domenica 27 febbraio 2022

Gertrude Bell

Gertrude Lothian Bell (1868-1926) fu la prima donna inglese a laurearsi ad Oxford in Storia moderna, fra l'altro contraddicendo le tesi dei docenti durante gli esami.  E' stata archeologa, esploratrice e soprattutto una donna di straordinaria cultura e intelligenza, conosceva il persiano e l'arabo ed ha lavorato come spia del Governo Britannico a fianco del mitico colonnello  Lawrence d’Arabia, durante la prima guerra mondiale.

All’inizio del Novecento, ha attraversato in solitaria i deserti della Palestina, della Siria, dell’Iran, dell’Iraq e della penisola arabica. Il  deserto è stato il  suo vero amore.  I beduini, incantati da quella straniera che cavalcava come un uomo, vestita con kefiah e soprabito, la chiamarono El Khatun (“La Signora”).  Visitò Istanbul e Teheran, si appasssionò allo studio del persiano e a fine Ottocento si trasferì a Gerusalemme per imparare l’arabo. Tra il 1900 e il 1912, armata di taccuini e macchina fotografica, viaggiò da Gerusalemme a Damasco, da Antiochia a Najaf, tracciando schizzi di città perdute, mappe (utilizzate dla Governo inglese) e scattando migliaia di foto, che poi raccolse in saggi e libri di viaggio.

Non fu fortunata in amore, a 23 anni si innammorò di Henry Cadogan. Lei lo considerava "una persona incantevole", ma questa relazione non era approvata dalla famiglia, che non considerava Henry un buon partito. Poi si innamorò Dick Doughty-Wylie, che però era sposato; i  due amanti vissero una passione sotterranea ed epistolare, senza osare sfidare le regole della società.

Diventata una delle principali alpiniste del suo tempo,  scalò molte vette delle Alpi, una delle quali porta il suo nome. Nel 1894 pubblicò il suo primo libro di viaggio, “Safar Nameh: Persia Pictures”, e furono pubblicate le sue traduzioni in inglese di “poesie dal Divan of Hafiz”.
Dopo la guerra, Bell cercò di aiutare gli arabi all'autodeterminazione e fu invitata a varie Conferenze di pace del 1919 e nel 1921, durante le quali si stabilirono i confini dell’Iraq.  Fu lei a tracciare i confini del futuro Stato e  a creare il museo archeologico di Baghdad. Appoggiò e consigliò il nuovo re, l’emiro Faisal, nella costruzione dell'Iraq. Carta geografica alla mano, illustrava a Faisal tutto quello che avrebbe dovuto sapere sul suo nuovo regno, consigliandolo persino sull’arredamento della reggia. 

Il suo smodato vizio del fumo, i ricorrenti attacchi di malaria e infine il clima caldo-umido dell’estate a Baghdad ebbero alla fine la meglio sulla sua tempra, tanto che divenne sempre più emaciata e sofferente.  La 53enne Gertrude, "zitella" inglese che adorava i cappellini e gli abiti di seta, ma che non aveva amici ma solo colleghi, cominciò a soffrire molto la solitudine e la non azione. Cadde in depressione e, per la prima volta nella sua vita, pensò di lasciare l'Oriente.  “La mia vita qui è in piena solitudine: non so cosa fare nei pomeriggi” confidò alla matrigna. “A parte il museo questa vita non mi diverte affatto”.   Una sera, tre giorni prima del suo cinquantottesimo compleanno, prese una dose di sonniferi più forte del solito. Si addormentò, per non svegliarsi più, fra l'11 e il 12 luglio 1926. I funerali si svolsero alla presenza di una folla immensa che s’interrogava: fatalità o suicidio? La tomba della "Signora",  si trova nel cimitero inglese di Baghdad. 

 ___________    Risorse:

  • Il documentario intitolato “Medio Oriente: il grande intrigo” è disponibile in streaming su Raiplay ed è dedicato alla vita di Gertrude Bell e alle vicende che hanno devastato il Medio Oriente.
  • Il regista Werner Herzog girò il film biografico "The Queen of the Desert" basato sulla vita di Gertrude Bell, "La regina senza corona dell'Iraq". Ad interpretare il ruolo dell'eroina  è  Nicole Kidman.
  • Le registe Sabine Krayenbühl e Zeva Oelbaum girarono "Letters from Baghdad" consegnandoci non soltanto un film biografico, ma anche un pregevole esempio di ricostruzione storica.

Tempesta nel boccale: La nuova civiltà dei pesci rossi - Bruno Patino

Tempête dans le bocal: La nouvelle civilisation du poisson rouge  è il nuovo libro pubblicato da Bruno Patino nel gennaio 2022.  Bruno Patino è direttore editoriale della rete televisiva Arte France e dirige la scuola di giornalismo di Sciences PO (Institut d'études politiques) di Parigi. Esperto di dinamiche mediatiche e digitali, ha partecipato allo sviluppo dell'informazione in Internet fin dalle origini.

"Il tempo connesso è diventato universale. Ha confuso i confini tra noi e il mondo al punto da farci perdere l'orientamento. Quando siamo dentro e quando siamo fuori? È la casa che si invita sul posto di lavoro, o il contrario? La vita privata diventa pubblica o viceversa? 

L'intreccio è totale, nel tempo e nello spazio. Non è più un'evoluzione, è una tempesta, che disturba la nostra vita, i nostri scambi, il nostro linguaggio, il nostro sonno, il nostro cervello. Quindi cosa possiamo fare? 

Uscire dal vaso significa non esistere più. Rimanere lì è essere assorbiti. Spostato. Asfissiato. Il vaso è diventato un oceano. Un oceano di segni, di messaggi, di siti che ci collegano tra di loro in un mare di dati. I pesci che siamo diventati non scelgono più la loro acqua. 

Dappertutto sta diventando torbido, mentre le correnti che favoriscono l'emozione e propagano la falsità diventano più numerose e più veloci. Non ha senso rimpiangere i vecchi tempi. Staccarsi dal mondo connesso non è più un'opzione. Ma cambiare questo pazzo mondo è possibile: c'è chi cerca di controllare la macchina che hanno creato; chi vuole inquadrare i mostri; chi sviluppa soluzioni alternative; e, infine, chi ci mostra una via d'uscita personale dall'alleanza di gioco e calcolo permanente... Oggi tocca anche a ciascuno di noi prendere in mano il proprio destino". B. P.

Internet è l'illusione della conoscenza

Matthieu Ricard e Bruno Patino. Alla ricerca del tempo perduto. 

 "Internet è anche l'illusione della conoscenza. Vogliamo sapere tutto, e immediatamente, su qualsiasi soggetto".  - Matthieu Ricard

"La rabbia sui social? L'umanità non è diventata più cattiva, è l'effetto degli algoritmi". - Bruno Patino

Uno passa la vita a meditare, l'altro è nel cuore del mondo audiovisuale. Entrambi si inquietano per una civilizzazione digitale diventata frenetica. Hanno preso dei cammini differenti ... per arrivare alla stessa conclusione: il vero lusso oggi è il tempo. 

Nuovo petrolio del mondo 2.0, i nostri minuti di "cervello disponibile" sono diventati una manna inesauribile per l'industria digitale che ci vampirizza, tanto quanto ci sfrutta. Bombardati di notificazioni, allert incessanti, noi siamo diventati gli schiavi consenzienti della tirannia degli schermi, tra dipendenza e astinenza, il monaco buddhista e il presidente di Arte invitano ad immaginare una terza via.  Intervista di Romain Clergeat pubblicata su Paris Match il 27/02/2022

Link all’intervista: https://www.parismatch.com/Actu/Societe/Matthieu-Ricard-et-Bruno-Patino-Internet-c-est-l-illusion-de-la-connaissance-1788572

Di seguito è riportata l’intervista.

Domanda: Perché il tuo primo libro si chiamava La civilisation du poisson rouge.
Bruno Patino: Ho iniziato da un seminario su YouTube a cui ho partecipato. Si diceva che, secondo Google, i pesci rossi hanno una capacità di attenzione di otto secondi.  Tuttavia, tra i giovani iperconnessi, è ora nove secondi! Gli strumenti digitali catturano il nostro tempo e ci costringono a svolgere diversi compiti contemporaneamente. Presi insieme, questi compiti richiederebbero all'americano medio non 24 ore al giorno ma  31 ore, anche io arrivo a 34 ore. Per scrivere un libro come questo, bisogna essere o un malato di Internet o un medico. Non sono un medico. Sono chiaramente dalla parte dei pazienti.

 Gli strumenti digitali ci danno la possibilità di comunicare con tutto il mondo. Ma, in realtà, non ci isolano? 

P.B. Non credo che sia la tecnologia stessa, ma il modo in cui è sfruttata. Nel mio libro  La tempesta nel boccale cerco di dimostrare come l'universo digitale che si è sviluppato deve, per catturare il più possibile l'attenzione, aumentare l'intensità delle sollecitazioni. I nostro comportamenti sono calcolati in permanenza per utilizzare questo principio. La cosa che è diventata più rara per noi, è il tempo.

Matthieu Ricard, voi non siete ostile alla tecnologia, poichè voi utilizzate un portatile e rispondete alle vostre e-mail. Come fate per sfuggire alla dipendenza, di cui noi generalmente siamo vittime?

Matthieu Ricard: Nel mio eremo, in Nepal, Internet non funziona. Utilizzo il portatile in Tibet dove spesso non c'è una rete fissa, ma non ho questa febbre che lei menziona. Non devo lottare contro questi strumenti per mantenere il mio tempo. Ho fondato un'associazione, Karuna-Shechen, che aiuta 350.000 persone in India, Nepal e Tibet. E' vero, leggo le e-mail ma non i utilizzo i social. Mi ricordo di un giovane tibetano che, passeggiava a Times Square, davanti a tutti questi neon pubblicitari, mi aveva detto: "Ci stanno rubando il nostro spirito". E' vero che si tende a catturare incessantemente la nostra attenzione.  La società occidentale offre un effetto tapis roulant.

Nel libro di Bruno Patino si parla del cofondatore di Twitter, Jack Dorsey, e dei suoi corsi di disconnessione. Questo significa che il mostro è ora sfuggito ai suoi creatori?
B.P. Lo sviluppo del mercato dell'attenzione digitale pone ora un problema. Il nostro rapporto con le applicazioni assomiglia alla bulimia compulsiva. Il rapporto con noi stessi deve essere ricostruito perchè si possa vivere in questo nuovo mondo tecnologico. Altrimenti saremo travolti.

M.R. Stiamo gradualmente uscendo dalla povertà. Nel XX secolo, l'aspettativa di vita è passata da 49 a 80 anni. abbiamo proiettato l'idea che avremmo avuto tutto per essere felici. Salvo che il nostro controllo sulle condizioni esterne è limitato, temporaneo e spesso illusorio. La nostra mente può essere il nostro miglior amico come il nostro peggior nemico. E' la mente che traduce le condizioni esterne in benessere o malessere. Noi sotto-stimiamo considerevolmente il suo potere di trasformazione. E' possibile con l'allenamento coltivare una maniera di essere ottimale. E' il vero scopo della meditazione. La società occidentale propone la corsa al consumismo che non si ferma mai! La vita è corta, passa come un gesto della mano. Il tempo è la cosa più preziosa di cui si dispone e, per utilizzarlo bene, bisogna ... avere del tempo.

Tra la vita nel mondo connesso e quello che voi proponete, la frattura sembra immensa. Non bisogna scegliere un campo? 

P.B. Cosa ci ha mostrato il lock down? Che la connessione permanente, è straordinaria anche. Si poteva essere in confinamento e continuare ad amare, lavorare, avere una vita sociale. Io sono tutto tranne un tecnofobo. L'apparizione del digitale ci ha fatto cambiare in modo antropologico. Ci sono state tre fasi: l'entusiamo utopico degli inizi, poi la fase critica, quando ci siamo accorti del nostro livello di dipendenza, e quando abbiamo scoperto questa società, dove si urla per video interposto e collegato. Adesso siamo nella terza fase: stiamo provando di costruire una visione accettabile. Quando ho cominciato ad aprirmi al mondo digitale, negli anni 2000, le persone che ci vendevano le soluzioni tecnologiche per gli alert sui portatili, ci dicevamo: "Non più di un Alert a settimana, altrimenti le persone si sentiranno troppo sollecitate!"  Oggi abbiamo 46 sollecitazioni al giorno. Ed è una media...

 M.R. Occorre della saggezza nell'acquisizione di questi strumenti, in quanto sono incredibili. Quando ho scritto il mio libro Plaidoyer pour l'altruisme ho consultato 1600 referenze scientifiche. Ho scaricato degli articoli, comprato dei libri, ma non ho messo piede in una biblioteca. Grazie al digitale. Nello stesso tempo, vedevo che le mie ricerche si moltiplicavano come dei piccoli pani. Se non stavo attento mi portavano verso la dispersione. 

Come è possible che il fenomeno delle "Fake news" può propagarsi così facilmente?

B.P. In realtà, il volume dei messaggi di odio o di disinformazione propagati dai social è molto limitato. Dell'ordine del 2 o 3%. L'umanità non è diventata più cattiva di prima. Ma grazie al gioco degli algoritmi, la loro esposizione è duplicata.

Voi lo dimostrate scrivendo che solo dodici persone che pubblicano dei messaggi antivax, ne raggiungono 59 milioni!

B.P.  Sono le cifre di un organismo ufficiale. Il Presidente Biden, quando gli è stato chiesto, durante la crisi vaccinale, che cosa pensava di facebook e dei social, ha risposto "Uccidono le persone". Questo studio mostrava non solamente che l'eco era sproporzionato, ma soprattutto che la maggioranza delle persone avevano ricevuto questi messaggi grazie ad un algoritmo. E questo è l'aspetto inaccettabile del sistema. Questi messaggi, virulenti, sono quelli che attirano maggiormente la nostra attenzione, in quanto provocano un coinvolgimento emozionale: siamo sorpresi, scioccati;  allora si ... che guardiamo lo schermo.

M.R. Ci possiamo allora domandare se esiste un legame tra la nostra perdita di attenzione e l'adesione anche rapida alle notizie false e alle teorie del complotto. Perchè purtroppo, Internet è anche l'illusione della conoscenza. Vogliamo sapere tutto, tutto immediatemente, su qualsiasi soggetto. Degli tsunami di informazioni che finiscono per distogliere le persone dalle informazioni valide. Avere una padronanza di un'informazione intellettuale, culturale o scientifica necessita una sacra dose di attenzione sostenuta. L'attenzione è uno strumento necessario per tutte le acquisizioni di expertise, di conoscenza e di maniera di vivere. Ai nostri giorni, le persone non amano molto avere una padronanza di un soggetto perchè questo richiederebbe molti sforzi e prenderebbe molto tempo. 

La nostra abitudine agli oggetti digitali non comincia ad avere anche degli impatti cognitivi sul nostro cervello?

B.P. Non si dispone di studi scientifici definitivi sulla questione. Ma ci sono degli aneddoti, dei casi particolari che danno delle indicazioni. Oggi siamo in una fase di sovraccarico emozionale. Gli strumenti per catturare la nostra attenzione fanno in modo che noi reagiamo ad ogni stimolo in maniera emozionale. E di conseguenza, il nostro modo di reagire alla realtà diventa troppo emozionale. Questo include anche il nostro rapporto con la conoscenza. Quando si tenta di convincere con la pedagogia gli antivax, si arriva a convincerne un piccolo numero, ma lo zoccolo duro si radicalizza. Si sente aggredito emozionalmente dal tentativo. 

M.R. Le emozioni mettono la mente in movimento. Se queste sono la compassione, la benevolenza, e la pace interiore è perfetto. Ma ci sono le emozioni tossiche: la rabbia, l'animosità, l'arroganza, la gelosia, la mancanza di discernimento, tutto quello che avvelena la nostra esistenza e quella degli altri. Una buona parte dei compiti della via del buddhismo, è di provare a dissolvere non solo queste emozioni quando arrivano, ma anche le tendenze, per impedire che si ripresentino.

 In una comunità buddhista, in un senso molto ampio, avete mai visto persone che hanno iniziato ad essere dipendenti dal digitale?
M.R. Nel nostro monastero in Nepal, avevamo un giovane monaco che non voleva lasciare la sua camera. Passava la vita sul suo telefono. Era malato!
Ed è vero che in Tibet si vedono questi cavalieri sui loro cavalli, le redini in una mano e il telefonino nell'altra.  È strano. Non era così vent'anni fa. Siamo trasportati dalla corrente. Lo notiamo con un misto di curiosità e sgomento. 

 Libri consigliati.

Tempête dans le bocal, di Bruno Patino, pubblicato da Grasset, 216 pagine.
Carnets d'un moine errant. Mémoires, di Matthieu Ricard, éd. Allary, 764 pagine.

Bruno Patino è stato un attivista di Internet fin dall'inizio e oggi ne denuncia gli eccessi. Si è incontrato con Matthieu Ricard nel Perigord.

Yoga Magazine

Questa settimana vi segnalo un portale dove si possono trovare  tantissimi articoli sulla spiritualità e sullo yoga. 

Yoga Magazine è un portale online, completamente gratuito e senza fini di lucro, che nasce per amore di quella scienza e filosofia di vita millenaria che è lo Yoga. Poichè Yoga significa unione, Yoga Magazine è un luogo di incontro dove tutti coloro che amano lo Yoga possono scrivere o leggere.

 Qui gli autori possono scrivere liberamente e a titolo gratuito di Yoga, meditazione, asana, pranayama, mudra, ayurveda, spiritualità, ma anche e soprattutto delle proprie esperienze e di come lo Yoga possa entrare nella vita di chi lo pratica, cambiandola.
Yoga Magazine continua ad evolversi perché il cambiamento (parinam) è la sola certezza. Sempre sulla base del concetto di unione, siamo disponibili a valutare collaborazioni con tutti coloro che vogliono essere;il cambiamento che vogliono vedere nel mondo; purchè nel rispetto della filosofia che sta alla base del Magazine.  

Vi segnalo due articoli in particolare:

https://www.yoga-magazine.it/2022/02/giorgio-furlan-maestro-di-yoga-e-di-vita/

 https://www.yoga-magazine.it/2020/01/alimentarsi-trasgredire-o-trasformare/?fbclid=IwAR1cAYIHOSegroQP7jd4SZicqmLZDn6A7IJYKwP58S1QT9WFyLPQ9H0uEvQ


Sito dell'Unione induista italiana

 Vi segnalo il sito dell'Unione induista italiana che propone corsi per comprendere meglio l'induismo e si può accedere alla  rivista on line chiamata Dipavali o Diwali che significa Festa della Luce.

 https://www.induismo.it/rivista/

L’Unione Induista Italiana, Sanatana Dharma Samgha, è un Ente religioso sorto per la tutela, il coordinamento, la pratica e lo studio della cultura e della religione induiste.

L’UII è stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano come Confessione religiosa con Decreto del Presidente della Repubblica (DPR del 29-12-2000). 

mercoledì 16 febbraio 2022

Helena Blavatsky

Helena Petrovna von Hahn, conosciuta come Helena Blavatsky o Madame Blavatsky  (1831 – 1891), è stata una filosofa, teosofa, saggista occultista e medium russa naturalizzata statunitense..

Fu la co-fondatrice, insieme a Henry Steel Olcott e William Quan Judge, della Società Teosofica nel 1875, quando risiedeva a New York. Gli obiettivi centrali della società furono stabiliti ed erano i seguenti: - formare un nucleo di una fratellanza universale dell'umanità;  - studiare religioni, filosofie e scienze comparate;  - indagare le leggi inspiegabili della natura e i poteri psichici latenti nell'uomo. Il motto che caratterizzava la Società Teosofia era il seguente "Non c'è religione più alta della Verità".  

In questo periodo, cominciò a farsi conoscere anche come medium; compilò e pubblicò testi di esoterismo e occultismo quali Iside svelata e La dottrina segreta. Nata da una famiglia aristocratica di origini russo-tedesche in terra di Ucraina, fin da bambina viaggiò lungamente per tutto l'impero russo. In gran parte autodidatta, sviluppò un forte interesse nei confronti dell'esoterismo occidentale durante l'adolescenza. Nel luglio 1848, sposò Nicephore Vassilievitch Blavatsky, vice-governatore di una provincia dell'Armenia. Lui aveva 40 anni, lei 18. Tre mesi dopo lasciò il marito.  Nell'ottobre 1848, con l'aiuto finanziario di suo padre, intraprese una prima serie di viaggi. Incontrò stregoni,  sciamani della Mongolia e dell'India, lama del Tibet, yogi dell'India e di Ceylon, spiritisti russi ed egiziani, medium, saggi e altri strani personaggi che ebbero una profonda influenza su di lei. Dal 1849 intraprese una serie di viaggi in tutto il mondo, visitando il continente europeo, le Americhe e il subcontinente indiano. Visitò i Balcani, la Grecia, l'Egitto, la Siria, l'Italia dove incontrò Giuseppe Mazzini. poi la Serbia, l'India, la Francia e il Tibet. Qui in Tibet, incontrò un gruppo spirituale denominato i "Maestri dell'antica sapienza" che l'aiutarono a sviluppare i suoi innati poteri psichici. All'inizio degli anni settanta del XIX secolo, rimase coinvolta nel movimento dello spiritualismo e cominciò ad utilizzare i suoi poteri di medium; e a suo dire, riuscì a contattare delle presenze.      Nei due libri, sopra citati, Iside Svelata e La Dottrina Segreta, la Blavatsky riscrive la storia del mondo sulla base delle sue visioni, ossia , immagini mentali del passato (Registri Akashici) inscritte nel tessuto dell'universo, e accessibili a coloro che hanno raggiunto un particolare livello di coscienza.

Akasha è il termine sanscrito per indicare l’etere. È con l’avvento della Teosofia che il termine, anche grazie a Rudolf Steiner (massone, esoterista e fondatore dell’Antroposofia), iniziò a circolare in Occidente.  Steiner pensava che esistesse una sorta di inventario cosmico e universale, denominato “cronache di Akasha”, ove consultare tutto ciò che era già successo.  Da qui l’idea che, accedere alle cronache di Akasha, significa poter aver accesso alle informazioni su passato, presente e futuro di qualsiasi cosa o persona. La nozione di un patrimonio informativo universale è stata poi ripresa da altri studiosi, tra cui David Bohm.  Bohm introdusse la nozione di “universo olografico”: tutto l’universo non sarebbe altro che la rappresentazione di sé stesso in forma olografica; una sorta di enorme disco colmo di informazioni.

Senza lo yoga, potrei benissimo essere in riabilitazione - Elena Brower

A Parigi per promuovere il suo libro L'arte dell'attenzione, Elena Brower  la sacerdotessa americana dello yoga  parla dell'infatuazione della società occidentale per la sua disciplina.  Elena Brower avrebbe voluto diventare rabbino. Alla fine è diventata una sorta di "alta sacerdotessa" dello yoga, che lei definisce come "un modo per imparare ad ascoltare meglio se stessi". Mamma, insegnante, artista, autrice di bestseller e conduttrice del Podcast Practice You, Elena insegna yoga e meditazione dal 1999. Il suo primo libro, Art of Attention, è stato tradotto in sette lingue e il suo secondo, Practice You, è un bestseller. Il suo terzo libro, Being You, è uscito all'inizio del 2021. Il sito è il seguente: https://elenabrower.com/    Oggi,  raduna migliaia di persone nei parchi e dà lezioni di vita su Internet sotto forma di brevi videoclip - "Resta aperto", "Dì la verità", "Esprimi la tua vergogna".

Elena Brower ha risposto alle domande di Le Monde.

Domanda: Sei sorpresa dalla popolarità dello yoga nelle società occidentali contemporanee?
Risposta: No. Tutti lo richiedono, ne abbiamo bisogno, è urgente. Siamo circondati dalla tecnologia, la usiamo costantemente per rimanere connessi e gestire le nostre vite. Ogni giorno abbiamo bisogno di un momento di relax. Nei giorni in cui non posso, me ne rendo conto, e anche mio figlio di 8 anni. Non sono me stesso, non sono così rilassato. Lo yoga offre una connessione più profonda con se stessi e con la propria arte, qualunque essa sia: fare i genitori, insegnare musica...

Domanda: Lo yoga all'occidentale sembra essere riservato alla folla delle grandi città.
Risposta: No, lo yoga è aperto a tutti. Negli Stati Uniti, ogni tendenza inizia sulle coste, nelle grandi città, prima di diffondersi all'interno del paese. Si sta sviluppando ovunque.

Quanti anni ci vogliono per sentire i benefici dello yoga?
Risposta: Un buon insegnante comincerà dalle fondamenta, allineando le tue ossa per aprire il tuo corpo. Non è una cura miracolosa, è solo una questione di buon allineamento.

Domanda: Lo yoga all'occidentale sembra essere riservato alle classi agiate delle grandi città.
Risposta: No, lo yoga è aperto a tutti. Negli Stati Uniti, ogni tendenza inizia sulle coste, nelle grandi città, prima di diffondersi all'interno del paese. Sta crescendo ovunque.

Domanda: Dall'esterno, sembra che tu abbia bisogno di un particolare stato d'animo, una certa quantità di buona volontà o un desiderio di crederci, perché funzioni...
Risposta: Vi consiglio di non credere a niente di quello che vi dico, di dubitare, di porvi delle domande e di andare a vedere da soli se è qualcosa che vi conviene. Lo yoga è un fenomeno fisico, che porta ad un fenomeno spirituale. Tutto quello che stai facendo è allineare le tue ossa per rigenerarle, per rigenerare i tuoi organi, in modo che tu possa aprirti. Allora la tua visione può aumentare. Ogni esperienza spirituale inizia con una buona circolazione.

Domanda: Si può fare yoga quando si è flessibili come un tronco d'albero?
Risposta: A scuola, ero sempre l'ultima persona scelta in una squadra. Alla mia prima lezione di yoga, non ero per niente flessibile. Mi sembrava che tutti ridessero di me. Poi mi sono reso conto che potevo davvero fare questa mossa e poi quella. Ho preso coscienza del mio corpo. Non si tratta di talento, ma di consapevolezza. E improvvisamente tutto diventa calmo. Ogni parte di voi si unisce alle altre, e avete un'esperienza di unità. Questo è yoga!

Domanda: Eliminare la confusione spirituale liberandosi della confusione fisica: in effetti, lo yoga è a metà strada tra la fisioterapia e la psicoterapia.
Risposta: Non so abbastanza di queste due discipline per dirlo. Ma molti insegnanti di yoga includono un po' di psicoterapia. E sono d'accordo che lo yoga aiuta ad eliminare la confusione.

Domanda: Ti sembra a volte di approfittare della confusione che il mondo moderno produce, attirando persone che cercano una cura per il loro malessere?
Risposta: Vedo spesso persone che vivono nell'infelicità, quindi se lo yoga può aiutarle a rimanere felici, connesse alla loro famiglia e ai loro cari, sono felice.

Domanda:  Lo yoga sta riempiendo lo spazio lasciato libero dal ritiro della religione?
Risposta:  C'è qualcosa di vero in questo. La gente non capisce più il significato della religione. Da un insegnamento principale, all'inizio, ci ritroviamo con diverse religioni, che dicono tutte la stessa cosa, da centinaia di anni, ma in modo diverso. Come possiamo tornare all'insegnamento principale? Forse abbiamo solo bisogno di un insegnante di spiritualità. E questo può essere un insegnante di yoga. Quello che insegno non è diverso da quello che insegna un prete o un rabbino: che le persone devono relazionarsi tra loro, essere buone con la loro famiglia. Prendersi cura di se stessi per comportarsi bene.

Domanda: Riunisci folle, a volte migliaia di persone - a Central Park o davanti alla Torre Eiffel - che fanno esattamente il movimento che tu dici loro di fare. Ha la sensazione di essere una specie di guru?
Risposta: Si ha l'impressione che io dica alla gente cosa fare, mentre io ho l'impressione che stiamo tutti ascoltando e imparando insieme. Io facilito la libertà. Davvero.

Domanda: È davvero rilevante fare yoga in mezzo a centinaia di persone? Non dovremmo essere soli con un insegnante?
Risposta: Con le persone che fanno yoga intorno a te, finisci per formare una piccola comunità. Il bello è che ci possono essere migliaia di persone intorno, sei sempre tu sul tuo tappetino. Tu e te stesso. Ma con tutte queste persone intorno, ti senti sostenuto, è qualcosa che ti può dare una spinta. Mi piace praticare lo yoga in grandi classi, tanto quanto mi piace farlo da sola.

Domanda: Ti dispiace che lo yoga sia diventato così di moda?
Risposta: Sì e no. Negli anni '90, quando ho iniziato a insegnare yoga, nessuno sapeva cosa fosse. A volte, ad essere onesti, preferirei che fosse qualcosa di più intimo. Ma il più delle volte sono molto felice che tutti sappiano cos'è lo yoga.

Domanda: Cosa è rimasto dell'aspetto spirituale nella pratica dello yoga occidentale oggi?                       Risposta: Penso che lo yoga sia sempre stato un modo per imparare a prendersi cura del proprio corpo per poter meditare. Questo è ancora quello che facciamo. Siamo tutti capifamiglia, molti di noi hanno altre responsabilità, e stiamo solo cercando di essere sani, di fare bene il nostro lavoro, che si tratti di un genitore, un insegnante... È esattamente lo stesso obiettivo da migliaia di anni. È solo che il nostro ritmo di vita si è accelerato. Quindi abbiamo bisogno dello yoga più che mai.

Domanda: Lo yoga è compatibile con una società in cui ci viene detto tutto il giorno che dobbiamo comprare una macchina nuova o bere più Coca-Cola per essere felici? C'è la sensazione che un'ora di yoga sia distrutta dalle altre ventitré ore della giornata.
Risposta: Se fumi, se bevi, se ti abbuffi di dolci, penso che sia meglio fare yoga che non fare yoga. Lo yoga aiuta il corpo a sapere cosa è veramente soddisfacente, e il corpo non lo dimentica. Io stesso faccio molte cose che non sembrano essere in linea con la pratica dello yoga. Ho vissuto tutta la vita negli Stati Uniti, ho provato quasi tutto. Senza lo yoga, non so dove sarei. Potrei anche essere in riabilitazione.

Domanda: Un'intera economia si è sviluppata intorno allo yoga. I praticanti comprano pantaloni da 100 euro, l'iscrizione alle lezioni costa una fortuna... Tu stessa ti guadagni da vivere con lo yoga. Non c'è una contraddizione con gli obiettivi spirituali della disciplina?
Risposta: Quando insegno, so dove si trova il mio cuore. E so cosa sto cercando di fare: rendere un genitore migliore con i propri figli quando tornano a casa. La verità è che penso che tutti noi dobbiamo avere un po' meno paura del denaro. Il denaro è solo energia. Se dai soldi per qualcosa, ricevi soldi per qualcos'altro. 

Domanda: La tua scrittura è la tua arte, e tu ci guadagni dei soldi. Hai un problema con questo?
Risposta: No, ma non sono in una ricerca spirituale quando scrivo, è molto concreto.
Il mio lavoro è anche molto concreto. Aiutare una madre a capire quanto bene può essere dato al suo bambino, una donna a capire quanto bene può essere dato al suo amante. Questo è molto concreto per me. Se il denaro viene scambiato, è solo energia. Io vengo pagata per quello che faccio, tu vieni pagato per quello che fai. Che bello. Dovreste essere pagati molto per quello che fate.

Dovrebbe parlare con il mio capo.
Sarei felice di parlare con il suo capo. Lei fa buone domande, molto bene.

Isha Kriya, la meditazione guidata da Sadhguru

 Isha Kriya è una meditazione guidata semplice ma potente creata da Sadhguru. "Isha" significa ciò che è la fonte della creazione. "Kriya" significa un'azione interiore verso questo. In una ricerca condotta dalla Harvard Medical School, è stato dimostrato che questa meditazione riduce la tensione, la rabbia, la fatica, la confusione e la depressione.     https://www.youtube.com/watch?v=piU5ahDEkck



Non è una terapia, ma lo yoga è "potentemente terapeutico"

Non è una terapia, ma lo yoga è "potentemente terapeutico". Questo è quello che dicono i membri della Federazione Nazionale degli Insegnanti di Yoga (FNEY). Non è "né una medicina morbida né una psicoanalisi tranquilla", ma la pratica dello yoga può lenire e ridare vitalità. Lo Yoga da spazio al corpo, accelera la circolazione del sangue. attraverso la respirazione, i muscoli saranno meglio ossigenati, scioglie le articolazioni. Durante le posture, i muscoli sono sollecitati e allungati, il che aiuta a guadagnare flessibilità e tono.

Le posture dell'hatha yoga possono quindi avere un effetto sulla flessibilità della colonna vertebrale. Infine, possono avere un effetto sugli organi, per esempio stimolando il sistema digestivo, un impatto significativo sulla regolazione della frequenza cardiaca.

Questa disciplina può avere un'influenza molto positiva sulle sindromi legate allo stress, secondo la FNEY. Spesso in questo caso, la regione del plesso solare è bloccata, il che può causare spasmi, mal di stomaco, costipazione, ecc. Facendo esercizi di respirazione, il diaframma riprende il suo movimento avanti e indietro, il che porta a un rilassamento di tutto il corpo.
"La pratica dello yoga è benefica se si soffre di disturbi neurologici", dice il dottor Lionel Coudron nel suo libro La Yoga-thérapie. Le persone con il morbo di Parkinson o malattie degenerative hanno effettivamente visto la loro condizione migliorare.   Secondo questo medico, i benefici sulla salute sono molteplici: oltre alle sindromi ansioso-depressive, lo yoga può agire anche sui disturbi del sonno, sul dolore di qualsiasi origine, ecc. Nel 1993, il dottor Lionel Coudron ha creato l'Istituto di Yoga Terapia a Parigi, che fornisce un corso di formazione biennale per il personale medico e gli insegnanti di yoga. Le consultazioni cominciano a comparire negli ospedali e questa disciplina sta facendo il suo ingresso anche nelle case di riposo.
Ci sono molti esempi di miglioramenti nella salute: una persona che aveva bisogno di un intervento chirurgico per la scoliosi non ha dovuto subirlo; pazienti che soffrono di mal di schiena hanno visto migliorare le loro condizioni. Ma questi effetti positivi sono stati ottenuti dopo anni di pratica.
Un altro effetto benefico sulla psiche è che quando si inizia un approccio psicoanalitico, "la pratica dello yoga può decuplicare gli effetti del lavoro su se stessi", "Non guarisce, non cura, ma aiuta a vivere meglio", dice il dottor Coudron.
Lo yoga non è solo una terapia, è un insieme. 

Essendo ogni individuo diverso, è quindi necessario adattare lo yoga all'individuo, come sosteneva il Maestro yoga Desikachar.   Vedi: https://maramici.blogspot.com/2021/04/the-hearth-of-yoga-di-desikachar.html

Lo yoga nei territori palestinesi - Shadan Nassar e lo yoga in arabo

Nei territori palestinesi, lo yoga addolcisce la vita quotidiana. Da Ramallah a Betlemme, Nablus o Hebron, la pratica yoga si è diffusa come una scia di zenitudine.

Articolo scritto da Claire Bastier e pubblicato a febbraio 2020.

Jaleelah al-Rawaja ha aperto uno studio di yoga a Nilin, in Cisgiordania. Dall'esterno, è un semplice cubo di cemento grigio, uno dei tanti a Nilin, una piccola città a ovest di Ramallah in Cisgiordania. In pochi anni, questo modesto edificio è diventato un punto di ritrovo per le donne del villaggio. Dai 15 ai 70 anni, si incontrano lì per un'ora. Fuori dalla vista, lasciano il loro hijab nel guardaroba e indossano comode tute da jogging o leggings stretti. Si siedono sulla stuoia e aspettano le istruzioni di Jaleelah al-Rawaja, una donna energica sulla cinquantina. Inizia la lezione di yoga e le posture si susseguono: saluto al sole, cane verso il basso, guerriero...   "Non dimenticate di respirare profondamente", ci ricorda l'insegnante con voce energica. Tra un esercizio e l'altro, i partecipanti hanno l'opportunità di parlare tra loro. Solo il rilassamento finale interrompe la gioiosa cacofonia. "Rilassa il tuo corpo", consiglia Jaleelah al-Rawaja. Dopo che con  l'"om" finale (un suono considerato come la vibrazione primitiva dell'universo nel buddismo e nell'induismo) pronunciato in coro, termina la lezione.
Quella mattina, le donne decantano i benefici dello yoga. Hisdeaya Nefea, una trentenne divorziata e madre di tre figli che non ha mai praticato nessuno sport prima, riassume: "Quando si respira profondamente, sento che lo stress se ne va. Un'altra, Samira Mohtaz, è d'accordo. All'età di 22 anni, ha iniziato dopo la nascita del suo primo figlio. Ero molto tesa e soffrivo di dolori di stomaco ricorrenti", dice. Lo yoga mi ha dato la pace della mente e ho scoperto il mio corpo.
Parole che si sentono in tutto il mondo quando si lasciano le lezioni di yoga, mentre lo slancio generale per questa disciplina indiana continua senza sosta. Lo studio yoga  di Nilin non è un'eccezione nel panorama locale palestinese. Lo yoga è praticato nelle grandi città come Gerusalemme Est, Betlemme, Nablus, Hebron o Ramallah, così come negli angoli più remoti della Cisgiordania.

Nahed Bandak accoglie con favore questo sviluppo. Nativa di Betlemme è ben noto nel piccolo mondo dello yoga palestinese ed è una dei primi insegnanti locali.  Nahed ha un sorriso gentile e un'andatura flessuosa, quasi da gatto e dice: "Lo yoga ha rivoluzionato la mia vita, può anche cambiare la vita degli altri".  Come tutti i praticanti palestinesi, sa che mentre tutto il mondo ama lo yoga, la disciplina assume una dimensione diversa in una zona colpita da decenni di conflitto come i territori palestinesi.
Lei stessa ha scoperto lo yoga nel 1992 attraverso le lezioni di un'insegnante israeliana venuta da Gerusalemme per insegnare a Betlemme. Lo scoppio della seconda Intifada nel 2000 vi pose fine. Non c'è più alcun contatto tra i professionisti israeliani e palestinesi, spiega.

Tuttavia, lo yoga, anche se è agli inizi, è un buon indicatore dell'evoluzione della società palestinese, delle sue classi urbane e ricche, che hanno viaggiato o studiato all'estero, e di questo clima sociale che riceve gli echi del resto del mondo pur mantenendo le sue tradizioni. È a Ramallah, la capitale economica della Cisgiordania, brulicante di artisti, imprenditori ed espatriati, che il primo studio, Farashe ("farfalla" in arabo), ha aperto nel 2010, fondato da un piccolo team di palestinesi e stranieri. Una disciplina particolarmente rilevante in Cisgiordania.  Oggi, diversi insegnanti offrono lezioni di hatha yoga, vinyasa, meditazione o yoga sulla sedia per anziani. Il pubblico è misto: uomini e donne, locali e stranieri. A Farashe, lo yoga scioglie le tensioni accumulate al lavoro o a casa. Ma molti vengono anche su raccomandazione di un medico, di un fisioterapista o anche di uno psichiatra per alleviare certi dolori.

"La situazione politica, e in particolare l'occupazione israeliana, contribuisce a generare stress collettivo tra i palestinesi", spiega Eilda Zaghmout, che ha fondato nel 2015, con un'amica, lo studio Beit Ashams ("casa del sole", in arabo) a Beit Jala, un comune adiacente a Betlemme. Secondo lei, lo yoga è particolarmente rilevante nel contesto specifico della Cisgiordania. "Il muro e i checkpoint, i permessi per entrare in Israele... Questa violenza strutturale ci colpisce psicologicamente e fisicamente", descrive. Il suo studio rappresenterebbe quindi "un luogo dove ricaricare le batterie per affrontare meglio il mondo esterno". Con i capelli castani tagliati a caschetto e una linea di eyeliner disegnata sopra le ciglia, la giovane donna insegna power yoga, una variante molto dinamica della disciplina, dopo aver ottenuto il suo certificato negli Stati Uniti, e yoga per bambini. Si è anche formata al centro Collateral Repair Project in Giordania, dove ha imparato tecniche per alleviare certi traumi, come il metodo TRE (esercizi di rilascio di tensione e trauma). 

Gradualmente, i professionisti della salute stanno riconoscendo i benefici di questa pratica. In una situazione di stress psicologico combinato con sintomi fisici, indipendentemente dal contesto politico, non c'è dubbio che lo yoga dia sollievo", ammette la dottoressa Samah Jaber, psichiatra e capo dell'unità di salute mentale del Ministero della Salute in Cisgiordania. Ma molti non capiscono ancora di cosa si tratta veramente: nei circoli più conservatori, la gente preferisce una forma più familiare di meditazione, di preghiera o di ascolto del Corano. Allo stesso tempo, fanno sport per fare esercizio. In città, i più ricchi vanno spesso in palestra; le donne fanno Zumba o aerobica, mentre gli uomini fanno pesi. Nelle zone più isolate, ci sono poche strutture sportive: niente palestra, né tantomeno yoga.

È per questo che i fondatori dello studio Farashe si sono rivolti a un pubblico non cittadino. Grazie alla creazione di partenariati con insegnanti europei o statunitensi, quaranta persone di diverse città e villaggi palestinesi hanno seguito una formazione certificata, per poter poi insegnare alla loro gente. Questo è il caso di Jaleelah al-Rawaja a Nilin. Farashe si vanta di avere un impatto sulla vita di più di 5.000 persone, soprattutto donne, che vivono in circa 15 comunità.
Le organizzazioni umanitarie locali e internazionali, molto attive in Cisgiordania, dove sono parte del tessuto sociale, hanno anche identificato i benefici dello yoga. Completa l'assistenza e le attività fornite alle popolazioni più vulnerabili: i corsi sono organizzati con il sostegno dell'UNRWA, l'agenzia ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi, e di altre organizzazioni straniere. Un programma sviluppato dalla Società tedesca per la cooperazione internazionale (GIZ) prevede anche di formare una dozzina di insegnanti dei campi profughi.
Lo studio di yoga Farashe a Ramallah è stato il primo ad aprire in Cisgiordania nel 2010. In questo modo, lo yoga diventa uno strumento rilevante per la cura di sé, chiamato "self-care" nel gergo umanitario. Stabilisce un nuovo rapporto con il corpo perché devi connetterti con il tuo io interiore", spiega Nahed Bandak a proposito della sua esperienza con le donne nei campi profughi. È nuovo per molti di loro, ma parla loro. Qui le donne sono abituate a dare tutto per gli altri, senza ricevere nulla. Con lo yoga, scoprono che devono anche prendersi cura di se stessi. Tra le ONG straniere, la diffusione dello yoga solleva un dibattito: le persone rafforzerebbero certamente la loro resilienza ma, allo stesso tempo, si abituerebbero al contesto particolarmente stressante o traumatico in cui vivono, anche se ciò significa normalizzarlo, che non è l'obiettivo delle organizzazioni attive sul terreno.
Su scala minore, è stato anche con pretesti umanitari che lo yoga è iniziato nella Striscia di Gaza, un territorio sotto un blocco israelo-egiziano dal 2007. I due milioni di residenti dell'enclave palestinese, afflitti dalla disoccupazione, dalla mancanza di risorse e dalle tensioni tra Hamas, il movimento islamista che controlla l'enclave, e Israele, sono sotto stress costante. La società è bloccata, viviamo con il rischio costante di un'escalation militare tra Hamas e Israele", dice Najla S., una delle poche insegnanti di yoga a Gaza. La gente parla di resilienza, ma non è vero che ci si abitua alla situazione. Perdi molte delle tue risorse personali nel processo.Sposata con due giovani figlie, la giovane donna "si è innamorata della pratica" grazie a un insegnante britannico temporaneamente basato a Gaza. Tre volte alla settimana, al piano terra della sua casa, ora insegna flow-vinyasa, una combinazione di posture con musica soft. I suoi studenti, esclusivamente donne, dai 25 ai 50 anni, vengono a cercare uno spazio di "realizzazione personale", che non possono trovare altrove, sottoposte a una perpetua pressione sociale, continua.
Najla S. è convinta che nel contesto molto particolare di Gaza, che genera "estrema negatività", lo yoga è un grande aiuto. Con emozione, ricorda la classe che ha seguito lo scontro tra Hamas e Israele quest'inverno: "Lo studio era pieno. Di solito, dopo un'escalation di violenza, si crolla fisicamente ed emotivamente. Ma questa classe ci dà molta energia e un sentimento di immensa gratitudine. Lei continua: "È una delicata combinazione di pensieri perché, allo stesso tempo, non siamo ingenui: vogliamo credere che domani sarà meglio ma sappiamo che potrebbe essere peggio.
A Gaza, ancor più che a Ramallah o Hebron, lo yoga si confronta con la religione. Il controllo di Hamas sulla vita quotidiana impone una certa discrezione. Alcuni abitanti che abbiamo incontrato si attengono a una pratica individuale, a casa, grazie ai video su YouTube. Provenendo da una famiglia musulmana, senza indossare l'hijab, cosa molto rara a Gaza, Najla S. confida che "ha una visione più ampia della religione" da quando ha scoperto lo yoga. Tuttavia, si guarda bene dal dirlo ai suoi studenti: "Per esempio, non oso ancora dire un 'om' alla fine delle mie lezioni", confessa. Aggiunge, tuttavia, che digiuna e prega durante il Ramadan, mentre pratica yoga su musica Sufi.
Nei circoli musulmani conservatori, lo yoga è un affare esclusivamente femminile, per il desiderio di stare con i suoi pari e per evitare la promiscuità sgradita. Non è appropriato avere classi miste a Nablus", dice Mirna Khuffash, un'insegnante di questa città settentrionale della Cisgiordania. Con gli uomini, non potevamo davvero rilassarci e certe posture come il cane a testa in giù o la mucca non sono accettabili davanti a loro. Come tale, Farashe intende dedicare la formazione al pubblico maschile; un insegnante sta già insegnando nello studio di Ramallah.
Più in generale, la religione è una questione cruciale sollevata dalla pratica dello yoga in Terra Santa, dove l'ateismo rimane, se non raro, almeno inconfessato. I più riluttanti denunciano un nuovo dogma. Per calmare le loro preoccupazioni, gli insegnanti la descrivono come una ginnastica dolce, rilassante per il corpo e la mente. C'è ancora molta resistenza", conferma Eilda Zaghmout, dello studio Beit Ashams. Nell'ambiente cristiano da cui provengo, i preti sono contrari. L'uno non impedisce l'altro: la giovane donna "mantiene la sua fede" e frequenta la chiesa la domenica. Inoltre, gli insegnanti e gli studenti musulmani riconoscono che lo yoga dà loro più flessibilità nella loro preghiera quotidiana, che si ripete cinque volte al giorno e in cui i fedeli eseguono diversi rak'ah (prostrazioni).

Il secondo ostacolo è linguistico, poiché non ci sono abbastanza risorse in lingua araba sull'argomento. A Gerusalemme Est, Ramallah o Betlemme, l'inglese è largamente parlato; altrove è meno vero. Le comunità non anglofone non sono quindi in grado di conoscere lo yoga da sole. Per questo Farashe ha deciso di lanciare il primo programma di formazione interamente in arabo, certificato dalla Yoga Alliance, la più grande associazione internazionale. Un modo per espandere il pubblico a tutto il mondo arabo.
 
Nel 2017, Shadan Nassar, di Ramallah, ha lanciato il suo canale Shadana Yoga su YouTube, dove offre lezioni di yoga in arabo. I suoi migliaia di  seguaci la seguono da Arabia Saudita, Egitto, Iraq e Marocco. Nei suoi video, la trentenne non specifica le sue origini e dichiara: "Rifiuto la compassione automaticamente associata all'identità palestinese", spiega. Voglio essere vista semplicemente come una giovane donna che insegna yoga in arabo.

venerdì 11 febbraio 2022

Amma

 Mātā Amṛtānandamayī, nota come Amma (madre), nata nel Kerala indiano, è una religiosa indiana. Ha avuto riconoscimenti in tutto il mondo per le istituzioni e servizi umanitari che ha ispirato e sostenuto nell'arco di tre decenni.  Viene considerata una leader umanitaria e spirituale globale. Il suo esempio di vita, ha ispirato milioni di persone a impegnarsi in favore dei bisognosi e nella costruzione di un mondo più tollerante..

Nei suoi discorsi, Amma offre parole di saggezza e guida per la realizzazione personale e per le questioni più urgenti del nostro tempo. I suoi discorsi si incentrano sui cambiamenti climatici, terrorismo, la povertà e i diritti delle donne, sul risveglio dello spirito di servizio e sull’attenzione ai valori universali nella società.

Dotata di un’instancabile dedizione e amore per il prossimo, Amma è nota nel mondo, per il modo attraverso cui esprime la sua compassione: il semplice gesto di un abbraccio. A oggi si conta infatti che fra le sue braccia abbiano trovato conforto oltre 37 milioni di persone. Portando le persone vicino al suo cuore, Amma insegna loro che l’amore trascende ogni confine di nazionalità, religione, genere, casta o status sociale.  È una tradizione che continua ancora oggi, con Amma che trascorre la maggior parte del suo tempo  a ricevere ed incoraggiare  con un sincero abbraccio materno tutti coloro che vengono da lei.

Amore, Aiuto, Compassione e Azione sono i 4 principi che guidano ogni suo gesto. Per questo in India, sua terra natale, Amma è riconosciuta come Mahatma (Grande Anima) e come riformatrice sociale.

Amma ha fondato il movimento umanitario globale “Embracing the World”, Organizzazione Non Governativa riconosciuta come consulente speciale dall’ONU, attraverso cui attua in tutto il mondo progetti di beneficenza. Da oltre tre decenni, Embracing the World si è impegnata a far sì che più persone possibile, in condizione di necessità, possano nutrirsi, avere un alloggio, accedere all’istruzione e usufruire di assistenza sanitaria.  Il luogo di nascita di Amma in Kerala, è divenuto oggi il quartier generale di Embracing the World. Il centro ospita oltre 3.000 residenti che apprendono e mettono in pratica gli insegnamenti di Amma, studiano le scritture spirituali, praticano la meditazione e si dedicano ai progetti umanitari di ETW.

L’organizzazione di volontariato di Amma, Embracing the World, si dedica a portare aiuto ai poveri e agli indigenti del mondo e a soddisfare i loro bisogni essenziali. Si occupa in particolare del soddisfacimento delle necessità conseguenti a gravi catastrofi, avendo destinato, dal 2005, oltre 75 milioni di dollari alle attività di soccorso in caso di calamità. Dopo lo tsunami dell’Oceano Indiano del 2004, Amma ha agito rapidamente, fornendo case di cemento ai senzatetto entro sei mesi dal disastro. Da allora, Amma ha svolto un lavoro simile dopo le alluvioni di Mumbai, Gujarat, Chennai e Bihar, Uttarakhand e Jammu-Kashmir, nonché dopo i terremoti in Kashmir, Nepal, Haiti e Giappone, ai cicloni nel Bengala Occidentale e nelle Filippine e agli uragani negli Stati Uniti.
Attraverso i propri ospedali e altri programmi sanitari, Embracing the World ha fornito, dal 1998, cure mediche totalmente gratuite a più di quattro milioni di persone. L’organizzazione ha costruito più di 47.000 case per i senzatetto in tutta l’India e ha fornito aiuti finanziari a oltre 100.000 persone non in grado di prendersi cura di se stesse. ETW offre borse di studio a più di 50.000 studenti poveri ogni anno e offre anche corsi di formazione professionale e alfabetizzazione, gestisce orfanotrofi, ospizi e case di riposo per gli anziani. I volontari di ETW servono ogni anno oltre 10 milioni di pasti ai senzatetto e agli affamati, compresi 150.000 pasti in 50 città del Nord America.


Rafforzando il proprio impegno, Embracing the World opera nei settori della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente per aiutare a proteggere il futuro del pianeta. Ha piantato più di un milione di alberi come parte della campagna delle Nazioni Unite “Un miliardo di alberi”. Pulisce regolarmente fiumi e altre aree pubbliche, come parte delle sue campagne ambientali, e forma e aiuta gli abitanti poveri dei villaggi in aree remote a costruire i propri servizi igienici. , nel suo stato di origine, il Kerala, dove è già stata completata la costruzione di più di 12.000 servizi igienici.

Amma ha pronunciato più volte discorsi presso le Nazioni Unite ed è intervenuta due volte al Parlamento delle Religioni del Mondo. Tra gli altri riconoscimenti, ha ricevuto il Premio Gandhi- King per la Non-Violenza  e il premio James Parks Morton per l’interreligiosità. Ha ricevuto un dottorato onorario in Lettere dalla State University di New York. Nel 2014 è stata invitata da  Sua Santità Papa Francesco. Amma è anche Chancellor della Amrita University,  classificata come ottava migliore università di tutta l’India. L'università considera la ricerca un fattore importante per dare sollievo ai poveri e ai bisognosi. Attraverso l’Università Amrita, i ricercatori, con spirito di innovazione, individuano nuovi modi di trasmissione di beni, conoscenze, informazioni, energia e sanità per far giungere aiuto a coloro che ne hanno bisogno, ovunque si trovino.

Porgere un orecchio compassionevole e offrire una spalla su cui piangere è qualcosa che è sempre venuto naturale ad Amma: ha iniziato a farlo quando era solo una bambina e quotidianamente si recava nel suo villaggio natale per raccogliere bucce di verdure e altri scarti alimentari per nutrire le mucche e le capre della sua famiglia. 

https://www.amma-italia.it/ 
 

 

Riflessioni sull'io - Juddu Krishnamurti

Non so se vi siete mai sentiti isolati, sentite improvvisamente di non avere rapporti con nessuno e di essere completamente separati. Ogni forma di pensiero o emozione è bloccata. Non c'e' nessuno a cui rivolgersi; gli dei, gli angeli se ne sono andati oltre le nuvole e, scomparendo le nuvole, sono scomparsi anch'essi. Siete completamente isolati..
Non uso la parola 'soli', perché solo ha un significato diverso, ha una sua bellezza. Essere soli indica qualcosa di completamente diverso. E dovete essere soli. 
Quando una persona si libera dalla struttura sociale dell'avidità, dell'invidia, dell'ambizione, dell'arroganza, dell'ottenimento e dello status, quando si libera da tutto ciò, allora e' completamente sola. Questo è totalmente diverso. Allora c'e' una grande bellezza, il senso di una grande energia.
Ma l'isolamento non e' questo. Isolamento e' appunto il senso di essere isolati da tutto. Non so se l'avete provato. Più siete svegli, più indagate, osservate, chiedete e domandate, più ne diventate consapevoli: nel profondo della vostra coscienza, a tutti i livelli, vi sentite completamente tagliati fuori. Ed è una delle più grandi sofferenze: non essere capaci di andare oltre e rimanere intrappolati in questa terribile sensazione di isolamento, con la sua immensa energia.
Possiamo essere terribilmente intelligenti e scrivere dei libri su questo senso di isolamento, oppure fuggire, correre a divertirci e non entrare mai in contatto con questa sensazione. Perciò rimane lì, nascosta; rimane in attesa come una ferita purulenta. Bisogna entrare in contatto con essa, non verbalmente, ma nella realtà.
Questo isolamento e' una forma di morte. C'e' morte non solo quando la vita giunge al termine, ma quando non c'e' risposta, non c'e' via d'uscita. 
Anche questa e' una forma di morte: essere nella prigione della vostra infinita attività incentrata sull'io, essere imprigionati nei vostri pensieri, nel vostro strazio, nelle vostre superstizioni, nella vostra mortale routine quotidiana. 
E continueremo a farlo per altri cinquant'anni o più. Le stesse brutali attività incentrate sull'io: ambizione, competizione, ricerca di status, posizione, potere, avidità e invidia.
Credo che quasi tutti noi ne siamo consapevoli di tanto in tanto, forse molto raramente, perché siamo così tremendamente attivi, che la mente e' vuota. Essendone consapevoli, abbiamo paura di quel vuoto. Non abbiamo mai esaminato questo stato di vuoto, non vi siamo mai entrati in profondità. 
Ne abbiamo paura e lo rifuggiamo. Gli abbiamo dato un nome, lo definiamo 'vuoto' , 'terribile', 'doloroso', e questa stessa denominazione ha creato una reazione nella mente, una paura, una fuga.
Può la mente smettere di fuggire e non dare un nome, non assegnare significati verbali come 'vuoto', legati a ricordi di piacere e dolore? 
Possiamo guardarlo, può la mente essere consapevole di questo vuoto senza fuggire, senza giudicarlo, ma semplicemente rimanendo con esso? Perché allora e' la mente. Non c'e' un osservatore che guarda, non c'e' un censore che condanna, c'e' solo quello stato di vacuità, che conosciamo benissimo ma cerchiamo continuamente di evitare.
Quando tutte le eccitazioni, le illusioni, le paure e le fughe finiscono, e voi non date più un nome e quindi non condannate, l'osservatore e' diverso dalla cosa osservata? 
Dando un nome condannando, la mente ha creato un censore, un osservatore esterno a se stessa. Ma quando la mente non da' un nome, una definizione, non condanna e non giudica, non c'e' osservatore; c'e' solo lo stato di quella cosa che abbiamo chiamato 'vuoto'.
Mi chiedo se siamo consapevoli di dipendere psicologicamente dagli altri. Non che dipendere dagli altri sia necessario, giustificato o sbagliato, ma in primo luogo siamo consapevoli di essere dipendenti? Molti di noi sono psicologicamente dipendenti, non solo dalle persone ma dalle proprietà, dalle opinioni, dai dogmi.  
Siamo consci di questo fatto? Se sappiamo di dipendere da qualcosa per la nostra felicità psicologica, per la nostra stabilità interiore, per la nostra sicurezza, possiamo chiederci perché.
Perché dipendiamo psicologicamente da qualcosa? Ovviamente, perché dentro di noi siamo manchevoli, poveri, vuoti. Dentro di noi siamo straordinariamente isolati ed e' questo isolamento, questo vuoto, questa estrema povertà e chiusura interiore che ci rende dipendenti da una persona, dalla conoscenza, dai possessi, dalle opinioni e da tutte le cose che riteniamo indispensabili.
Può la mente essere pienamente consapevole del fatto di essere isolata, manchevole, vuota? 
E' molto difficile essere consapevoli, essere pienamente consci di questo fatto, perché lo fuggiamo continuamente.
Per conoscere il vostro vuoto dovete guardarlo, ma non potete farlo se la vostra mente cerca continuamente distrazioni al fatto di essere vuota. 
E queste distrazioni assumono la forma dell'attaccamento a una persona, all'idea di Dio, a un dogma o una credenza specifica, e così via.
 
Può la mente smettere di fuggire, di scappare, senza limitarsi a chiedere come fare per smettere di fuggire? Infatti, la stessa domanda 'come fa la mente a smettere di fuggire?' diventa un'altra fuga. 
Se so che una certa strada non porta da nessuna parte, non la imbocco; non ho bisogno di chiedere come si fa a non imboccarla. Allo stesso modo, se so che nessuna fuga, nessuna evasione potrà mai risolvere questo isolamento, questo vuoto interiore, smetto di fuggire, smetto di cercare distrazioni. Allora la mente può guardare il fatto del suo isolamento senza paura. E nel processo di fuggire che la paura si manifesta.
Quando la mente comprende la futilità, l'assoluta inutilità di tentare di riempire il proprio vuoto attraverso la dipendenza, la conoscenza e le idee, allora può guardare senza paura. E può la mente continuare a guardare quel vuoto senza nessun giudizio? 
Quando la mente e' pienamente consapevole che sta fuggendo, scappando da se stessa; quando comprende l'inutilità di fuggire e vede che lo stesso processo del fuggire crea la paura; quando vede la verità di tutto ciò, allora può vedere 𝘤𝘪𝘰' 𝘤𝘩𝘦 𝘦'.
 
Che cosa intendo con vedere 𝘤𝘪𝘰' 𝘤𝘩𝘦 𝘦'? 
Intendo starvi davanti, guardarlo giudicandolo, interpretandolo o formando opinioni? 
Opinioni, giudizi e interpretazioni impediscono soltanto alla mente di guardare il fatto. Se volete comprendere il fatto, non serve farsi delle opinioni su di esso. Possiamo quindi guardare, senza nessun giudizio, il fatto del nostro vuoto, del nostro isolamento psicologico, che crea così tanti problemi?
Penso che la difficoltà stia nell'incapacità di guardare noi stessi senza giudizio, senza condanna, senza fare paragoni, perché ci e' stato insegnato a paragonare, giudicare, valutare e a formarci opinioni. Solo quando la mente vede l'inutilità, l'assurdità di tutto questo, e' in grado di guardare se stessa. 
Allora, ciò che temevamo fosse vuoto, isolato, non e' più vuoto. 
Allora non c'e' più dipendenza psicologica da niente; 
Allora l'amore non e' più attaccamento ma qualcosa di completamente diverso e il rapporto assume un altro significato.
Se siamo capaci di guardare questo isolamento senza condanna o giudizio; 
vedere, comprendere, ascoltare l'intero contenuto del 'me', di questo isolamento; 
solo allora e' possibile avere una forza che non e' del 'me'. 
Solo allora e' possibile creare un mondo diverso o una cultura diversa.

Christian Bobin

Christian Bobin (1951- ) è uno scrittore, poeta e aforista francese, vincitore del premio Prix des Deux Magots nel 1993 e del premio Prix de l’Académie Française nel 2016..

Christian Bobin è considerato uno dei maggiori scrittori francesi contemporanei di ispirazione cristiana. La persona viva che ripetutamente evoca è il bambino, colui che ama, che gioca ad amare, che non deve giustificare le proprie azioni. Nessun autentico incontro può avvenire fuori dall'amore, ma nessun amore è possibile se non comincia dalla spogliazione del proprio io, dal ristabilire dentro di sé il silenzio che prelude "all'accoglienza".   
E' un autore che parla della sacralità della parola e della purezza della vita, senza la pretesa di rivelare chissà quale mistero, né proporre ricette per la felicità. 
La vita per Bobin è fonte di inesauribile contemplazione. Per contemplarla e viverla pienamente Bobin sta in silenzio, in solitudine, osserva più che scrivere, ascolta più che leggere. 
Ama la solitudine più di una donna, confessa. 
E guarda alla vita nelle cose essenziali, nella loro semplicità.  Non c'è leggerezza migliore di quella di osservare la vita quotidiana, senza pretese e senza porsi domande, come "stare ad osservare la pioggia che scivola sui vetri". 
Al di là della semplicità, Bobin rimette continuamente in discussione gli schemi e i modelli culturali consueti. Invita il lettore alla vera lettura e guardare alla vita così com’è “chiudi il libro e siediti all’ombra di un albero, goditi il silenzio della natura, il profumo delle rose, lascia andare la morte”. Bobin si fida solo dell’amore che, in quanto dimensione di apertura totale alla vita, rende possibile il dialogo.  Lotta contro la morte delle emozioni e dell'apatia che ritiene siano uno dei problemi più grandi della nostra civiltà.

 Le sue prime pubblicazioni risalgono alla fine degli anni ’70. Il successo, però, arriva solo nel 1991 grazie a “Une petite robe de fête”. Ma ancora più clamore suscita un libro pubblicato l’anno dopo, si tratta di “Le Très-Bas”, dedicato a Francesco d’Assisi e vincitore di alcuni premi letterari. E' stato tradotto in italiano con il tittolo  “Francesco e l’infinitamente piccolo”.  Ecco alcune citazioni di Christian Bobin:
  •  L'amore, la solitudine sono come i due occhi d'un unico volto: non diviso, né divisibile
  • Amare significa aver cura della solitudine dell'altro, senza mai pretendere di colmarla né conoscerla.
  • Chi è senza denaro mancanza di tutto. chi è senza lettura manca della mancanza.
  • Con la fine dell'amore, appaiono i re magi: la malinconia, il silenzio e la gioia.
  • I grandi libri, i libracci, i giornali, va bene tutto a chi ama leggere, è tutto cibo per l'affamato. Da un lato chi non legge mai. Dall'altro chi non fa altro che leggere. Esistono proprio delle frontiere tra le persone.
  • L'amore è distacco, oblio di sé. Non possiamo arrivarci con le nostre forze, perché tutte le nostre forze sono costantemente impiegate nell'ammassare il mondo alla superficie del nostro "io".
  • Siamo fatti soltanto di coloro che amiamo e di nient'altro.
  • Dobbiamo nascere due volte per vivere un po', anche solo un po'.
  • L'uso migliore di questa vita è di non farne nulla.
  • C'è una stella in cielo per ciascuno di noi, abbastanza lontana perché i nostri errori non possano mai offuscarla.
  • Il giorno in cui acconsentiamo a un po' di bontà è un giorno che la morte non potrà più strappare dal calendario.
  • Un evento nella vita è una casa con tre porte separate: morire, amare, nascere. Non si può entrare se non varcando le tre porte simultaneamente. È impossibile, ma questo avviene.
  • I momenti più luminosi della mia vita sono quelli in cui mi accontento di vedere il mondo apparire. Questi momenti sono fatti di solitudine e silenzio. Sono sdraiato su un letto, seduto a una scrivania o cammino per strada. Non penso più a ieri e domani non esiste. Non ho più legami con nessuno e nessuno mi è estraneo. Questa esperienza è semplice. Non c'è da volerla. Basta accoglierla quando arriva. 
  • Quello che è bello è il cercare il senso della vita, non il riuscire a scoprirlo, perchè se lo trovate può essere pericoloso.       
  • La vita quotidiana rappresenta la bellezza, la parte più bella dell'esistenza, è dell'oro puro,  è la nostra compagna più fedele, è quello che porteremo con noi fino alla morte. Bisogna depurarla dalle glorie e dai dogmi.
  • La lettura è una finestra che apriamo nel quotidiano, che illumina il quotidiano, altrimenti non c'è niente.
 vedi:  https://www.youtube.com/watch?v=gSegkQo0cao 

Il Qi gong

Nella tradizione Taoista il qi gong è un metodo per il mantenimento e lo sviluppo delle proprie capacità energetiche, e quindi per la prevenzione delle affezioni.

 Il qi un elemento costituente essenziale del mondo naturale e della vita.  Anche l’uomo, pur essendo piccolissimo, è un universo completo, poiché i cinque organi ed i sei visceri costituiscono un microcosmo sistemico; le dinamiche con cui si muove il qi lungo i canali energetici hanno un rapporto strettissimo con la dinamica con cui si muove il qi nell’universo. Le dinamiche energetiche del sistema universale e quelle del sistema biologico umano, dunque, seguono le medesime regole di funzionamento.

I taoisti ritengono che tutto ciò che si muove nell’universo abbia un moto indotto dal qi. Laozi, il fondatore del taoismo, sperimentò che il qi è presente sia nel remoto universo siderale sia nel microcosmo infinitamente piccolo, comprese le particelle subatomiche. Laozi, trascritto anche Lao Tzu, Lao Tse, Lao Tze o Lao Tzi, è stato un filosofo e scrittore cinese del VI secolo a.C., presunto autore del Tao Te Ching. Nel I secolo d.C. divenne la principale divinità del pantheon taoista.

La condizione qualitativa e quantitativa della yuanqi, ossia l'energia potenziale acquisita alla nascita  determina la qualità della vita di una persona, se sarà elevata  ci sarà salute e longevità.  I taoisti ritengono che ogni persona possa idealmente vivere 120 anni, ma l’essere umano consuma man mano yuanqi fino ad esaurirla, per poi morire. 

Durante la vita, si può aumentare il potenziale energetico del praticante con tecniche semplici come il tibao, chenbao, yijinggong e la piccola circolazione celeste. Se praticate dai genitori prima del concepimento, permettono di potenziare e migliorare lo stato energetico del nascituro. Il rafforzamento del potenziale energetico viene fatto anche attraverso buone abitudini di vita: un’adeguata alimentazione, un corretto riposo, corrette relazioni sociali e affettive, una moderata attività sessuale.

In epoca Tang  il taoista Cui Xifan, scrisse un’opera intitolata Cuigong ruyao jing, che illustra come mantenere il regime ottimale di energia nel corpo.

 Il tibao si pratica in piedi, occhi chiusi, piedi leggermente flessi, come se si andasse a cavallo, schiena dritta, cercare di percepire i tre canali energetici: spalla e piede sinistro, spalla e piede destro, dal centro della testa fino al plesso solare.  Stando immobili, si deve cercare di immaginare di ingigantire il corpo, ciò permette di rilassare maggiormente il corpo ed i canali energetici diventano più visibili.

Nella fisiologia sottile le particelle di energia ruotano in maniera casuale (come la neve nella palla di vetro) nel corpo, e con la meditazione si cerca di canalizzarle, attirate da due poli opposti creano un flusso.  Nel Tibao, le mani sono aperte, i palmi puntano a tre centimetri sopra l’ombelico, si cerca di immaginare di tenere tra le mani una sfera di energia, che è simile ad un palloncino di plastica, dobbiamo trovare la distanza giusta tra le mani per tenere il palloncino e non farlo scoppiare, quando avvertiamo una piccola resistenza, quella è la distanza giusta.

Nel chenbao, i palmi puntano al centro del cuore, all’altezza dei seni, anche qui si cerca di immaginare di tenere tra le mani una sfera di energia. Nella variante del chenbao, si immagina di far ruotare la sfera di energia.

L’ Associazione Italiana di Qigong (A.I.QI.GO), diretta emanazione della World Academic Society of Medical Qigong con sede a Pechino, è il punto di riferimento ufficiale in Italia per la diffusione, l’apprendimento e lo studio del qigong medico (QGM).   Vedi link:   http://www.ihqa.it/chi-siamo

sabato 5 febbraio 2022

La meditazione benevolente

 Meditazione  in sanscrito corrisponde a "bhavana" coltivare e in tibetano "gom " familiarizzare.  Si familiarizza con il funzionamento della nostra mente,  e si cerca di sviluppare qualità  come l’attenzione, l’amore altruista, la libertà interiore per diventare un miglior essere umano, per trasformarsi interiormente e mettersi al servizio degli altri. La meditazione è un mezzo accessibile a tutti, tutti possono coltivare l’amore altruista. L'apprendere la meditazione, passa necessariamente per una trasmissione vivente, un incontro con un Maestro. La piena coscienza sviluppata da Jon Kabat Zinn produce eccellenti risultati nel ridurre l’ansietà, il dolore ma non favorisce lo sviluppo da parte del meditante dell’amore altruista.  Per questo è utile sviluppare  la piena coscienza benevolente,  o caring mindfulness.  Sviluppare una capacità di accogliere le sofferenze dell’altro in maniera costruttiva,  che è diverso dall' empatia che può portare ad una forma di angoscia o burnout.  La compassione riafferma la nostra forza d’animo, il nostro equilibrio interiore e la nostra determinazione coraggiosa ad aiutare quelli che soffrono..

La meditazione benevolente associa compassione ad amore altruista. Trenta minuti di meditazione sull’amore altruista fanno aumentare comportamenti  pro sociali, la voglia di assistere e riconfortare gli altri. Si assiste, a livello morfologico del cervello, ad una diminuzione dell’attivazione della amygdale, l'area neuronale del cervello associata all’aggressività e  alla paura.  La meditazione benevolente può servire a medici e infermieri a rafforzare e reagire in maniera più positiva alla sofferenza. Lo sviluppo dell’altruismo può far bene alla società tutta intera e può servire a promuovere i valori umani, che sono ancora più fondamentali che le religioni.  La meditazione, inoltre, favorisce l’attenzione e l'equilibrio emozionale.  Differenti livelli della mente corrispondono a diversi  livelli del corpo.  Dal corpo grossolano al corpo di energia, a livello più sottile.  E’ su questo piano che si manifesta il potere di guarigione dei suoni e dei mantra. I mantra sono dei suoni e delle vibrazioni che percorrono il corpo e l’universo.  I punti energetici del corpo sono identificati con suoni particolari.  Quando la vibrazione di un organo malato entra in fase con la vibrazione di un mantra curativo appropriato l’organo può guarire. "Man"  (manas) è la mente,  "Tra" significa  proteggere:  proteggere la mente dalla sofferenza e l’ignoranza.  La ripetizione del mantra tibetano OM Mani Padme Hum mette in armonia i bioritmi del corpo (respirazione, cuore, tensione arteriosa).  Anche per  la visione olistica della fisica quantistica, tutto è energia e vibrazione. L’essenza d’ambrosia, conosciuto in Tibet come Gyushi  è un testo composto nel VII – XII secolo, che parla della terapia con l'uso di mantra, presentando più di 100.000 formule. 

Per Cristophe Andrè, saggezza e meditazione sono in parte legati.  Sono duemila anni che si medita, il primo vero cambiamento avviene negli anni ’60.  Il primo fattore fu il contatto con maestri, grazie alla maggiore presenza in America e Europa di insegnanti asiatici, dovuto alle congiunture storiche particolari, diaspora di maestri zen dal Giappone dopo la seconda guerra mondiale, o quella di lama e tulku tibetani (un tulku è una persona che è stata riconosciuta essere la reincarnazione di qualche importante maestro) a seguito dell’annessione del Tibet alla Cina o dall’esilio per motivi politici come nel caso del celebre monaco vietnamita Thich Nhat Hahn.  Anche grazie alla maggiore facilità con cui, a partire da questi anni, era possibile recarsi in Oriente, India e Giappone.  Il secondo fattore che ha permesso lo svilupparsi di un interesse più maturo nei riguardi delle pratiche contemplative buddhiste e orientali è stato il fiorire di una generazione di praticanti "Ricettori", un gruppo di persone nate tra 1930 e il 1950 di lingua inglese o conoscitori dell’inglese, iniziatori di una nuova fase del buddhismo, dei suoi adattamenti e sviluppi. Come Joseph Goldestein, Cristina Feldman, Jack Kornfield, Larry Rosenberg, Sharon Salzberg e Corrado Pensa.  Corrado Pensa fece  la prima esperienza meditativa nel 1970 presso lo zen center di san Francisco sotto la guida di Suzuki Roshi. Il contatto con la vipassana avvenne nel 1975 con Jack Kornfield in California. Queste persone hanno fatto un’opera di metabolizzazione degli insegnamenti ricevuti, ne hanno saputo cogliere gli aspetti vitali, per poi riformularli e trasmetterli ad occidentali nel rispetto dello spirito originario. Riformulazione e integrazione però non vogliono dire sincretismo. Sebbene il linguaggio possa risultare lontano da quello tradizionale, allo stesso tempo, vi resta fedele nel profondo.  L’insegnamento richiede un carisma particolare che alle volte non hannno neppure le persone progredite nel cammino interiore.  Ad esempio il Pratyekabuddha o Buddha solitario o Buddha per sé, è  una persona realizzata, ma non in grado di mostrare agli altri il cammino. 

Negli anni ’60 entra in voga la meditazione trascendentale  (Maharishi  Mahesh Yogi) cui aderiscono i Beatles,  tinta di una spiritualità new-age con colpi di gong e incenso.  Un altro cambiamento si ha negli anni ’80 quando Jon Kabat-Zinn intuisce che gli enormi benefici delle pratiche meditative potranno essere accessibili al grande pubblico, solo se, queste pratiche saranno laicizzate e semplificate. Si inspirerà alla pratica Vipassana buddhista, per elaborare la pratica della piena coscienza, una forma di meditazione laica. L’iniziazione a questa disciplina comporta otto sedute per otto settimane con un insegnamento progressivo e adatto agli occidentali. Questo triplo movimento (laicizzazione, semplificazione, codificazione)  permette l’entrata della meditazione negli ospedali , facilita gli studi di validazione scientifica, i risultati favorevoli aiutano alla diffusione di questa pratica nel mondo delle cure mediche (ad esempio all'ospedale Parpan, di Toulouse). Il consenso medico facilità in seguito l’adozione di questa pratica nel campo dell’educazione, dell’imprese.

La meditazione è un cammino nel quale si porta l’attenzione verso un certo numero di variabili (corporee, sensoriali e mentali).  Per far si che si parli di meditazione, questi esercizi devono essere deliberati,  prolungati e ripetuti.  Spesso meditare è percepito come un’attività intellettuale (riflettere su un soggetto) mentre la maggior parte delle pratiche meditative passano per il corpo.  Ci sono una moltitudine di pratiche, alcune richiedono l’immobilità, altre a volte il movimento. Spesso si associa la meditazione ad un quadro di convinzioni religiose mentre si può perfettamente vivere in un quadro laico.  

I punti comuni ad ogni pratica sono: 1-  Non agire,   2-  concedendosi un tempo di ritiro, di silenzio, di lentezza, di continuità,   3- durante il quale l’attenzione si stabilizza  4- senza reagire alle stimolazioni esterne come rumori o interne come pensieri ed emozioni,  5- ma osservandoli in maniera attenta e distaccata.  Meditare deriva da meditari in latino, da mederi  dare delle cure a.                                           Le persone in salute che praticano riducono lo stress. Sul piano psicologico prendere del distacco e essere presente alla vita aumenta il sentimento di  benessere.  Una pratica meditativa regolare permette di migliorare le difese immunitarie (modifica il modo in cui i nostri geni reagiscono ai fattori esterni). Il fattore genetico può essere migliorato dalle nostre emozioni.  Uno studio condotto ad Harward,  ha concluso che se la meditazione è regolare ed intensiva, potrebbe compensare le nostre fragilità ereditarie.  Uno studio importante sotto il nome di progetto Shamatha in California ha dimostrato che la meditazione stimolava l’attività del telomerase e poteva frenare l’invecchiamento cellulare ed aumentare la longevità.  Nei nostri cromosomi ci sono dei cappucci protettori chiamati telomeri che ne frenano l’usura e che possono essere riparati da un enzima chiamato telomerase.

"La saggezza è una forma di ricerca che tenta di non negare il reale." Compte Sponville.                        "Il  sapere guarda verso l’esterno, la saggezza all’interno".    Un saggio zen.       

La saggezza non può fare a meno della conoscenza di sé, una conoscenza umile ed esigente. Non si può proclamare la nostra saggezza nella quotidianità di fronte a persone che dividono la nostra intimità e che ci hanno visto tante volte “non saggio” ma si può sempre farlo credere ad un pubblico anonimo. Il sapere accresce le nostre conoscenze su di sè.  La saggezza è un sistema esperto per la gestione delle conoscenze. I criteri utili alla saggezza sono la contestualizzazione, il relativismo dei valori, la tolleranza all’incertezza.   

Gli insegnamenti buddhisti precisano che ci sono due vie: 1- quella del rilassamento, Shamata (calma mentale) ma è importante che a questa sia associato il discernimento,  2 - quella della visione penetrante, Vipassana che è molto vicina alla saggezza come è stata definita sopra.        La meditazione apprende a non fissarsi sui pensieri preoccupanti ed emozioni negative, ma a tollerare la loro presenza senza aderirvi e mantenendo le distanze da esse.  

Molte forme di meditazione sono indirizzate sulla benevolenza e la compassione e gli studi mostrano che queste tecniche funzionano anche sui debuttanti, modificando effettivamente il comportamento di aiuto e di apertura verso gli altri.  Saggezza e meditazione sono molto vicine. In Occidente  per molto tempo abbiamo messo l’accento sul solo aspetto intellettuale,  mentre le saggezze orientali sono più attente all’equilibrio emozionale e corporeo. La meditazione potrebbe arricchire le nostre riflessioni filosofiche e rivalorizzare le emozioni, il corpo, l’intuizione e la contemplazione.

Secondo il filosofo ateo, Andrè Comte-Sponville,  “Non fare niente, ma a fondo” è  la migliore definizione per lo zazen.  Lo zazen e la meditazione di piena coscienza non sono molto differenti, si tratta, in entrambi i casi,  di una pratica  seduta, silenziosa, e senza oggetto.  La meditazione consiste in 10, 15 minuti di silenzio, d’immobilità e di serenità. E qualche volta… si tratta semplicemente di vivere. Il mentale e l’ego ci separano da questa semplicità. Siamo sopraffatti da mille preoccupazioni di lavoro, di famiglia, o d’amor proprio.  Meditare è immobilità, attenzione pura, senza scopo, senza dottrina, senza giudizio, un'attenzione al corpo, alla postura, alla respirazione, alle sensazioni.   

Quando si pensa non si percepisce, quando si percepisce non si pensa” dicono i testi zen. La spiritualità è la vita dello spirito (della mente), nel suo rapporto con l’infinito, l’eternità, l’assoluto. La mente non è altro che lo stesso corpo, dotato di coscienza e di sensibilità. L’Occidente privilegia il logos (il discorso e la ragione), il soggetto (l’anima, l’ego, il cogito) e l’immutabile e la trascendenza.  L’Oriente privilegia il silenzio, l’immanenza, l’impermanenza, il vuoto.  Il buddhismo arriva a negare l’esistenza del sé, sia assoluto (il brahman indù) che relativo (l'atman indù).  L’interesse per la spiritualità orientale ha delle basi solide quali la mondializzazione e il bisogno di spiritualità dopo la crisi del cristianesimo.

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...