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lunedì 12 giugno 2023

Vandana Shiva

 Vandana Shiva (1952 - ) è un'attivista e ambientalista indiana che si è battuta per cambiare pratiche e paradigmi nell'agricoltura e nell'alimentazione e contro la globalizzazione. Tra le sue battaglie vi sono quelle contro OGM, colture intensive, desertificazione, ingegneria genetica, biotecnologie e biopirateria. S. inoltre ha condotto numerose campagne per la difesa dei diritti della proprietà intellettuale. Nel 1993 ha ricevuto il Right Livelihood Award ed è tra i principali leader dell’International Forum on Globalization, nonché vicepresidente di Slow Food Internazionale.

«Nel mondo c’è quanto basta per le necessità dell’uomo, ma non per le sue avidità" (Mahatma Gandhi)
«Vivere con meno è il nostro risarcimento» (Vandana Shiva).

Vandana Shiva, fisica quantistica ed economista militante ambientalista, è considerata la teorica più nota dell’ecologia sociale. È conosciuta grazie al successo di Monocolture della mente (1995), un best-seller in tutto il mondo, e in Italia anche grazie al documentario del 2009 di Ermanno Olmi, Terra Madre, che mostra la raccolta del riso, nei pressi della fattoria Navdanya nell'India del Nord-est, dove sono custoditi i semi delle varietà locali di riso, tramandati di generazione in generazione. La famiglia è “progressista”, impegnata nella lotta gandiana per il superamento delle caste nell’India.
L’infanzia di Vandana non è solo cultura, ma anche contatto diretto con la terra; trascorre la sua infanzia in piena natura tra le foreste del Rajahstan e la fattoria gestita dalla madre. Studia all'estero e in Canada consegue la laurea in filosofia della scienza, e poi un dottorato sui concetti filosofici della meccanica quantistica nel 1979.
Vandana torna in patria, a Bangalore, come ricercatrice in politiche agricole ed ambientali all’Indian Institute of Sciences, e all’Indian Institute of Management.
Nel 1982 Vandana torna a Dehra Dun dove crea la Fondazione per la scienza, la tecnologia e l’ecologia, un istituto indipendente di ricerca, proprio mentre nella valle si diffonde il movimento Chipko, delle donne contro la distruzione delle foreste da cui traggono sostentamento. Nell’Uttar Pradesh, sono evidenti le conseguenze della “rivoluzione verde”, dei fertilizzanti e delle varietà selezionate di semi: la resa è aumentata insieme alle estensioni coltivate a monocoltura, al degrado del suolo e delle acque, alle espropriazioni “facili” (la riforma agraria promessa da Nehru nel giorno dell’Indipendenza non è ancora iniziata). Ne sono vittime prima di tutto le donne, senza diritti men che meno di proprietà, le cui antiche pratiche sono meno produttive ma più rispettose degli ecosistemi, scrive in Staying Alive (1988). È il primo di oltre venti saggi, seguito sullo stesso tema nel 1990 dal rapporto sulle contadine indiane per conto della FAO, e da Eco-feminismo con Maria Mies, in cui scrivono: «Le donne non riproducono solo se stesse, ma formano un sistema sociale e dalla loro creatività proviene quello che io chiamo eco femminismo. Le donne sono le depositarie di un sapere originario, derivato da secoli di familiarità con la terra, un sapere che la scienza moderna baconiana e maschilista ha condannato a morte».
Nel 1991 Vandan Shiva fonda Navdanya (in hindi “nove semi”), il movimento che con altri sorti in tutto il mondo è presente al vertice di Rio de Janeiro nel 1992 dal quale nascono i primi accordi internazionali per la protezione della biodiversità. Da quel momento la difesa dei semi autoctoni contro le multinazionali che cercano di rivendicare come loro “proprietà intellettuale” varietà agricole selezionate nei secoli da comunità locali, diventa il maggior impegno di Vandana Shiva.
Quei “nove semi” rappresentano le nove coltivazioni da cui dipendono la sicurezza e l’autonomia alimentare dell’India. Il nome, dice Vandana Shiva, le è venuto in mente osservando un contadino che in un unico pezzo di terreno aveva piantato nove tipi di semi diversi. Oggi Navdanya conta circa 70 mila membri, donne per lo più, che praticano l’agricoltura organica in 16 stati del paese, una rete di 65 “banche dei semi” che conservano circa 6.000 varietà autoctone, e la Bija Vidyapeeth o Scuola del Seme che insegna a “vivere in modo sostenibile”.
Durante le riprese del documentario Terra Madre sopra citato, Maurizio Zaccaro ha realizzato un film documentario dal titolo Nove semi dove la stessa Vandana Shiva racconta l’esperienza della sua fondazione.
Ma Navdanya non è l’unico impegno di Vandana, che interviene nelle conferenze internazionali, viaggia in Africa, in Europa, in America Latina e in altri paesi asiatici, e dal 1996 partecipa in tutto il mondo alle lotte contro gli organismi geneticamente modificati, la crescita ad ogni costo, l’ingiusta ripartizione delle risorse e altri mali della globalizzazione. «Il cosiddetto sviluppo economico – scrive – anziché risolvere i problemi, rispondendo ai bisogni essenziali del mondo e della popolazione, minaccia la sopravvivenza del pianeta e degli esseri viventi che lo abitano. Questa apparente crescita economica, infatti, non ha creato nient’altro che disastri ambientali ed ha provocato un forte indebitamento dei paesi in via di sviluppo che, per creare delle basi adeguate per la loro crescita, tolgono risorse alla scuola e alla salute pubblica».
Consulente per le politiche agricole di numerosi governi, in Asia e in Europa (anche della regione Toscana), membro di decine di direttivi in altrettanti organismi internazionali, premiata più volte all’anno dal 1993, vive in parte nell’ambiente cosmopolita delle Nazione Unite e in parte nel mondo rurale indiano.
Le battaglie più notevoli vinte da Vandana, sono state contro le multinazionali che avevano ottenuto i brevetti del neem, del riso Basmati e del frumento Hap Nal. Questi ultimi due sono anche prodotti d’esportazione e paradossalmente, se i brevetti non fossero stati revocati, gli agricoltori indiani avrebbero dovuto pagare royalties alle società americane RiceTec e Monsanto, su ogni partita venduta all’estero.
«Oggi siamo testimoni di una concentrazione senza precedenti del controllo del sistema agroalimentare internazionale in cui convergono essenzialmente tre aspetti: il controllo dei semi, il controllo dell’industria chimica, il controllo delle innovazioni biotecnologiche attraverso il sistema dei brevetti. Il diritto al cibo, la libertà di disporre del cibo è una libertà per la quale la gente dovrà lottare come ha lottato per il diritto al voto. Solo che non vivi o muori sulla base del diritto al voto, ma vivi o muori sulla base del rifiuto del diritto di disporre di cibo».
Nel settembre 2011 l’India ha denunciato la Monsanto per bioterrorismo.
Naturalmente, le posizioni politiche di Vandana Shiva non trovano concorde la comunità scientifica ed ecologica. Inoltre, molte ambientaliste indiane sono preoccupate dalle manifestazioni religiose induiste organizzate da Navdanya e dalla recente insistenza di Vandana Shiva sul ritorno alla tradizione vedica in un periodo di forti tensioni con la minoranza musulmana. Giovani agronome hanno lasciato Navdanya, per raggiungere o fondare movimenti simili, ma non confessionali.
Collabora anche con «La Nuova Ecologia», la rivista di Legambiente.

Dal sito: https://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/vandana-shiva/   Fonti, risorse, siti:

  • Terra Madre. Sopravvivere allo Sviluppo, UTET 2002
  • Monoculture della mente. Biodiversità, biotecnologia e agricoltura scientifica, 1995
  • Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi indigeni, 1999
  • Vacche sacre e mucche pazze. Il furto delle riserve alimentari globali, DeriveApprodi 2001
  • Campi di battaglia. Biodiversità e agricoltura industriale, Edizioni Ambiente, 2001
  • Il mondo sotto brevetto, 2002
  • Le guerre dell'acqua, Feltrinelli 2004
  • Le nuove guerre della globalizzazione, UTET 2005
  • Il bene comune della terra, Feltrinelli 2006
  • Dalla parte degli ultimi. Una vita per i diritti dei contadini, Slow Food 2008
  • India spezzata, Milano, il Saggiatore 2008
  • Ritorno alla terra, Fazi Editore 2009
  • Campi di battaglia, Edizioni Ambiente 2009

Filmografia.

  • L’economia della felicità, di Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick, John Page. Con Vandana Shiva. 2011.
  • Terra Madre, di Ermanno Olmi. Con Vandana Shiva. Documentario, durata 78 min. - Italia, 2009
  • Nove Semi (L’India di Vandana Shiva), di Maurizio Zaccaro, Documentario, Italia, 2009
  • Il mondo secondo Monsanto, di Marie-Monique Robin.  2008

venerdì 7 gennaio 2022

The pillow

The Pillow è un canal Youtube aperto da alcuni ragazzi per raccontare storie di mondo, condividere prospettive diverse ed esaltare le differenze tra persone e popoli.  

Casualmente mi sono imbattuto su alcune storie riportate da questi ragazzi che danno una prospettiva diversa del modo di vivere oggi, sono storie di persone che decidono di vivere in modo più naturale, meno nevrotico, immersi nella natura, rivalutando il senso del sacro e dedicando tempo allo sviluppo di una coscienza piuttosto che al consumismo. 

Vi riporto alcuni servizi che penso potrebbero interessare persone che cercano una vacanza diversa, a contatto con la natura. 

  • Tra i boschi dell'Umbria si nasconde una comunità spirituale fondata sugli insegnamenti del grande Guru indiano Paramahansa Yogananda.    https://www.youtube.com/watch?v=maFzHYItcSU
  • Un borgo del Molise ha deciso di offrire un soggiorno di 4 notti in cambio di un libro. https://www.youtube.com/watch?v=bkRFN9MVIJ8   Comune di Macchiadodena (Isernia)
  • Il pianista che vive in un rifugio sul mare da 5 anni.
  • L’isola in affitto per 50€ a notte.
  • Nel nome di "another perspective" siamo partiti alla scoperta dell'isola Asinara e dell'incredibile storia del suo unico abitante.
  • Esiste un luogo in Italia in cui le persone vivono e lavorano senza mai utilizzare il denaro. 
  • Esiste un borgo ligure anche detto "Borgo degli artisti" nel quale si respira un forte senso di libertà.
  • Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo, per incentivare il ripopolamento, è disposto a fornire alloggio e stipendio a chi fosse pronto a trasferirsi in paese per almeno 5 anni.  L'albergo diffuso Sextantio.
  • L'eremita che dal 1990 vive isolato tra i boschi dell'appennino umbro.
  • L'ex imprenditore che vive in un camper sulle sponde del lago di Garda

ecc, ecc...   Hanno scritto un libro vedi: https://www.amazon.it/gp/product/8858038657/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8858038657&linkCode=as2&tag=andreanonni-21&linkId=d63de8bf224ede1d669b79e26117eccf   

sabato 18 dicembre 2021

Pierre Rabhi, una coscienza ecologica

Pierre Rabhi è morto i primi di dicembre 2021 all'età di  83 anni. Era una figura di spicco dell'ecologia francese ed ha contribuito alla sensibilizzazione ecologica senza dargli alcun contenuto politico.

La sua autobiografia Du Sahara aux Cévennes, con il sottotitolo "La reconquête du songe" descrive la storia di Pierre Rabhi, un uomo in marcia verso una maggiore solidarietà, una maggiore fraternità. Verso quel punto di equilibrio dove l'umanità e il cosmo, i popoli del Nord e quelli del Sud, le società che stanno morendo per i loro rifiuti e quelle che stanno morendo nella miseria, dovrebbero trovare l'armonia.

Dopo aver passato la sua infanzia in Algeria, è stato adottato da occidentali, e si è trovato a vivere tra un'origine musulmana e un'educazione occidentale, tra tradizioni secolari e modernità. Pierre Rabhi è stato un lavoratore immigrato che si è confrontato con il razzismo e l'assurdità del mondo urbano, e che ha scelto insieme alla moglie la vita di campagna  - o il "ritorno alla terra", secondo la sua espressione - su una terra desolata dell'Ardèche (Francia del sud). Lì, in povertà, la coppia imparò a coltivare la terra, migliorandola e arricchendola secondo i metodi di quella che allora era appena chiamata agricoltura biologica. L'apprendista agricoltore si è ispirato al metodo biodinamico, una tecnica che come dice lui stesso: "mi sembrava in grado di rispondere al bisogno di completezza".  Con queste tecniche, ancora agli arbori, il terreno incolto e improduttivo in pochi anni viene trasformato in una fattoria produttiva.  La sua reputazione comincia a diffondersi e fu chiamato, alla fine degli anni settanta, come formatore in agroecologia per il Centre d'étude et de formation rurales appliquées (Cefra). Negli anni 80, ha promosso l'agrobiologia in Burkina Faso,Mali, Marocco, Algeria, Togo, ecc.
Creò  l'associazione Terre et humanisme (1994) e scritto molti libri e tenuto molte conferenze su questo tema.  Nel 2002 sostenuto da amici e familiari, provò a partecipare alla campagna presidenziale intorno all'idea di una "insurrezione della coscienza".
Con Cyril Dion, creò il movimento Colibris nel 2007, che esprime l'essenza del suo pensiero: agire, come il piccolo colibrì di fronte al fuoco, anche se la goccia d'acqua non può fare nulla contro il fuoco - ma forse il suo esempio ispirerà tutti gli altri ad impegnarsi, e tutti insieme, a respingere il pericolo.   Comunque, rifiutò sempre di essere coinvolto nelle lotte ecologiche, come quella di Notre-Dame-des-Landes o più tardi nel movimento Clima, ciò lo ha tagliato fuori dai giovani e dalla nuova dinamica della protesta.

La sua sincerità, il suo entusiasmo,  il suo talento, ma anche la depoliticizzazione del suo pensiero - hanno favorito il suo successo mediatico;  In una società occidentale malata di individualismo e ricerca dello sviluppo, Rabhi portava avanti valori come empatia, consapevolezza ecologica, necessità di un cambiamento negli stili di vita,  la ricerca di  una "felice sobrietà".  Pierre Rabhi sognava un mondo senza conflitti e proponeva una sincera spiritualità in un'epoca di rifiuto delle religioni.   La morte di quest'uomo affettuoso segna la fine dell'idea di un'ecologia consensuale di cui è stato, con Nicolas Hulot, uno dei promotori.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...