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giovedì 12 gennaio 2023

Suor Infant Tresa "La yogi di Cristo"

"Lo yoga, una pratica che – sostiene  suor Infant Tresa – non solo non è in contraddizione con la vita da religiosa e col cristianesimo ma aiuta ad essere cattolici migliori"..

Aleyamma o suor Infant Tresa  nasce nel 1951 nel Kerala (regione nel sud dell’India), uno degli Stati indiani in cui il cattolicesimo è molto presente e diventa suora a 19 anni. Oltre ad essere una delle 7mila clarisse francescane del Kerala,  la suora è  anche una delle insegnanti di yoga più note della zona. Nel 1985 – iniziò a fare yoga perchè aveva un terribile mal di schiena che l'obbligava a portare un corsetto speciale. Incontrò un maestro di yoga presso l’università dove studiava che gli consigliò una serie di esercizi da fare e  dopo poco tempo il problema alla schiena era scomparso. Da allora la preghiera mattutina di suor Infant Tresa comincia con Padre nostro e namasté (il saluto dello yoga), dimostrando che non vi è contraddizione alcuna tra la vita da religiosa cattolica e lo yoga che diventa un'estensione della sua vita religiosa.

Per trent’anni ha praticato yoga e in età da pensione ha deciso di diventare insegnante di yoga. Gestisce e supervisiona due centri di yoga nel Kerala (il primo creato nel 2006) e i suoi corsi sono seguiti da persone di diversi background religiosi, culturali e linguistici provenienti da tutta l'India e dall'estero. Persone di tutte le età, donne, uomini, bambini, persone con diverse malattie, anziani e donne incinte. La sua esperienza più indimenticabile come insegnante di yoga è stata quella di aiutare una persona paralizzata a camminare e muoversi normalmente attraverso la terapia yoga. Era un avvocato del Kerala e un lato del suo corpo era paralizzato e quindi non poteva più neanche alzarsi o sedersi.

«All’inizio – racconta – alcuni erano perplessi che una suora insegnasse yoga, ma non mi sono mai fatta scoraggiare dai dubbi delle persone». Così suor Tresa ogni anno partecipa anche alle conferenze per i professionisti dello yoga, in India e all’estero, e nel 2015 ha ottenuto un riconoscimento per la sua attività da parte della Yoga Alliance.  «Spesso i cristiani sono perplessi per i mantra che si recitano durante la pratica, ma questo non è un fatto centrale: io per esempio durante la seduta di yoga recito preghiere cristiane». «Non c’è niente di contraddittorio con la fede cristiana; –. È per ignoranza che una parte dei cristiani si oppongono allo yoga, dicendo che appartiene all’induismo.  Lo yoga non è legato a nessuna religione, ma è un contributo dell’antica India al resto del mondo. È una pratica olistica che unendo fisico, mente, intelletto, emozione e spirito fa sentire meglio l’uomo, gli regala la pace e lo avvicina a Dio. Inoltre, cambia la mentalità: aiuta ad essere meno materialisti e a liberarsi dal consumismo. Ecco perché le persone oggi lo praticano indifferentemente da religione, lingua e comunità di appartenenza». La pazienza e la tolleranza in tutte le circostanze sono essenziali per diventare un buon insegnante di yoga.

 «Per me la fede è una risorsa nella mia attività – continua – mi ha aiutato a diventare un insegnante valido ed efficace e resto comunque una convinta seguace di Gesù Cristo. La pratica aiuta tutti a sperimentare la pace che Gesù ci ha promesso ».  Suor Tresa afferma: “Non andrò mai contro la chiesa se mi chiedesse di lasciare lo yoga, ma sono assolutamente certa che la chiesa non chiederà mai a me o a nessuno di rinunciare allo yoga; poiché esso non ha nulla che contraddica la fede o gli insegnamenti cristiani, visto che con lo yoga tutti possiamo diventare esseri umani e cattolici migliori.  Anzi il mio vescovo, la mia congregazione, i miei superiori e tutti i miei colleghi mi sostengono e incoraggiano.  Oggi, con l'aiuto dei media e della consapevolezza, le persone sono meglio informate e stanno realizzando i valori nello yoga.

__________Intervista a Suor Infant Tresa  fatta da Philip Mathew - un giornalista di Bangalore

Prima di diventare un'insegnante di yoga professionista a tempo pieno, ha lavorato come infermiera in vari ospedali e collegi medici del Kerala. Tresa ha condiviso la sua missione con Global Sisters Report.

GSR: Cosa l'ha spinta verso lo yoga?
Tresa: Nel 1976, mentre studiavo infermieristica in Kerala, soffrivo di forti dolori alla schiena e di affanno. I medici mi consigliarono di prendere delle medicine, cosa che feci per molto tempo. Dovevo anche usare una cintura [speciale]. Ma niente funzionava. Nel 1985 ho incontrato un guru dello yoga che è venuto nell'istituto dove studiavo. Gli parlai dei miei problemi di salute. Mi consigliò di fare yoga e mi insegnò a farlo. Iniziai a sentirmi meglio dopo aver praticato lo yoga. Ho avuto anche sollievo dal mal di schiena e dal respiro affannoso. Ho sentito che era una benedizione di Dio. Decisi quindi di fare dello yoga una parte della mia vita. Ho praticato yoga negli ultimi 31 anni. Sono convinta che sia stato lo yoga a risolvere i miei problemi di salute.

Quando e come ha iniziato a insegnare yoga?

Nel 2006, dopo essere andata in pensione come infermiera, ho deciso di insegnare yoga per aiutare gli altri. Nello stesso anno ho aperto un centro yoga presso il Nirmala Medical Centre di Muvattupuzha. Dopo qualche anno, ho aperto un altro centro yoga a Thodupuzha, una città vicina, dove insegno due giorni alla settimana.  

Alcuni cristiani e chiese ritengono che lo yoga sia contrario alla Bibbia e alla fede cristiana. Qual è la sua risposta?
È per ignoranza sullo yoga che una minoranza di cristiani nella chiesa si oppone, dicendo che appartiene all'induismo. Lo yoga non appartiene a nessuna religione in particolare. Lo yoga è un contributo dell'antica India al mondo.
Poiché lo yoga è nato in India, c'è il malinteso che faccia parte della religione induista. I veggenti e i saggi indiani hanno sviluppato e promosso lo yoga dopo anni di meditazione affinché l'umanità sperimentasse Dio, la pace e il benessere. In questo mondo di turbolenze, violenza e crisi, dove le persone non hanno pace mentale e conducono una vita di stress e ansia, lo yoga dà alle persone conforto e pace e le avvicina a Dio.
In passato, solo i veggenti e i saggi praticavano lo yoga. Oggi le cose sono cambiate. Le persone, indipendentemente dalla religione, dalla lingua e dalla comunità, sono attratte dallo yoga e lo praticano. Lo yoga aumenta la concentrazione, migliora la meditazione e aiuta a rimanere concentrati. La pratica costante, duratura e sostenuta dello yoga aiuta a diventare meno materialisti e consumisti e a cambiare la prospettiva mentale della vita.

Rinuncerà allo yoga se la Chiesa glielo chiederà?

Non andrò mai contro la Chiesa se mi chiederà di abbandonare lo yoga, ma sono assolutamente certo che la Chiesa non chiederà mai a me o a chiunque altro di rinunciare allo yoga. Non c'è nulla che contraddica la fede o gli insegnamenti cristiani. Lo yoga rende migliori gli esseri umani.

Che cos'è lo yoga? Come lo definisce?
Lo yoga deriva dalla parola sanscrita "Yuj", che significa unire, unire come una cosa sola. È l'unione di fisico, mentale, intellettuale, emotivo e spirituale. Lo yoga è una pratica fisica, mentale e spirituale nata nell'antica India e divenuta popolare in Occidente nel XX secolo.
Lo yoga è una disciplina e una scienza olistica. Tocca tutti gli aspetti della vita umana. Promuove uno stile di vita sano e fornisce una protezione completa alla salute degli esseri umani.

Cosa le piace di più dello yoga?
Lo yoga promuove la salute fisica e mentale, compreso il controllo della mente. In base alla mia esperienza personale, posso dire che lo yoga ha cambiato la mia vita e il mio stile di vita. Credo che lo yoga mi abbia aiutato a controllarmi fisicamente, mentalmente ed emotivamente. Credo anche che lo yoga possa cambiare una persona fisicamente, mentalmente e spiritualmente in meglio e possa dare forza interiore.

La sua congregazione sostiene il suo lavoro? Ha affrontato qualche opposizione? Se sì, come le ha superate?
Il mio vescovo, la mia congregazione, i miei superiori e tutti i miei colleghi mi sostengono e mi incoraggiano. All'inizio, alcune persone hanno espresso apprensione per il fatto che una suora praticasse e insegnasse yoga. Non mi sono mai sentita scoraggiata da questi dubbi della gente. Oggi, con l'aiuto dei media e della consapevolezza, le persone sono diventate più informate e stanno comprendendo i valori dello yoga. Sono molto felice che persone di diversa estrazione religiosa, culturale e linguistica, provenienti da tutta l'India e da fuori del Paese, vengano nel nostro centro yoga per imparare e praticare lo yoga. Le persone che praticano yoga diventano molto mature, lucide e positive.

Quali sono le malattie che lo yoga può curare?
La maggior parte delle malattie umane può essere curata dallo yoga. Lo yoga aiuta a generare quantità corrette di ormoni da tutte le ghiandole del corpo umano. Gli organi malati del corpo umano vengono riparati, stimolati e ringiovaniti. Muscoli e ossa, nervi, sistemi respiratorio, escretore e circolatorio vengono coordinati e rendono il corpo flessibile e sano, adattandosi all'ambiente.
Le malattie legate allo stile di vita, come il diabete, il colesterolo, la pressione sanguigna, l'artrite reumatica, il mal di schiena, l'asma, l'obesità, l'epilessia, i disturbi gastrointestinali, i disturbi mestruali, la distrofia muscolare e così via, vengono curate e corrette. La mente diventa più forte e capace di sopportare il dolore e l'infelicità, di affrontare il dolore, le ansie e i problemi mentali e fisici. I pazienti depressi diventano felici e normali. Si sviluppa la concentrazione. Aumentano la memoria e l'intelletto. Lo yoga controlla anche le emozioni negative come la rabbia, l'avidità e il comportamento violento.

Quali sono i risultati ottenuti finora come insegnante di yoga?
Attualmente, due centri yoga funzionano sotto la mia supervisione. Ho insegnato yoga a quasi 4.000 persone presso il centro yoga. La maggior parte lo pratica quotidianamente. Di tanto in tanto, molti di loro vengono al centro e organizziamo incontri. Facciamo anche dei picnic. La gente considera il centro una famiglia dello yoga.
Oggi il governo incoraggia l'educazione e la formazione allo yoga nelle scuole e nei college del Paese. Gestiamo anche un corso di formazione per insegnanti di yoga. A coloro che completano il corso vengono rilasciati certificati di idoneità. Questi certificati sono riconosciuti e accettati dalle istituzioni scolastiche per l'assunzione di insegnanti di yoga in Kerala.
La mia esperienza più indimenticabile come insegnante di yoga è stata quella di aiutare una persona paralizzata a camminare e a muoversi normalmente grazie alla terapia yoga. Era un avvocato di Muvattupuzha e un lato del suo corpo era paralizzato. Non riusciva nemmeno ad alzarsi o a sedersi. Grazie allo yoga, l'ho riportato a una vita normale. Ora può camminare e condurre una vita normale.

Chi sono i suoi studenti?
Ai miei corsi partecipano donne, uomini, bambini di diverse fasce d'età, persone con diverse malattie, anziani e donne incinte. Anche se insegno a persone appartenenti a diversi ambienti e gruppi di età, trovo più gioia e soddisfazione nell'insegnare a bambini di età superiore ai 10 anni. Lo yoga aiuta i bambini nella formazione del loro carattere e migliora la loro resistenza fisica. Lo yoga li aiuta anche a raggiungere la concentrazione che li aiuta a concentrarsi nello studio. Lo yoga aiuta anche i bambini obesi a ridurre il loro peso e le loro dimensioni.

Come si aggiorna come insegnante di yoga?
Ogni anno mi impegno a partecipare a conferenze sullo yoga che si tengono in diverse parti dell'India e all'estero. L'anno scorso ho partecipato a un programma di formazione per insegnanti di 200 ore della Yoga Alliance e ho ricevuto un premio come riconoscimento del mio lavoro.

Come ha influito sul suo lavoro la creazione della Giornata internazionale dello yoga? Ha trovato più persone interessate allo yoga?
È stata un'esperienza arricchente per me. Quest'anno abbiamo celebrato la Giornata internazionale dello yoga il 21 giugno. Il membro locale dell'Assemblea legislativa del Kerala ha inaugurato la funzione. I partecipanti hanno eseguito esercizi di yoga. Giornali e canali televisivi hanno coperto la funzione. È molto gratificante che il numero di studenti e partecipanti allo yoga aumenti di giorno in giorno.

Come insegnante di yoga, qual è secondo lei la sua migliore risorsa?
La mia spiritualità, la mia fede, la mia salute fisica e mentale e la forza che ho acquisito grazie allo yoga sono i miei punti di forza. Inoltre, sono una persona dal pensiero positivo e una donna religiosa impegnata che segue incessantemente Gesù Cristo.

Qual è, secondo lei, l'abilità più importante che un insegnante di yoga dovrebbe possedere?
La pazienza e la tolleranza in ogni circostanza sono essenziali per diventare un buon insegnante di yoga. Soprattutto, per quanto mi riguarda, sono una forte credente in Dio, che è il mio creatore e salvatore. La mia fede mi ha aiutato a diventare un'insegnante brava ed efficace.

Perché è diventata una sorella?

Sono nata nel 1951 in una famiglia di cinque figli in un villaggio vicino a Palai, in Kerala. Allora mi chiamavo Aleyamma. Da bambina sentivo parlare molto della missione e del lavoro della Chiesa e della mia parrocchia. Da ragazza ero molto religiosa. La mia vita ruotava intorno alla mia Bibbia, al mio rosario e al mio amore per Gesù. Ben presto ho maturato il desiderio di diventare suora e di dedicare il resto della mia vita alla Chiesa. Dopo averci riflettuto a lungo, ho deciso di diventare suora per poter fare molto più bene alla società e alla comunità e anche per pregare e adorare Dio più da vicino. Ma la mia famiglia era contraria al mio desiderio di entrare in convento e diventare suora. Si opponevano alla mia decisione. Ero molto arrabbiata. Protestai ed espressi la mia infelicità. Rimasi senza mangiare per giorni. Alla fine la mia famiglia accettò e mi lasciò diventare suora.
Dopo la scuola superiore, mi sono iscritta all'università. Mentre ero all'università, sono entrata nel convento di Palai e sono diventata suora all'età di 19 anni.

_______________Benefici dello yoga secondo Suor Infant Tresa:

È una pratica olistica che unendo fisico, mente, intelletto, emozione e spirito fa sentire meglio l’uomo, gli regala la pace e lo avvicina a Dio. In un mondo di violenza e crisi, dove gli uomini non hanno pace mentale e vivono una vita di stress e ansia, lo yoga consola. Inoltre, cambia la mentalità: aiuta ad essere meno materialisti e a liberarsi dal consumismo. Ecco perché le persone oggi lo praticano indifferentemente da religione, lingua e comunità di appartenenza.  Le persone che praticano yoga diventano molto mature, equilibrate e positive.
La maggior parte delle malattie umane può essere curata dallo yoga. Lo yoga aiuta a generare quantità corrette di ormoni da tutte le ghiandole di un corpo umano. Gli organi malati in un corpo umano sono riparati, incoraggiati, ringiovaniti. I muscoli e le ossa, i nervi, i sistemi respiratorio, escretore e circolatorio sono coordinati e rendono il corpo flessibile e sano e si adattano all'ambiente.
Malattie dello stile di vita come diabete, colesterolo, pressione arteriosa, artrite reumatica, mal di schiena, asma, obesità, epilessia, disturbi gastrointestinali, disturbi mestruali, distrofia muscolare e così via sono curate e corrette. La mente diventa più forte e in grado di sopportare il dolore e l'infelicità, di affrontare il dolore, le ansie e i problemi mentali e fisici. I pazienti depressi diventano felici e normali. La concentrazione è sviluppata. Si rafforza la memoria e dell'intelletto. Lo yoga controlla anche le emozioni negative come la rabbia, l'avidità e il comportamento violento.
Lo Yoga aiuta i bambini nella loro formazione del carattere e migliora la loro resistenza fisica. Lo yoga aiuta anche a migliorare la loro concentrazione e ad affrontare meglio i loro studi. Lo yoga aiuta anche i bambini obesi a ridurre il loro peso e le loro dimensioni.

La meditazione e le yoga per Padre Antonio Gentili

Tutte le grandi tradizioni sapienziali e spirituali dell’umanità (che il concilio Vaticano II invita ad accogliere “laete et reverenter; con letizia e rispetto”) sono per sé finalizzate a promuovere un’autentica qualità delle vita. E quindi ad alimentare nel cuore dell’uomo pace, gioia, amore, compassione e speranza, la quale proietta l’esistenza verso un Oltre di pienezza e di beatitudine imperiture. Speranza che, così è stato detto, costituisce la virtù dei “tempi difficili”. Come è il nostro”.

Padre Antonio Gentili (1937- ) è un religioso barnabita, con licenza in teologia e laurea in filosofia. Preparato conoscitore delle religioni e delle spiritualità orientali ma profondamente radicato nella tradizione cristiana, pratica yoga e guida di corsi di meditazione e preghiera profonda, aperti a ogni categoria di persone. Per lui, la meditazione è un prezioso strumento per avvicinarsi a Dio. Padre Gentili cerca – anche attraverso numerose pubblicazioni – di ravvivare, senza travisamenti, una fede che in questi ultimi decenni mostra segni di crisi sempre più evidenti. Propone un’apertura mistica del cuore, la contemplazione, una vita ascetica e sacramentale autentica.

La meditazione è una pratica propedeutica ad una unificazione interiore in modo che si possa affrontare la realtà con maggior consapevolezza e distacco. Meditando, si raggiunge un maggior equilibrio interiore e, attraverso il rientro in sé, evidentemente ci si apre ad un rapporto più autentico con Dio. Dio si raggiunge innanzitutto passando attraverso il cuore. Dalla profondità interiore, viene incontro a noi anche attraverso la sua parola e attraverso i sacramenti, ma i sacramenti, se non hanno un luogo interiore dove radicarsi, rimangono una esperienza fine a se stessa e priva di efficacia. C’è un documento del Concilio Vaticano II in cui si parla di meditazione, in cui si asserisce che i sacerdoti devono praticare quotidianamente la meditazione. Poi che lo facciano o non lo facciano, bisogna valutare caso per caso. In ogni caso chi medita è più equilibrato, più capace di introspezione, più essenziale.
Padre Gentili fa spesso presente che per “religione” (in latino, relìgio: rilego), si deve intendere l’esperienza del legame che unisce l’umano con il Divino; un’esperienza che implica anche una rilettura (latino: relègere, rileggere) del proprio vissuto, una più profonda scelta di vita (latino: reelìgere, scegliere di nuovo) e infine la coltivazione di un’attitudine improntata a “devozione” verso la divinità (latino: rèligens).
Quindi, per Padre Gentili, non bisogna confondere “la religione” con l’assetto istituzionale, dogmatico che l’accompagna e determina l’appartenenza a una determinata “confessione”. In questo contesto tutte le discipline tendenti allo sviluppo delle capacità umane finalizzate all’auto-realizzazione favoriscono l’apertura al sacro, al Divino. Anche il praticante yoga, dopo aver eliminato l’ego, raggiungendo il silenzio mentale si abbandona in Dio. Questi aspetti sono le premesse e i pilastri stessi di un’autentica religiosità! “Lo yoga non è una religione, ma neppure vi si oppone”.

Padre Gentili fa, spesso, una correlazione tra i precetti morali dello yoga (yama) che governano le nostre interazioni con gli altri, ahimsa (la non violenza), satya (la verità), asteya (il non rubare), bramacharya (la moderazione) e aparigraha (la non possessività), con i Comandamenti cristiani. Tutte le grandi tradizioni sapienziali e spirituali dell’umanità hanno come finalità di promuovere un’autentica qualità delle vita. E quindi ad alimentare nel cuore dell’uomo pace, gioia, amore, compassione e speranza.

Padre Anthony Elenjimittam - un domenicano e monaco buddhista

 “Affinché Tutto diventi Uno”.    “L'unica Realtà è l'Uno senza un secondo, tutto il creato non è altro che la manifestazione dell'Assoluto nei suoi infiniti nomi e forme”.

"Dove c'è dualismo, c'è il mondo fenomenico; dove si trascende il dualismo e ci si stabilisce saldamente nel cuore dell'Unità, in quell'Uno che è senza secondo c'è beatitudine, immortalità, eternità, c'è la Realtà che trascende le apparenze e le illusioni dei sensi e gli inganni della mente. Ora, la strada maestra che ci può condurre a questa immortalità e a questa beatitudine è la meditazione profonda, la vita interiore, I'interiorizzazione, che scruta sempre piú a fondo nelle insondabili profondità della Coscienza e ci guida sino alla consapevolezza del Sé, sino a toccare, gustare e realizzare il Sé cosmico, la Mente universale, l'Intelligenza illimitata, il Divino, il Dio-in-noi". - P. Anthony Elenjimittam, dal testo la Meditazione per la Realizzazione de Sè.                     

Anthony Elenjimittam (1915 - 2011  ) nasce da genitori cattolici nel Kerala (India meridionale), quindi fin da piccolo è in contatto con la spiritualità cristiana e indiana. Intraprende studi filosofici e teologici e entra nell'Ordine dei Domenicani in Italia. E’ stato il primo Domenicano Indiano dell’era moderna. Diventa, inoltre, monaco buddhista conosciuto col nome di Bhikshu Ishabodananda, il cui significato è "Monaco mendicante la cui Beatitudine è Isha Bhod (Gesù e Buddha)".  

Secondo Padre Anthony lo stato di veglia è un’illusione della coscienza.  Al di là della mente e dei sensi si trova la coscienza profonda, ossia la cosiddetta coscienza universale che è uno stato di coscienza-beatitudine. Finché non dimoreremo in esso continueremo a vivere nel mondo illusorio della maya.
Noi possiamo sperimentare questo stato (turya) solo per mezzo della meditazione profonda, grazie alla quale abbiamo la possibilità di trascendere la vita dei sensi e della mente. Si realizza, in questo modo,  l’approccio al Sé e la vita divina.
Il suo pensiero si fonda sull'assoluta uguaglianza tra la filosofia orientale e quella occidentale, a partire dalla filosofia indo-vedica, a quella greca, fino al pensiero occidentale legato al cristianesimo. Ciò che cambia è il linguaggio, le parole che vengono utilizzate, ma permane una similitudine di fondo".   
Per Padre Anthony, durante la meditazione, è meglio controllare il pensiero più che la respirazione. La respirazione  è automatica e fa parte della vita inconscia, mentre la recitazione del mantra o l’osservazione dei pensieri o altro è autoconsapevole o cosciente.      
Invece di controllare la mente molte persone sono controllate da essa.
Tramite la pratica assidua delle quattro P: Preghiera, Perseveranza, Pazienza e Purezza, impareremo ad elevarci alla vita divina fuori dal mondo fenomenico, cioè ritornare alla purezza originale che è la coscienza di Dio.

Durante gli anni di permanenza  a Roma intraprende lo studio del sanscrito, con l'aiuto del più grande orientalista italiano del '900, il prof. Giuseppe Tucci.  Ha scritto più di cinquanta libri sulla comprensione interreligiosa ed ha tradotto ed interpretato alcuni dei più importanti testi spirituali dell'India.
Padre Anthony aveva molto in comune con la filosofia esistenzialista e libertaria di Krishnamurti.
A Londra entra in contatto col Movimento Vedanta, con la società filosofica, e con il buddhismo birmano. Diventa discepolo del Mahatma Gandhi  ed inserisce all'interno di tutte le religioni la pratica della non-violenza. Studia in modo approfondito gli aspetti mistici di molte religioni e particolarmente del Sufismo Islamico, del Vedānta, dello Yoga, dell'Induismo, Meister Eckhart, S. Giovanni della Croce ed altri mistici del Cristianesimo, S. Francesco d'Assisi, i padri del deserto, lo Zen, il Taoismo, ecc.

Nel 1947, dopo l'indipendenza dell'India, incontra Madre Teresa di Calcutta e approfondisce il messaggio di Swami Vivekananda e nel 1949 diventa monaco  buddhista.

Incorre nella censura del cattolicesimo impersonato dall'Arcivescovo di Bombay Valerian Gracias che fa bruciare i suoi  libri in quanto ritenuti poco ortodossi se scritti da un Padre Domenicano. Poi, successivamente,  viene reintegrato nel suo ministero sacerdotale.  Poi si  dedica totalmente al suo lavoro di missionario ed educatore. Crea nel 1957 la St. Catherine of Siena School  che  raccoglie i primi bambini poveri ed orfani per dare loro un'educazione minima di base
Nel 1962  incontra in un'udienza privata Papa Giovanni XXIII, ottenendo il sostegno della più alta autorità della Chiesa per la sua Missione in India e all'estero. Di lui Padre Antony scrive: “
[...] Ecco un Papa che si accompagnava ad ogni uomo di buona volontà per "cercare ciò che unisce e dimenticare ciò che divide"
Padre Anthony rinuncia alla carica di Vescovo e nel  2000 fonda la Missione Sat Cit Ananda con lo scopo di divulgare il messaggio di unità fra le religioni, promuovendo lo studio dei testi sacri del Cristianesimo, del Buddhismo, dell'Ebraismo, dell'Islam, dell'Induismo yogico, del Taoismo, della Filosofia Greca, dello Zen e del Zoroastrismo.
Anthony Elenjimittam ha avuto il raro privilegio di entrare in contatto con la spiritualità dell'Occidente cristiano e con la sapienza dell'Oriente indo-buddhista, realizzando in se stesso una sintesi vitale ed esperienziale. Realizzare il Sé, immutabile esistenza e consapevolezza, è per Elenjimittam il fine dell'esistenza. Calandosi nella struttura autentica dell'uomo, svelando i meccanismi profondi della mente e le sue inesauribili potenzialità, si arriva all'esperienza di unione con Dio.

 

Per far comprendere in modo semplice e immediato l'unità dei sentieri filosofico-religiosi, stimola la meditazione sul cosiddetto "Mandala degli otto sentieri". Sulla circonferenza più esterna  si trovano gli otto sentieri spirituali principali che possono aiutare il meditante alla Ricerca del Sé. Il cerchio centrale rappresenta il Sat Chit Ananda, l'Essere Consapevolezza Beatitudine, al centro del quale, inscritto in un triangolo il simbolo della sillaba sacra AUM, rappresentante i quattro stati della mente e al cui centro il piccolo punto simboleggia il Sé che tutto rende Uno.

Il "Mandala degli 8 sentieri" chiamato anche "Mandala Cosmico", è creato da J.B. Sparks che lo costruì con l'idea che tutti gli uomini potessero unirsi in un unico modo di sentire e concepire la Spiritualità. In senso orario partendo dall'alto troviamo il "Cristianesimo", l'"Umanismo filosofico", il "Taoismo e Confucianesimo", il "Zoroastrismo o Mazdeismo", il "Buddhismo", l'"Induismo Yoga", l'"Islam" e l'"Ebraismo".
Padre Anthony lo adottò come strumento atto alla pratica della "Meditazione", in modo da far comprendere, attraverso la "Consapevolezza" che esiste un unico Centro. Partendo dai vari sentieri spirituali possiamo approfondire sempre di più la nostra conoscenza fino ad arrivare al Centro, punto d'approdo unico per tutti i sentieri.

  • Filmato su Padre Anthony:  https://www.meditare.net/wp/meditazione/meditazione-e-realizzazione-padre-anthony-elenjimittam/
  • Sito ufficiale di Padre Anthony; http://www.padreanthony.org/it/pages/biografia.html    

Testi consigliati:
    • Meditazione per la realizzazione del Sé, Mursia, Milano, 1990.
    • La Quintessenza delle religioni, Verdechiaro Edizioni, Modena, 2000.
    • Controllo della mente per l'Autorealizzazione, Sat Cit Ananda Edizioni, Assisi, 2010.
    • Pensieri per la Meditazione giornaliera, Sat Cit Ananda Edizioni, Assisi 2010.
    • La Religione delle religioni, Sat Cit Ananda Edizioni, Assisi 2010.

Padre Mariano Ballester e la Meditazione Profonda e Autoconoscenza (MPA)

L'uomo è un ricercatore, nel senso di colui che ricerca qualcosa che non riesce a comprendere e che i fedeli chiamano Dio. Attorno alla meditazione profonda, infatti, si riuniscono soprattutto gli scettici, gli atei, non credenti in generale: ricercatori provenienti dalla strada che cercano qualcosa. Questa ricerca passa attraverso la conoscenza profonda di se stessi e si conclude solo grazie ed attraverso lo spirito.”

Padre Mariano Ballester (1935 - 2021), gesuita spagnolo, direttore spirituale del Collegio Internazionale del Gesù, ha messo a punto negli anni '70 un metodo di “meditazione silenziosa” che ha chiamato MPA, Meditazione Profonda e Autoconoscenza. Questo metodo si avvale largamente di esercizi basati sul respiro; è un metodo di evoluzione personale che coniuga introspezione e silenzio. 
Ha creato, inoltre, l'associazione senza fini di lucro "Meditazione Profonda e Autoconoscenza (MPA)”, che si propone di diffondere la pratica della MPA attraverso incontri di formazione e di valorizzazione umana e spirituale della persona con la finalità di guidarla verso la sorgente dell'essere. 

Ogni persona, nessuna esclusa, è portatrice spesso inconsapevole, di un “seme spirituale”. Questo seme, il centro dell’Essere, non può essere disatteso perché la sua non apertura limita la realizzazione più profonda dell’uomo. Il caos delle grandi metropoli, il lavoro frenetico, l’inquinamento, il chiasso, i nostri problemi personali, ecc… tutto questo rumore ci fa dimenticare che portiamo dentro di noi questa nostalgia d’armonia, quasi un richiamo d’amore: la voce silente del Sé.  La meditazione ci permette di trovare noi stessi.
Ecco nascere allora la necessità di una purificazione (attraverso meditazioni guidate, danze, tecniche di rilassamento, giochi e proiezioni video) dei tre livelli di percezione attraverso cui facciamo esperienza del mondo.  Questi tre livelli sono: 1- Il livello delle Forze legato al corpo e alle molteplici energie dell'inconscio. 2- Il livello delle Emozioni legate al presente ma anche e forse soprattutto, al passato. 3-  Il livello della Mente legato al mondo del pensiero.
La persona acquisirà una maggiore Auto-conoscenza e risveglierà uno stato di Presenza, per poi inoltrarsi sul cammino della vera e propria Meditazione Profonda. Con questa pratica si potrà sperimentare nella vita di tutti i giorni la consapevolezza di rimanere connessi con la voce interiore del Sè pur vivendo nel caos della vita quotidiana. La MPA utilizza il "principio di attrazione" della fisica quantistica per spiegare come l'individuo attiri energia per migliorare se stesso, liberando energia per far cadere gli involucri ed arrivare ad una auto-conoscenza. L'individuo diventa quindi, una manifestazione del suo stato interiore. Dobbiamo liberare le energie in noi, attirare altre energie per migliorare noi stessi, per arrivare al mistero divino.  Come dice la Brihadaranyaka Unpanishad: «Tu sei ciò che è il tuo desiderio più profondo. Com’è il tuo desiderio, così è la tua intenzione. Com’è la tua intenzione, così è la tua volontà. Com’è la tua volontà, così è la tua azione. Com’è la tua azione, così è il tuo destino.»

venerdì 26 novembre 2021

Padre Francesco e la Misericordiae Vultus

 Dal libro di Roberto Fantini La menzogna dell'Inferno, contro la concezione dell'eternità delle pene infernali. - da pag. 313 a pag. 319   pubblicato nel 2020.

Vi consiglio di leggere questo bellissimo libro sul tema delle pene eterne e dell'inferno.                Ho estrapolato alcune frasi del capitolo dedicato alla posizione di Papa Francesco e al contenuto della Misericordiae Vultus, la Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia.

Il tema della misericordia è, senza dubbio, uno dei temi più ricorrenti nel pensiero e nella predicazione di Papa Francesco. Tema che per essere pienamente compreso nella sua complessità concettuale, richiede di essere strettamente legato ad altri due temi a lui molto cari: quello del perdono e della gioia... [...]

Solo ponendo al centro della riflessione teologica e della testimonianza della fede la triade valoriale misericorida-perdono-gioia, si potrà, secondo Papa Francesco, intendere correttamente il messaggio evangelico e coerentemente viverlo.   Dio - dice Bergoglio - non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia.  [...]

 Si parla spesso del carattere "rivoluzionario" di questo pontefice, in vari ambiti e sotto vari aspetti, ma non credo  di sbagliare - dice Roberto Fantini - nel ritenere la centralità assoluta assegnata alla triade valoriale sopra riportata, come la cosa più grande e innovativa che questo Papa stia portando avanti. Anzi, come la cosa più grande che qualsiasi vero grande riformatore ecclesiastico possa fare.   Perchè le implicazioni teorico-pratiche, se ben comprese, ci dovrebbero portare anni luce dalla Chiesa Cattolica intollerante, presuntuosa e spietata che la storia ci ha dolorosamente fatto conoscere e sperimentare.

Bergoglio dice che "Dio è amore", ed afferma con forza che in Gesù tutto parla di misericordia e che "Nulla in Lui è privo di compassione".  [...]   "La misericordia divina è intesa come qualcosa che non ha confini e come qualcosa che va oltre la giustizia, e sostenendo che l'ira di Dio dura un istante, mentre la sua misericordia dura in eterno".   Roberto si chiede:  Come potrà continuare la Chiesa cattolica, la Chiesa di questo Papa straordinario, a credere e a chiedere di credere nell'esistenza dell'Inferno, nella stessa possibilità della dannazione eterna, ovvero nell'imperdonabilità e nell'irredimibilità della creatura umana? Anzi, di ogni creatura, includendo anche lo stesso Satana e tutti i suoi seguaci?Roberto conclude in questo modo: Non dovrebbe la Chiesa archiviare in soffitta il concetto stesso di eternità delle pene e lasciare spazio aperto e incontrastato all'infinita fiducia nell'illimitata compassione divina e nell'infinita capacità di perdonare tutte le colpe di tutte le creature? Alla convinzione che, prima o poi, tutte le creature (nessuna esclusa) saranno accolte nella "casa del Padre" e che tutto e tutti saranno abbracciati, trasformati e redenti dall'infinita potenza pedagogica e rigeneratrice del perdono divino.

giovedì 11 novembre 2021

Parallelismo tra i Vangeli e la Bhagavad Gita di Padre Anthony Elenjimittam

Il parallelismo tra i Vangeli (Nuovo testamento) e la Bhagavad Gita fatto da Padre Anthony Elenjimittam (1915 - 2011). Padre Antony che può essere definito un universalista che ha cercato di conciliare il cristianesimo e il messaggio della Bhagavad Gita che corrisponde al Vangelo indiano. 

Il Nuovo Testamento, è composto dai quattro Vangeli (Marco, Matteo; Luca e Giovanni), dalle lettere dell'Apostolo Paolo, dalle Lettere cattoliche, dagli Atti degli Apostoli e dall'Apocalisse, per un totale di  27 scritti.

Ci sono molte analogie tra gli insegnamenti fondamentali della Gita e il Nuovo Testamento,  e somiglianze tra la dottrina religiosa della Gita e quella del cristianesimo. Le similitudini e le analogie sono da attribuirsi, come asserisce Padre Anthony, all’incontestabile esistenza di un’unica natura umana illuminata da un’unica e universale Luce-Logos “che illumina ogni uomo” che viene in questo mondo.  Padre Anthony ammette comunque, che il cristianesimo e l'induismo si sono profondamente influenzati a vicenda a partire dal I secolo sino ad oggi e la Gita ne è una prova convincente. L’induismo, per sua natura, è in grado di assimilare all’interno del suo credo correnti di pensiero di varia provenienza e di realizzare un sincretismo o un compromesso armonioso con altre religioni.  

La Gita afferma che c’è un Essere assoluto, esistente in se stesso e per se stesso, che non ha rapporti necessari con l’universo creato: “Illuso dalle tre influenze materiali (guna), il mondo intero ignora chi sono Io, l’Inesauribile, che trascende ogni influenza materiale” (Gita, VII, 13).  “Tu sei il Brahman supremo. Dio onnipervadente reggitore dell'universo. Tu sei il Padre di questo mondo, movente e immoto, e il suo adorabile e glorioso maestro. Tu non hai eguali: come potrebbe esserci qualcuno più grande di Te nei tre mondi, o Essere onnipotente e senza pari? Perciò, con obbedienza mi prostro ai tuoi piedi e imploro la tua grazia, o adorabile Signore. Come un padre verso il figlio, un amico verso l’amico, un amante verso l’amata, sii clemente con me, o potente Dio di tutti” (Gita, XI, 43). “Il mio spirito, che è la fonte di tutto, sostiene tutte le cose, ma non risiede in esse. Io sostengo permanentemente l’intero universo con una semplice scintilla della mia persona” (X, 42).   

Non solo per ciò che concerne la natura e gli attributi di Dio, ma anche per quanto riguarda l’origine del mondo, la Gita contiene insegnamenti molto simili a quelli del cristianesimo: “Dio è il padre dell’universo” (VII, 6); “I progenitori del genere umano nacquero dalla mente divina” (X, 6); “Egli è il creatore di tutte le cose, Egli è la fonte di tutto e tutto proviene da lui” (X, 6).

 Le somiglianze dottrinali tra i Vangeli e la Bhagavad-Gita sono costituite da affermazioni della verità religiosa che hanno impressionanti analogie o sono quasi identiche. A titolo esemplificativo ecco alcuni passi della Gita e del Vangelo di Giovanni messi a confronto:

Vangelo secondo Giovanni: Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (1,3).
Bhagavad-Gita: Tutte le cose scaturiscono da me. È da me che l’universo è stato creato (VII, 6-7). 

Giovanni: E il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto (1, 10-11).                                                                                    Gita: Gli stolti non conoscono la mia natura trascendente. Quando scendo in questo mondo nella forma umana non mi rendono onore (IX, 10-11). 

Giovanni: Chiunque crede in lui ha la vita eterna (3, 15).Gita:  Chi crede in me non morirà (X, 31). Colui che mi adora verrà a me (IX, 25). 

 Giovanni: Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me (6, 45). Se un uomo osserva la mia parola, non vedrà mai la morte (8, 51). Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno (11, 26).  Gita: Coloro che credono in me e si rifugiano in me scampano agli anni e alla morte (VII, 29). Io amo coloro che mi sono devoti. Come si abbandonano a me, in proporzione io li ricompenso (IV, 11). 

Giovanni:  Chi mi ama anch’io lo amerò (14, 21); voi in me e io in voi (14, 20).                                        Gita:    Discendo di era in era per proteggere i buoni, per distruggere i malvagi e per ristabilire i principi della religione (IV, 8).

Giovanni; Per questo io sono nato e per questo io sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità… perché il mondo si salvi per mezzo di lui (18,37; 3,17).                                                     Gita:   Chi conosce me, il Signore del mondo, è libero da ogni peccato e ottiene la vita (XIV, 2). Io sono la via… il rifugio, la vita e la morte (IX, 18).     Vangelo secondo Giovanni:  Questa è la vita eterna: che essi conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (17, 3). Io sono la via, la verità e la vita (14, 6). 

Giovanni 12 :45. "Io ho visto il Signore e voi avete visto me. Così anche voi avete visto il Signore".
La Gita spiega che chi conosce il Signore tramite il Maestro, vede anche il proprio Sé.

Giovanni 8 : 12.  "Sono la luce del mondo; chi seguirà me non rimarrà nel buio e riceverà la luce nella propria vita".
La Gita spiega queste parole dicendo che il buio, di cui parla Giovanni, è la tenebra dell'illusione e che la luce è rappresentata dal conoscere se stessi. Chi seguirà il Maestro non sarà più al buio.

Giovanni 9 : 4-5. "Ognuno esegue ciò per cui è stato mandato sulla terra, finché è giorno, finché è notte e non si può fare niente. Fino a quando sarò sul mondo, sarò la luce del mondo".
La Gita spiega il senso di queste parole, dicendo che si crea karma finché si è in vita e che quando si muore, non lo si crea più, ma si è sotto  l'effetto del buono o del cattivo karma che si è prodotto in vita. 

Giovanni 14 : 6-7.    "Io sono l'unica strada, la verità e la vita; senza di me nessuno può arrivare al Padre. Se voi conoscerete me, potrete conoscere anche il Padre. Fatto ciò, conoscerete lui ed avrete visto".
La Gita spiega il significato di queste parole del Vangelo, dicendo che l'uomo può conoscere solo tramite il Maestro.  Solo il Maestro è la strada e solo il Maestro può insegnare a camminare su questa strada. Chi conosce il Maestro, conosce anche il Signore.  Chi conosce il Maestro, conosce anche colui che lo ha mandato sulla terra. 

Giovanni 16 : 28.  "Sono una manifestazione del Padre; sono venuto nel mondo.  Quando lascerò il mondo, tornerò al Padre".
La Gita spiega che Dio è l'oceano e che ogni singola anima è come una goccia d'acqua; quando la goccia giunge all'oceano, tutto diventa oceano.

Giovanni 17 : 12.   "Quando ero sulla terra, ho connesso loro al Tuo nome.  Il compito che mi hai assegnato nei loro confronti, non è rimasto incompiuto".
La Gita spiega che quando Gesù era sulla terra, ha fatto conoscere Dio alle anime che erano a lui destinate e che Gesù non le ha lasciate nell'illusione.

Vangelo secondo Matteo 11: 25.   "Oh Signore, padrone di tutto l'universo, io ti ringrazio per aver nascosto questo segreto alle persone dotte e per averlo rivelato, invece, solo ai bambini".
La Gita spiega ciò dicendo che questo segreto rimane nascosto alle persone mondane ed intellettuali e che viene rivelato solo ai puri e ai senza furbizia.

Matteo 11 : 28. Gesù dice:"Voi che svolgete un duro lavoro, siete gravati dal suo peso. Venite da me ed io vi darò la pace".
Secondo la Gita, Gesù dice ciò riferendosi a coloro che sono gravati dal peso del karma e dai samskara e dice che li libererà dalla legge del karma, conferendo loro la pace.

Matteo 15 : 14. "Se un cieco segue un altro cieco, cadranno entrambe nel pozzo buio. Se uno dorme, non può svegliare l'altro che dorme".
Ciò, secondo la Gita, significa che solo un Satguru può salvare colui che è risvegliato. Satguru è un Santo commissionato per insegnare il sentiero interiore ai ricercatori della Verità

Vi sono, inoltre, somiglianze tra la vita di Cristo e di Krsna. È probabile che gli abitanti dell’India settentrionale conoscessero le antiche comunità cristiane della Battriana – (dove è storicamente provato che il Vangelo fu predicato sin dai tempi apostolici) e che molte regioni vicine dell’Asia centrale, tenessero il cristianesimo in grande considerazione, ammettendo che i suoi seguaci possedevano una bhakti più perfetta della loro. È possibile, e forse probabile, che l’adorazione di Krsna bambino fosse un adattamento locale dell’adorazione di Cristo bambino introdotto in India dal nord-ovest, così come il rituale della festa della nascita di Krsna fu certamente presa a prestito dal Natale cristiano. Ma fu nell’India meridionale che il cristianesimo esercitò la maggiore influenza sull’induismo. Sebbene il concetto di paternità di Dio e la bhakti fossero originari dell’India, ricevettero un fortissimo impulso dalla fede delle comunità cristiane.  Nel Kerala (India del sud) il cristianesimo è la terza religione per numero di aderenti, rappresentando il 18% della popolazione. Rappresenta la popolazione cristiana proporzionalmente più alta di tutta l'India.

Riferimenti:  Hasting J., “Devotional Paths”, in Jacobi H., Encyclopedia of Religions and Ethycs. Tratto da “Mukti – La liberazione nella filosofia indiana” di Anthony Elenjimittam.

venerdì 5 novembre 2021

Apocalisse o Apocatastasi?

 Dal libro del mio amico Roberto Fantini  La menzogna dell'inferno che vi consiglio vivamente di leggere. Un saggio filosofico che spazia da Origene a Giovanni Papini, da Agostino ad Aldo Capitini trattando questo scomodo tema dell'inferno.

Devo ringraziare Roberto che mi ha fatto scoprire Origene, uno dei più grandi Teologi della Chiesa orientale e le affinità della Apocatastasi con il pensiero dell'Advaita Vedanta.

 
Questa è una ennesima dimostrazione che tra le varie filosofie ci sono molti punti in comuni. Ma andiamo per ordine.  Tra le dottrine di Origene, poi ripudiate dalla Chiesa, una delle più notevoli è quella della restaurazione finale (Apocatastasi), cioè del perdono per tutti i peccatori indistintamente. 
 
Le frasi contenute nei due paragrafi seguenti sono prese dal testo di Roberto.

Questa concezione è diametralmente opposta alla posizione di Agostino d'Ippona che dichiara che ci sarà l'eterno supplizi dei dannati, il loro verme non morrà e il loro fuoco non si estinguerà,  tesi a cui fa riferimento la Chiesa Cristiana ufficiale.  Per secoli e secoli, generazioni e generazioni sono state allevate/educate sulla base di questa fermissima e terrificante certezza: che Dio avrebbe punito i peccatori destinandoli alle pene infernali, necessariamente e giustissimamente eterne. Solo recentemente Papa Francesco ha cominciato a mettere in discussione questa tesi mettendo al centro dei suoi discorsi il tema della misericordia. Papa Francesco afferma che la misericordia di Dio sarà sempre più grande di ogni peccato, E la misericordia dura in eterno ed è senza fine.

 La Apocatastasi si basa sulla nozione che Dio è prima di tutto, bontà, e che il Cristo è morto volontariamente per redimere tutti allo stesso modo, peccatori e santi, perchè quelli che hanno smarrito la loro perfezione iniziale possono riacquistarla, sopportando la prova del fuoco che li purificherà, e così tutti alla fine saranno glorificati, e si ricostituirà l'unità originaria voluta da Dio. Origene in questo verso si riaccosta alla nota concezione dell' "eterno ritorno" di tutte le cose.  Tutte le creature razionali, allora, saranno riassorbite nella condizione primordiale di perfetta purezza e di indissolubile armonica unità e "Dio sarà tutto in tutti", cioè tutto in ciascun uomo.  Quindi, allorché tutti avranno raggiunto il più alto grado di perfezione, tutte le differenze saranno annullate. Questo ciclo di separazione, purificazione e apocatastasi si ripeterebbe eternamente.   

Lo stesso dice la filosofia Advaita Vedanta dove l'essere umano possiede un “atman” che indica l' "essenza" o il "soffio vitale", rappresenta la  sostanza immortale, l'anima individuale. Con il concetto di Brahman viene descritta  invece l'Entità Cosmica, l'Anima Universale. Si tratta dell'entità senza tempo dell'universo, la realtà unica nella sua accezione divina. Il Brahman si manifesta ciclicamente, ad ogni ciclo nasce l’Universo (inteso come tutto ciò che esiste, a noi visibile ed invisibile), si evolve, poi si involve ed alla fine si estingue nel Brahman che emanerà un nuovo ciclo.  Quando termina un ciclo tutti i piani dell’esistenza che conosciamo e non conosciamo vengono riassorbiti compreso il mondo divino. Ciò che resta immutabile è solo il Brahman.

Chiesa cattolica e Yoga

 Negli ultimi anni si è vista una crescita esponenziale della pratica dello Yoga, soprattutto nei paesi occidentali. E’ bene, quindi, compiere una riflessione su cosa comporti la pratica di questa disciplina orientale.

 

- Lo yoga è una disciplina spirituale induista, non solo posture ed esercizi. La parola yoga deriva dalla radice sanscrita “yuj” che significa “unione”. L’obbiettivo dello yoga è quello di unire l’io temporale o “jiva” con l’io eterno, o “Brahman”, che non è un dio personale, ma una sostanza impersonale che è tutt’uno con la natura e il cosmo. Il Brahman è una sostanza impersonale e divina che “impregna, avvolge e soggiace in ogni cosa.  Lo yoga  cerca di elevare l’anima al “samadhi”, vale a dire, lo stato in cui il naturale e il divino diventano uno; uomo e dio giungono a essere uno senza alcuna differenza, una sorta di panteismo. Il panteismo è un componente della dottrina del filosofo greco Eraclito, secondo cui il divino è in tutte le cose ed è identico al mondo nella sua interezza.

- Per l’induismo esiste un’unica realtà e tutto il resto è un’illusione; vale a dire, l’universo viene inteso come una energia eterna, divina e spirituale, dove tutti gli esseri che esistono -inclusi gli esseri umani- sono una sua estensione. Lo yoga è il cammino che conduce colui che lo pratica verso questa energia cosmica. Per l’induismo, il bene e il male sono illusori (maya)

-  Non è possibile separare la spiritualità induista dalla pratica dello yoga. Lo yoga non è soltanto un’attività di rilassamento e di stretching, ma è proprio nell’esercizio fisico dove viene riflesso il fine spirituale. Esistono posture (asanas) e esercizi di respirazione (pranayama), che contraddistinguono lo yoga come qualcosa di più di un esercizio, sono “esercizi psicosomatici”; ossia hanno un'influenza  sul corpo e sulla mente. 

- L’origine dello yoga risale ai “Veda” di 5000 anni fa e per molto tempo i suoi principi e le pratiche ascetiche furono trasmessi per via orale. Poi Patanjali compilò e codificò tutta la conoscenza dello yoga negli  Yoga Sutra, il testo più autorevole su questa tematica.

Molti cristiani pongono la domanda sulla possibilità di utilizzare o meno le tecniche dello yoga.

- Il rapporto della Chiesa Cattolica con le filosofie orientali.  viene trattato nella “Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della meditazione cristiana” del 1989. La Congregazione per la Dottrina della Fede, pur non condannando espressamente lo Yoga, dichiara che "bisogna essere prudenti con le pratiche dei “metodi orientali” ispirati dall’induismo e dal buddhismo: Queste proposte o altre analoghe di armonizzazione tra meditazione cristiana e tecniche orientali dovranno essere continuamente vagliate". Per la Chiesa cattolica, l’uomo è essenzialmente una creatura di Dio e tale rimane in eterno, cosicché non sarà mai possibile un assorbimento dell’io umano nell’io divino, neanche nei più alti stati di grazia.  Il documento spiega come l’idea che gli esseri umani si riuniscano in una unica “coscienza cosmica divina” sia in contraddizione con l’insegnamento della Chiesa.    “Lo yoga è una pratica utile e benefica per il corpo e per la mente, ma non bisogna confonderla con la spiritualità. […] Lo yoga non è un mezzo per essere in contatto con il divino, sebbene possa contribuire alla salute fisica e mentale. […] deve essere considerato come un esercizio fisico, una posizione atta a concentrarsi o a meditare.

 Nel 2003, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha pubblicato un documento che descrive lo "Yoga come una delle molte pratiche della New Age e che diventa difficile da conciliare con la dottrina e la spiritualità cristiana”.

Nel 2010 la Catechesi Dialogica” dice che la  Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni,  che non si dovranno disprezzare pregiudizialmente in quanto non cristiane. Si potrà, al contrario, cogliere da esse ciò che vi è di utile, a condizione di non perdere mai di vista la concezione cristiana della preghiera, la sua logica e le sue esigenze.

Nel 2011, il decano degli esorcisti italiani, padre Gabriele Amorth, spiegò al Telegraph che «pratiche orientali apparentemente innocue come lo yoga sono subdole e pericolose. Pensi di farle per scopi distensivi ma portano all’induismo. Tutte le religioni orientali sono basate sulla falsa credenza della reincarnazione». 

Quand’era cardinale, Joseph Ratzinger spiegò che pratiche come lo yoga,  lo Zen e altre forme di meditazione trascendentale possono  «degenerare in un culto del corpo che svaluta la preghiera».  E invita i cattolici a stare molto attenti al contesto ideologico in cui lo yoga viene proposto. Senza questa continua cautela da parte del praticante di yoga cattolico, lo yoga potrebbe diventare un elemento distruttivo non solo della fede cristiana, ma anche della verità connessa all'essere umano in quanto tale.

Il vescovo di Avila ha sottolineato che il senso di pace e tranquillità del buddismo o dell’induismo è diverso dalla Pace che offre il Cristo Risorto, o dalla Felicità che si vive nella religione cristiana. Di conseguenza non bisogna confonderne il contenuto semantico. Queste tecniche o vie di spiritualità non appartengono alla mistica cristiana. La mistica cristiana, con le sue diverse scuole  è caratterizzata da un influsso costante dei doni dello Spirito Santo nella vita del cristiano. 

Anche Papa Francesco nel 2015 ribadisce: “Catechesi, yoga e zen sono inutili, bisogna aprirsi allo Spirito Santo" Tutto questo non sarà mai capace di darti la libertà di figlio. Soltanto lo Spirito Santo è capace di scacciare, di rompere questa durezza del cuore e fare un cuore… morbido".

Diversamente, da decenni, i monaci Camaldolesi ospitano gruppi di yoga  nel loro monastero nel Casentino e sono molto aperti e ospitali nei confronti di appartenenti ad altre religioni, come del resto viene richiesto dalla loro regola, formulata dal fondatore San Romualdo. Nel loro ashram in India pratiche come lo yoga, la meditazione, la lettura di testi come la Bhagavad Gita (testo fondamentale della filosofia dello yoga) si fondono armoniosamente con le loro pratiche cristiane.

venerdì 22 ottobre 2021

Francia, rapporto Sauvé: 216 mila casi di pedofilia

Francia, (05 Ott 2021) pubblicazione del rapporto Sauvé: 216 mila casi di pedofilia tra il 1950 e il 2020 nella Chiesa cattolica. 

Tra il 1950 e il 2020 in Francia sono stati 216 mila i casi di pedofilia nella Chiesa cattolica. È quanto emerge dal rapporto Sauvé, elaborato dopo due anni e mezzo di lavoro condotti dalla Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase). Il numero delle vittime sale a “330 mila se si aggiungono aggressori laici che lavorano in istituzioni della Chiesa cattolica”, si legge nel rapporto. I risultati dell’inchiesta sono stati consegnati all’episcopato francese, in presenza delle associazioni delle vittime. E' triste constatare dal rapporto, che gli abusi e le violenze sui minori avevano carattere sistemico.
Il presidente della Conferenza dei vescovi di Francia, Eric de Moulins-Beaufort, ha chiesto scusa alle vittime di violenze sessuali dopo la pubblicazione del rapporto ed ha incoltre espresso la “sua vergogna” per quanto accaduto. Il Santo Padre ha espresso alle vittime “ il suo grande dispiacere, per le loro ferite, e gratitudine, per il loro coraggio nel denunciare".

 La Ciase presieduta da Jean-Marc Sauveè è giunta a una conclusione unanime: «La Chiesa cattolica non ha saputo vedere, non ha saputo sentire, non ha saputo captare i segnali». E ciò che è peggio, è che le gerarchie francesi hanno manifestato «un’indifferenza profonda, e anche crudele nei confronti delle vittime» della pedofilia al suo interno, ha affermato Sauvé. Dal 1950 al 2000, chi denunciava non veniva creduto, ascoltato - evidenzia il presidente.  Sauvé ha anche lanciato un appello alla Chiesa a fornire «riparazioni» finanziarie.

«La responsabilità delle gerarchie della Chiesa è totale». Va però all’attacco François Devaux. Il fondatore dell’associazione "La Parole Liberée".  Quanto accaduto in Francia merita interventi, una volta per tutte. «In questi anni abbiamo scritto al Papa, e non abbiamo ricevuto mai risposta». Adesso le cose però dovranno cambiare, anche se non sarà affatto scontato. «Non si possono condannare la masturbazione, l’omosessualità e le nozze gay e non questo. È il tradimento del messaggio originale» di Cristo e delle Scritture, «non c'è niente di cattolico in questo». Devaux chiede «una coalizione mondiale che si faccia carico di tutto questo» ed un intervento dell’Unione europea. Se nessuno si farà carico del problema «lo faremo noi, faremo in altri Paesi quanto fatto in Francia». «Prima di oggi c’erano stati altri scandali, ma non mai è successo niente".

Infatti se andiamo a vedere nel passato c'erano stati casi eclatanti, come ad esempio nell'arcidiocesi di Filadelfia dove i casi di pedofilia riguardano circa 35 preti negli ultimi cinquant'anni. Proprio quando il Vaticano chiudeva il vertice straordinario sulla pedofilia nella Chiesa cattolica, a Filadelfia veniva aperta un'inchiesta sui presunti abusi sessuali di preti cattolici nell'arcidiocesi.

Anni fa è apparso anche Spotlight, il film sulla pedofilia di Tom McCarthy, che ricostruisce con cristallino rigore un memorabile esempio di giornalismo d'assalto. Quello del "Boston Globe", che dall'indagine su un prete locale accusato di abusi sessuali sui giovani parrocchiani, lunga 30 anni, ha scoperchiato lo scandalo pedofilia Usa.  E' stato subito scontro frontale contro la potentissima Chiesa Cattolica di Boston. Inizia una lunga marcia per stanare omertà, connivenze, insabbiamenti degli alti prelati e sistematici risarcimenti in danaro per comprare il silenzio delle vittime. Esplode anche in questo caso uno 'scandalo pedofilia' documentato da 600 articoli nel corso del 2002, che porta alla luce violenze commesse da centinaia di sacerdoti in tutti gli Stati Uniti, e l'impresa di Spotlight ottiene nel 2013 il Premio Pulitzer.  "La campagna del "Boston Globe" riuscì tra l'altro a provocare le dimissioni del potente arcivescovo di Boston, Bernard Law, trasferito a Roma nel 2002. Appena insediato, Papa Francesco lo ha rimosso dalla Basilica di Santa Maria Maggiore. In queste denunce di abusi non c'è nessun attacco alla religione, anzi ciò che addolora  è vedere che questi scandali allontanano tanta gente dalla Chiesa.  Tutti sperano che questo Papa, che ha tolto le limousine a vescovi e cardinali e sta disgregando una "società clericalista autoreferenziale", possa riuscire a mettere fine, o attenuare questa piaga. Purtroppo  i vescovi, ancora oggi, sono quelli che più resistono al cambiamento.
 
 Ma anche il buddhismo, purtroppo,  non è esente da questo fenomeno.  Nel luglio 2017 è scoppiato uno scandalo tra i buddhisti: per anni, il lama Sogyal Rinpoche ha agito impunemente, non solo nel suo centro di ritiro nell'Hérault (Francia), ma anche altrove in Europa e nel mondo. Nonostante la sua posizione a capo di un'associazione buddhista internazionale (Rigpa), nessuna delle massime autorità buddhiste aveva denunciato gli abusi sessuali di cui il tibetano era stato accusato. La pubblicazione di una lettera firmata da otto dei suoi discepoli più vicini, ha rivelato dettagli inediti e agghiaccianti sulla violenza delle pratiche del maestro.  
Matthieu Ricard ha dichiarato "I comportamenti descritti nella lettera e in altre testimonianze passate sono chiaramente inaccettabili dal punto di vista della morale ordinaria, per non parlare dell'etica buddhista, soprattutto perché i comportamenti in questione hanno causato tanta sofferenza".Matthieu Ricard nega categoricamente che il Dalai Lama abbia taciuto per proteggere il buddhismo. Secondo lui, l'unico ruolo di un maestro spirituale è quello di "servire da riferimento insegnando e incarnando chiaramente ciò che si dovrebbe o non si dovrebbe fare per essere un degno praticante del buddhismo".
 
Anche Sri Sathya Sai Baba, il famoso guru indiano, conosciuto per i miracoli, la sua eccentricità e i milioni di seguaci, è stato accusato  di pedofilia, anche se queste accuse non sono mai arrivate in tribunale. 
 
Anche la pedofilia di Charles Webster Leadbeater, della società Teosofica, non era un mistero per nessuno. Nel 1906 Leadbeater venne accusato di costringere adolescenti, alunni sotto la sua istruzione, a masturbarsi.  Più volte Annie Besant, presidentessa della società teosofica era dovuta intervenire con le autorità e i giornali per evitare che Leadbeater, poi diventato vescovo, finisse in galera.

sabato 16 ottobre 2021

Il Buddhismo secondo Christophe André

 Christophe André, è un psichiatra francese, è stato uno dei primi a introdurre in Francia, l'uso della meditazione nella psicoterapia. E' un grande amico di Matthieu Ricard (monaco buddhista e per molti anni traduttore del Dalai Lama) con il quale è stato coautore di diversi libri. In questa intervista,  che puoi trovare al seguente indirizzo:  https://www.youtube.com/watch?v=isbgREIuiF4 , parla della sua visione del buddhismo e quello che il buddhismo apporta all'essere umano e alla medicina.

Dall'intervista emerge che pur non abbandonando il cristianesimo, ha incominciato ad interessarsi al buddhismo e alla meditazione leggendo vari testi, tra cui Il Monaco e il filosofo e Il libro tibetano dei morti; poi ha incontrato Mathieu Ricard con cui ha condiviso molti anni di amicizia.  Ha letto anche molti testi scritti da buddhisti occidentali e americani, tra cui Rimpoche. 

Il  Buddhismo è,  per Christophè Andrè, una fonte di ispirazione continua; quello che colpisce in questa filosofia è la pace interiore, la benevolenza verso gli altri, la ricerca della saggezza che nel cristianesimo è sostituita dalla fede. Sottolinea anche, la differenza tra cristianesimo e buddhismo nel loro rapporto con la sofferenza. La sofferenza nel cristianesimo ci permette di essere più vicini a Dio, mentre per il buddhismo, aiuta gli umani a comprendere la natura della sofferenza e come andare oltre.

Per un medico è difficile accettare questo concetto cristiano della sofferenza, ed è più facile relazionarsi con il Buddha che con Gèsù.  Gesù è una specie di super eroe che impone le mani e fa miracoli, Gesù ha un lato inquietante predicando "lasciate tutto, seguitemi, credete in me ..." e bisogna veramente avere una fede enorme per seguirlo.  Buddha invece è più rassicurante, utilizzava il metodo sperimentale, predicava che solo applicandosi in maniera costante e ripetitiva si possono fare progressi come essere umano.

Christophe André, durante l'intervista dichiara di praticare regolarmente e dice "sarebbe il colmo parlare di meditazione senza praticarla, pratico per 20-30 minuti il mattino, più i minuti di pausa durante il giorno, in più faccio attività di piena coscienza come marciare, ascoltare qualcuno". Dice di essere lontano dai grandi meditanti come Mathieu Ricard e i monaci tibetani che meditano ore e ore ogni giorno, ma in ogni caso le ricerche dimostrano che, dopo qualche decine di ore di meditazione, comincia a succedere qualcosa, in quello che percepiamo, quello che comprendiamo, nel funzionamento della nostra mente e delle nostre emozioni, ed è un piccolo messaggi di speranza. In questo caso la meditazione va ad impregnare la nostra maniera di essere e fare.

Dichiara: "Sono un ansioso con tendenze depressive, dovute ad una serie di fattori genetici e biografici, e per questo che ho scelto di essere psichiatra; tutto quello che ho proposto ai miei pazienti l'ho applicato su me stesso. Quale che siano le angosce che ci abitano, dobbiamo restare in un'attitudine contemplativa di piena coscienza, di piena presenza, e restare là, fino a quando non passano".

"Mi ha aiutato molto nel mestiere di medico la meditazione, per migliorare l'attenzione e la presenza a noi stessi e agli altri. Mi ha fatto diventare un medico migliore, perchè mi ha permesso di migliorare le mie facoltà di ascolto del paziente, anche alcuni concetti come l'impermanenza, la vacuità ultima dei fenomeni e la loro interdipendenza, mi hanno aiutato nella pratica psicoterapeutica".

Christophe André illustra in questo modo la mindfulness: La meditazione di piena coscienza consiste nel portare l'attenzione al momento presente, non fare altro che essere là, in mezzo alla natura è più facile. E' caratterizzata da:

  • approccio laico,
  • approccio validato da numerosi scienziati,
  • è il tipo di meditazione più semplice. Anche se semplice è molto importante.

Poi parla, durante l'intervista della spiritualità e della religione. Per il Dalai Lama la spiritualità è un bisogno fondamentale dell'essere umano. La religione è un modo di vivere la spiritualità in forma codificata. Attraverso la piena coscienza i credenti riscoprono la loro dimensione meditativa.

La meditazione può aiutare a ridurre l'ansia e lo stress che aggravano le malattie e creano fragilità, i problemi di ansietà e depressione in stati moderati. Gli esercizi di yoga hanno gli stessi effetti e sono più rassicuranti per alcuni pazienti.  Importante nella meditazione è l'osservanza, meditazione significa guarire, dare un medicinale che funziona però, solo se l'assorbi ogni giorno.

Il problema più grande dei nuovi praticanti è la regolarità. Tutti i praticanti laici immersi nella vita quotidiana incontrano problemi di continuità. Ciò è normale, come è normale che in alcuni periodi della nostra vita meditiamo di meno. Importante è conservare il rapporto con la meditazione, anche magari attraverso delle pratiche informali durante la giornata nei momenti di attesa. In quei momenti di attesa cerchiamo di sentire cosa stiamo vivendo, cosa proviamo in quegli istanti.

Tutte le religioni hanno incoraggiato a rispettare la natura. Nel Buddhismo è difficile stabilire la differenza tra noi e la natura, tra noi e l'altro, la meditazione ci rende consapevoli che siamo solo un piccolo pezzo di questa natura, da questa veniamo e a questa ritorniamo, con la meditazione stabiliamo un'appartenenza al mondo che ci circonda.

mercoledì 5 maggio 2021

Fratelli tutti, L’enciclica di Papa Francesco

Fratelli tutti, sintesi dell’enciclica di Papa Francesco del 4 ottobre 2020: serve “amicizia sociale” per un mondo malato.  Link all'enciclica

L’enciclica Fratelli tutti è un manifesto politico, un messaggio netto, inequivocabile, radicale, in cui Papa Francesco ad otto anni dalla sua elezione, indica un cammino di fratellanza ad un mondo malato, e non solo di Covid, che si estenda non solo agli esseri umani, ma anche alla terra, in piena sintonia con l’altra Enciclica, la Laudato si’. Sin dalle prime battute si pone in rilievo come Francesco d’Assisi estendesse la fraternità non solamente agli esseri umani – e in particolare agli abbandonati, ai malati, agli scarti, agli ultimi, andando oltre le distanze di origine, nazionalità, colore o religione – ma anche al sole, al mare e al vento.

Come non amare Papa Bergoglio che continua a sporcarsi le mani con la gente, che continua ad ossessionarsi per i poveri, che non strizza l’occhio al potere politico ma lo ammonisce ricordandogli come la sua missione non sia il consenso, ma abbattere le disuguaglianze e sognare e fare sognare un mondo giusto. Papa Bergoglio e sua Santità il Dalai Lama potrebbero veramente dare un grande contributo per cambiare questo mondo ossessionato dal profitto. Anche il Dalai Lama in questo periodo non cessa di predicare l’uguaglianza ed il rispetto di tutte le religioni come fa il pontefice nel capitolo otto, il rispetto dell’ambiente (recentemente ha incontrato anche la giovane Greta Thumberg), una società più giusta in cui prevalga l’amore, la benevolenza e l’altruismo.

In tempo di pandemia il Pontefice ha ribadito che siamo tutti sulla stessa barca. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato C’è bisogno di uno spirito comunitario che contrasti la febbre del consumismo e l’autoconservazione egoistica, che non esistano più “gli altri”, ma solo un “noi”. Il nucleo centrale dell’enciclica è un forte messaggio politico basato sulla fraternità e “amicizia sociale” come via per “arrivare ad un’altra umanità”, seguendo la logica della solidarietà e della sussidiarietà per superare le differenze planetaria già denunciate nella Laudato si'.

Arrivare ad una società in cui ogni persona deve essere riconosciuta, valorizzata e amata al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo dell’universo in cui è nata o dove vive. Una società che accoglie e fa convergere le diversità, valorizzandole.

In un mondo iper connesso, che non ha imparato nulla dalle tragedie del Novecento, le persone sono diventati consumatori e spettatori passivi, e i favoriti sono sempre i più forti. Parole quali democrazia, libertà, giustizia, unità perdono la pienezza del loro significato. La connessione digitale non basta per gettare ponti, non è in grado di unire l’umanità. C’è il rimprovero, da parte di Papa Francesco, al mondo della comunicazione in rete, dove pullulano “forme insolite di aggressività, di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dell’altro”. I circuiti chiusi delle piattaforme, in cui ci si incontra solo tra simili con la logica dei like, “facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio”.

Netta è la presa di posizione sulle guerre e sulla pena di morte. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. «la pena di morte è inammissibile» e la Chiesa si impegna con determinazione a proporre che sia abolita in tutto il mondo. il Papa stigmatizza l’”insano populismo” che consiste “nell’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo.

Papa Francesco prende anche posizione sulle immigrazioni. Bisogna accogliere, promuovere, proteggere e integrare i migranti e garantire loro, ribadisce Francesco, “Piena cittadinanza”. No ai “nazionalismi chiusi”, l’immigrato non è “un usurpatore”.

L’ultima parte di questa Enciclica è dedicata alle religioni e al loro ruolo al servizio della fraternità. Le religioni raccolgono secoli di esperienza e di sapienza, e dunque devono contribuire alla fraternità universale. Viene citato il documento firmato dal Papa e dal Grande Imam Aḥmad al-Tayyeb ad Abu Dhabi, e riportata la convinzione che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni.

In un nuovo post riporterò più in dettaglio il contenuto di questa enciclica.

 

martedì 4 maggio 2021

Greta Thunber incontra il Dalai Lama - A climate appeal to the world e Laudato si'

Dalla distruzione delle foreste allo scongelamento dei ghiacciai, gli effetti del cambiamento climatico indotto dall'uomo stanno accelerando il riscaldamento globale. 

In questo incontro on line del gennaio 2021, organizzato dal Mind & Life Institute  ( vedi https://www.youtube.com/watch?v=u9GXgOMMeTg   -    https://www.youtube.com/watch?v=HrdW2gPRW3k ) a cui hanno partecipato Sua Santità il Dalai Lama, l'attivista per il clima Greta Thunberg, e vari scienziati, si parla di come poter rallentare la minaccia del riscaldamento globale.  Durante l'incontro sono stati presentati una serie di filmati educativi che hanno costituito la base della discussione; inoltre, sono state messe in  evidenza le recenti scoperte scientifiche e  gli interventi necessari per rallentare, arrestare e persino invertire questo riscaldamento globale.

Sua Santità il Dalai Lama parla dell'urgente necessità di un'azione per il clima anche nel suo nuovo libro, Our Only Home: A Climate Appeal to the World,  scritto con il giornalista Franz Alt nel 2020, in cui elogia Greta Thunberg e altri giovani attivisti del clima per la loro determinazione a portare un cambiamento positivo.  In questo libro, Sua Santità il Dalai Lama invita i decisori politici a intraprendere un'azione efficace e tempestiva contro il cambiamento climatico ed invita tutti a battersi per un mondo diverso, più rispettoso del clima, e affinché le giovani generazioni affermino il loro diritto a riconquistare il proprio futuro. Sua Santità è stato un fermo sostenitore della conservazione dell'ambiente e, per molti decenni, ha chiesto una cooperazione globale sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale.

Sia Sua Santità il Dalai Lama, sia Papa Francesco sono degli autorevoli e strenui difensori dell'ambiente e sono sempre dalla parte degli esclusi e dei più deboli e qualche speranza di un cambio di mentalità necessaria per gettare le basi per un futuro migliore, comincia ad intravedersi Anche la seconda enciclica di Papa Francesco, scritta nel suo terzo anno di pontificato (2015),  dal titolo Laudato si'   è  stata un forte appello ad una  “nuova solidarietà universale” ed ha molte similitudini con il testo  Our Only Home: A Climate Appeal to the World.

Vedi l'articolo scritto da Roberto Fantini sull'enciclica su F.LI.P. News   Link all'articolo.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...