mercoledì 21 settembre 2022

Bouddhisme, la loi du silence

Dopo oltre dieci anni di indagini, le giornaliste Élodie Emery e Wandrille Lanos esaminano la faccia nascosta del buddismo tibetano in un libro (Bouddhisme, la loi du silence, edito da JC Lattès, in libreria il 14 settembre 2022) e in un documentario (trasmesso il 13 settembre alle 22.35 su Arte)..

 
Le autrici rivelano un sistema che autorizza e copre gli abusi, ben lontano dall'immagine benevola di questa religione. Dall'indagine risulta che in vari casi ci sono stati aggressioni sessuali, violenze fisiche, appropriazioni indebite...  I casi più conosciuti sono quelli di Robert Spatz che ha creato una comunità in Belgio nel 1970. Poi diventato Lama Kunzang, aprirà dei centri in Francia (OKC Ogyen Kunzang Choling) a Ixelles e Chateau-de-Soleils. Lama Kunzang è stato accusato da alcuni discepoli di rituali di prosternazione e di aver subito violenze fisiche.  L'altro caso conosciuto è quello del Lama Sogyal Rinpochè, l'autore di un best seller di letteratura spirituale venduto in milioni di esemplari Il libro tibetano della vita e della morte. Anche qui ci sono discepoli che l'accusano di violenze varie dal 2011. Solo nel 2017 gli è stato revocato l'incarico, per poi morire nel 2019.  Secondo le autrici di questo libro, questi episodi sono passati sotto silenzio e non sono stati condannati né dal Dalai Lama, né da Matthieu Ricard (uno dei buddhisti più conosciuti in Francia).

Ma queste accuse che fanno le due autrici sul silenzio su questa vicenda da parte del Dalai Lama e di Matthieu Ricard sono TOTALMENTE FALSE, basta vedere l'articolo di risposta sul Blog di Matthieu Ricard,   https://www.matthieuricard.org/blog/posts/au-sujet-du-film-bouddhisme-la-loi-du-silence-diffuse-sur-arte 

https://www.sudouest.fr/societe/religion/dordogne-matthieu-ricard-reagit-sur-les-scandales-sexuels-dans-le-bouddhisme-12289620.php

A proposito del documentario "Buddhismo: la legge del silenzio" Di Matthieu Ricard il 9 settembre 2022.     Il film "Buddhism: The Law of Silence" descrive in dettaglio i crimini commessi negli anni '80 e '90 dal cosiddetto maestro buddista Robert Spatz e gli abusi del sistema messo in atto da Sogyal Rinpoche, fino al 2017. L'entità degli abusi denunciati e la sofferenza delle vittime, spesso molto giovani, sono terrificanti. Ciò è ancora più rivoltante perché sono state inflitte da uomini che sostengono di far parte di una religione e di una filosofia basate sulla saggezza, sulla compassione e sullo sradicamento della sofferenza. L'immensa sofferenza delle vittime deve essere ascoltata e la loro voce deve essere incoraggiata per evitare che si aggiunga altra sofferenza.

 Il buddismo è una comunità umana e, come ogni comunità umana, può essere sede di perversioni e persino di crimini commessi da falsi maestri. Essendo cresciuto in Francia, ma avendo deciso all'età di 21 anni di lasciare tutto per vivere per quasi cinquant'anni in Asia con autentici maestri tibetani, questo è un argomento a cui sono sensibile e a cui ho dedicato molte pagine, interviste o post sul blog. Il rischio di imbattersi in un falso maestro è tanto più forte in Occidente, in quanto il processo di adesione a una comunità è spesso molto rapido, mentre tradizionalmente si raccomanda di verificare le qualifiche di un istruttore per diversi anni prima di riporre la propria fiducia in lui. 

La mia condanna delle azioni di Robert Spatz, Sogyal Rinpoche e dei falsi maestri è totale. È in questo senso che ho ricordato in due programmi di Sagesses bouddhistes su France 2 nel 2021 le qualità di un insegnante autentico e i difetti dei ciarlatani da evitare a tutti i costi. Ne ho parlato anche nel 2011 su France Inter e in altri programmi. Ho anche dedicato un intero capitolo a questo argomento nel mio libro di memorie Carnets d'un moine errant (Quaderni di un monaco errante) e ho pubblicato un blog su Sogyal Rinpoche nel 2017. Ho anche fatto riferimento ai crimini di Robert Spatz in un'intervista alla RTBF belga nel 2021. Ho espresso questa convinzione anche nel 2017 in una lettera alle vittime di Robert Spatz, dicendo loro che avrebbero potuto usare come prova nel processo del 2019, che gli autori del film sono in possesso. Ciò non impedisce loro di presentarmi come complice di questa "legge del silenzio".

Per non aggiungere confusione su un argomento così serio, vorrei precisare che non sono mai stato vicino a Robert Spatz, che l'ho incontrato solo in occasione di eventi pubblici e per l'ultima volta nel 1994, quando sono emerse le prime accuse nel 1997, che non sono mai stato in possesso di informazioni non pubbliche o che non siano già state trasmesse alla giustizia sugli abusi di Robert Spatz o di Sogyal Rinpoche e che non ho mai avuto alcun interesse materiale con alcun centro o monastero buddista. In realtà, non ho alcun interesse materiale, poiché devolvo il 100% delle royalties dei miei libri, delle mie fotografie e delle mie conferenze a enti di beneficenza e non possiedo alcun bene materiale, a parte il mio computer e la mia macchina fotografica.

Una intervista filmata è stata condotta da uno dei giornalisti del documentario. Per ottenerla, ha spiegato che stava preparando un film sulla storia del buddismo e sul suo rapporto con la ricerca sulle neuroscienze. Ho accettato in buona fede di partecipare. Quando, nel bel mezzo dell'intervista, il giornalista cambiò bruscamente argomento e lanciò false accuse su Robert Spatz, capii che il progetto cinematografico che mi aveva inviato era un falso. Il giorno dopo ho capito che il titolo del documentario sarebbe stato "Mad Wisdom: The Falsehood of Tibetan Buddhism". Come persona che ha dedicato la propria vita allo studio e alla conservazione del buddismo tibetano, non potevo partecipare a questo documentario, né potevo fidarmi di un giornalista che mi aveva illuso di offrire una redazione fedele delle mie parole. Ho quindi chiesto che la mia intervista non venisse utilizzata.

"L'ambizione di questo documentario è salutare, perché è difficile liberare le voci delle vittime. È un compito enorme e necessario. Quando ci troviamo di fronte alle peggiori manifestazioni della natura umana, possiamo ribadire il desiderio di dare un senso alla nostra esistenza e ricordarci dello straordinario potenziale che ognuno di noi ha per lavorare e agire concretamente per una società più giusta e solidale".   Matthieu Ricard.

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Il buddhismo in Occidente.   Da un lato, il grande pubblico conosce molto poco il buddhismo tibetano; si dice che questo ramo minoritario rappresenti solo il 6% dei 500-700 milioni di seguaci del buddismo nel mondo.  Il Dalai Lama, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1989 è il leader spirituale e politico di un Tibet oppresso dai cinesi, incarna la ricerca della felicità, una coscienza ecologica in anticipo sui tempi. 

L'ascesa del buddhismo negli anni Settanta in Europa  è dovuta innanzitutto al Dalai Lama, al suo talento nel comunicare la sua religione e il destino del suo popolo. I libri - le storie dell'esploratrice Alexandra David-Neel, hanno contribuito a costruire questa immagine di un Tibet "puro". Allo stesso tempo, sulla scia del movimento hippie e sullo sfondo del declino delle altre religioni, emergeva una ricerca di spiritualità. Negli anni 2000, questa ricerca della felicità è diventata mainstream, con il boom dello sviluppo personale e della meditazione, un'attrattiva formidabile. In quarant'anni, il numero di centri buddhisti è passato da 74 a 340 in Gran Bretagna, da 40 a 400 in Germania, un centinaio in Svizzera, 379 in Francia... Tuttavia, è difficile conoscere il numero di praticanti. È la religione che attira il maggior numero di simpatizzanti spirituali.

Dalla sofferenza alla gioia - Mario Tanavaro

Mario Thanavaro (1955 - ) è Maestro di meditazione Vipassana e insegna vari temi riguardanti la spiritualità. Insieme alla Dott.ssa Enzina Luce Franzese è il fondatore dell’Associazione Amita Luce Infinita e ne è il presidente. Ha scritto oltre quindici libri riguardanti il Buddhismo, la meditazione e la consapevolezza dell’esistenza umana. Conduce ritiri e incontri di meditazione online e in varie città d’Italia. Il suo sito è il seguente: https://www.mariothanavaro.it/     https://percorsi.meditiamo.it/

E' stato per oltre 16 anni monaco buddhista, di cui gli ultimi 6 anni come Abate, Maestro di Meditazione, Presidente dell’Unione Buddhista Italiana e poi Vice Presidente della Fondazione Maitreya..

 Nel suo libro Dalla sofferenza alla gioia, Come guarire dal dolore del mondo, Mario Tanavaro, spiega che su indicazione del suo maestro Achaan Sumedho fondò il monastero Santacittarama, Il giardino del cuore sereno.  Per sei anni fù l'abate di questo monastero. Alla fine dei sei anni  si ritirò privo di energia ed entusiasmo. Scoprì che anche il mondo religioso è pieno di pregiudizi e settarismi.  Alla fine decise di ritornare alla condizione laicale e diffondere gli insegnamenti e la pratica della meditazione al di là dell'appartenenza ad una religione. Nel suo libro racconta con umiltà che ritornare nel mondo a quarant'anni, senza un appoggio economico e morale, non è stato un cammino facile. La strada che porta alla conoscenza di sè, spesso non è lineare e bisogna confrontarsi con le proprie paure e mettersi in discussione. Infine, assumere la responsabilità di essere liberi, capire che la vita è breve e deve essere vissuta al meglio e con coraggio per  portare a termine il proprio compito.

La felicità è più leggera di una piuma, nessuno sa afferrarla. L'infelicità è più pesante della terra, nessuno sa lasciarla.  Siamo spesso affetti da un disagio esistenziale la cui origine è dentro di noi. Finchè ci sposteremo da un luogo ad un altro, da una relazione ad un'altra non risolveremo la causa della nostra agitazione.

Con la pratica meditativa possiamo riuscire a riconoscere le radici del nostro disagio. Spesso è molta diffusa la mancanza di accettazione di sè e di autostima.  Solo quando saremo consapevoli dell'esigenza di trasformazione potremo cambiare pagina. Spesso la compensazione alle nostre mancanze interiori si manifesta propria abbracciando un credo religioso che non protegge dalla rigidità e dalla chiusura verso il prossimo. La pratica meditativa richiede una conoscenza profonda di sè e una precisa cognizione della realtà attraverso l'osservazione, la concentrazione, la visualizzazione, l'introspezione. Solo in questo modo potremmo penetrare nel nucleo della coscienza. La reale condizione dell'esistenza in Oriente si chiama Dhamma o Dharma. 

"Il più delle volte, la nostra ricerca istintiva e maldestra della felicità si basa su inganni e illusioni, piuttosto che sulla realtà, e così ci sfianchiamo nel tentativo di modellare il mondo per farlo combaciare con le nostre fantasticherie, o alteriamo artificialmente i nostri stati di coscienza. Non sarebbe meglio trasformare la nostra mente?"  - Matthieu Ricard           E' il pensiero che crea la realtà.

Lungo il cammino della vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili; anzi, cercate di dare loro gioia ogni volta che potete. Siamo esseri sensibili e preziosi, a prescindere del giudizio degli altri, dall'apprezzamento e dalla stima altrui. La ricchezza interiore, lo spirito di servizio e l'altruismo, sono beni inestimabili. La condivisione dei nostri talenti, del nostro lavoro e dell'energia che mettiamo nel vivere bene la nostra vita, è l'unica forza che può veramente salvare l'umanità. 

Nel mondo attuale caratterizzato dal liberismo selvaggio, il consumismo insaziabile, il depauperamento del pianeta, dalla crescita selvaggia a discapito dei diritti umani e dell'ambiente, dalla crescente disparità sociale sono incoraggiati l'avidità, l'attaccamento, la competizione e il conflitto. Bisogna riscoprire il piacere di una vita semplice, in armonia con se stessi e con gli altri esseri senzienti, con il pianeta. La pratica spirituale promuove la semplificazione dei bisogni, la spogliazione continua dell'avere per poter finalmente essere.  L'obiettivo è vivere semplicemente la propria vita facendo quello che deve essere fatto senza cercare riconoscimenti e successo, superando la paura di fallire.

La cultura è disgiunta dalla vera conoscenza e spesso ostacola il cammino spirituale. Nel film provocatorio Cento Chiodi di Ermanno Olmi, il protagonista, un affermato professore di filosofia nel finale, dopo aver trafitto le pagine degli antichi testi dice: "A che cosa sono serviti? A ingannarci l'un l'altro. C'è più verità in una carezza che in tutti i libri". 

Anche la ricerca spasmodica di una guida spirituale, di un leader idealizzato, di qualcuno che risolvesse tutti i problemi e che fosse in grado di dirmi cosa è il bene e cos'è il male, quale è la cosa giusta da fare non aiuta alla nostra evoluzione interiore.  Come dice Jiddu Krishnamurti "Voi credete nei salvatori, ma è proprio da loro che dovete salvarvi. Vi dovete redimere dall'idea che qualcuno possa venire a redimervi". 

La ricerca interiore è un omaggio alla vita.

Dalla sofferenza alla gioia (2) - Mario Tanavaro

Mario Thanavaro (1955 -  )  è Maestro di meditazione Vipassana e insegna vari temi riguardanti la spiritualità.  Insieme alla Dott.ssa Enzina Luce Franzese è il fondatore dell’Associazione Amita Luce Infinita e ne è il presidente. Ha scritto oltre quindici libri riguardanti il Buddhismo, la meditazione e la consapevolezza dell’esistenza umana.  Conduce ritiri e incontri di meditazione online e in varie città d’Italia..  https://www.mariothanavaro.it/ 

 Achaan Sumedho, il suo maestro, gli diede il nome Thanavaro significa "fondazione eccellente", per ricordargli che il Dhamma, l'insegnamento spirituale gli avrebbe assicurato la stabilità  in un mondo soggetto a terremoti e sofferenze di ogni tipo. 

 La ricerca interiore e' un omaggio alla vita, un percorso di risveglio della coscienza e alla ricerca di un senso che porta alla liberazione dall'inizio al non io..

La sofferenza è sempre presente nella nostra vita, ma se Dio esiste esiste, ed è buono e misericordioso e onnipotente, perchè non interviene? Perchè non impedisce il male?  Anche il Papa Giovanni Paolo II, una domenica di ottobre nle 1985, parlò del silenzio assordante di Dio di fronte a tanta sofferenza.

La sofferenza  può  prendere la forma dell'angoscia, del vuoto interiore,  della depressione, del male di vivere, del senso di inutilità  della vita. La felicità  è la gioia  sono gli obiettivi di ogni persona e la vita e' uno spazio luminoso, aperto  pronto ad accoglierci.  Basta passare dalla sofferenza alla gioia. 

La sofferenza a volte è  funzionale a comprendere il vero e profondo significato della vita. La maggior parte della sofferenza che viviamo appartiene all'ambito relazionale e affettivo. Il meglio è il peggio di noi viene fuori quando siamo in relazione.  Il dolore è inevitabile e nell'arco della vita lo proveremo tutti.  La sofferenza è ciò  che aggiungiamo al dolore; è il dolore fisico potenziato, al dolore fisico si aggiunge la frustrazione psicologica. 

Il dolore può  liberare onde di energia creativa, vedi l'opera di Frida Kahlo o l'urlo di Munch pieno di paura, angoscia e disperazione e che esprime l'impotenza di fronte all'ineluttabile e funesto destino umano.   

La felicità  umana è  l'obiettivo di tutti, ma può  essere trovata solo nel profondo del proprio cuore. E' nella quotidianità  che troviamo le occasioni per la riscoperta della gioia. Ci dobbiamo educare ed addestrare a vivere senza risentimento, senza pessimismo e senza rimpianti ed esplorare nuove dimensioni della  coscienza.  Ci accorgeremo con il passare del tempo che all'esterno  non è cambiato  niente, ma è  all'interno  che è  avvenuta una rivoluzione della coscienza. 

La meditazione è  lo strumento per facilitare  questo percorso. Per meditazione  si intende la capacità  di guardare,  vedere, osservare e realizzare  le cose così  come sono. La spiritualita è un processo di maturazione della coscienza che ci permette di uscire dalla visione dualistica io-mondo, percepire la scomparsa dell'io, andare al di là della percezione di oggetti e sensazioni, sentirsi parte integrante di quella realtà che ci circonda. In qualche modo sentirsi Dio. 

Dopo essere riusciti a risolvere i nostri conflitti interiori,  occorre ritornare nel mondo, guardarlo con occhi diversi per riscoprirne l'umanità. Manca ancora una cultura che ci educhi ad stare aperti alla difficoltà, alla sofferenza e al dolore di un altro essere umano. 

Il frutto della pratica meditativa è  l'espressione naturale della gioia di vivere, della percezione dell'essere al di là di qualsiasi ricerca, dubbio e illusione. Il riuscire a vivere in armonia facendo parte del tutto, liberi da una volontà limitata  e da una coscienza individualizzata. 

Come dice Krishnamurti: la fioritura dell'amore è la meditazione. Spesso tendiamo a guardare  fuori  di noi alla ricerca  di un essere perfetto, un santone, un maestro,  mentre dovremmo  vivere la nostra vita con fiducia, compassione e amore senza cercare miti e modelli da seguire.  La felicità è  dentro di noi. Noi siamo questa realtà  ultima, noi siamo Dio. Una persona illuminata non è  qualcuno che ha raggiunto l'ultimo gradino di una scala.  L'illuminazione è  smettere di salire o scendere una scala, è  un ritornare ad essere naturali e vivere la vita con generosità, compassione,  coraggio,  umiltà,  saggezza, vivere con gioia e amare.

Lo Zen secondo Bertagni

In questa ricca pagina di Gianfranco Bertagni c'è tutto il mondo zen, dalla definizione alle varie scuole e sfaccettature, documenti importanti, ecc.

Gianfranco Bertagni è nato il 2 dicembre del 1971 a Palermo, vive a Bologna. Insegna presso la Scuola di Filosofia Orientale (attuali sedi: Bologna, Cagliari, Palermo). Laureato in filosofia e specializzato in storia delle religioni, ha ottenuto una Borsa di studio dell'Accademia dei Lincei per la specializzazione negli studi storico-religiosi.

Il Sutra del Cuore recita che, "Realizzando che non vi è nulla da conseguire si diventa un bodhisattva". Questo è ciò che reputo il nucleo dello zen, veramente interessante e diverso - in questo aspetto - da tutte le altre forme di spiritualità. Non semplicemente lo zen è un percorso per l'eliminazione delle ostruzioni mentali, ma anche la realizzazione della non esistenza di tali ostruzioni. "Poiché tutto è vuoto fin dal principio, su cosa potrà mai cadere la polvere?".
Può essere data una nuova chance al nichilismo e al relativismo contemporanei, ripensandoli attraverso lo zen?


 Vedi link: http://www.gianfrancobertagni.it/Discipline/zen.htm

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› Kodo Takeuchi, Ichibutsu Ryoso: Un Buddha Due Fondatori (pdf) - da global.sotozen-net.or.jp
› Seijun Ishii, Gyoji Dokan: Il Cerchio della Via nella Pratica Continua (pdf) - da global.sotozen-net.or.jp
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› Tairyū Tsunoda, Dōtoku: Capace di dire (pdf) - da global.sotozen-net.or.jp
› Kodo Takeuchi, Byojoshin Zedo: La Mente Ordinaria è la Via (pdf) - da global.sotozen-net.or.jp
› Seijun Ishii, Shobogenzo Nehanmyoshin: Il tesoro dell’occhio del vero Dharma, la mente meravigliosa del Nirvana (pdf) - da global.sotozen-net.or.jp
› Kenshu Sugawara, Zenkai Ichinyo: Unità di Zen e Precetti (pdf)  - da global.sotozen-net.or.jp
› Tairyū Tsunoda, Hotsu Bodaishin: Suscitare l'aspirazione al risveglio (pdf) - da global.sotozen-net.or.jp
› Giada Bosaro, Una riflessione filosofica sullo haiku (tesi di laurea, pdf)
› Dogen, Buddha e natura-di-Buddha nello Shobogenzo (testi scelti) di Aldo Tollini - da arcaold.unive.it
› Mauricio Yushin Marassi, Piccola guida al buddismo zen nelle terre del tramonto (pdf) - da www.lastelladelmattino.org
› Richard Shusterman, Soma e utopia. Riflessioni su un genius loci zen - da www.academia.edu
› Roland Barthes, Haiku, segni, senso
› Francesca Famà Casarin, La poesia di Basho (pdf) - da www.teosofica.org
› Ryokan Daigu, Poesie (a cura di Silvia Masaracchio) (pdf) - da www.zenroma.it
› La raccolta della roccia blu (pdf)
› Daniele Minnone, Le influenze dello zen nel tiro con l'arco giapponese (tesi di laurea) (pdf)
› Marco Filippucci, "In viaggio verso la bellezza. L’esperienza del vuoto nell’architettura giapponese" (pdf)
› Marcello Ghilardi, "L'unità di buono, vero e bello in Nishida Kitaro" (pdf)
› Shobogenzo. Traduzione completa (pdf)
› Kodo Sawaki, Discorsi (pdf)
› Eihei Dogen, Zenki (Il funzionamento integrale) (a cura di Jiso Giuseppe Forzani) (pdf)
› Eihei Dogen, Shoji (Vita e morte) (a cura di Jiso Giuseppe Forzani) (pdf)

mercoledì 14 settembre 2022

Soprattutto non dite la verità - Michel Onfray

 Il breve saggio sulla verità è stato tratta dal testo Antimanuel de philosophie di Michel Onfray.

Michel Onfray (1959 - ) è un filosofo francese. Pensatore tra i più significativi dell'odierno panorama intellettuale francese. Tra le sue opere principali vanno citate il Traité d'athéologie (2005) e Contre-histoire de la philosophie (2006-2009).. 

Dal breve saggio:  Soprattutto non dite la verità, a meno che vogliate far del male a qualcuno. Perché onorare il dovere della verità avendo la certezza di fare del male? Con la verità si possono produrre degli effetti considerevoli, sia nel male, sia nel bene. Si può anche omettere di dire, senza che ci sia bisogno di mentire. Non dire la verità, non significa posizionarsi nella menzogna. Solo i cristiani associano la menzogna all'omissione, e vedono la radice del peccato nell'intenzione di nascondere la verità.

Esiste una violenza della verità cruda e nuda; Ad esempio prendete la ferma risoluzione, un mattino, al risveglio, di dire la verità a tutti quelli che incontrerete nelle prossime 24 ore, amici, amanti, parenti, famigliari, colleghi, superiori, commercianti, vicini e altri. Mantenete il vostro proposito senza derogare indipendentemente dalle circostanze.  Scommetto che alla fine della giornata, avrete litigato con la maggior parte delle persone, se non con tutte. Queste persone avranno avuto l'impressione nel frequentarvi, di incontrare una persona rude, senza tatto, senza eleganza, un individuo con un cattivo carattere, dalla lingua di vipera, senza maniere, che ignora la gentilezza elementare e il sapere vivere di base.  

E vi sarete semplicemente accontentati di dire la verità, niente altro. Ossia?  voi avrete detto agli imbecilli che lo sono, agli importuni che vi annoiano, agli interessati che vi innervosiscono, alle persone che hanno preso peso o sono invecchiate, che i chilo in più o le rughe non gli vanno bene.  Avrete detto che ne avete abbastanza di pranzi con persone che non vi interessano, e che i pranzi vi sembrano un'eternità, che non sopportate qualcuno per la sua bellezza, per la sua intelligenza, per il suo successo, per i suoi soldi, confermerete a voi stesso che spesso i loro successi vi fanno male al cuore, e i loro insuccessi vi permettono di gioire.

Vi sarete comportato da umano, e non avrete fatto altro che dire la verità, ossia esprimere i sentimenti che vi venivano in mente, senza impedirvelo ...  Invece, la vita quotidiana, quando non si agisce nella trasparenza, si riduce ad un genere di menzogna per omissione. Chi accetterebbe senza paura di apprendere quello che i suoi amici pensano e dicono veramente di lui?  Chi avrebbe voglia di diventare invisibile ed assistere ad un pranzo o ad un avvenimento dove si parla di lui, senza aver paura di mettere in discussione amicizie o altro?  Solo gli ingenui e gli stolti. 

Comunque c'è la necessità di distinguere la menzogna per fare del male, quella che mira a sottomettere l'altro, a evitarlo, a denigrarlo,  -  dalla menzogna pura, o la menzogna giusta, per esempio per risparmiare del dolore alla persona amata. In se stessa la menzogna non è che uno strumento con il quale si dissimula e si sottrae la verità allo sguardo degli altri. Ma è interpretabile in modo positivo o negativo a seconda dei vizi o delle virtù che serve. Riflettete prima di informare il vostro compagno o la vostra compagna della vostra scappatella del giorno prima.

Un caso emblematico in cui la menzogna è usata per fare del male, per nuocere, è la menzogna usata da tutti i politici per aumentare i consensi elettorali: Una menzogna verso il popolo, l'avversario, e verso se stessi (vengono spesso cancellate tutte le tracce scomode del loro percorso politico).  Le prese di posizione nette sono in funzione della verità del momento: la realizzazione di un'Europa unità, uso di fonti rinnovabili, l'invio di armi per difendere la democrazia, l'introduzione di una politica ecologica, ecc.  Pretendono di avere un progetto per migliorare le condizioni di una nazione mentre tali progetti ed interventi, sono concordati con i loro consiglieri esperti in comunicazione, per farli corrispondere al profilo del miglior prodotto vendibile e riuscire così a convincere gli ultimi indecisi.

Sviluppo personale, una vita da sogno

Attualità ansiosa, post-Covid, guerra, riduzione del potere d'acquisto... le persone non sono di buon umore. Si instaura un pessimismo ambientale che favorisce l'industria del benessere e, con esso, la comparsa di coach che si rivolgono ai giovani attraverso i social network.
Secondo l'International Coach Federation, il numero di persone che si dedicano allo sviluppo personale è aumentato del 33% tra il 2015 e il 2019 e continua a crescere...  Nel 2021 le vendite dei testi sullo sviluppo personale in Francia sono aumentati del 20 % secondo il Syndacat national de l'édition. Il libro sullo sviluppo personale è stato un rifugio per le persone che si trovavano sole di fronte alle proprie angosce. Le imprese che nel 2021 hanno fatto ricorso ad attività di coaching per i loro dipendenti sono aumentate del 20%.   I libri sullo sviluppo personale sono i più acquistati dai giovani, dopo i manga ( è un termine giapponese che indica i fumetti originari del Giappone).

Lo sviluppo personale è una parola abbastanza fluida, che include la filosofia, la saggezza popolare e la psicologia; propone di apprendere a gestire meglio le proprie emozioni e ad ottimizzare il proprio potenziale attraverso una vasta gamma di soluzioni che vanno dalla meditazione al coaching e ai consigli personali.   Passando per lo yoga, zen, passeggiate nella natura, eco-terapia, sofrologia, piscine turchesi, animazioni continue.

Oggi, attraverso i media siamo bombardati di ingiunzioni a vivere pienamente il momento presente scacciando i pensieri negativi che inquinano il nostro cervello. La vita non è sempre divertente e ognuno la affronta come può: iniziare la giornata bevendo acqua e limone (per disintossicarsi) e fare un saluto al Sole è un modo come un altro; se può aiutare, è fantastico, molto meglio di un farmaco. 

Lo sviluppo personale è nato negli Stati Uniti negli anni 50 insieme alla psicologia positiva di Martin Seligman.  Psicologi  e terapeuti cercano di aiutare le persone a trovare una soluzione ai loro problemi piuttosto che aiutare il paziente a conoscersi meglio. Questo approccio è considerato meno esigente e meno lungo di una psicanalisi.

Ciò che è più discutibile è l'ingiunzione permanente al benessere personale e il business che genera, spinto da un contesto politico-economico-sanitario terribilmente ansiogeno. Il mondo dell'editoria, che pubblica tutta una serie di guide di successo per lo sviluppo personale, lo ha capito.  Anche il mondo del turismo vende settimane di "benessere" a prezzi spesso astronomici. Questa mania porta alcune persone a proclamarsi "guaritori dell'anima", con buone intenzioni, ma che possono essere devastanti per una persona che soffre, quando il "guaritore" è un truffatore. 

Non c'è nulla di male nel fare del bene a se stessi, siamo d'accordo; ma smettiamola di sentirci in colpa per la minima deviazione dalla vita dei sogni, non fuggiamo sistematicamente dai pensieri negativi che finiranno per raggiungerci un giorno e, soprattutto, controlliamo le competenze e il background della persona a cui affidiamo la nostra anima, la nostra mente e il nostro corpo.

- "Lo sviluppo personale è sinonimo di hyper-responsabilità, ciascuno diventa attore del suo destino".   Articolo pubblicato a luglio 2022 sulla rivista Liberation.

__________________   Libri, emissioni, applicazioni sullo sviluppo personale.

  • Le applicazioni Petit Bambou e Headspace propongono meditazioni di vario tipo.
  • Il gioco di carte  Je suis incita ad interrogarsi sulle proprie emozioni.
  • Il libro best-seller La clé de votre énergie della giornalista Charlène Guinoiseau-Férré.
  • Contre le développement personnel di Thierry Jobard.
  • Happycratie, comment l'industrie du bonheur a pris le controlle de nos vies, 2018, della sociologa Eva Illouz.
  • La Dictature de l'ego, 2018, del professore di filosofia Mathias Roux.
  • Piattaforma Take Care, dove viene proposto un coaching on line per prendere consapevolezza del proprio corpo e avere fiducia in se stessi.
  • Toujours plus, libro scritto dall'influenceur Léna Situation.
  • Les chemins de la philosophie, di Gerardine Mosna-Savoye - France culture.

Le nevi del Kilimangiaro

Vi propongo questo grazioso film francese del 2011, Le nevi del Kilimangiaro,  scritto e diretto da Robert Guédiguian. Il film segue le vicende Michel (Jean-Pierre Darroussin), un anziano sindacalista che si vede costretto al pre-pensionamento. L'uomo lavora al Porto di Marsiglia e, a causa della forte crisi economica, i sindacati hanno deciso che saranno licenziati venti dipendenti per mezzo di un'estrazione. La sorte vuole così che, tra i sorteggiati, ci sia proprio lui. Durante la festa per l'anniversario di matrimonio, a Michel e sua moglie Marie-Claire (Ariane Ascaride) vengono regalati i biglietti per un soggiorno in Tanzania di una settimana. Qualche sera dopo, mentre sono in casa a giocare a carte con la sorella di lei, Denise (Maryline Canto) e suo marito Raoul (Gérard Meylan), amico fraterno di Michel, sono aggrediti da due uomini armati che li picchiano  e li derubano dei biglietti, dei contanti e delle carte di credito. Oltre al danno economico, i quattro devono fare i conti con lo choc che lascia conseguenze in particolare su Denise...

 
Michel, mentre è in giro cercando un lavoro, grazie a un dettaglio riesce a risalire ad uno dei suoi rapinatori. Si tratta di Christophe, un giovane ex collega presente alla sua festa, anche lui disoccupato in seguito al sorteggio. Denunciato, viene subito arrestato e condannato a diversi anni di reclusione. Dopo l'iniziale sete di giustizia mista a vendetta (Michel, con il consenso del commissario, arriva a mettere le mani addosso ad uno strafottente Christophe), la pietà ha il sopravvento.
I due fratellini di Christophe che avevano come unico sostegno il fratello, sono infatti in uno stato di semi-abbandono e Michel e Marie Claire, l'uno all'insaputa dell'altro, si adoperano per aiutarli. Dopo essersi interrogati sul loro passato e il loro presente, giungono entrambi alla conclusione che la scelta giusta da fare è prendere in casa con loro i due fratelli. Vinta l'iniziale riluttanza dei figli, Michel e Marie-Claire riscuotono anche l'approvazione di Raoul e Denise insieme ai quali, così, si può tornare ad una serenità che sembrava irrimediabilmente compromessa.
 
Curiosità sul film: Il soggetto è ispirato al poema Les pauvres gens di Victor Hugo. 
È stato presentato al Festival di Cannes 2011, nella sezione Un Certain Regard. 
Ha vinto il Premio LUX 2011, assegnato annualmente dal Parlamento europeo, e nel 2012 il Premio Lumière, assegnato annualmente dall'Académie des Lumières ai migliori film del cinema francese e francofono.

Intelligence e sicurezza del Cyberspazio - Calogero Vinciguerra

Intelligence e sicurezza del Cyberspazio - di Calogero Vinciguerra.

Il mondo evolve sempre più velocemente, grazie alle immense possibilità offerte dalle nuove tecnologie, in particolare quelle digitali. L’introduzione del cyberspace come quinto dominio é una conseguenza della sempre maggiore importanza del cyberspace per le operazioni militari. Allo stesso modo é interessante notare che anche il mondo dell’intelligence cambia nel tempo, anche in funzione dei mezzi e strumenti disponibili per la raccolta e analisi dei dati e informazioni e per la produzione di intelligence.

Il libro si articola in quattro capitoli principali che trattano altrettanti aspetti del mondo dell’Intelligence:

  • evoluzione dell’intelligence;
  • esigenze informative e la sicurezza aziendale;
  • geografia e geopolitica del cyberspazio;
  • sicurezza del cyberspazio.

Nel primo capitolo l’autore getta le basi per una proficua lettura anche da parte di chi non é addentro alla materia, partendo dalle origini, ovvero dal significato del termine "intelligence" per poi passare all’illustrazione del ciclo intelligence.  Nel secondo capitolo l'autore parla della sicurezza aziendale mettendo in evidenza l’importanza della figura dei professionisti della security, ritenuti, a ragione, ruoli fondamentali, tra questi anche il CISO (Chief Information Security Officer) e il DPO (Data Protection Officer). Tratta anche delle relazioni tra sicurezza nazionale e sicurezza aziendale, anche attraverso l’evidenziazione delle principali criticità esistenti, come per esempio la mancanza di un quadro legislativo in materia di security privata all’estero. L’illustrazione del concetto di "sicurezza partecipata" intesa come: "insieme degli strumenti e delle persone che interagiscono per concorrere a comuni obiettivi legati agli indicatori tipici della sicurezza" chiude il capitolo.
È con il terzo capitolo che si entra nel cuore dell'argomento del libro: il cyberspace. Si parte dalla spiegazione dei principali termini del settore fino alla presentazione della cartografia del cyberspace e alla mappatura digitale del crimine.  Viene evidenziata anche l'importanza di figure professionali come il Data Scientist e il Criminal Intelligence Analyst, divenuti ormai indispensabili.
La geopolitica del cyberspace chiude il capitolo, con l'illustrazione del potere politico-strategico e di influenza negli equilibri mondiali.
Nel quarto capitolo viene trattato il tema della sicurezza informatica. Partendo dalla definizione di hacker e di cracker, l'autore prosegue ad illustrare i principali tipi di minaccia (phishing, defacing, spoofing, DoS e DDoS) per poi descrivere le APT (Advanced and Persistent Threat) secondo la definizione del NIST e i principali crimini informatici. Nello stesso capitolo si dedica un po di spazio ai concetti di cybersecurity, cyber kill chain per concludere con la struttura di cybersicurezza nazionale.

lunedì 5 settembre 2022

Foutez-vous la paix et commencez a vivre - Fabrice Midal

 Il testo Foutez-vous la paix et commencez a vivre (in italiano potrebbe essere tradotto in  Fate pace con voi stessi e cominciate a vivere) è pubblicato nel 2017 da Fabrice Midal ( 1967 - ) uno dei principali  insegnanti di meditazione in Francia.   E' il fondatore della scuola occidentale di meditazione.             Sito web: http://www.fabricemidal.com                                                                                                   Nel testo l'autore dice di discostarsi nei suoi insegnamenti dai tre approcci più diffusi all'insegnamento della meditazione:  - il primo consiste ad osservare i pensieri che passano nella nostra mente, senza soffermarsi su di essi;  - il secondo consiste nel tentare di controllare la mente, di fare il vuoto dei pensieri attraverso tecniche di focalizzazione su un punto preciso ad esempio una statua, una candela il respiro, ecc, escludendo tutto il resto.  - il terzo approccio è quello di fondersi con il divino.  L'autore propone un approccio diverso e rivoluzionario alla meditazione, di sedersi senza attendersi niente, senza niente da ricercare. Propone di sviluppare un'attitudine di piena presenza e lasciarsi andare alle emozioni che si stanno vivendo qui e adesso. Da questo punto di vista, essere in pace non significa evitare le emozioni, la confusione e il tumulto, la tristezza; ma importante è non identificarsi con questi sentimenti che possono sommergerci. La meditazione per Fabrice Midal è una via per arrivare ad una trasmutazione delle emozioni, non bisogna cancellarle ma trasmutarle per aprirsi alla benevolenza, arrivare ad una forma di pace, a vivere un rapporto diverso con la realtà. La pratica dell'amore benevolente è la via regale per riconciliarsi con se stessi, diventare il nostro miglior amico ed aprirsi al mondo in un approccio più sereno.  Meditare è un'esperienza di presenza benevolente, soprattutto verso se stessi, riuscire a diventare il nostro migliore amico, mentre spesso ci asfissiamo di giudizi negativi. Il ruolo della meditazione non è quello di gestire lo stress, renderci più efficaci, più calmi. Il vero ruolo della meditazione è aiutarci a  guarire. Quando soffriamo, siamo ripiegati su noi stessi, la meditazione deve aiutarci a trasformare la situazione e apprenderci a vedere le cose in modo migliore, vedere veramente la realtà, e aiutarci a liberarci dalle convenzioni, dai pregiudizi, ecc. Meditare ci aiuta a vedere meglio la realtà e a liberarci. E' un viaggio in se stessi e nella bellezza del mondo, un inno alla vita. La meditazione è la via di accesso verso l'esaltazione, la passione e l'azione.  La meditazione non è gestire lo stress e un cercare di controllare tutto; ciò è impossibile e questo atteggiamento ci impedisce di danzare con la vita.  Nella meditazione ci autorizziamo veramente ad essere un essere umano.

Leggendolo attentamente il testo, si evince che la visione dell'autore non si discosta poi così tanto dai grandi meditanti.  Riassunto del libro. Viviamo nella frenesia di fare sempre, fare sempre meglio, mai fare bene. Questa agitazione ci esaurisce, ma non ci permette di andare avanti. Per andare avanti, dobbiamo fermarci! Questo è il leitmotiv di Fabrice Midal nel suo libro Lasciati in pace e inizia a vivere.    Per l'autore, iniziato alla meditazione da Francisco Varela (1946-2001 co-fondatore insieme al Dalai Lama dell'Istituto Mind and Life), la meditazione è semplicemente essere, fermarsi, concedersi una pausa, cessare di correre per rimanere presenti a se stessi, per ancorarsi al proprio corpo. Meditare è restare un debuttante aperto e curioso, non si fa niente e si lascia che le cose accadano intorno a noi. La meditazione è un gesto di libertà, piuttosto che una tecnica. La mindfulness è un termine che l'autore traduce con piena presenza e non con piena coscienza. Considera che tutti i pensieri, percezioni e emozioni partecipano alla meditazione e all'essere qui e adesso;  e meditare non è distaccarsi dal mondo ma piuttosto partecipare pienamente al mondo. Meditare non è una metodologia d'introspezione e un andare verso noi stessi, ma lo scoprire che si fa parte del mondo, un entrare in relazione con quello che siamo. La meditazione è una respirazione senza obiettivi, e il respirare diventa un sincronizzarsi con la vita e riscoprire l'aspetto umano di noi stessi.   Ecco alcuni consigli dell'autore per trovare serenità e piacere nella vita:

Siate risoluti a non servire più, e sarete liberi - La Boétie (dal libro La servitù volontaria del 1549)
1. Smettete di obbedire, siate intelligenti. Per evitare guai, per fare sempre la cosa giusta, ci proibiamo   di deviare dai sentieri tracciati. Nel mondo di oggi, è nel nostro interesse essere liberi, decidere delle nostre azioni. Intraprendere una nuova strada, anche se a volte rischiosa, è l'unico modo per esprimere tutto il nostro potenziale. Qui l'autore interpreta la meditazione come un'etica, ossia la capacità affrontare ogni situazione nel modo più appropriato e originale. Meditare è restare immobile, presente alla respirazione ed osservare con curiosità tutto quello che si presenta. Meditare è risvegliare le antenne che sono in noi ed utilizzarle, senza pregiudizi, pronti ad aprirsi all'imprevisto e all'intelligenza che sorgerà in noi.

La saggezza è qualche cosa di freddo e, in questa misura, di stupido [... ] La saggezza non fa che dissimulare la vita. Ludwig Wittgenstein
2. Smettere di essere saggi, essere entusiasti: l'essere saggi è spesso visto come la capacità di superare le proprie passioni (paure o desideri), di essere indifferenti ai problemi e ai dolori. Ma gli esempi di saggezza nella storia, come Nelson Mandela o Madre Teresa, non sono stati indifferenti: hanno scosso il mondo con le loro passioni. Piuttosto che cercare questo ideale di saggezza e perfezione, che è molto lontano dalla vita reale, è meglio lasciare spazio all'entusiasmo. Essere saggi consiste ad aprirsi a quello che sono, imperfetto come sono, come lo siamo tutti. Meditare non è ottenere la calma, ma entrare in rapporto con la propria vita, con tutto quello che costituisce la nostra esistenza compreso il sesso, i soldi, il lavoro i problemi e la gioia. La vera saggezza non consiste nel fuggire dalle nostre emozioni, ma entrare in rapporto con esse, ascoltarle e riconoscerle per determinare il vero dal falso. La meditazione non è una pillola magica, ma un lavoro reale con il dolore, la confusione, le emozioni; soprattutto ci educa ad osservarle.

Nel restare calmi, è sottointeso il controllarsi e non esprimere troppo la collera, la tristezza, la gioia o i desideri.     3. La calma è sinonimo di inattività, è l'assenza di movimento, è l'immobilità statica. La pace implica, invece, uno sforzo perchè tutto si riunisca in modo corretto. La meditazione pacifica ma non calma.  Dobbiamo smettere di essere calmi e cercare invece di essere in pace: la società ci spinge a mostrare una facciata sempre liscia, socialmente accettabile, dove le emozioni forti e le opinioni dissenzienti non trovano posto. Essere in pace, invece, significa integrare le turbolenze e le emozioni della vita ed entrare in contatto con l'insieme della realtà. Possiamo anche essere tristi, emotivi o agitati: questi sentimenti sono temporanei. La pace di fondo ci permette di ascoltare e fare spazio a questi sentimenti che prima o poi spariranno. Assumiamo di non essere sempre gentili, di non piacere a tutti, di non essere amati sempre e da tutti. In alcune situazioni sociale dobbiamo assumere di non essere a nostro agio. Meditare non significa mettersi al riparo dal mondo, ma al contrario significa integrarsi meglio nel mondo. Non significa preservarsi dalla sofferenza, dai problemi ma entrare meglio nella danza della realtà. 

4. Smettere di essere coscienti, essere presenti: molto spesso crediamo che la nostra coscienza sia limitata alla mente, indipendente dal corpo e dalle emozioni. Il voler sempre pensare, il calcolare sempre, finisce per allontanarci da ciò che accade intorno a noi, e persino dentro di noi. Perseguire la piena presenza e restare attenti ai sensi, all'emozioni, all'esperienze che si stanno vivendo: è questo che avvicina alla vita!   L'autore fa la distinzione tra il desiderio consumistico e il desiderio di estinguere la sete di fare. Propone di ritrovare il senso profondo del desiderio che è uno slancio di vita che ci permette di  andare avanti. Il desiderio è qualcosa che ci risveglia e ci porta ad impegnarci nel mondo per arrivare ad una realizzazione. Un desiderio ci porta fuori dalla nostra zona di confort per andare più lontano, verso l'altro, verso l'altrove, verso quello che è più grande e giusto del nostro "IO".

5. Smettere di cercare di capire tutto, scoprire il potere dell'ignoranza: senza sapere che le sfide che stavano perseguendo erano impossibili, alcuni individui hanno raggiunto imprese straordinarie. Molto spesso rimaniamo prigionieri della nostra struttura di pensiero. Lasciando andare il desiderio di capire tutto, scopriamo il potere dell'intuizione e della creatività. Occorre sviluppare questa capacità di attesa che non è passiva ma profondamente attiva e riposa sulla fiducia: restando attento, aperto, presente a tutto ciò che accade. Spesso siamo completamente passivi quando ci agitiamo, mentre siamo realmente attivi quando tutto si ferma,  in attesa e in piena fiducia.

6. Smettete di paragonarvi, siate voi stessi. Non si può che essere se stessi anche se paragonarsi fa parte della natura umana. In questo confronto, la società dei consumi ci impone due ingiunzioni contraddittorie: dobbiamo essere come tutti gli altri e allo stesso tempo dobbiamo rivendicare la nostra unicità. Essere se stessi non significa altro che concedersi il diritto di ascoltarsi, di scoprire ed esprimere la propria unicità, di mostrare amore a se stessi.

7. Smettete di vergognarvi di voi stessi, siate vulnerabili: i momenti di emozione, di disperazione, le fragilità fanno parte della bellezza del nostro essere. Utilizzate le vostre ferite e le vostre sconfitte come carburante per andare avanti nella vita. Tutti hanno esperienze dure e difficili che vi invitano a indurirvi per proteggervi. Il rischio è quello di isolarsi dalla vita; è meglio continuare a lasciarsi toccare da ciò che accade intorno a noi, anche quando fa male. Essere un eroe non significa essere infallibile, significa saper convivere con le proprie fragilità. Dobbiamo predisporci a saper accettare l'inaccettabile.

Preferisco la follia delle passioni alla saggezza dell'indifferenza - Anatole France.                                  8 . Smettere di voler amare, essere gentili: a volte usiamo la parola "amore" senza alcuna gentilezza, condizioniamo l'amore verso qualcuno per essere degni di questo amore.  Il vero amore arriva quando vogliamo l'altra persona così com'è, quando siamo disposti a lasciarla andare. Tutto ciò che dovete fare è lasciarvi in pace: non dovete fare nulla per essere amati. Adottare questo stato d'animo permette di riconnettersi all'essenziale: il corpo, le emozioni, il rapporto con gli altri. Qui l'autore parla anche della sua omosessualità e dell'incontro con l'altro, dell'esperienza di amare, del meravigliarsi e del potere della speranza.    

Fabrice Midal ** Dottore in filosofia è anche insegnante buddhista, dirige l’associazione buddhista “Prajna e Philia”

 

I veri effetti della meditazione - Il programma europeo Silver Santé Study

La popolazione mondiale sta invecchiando; si prevede che il numero di persone con più di 60 anni raddoppierà nella prima metà di questo secolo, raggiungendo i due miliardi nel 2050. A livello globale, si prevede che nel 2047 il numero di anziani supererà per la prima volta quello dei bambini. Si tratta di una vera e propria sfida per i politici e gli operatori sanitari, per garantire alle nostre popolazioni che invecchiano prospettive di salute migliori.
Le pratiche meditative, siano esse spirituali o meno, sono di crescente interesse per gli scienziati che esplorano il cervello in quanto potrebbero svolgere un ruolo decisivo nella prevenzione delle malattie neurodegenerative.  Il programma europeo Silver Santé Study  (https://silversantestudy.eu/), condotto presso il centro di imaging Cyceron a Caen (Francia) per misurare l'impatto della meditazione sul cervello durante l'invecchiamento, ha seguito 150 volontari  per quattro anni ed è lo studio europeo più ambizioso mai lanciato al mondo sull'impatto della meditazione sul cervello in età avanzata.

Il progetto (finanziato dall'UE con 7 milioni di euro)  ha riunito scienziati di diversi Paesi europei (Francia, Regno Unito, Belgio, Spagna, Svizzera e Germania) che hanno lavorato per identificare i fattori determinanti della salute mentale e del benessere degli anziani. Al progetto portato avanti all'Università Inter-Age di Caen, hanno aderito 150 pensionati (sono stati selezionati tra il 2016 e fine 2017)  che hanno accettato di essere studiati ed  esaminati da tutti i punti di vista per far progredire la scienza. I volontari sono stati divisi in tre gruppi. Il primo gruppo ha frequentato corsi di inglese, il secondo ha partecipato a sessioni di meditazione e il terzo ha vissuto la propria vita senza alcuna nuova attività. Ma tutti sono stati sottoposti a uno scrupoloso monitoraggio del peso, della dieta, del sonno e dell'attività cerebrale, attraverso questionari, esami del sangue, elettroencefalogrammi e risonanza magnetica (RM), ecc. 
Fino a pochi anni fa, sembrava impossibile prescrivere regolarmente la meditazione a pazienti. Adesso è diventata una prassi. All'Ospedale Universitario di Liegi, oltre alla meditazione, si propone la sofrologia, lo yoga o l'ipnosi, e i "bagni nella foresta", che abbassano il livello di cortisolo.
Quindi non solo farmacopea, ma assegnare ai pazienti un ruolo attivo per mantenere la loro salute e invitarli a scoprire, in base alle loro esigenze, gli esercizi che li aiuteranno a combattere lo stress e l'ansia, e a dormire meglio.
La medicina si sta gradualmente aprendo a un approccio cosiddetto "integrativo". "Questo approccio umanistico e preventivo consiste nell'affrontare i problemi di salute fisica o psicologica tenendo conto del punto di vista globale del paziente e includendolo nella sua cura", spiega Antoine Lutz, del Centro di Ricerca sulle Neuroscienze di Lione.
I progressi della ricerca hanno aperto nuove prospettive cliniche sul modo in cui la mente e il corpo si influenzano reciprocamente. La medicina integrativa, sviluppatasi negli Stati Uniti negli ultimi vent'anni, sta muovendo i primi passi in Francia e le iniziative si moltiplicano. Mentre a Lione e Strasburgo diversi diplomi universitari (DU) offrono ora corsi di meditazione nei corsi di salute, l'Ospedale Universitario di Bordeaux ha appena inaugurato l'Istituto di Medicina Integrativa e Complementare (Imic): dal marzo 2022, ai pazienti e al personale dell'ospedale vengono offerti consulti di ipnosi clinica e terapeutica e programmi di meditazione mindfulness. 
Che ruolo ha la meditazione regolare? Può prevenire i rischi di declino cognitivo, demenza e malattia di Alzheimer? 
Tante domande essenziali visto che ogni anno perdiamo dallo 0,5 all'1% del volume del nostro cervello, cioè un milione di neuroni al giorno, soprattutto nelle regioni cruciali per la memoria, l'attenzione e la pianificazione delle nostre azioni. "Sappiamo che lo sport, la dieta o l'apprendimento delle lingue possono avere un effetto sul corpo e sul cervello", spiega Gaël Chételat, direttore di ricerca dell'Inserm e coordinatore di questo vasto progetto che coinvolge sei Paesi europei. Ma sappiamo anche che altri fattori, noti come fattori psicoaffettivi, come stress, ansia e depressione, influiscono sulla salute mentale. Tuttavia, non è ancora stato condotto alcuno studio di "intervento" su larga scala su questi aspetti emotivi dell'invecchiamento. I disturbi del sonno, ad esempio, associati ad alterazioni cerebrali, possono favorire l'Alzheimer. Lo stesso vale per lo stress, che ha un effetto dannoso sull'ippocampo, senza il quale i ricordi non possono essere immagazzinati!

La pratica della meditazione fa funzionare il cervello in un modo particolare, che sta diventando sempre più noto. Sappiamo che il cervello degli esperti di meditazione mostra meno segni di declino nelle aree più vulnerabili all'invecchiamento, sia in termini di integrità anatomica che di funzionalità. Tra gli effetti che si possono osservare grazie alle immagini cerebrali troviamo un ispessimento della materia grigia nelle regioni chiave: per la memoria (ippocampo), per le emozioni e le sensazioni corporee (insula, amigdala), nonché per l'attenzione (corteccia prefrontale). Ma anche una migliore "connettività" del cervello, con un rafforzamento della materia bianca (fasci di assoni, fibre nervose che interconnettono i neuroni).
Questi esercizi mentali, presenti in tutte le religioni e in gran parte secolarizzati, consistono nello stare fermi e nell'accogliere pensieri e sensazioni in silenzio. Seduto con la schiena dritta, il meditante si concentra sul proprio respiro, su una parte del corpo o su un oggetto, attento a ciò che accade nel momento presente - niente a che vedere con il rilassamento, che mira a rilassare il corpo.
Con questo semplice ma impegnativo allenamento della mente, si tratta di diventare osservatori di ciò che accade dentro di sé, senza giudicare, e, nel processo, imparare a regolare il flusso di pensieri, emozioni e sensazioni. Non per controllarli, ma per evitare che la rabbia, le ruminazioni o la paura ci controllino. E per trovare il "silenzio interiore", per ridurre il rumore di fondo dei nostri pensieri, per diminuire la voce che ci dice di fare di più e meglio, che commenta tutta la nostra vita...
Per molto tempo queste pratiche sono state guardate con disprezzo dal mondo scientifico. Troppo esoteriche, impossibile da studiare oggettivamente, si diceva. A poco a poco, le cose stanno cambiando. Gli scienziati statunitensi hanno colto per primi il valore terapeutico della meditazione. Già negli anni '70, il biologo Jon Kabat Zinn ebbe l'idea di secolarizzare la meditazione buddista per aiutare i pazienti occidentali a combattere lo stress, l'ansia e il dolore (attraverso un programma standardizzato noto come MBSR). Allo stesso tempo, un riesame teorico è in corso all'interno del Mind and Life Institute, creato negli Stati Uniti dal Dalai Lama e dal neurobiologo Francisco Varela per sviluppare un dialogo tra le neuroscienze e le tradizioni di meditazione. Antoine Lutz, ex studente di Varela, e ricercatore presso l'Università di Wisconsin,  ha partecipato ai primi studi di brain imaging, in particolare con il monaco buddista Matthieu Ricard - "il cui cervello, da un punto di vista neurologico, assomiglia a quello di una persona di quindici anni più giovane" - e, da allora, con decine di praticanti occidentali, più o meno esperti. "Anche se c'è ancora molto da fare, le neuroscienze cognitive sono in piena espansione", riassume. 
Lo studio della meditazione si sta rivelando sempre più utile per comprendere il funzionamento del cervello. Tra le circa ventiduemila pubblicazioni biomediche sull'argomento negli ultimi vent'anni, molte dimostrano i suoi molteplici effetti benefici su depressione, burnout, dolore cronico, ma anche sul rafforzamento del sistema immunitario, sull'equilibrio emotivo o sul miglioramento dell'apprendimento. "Queste scoperte coincidono con il riconoscimento della 'plasticità' del cervello adulto: si evolve continuamente in base alle nostre esperienze e può essere profondamente modificato". In un tassista, è l'ippocampo (coinvolto nella memoria spaziale) che si svilupperà durante il lavoro, mentre in un violinista sarà la corteccia motoria (che controlla i movimenti delle dita). "Un processo simile si verifica nei meditatori, con lo sviluppo, ad esempio, di alcune aree della corteccia prefrontale e parietale (associate all'attenzione e alla resistenza allo stress), o dell'insula (coinvolta nella sensazione del dolore). Nel corso del tempo, il campo della "scienza contemplativa" è diventato più preciso, al punto che oggi è possibile distinguere gli effetti prodotti da diversi tipi di meditazione. Sulla scia del lavoro svolto dalla neurologa tedesca Tania Singer, i ricercatori coinvolti in Silver Santé stanno utilizzando le migliaia di dati raccolti per tracciare gli effetti di due forme di meditazione, particolarmente importanti nel contesto dell'invecchiamento. Da un lato, la meditazione "mindfulness", in cui il meditante deve aprirsi il più possibile al momento presente, concentrandosi sul proprio respiro, sui pensieri, sulle sensazioni del corpo o persino sul rumore circostante. D'altra parte, la meditazione "compassione e amorevole", che proviene dalla tradizione buddista, consiste nello sviluppare uno stato emotivo di compassione verso gli altri, di amore altruistico. 
"Siamo solo all'inizio di queste esplorazioni", afferma Antoine Lutz. Oggi c'è una maggiore esigenza metodologica. Si tratta di costruire e consolidare le conoscenze, anche sui risultati negativi. Gli studi dimostrano ora che i cambiamenti più importanti nel cervello si verificano durante programmi intensivi di nove mesi; al contrario, programmi più brevi - otto settimane di mindfulness - sembrano non portare a cambiamenti suscettibili.
 La sfida non è più solo quella di osservare gli effetti sul cervello e sul comportamento, o i cambiamenti indotti, ma di sviluppare una teoria neuroscientifica della meditazione, in altre parole di cercare di trovare le "leggi" che spiegano perché la meditazione funziona, e di comprendere i meccanismi del cervello che la pratica. Per esempio, l'attenzione, la percezione o anche la metacognizione (la capacità di prendere coscienza dei propri meccanismi mentali, delle proprie emozioni).
Riusciremo mai a svelare questo immenso mistero, a capire come un organo - il cervello - produce l'immateriale - il pensiero?
Tutto ciò che sappiamo è legato agli strumenti di misura che utilizziamo, molto più potenti e precisi rispetto a vent'anni fa: queste neuroimmagini permettono di identificare macroscopicamente le basi neuronali di determinati stati cerebrali, in momenti di attività ma anche di rigenerazione (sonno, meditazione, ecc.). Ma non sappiamo ancora come scendere al livello del neurone, per esempio. 
E la vita mentale può davvero essere ridotta ad un fenomeno puramente fisico e misurabile? 
"La scienza porta con sé nuovi modi di cogliere questi fenomeni, di descriverli e di comprenderli. Ma la meditazione, come l'amore o la musica, rimane un'esperienza in prima persona, la cui ricchezza la scienza non potrà mai esaurire". Anche con le macchine più potenti, sarebbe inutile ridurre il nostro approccio alla sola conoscenza oggettiva, senza interessarci a ciò che accade nell'individuo. Le nuove scienze stanno portando ad un maggiore riconoscimento della soggettività.
Sembra che la meditazione mindfulness abbia effetti positivi sull'attenzione, sullo stress e sull'ansia. Esiste un'abbondante letteratura scientifica sull'argomento. Secondo uno studio pubblicato su The Lancet, la meditazione potrebbe integrare gli effetti degli antidepressivi. Da diversi anni, monaci buddisti come Matthieu Ricard Yongey Mingyur Rinpoche ( https://tergar.org/ ) prestano il loro cervello alla scienza, per misurare i possibili effetti di una meditazione molto prolungata su alcune aree cerebrali. 

 
La meditazione può avere anche un impatto sui processi neurofisiologici, cioè una sorta di rimodellamento dell'organizzazione funzionale e anatomica del cervello, in particolare della regolazione delle emozioni e   permetterebbe quindi ad alcune persone di riprendere il controllo delle proprie emozioni. Tuttavia, altri studi mettono in dubbio i benefici della mindfulness e la metodologia scientifica utilizzata per misurarla. Alcuni medici notano possibili effetti negativi sui pazienti fragili. La psichiatra Anne GutFayand, dell'Ospedale Sainte-Anne di Parigi, cita "alcune controindicazioni". "All'inizio della pratica, possono verificarsi delle impennate ansiose", avverte l'esperta. Studi recenti non mettono in dubbio i benefici della meditazione mindfulness, ma mettono in guardia dai pericoli di una meditazione non controllata.      Contatti  per il progetto Silver Santé silversantestudy@cyceron.fr o telefono 02 31 47 02 06 , l'ambasciatore del progetto è il monaco buddista Matthieu Ricard, il progetto continuerà dopo la scadenza prevista a  marzo 2022    .
https://www.youtube.com/watch?v=iHh8JaU7eKU   -- Telerama giugno 2022.    

________     Libri.
Meditare con il dottor Steven Laureys: Carnet d'exercices de méditation.
La meditazione fa bene al cervello, di Steven Laureys.
Perché abbiamo bisogno della bellezza del mondo, di Michel Le Van Quyen.,
Cerveau et silence, di Michel Le Van Quyen.
La Méditation - Ses effets sur le cerveau et la santé, di Baudouin Bernard.

Sauvez votre peau! Devenez narcissique - Fabrice Midal

 L'amore non è dipendenza. Non si tratta di "avere bisogno" dell'altra persona, ma di essere felici con lei, veramente e pienamente presenti in una relazione che alimentiamo reciprocamente. Ti amo profondamente perché c'è qualcosa di comune che ci lega.

Spesso si ha la sensazione di sacrificare se stessi per gli altri, di avere la sensazione di essere sfruttati e maltrattati o addirittura di auto-sfruttarsi.  In questo libro Fabrice Midal (pubblicato nel 2017)  propone un'interpretazione  nuova del mito di Narciso, che non è affatto quell'uomo colpevole di pensare solo a se stesso, ma l'essere che impara a conoscersi, a rispettarsi, a fidarsi di se stesso. Contrariamente a un'illusione persistente, è proprio essendo narcisisti, essendo in pace con se stessi, che possiamo sviluppare un rapporto autentico con gli altri, senza guardarli dall'alto in basso o abbassarci. Fabrice Midal ( 1967 - ) uno dei principali  insegnanti di meditazione in Francia.   E' il fondatore della scuola occidentale di meditazione.   

Dovremmo autorizzarci ad amarci e ad avere stima di noi stessi. Per Fabrice Midal il narcisismo è semplicemente il riconoscere se stessi in quanto essere viventi e degni d'interesse, fare conoscenza con se stessi, come Narcisio con la sua immagine riflessa. La meditazione è un atto di piena presenza, un'esplorazione del nostro essere, un riconoscere con un po' di angoscia, che come tutti, siamo geniali anche se imperfetti, e a volte mediocri.  L'obiettivo è riconoscersi e autorizzarsi ad essere felici. Avere fiducia in se stessi e intraprendere la via della trasformazione. E questo è soprattutto un atto d'amore e non è un processo intellettuale. 
Come diceva Simone Weil "L'amore di se stessi, è l'amore naturale, il non riconoscimento dell'amore di se stessi è una follia -  L'amore per il prossimo presuppone l'amore di se stessi". 

Renderci conto di come ci trattiamo è una tappa fondamentale nel cambiamento. A volte siamo noi stessi che ci maltrattiamo e ci de-valorizziamo, e pensiamo di non essere degni di essere amati. E in questo modo creiamo il nostro destino ed accettiamo di essere maltrattati da tutti. Un altro meccanismo nel quale rimaniamo coinvolti è quello della colpabilità e del non perdonarsi. L'obiettivo della meditazione dovrebbe essere quello di trasformare radicalmente  il rapporto con se stessi, di accettare di essere imperfetto, di non corrispondere all'ideale astratto che avevo interiorizzato, ma soprattutto amarsi per la propria mediocrità che è un indice della nostra umanità.

Poi l'autore fa la distinzione tra narcisisti e vanitosi che sono delle persone che non si sono mai incontrati per paura di scoprire le loro imperfezioni. Sono le rane che aspirano a diventare buoi, che attaccano prima di essere presi in difetto, terrorizzano per spegnere ogni critica. Sono spesso in collera, e non hanno emozioni, vivono sulla difensiva, incapaci di essere in pace con se stessi e con gli altri. Bisogna uccidere l'ego, molte, troppe proposte di spiritualità e di sviluppo personale ci spiegano, che una volta che abbiamo messo sotto controllo l'ego, noi potremmo avanzare tranquillamente sul cammino del benessere. Ma secondo il buddhismo l'ego è una costruzione a partire dai cinque aggregati, una costruzione effimera ed illusoria, e allora per l'autore cercare di mobilitare le nostre energie per controllare l'ego, è piuttosto malsano.

Fabrice Midal propone delle sedute di meditazione dell'amore benevolente, come pratica di liberazione che ha come finalità di fare pace con le nostre vulnerabilità e arrivare ad amarsi. La pratica consiste nel pensare a delle qualità che possediamo, le qualità che ci attribuiscono gli altri, pensare ad atti benevolenti che ho compiuto, riconoscere che c'è qualcosa di bello in noi, ed arrivare ad esprimere il desiderio di amarsi.   Molte persone sono ripiegate su loro stesse, terrorizzate, dei fiori che non domandano altro che sbocciare, ma hanno paura di non essere all'altezza, di non sapere donare - o di dare troppo. Il reale dramma della nostra società è proprio la mancanza di narcisismo che potrebbe spingerrci a realizzarci come esseri umani, come persone.

Noi programmiamo la nostra vita, cerchiamo di controllare tutto, perché abbiamo paura della vita. L'inaccessibile al quale l'autore tende è un equilibrio sottile tra ragione ed emozioni, tra sensazioni, intelligenza e intuizione. 

Fabrice Midal ** Dottore in filosofia è anche insegnante buddhista, dirige l’associazione buddhista “Prajna e Philia”

 

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...