vanno dai manuali classici sulla meditazione, la consapevolezza e il buddhismo impegnato, poesie, racconti per bambini e commenti su antichi testi buddhisti, frutto di una vita di insegnamento, di studio, di creatività e di realizzazioni spirituali.

Scrittore poliedrico, Thich Nhat Hanh ha affrontato svariate tematiche come l'Etica, le Relazioni, l’Ecologia, esplorando anche i possibili punti d’incontro tra le grandi tradizioni del buddhismo e del cristianesimo.

Con questo libro, seppur in maniera sintetica ed essenziale,  si è tentato di presentare la ricchezza filosofica e la forte valenza pedagogica e terapeutica del suo pensiero.

Il libro si può trovare al seguente link: https://www.edizioniefesto.it/collane/lumen/774-thich-nath-hanh-un-sentiero-tra-le-stelle 

Filmati su Thay:    https://www.youtube.com/watch?v=IZkjX_c4hm4

 https://www.youtube.com/watch?v=SNRvtJ6nQhw  Buddhist Chant Namo Avalokiteshvara a Plum Village

https://www.youtube.com/watch?v=t5Ka2RS0UC4  https://www.youtube.com/watch?v=eiaxqGsyld8

venerdì 1 marzo 2024

Corrado Pensa e Roberto Mattei hanno lasciato i loro corpi

Ieri, giovedì 29 febbraio 2024, alle 21.30, il maestro Corrado Pensa ha lasciato il corpo. Il bene che ha fatto in tutta la sua vita, l’impegno e la fiducia con cui ha diffuso il Dharma rimarranno su questa terra per sempre. Da oggi il mondo è un posto più luminoso grazie alla fiamma ardente che Corrado ha acceso in tutti i nostri cuori.

Vedi link: https://www.associazioneameco.it/corrado-pensa-ha-lasciato-il-corpo/

https://unionebuddhistaitaliana.it/
 

Non si incontrano tanti veri maestri nella vita, uno era certamente Corrado Pensa, che fuori dai riflettori ha avuto un enorme impatto nella vita di tanti; era professore di Filosofia dell’Estremo oriente alla Sapienza di Roma, psicanalista junghiano ma soprattutto insegnante di meditazione Vipassana.

Aveva rinunziato alla psicanalisi, che pure praticava con passione, perché, spiegò, conducendo 60 giorni di ritiri e seguendone anche di più come allievo non poteva seguire i pazienti come avrebbe voluto e dovuto.  Professore e Maestro di Dharma Corrado Pensa ha fondato l’A.Me.Co, per diffondere la pratica della consapevolezza e ha raggiunto in molti decenni migliaia di allievi.

I suoi insegnamenti profondi sul sentiero del Dharma erano di una chiarezza esemplare, la sua vita dedicata alla diffusione dei valori buddhisti lasciano un’impronta indelebile nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.  Corrado Pensa è stato un faro di saggezza e compassione per tutto il movimento buddhista in Italia. Un ponte tra l’Oriente e l’Occidente, che ha saputo rendere accessibili e vivi i principi del Buddhismo nella vita quotidiana delle persone.

Ha fatto conoscere tanti maestri della spiritualità di ogni tradizione e infatti ai suoi corsi partecipavano buddisti, cristiani, laici, agnostici e atei. Veniva invitato a insegnare in varie parti del mondo e ha scritto libri fondamentali, anche con Neva Papachritou, insegnante di meditazione e sua moglie.

Il suo impegno instancabile verso l’insegnamento e la pratica hanno contribuito in modo significativo alla crescita spirituale di innumerevoli individui e alla promozione di una cultura di pace e comprensione reciproca.__________________

Si è spento il Maestro Roberto Mattei una vita dedicata all’insegnamento dell’antica disciplina dello Yoga fondatore della scuola Garbhayoga di Roma . Profondo conoscitore degli antichi testi vedici in lingua Pali in sanscrito. Tale desiderio di conoscenza delle scienze contemplative lo hanno portato a frequenti viaggi in diversi paesi tra cui l’India e l’Africa, dove ha soggiornato anche per molti anni.

https://www.facebook.com/scuolacognitivocomportamentale/?locale=it_IT 

Agli inizi del 2006, Roberto Mattei è diventato Consigliere e Responsabile delle relazioni governative della European Yoga Federation, ottenendo il riconoscimento ufficiale per la sua professionalità nel settore e per l'attività dell'Associazione Culturale Science & Art Garbha Yoga, una scuola di formazione per insegnanti yoga riconosciuta a livello internazionale dalla World M.Y.A. (World Movement for Yoga and Ayurveda) e dalla World M.I.F.A. (World Movement for Indian Fine Arts). Negli ultimi anni ha collaborato con l'Aimy, l'Associazione Italiana Mindfulness e Yoga di Pescara per l’insegnamento dello yoga e per l’attivazione della “Scuola Integrata per insegnanti di Yoga, Mindfulness e Ayurveda” riconosciuta anch’essa dalla World M.Y.A.

sabato 16 dicembre 2023

Pratiche di consapevolezza proposte da Thich Nhat Hanh

Cerca di essere in piena coscienza 24 ore al giorno, e non soltanto durante l’ora che ti concedi per una meditazione formale o leggendo le scritture o recitando preghiere”.


L’originalità del pensiero di Thich Nhat Hanh è dovuta soprattutto alle molteplici tecniche di consapevolezza ampiamente sperimentate ed insegnate, alla cui base troviamo sempre “I Cinque Addestramenti alla Consapevolezza”.

1- La consapevolezza del respiro.   La base della consapevolezza mentale è il respiro. La principale pratica di consapevolezza è la respirazione. Il respiro è un oggetto facile da individuare: “Inspirando, so che sto inspirando, espirando, so che sto espirando. Inspirando, sono calmo, espirando, sorrido”. “Il respiro consapevole riporta la mente al corpo, permettendoci di radicarci nel qui e ora, pienamente presenti, per vivere ogni momento della giornata in profondità”.

Solo quando la mente e il corpo sono riuniti possiamo veramente entrare in contatto con le meraviglie dentro di noi e aprirci alla vera vita; solo la respirazione consapevole potrà portarci la felicità e farci vivere pienamente nel momento presente. Alcuni insegnanti frequentanti il Plum Village hanno messo a punto la pratica “dei cinque respiri” da fare con tutte le classi durante la riunione del mattino che consiste nel fare cinque respiri (Inspiro, pausa, espiro, pausa) in consapevolezza per prepararsi alle lezioni.

2- Il suono della campana.  Un’altra tecnica di consapevolezza messa a punto da Thay e dalla sua comunità e proposta in ambito didattico è quella del suono della campana. Un maestro di campana, dopo aver recitato una strofa risveglia la campana producendo un suono smorzato che preannuncia l’arrivo di un suono pieno. La classe o la comunità si ferma per tre lunghi respiri in attesa dell’arrivo del suono pieno. In questo intervallo i miliardi di cellule del nostro corpo si mettono contemporaneamente in ‘ascolto profondo’ che porta pace, distensione al corpo e al sentire.

4- Camminare in consapevolezza.  Oltre alla classica meditazione seduta Thay propone il camminare in consapevolezza, ossia il camminare solo per camminare. Resisti alla corsa, e cammini, “coinvolgi la mente intera e tutto il corpo in quel passo e cerca di arrivare nel qui e ora, al cento per cento. Poi, sulle labbra il sorriso della vittoria, fa’ un altro passo dicendo sono a casa, sono a casa. La mia casa è proprio qui nel momento presente.

5- Condivisione di pensieri. Altra tecnica importante per arrivare a una comunicazione autentica è la condivisione dei nostri pensieri, emozioni e stati d’animo in un cerchio di persone sedute. Ogni persona, a turno, può prendere la parola, esporre il suo stato d’animo, le sue preoccupazioni attuali con parole amorevoli e gli altri ascoltano con attenzione profonda, con il cuore aperto, senza giudicare. L’ascolto profondo e la parola amorevole aiutano a entrare in contatto con le sofferenze dell’altro, creare un clima di empatia tra i partecipanti e un senso di vera comunità. Poi quando il gruppo acquisisce familiarità e fiducia reciproca, si possono introdurre argomenti più personali e sensibili e fare una specie di brain storming sull’argomento proposto.  Il metodo tradizionalmente usato a Plum Village, da chi vuole prendere la parola è quello di fare un inchino unendo i palmi delle mani, l’inchino viene rifatto quando ha finito di parlare. Un altro metodo è usare il bastone della parola, può parlare solo chi ha in mano il bastone che circola tra i partecipanti.

5- Innaffiare i fiori. 
Un'altra pratica di consapevolezza è quella di ricominciare da capo, e serve a chiarire la propria mente per creare un nuovo inizio con noi stessi e nelle relazioni che abbiamo con gli altri. Si inizia, con innaffiare i fiori e consiste semplicemente nel mostrare apprezzamento per gli altri nella tua famiglia o nella tua comunità di lavoro. Le persone, quando si sentono pronte a parlare, prendono in mano il vaso di fiori freschi che simbolizza la freschezza delle loro parole. Durante l’innaffiamento dei fiori, chi parla riconosce, senza adulazione, le qualità sane e meravigliose degli altri. Ognuno ha dei punti forti che possono essere visti con consapevolezza. Nessuno può interrompere la persona che tiene i fiori. A ciascuno è concesso tutto il tempo necessario, e tutti gli altri praticano un ascolto profondo. Quando una persona ha finito di parlare, si alza e lentamente riporta il vaso al centro della stanza.”

Libri di riferimento:  Thich Nhat Hanh, The miracle of Mindfulness, 
Thich Nhat Hanh e Katherien Weare, Insegnanti felici cambiano il mondo.

venerdì 15 dicembre 2023

Il cuore del pensiero di Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh (1926-2022), Maestro di pace, è stato monaco zen vietnamita, poeta e pacifista, famoso in tutto il mondo per la saggezza e per le straordinarie doti intellettuali e morali. Martin Luther King lo definì “apostolo della pace e della nonviolenza” e lo propose per il Nobel per la pace. Per molti anni, Thich Nhat Hanh ha regolarmente viaggiato in America e in Europa, al fine di insegnare l’arte di “vivere consapevolmente”.    

Thich Nhat Hanh ci invita a vedere come siamo tutti interconnessi e come le nostre azioni influenzino continuamente il mondo intorno a noi. La pratica diventa, quindi, un atto collettivo, un contributo alla riduzione delle sofferenze nel mondo e la meditazione ci spinge verso una compassione che si estende a tutti gli esseri viventi. Questo modo di connettersi crea una rete di relazioni basate sulla compassione reciproca. Questa compassione si estende anche alla natura e a tutto ciò che ci circonda, incoraggiandoci a coltivare "l'interessere", un ben preciso senso di interconnessione con tutto l'universo.

Nel testo Il miracolo della presenza mentale, un vero manuale di meditazione, vengono presentati diversi metodi per meditare, precisando che “la meditazione non deve essere intesa come evasione, ma come un incontro sereno con la realtà”, un modo di scoprire come vivere pienamente il momento presente.

Uno degli insegnamenti chiave di Thich Nhat Hanh è la consapevolezza del respiro. Egli invita le persone a ritornare al loro respiro come mezzo per stabilizzare la mente e connettersi con la realtà presente. La respirazione consapevole diventa un punto focale che permette di ancorare la mente nell’adesso, offrendo un rifugio tranquillo, lontano dalle frenesie della vita quotidiana.

Un posto particolarmente rilevante, all’interno delle varie pratiche meditative, viene assegnato alla meditazione sulla “gentilezza amorevole”, una pratica che, partendo dal “conosci te stesso”, ci sospinge a coltivare la comprensione, l’amore e la compassione, prima per noi stessi e poi per gli altri. Occorre liberare la mente da “rabbia, preoccupazioni, paura e ansia” e a generare e coltivare “semi di pace, gioia e liberazione”, facendo sempre massima attenzione al rischio che lo svincolarsi dall’”attaccamento” possa produrre indifferenza.   In una conferenza, dopo l'attacco alle torri gemelle, disse: “Non è l’uomo il vero nemico dell’uomo. Il vero nemico è l’ignoranza, la discriminazione, la paura, l’avidità, e la violenza.” Secondo Thay, il Buddhismo  è in grado di offrirci “l’unico antidoto alla violenza, all’odio e alla rabbia” grazie alla pratica della compassione e della gentilezza amorevole, le quali “non possono nascere così per caso”, ma soltanto in seguito alla pratica del “guardare in profondità”.

Il maestro vietnamita puntualizza con ricorrente fermezza che il meditante non dovrebbe mai  limitarsi a praticare soltanto per veder sorgere nella propria mente i cosiddetti “Quattro incommensurabili stati mentali” (amore, compassione, gioia ed equanimità), ma anche per far sì che essi penetrino nel mondo, per mezzo di parole e azioni. Pratichiamo finché non vediamo gli effetti concreti del nostro amore sugli altri, finché non siamo in grado di offrire pace e felicità a tutti, anche a coloro che si sono comportati in modo tutt’altro che amabile verso di noi.

Respirate – ci dice – coscientemente mentre abbracciate, e abbracciate con tutto il corpo, l’anima e il cuore. (…) Abbracciandola e inspirando ed espirando per tre volte, fate sì che quella persona diventi reale, e anche voi diventate davvero reali.” L’abbraccio assume la valenza di un vero gesto di apertura verso l’altro, un gesto di dichiarazione del nostro concreto desiderio di voler comprendere l’altro e di volere la sua felicità.

Con Thay si affermò lo sviluppo del “buddhismo impegnato”, che vede i buddhisti non isolati nella foresta o in un eremo, ma attivi nella società, per alleviare dolore e paure. Secondo Thich Nhat Hanh, infatti, la mindfulness buddhista è sempre socialmente impegnata, concentrata sul rimedio alle cause della sofferenza e dell'oppressione del mondo. Può servire come pratica di sostegno per un sistema sociale più inclusivo e come forzaer sfidare le iniquità strutturali ed economiche che hanno schiavizzato i poveri e gli affamati.
"Solo l’amore, la compassione e la comprensione – infatti – possono veramente portare un cambiamento, perché l’odio - come ci spiega magnificamente il Dhammapada  - non può essere eliminato dall’odio.

Coloro che hanno a cuore la causa della pace e che desiderano ottenerla sono chiamati, prima di ogni altra cosa, a praticare l’onestà, l’umiltà e la capacità di usare un linguaggio amorevole, vivendo in maniera semplice, liberi da ogni forma di avidità e desiderio di possesso.  Il nirvana - ci dice - è la liberazione da tutte le idee e le opinioni: “Quando entri in contatto con la realtà non hai più opinioni. Hai la saggezza”.  

Thich Nhat Hanh, d’altra parte, impartiva insegnamenti in ogni momento. Come solo i grandi maestri possono, incarnava l'armonia di pensiero, parola, azione.  Ripeteva continuamente:  “Quando inspiri, torni a te stesso. Quando espiri rilasci ogni tensione.
La pratica della consapevolezza, pertanto, consisterà nel comprendere, rispettare e sviluppare le nostre innate caratteristiche, non soltanto in vista del proprio personale bene, ma per la felicità di tutti gli esseri viventi. Se vogliamo essere felici, dobbiamo smettere di continuare ad innaffiare i semi nocivi e  imparare, invece, ad innaffiare soprattutto il seme della consapevolezza che è dentro di noi. 
Impegnarsi nel cercare di ravvivare il nostro fiore, ogni volta che tenderà ad appassire, ci obbligherà a fermarci, imparando ad arrestare il marasma delle preoccupazioni, delle ansie e della tristezza, “così da poter trovare (soprattutto attraverso la pratica meditativa) pace e felicità e sorridere ancora.”
Siamo chiamati a trasformare il momento presente nel “momento più meraviglioso” e possiamo riuscirci a condizione di imparare a fermare la nostra sciocca corsa verso il futuro e smettendo di torturarci per il passato.

Indispensabile sarà, perciò, trasformare le tossine della nostra coscienza individuale e collettiva: “La pace comincia dal prendersi cura ogni giorno del proprio corpo e della propria mente.” Thay crede che sia realmente possibile, grazie ad un sincero impegno generale, trasformare la cultura della guerra e della violenza in modo da creare una cultura della pace in cui siano possibili “uno sviluppo sostenibile, la protezione dell’ambiente e la realizzazione personale di ogni essere umano”, creando, così, un mondo in cui siano presenti dignità e armonia, giustizia, solidarietà, libertà e prosperità.
Questi i punti programmatici del Manifesto del 2000:
    • Rispettare la vita e la dignità di ogni persona senza discriminazione o pregiudizio.
   • Praticare la non violenza attiva, rifiutando la violenza in tutte le sue forme, fisica e sessuale, in particolare verso i più indifesi e vulnerabili, come i bambini e gli adolescenti.
    • Condividere il proprio tempo e le proprie risorse materiali nello spirito della generosità per porre fine all’esclusione, all’ingiustizia e all’oppressione politica ed economica.
    • Difendere la libertà di espressione e le differenze culturali, dando sempre la preferenza al dialogo e all’ascolto piuttosto che al fanatismo,alla maldicenza e al rifiuto degli altri.
    • Promuovere un consumo e un comportamento responsabili e delle pratiche di sviluppo che rispettino tutte le forme di vita e preservino l’equilibrio della natura sul nostro pianeta.
    • Contribuire allo sviluppo della propria comunità, con la piena partecipazione delle donne e il rispetto dei principi democratici, in modo da creare insieme nuove forme di solidarietà.” 

Nel Buddhismo, ci dice, il Buddha viene visto come una porta, come un maestro che ci indica la via, una porta a cui, ovviamente, viene attribuito un particolare valore, perché ci fornisce “accesso al regno della consapevolezza, dell’amorevolezza, della pace e della gioia.”
Ma, al contempo, si ritiene che esistano ben ottantaquattromila porte del Dharma, ovvero della dottrina. “Se siete abbastanza fortunati - aggiunge -  da trovare una porta, non sarebbe da veri buddhisti sostenere che sia l’unica.
Il Buddha, ci spiega, non espose una “dottrina assoluta”. Per ogni buddhista, quindi, l’attaccamento dogmatico ad una qualche dottrina rappresenterebbe un “tradimento” dello stesso Buddhismo. Anzi arriva anche a scoraggiare coloro che vorrebbero abbandonare la loro religione per abbracciare il buddhismo, esortando sempre ad andare oltre la dimensione esteriore del proprio credo, al fine di comprenderne meglio i più profondi messaggi spirituali.

In piena sintonia con il pensiero teosofico e con quello gandhiano, quindi, sostiene che nessuna singola tradizione religiosa  può ritenersi depositaria del monopolio dell’intera verità.Dobbiamo cogliere -dice - i valori migliori delle diverse tradizioni e lavorare insieme per rimuovere le tensioni fra le tradizioni stesse: solo così potremo offrire un’opportunità alla pace. Dobbiamo unirci e cercare in profondità il modo per aiutare la gente a mettere nuove radici. Dobbiamo indicare il miglior percorso per raggiungere la salute fisica, mentale e spirituale della nostra nazione e della Terra".

La via che viene insistentemente proposta (e praticata) è quella del dialogo, attraverso il quale i credenti di varie tradizioni potranno riconoscere somiglianze e differenze. “E’ bene - comunque - che un’arancia sia un’arancia e un mango sia un mango.”  Entrambi, però, nonostante le differenze di colori, profumi e sapori, meritano di essere considerati, senza odiosi esclusivismi e gerarchizzazioni, “frutti genuini”: grazie ad una  approfondita osservazione, infatti, potremo renderci conto “che tutti e due i frutti hanno dentro di sé i raggi del sole, la pioggia, i minerali e la terra. Solo le loro manifestazioni sono diverse.”

Ovviamente, affinché possa crearsi un prezioso rapporto di dialogo costruttivo, capace, al contempo, sia di indurre a comprendere e ad amare maggiormente le proprie radici, sia di assaporare ed anche assimilare le cose migliori delle altre fedi e dottrine, dovranno essere abbandonate le pretese di primato e di monopolio, come quella espressa da Giovanni Paolo II nel suo Varcare la soglia della speranza, che, presentando il Cristianesimo, secondo la consolidata tradizione cattolica, come “l’unica via di salvezza”, renderebbe, di fatto, impossibile qualsiasi sincero dialogo, fomentando, altresì, discriminazione  e intolleranza. 

Il sogno di Thich Nath Hanh è, quindi, quello di tutti i grandi saggi e maestri, dal neoplatonismo di Ammonio Sacca all’umanesimo di Pico della Mirandola, dalla teosofia di  Madame Blavatsky al pensiero nonviolento di Aldo Capitini: le diverse scuole religiose,  impegnandosi con grande serietà  in un dialogo fiduciosamente aperto e animato da  spirito di autentico ecumenismo, potranno, nello stesso tempo, riscoprire gli aspetti più preziosi della propria dottrina e apprezzare ed apprendere fruttuosamente gli elementi di maggior valore presenti in ciascun credo.
Comprensione e amore potranno, finalmente, sgretolare pregiudizi, diffidenze e intolleranza, facendo in modo che, su questo campo di pratica, la pace possa aprire  “i suoi petali come un fiore meraviglioso”. 

La missione di Thich Nhat Hanh è stata quella di diffondere amore e positività, lo stesso obbiettivo di quando, appena sedicenne, entrò nel monastero buddhista: portare pace e amore al mondo intero. Thich Nhat Hanh è stato ed è il punto di riferimento per tutte quelle persone che credono nella forza positiva degli esseri umani.      

"Non dare la colpa agli altri: se hai capito e dimostri di aver capito, la situazione cambierà“.
Il vero amore è libero da legami: amare una persona significa volerla accompagnare nel percorso della vita senza cambiarla. “Se il tuo amore è solo possesso, non è amore. Il vero amore crea libertà“.
 "Il momento presente è tutto ciò che hai". L’unica cosa che abbiamo realmente è il momento presente. Ieri è un passato irraggiungibile, domani un futuro incerto. Vivere al massimo il momento presente è tutto ciò che davvero ci serve per essere felici.

mercoledì 22 novembre 2023

Frasi di Thay

Qui di seguito sono riportate alcuni frasi di Thich Nhat Hanh (1926- gennaio 2022). Maestro e monaco Zen, conosciuto in tutto il mondo per i suoi insegnamenti sulla consapevolezza, l’etica globale e la pace. E' stato candidato al Nobel per la Pace.

 

  • “La mattina quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro"
  • “Il regalo più prezioso che possiamo fare a qualcuno è la nostra attenzione.”
  •  “La felicità è possibile solo con il vero amore. Il vero amore ha il potere di guarire e trasformare la nostra condizione e può dare alla nostra vita un significato profondo.”
  • “Se nella nostra vita quotidiana possiamo sorridere, se possiamo essere in pace e felici, non solo noi, ma tutti ne trarranno giovamento. Se noi sappiamo davvero come vivere, quale miglior modo di iniziare la giornata che con un sorriso? Il nostro sorrisoafferma la nostra consapevolezza e determinazione di vivere in pace e gioia."       Dal libro: Il dono del silenzio
  •  “Come possiamo godere dei nostri passi se la nostra attenzione è rivolta a tutto quel chiacchiericcio mentale? È importantediventare consapevoli di cosa sentiamo, non solo di cosa pensiamo. Quando tocchiamo il terreno con il piede dovremmo riuscire a sentire il piede che entra in contatto con esso.     Dal libro: L'arte di comunicare
  •  “Riconoscere le nostre emozioni senza giudicarle o respingerle, abbracciandole con consapevolezza, è un atto di ritorno a casa.”
  •  “Ho guardato nel mio corpo in profondità,  e ho trovato una montagna,  la vetta altissima nascosta da nebbia e nuvole,  ho trovato un fiume che scorre giorno e notte verso il mare, ho trovato una galassia   che si muove silenziosa, con milioni di stelle.”
  •  “Diventare vegetariani è il modo più efficace di combattere il riscaldamento globale. I praticanti buddisti hanno praticato il vegetarianismo nel corso degli ultimi 2000 anni. Noi siamo vegetariani con l’intento di nutrire la nostra misericordia verso gli animali. Ora sappiamo anche che mangiamo vegetariano per proteggere la terra.” 
  •  “Per educare il popolo alla pace, possiamo usare parole o possiamo parlare con le nostre vite"    Dal libro: Il dono del silenzio
  •   “Quando finiamo invischiati in pensieri negativi e preoccupazioni è facile generare malinteso e ansietà. Quando fermiamo il pensare e calmiamo la mente creiamo maggiore spazio e apertura. Dal libro: Il dono del silenzio
  •   “Camminare è un modo magnifico di sgombrare la mente senza tentare di sgombrarla. Non dici: «Ora sto per praticare la meditazione!» o «Ora mi accingo a non pensare!». Ti limiti a camminare e, mentre ti concentri sul camminare, gioia e consapevolezza arrivano naturalmente.”  Dal libro: Il dono del silenzio
  • “La vera solitudine giunge da un saldo cuore che non si lascia trascinare dagli strattoni della folla né da dispiaceri riguardo al passato, preoccupazioni riguardo al futuro, o eccitazione o stress riguardo al presente.”  Dal libro: Spegni il fuoco della rabbia
  •  “Quando ti arrabbi, ritorna a te stesso e prenditi molta cura della tua rabbia. Quando qualcuno ti fa soffrire, ritorna a te stesso e prenditi cura del tuo dolore, della tua collera.”   Dal libro: L'arte di comunicare
  • “Quando inspiri, torni a te stesso. Quando espiri rilasci ogni tensione.”
  •  “Vivere in piena coscienza, rallentare il proprio passo e gustare ogni secondo ed ogni respirazione, questo è sufficiente.”
  • “La meditazione non è un'evasione ma un incontrosereno con la realtà.”
  •  “Ogni settimana, abbiamo bisogno di un giorno di pigrizia.”  Dal libro: L'arte di comunicare
  •  “Se la sofferenza continua, è perché noi continuiamo a nutrirla". Dal libro: L'arte di comunicar
  •  “Con l’inspirazione e l’espirazione, il nostro respiro consapevole, cominciamo a riordinare la nostra casa.” 
  •  “La vita non è un luogo particolare o una destinazione - la vita è un viaggio" Dal libro: L'arte di comunicare
  •  “So che stai soffrendo, questo è il motivo per cui sono qui per te". Dal libro Spegni il fuoco della rabbia
  •  “Se una persona si esprime con rabbia è perché sta soffrendo profondamente".
  •  “Il momento presente è il solo momento di cui disponiamo, è la porta di ogni momento.”
  •  “Se non puoi essere compassionevole verso te stesso, non potrai esserlo verso gli altri.”
  •   “Al mio risveglio, al mattino, io sorrido. Ventiquattr'ore tutte nuove si presentano davanti a me.” Dal libro: Il dono del silenzio
  •  “Se vogliamo essere maggiormente connessi con gli altri non dobbiamo mandare loro più SMS, ma dobbiamo ascoltarli di più.”
  •  “Le cose sono dinamiche e vive mentre i nostri concetti sono statici.”  Dal libro: L'arte di comunicare
  •  “Per tornare a casa è sufficiente mettersi seduti e stare con se stessi, accettare la situazione com’è."    Dal libro: Spegni il fuoco della rabbia
  •  “Con il metodo del respiro consapevole, il metodo della camminataconsapevole, il metodo dell’abbraccio della rabbia, quello dell’osservazione profonda della natura delle nostre percezioni e quello dell’osservazione profonda dell’altro ci rendiamo conto che anche lui soffre e ha bisogno di aiuto.”
  • “Con l’inspirazione e l’espirazione, il nostro respiro consapevole, cominciamo a riordinare la nostra casa". 
  • “Abbi piena coscienza che tutto ciò che è accaduto e tutto ciò che accadrà si trova in ogni tuo passo. Che sempre crescano fiori e frutti nei luoghi che i tuoi piedi hanno toccato.”  Dal libro: Spegni il fuoco della rabbia
  •  “Se la pratica è corretta, se la pratica è buona, per generare una trasformazione e una guarigione non occorrono cinque o dieci anni, possono bastare anche poche ore. Dal libro Spegni il fuoco della rabbia
  •  “Ascolta con un solo scopo: permettere all’altro di esprimere se stesso e di trovare sollievo dalla sua sofferenza. Mantieni viva la compassione per tutto il tempo dell’ascolto". Dal libro: Il dono del silenzio
  • “Noi siamo i nostri pensieri, ma allo stesso tempo siamo ben più dei soli nostri pensieri. Siamo anche i nostri sentimenti, le nostre percezioni, la nostra saggezza, felicità e amore. Quando sappiamo di essere più dei nostri pensieri possiamo decidere di non consentire al nostro pensare di assumere il controllo e dominarci.”    Dal libro: Il dono del silenzio
  •  “Ognuno di noi ha una preoccupazione ultima che non ha nulla a che vedere con questioni materiali o affettive. Cosa vogliamo fare con la nostra vita? Questo è il punto. Siamo qui, ma perché siamo qui? Chi siamo, ognuno di noi individualmente? Sono domande a cui di solito non abbiamo (o non troviamo) il tempo di rispondere.”   Dal libro: Il dono del silenzio
  •  “Siamo quello che sentiamo e percepiamo. Se siamo arrabbiati siamo la rabbia. Se siamo innamorati siamo l’amore. Se guardiamo un innevato picco di montagna siamo la montagna. Mentre sogniamo siamo il sogno.”     Dal libro: Il dono del silenzio
  • “Il silenzio è essenziale. Abbiamo bisogno di silenzio tanto quanto abbiamo bisogno di aria, tanto quanto le piante hanno bisogno di luce. Se la nostra mente è affollata di parole e pensieri, non c’è spazio per noi.”    Dal libro: Il dono del silenzio
  •  “Per esperire pienamente questa vita come esseri umani tutti noi abbiamo bisogno di entrare in comunione con il nostro desiderio di realizzare qualcosa di più ampio del nostro sé individuale. Questa può essere una motivazionesufficiente per modificare le nostre abitudini in modo da potere trovare sollievo dal rumore che riempie la nostra testa.”    Dal libro: Il dono del silenzi
  •  “Un giorno senza il cibo sensoriale di email, video, libri e conversazioni è un’occasione per schiarirci la mente e liberarci dalla paura, dall’ansia e dalla sofferenza che possono introdursi nella nostra coscienza e accumularvisi.”    Dal libro: Il dono del silenzio
  •  “Se ascoltiamo dalla mentesilenziosa, ogni canto di uccello e ogni sussurro dei rami di pino nel vento ci parleranno.”       
  •  “La vita è lo strumento con il quale sperimentiamo la verità.” Dal libro: Spegni il fuoco della rabbia
  •  “Qualunque cosa tu dica o faccia quando sei arrabbiato potrebbe danneggiare ancora di più la tua relazione con l’altro".
  • La nostra vera casa è "l’ora". Vivere l’istante presente è un miracolo".        
  • “Meditare è guardare in profondità nel cuore delle cose".

sabato 23 settembre 2023

Samsara. S.S. Il Dalai Lama (1)

 "Cercate di aiutare gli altri. Se non ne siete capaci , non fate del male agli altri" - Sua Santità il Dalai Lama riassume in questa frase l'essenza del Buddhismo.    

"Dobbiamo abbandonare il nostro egoismo, o almeno cerchiamo di essere egoisti in modo intelligente".

Nel primi due capitoli del libro Samsara, Liberarsi dalla sofferenza, combattere l'intolleranza attraverso la non-violenza, il Dalai Lama parla dell'invasione del Tibet da parte della Cina fino ad oggi  e dell'esperienza del suo esilio.

Il suo predecessore, il tredicesimo Dalai Lama Thupten Gyatso aveva indicato chiaramente il pericolo che veniva dalla Cina e aveva chiesto più volte a Buthan e Nepal di creare un'armata comune, ma questa proposta fu ignorata.  L’invasione del Tibet ebbe inizio nell’ottobre del 1950, dopo la fine della guerra civile cinese che vide il Kuomintang (il Partito Nazionalista Cinese, KMT) e il Partito Comunista Cinese (PCC) guidato da Mao Zedong contendersi il potere dal 1927 al 1949. Un anno dopo la vittoria del PCC e la conseguente fondazione della Repubblica Popolare il 1° ottobre 1949, ebbe inizio l’invasione del Tibet, regione fino ad allora indipendente dal governo di Pechino. Tra il 6 ed il 7 ottobre 1950, l’esercito cinese (People Liberation Army, PLA) – sotto l’influenza del futuro leader Deng Xiaoping, – circondò la città tibetana di Chamdo, che cadde sotto il comando cinese il 19 ottobre. La sconfitta dell’esercito tibetano a Chamdo diede inizio alle trattative per l’annessione cinese del Tibet che si conclusero un anno dopo con l’Accordo dei Diciassette Punti, con cui il governo tibetano e il Dalai Lama accettavano la presenza del PLA e la sovranità cinese sul suolo tibetano.

Negli anni 1954 il Dalai Lama fu invitato varie volte in Cina  e fu accolto dal Primo ministro Chou En-Lai e dal vice ministro Chu Teh, e per la prima volta, in quell'occasione, vide Mao e scrive di lui che aveva una grande forza magnetica, cordiale e spontaneo. E sempre in questo libricino il Dalai Lama rivela di essere stato attirato dal comunismo, il solo difetto che vedeva nel comunismo era quello di occuparsi dell'aspetto puramente materiale dell'esistenza.  Mao nel 1955 durante una conversazione gli disse "La religione è un veleno, frena il progresso". 

In questo periodo il Dalai Lama incontra anche Nehru in India, che gli fece comprendere chiaramente che l'India non avrebbe potuto aiutare il Tibet.  Gli consigliò di riprendere gli accordi con i cinesi. 

Dal 1949 al 1959 il Dalai Lama restò il capo politico e capo spirituale del suo popolo cercando di stabilire delle relazioni pacifiche tra le due nazioni: Cina e Tibet. La resistenza popolare contro la Cina comunista durò in Tibet fino al 1959, culminando in una giornata di insurrezione generale quando il 10 marzo 1959 300mila tibetani si riunirono ai piedi del Potala, residenza del Dalai Lama, per proteggerlo dalle proteste scoppiate nella capitale Lhasa. Il Dalai Lama chiese ancora una volta consiglio all'oracolo che quella sera gridò "vai via, vai via immediatamente", In seguito, il Dalai Lama dopo essersi recato al santuario di Mahakala, la sua divinità protettrice e avergli fatto l'offerta di una kata (sciarpa di seta bianca) lasciò il Paese per rifugiarsi in India, dove vive ancor oggi da esiliato. Nello stesso anno, l’Accordo dei Diciassette Punti venne ripudiato sia dal governo cinese che da quello tibetano e il Tibet venne ufficialmente annesso ai territori della Repubblica Popolare Cinese come regione autonoma.

Attualmente la popolazione autoctona, nel Tibet, conta 6 milioni di persone mentre la popolazione cinese arriva a 7,5 milioni di persone, ed è una questione veramente grave.  Ogni situazione deve essere considerata nella sua singolarità, ma il fatto di perdonare o di mostrarsi pazienti non significa che i tibetani debbano accettare tutto da chiunque. 

Il periodo attuale si inscrive tra i più difficili per il popolo tibetano, il Dalai Lama non cessa di sperare che il popolo tibetano, la sua cultura e la sua fede sopravviveranno e conosceranno di nuovo la prosperità.  Pensa che la sua presenza nel mondo libero, all'esterno del Tibet, possa essere più utile alla causa tibetana che  ritornare in Tibet.

La giornata della vita del Dalai Lama.   Si sveglia alle 4,00 per recitare il mantra Ngak-djinlap, è una preghiera attraverso la quale  dedica tutti i pensieri, le azioni, le parole come un'offerta agli altri. Guarda il cielo e prende coscienza della nostra insignificanza nel cosmo, e  dell'impermanenza. Fa colazione ascoltando le notizie della BBC.  Dalle 6,00 alle 9,00 medita; attraverso la meditazione cerca di sviluppare la giusta motivazione: compassione, perdono e tolleranza. Medita 6 o 7 volte al giorno.  Dalle 9,00 alle 12,00 legge e studia le scritture. Alle 12,30 prende il pranzo, in generale non vegetariano. Il promeriggio è dedicato agli incontri ufficiali. Alle 18,00 prende il thè, essendo monaco  non cena.  La sera vede le serie della BBC sulla civilizzazione occidentale e documentari sulla natura. 

Obbedisce ai voti di povertà e non ha alcun oggetto personale.  In Thailandia, Sri Lanka e Birmania i monaci sono autenticamente impegnati nella pratica della disciplina monastica, e a differenza dei monaci tibetani, hanno conservato l'abitudine di mendicare il loro cibo, come duemila anni fa, all'epoca del Buddha e dei suoi discepoli.  Spesso i tibetani sono conosciuti per la loro allegria, e questo è dovuto forse all'identificazione con un ideale di compassione.

L'assegnazione del premio Nobel per la pace al Dalai Lama nel 1989 ha permesso all'opinione pubblica di scoprire il problema tibetano. Il Dalai Lama  cominciato ad interagire con vari capi di Stato europei che spesso per problemi diplomatici lo hanno ricevuto in forma privata.  Di questo esilio il Dalai Lama ne ha preso l'aspetto positivo che è quello di scoprire il resto del mondo, incontrare altri popoli, di conoscere altre tradizioni. Auspica che il prossimo governo tibetano sia eletto democraticamente. 

Nel terzo capitolo parla del mondo di oggi.    "Constato che i dirigenti del mondo attuale hanno un grande coraggio, il coraggio di compiere il male"  - Il Dalai Lama.

Dobbiamo già affrontare la morte, la vecchiaia, le catastrofi naturali... tante sofferenze che ci lasciano impotenti, Non sono sufficienti?   Dobbiamo anche affrontare le guerre e la stupidaggine umana?

La sola cosa che valga la pena di fare da parte di un essere umano è provare a sviluppare i pensieri positivi, aumentare il loro potere o la loro forza, e ridurre il modo di pensare negativo. Creare delle comunità e ridurre le disuguaglianze e il fossato tra Nord-Sud del mondo dovrebbe essere l'obiettivo principale dell'Occidente. Oggi la nostra generazione, tutti i membri della nostra famiglia umana, vasta e diversificata, devono malgrado tutto apprendere a vivere insieme e dare vita a una comunità universale.  Quello che colpisce il Dalai Lama è il manicheismo degli occidentali che hanno l'abitudine di pensare in maniera dicotomica, in termini di opposizione nero/bianco, per/contro, dimenticando l'interdipendenza e la relatività dei fatti, e l'esistenza di una zona grigia che esiste tra i due punti di vista. Con questo modo di ragionare si creano distinzioni e frontiere a partire dal colore della pelle, dal luogo geografico, o da fatti storici maturando il sentimento di essere diversi. E' così che nascono critiche, conflitti e guerre.  In questi capitoli, accenna al problema della sovrapopolazione, e si dichiara favorevole al controllo delle nascite e fa presente che le vecchie interdizioni religiose non aiutano.  Per dare prosperità e giustizia ai quasi 8 miliardi di persone che popolano il pianeta è evidente che dovremmo evitare che aumentino di numero. Un'altra necessità è quello di educare le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo.  

Ribadisce comunque di difendere tutte le forme di vita, anche quella degli animali. Dal punto di vista buddhista, tutti gli esseri sensibili, gli esseri dotati di sentimento, di esperienze e sensazioni, sono considerati uguali.

Quando l'uomo neglige di coltivare la sua dimendione interiore, diventa l'ingranaggio di una macchina e diventa schiavo delle cose, allora non ha di umano che il nome.   In Occidente, lo sviluppo tecnologico dovrebbe garantire un benessere permanente; ma non è così. Sotto l'apparenza essite del malessere, dell'insoddisfazione mentale e agitazione. Questo mostra che il solo progresso materiale non è la risposta completa all'aspirazione dell'essere umano. In Occidente, si vie in una tensione, in una competizione e una paura incessanti.

I media propongono solo violenza e sesso che portano guadagni e soldi. E' compito dello spettatore contrastare questa tendenza.  Ciascun individuo ha la responsabilità di ridurre la negatività della situazione nella quale si trova confrontato. Se volete cambiare il mondo, provate prima di migliorarvi e trasformarvi.     Siamo in un periodo storico in cui dobbiamo cercare di sostituire i dogmi estremisti con valori spirituali e umani.

Samsara. S.S. Il Dalai Lama (2)

"Senza le qualità umane fondamentali: amore, compassione, bontà, non potremo sopravvivere. La notra propria pace e stabilità mentale dipendono da queste qualità" -  Il Dalai Lama  

Nella seconda parte del libro Samsara, Liberarsi dalla sofferenza, combattere l'intolleranza attraverso la non-violenza, il Dalai Lama parla della fede, della scienza e della religione.


Il buddhismo non cerca di convertire; il buddhismo è un'esperienza personale. Uno degli insegnamenti principali del Buddha è il seguente: "Devi aspettarti tutto da te stesso".

Il buddhismo non accetta la teoria di un Dio o di un creatore. Da un certo punto di vista è una religione, da un altro punto di vista è una scienza della mente. mettendo da parte l'idea di un Dio creatore e giudice, entriamo nel campo di un  "religione umana", ossia nata dalla riflessione umana per rispondere a un bisogno umano.  Il buddhismo non fa nessuna discriminazione tra i sessi, lo scopo ultimo è identico, così come le capacità di arrivare al nirvana. Nella società tibetana presa nel suo insieme, non esiste differenza di status o rango tra uomini e donne ( c'è una grande differenza con India e Cina).

I buddhisti e non buddhisti si distinguono per il fatto che prendano o meno rifugio nel Triplice gioiello, e nell'accettazione dei Quattro sigilli attestando che la dottrina è la parola di Buddha. Il Triplice gioiello è costituito dal Buddha,il dharma (l'insegnamento) e il sangha (la comunità spirituale). I Quattro sigilli attestanti che una dottrina è la parola del Buddha sono; 1- tutte le cose composte sono impermanenti, 2- l'esistenza condizionata è essenzialmente sofferenza, 3- tutti i fenomeni sono vuoti di esistenza in sè, e 4- il nirvana è pace. 

La dottrina del Buddha può essere riassunta in due frasi: "Aiuta gli altri" e "nel caso non puoi farlo , non nuocere agli altri". Questa dottrina è radicata nel terreno dell'amore e della compassione. 

L'etica è la nostra difesa, e la nostra principale arma di attacco è la saggezza, per questo sono necessarie stabilità mentale e concentrazione. La perfezione dell'etica è raggiunta quando avrete sviluppato fino al punto supremo l'idea di non danneggiare gli altri e non compiere le dieci azioni negative. Questo porta all'estinzione del fuoco dell'attaccamento, della collera e della rabbia.

Le azioni si compiono attraverso tre porte: il corpo, la parola e la mente; le dieci azioni negative sono: l'omicidio, il furto e condotta sessuale inappropriata, la menzogna, l'incomprensione, la parola che ferisce e il pettegolezzo, la lussuria, la malizia, il punto di vista scorretto o perverso.  I quattro antidoti sono il potere del  rimpianto, il potere della purificazione, la forza della determinazione, la forza suprema della meditazione.  

La principale tecnica per arrivare alla pace della mente è la meditazione. La nostra vera natura è calma, per questo il Buddha ci raccomanda di cercare profondamente in noi stessi, in noi stessi troveremo il desiderio di pace.   L'etica è il fattore principale per una rinascita favorevole.

Dopo l'illuminazione, il Buddha girò più volte la ruota della legge prima del aprinirvana, che è la legge cosmica rivelata dal Buddha, l'insegnamento religioso che impedisce di entrare nel ciclo della sofferenza del samsara. L'essenziale resta l'analisi attraverso la logica e la ragione. Se certe cose non si accordano con la ragione e la realtà non dovete mai accettarle. L'uomo che ha la comprensione del Dharma considera uguali i tesori del mondo e la goccia della rugiada sospesa sulla punta di un filo d'erba.   Le grandi scritture, tradotte in tibetano sotto il nome di kangyur, ricoprono l'insieme degli insegnamenti del Buddha. La vera pratica consiste nell'applicazione immediata di quello che apprendiamo.

Non dobbiamo dimenticare che in tutti gli esseri umani esiste un seme di amore e di compassione che farà di lui, un giorno, un Buddha.

Nel capitolo cinque parla della vita. Nel buddhismo si dice che ciascuno è il maestro di se stesso. Il potenziale è identico per ogni essere umano. Se avete la volontà potete fare quello che volete. Se non alleniamo la nostra mente e non riflettiamo, ci è impossibile ottenere la felicità. La felicità non può coesistere con l'aggressività.  

I nostri maestri più preziosi sono i nostri nemici.  Il Dalai Lama consiglia di essere prudenti nello sposarsi, una famiglia felice è un passo verso un mondo felice. La base di tutti gli insegnamenti morali dovrebbe essere la non risposta agli attacchi.  L'ideale sarebbe di spendere il 50% del tempo e dell'energia a occuparsi degli affari correnti e il 50% a coltivarsi interiormente.  Tutti insieme si dovrebbe cercare di sviluppare una spiritualità nuova, parallelamente alle religioni, in modo tale che tutte le persone di buona volontà possano aderire. Un concetto nuovo, una spiritualità laica. 

Tutto quello che è nostro è soggetto all'impermanenza, niente di quello che comunemente crediamo essere reale è permanente. A torto crediamo che il corpo e la mente possiedono una specie di "io". La vacuità corrisponde al vuoto, all'assenza totale di esistenza intrinseca, La vacuità è paragonabile a uno zero, uno zero in se stesso non è niente, ma senza lo zero non è possibile contare. Di conseguenza lo zero è qualcosa anche essendo niente. Lo stesso è per il vuoto; il vuoto è vuoto, ma allo stesso tempo la base di tutto.   La forma è il vuoto, il vuoto è la forma. La materia di cui siamo composti è vuota, tuttavia questo non vuol dire "il nulla", e a torto molti commentatori hanno accusato il buddhismo di nichilismo. Secondo i buddhisti il mondo è una fluidità, una corrente di stati, tutte le cose dipendono da altre cose. Niente esiste separatamente. le cose appaiono, esistono e scompaiono, e appaiono di nuovo. Ma non esistono mai per loro stesse. La forma dunque è vuoto, non separata, non indipendente. Questa forma dipende da una moltitudine di altri fattori. Il vuoto è forma perchè tutte le forme si sviluppano in questo vuoto, in questa assenza di esistenza indipendente. Il vuoto è là per condurre alla forma.

Sull'origine dell'universo, i buddhisti dicono che il secolo in cui viviamo è la conseguenza dei secoli precedenti, e così via fino all'origine dei tempi, 20 o 25 miliardi di anni fa.     Ma come il Big Bang si è prodotto? Ci sono due risposte che i buddhisti non accettano, la prima che non c'è nessuna causa, ma qualcosa è successo.  La seconda risposta è la soluzione divina: Dio ha deciso di creare il mondo.  Secondo le scritture buddhiste delle particelle particolari esistevano nello spazio prima della creazione dell'universo.   Queste particelle spirituali sono ancora là, costituiscono gli esseri, e hanno dato via al Big bang. 

Nel buddhsimo, come in altre tradizioni c'è una via diretta al risveglio costituita da yoga, misticismo, certe forme di meditazione e di estasi. Questo approccio diretta che può condurci per esperienza all'origine del mondo è estremamente difficile. Presuppone che la nostra mente si sia sviluppata e affinata fino alle sua più alta qualità di coscienza sottile, che la sottrae ai cicli temporali. Poche persone arrivano a questi livelli. Quando si arriva a questi livelli di coscienza sottile e di estasi si può con piacere contemplare l'assenza di esistenza in sè, la vacuità e il vuoto. 

Per quanto riguarda la coscienza, benchè ne facciamo esperienza da secoli, non sappiamo cosa sia veramente. Dobbiamo dedicare parte dei nostri sforzi (oltre che alla scienza) alla ricerca interiore, nel campo della mente restano degli immensi spazi da esplorare.  Molti scienzati hanno compreso che il buddhismo non è una religione rigida, e si sono resi conto che è anche una scienza e come tutte le scienze si basa sull'esperienza.  La natura umana è provvisoriamente contaminata, attraverso un processo di purificazione, di risveglio, la nostra mente può raggiungere quella alta qualità che si chiama Nirvana. Lo spirito (la mente) si trova allora trasformato in saggezza e non si è più sottomessi al ciclo delle esistenze. 

Quando la fine è prossima, dobbiamo volgere i nostri pensieri verso la pratica, dobbiamo studiare il processo della morte e familiarizzare con esso attraverso la meditazione, e vivere le otto fasi della dissoluzione del corpo. 1- Il processo comincia con la dissoluzione dell'aggregato delle forme: l'elemento terra si indebolisce, il morente ha l'impressione di finire sotto terra e la sua vista indebolisce, 2- l'elemento acqua perde consistenza e prevale il fuoco, la bocca diventa secca, 3- nella fase seguente l'elemento aria diventa predominante, il morente non riconosce più i suoi cari, interiormente vede come delle lucciole. 4-, l'elemento vento si indebolisce, il sintomo esterno è l'arresto della respirazione, internamente il morente vede una fiamma rossastra. In questo stadio un medico dichiara la persona morta. Ma secondo il buddhismo, il processo non è ancora terminato, la coscienza della persona è ancora presente, ma ciò non significa che si può ritornare indietro.  Ci sono ancora altri quattro stadi, 5-  la percezione di una visione bianca e di energia all'interno, nessun segno esteriore. 6- Poi la percezione di un luce rossa, 7- poi la coscienza di un nero e oscurità profonda, si entra in una specie di incoscienza.  8- Quando la percezione del nero e dell'energia motrice si dissolvono, si manifesta la percezione più sottile di tutte: la chiara luce della morte.  E' allora che la vita si arresta veramente. In questo momento per lo yogi è venuto il momento di mettere alla prova la sua pratica, prima che le cellule degenerino.  Conosce in quel momento il livello più sottile: la coscienza della luce chiara.  La coscienza è divisa in tre livelli di coscienza sottile: lo stato di veglia ( a livello grossolano della coscienza), lo stato di sogno (che è più sottile), e lo stato di sonno profondo (senza sogni e che si rivela ancora più sottile), di una modalità simile, le tre tappe della nascita, della morte fisica, e dello stato intermediario del bardo che procede la rinascita,  sono stati classificati secondo la sottigliezza dello stato di coscienza.  Durante il processo di morte, l'essere penetra nel più profondo della sua coscienza sottile. Ma dopo la morte, durante il bardo, la sua coscienza si prepara e diventa più grossolana, e continua durante il processo della rinascita e della reincarnazione. 

Lo yoga può contribuire al benessere generale, ma il mezzo principale per purificare la mente, è la mente. Attraverso la saggezza si perviene alla verità profonda, o ultima della vacuità, questa saggezza che percepisce l'assenza dell'io, può essere diretta o indiretta.

mercoledì 13 settembre 2023

Lettre a un ami - Nagarjuna

Lettre a un ami di Nagarjuna, commentato da Kangyiur Rinpoché (1875-1975), maestro e erudito d'eccezione fu la reincarnazione di uno dei discepoli di Padmasambhava. Kangyour Rinpoché dedicò i suoi ultimi anni della sua vita, quando era in India, alla preservazione del Dharma e costruì un monastero a Darjeeling. Contribuì a portare il Dharma in Francia (in Dordogna), dove la sua famiglia si installò alla sua morte.     

Nagarjuna, insieme a Asanga, è una delle figure le più eminenti del Grande Veicolo e fu anche abate all'università monastica di Nalanda, e nelle sue opere ha perfettamente condensato la totalità degli insegnamenti di Buddha. A Nalanda ricevette in giovane età l'iniziazione a una pratica tantrica di lunga vita che apparentemente gli permise di superare la malattia di cui soffriva. Lettere a un amico è un poema scritto (un testo sacro o sastra /shastra), al suo amico e discepolo, il re Détcheu Zangpo soggetto a debolezze e in preda al dubbio, come molti dei praticanti buddhisti occidentali. Un altro importante testo di Nagarjuna è Les stances de la Voi médiane, uno dei fondamenti di questa corrente filosofica.

Il testo inizia come è tradizione nei shastra, con una promessa, e poi comincia a spiegare le sei virtù trascendentali (paramita). La via progressiva è realizzabile anche da esseri ordinari e il testo è utile a chi si allontana dalla via e dalla meditazione, distratto da vari stimoli esterni.   

Contenuto del testo Lettre à un ami. Omaggio a Manjushri Kumarabhuta.

2- Questi versi espongono il santo Dharma.

4- Il Buddha, la Dottrina, la comunità, la generosità, la disciplina e gli esseri celesti; i Vincitori spiegano perfettamente questi sei punti.

8- Generosità, disciplina, pazienza, diligenza, concentrazione e conoscenza; sviluppa queste incommensurabili virtù. Bisogna essere generosi con i genitori. Queste virtù faranno di te un Buddha.

10- Astieniti da nuocere, rubare, avere relazioni sessuali, mentire, bere dell'alcol, mangiare avidamente, cantare, danzare, e portare gioielli.

12- Considera come nemici della virtù l'avarizia, il tradimento, l'attaccamento, la pigrizia, l'arroganza, la sete, la rabbia e l'orgoglio.

15- Non cedere mai al più piccolo istante di collera, rinunciare alla collera permette di raggiungere lo stadio del Senza-ritorno.

16- Rinuncia al rancore,

21- Non guardare la donna di altri, e scappa dal piacere dei sensi che sono la nostra perdita.

32- Fede, disciplina, erudizione, generosità, coscienza morale immacolata, senso della vergogna, e conoscenza superiore, sono i sette tesori che insegna il saggio.

34- Accontentarsi è una delle più belle ricchezze, se sei soddisfatto in ogni circostanza, sarai veramente ricco.

38- Considera il cibo come una medicina, e prendilo senza attaccamento, né avversione; mangia solo per nutrire il tuo corpo.

44- L'agitazione e il rimorso, animosità o ostilità, il torpore e la sonnolenza, l'aspirazione al piacere dei sensi, il dubbio, questi sono i cinque ostacoli, pronti a mettere in pericolo la virtù.

46- La malattia, la vecchiaia, la morte e la separazione dai nostri cari ci spiano,

48- Sappi queste verità: gli uomini soffrono, sono impermanenti e sprovvisti di un "Io" e impuri.

49- La materia non è il sé, il sé non è la materia. Non c'è un sé o "Io", vedi la vacuità degli aggregati.

52- La liberazione riposa su di te soltanto, esercitandoti allo studio, alla disciplina, e alla concentrazione applicati con diligenza alle quattro nobili verità.

58- Tutto è impermanente e sprovvisto di un sé.

59- E' più difficile di rinascere umano, che per una tartaruga di passare fortuitamente la testa in un cerchio che galleggia in un immenso oceano.

62- L'importanza dell'amico spirituale.

89- Gli animali soffrono di diversi tormenti.

91- Anche i preta soffrono i terribili tormenti. I preta, nel buddhismo sono degli esseri rinati in una condizione inferiore a quella umana e a quella animale a causa del loro comportamento dettato da avarizia o gelosia.

105 - Attraverso la disciplina, la concentrazione e la conoscenza è possibile lo stato del nirvana, dove tutto è purezza, in uno stato d'immortalità, senza vecchiaia.

106 - Attenzione, discernimento, diligenza, gioia, elasticità estatica, il raccoglimento, l'imparzialità sono i sette componenti del Risveglio.

109- Il saggio insegna che dall'ignoranza provengono gli atti, dagli atti la coscienza, e da questa il fattore nome-forme che condiziona l'apparizione delle sei facoltà di percezione sensoriale.

111- Da che apapre la nascita, vengono la sofferenza, la malattia, la vecchiaia, ... una massa di sofferenze.

112- Chi vede l'interdipendenza correttamente è sulla strada del Buddha.

113- La vista, i mezzi di sussistenza, lo sforzo, l'attenzione, il raccoglimento, la parola, il comportamento e il pensiero costituiscono gli otto componenti della via.

117- Controlla la mente! IL Buddha insegna che la mente è la radice di tutti i fenomeni.

120- Controllare lo yoga di tutte le eccellenze durante numerose vie è l'indicazione di Avalokiteshvara.

121- Possa tu rinascere all'immagine del Buddha Amitabha.

123- E quando avrai raggiunto lo stato di re dei Vincitori, libera dalla paura, dalla nascita e dalla morte gli innumerevoli essere tormentati dalle passioni.

Possa tu , pacificare tutto nel nirvana dove i nomi sono assenti, raggiungere lo stato senza paura, immutabile e senza errori.

Commenti. Il sanscrito è la più eminente delle lingue dell'Asia, ed è usato dai saggio che hanno conosciuto il risveglio per trasmettere gli insegnamenti.

Ci sono quattro categorie di esseri: quelli che vanno dalla luce alla luce, altri vanno dalle tenebre alle tenebre, altri vanno dalla luce alle tenebre, altri vanno dalle tenebre alla luce. Di queste quattro categorie appartieni alla prima: quella che va dalla luce alla luce.

La sensazione del piacere non fa nascere il benessere e la felicità, benché per gli esseri ordinari i piaceri possono assomigliare alla felicità; rinuncia a questi piaceri, in quanto le emozioni perturbatrici dell'attaccamento sono le catene che legano strettamente gli esseri umani al cerchio delle esistenze.

Il saggio ha vinto la battaglia contro i sensi, ci sono persone ordinarie che vincono delle guerre ma non riescono a controllare le sensazioni percettive.

Onora le persone che sono dotate di conoscenza e disciplina, anche se sono sprovvisti di altre qualità come la bellezza, discendenza prestigiosa, ecc... Queste persone sono posizionate tra i santi.

Tu che conosci il mondo sai sicuramente quali sono le otto preoccupazioni mondane: benessere e malessere, onore e infamia, lode e critica, guadagno e perdita, per arrivare al di là del mondo non bisogna farsi coinvolgere da queste preoccupazioni.

Giocare, andare allo spettacolo, rimanere senza far niente, avere cattive compagnie, bere e andare in giro la notte, queste sono le sei attività che ti porteranno ai regni inferiori.

Rinunciare all'attaccamento al cibo, considera il cibo come una medicina e prendilo senza avversione né attaccamento, mangia solo per sostenere il tuo corpo.

Medita come puoi, senza arrestarti sull'amore, la compassione, la gioia empatica, e l'imparzialità, anche se non arriverai allo stato superiore, sarai comunque felice.

Al cuore della compassione - Commento alle 37 pratiche dei boddhisattva di Dilgo Khyentsé

"Le 37 pratiche dei boddhisattva costituiscono l'insegnamento del Grande veicolo il più diretto e il più profondo sulla modalità di raggiungere il Risveglio".   

Al cuore della compassione. Commenti delle 37 pratiche dei boddhisatva - di Thonmè Zangpo. Autore Dilgo Khyentsé.  Le 37 istanze, scritte nel XIV secolo da Gyalsé Ngultchou Thogmé (considerato l'incarnazione di Avalokiteshvara), sono il riassunto del Bodhicaryavatara di Shantideva (685-763), una delle opere più importanti del Grande Veicolo.         

Biografia di Gyalsé Thogmé (1295-1369). Ricevette l'ordinazione a 14 anni, e passò la vita in povertà con il giuramento di non possedere mai niente, insegnando regolarmente i testi del grande veicolo, come il Bodhicaryavatara e la Conoscenza trascendentale. Dalla sua più tenera età aveva tagliato i legami con il desiderio e l'attaccamento, e la sua bontà era meravigliosa. Era sufficiente vederlo e incontrarlo per essere presi dalla fede, la rinuncia, l'amore e la compassione e dalla voglia di coltivare lo spirito del Risveglio. Grandi maestri dicevano di lui: "E' il Buddha sotto forma umana" e si inchinavano in direzione del suo eremo. I suoi ultimi consigli furono: "Rispettare i tre giuramenti, abbandonate l'attaccamento e la credenza all'esistenza reale delle cose, e aiutate gli esseri in atti, parole e pensieri. Ecco quello che costituisce una pratica eccellente".

Biografia di Dilgo Khyentsé Rimpoché (1910-1991) è stato uno delle principali figure della tradizione nyingma, e praticò meditazione per ventidue anni in ritiro. Erudito, saggio e poeta, non cessava di impressionare chi lo incontrava per la sua semplicità e buon umore. Il suo maestro principale fu Shèchen Gyaltsap. Un altro grande maestro, Khenpo Shenga de Dzogchen gli trasmise la sua opera maggiore, I tredici grandi trattati. I Khyen-tsé (significa saggezza e amore) sono le reincarnazioni di grandi personaggi della storia del buddhismo Tibetano (come il re Thrisong Détsen, Vimalamitra e Gourou Rimpoché che introdussero nel IX secolo il buddhismo tantrico). Dilgo Khyentsé Rimpoché passò parte della sua vita a ri-editare le più importanti opere del buddhismo tibetano e a costruire stupa e monasteri in luoghi sacri; è stato uno dei maestri più rispettati del Bhutan. Andò per la prima volta in Occidente nel 1975, insegnò soprattutto in Dordogna, a Tashi Pelbar Ling, la sua sede europea dove si può fare il ritiro dei tre anni. In Dordogna fu accompagnato dalla sua sposa Sangyoum Lhamo e da suo nipote Rabjam Rinpochè erede spirituale. Diede insegnamenti anche al Dalai Lama a Dharamsala. E' stato il maestro di Matthieu Ricard.

Prefazione.  Omaggio a Lokeshvaraya  (Omaggio al signore del mondo).
Rispettosamente rendo sempre omaggio attraverso le tre porte ai supremi lama e al protettore Avalokiteshvara che, pur percependo tutti i fenomeni come privi di ‘andare’ e ‘venire’, s’impegnano univocamente per il beneficio dei trasmigratori.  I perfetti buddha, fonti di beneficio e felicità, sorgono dall’aver praticato il santo Dharma che, a sua volta, dipende dalla conoscenza delle pratiche relative.

Commenti. Nelle istruzioni fondamentali delle 37 istanze della pratica del boddhisattva si trovano gli insegnamenti del Grande Veicolo sulla disciplina, la concentrazione e la saggezza. Assimilandole e realizzandole, si percorrerà senza difficoltà la via della liberazione.

L'attaccamento o l'avversione derivano dal fatto che si crede si essere un individuo realmente esistente. Shantideva nel suo Bodhicaryavatara dice: "Tutto il benessere del mondo viene dalla ricerca del benessere altrui, tutte le sofferenze del mondo vengono dalla ricerca del proprio benessere". La via del Grande Veicolo consiste nell'abbandonare l'idea stessa di un sè realmente esistente. Quando la preoccupazione del sè si dissipa, non c'è più ragione di avere della rabbia, dell'attaccamento egoista, l'orgoglio, gelosia o ignoranza. Praticando correttamente gli insegnamenti del Grande veicolo (Mahayana), si praticano anche gli insegnamenti del Piccolo veicolo (Hinayama). Quando lo spirito del risveglio nascerà spontaneamente in voi, possederete la radice stessa di tutti gli insegnamenti dei sutra (sutrayana), dei mantra (mantrayana), del grande sigillo (mahamudra), e della grande perfezione.

Avalokiteshvara, il Buddha della compassione si è manifestato varie volte nel mondo, le sei sillabe del mantra Om mani padme houng (Om ma ni pad me hung) sono una sua manifestazione. Chiunque ascolta questo mantra riceverà il seme della liberazione. Per arrivare alla liberazione occorre combinare i mezzi e la conoscenza superiore (praticare le virtù trascendentali) e la realizzazione della vacuità. L'uomo ha la fortuna di avere la libertà di praticare, delle 10 ricchezze favorevoli alla pratica: 5 sono legate alle condizioni individuali: essere nato come essere umano, in una regione centrale, disporre di tutte le facoltà, condurre una vita che si accorda con il Dharma, avere fede negli insegnamenti. Le altre riguardano le condizioni generali: un Buddha è apaprso, la sua dottrina si è perpetrata fino ad oggi, avere l'opportunità di praticare, essere accettati da un amico spirituale. Le tendenze avverse sono: essere presi da attività varie, avere un atteggiamento corrotto e depravato, non credere alle sofferenze del samsara, essere privi del gioiello della fede, non avere rimorso nel compiere atti negativi, non coltivare qualità positive, aver rotto i legami sacri del veicolo del Diamante (samaya) che legano il discepolo al maestro.

Shantideva dice: "L'esistenza umana è un battello per traversare l'oceano della sofferenza". "Gli esseri umani sono così rari nei sei mondi che corrispondono alle stelle del mattino".

I Paesi in cui il Dharma è una tradizione vivente sono rari, in questi Paesi quante persone sono ispirate dalla pratica? Quanti di loro mediteranno fino a raccoglierne i frutti? La gran parte degli esseri umani butta via la loro vita in attività inutili, egoiste e volgari.

Oggi l'incontro con il Dharma non è una semplice coincidenza, ma il risultato dei nostri atti passati. Solo il Dharma ci aiuterà nel momento della morte e noi sappiamo che la morte è certa. Quindi è pura follia non iniziare subito a praticare. Si dice che il samsara è impregnato di tre tipi di sofferenze: 1- la sofferenza accumulata, 2- la sofferenza del cambiamento, e 3- la sofferenza inerente a tutto ciò che è composto. Gli esseri umani subiscono le quattro sofferenze: della nascita, della vecchiaia, della malattia e della morte. E non possiamo invertirne il corso.

Importante è essere convinti che la sola cosa per cui valga la pena è impegnarsi  per raggiungere il Risveglio Supremo.  Quando il Buddha fece girare la ruota del Dharma per la prima volta, insegnò le quattro nobili verità: 1- la sofferenza esiste ed è importante riconoscerla, 2- la sofferenza ha una causa, e bisogna individuarla e rinunciare a questa causa., che sono le emozioni perturbatrici (klesha). Le principali sono: il desiderio, l'aggressività, l'ignoranza, orgoglio e gelosia. 3- c'è una via che libera gli esseri da questa sofferenza, e bisogna seguirla. 4- Facendo questo, la sofferenza terminerà.

Il primo passo, quindi, è quello di ascoltare gli insegnamenti, il secondo consiste nel riflettere sugli insegnamenti e scoprirne il senso profondo, il terzo consiste nel meditare su questi insegnamenti profondi, passando da una tappa all'altra le vostre qualità spirituali nasceranno spontaneamente, perchè la natura di Buddha (tathagatagarbha) che è in voi si rivelerà.

Questa opera svela l'essenza stessa di questi insegnamenti sotto forma di semplici istruzioni che dovranno essere applicate. Forse un giorno aspirerete alla solitudine di un ritiro per meditare profondamente su questi insegnamenti.

Lasciare il paese di origine , significa rinunciare all'attaccamento e alla rabbia,e al fattore oscurante dell'ignoranza che li impregna. In generale questi tre veleni sono più violenti nel nostro ambiente, nei nostri rapporti con la famiglia e gli amici. In un nuovo ambiente, niente risveglierà questi sentimenti e emozioni negative. Nella solitudine, non c'è niente da fare che domare la nostra mente e le nostre emozioni. Cosi scrive Shantideva nel Bodhicaryavatara, VIII, 85) : "Disgustati dal desiderio, troviamo la gioia nella solitudine di piacevoli foreste esenti di conflitti e emozioni negative". Questo è quello che facevano gli yogi di un tempo, andando come mendicanti da un luogo all'altro, l'animosità lascerà il posto alla voglia di aiutare gli altri, l'attaccamento ai vostri amici a un sentimento potente di impermanenza e dell'imminenza della morte.

L'essenza degli studi è la riflessione, e l'essenza della riflessione è la meditazione. Anche se praticate meditazione una sola ora al giorno, le vostre qualità non cesseranno di crescere regolarmente.

Gli amici più intimi che per tanto tempo si sono accompagnati si separano, le ricchezze e i beni accumulati con grande sforzo vengono lasciati e si comincia a intravedere l'impermanenza. 

La vita è così effimera come la goccia di rugiada su un filo d'erba. Voi potrete essere estremamente bello, non riuscirete a sedurre la morte. Un grande Maestro disse al suo discepolo che chiedeva degli insegnamenti. "Io morirò, tu morirai". Questo è tutto quello che ho da dirti. E' su questo che medito e pratico, non c'è niente di più grande. I grandi saggi ascoltavano gli insegnamenti sulla morte e l'impermanenza, li tenevano a mente, poi ci riflettevano prima di integrarli nel più profondo della loro coscienza attraverso la meditazione. Non preoccupatevi troppo della quotidianità e concentratevi sul Dharma, passate la giornata aspirando al risveglio, la sera riflettete su quello che avete fatto durante la giornata e individuate quello che è stato negativo, dedicatevi al benessere di tutti gli esseri. Sperate di fare meglio il giorno seguente. Il bhrahmano Upagupta indicava con una piccola pietra nera i pensieri e atti negativi, con una piccola pietra bianca quelli positivi. All'inizio erano quasi tutte pietre nere, poi con attenzione e vigilanza si ritrovò con tutte pietre bianche.

Gli amici influenzano notevolmente i vostri pensieri e emozioni e la vostra pratica. Si distinguono due categorie di cattive compagnie: 1- i falsi maestri spirituali, 2- gli amici nefasti. In compagnia di alcune persone vedrete che i vostri difetti e le vostre emozioni si accrescono, è il segno che non sono dei veri amici. Più tempo passerete con loro, più i tre veleni si svilupperanno: rabbia, cupidigia, ignoranza.

E' impossibile liberarsi dal cerchio delle esistenze e arrivare al risveglio senza un maestro spirituale autentico e qualificato. Tale maestro agisce, pensa e parla in perfetto accordo con il Dharma.

Senza fede non otterrete nessun beneficio seguendo il Dharma. La fede è un elemento decisivo per il percorso spirituale.  Solo con la fede potreste essere pronto a seguire il Dharma e prendere rifugio nei tre gioielli: Il Buddha, il Dharma, il Sangha.

Shakyamuni è il quarto dei mille e due Buddha della presente era cosmica. Ha trasmesso tre categorie di insegnamenti che vengono chiamati I tre Canestri (tripitaka): 1- le vinaya o disciplina, 2- i sutra o istruzioni condensate, e 3- l'Abhidarma che tratta anche della metafisica e della cosmologia. Il Buddha ha insegnato in tre luoghi e in tre diversi tempi, per questo si parla dei tre movimenti della ruota del Dharma. Alla prima ha spiegato la verità relativa, alla seconda un misto di verità relativa e assoluta, alla terza ha spiegato la verità ultima.

Per prendere rifugio in maniera autentica nel Dharma occorre possedere quattro gradi di fede, senza la fede sarà inutile prendere rifugio; quando abbiamo preso rifugio, dobbiamo rispettare scrupolosamente i precetti, questi consistono ad astenersi a compiere tre azioni e compierne altre tre azioni. Le tre azioni da evitare sono: non prendere rifugio negli dei mondani, abbandonare ogni forma di violenza in pensieri, azioni e non dovete seguire le persone che hanno un modo di vivere totalmente diverso. Le tre azioni da compiere sono: dovete rispettare tutte le rappresentazioni del Buddha, dovete rispettare tutte le scritture, dovete rispettare i membri della comunità monastica e tutti i vostri compagni che praticano il Dharma.

Seconda parte. L'insegnamento principale: presentazione della via. Una volta preso rifugio nei tre gioielli, qualsiasi cosa arriva è importante agire rispettando gli insegnamenti.Ci sono quattro vie:

  • La via degli esseri con poche facoltà. Cercate di compiere atti benefici e evitate di nuocere alle persone. Non mentire, essere onesto e benevolente con tutti, portare tutti gli esseri sulla via del risveglio, rispettare i maestri spirituali, non mentire sui propri difetti e qualità, non tradire chi è degno di rispetto.
  • La via degli esseri con capacità medie. Quando realizzerete l'unità della vacuità e della produzione interdipendente, vedrete chiaramente che le vie del mondo sono fittizie e scoprirete la vera natura del samsara, il modo di liberarsi è rafforzare la disciplina, allenarsi alla concentrazione e alla conoscenza trascendentale (prajna). Per distaccarsi dal mondo conviene rispettare undici accorgimenti: essere solo, lasciare la terra natale, non avere desideri sessuali, non preoccuparsi dell'opinione degli altri, con la meditazione arrivare a liberarsi dell'attaccamento degli esseri cari, adottare la posizione più umile possibile davanti agli eventi, non affliggervi di niente, non avere niene a rimproverarsi di questa vita, come un mendicante al momento del suo ultimo soffio, recitare costantemente il mantra: Non ho bisogno di niente, avere bene le redini del proprio destino, praticare costantemente in modo autentico.
  • La via degli esseri con facoltà elevate. Quando si riconosce la natura del samsara, subentrerà un grande abbandono, e questo inciterà ad andare verso la liberazione, facendo tutti gli sforzi possibili. La sofferenza del samsara dipende dal credere e all'attaccamento a un "sè". La liberazione consiste nel liberarvi dell'io delle emozioni e dalle azioni negative. IL mezzo per liberarvi è la pratica del Dharma, allenarsi alla disciplina, alla concentrazione e alla prajna, la conoscenza trascendentale che permette di realizzare l'irrealità del sè dell'individuo e dei fenomeni. Gli esseri che assaporano la pura gioia della pratica del Dharma rinunciando a tutte le preoccupazioni di questa vita sono estremamente rari. Per distaccarsi dal mondo è importante non avere niente a rimproverarsi in questa vita, come unmendicante al momento del suo ultimo respiro.
  • La via degli esseri con grandi facoltà. Questa via consiste nel meditare sulla vacuità e la compassione per raggiungere la liberazione al di là del samsara e del nirvana. Lo spirito del risveglio è la volontà di contribuire al raggiungimento del risveglio per tutti gli esseri umani. Non conservare per se le conoscenze, i beni e le realizzazioni, ma dedicateli interamente a tutti gli esseri e fate il giuramento che possano ascoltare il Dharma, riflettere e meditare su di esso. I meriti e la saggezza portano verso la buddhità. Quando un boddhisatva fa qualcosa di utile, il suo atto è totalmente disinteressato. Voler cercare di aiutare gli altri senza essere pronti è ricercare i problemi. La vostra pratica deve crescere in stabilità, occorre coltivare le attitudini e l'altruismo incondizionato. Sarete allora pronti a mettere in opera il vostro amore e la vostra compassione in modo realmente benefico.

Lo spirito del risveglio presenta due aspetti: 1- lo spirito del risveglio assoluto è la realizzazione della vacuità, 2- lo spirito del risveglio relativo che può portare all'altruismo, al profondo desiderio di aiutare gli altri e non nutrire più il nostro egoismo.

Per aiutare ad allargare questa visione si usa la pratica di quello che si chiama "lo scambio di se stessi con gli altri", in tibetano tonglen, si prova a scambiare con sincerità la sofferenza e la felicità degli altri, e un giorno potrete veramente arrivare a guarirli.

Un'altra pratica è quella di provare ad avere una sensibilità e una compassione profonda per tutti gli esseri; meditare sulle persone care fino ad arrivare a tutte le persone che considerate nemici o vi creano problemi. Applicate la pratica dello scambio con intensa compassione, concentratevi sulla persona che detestate di più e espirando inviategli la vostra vitalità, felicità, salute, ecc, inspirando assorbite i suoi difetti, le sue malattie, ecc..

Non si può avanzare nella pratica se lasciamo che le nostre emozioni negative si manifestino come nella vita ordinaria. Uno dei testi fondamentali della pratica del risveglio è il Bodhicaryavatara di Shantideva. Nel capitoloVIII, v 129.130 dice: "Tutta la felicità del mondo viene dalla ricerca della felicità degli altri, tutte le sofferenze del mondo vengono dalla ricerca del proprio benessere".

La miglior offerta al Buddha è quella di aiutare gli altri. Occorrerebbe essere capaci di utilizzare le condizioni sfavorevoli come perdita, sofferenza, infamia e critica in occ asioni di crescita sulla Via della liberazione. Quando siete testimoni di un atto negativo, pensate alla sofferenza creata nell'autore dell'atto.

Occorre, inoltre, essere consapevoli che l'"IO" è un'etichetta che mettiamo su una combinazione effimera di concetti e di attaccamento relativi al corpo, parola e mente. Non è una verità assoluta, eterna e indistruttibile come il corpo assoluto dei Buddha.

Se volete essere un vero discepolo di Buddha, non ci si deve vendicare del male subito. Ricordare i quattro precetti dell'allenamento positivo: se vi insultano, non rispondete all'insulto, non rispondete con la collera, se qualcuno parla dei vostri difetti, non fate altrettanto, se qualcuno vi colpisce non reagite.

Praticate la pazienza e non cedete mai alla collera, prendete le cose in modo positivo e eliminate il vostro orgoglio, praticate la generosità e la compassione. Molti grandi maestri buddhisti sono stati malmenati dai cinesi nel Tibet, e piuttosto che cedere alla rabbia, prendevano questi eventi come un modo per purificare le azioni negative di tutti gli esseri. Shatideva dice: "Non c'è peggior errore che la collera, né miglior ascesi che la pazienza".

Il miglior amico spirituale è quello che vi aiuta a scoprire i vostri difetti nascosti, e vi dà le istruzioni per eliminarli. Un maestro direbbe: "non faccio altro che mostrare alle persone i loro difetti nascosti, e dico loro: se potete riuscire ad accettarlo, rimanete altrimenti potete tranquillamente partire".

Due circostanze difficili da accettare e sopportare sono l'ingratitudine e l'umiliazione. Ci sono molte persone che non sono in grado di gestire le loro azioni e non sono in grado di correggere le loro azioni. Qualsiasi sia il loro comportamento hanno bisogno del vostro aiuto e della vostra compagnia e ricordate che sono vittime delle loro emozioni.

Quando l'amore e la compassione si sono radicate in voi, non ci possono essere più nemici fuori. Il testo Les Cent Stances recita: "Se eliminate la collera, eliminerete i vostri nemici per sempre".

La vera ricchezza è accontentarsi di quello che si ha. I grandi saggi di un tempo si accontentavano dello stretto necessario e vivevano in grotte.

Spesso noi dividiamo la nostra quotidianità in aspetti gradevoli e sgradevoli, ma l'esperienza del gradevole o dello sgradevole non è inerente agli oggetti che percepiamo, ha solo un'esistenza nella mente. Questo è insegnato dal saggio Talopa a Narpa: "quello che ti lega non è l'oggetto, ma l'attaccamento, taglia questo attaccamento".

Spesso dei forti ricordi del passato affluiranno alla coscienza, progetti, decisioni e speculazioni concernenti il futuro, si passa il tempo a correre dietro a pensieri, concetti, una serie di attività mentali non utili per la pratica. La vera sorgente del benessere è la nostra mente ed è importante conoscerne il funzionamento. Spesso le reazioni ad un evento sono solo pensieri, ma una volta che installati nella mente, possono prendere il sopravvento e generare altri pensieri. La mente non è che una accumulazione aleatoria di pensieri e per lavorare sul mentale l'unico oggetto di analisi possibile è il pensiero presente. Tutti i pensieri sono vuoti per natura e non esiste altro che la vacuità. I pensieri che nascono dalla mente sono sprovvisti di realtà tangibile o di consistenza, non c'è dunque nessuna ragione logica per cui i pensieri abbiano tanto potere sull'individuo, non ci sono ragioni per diventarne schiavi. La persona si compone dei cinque aggregati, uno per il corpo e quattro per la mente, il nome, l'idea dell'"IO" designa l'associazione momentanea del corpo e della mente. Una volta riconosciuto che i concetti di corpo, mente e nomi sono vuoti, così come i fenomeni, non resta niente di quello che chiamiamo "Io". Il corpo è un insieme insieme di elementi e quando questi elementi sono separati non resta niente che possa essere identificato con il corpo. In verità tutti i fenomeni dell'universo appaiono nella loro infinita varietà come il risultato di una combinazione di cause e condizioni particolari.

Chiarezza e vacuità sono inseparabilmente unite nella vera natura dello spirito che va oltre i concetti di esistenza e inesistenza. Quando un pensiero sorge, riconoscetene la vacuità, allora perderà immediatamente tutto il suo potere e non produrrà attaccamento e rabbia. E quando non c'è più attaccamento o rabbia,la realizzazione del Dharma autentico si svilupperà dall'interno.

In questo modo si svilupperà la calma mentale (shamatha) e ciò permetterà alla mente di restare in uno stato di tranquillità meditativa, libera della molteplicità dei pensieri. La visione profonda (vipashyana) permetterà di riconoscere la vacuità della mente in questo stato di calma. L'unione della calma mentale e della visione profonda costituisce l'essenza della pratica della meditazione.

Se avete contemplato la vacuità dei fenomeni durante la meditazione, vi sarà più facile di vedere, tra una seduta e l'altra di meditazione, che i fenomeni sono simili ai sogni che non hanno una propria esistenza. Fare il bene degli altri senza sosta è la pratica post-meditativa dello spirito del Risveglio assoluto.

Potete anche arrivare a credere facilmente che se avete tutto quello che desiderate - famiglia, amici, ricchezze, voi sarete perfettamente felice. Se lascerete la mente seguire la sua tendenza naturale cercherà di avere più amici, più ricchezza e così via (più amici avrete e più saranno quelli che sarete costretto a vedere morire, ecc, a che serve allora avere più amici?). Il desiderio, per sua natura, non porta che problemi e insoddisfazioni. Quando vi arriva qualcosa di indesiderabile pensate che è il frutto delle vostre cattive azioni del passato.

I migliori amici che potrete avere sono la calma della mente e il controllo di sé. Le sei virtù trascendenti sono: generosità, disciplina, pazienza, diligenza, concentrazione e conoscenza superiore.

La generosità è l'espressione naturale dell'altruismo e del distacco del bodhisattva. Ha per essenza il non-attaccamento. Ci sono tre forme di generosità: 1- la prima materiale, 2- la seconda consiste nel salvare la vita degli esseri e proteggerli dalla paura, 3- la terza è il dono degli insegnamenti di Buddha.

Senza disciplina non si può arrivare al proprio benessere. La disciplina permette di coltivare tutte le qualità positive ed è il pilastro delle pratiche del Grande veicolo, del veicolo del Diamante, e del veicolo Fondamentale. Disciplina significa anche rispettare i samayas, i legami sacri che uniscono il discepolo e il maestro spirituale.

Indicazione per la pratica:  1- coltivare la pazienza senza risentimento per chiunque. 2- sopportare il male che vi affligge, 3- rafforzare senza paura le prove legate al Dharma (ad esempio malattia, calore, freddo, fame sete), 4- contemplare senza paura il senso profondo della dottrina e le qualità illimitate dei tre gioielli. 5- Se qualcuno vi ferisce, non cercate di vendicarvi o e non abbiate rancore.

La diligenza consiste nel coltivare un coraggio e una forza d'animo come un'armatura contro lo scoraggiamento, e non cedere mai agli ostacoli posti dai quattro demoni che sono: emozioni negative, l'attaccamento al conforto, la malattia fisica e la morte. E' importante utilizzare lo studio, la riflessione e la meditazione.

La concentrazione. Esaminiamo il corpo, la parola e la mente, è facile riconoscere la supremazia della mente. se la mente è perfettamente addestrata alla calma mentale e alla visione profonda, il corpo e le parole la seguiranno sulla via della liberazione. In questo modo si può arrivare a liberarsi dal desiderio, dalla rabbia, dall'ignoranza. Per far si che la vostra concentrazione acquisti stabilità è utile ritirarsi in un luogo piacevole e isolato, lontano dalle distrazioni. La calma mentale si può ottenere con o senza oggetto di concentrazione. Nel meditare mettetevi seduto nella posizione in sette punti del bouddha Vairocana: gambe incrociate, le mani posate nel gesto dell'uguaglianza, le spalle rilassate, la colonna vertebrale dritta, il mento leggermente rientrato, lo sguardo posato sullo spazio all'altezza del naso, la lingua tocca il palato, gli occhi fissano senza distrazione un punto situato al di là della punta del naso (a douze travers de doigt). Poi visualizzate il buddha Shakyamuni. Piano piano si deve cercare di avere la visione più fine e precisa possibile. Il metodo migliore nella concentrazione è unire la calma mentale e la visione profonda.

La più importante virtù trascendentale è la conoscenza superiore. Senza la conoscenza superiore, le altre cinque virtù, generosità, disciplina, pazienza, diligenza, concentrazione, sono come cinque ciechi che senza la conoscenza superiore non possono trovare la cittadella della liberazione. Solo quando sono associate alla conoscenza superiore possono essere qualificate virtù trascendenti (paramita). La conoscenza superiore presenta tre aspetti che corrispondono a tre tappe graduali: la conoscenza attraverso lo studio, la conoscenza scaturita dalle riflessioni sugli insegnamenti, la conoscenza che nasce dalla meditazione. La realizzazione della conoscenza superiore è lo scopo ultimo degli insegnamenti. Gli insegnamenti si dividono in due categorie: quelli il cui senso è provvisorio o espedienti, che rivelano la verità relativa e quelli il cui senso è diretto e definitivo, che rivelano la verità assoluta. Il punto ultimo di tutti gli insegnamenti è la comprensione della vacuità che passa attraverso lo studio del sistema filosofico della via mediana (madhyamika) fino alla più intima convinzione della vacuità.

Eliminare i propri errori attraverso l'esame del vostro spirito come se fosse uno specchio, analizzando dall'interno la mente, voi potrete sapere se le vostre parole, i vostri atti,i vostri pensieri sono conformi al Dharma. Spesso i praticanti fanno notare i difetti negli altri , trascurando la montagna che è formata dai loro difetti. Alcuni dei difetti dei praticanti sono: essere eruditi in materia di Dharma senza rinunciare al male, ritenere istruzioni profonde, senza riuscire a cambiare in meglio, essere bravi a lodarsi e a svalorizzare gli altri. La natura di Buddha ( tathagatagarbha) con tutte le qualità positive, è presente in tutti gli esseri. Trattatevi mutualmente con grande bontà e grande apertura e non cercate i difetti negli altri, se cominciate a trovare dei difetti, ne troverete ovunque. Considerate tutte le tradizioni o scuole buddhiste come punti di vista diversi e non come contraddittori in quanto tutte sono un'espressione autentica dell'insegnamento del Buddha (Il pandit Lobsang Yeshe). Nel veicolo del Diamante la fede e la visione pura sono le due radici della pratica che inizia dopo aver ricevuto una iniziazione.

Tagliate definitivamente con le attività ordinarie, giorno dopo giorno siate contento di quello che avete e soddisfatto di quello che vi accade. Tutto il resto troverà il suo posto. La vostra pratica sarà l'antidoto alle emozioni negative e della credenza nell'esistenza reale delle cose. Una emozione comincia sempre con un pensiero o un sentimento infimo che poi si amplia. Se riuscite a riconoscere questo pensiero nell'istante preciso in cui sorge, vi sarà più facile farla dissipare. Le emozioni distruggono le persone che praticano, gli altri e la disciplina. Per sbarazzarsene è sufficiente riconoscerle.

Se nel presente nessuna malattia fisica, nessuna sofferenza mentale vi affettano, è il tempo per voi di praticare.

Dharma in tibetano si dice tcheu, termine che significa nello stesso tempo "rimediare ai difetti" e "fare nascere tutte le qualità positive". In sanskrito Dharma significa "quello che si tiene" o "quello che teniamo" nel senso che una volta stabilita una connessione con il Dharma, questo vi sosterrà fermamente per farvi uscire dalle profondità del samsara verso il Risveglio.

Per concludere la pratica del boddhisattva consiste nel superare l'attaccamento all'IO, eliminare ogni traccia di egoismo, e a mettersi al servizio degli altri, aver veramente assimilato la realizzazione della vacuità. Solo colui che ha raggiunto la realizzazione perfetta della vacuità è libero dai concetti di soggetto, oggetto e azione. La vera generosità consiste a non avere attaccamento, la vera disciplina nel non avere desideri, la vera pazienza a non avere della rabbia. E' importante comunque, che in ogni istante verifichiamo le nostre attitudini e motivazioni. Le azioni che avrete compiuto senza orgoglio o rimpianti avranno una energia incredibile che vi permetterà di progredire rapidamente sulla strada del Risveglio.

Il signore Buddha Shakyamuni ha fatto girare la ruota del Dharma a tre riprese, la prima volta a Benares insegnò le quattro nobili verità, la seconda volta a Rajagriha, e insegnò l'assenza delle caratteristiche; e la terza, in tempi e luoghi diversi, annunciò la verità ultima. Così spiegò la via del Risveglio in maniera incredibilmente profonda e vasta. e il saggio Thogmé, in modo umile, ha cercato di esporre l'essenza di tutti questi insegnamenti. Thogmé significa "senza intralci, senza ostacoli"; ed è un fatto che la sua conoscenza e comprensione degli elementi più profondi della teoria e della pratica del Dharma non conosceva né dei limiti, né degli ostacoli.

Ultimi consigli: Milarepa ha detto: "Non attendetevi nessun risultato, ma praticate sinceramente fino alla vostra morte". Il grande saggio Patrul Rimpoche ha detto: "In questa era oscura, si può definire Dharma di trasmissione il semplice fatto di ascoltare gli insegnamenti, e Dharma di realizzazione quello di praticare 24 ore su 24 la calma mentale e la visione profonda".

"Nel momento presente, tutto è nelle vostre mani, voi avete tutto il necessario per praticare e raggiungere il Risveglio; Non perdete un solo istante".

Il Buddha disse: "Vi ho mostrato il cammino, non dipende che da voi, il poter raggiungere la liberazione".

Il vero maestro ha una vasta conoscenza dei sutra, dei tantra, dei shastra. ai suoi discepoli offre dei regali, parla con dolcezza, insegna secondo le facoltà di ciascuno, e si conforma a quello che insegna. Anche se ha l'apparenza di una persona ordinaria, si trova costantemente nello stato del risveglio che trascende quello degli esseri ordinari. Prostratevi davanti a lui, non camminate davanti a lui, non camminate sulla sua destra, e camminate intorno al luogo dove vive.

Dal sutra del Pendant d'oreille: "Senza maestro spirituale noi non riusciremo a liberarci dalla esistenza samsarica". Il grande veicolo insiste sulla assoluta necessità di seguire un maestro spirituale autentico che detiene una tradizione e ne ha la realizzazione.

Estratto dal Vaso di amrita. "Occorre essere veramente profondamente disgustati dal cerchio delle esistenze e provare un forte desiderio di uscirne per iniziare la pratica".

Si può effettuare la meditazione di concentrazione su un oggetto, sull'antidoto, sui nove stadi di stabilizzazione dello spirito. 

Alcune istanze: 

  • Istanza 15 - Inchinarsi con rispetto verso chi svela i nostri difetti, è agire da Boddhisatva.
  • Istanza 17 - Anche se qualcuno, per orgoglio, ci umilia, rispettarlo come un maestro spirituale, è agire da Boddhisatva.
  • Istanza 26 - senza disciplina, non si può realizzare il proprio bene, allora pretendere di fare il bene degli altri, diventa assurdo. Osservare una disciplina senza motivazione mondana è agire da Boddhisatva.
  • Istanza 31 - Esaminare costantemente i nostri errori, è agire da Boddhisatva.
  • Istanza 34 - Rinunciare alle parole sgradevoli, è agire da Boddhisatva.

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...