venerdì 26 novembre 2021

Giornata di formazione sulla pratica della Mindfulness con Christophe André

L'incontro sarà in francese.   

Nous voulions vous rappeler que Christophe André animera le 4 décembre 2021, en direct, une journée "Approfondissement de la pratique de la méditation de pleine conscience" qui correspond à la suite de la première journée ( la journée d'initiation à la méditation de pleine conscience de samedi 16 octobre).
Toute l'information est sur la page http://www.rencontres-perspectives.fr/christophe-andre-journee-perfectionnement-meditation-paris-2021.htm 

Pascal Pierrey  -   Les Rencontres Perspectives    http://www.rencontres-perspectives.fr


Padre Francesco e la Misericordiae Vultus

 Dal libro di Roberto Fantini La menzogna dell'Inferno, contro la concezione dell'eternità delle pene infernali. - da pag. 313 a pag. 319   pubblicato nel 2020.

Vi consiglio di leggere questo bellissimo libro sul tema delle pene eterne e dell'inferno.                Ho estrapolato alcune frasi del capitolo dedicato alla posizione di Papa Francesco e al contenuto della Misericordiae Vultus, la Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia.

Il tema della misericordia è, senza dubbio, uno dei temi più ricorrenti nel pensiero e nella predicazione di Papa Francesco. Tema che per essere pienamente compreso nella sua complessità concettuale, richiede di essere strettamente legato ad altri due temi a lui molto cari: quello del perdono e della gioia... [...]

Solo ponendo al centro della riflessione teologica e della testimonianza della fede la triade valoriale misericorida-perdono-gioia, si potrà, secondo Papa Francesco, intendere correttamente il messaggio evangelico e coerentemente viverlo.   Dio - dice Bergoglio - non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia.  [...]

 Si parla spesso del carattere "rivoluzionario" di questo pontefice, in vari ambiti e sotto vari aspetti, ma non credo  di sbagliare - dice Roberto Fantini - nel ritenere la centralità assoluta assegnata alla triade valoriale sopra riportata, come la cosa più grande e innovativa che questo Papa stia portando avanti. Anzi, come la cosa più grande che qualsiasi vero grande riformatore ecclesiastico possa fare.   Perchè le implicazioni teorico-pratiche, se ben comprese, ci dovrebbero portare anni luce dalla Chiesa Cattolica intollerante, presuntuosa e spietata che la storia ci ha dolorosamente fatto conoscere e sperimentare.

Bergoglio dice che "Dio è amore", ed afferma con forza che in Gesù tutto parla di misericordia e che "Nulla in Lui è privo di compassione".  [...]   "La misericordia divina è intesa come qualcosa che non ha confini e come qualcosa che va oltre la giustizia, e sostenendo che l'ira di Dio dura un istante, mentre la sua misericordia dura in eterno".   Roberto si chiede:  Come potrà continuare la Chiesa cattolica, la Chiesa di questo Papa straordinario, a credere e a chiedere di credere nell'esistenza dell'Inferno, nella stessa possibilità della dannazione eterna, ovvero nell'imperdonabilità e nell'irredimibilità della creatura umana? Anzi, di ogni creatura, includendo anche lo stesso Satana e tutti i suoi seguaci?Roberto conclude in questo modo: Non dovrebbe la Chiesa archiviare in soffitta il concetto stesso di eternità delle pene e lasciare spazio aperto e incontrastato all'infinita fiducia nell'illimitata compassione divina e nell'infinita capacità di perdonare tutte le colpe di tutte le creature? Alla convinzione che, prima o poi, tutte le creature (nessuna esclusa) saranno accolte nella "casa del Padre" e che tutto e tutti saranno abbracciati, trasformati e redenti dall'infinita potenza pedagogica e rigeneratrice del perdono divino.

Conferenza: Jung - Un viaggio verso se stessi - Frédéric Lenoir

Per iscriversi alla conferenza in francese vedi:  http://www.rencontres-perspectives.fr/Frederic-Lenoir-Paris-2021.htm

Carl Gustav Jung (1875-1961), medico svizzero e pioniere della psicoanalisi, è uno dei più grandi pensatori del XX secolo. Rimane relativamente sconosciuto in Francia, anche se le sue idee hanno avuto una profonda influenza sulla nostra cultura contemporanea ed è stato l'inventore di molti concetti rivoluzionari, come la sincronicità, l'inconscio collettivo, gli archetipi e i complessi. Ha portato una profonda trasformazione negli obiettivi della psicoterapia: non si limita più al trattamento delle patologie, ma mira ora ad un aumento dello sviluppo psichico e spirituale dell'individuo, e quindi ad un aumento della coscienza dell'umanità. In questo senso, Jung è il padre del movimento di sviluppo personale, che è decollato negli Stati Uniti negli anni 60.

Insieme a Spinoza, Jung è stato uno di quelli che ha avuto il maggior impatto sulla visione del mondo e di se stesso di Frédéric Lenoir, ed è per questo che ha voluto rendere accessibile ad un vasto pubblico questo pensiero visionario, che fa da ponte tra la psicologia e la fisica quantistica e mostra quanto l'essere umano abbia bisogno di senso e di una vita simbolica o spirituale per fiorire profondamente. Questa convinzione allontanerà Jung da Freud e lo porterà a sperimentare ed elaborare il suo "processo di individuazione": uno straordinario viaggio interiore, dove ognuno di noi impara a far dialogare il suo conscio e l'inconscio per diventare pienamente se stesso e accedere a un sentimento di unità e gioia profonda.

Frédéric Lenoir ci invita in questo affascinante viaggio verso il sé, per scoprire uno dei pensatori che è andato più lontano nella comprensione dell'essere umano e del significato della sua esistenza.

Frédéric Lenoir è un filosofo, sociologo e scrittore. È autore di una cinquantina di libri (saggi, romanzi, racconti, enciclopedie), tradotti in una ventina di lingue e venduti in sette milioni di copie in tutto il mondo. Scrive anche per il teatro, la televisione (documentari) e fumetti.

Frédéric Lenoir è anche co-fondatore della Fondazione SEVE, Savoir Être et Vivre Ensemble (sotto l'egida della Fondation de France), che sostiene lo sviluppo di laboratori di filosofia e mindfulness con i bambini, e ha creato l'associazione Ensemble pour les animaux, che mira a migliorare la condizione degli animali. 
L'incontro è organizzato in occasione della pubblicazione del nuovo libro di Frédéric Lenoir "Jung - Un voyage vers soi" pubblicato da Albin Michel.

Corso di formazione sulla Mindfulness - parte 2 - Christophe André

Meditazione in piena coscienza -  - Christophe André.   Condivisione della lezione con VIMEO.
Questo è il riassunto del corso che ho seguito con Christophe André - Pomeriggio 16/10/2021

La principale produzione della mente sono dei pensieri su ciò che viviamo, e questo può rappresentare un ostacolo alla nostra comprensione del mondo. Occorre chiarificare la nostra attenzione. I nostri pensieri orientano il nostro modo di reagire agli eventi, amplificano spesso la nostra sofferenza e ci rinchiudono in un mondo di sofferenza, è la distorsione della realtà che provoca la sofferenza più che la situazione in se stessa. La mente a volte porta confusione tra reale e virtuale, tra pensieri e realtà. Occorre separare i problemi e la nostra lettura dei problemi attraverso i pensieri, che spesso è peggiorativa.

Secondo l'Acceptance and Commitment Therapy (ACT), il meccanismo della de-fusione è la risposta alla fusione cognitiva: si tratta in sintesi di un processo nel quale le persone arrivano a sperimentare i pensieri semplicemente come pensieri, come eventi passeggeri che non bisogna necessariamente controllareInoltre è utilissima la chiarificazione, ossia visto che non si può impedire alla mente di vedere le cose in modo negativo, si può impedire di creare un nido a questi pensieri. I pensieri sono una produzione mentale, che nascono dalla mente, a volte sono vicini alla realtà,  a volte molto lontani dalla realtà. In generale, sono i pensieri che dominano in una situazione data, più che le nostre emozioni, o le sensazioni fisiche,

Esercizio. In una situazione in cui i pensieri dominano tutto il resto, dobbiamo cercare di dare pari dignità agli altri elementi che si manifestano in una situazione. Quindi decomponiamo questa esperienza, individuiamo la presenza del nostro respiro, ecc...

Esercizio sull'attenzione: visionare una partita di basket e contare il numero di passaggi degli atleti con la maglia bianca, Durante la partita in mezzo a questi atleti, si svolgono una serie di eventi, e l'esercizio è di riuscire a prendere consapevolezzi anche di questi eventi. Vedi:  http://www.theinvisiblegorilla.com/

L'attenzione si presenta sotto diverse forme: l'attenzione allargata che si sviluppa in tutte le parti che compongono un'esperienza, oppure è un'attenzione focalizzata ad una sola cosa, ad esempio sulle nostre sofferenze, su ciò che non va nella nostra vita. in questo caso è difficile aprirsi ad altri aspetti.

 Ci sono due ostacoli al buon funzionamento dell'attenzione: 1- l'ostacolo della dispersione che produce  instabilità; 2- focalizzazione su preoccupazioni e ruminazione che è una circolazione sterile dei pensieri. L'attenzione è un movimento selettivo, in quanto si sceglie un oggetto d'interesse togliendo tutto il resto.  L'attenzione può essere: 

  • Attenzione instabile o  Attenzione stabile.
  • Attenzione stretta o Attenzione larga.
  • Attenzione analitica della situazione  o  Attenzione con una presenza forte e intuitiva.

Nella vita quotidiana siamo sul registro di sinistra: abbiamo un'attenzione instabile, stretta ed analitica.

La presenza al mondo un po' particolare con un'attenzione stabile, larga ed immersione sono le caratteristiche della piena coscienza.  Uno stato della mente non frequente con pura presenza ed immersione nella situazione.   Gli esercizi di piena coscienza possono essere di due tipi:

  • esercizi focalizzati ad esempio sul respiro,
  • esercizi sull'attenzione aperta, cercando di essere aperti e presenti a tutto; l'immergersi in questo stato è qualcosa di fecondo e utile e sono delle situazioni a cui dobbiamo allenarci e prepararci.

Esercizio di attenzione aperta. Posizione seduta, dritta e degna, si porta il respiro al centro dell'attenzione. Si  prova ad allargare il campo di attenzione, includendo i suoni che arrivano alle nostre orecchie, le sensazioni del corpo, il movimento dei nostri pensieri, ecc. L'obiettivo è accogliere l'integrità delle sensazioni, le diverse componenti di un'esperienza globale e aperta. Un po' come guidare un'automobile, stiamo attenti alla strada, ai suoni, ai freni, ecc.   L'essere davanti al mare è un esempio di attenzione aperta: percepiamo l'aria fresca, il sole, il bel paesaggio. L'ambiente naturale si presta molto a questo tipo di attenzione. L'obiettivo della meditazione è quello di arrivare a questo, anche in condizioni non favorevoli.   Nella vita quotidiana quando sono stressato, stanco devo utilizzare tecniche di attenzione focalizzate, focalizzandomi sul respiro,  mi stabilizzo, mi ricentro.  Quando invece sto bene con me stesso, al contrario, faccio esercizi di presenza aperta.

Durante la giornata, nei tempi di attesa, cerchiamo di fare degli esercizi brevi di meditazione che ci permetteranno di concederci dei momenti con noi stessi, poi poco a poco le cose evolveranno. Importante è fare meditazione con continuazione che è paragonabile ad uno strumento musicale che si può apprendere eventualmente anche senza docente, ma se vogliamo avanzare dobbiamo accettare alcune procedure,  fare determinati esercizi, partecipare a seminari, ecc.; poi dovremo cercare di come trasformare queste pratiche in arte di vita. 

 I campi di applicazione della meditazione mindfulness sono diversi. Jon Kabat-Zinn ha utilizzato la piena coscienza come strumento di cura mettendo insieme elementi di yoga, la meditazione buddhista Vipassana, elementi per combattere lo stress e la sintesi ha dato vita al MBSR nel 1979.  Il protocollo mindfulness based stress reduction (Metodo per la riduzione dello Stress basato sulla consapevolezza) solitamente etichettato come parte della medicina comportamentale o mind/body medicine è stato sviluppato dal Prof. Jon Kabat Zinn alla fine degli anni ’70 presso l’Università di Worcester (Boston) Massachusetts.   Queste tecniche sono utilizzate per affrontare le malattie aggravate dallo stress (quasi tutte le malattie), per affrontare i dolori cronici (con la meditazione non cambia il dolore, ma cambia il rapporto dell'individuo con la sofferenza).  Tutte queste tecniche sono forme di meditazione brevi e in gruppo che gioca un ruolo molto importante ed arricchente.

Oggi in Francia ci sono tre associazioni che propongono percorsi per insegnanti e la meditazione a scuola: l'associazione Enfance et attention ( https://enfance-et-attention.org/ ), L'Association pour la Méditation dans l'Enseignement (A.M.E.) ( https://meditation-enseignement.com/ )  e L'Association SEVE - Savoir Être et Vivre Ensemble di Frédéric Lenoir ( https://asso.seve.org/ ). Anche la polizia e l'esercito hanno introdotto tecniche di meditazione nella formazione. Nelle imprese è utilizzata per aumentare la performance professionale e nelle prigioni per diminuire lo stress.

La piena coscienza è utilizzata nel quotidiano per attraversare le giornate con uno spirito diverso, dove siamo confrontati con la sofferenza, condannati a incontrare momenti di sofferenza vissuti da noi stessi o dalle persone a noi vicine. La piena coscienza può anche aiutarci ad assaporare i momenti gradevoli della nostra vita,  e vivere i momenti di pausa senza farci attirare da telefonini facendo un detox digitale. Dobbiamo cercare di uscire da questo meccanismo di sofferenza, in cui drammatizziamo tutte le situazioni.

Esercizio. Gli spazi di respirazione sono dei piccoli esercizi in tre parti, un minuto per vivere in piena coscienza il momento presente, un minuto di concentrazione sul respiro, e poi un minuto per prepararci al ritorno alla azione nel quotidiano. Questo esercizio permette di fluidificare il mio rapporto con la situazione che sto vivendo e mi permette di rispondere alle situazioni, piuttosto che reagire. Ad esempio, quando le cose non vanno come auspico, se mi sento non amato, non stimato ecc, mi imbarco subito in pensieri negativi che aggravano la situazione oppure vedere se posso alleggerire la situazione, facendo un piccola deviazione nell'esercizio di piena coscienza: faccio una pausa per osservare la mia sofferenza, respiro con questa sofferenza, e poi ritorno alla situazione. Importante è anche vivere diversamente i momenti piacevoli, di assaporarli in piena coscienza. Nei momenti gradevoli dobbiamo cercare di capire cosa succede nella nostra mente, dobbiamo fermarci e memorizzare questi bei momenti. Altrimenti l'avvenimento ci scivolerà nella memoria.

Nei momenti in cui non succede niente, il pericolo principale è che siamo attirati dallo schermo. Ciò è diventato un vero problema nella nostra vita quotidiana. Lo schermo entra in competizione con i tempi di vita, con i nostri momenti sociali, crea un'invasione delle sollecitazioni digitali nei tempi di riposo.

Steve Jobs non faceva usare ai figli  il computer a casa e nella Silicon Valley, le scuole alla moda sono ambienti dove non si usano strumenti digitali.

Esercizio. Seduti in posizione confortevole cerchiamo di sentire la presenza del nostro respiro, seguire ogni inspirazione ed espirazione, sentire le nostre sensazioni corporali, indirizzare il respiro nelle parti doloranti del nostro corpo procurando un piccolo massaggio, restiamo nella coscienza del nostro respiro, del nostro corpo, dei nostri pensieri senza nessun obiettivo.

Dobbiamo cercare di fare esercizi di meditazione regolari e prolungati. La sera, ad esempio, cerchiamo di accordarci qualche minuto per ritrovare noi stessi, prima di andare a dormire. Cerchiamo di trovare uno spazio di meditazione anche nelle situazioni di attivazione emozionale, proviamo ad aprire delle parentesi di piena coscienza nelle nostre giornate, proviamo ad applicare la piena coscienza anche nei gesti ordinari e quotidiani (nel cucinare, nel camminare, ecc), ed ogni volta che possibile, cerchiamo di vivere in piena coscienza,   a poco a poco si creerà un nuovo rapporto con il mondo.

La meditazione Non si situa a fianco delle nostre vite, ma Nelle nostre stesse vite. Ciò significa significa vivere la giornata come al solito, ma in piena coscienza.

giovedì 25 novembre 2021

Corso di formazione sulla Mindfulness - parte 1 - Christophe André

Meditazione in piena coscienza -  - Christophe André.

Questo è il riassunto del corso che ho seguito con Christophe André - Mattina 16/10/2021


Siamo la prima generazione che ha utilizzato la meditazione e quando si parla di meditazione si pensa all'Oriente. La mindfulness è una forma di meditazione destinata agli occidentali, che hanno una vita attiva, e non hanno deciso di chiudersi negli eremi. E' una meditazione che può aiutarci soprattutto nella vita quotidiana. Una grande trasformazione si è verificata in questi ultimi venti anni, la spiritualità è entrata nella vita quotidiana: i parlamentari inglesi sono stati i primi a fermare la normale attività e fare degli esercizi di meditazione in Parlamento nel 2014. Anche nel Parlamento francese si è parlato di meditazione diverse volte in questi ultimi anni. La secolarizzazione delle pratiche meditative è diventata una pratica diffusa nella nostra società.

La meditazione non deve restare solo una forma alla moda, deve diventare un modo di vita, la frontiera tra quando si fa meditazione e la quotidiana si dovrebbe eliminare progressivamente o attenuare, la meditazione dovrebbe permeare la nostra vita quotidiana, fino a diventare uno stile di vita.

La meditazione come pratica spirituale è una pratica millenaria, ed ha origini induista - buddhista, cristiana, mussulmana, ebraica. Prima era praticata in ambienti segreti come monasteri, poi a partire dagli anni 60,  è cominciata a diffondersi presso il largo pubblico la meditazione trascendentale, praticata anche dai Beatles presso l'ashram indiano di Maharishi Mahesh Yogi.

Nel 1998 Jon-Kabat-Zinn, biologo e scrittore statunitense, che era anche un appassionato di yoga, zen e pratiche meditative, introduce un modo di meditare che poteva essere praticato senza convertirsi, senza fare una cerimonia di iniziazione o diventare un discepolo di un guru. La pratica meditativa continua e intensa trasforma il nostro corpo e la nostra mente, questo è stato dimostrato dagli esperimenti condotti da Matthieu Ricard, un monaco buddhista e grande meditante e Richard Davidson, uno dei massimi specialisti nelle neuroscienze. Insieme hanno sperimentato e documentato come cambia la struttura del cervello quando siamo in contemplazione. Matthieu Ricard è un fautore di una meditazione moderna e laica anche se monaco, e non cerca proseliti. La meditazione regolare modifica la neuroplasticità del cervello, alcune parti del cervello aumentano di volume, si attivano, si restringono, come ad esempio l'amigdala.

Ogni volta che si pratica a fondo, si contribuisce a migliorare il funzionamento del cervello, e si contribuisce alla prevenzione di malattie, come ad esempio la malattia di Alzaimer. C'è stato un boom di ricerche scientifiche sulla meditazione dal 1989-2015. Se a questa curva sovrapponiamo la curva delle vendite di telefonini Samsung, si vede che le due curve combaciano quasi perfettamente. Ciò potrebbe significare che meditazione è diventata una medicina per il mondo moderno.  In una società caratterizzata da sedentarietà, sempre davanti al computer, dove ci spostiamo solo con auto, ecc, la meditazione diventa preziosa per il nostro cervello che  ha bisogno di momenti di pausa in questi tempi moderni.

Nell'approccio orientale della meditazione, ci sono delle idee preconcette come: "fare il vuoto dei pensieri, liberarsi del proliferare dei pensieri, prenderne le distanze". "La meditazione viene usata per proteggersi dal mondo", per crearsi una piccola oasi. Queste affermazioni possono essere vero, ma penso che dopo averci chiarito le idee, nei periodi di ritiro meditativo intenso, dobbiamo ritornare nel mondo, magari in modo migliore. Anche l'espressione "restare zen" (lo zen è una scuola molto rigorosa) è molto utilizzata ed inflazionata,  non si deve adottare questa attitudine zen, ma partecipare alla vita quotidina. Un altro fenomeno odierno è che si assiste ad una specie di snobbismo da parte dei meditanti, che pensano di essere superiori ai non praticanti.

La meditazione di piena coscienza: significa presenza all'istante presente, esercitare l'attitudine di piena coscienza vuol dire che ad un certo momento, decidiamo di ri-centrarsi ed essere deliberatamente presenti all'esperienza che stiamo vivendo. Essere senza aspettative, rinunciare agli obiettivi, solo essere presente a quello che si sta vivendo a livello mente, corpo, senza giudicare, lasciando questa tendenza della mente al giudizio. Senza modificare la natura della nostra esperienza, dobbiamo accogliere le esperienze che viviamo, anche se sono sgradevoli, senza provare a trasformarle.  Questo modo di essere non è abituale. Dobbiamo cercare di allargare la nostra modalità di essere al mondo, più presenti, con un po' di distacco.

Esercizio: prendiamo coscienza di ciò che stiamo vivendo in questo istante, osserviamo come il nostro corpo respira. prendiamo coscienza delle sensazioni corporee in questo istante. Prendiamo coscienza di questo bagno sonoro, ecc.

I tre punti che spiegano il successo della meditazione di piena coscienza, che è un insieme di tecniche meditative di origine buddhista sono:

  • che sono state laicizzate, (un modo diverso di essere in un monastero, con la relativa visione del mondo filosofica o religiosa);
  • che sono state semplificate e codificate, (eliminati aspetti esoterici, iniziazione, ecc,):
  • che sono state validate dalla scienza e per poterle integrare nella nostra società Occidentale.

Sono una porta di entrata alla meditazione che potrà poi essere approfondita. Oggi, nella società occidentale, la meditazione è stata integrata alle cure mediche, introdotta nelle scuole, nelle carceri, nelle aziende.  La meditazione apporta un miglioramento delle capacità emozionali. I benefici della meditazione sono: 

  •  - stabilizzazione emozionale, 
  • - regolazione delle impulsioni emozionali, 
  • - impatto favorevole sulla salute.

Spesso ci sono delle difficoltà a rimanere centrati su ciò che facciamo e la dispersione intenzionale diminuisce le emozioni piacevoli. Sono stati messi a punto protocolli di praiche meditative per adulti e bambini iperattivi.         Caratteristiche della meditazione:

  • La meditazione è un allenamento intenzionale della mente. Fino a che punto siamo liberi di utilizzare la nostra attenzione? Abbiamo difficoltà a mantenere la nostra attenzione, a volte è l'opposto, non vorremmo focalizzarci solo su problemi e sofferenza. 
  • La meditazione permette di controllare anche l'impulsività (di comprare, di mangiare in una società che ci esorta continuamente alla consumazione). Ci permette di essere capace di controllare le emozioni, osservarle, comprenderle e essere capace di sceglierle.
  • La meditazione rafforza il sistema immunitario e rallentava l'invecchiamento, riduce la depressione. (E' stato scientificamente provato l'effetto sui telomeri, I Telomeri sono tappi di protezione alle estremità dei cromosomi che diventano più brevi con ogni divisione cellulare. Se diventano troppo brevi, i geni che proteggono potrebbero essere danneggiati, la cella smette di dividersi e rinnovarsi e non esegue più le sue funzioni e porta all'invecchiamento).
  • La meditazione non è solo una pratica intellettuale, ma in realtà è una pratica corporea, si utilizza molto il corpo, è importante il legame tra corpo e mente, la mente ha un effetto sul corpo ed anche sulla malattia. Tutte le volte che siamo felici, cerchiamo di fermarci per riflettere e osservare gli effetti sul nostro corpo.

Esercizio con l'uvetta secca. Provare ad assaporare il piccolo frutto in piena coscienza coivolgendo tutti i sensi.  La piena coscienza è un approccio esperienziale, non si avrà nessun risultato leggendo e studiando. Solo meditando si avranno dei risultati.   Si migliora solo se si pratica. Il cuore della meditazione è rendersi presenti, e decidere di abitare l'istante presente senza giudicare e prendere l'esperienza cosi come è, tutti gli insegnamenti insistono sulla postura: la postura del corpo deve essere dritta e rilassata, si può meditare seduti, piante dei piedi a terra, spalle aperte, senza appoggiarsi sulla spalliera della sedia. Meditando è più facile chiudere gli occhi, altre tradizioni usano gli occhi semichiusi. Durante la meditazione si può aggiustare la postura corporea, ma soprattutto la postura della mente, restare attenti a quello che accade, esercitando una presenza attenta e aperta, una curiosità benevolente, cercando di non giudicare. La postura facilita l'emergere della piena coscienza. Si può preparare nel tempo questo stato di presenza attenta: ossia essere presenti ed osservare quello che accade senza cercare di trasformarlo. La saggezza si prepara, non si può decidere di essere saggi.

Bisogna lavorare sull'attenzione in quanto le origini delle dispersioni mentali sono dovute alle sollecitazioni esterne, anche dal digitale, fino ad esserne schiavi. C'è una guerra intenzionale in corso per catturare l'attenzione del consumatore, la mente divaga continuamente e viaggia continuamente nel tempo e nello spazio, fa ipotesi, trae conclusioni ecc, Se è la mente che decide, diventa un po' problematico.

La nostra attenzione è più attirata da qualcosa che si muove, come l'oceano, il fuoco di un camino, il paesaggio dietro un vetro di un treno, qualcosa che si muove lentamente cattura più facilmente la nostra attenzione. Spesso non è possibile meditare davanti all'oceano, allora bisogna trovare un altro bersaglio, questo può essere la nostra respirazione che è utilizzata da tutte le tradizioni meditative. 

Esercizio: Iniziamo un percorso di scoperta e osservazione senza dover necessariamente raggiungere degli obiettivi. Osserviamo il respiro, spontaneamente, dobbiamo seguire il movimento del respiro, lasciando che il corpo faccia tutto il lavoro, cerchiamo di osservare e percepire ad ogni respirazione il passaggio dell'aria. Portiamo tutte queste sensazioni al centro della nostra attenzione. Osserviamo come tutto il nostro corpo partecipa ad ogni inspirazione ed espirazione. Restiamo su ogni respirazione fino alla fine, restiamo con la respirazione fino alla fine.

Si inizia il percorso con la coscienza del respiro, della respirazione, si comincia una meditazione di mindfulness iniziando con un'osservazione del respiro per cercare di calmarlo, prima l'attenzione è sul movimento del respiro, lo portiamo al centro della nostra attenzione, ma la nostra attenzione è incostante, ed ogni volta che siamo coscienti che non siamo più sul respiro, si riporta l'attenzione sul respiro, e questo è il cuore della mindfulness. E' normale che la nostra attenzione si disperda, il grande meditante si vede dalla rapidità con cui si ritorna sul respiro.

L'allenamento è importante, sono stati messi a punto degli apparecchi nelle neuroscienze per vedere il funzionamento del cervello, quali parti consumano più ossigeno e lavorano di più. Un'emozione scaturita da qualcosa, produce un effetto sul mio corpo, di solito c'è un'accettazione delle emozioni, una presa di coscienza, chi medita sviluppa delle competenze emozionali, e riesce a gestire questa emozione, come dice Jon Kabat-Zinn "Voi non potete mai lasciare un posto dove avete rifiutato di arrivare",  - "posso liberarmi di un'emozione solo se ho accettato di viverla, e se le emozioni sono dolorose non è facile".

Fare un dolce in piena coscienza, fare una passeggiata in piena coscienza sono strumenti molto potenti per far scendere le tensioni o le emozioni. Ma è difficile trovare dei piccoli momenti durante la giornata per essere in piena coscienza. La musica è un modo per nutrire in modo diverso il nostro cervello, ma solo con la meditazione si arriva ad una rigenerazione celebrale.

Il sonno arriva se si medita e non se si cogita. Il sonno è molto importante per la memoria, i ricordi si solidificano durante il sonno, i tempi di pausa nella giornata sono importanti, servono a memorizzare quanto appreso.

Come la meditazione ha cambiato la mia vita - Christophe André

Christophe André è senza dubbio il psichiatra più conosciuto in Francia, E' lui che ha fatto conoscere al pubblico i benefici della meditazione laica. Si racconta in questa emissione radiofonica Visage su RCF. del 9/3/2021     https://www.youtube.com/watch?v=Eoi8Rc1x6hY 

«Alla fine del Ventesimo secolo la meditazione era una bella addormentata: si praticava solo nel silenzio e nel segreto dei monasteri, o in gruppetti di iniziati o di esaltati. Oggi, nel terzo millennio, è cambiato tutto: la meditazione è diventata un fenomeno alla moda e un fatto sociale. Si pratica sotto gli occhi di tutti, in ospedali e scuole, in aziende e circoli artistici o politici.

Specializzato nel trattamento dei disturbi emotivi (ansia e depressione), negli ultimi anni si è dedicato alla prevenzione delle ricadute di tali disturbi, attraverso lo sviluppo di una maggiore consapevolezza e il ricorso alla psicologia positiva. Autore di numerosissimi bestseller internazionali, è tradotto nelle principali lingue straniere. Vive a Parigi vicino Bois de Vincennes.

Cristophe André racconta:  Ero un bambino che partiva spesso dalla famiglia e andava da amici.  I miei genitori erano poco portati per il benessere e la felicità, avevano fatto del loro meglio per vivere bene ed aspiravano a essere felici, ma ho dovuto cercare il benessere fuori dalla mia famiglia, ed è questo che mi ha spinto a studiare psichiatria, ed interessarmi di psicologia positiva, stima di sé, meditazione, sviluppo personale. Il punto di svolta è stata la scoperta di Freud all'ultimo anno del diploma, scoprendo Freud ho avuto una specie di choc, che ha messo in moto una serie di percorsi.   Allora la psicologia non aveva questo posto gigantesco che occupa oggi. Mio padre era un uomo pre-psicologia, la psicologia era per donne nevrotiche, la psicanalisi per uomini folli, ed in famiglia non si parlava mai di emozioni. L'introduzione alla psicanalisi, permetteva di avvicinarsi alle nostre emozione, decifrarle, e  andare verso queste emozioni. Anche la psicologia aiutava in questo.

Volevo seguire la strada di Freud che aveva fatto studi di medicina, per questo ho fatto medicina e poi psichiatria. Volevo affacciarmi alla sofferenza e sviluppare un'empatia, verso gli altri.

Il primo episodio importante della vita di Cristophe André si è verificato a venti anni quando ha perso il suo migliore amico Michel, per un incidente di moto. Critophe André racconta: Un amico a cui ero immensamente vicino, condividevamo tutto. E' stato uno choc violento, ho dovuto rimpatriare il corpo, avvisare i genitori, e dopo il funerale il dolore è arrivato. Era insopportabile, volevo essere solo. Mi sono rifugiato in un monastero benedettino vicino Castres. Qualcuno mi aveva consigliato quel monastero, avevo bisogno di solitudine, i miei genitori erano comunisti, ed io fino ad allora ero passato a fianco della fede cattolica. Cercavo qualcosa. Ho avuto un'accoglienza straordinaria, non invasiva, una presenza incredibile, ero completamento meravigliato dal raccoglimento e dall'atmosfera delle cerimonie religiose. Una Conversione? No.

Ero un ragazzo contemplativo, amo anche oggi essere solo, e  nel convento c'era un orizzonte silenzioso, respiravo quest'aria di raccoglimento, discernimento e pace.  Anche se era stata un'esperienza straordinaria non potevo certo proporre ai miei pazienti di andare in un monastero.

Negli anni 1990, cominciavano ad apparire molti articoli sulla meditazione laica, ed io mi ero formato presso insegnanti americani.  Potete insegnare meditazione solo quando avete sufficientemente meditato, avete preso il gusto di meditare, e sperimentato il risultato su voi stessi. Il servizio universitario dell'Hôpital Sainte-Anne di Parigi, che era all'avanguardia, ha accettato la proposta dell'introduzione della meditazione. Abbiamo verificato che la pratica di meditazione faceva del bene ai pazienti, che seppur un po' sconcertati, traevano indubbi benefici dalla pratica. I benefici della meditazione sono una delle cose che mi ha colpito particolarmente, meditando si passa in un altro registro, si riesce a vedere quello che succede, essere presente, sentire il respiro, i pensieri che arrivano e partono.  La meditazione permette di cambiare l'approccio al mondo. Meditando aumenta la conoscenza e la comprensione di sé stessi, si arriva ad osservare in quale stato ci  si trova, quali sono i dolori del corpo, le preoccupazioni, quali pensieri subentrano, aumenta la capacità di decriptare la nostra modalità di reagire ad un evento. Meditando ci si chiede quali sono i veri bisogni e per avere la risposta occorre semplicemente aspettare, e lasciare che la situazione diventi leggibile. La meditazione è come un giornale intimo, che permette di passare dal confuso al chiaro, coltivare delle qualità positive come la capacità d'attenzione, sviluppare la benevolenza, ecc.  Il protocollo sviluppato in ospedale si ispira al buddhismo, e propone di lavorare sul contenuto dei pensieri.

Quattro anni fa ho scoperto di avere un tumore al polmone,  lo ho accolto con terrore, è stato un pugno in pieno viso. Quando sono uscito dall'ospedale, mi sono seduto su un banco, per tre quarti d'ora, ascoltando il corpo, il canto degli uccelli, poi piano piano mi sono rimesso nel presente, non è giusto, ma questa è la realtà, importante è l'accettazione, riconoscere il reale, vivere in questa realtà.   Tutta la mia persona affrontava la situazione, non solo il mio cervello, ho cominciato a prendere contatto con il corpo, ad essere nella riflessione, chiedere al mio corpo di aiutarmi.

Spesso in casi drammatici come la scoperta di un tumore, si cerca conforto in altre dimensioni, l'aldilà, e si chiede aiuto a Dio. Io che sono un cristiano a fasi intermittenti, durante quel periodo, ho molto meditato, ho pregato, ringraziato Dio, ho manifestato verso di lui gratitudine perchè fino a quel momento la mia vita era stata bellissima, ho chiesto di aiutarmi a continuare ancora un po'. La meditazione non è antagonista con la preghiera, dovrebbe precederla. Dopo l'operazione, durante la quale mi hanno tolto tre parti del polmone destro che era cancerogeno,  andando a cercare i risultati dal chirurgo, mi sono fermato con mia moglie in una piccola cappella dell'ospedale, i primi minuti li ho passati in piena coscienza, poi ho cominciato a pregare.

Una buona parte della popolazione pensa che la psicologia positiva è una fuga dalla realtà, che esclude la parte della debolezza. Io invece penso, che le esperienze intime debbano essere universalizzate perchè possono aiutare le persone. Inoltre, non dobbiamo rovinare le esperienze positive, dobbiamo viverle nella loro interezza e ciò ci permettera di affrontare meglio le situazioni brutte della vita che sicuramente arriveranno. Essere capaci di approfittare dei piccoli momenti della vita è un prendere delle forze per affrontare le avversità, nella speranza che quel benessere, che voi avete sperimentato nei momenti belli, ritornerà.   Oggi la ricerca del benessere è diventata un culto, c'è una imposizione all'essere ad ogni costo felice;  ma purtroppo non esistono testi o libri dove è scritto che bisogna essere contenti tutto il tempo. Oltre l'imposizione ad essere felici c'è la spinta al consumismo, l'imposizione a spendere i soldi e ad occupare il tempo libero.

Meditare oggi, non è un guardarsi l'ombelico.  Forse ciò era vero, quando lavoravo sulla stima di Sé, negli anni '90 contro le dittature sociali, la famiglia, ecc. La meditazione non è un auto-centrarsi, infatti uno dei scopi della meditazione è il riuscire a manifestare l'amore verso gli altri, modificare il nostro rapporto col mondo, avere un rapporto più rispettoso verso gli altri.  Non è un disimpegno nei confronti del mondo, a conferna di ciò, tutti i pazienti che hanno praticato meditazione ci hanno riferito che poi sono riusciti ad instaurare un dialogo con il mondo.

Lo sbocco naturale della meditazione è la spiritualità. La spiritualità è la vita dello spirito, il confronto con l'assoluto, la vita e la morte, l'essere, ecc. La religione è una maniera di vivere la spiritualità, con dogmi, in gruppo, con pratiche sperimentate. Il Dalai Lama fa questo esempio: la spiritualità è l'acqua, il tè è la religione, un'acqua elaborata, ma è sempre acqua che entra nel corpo. E' importante interessarsi alla vita interiore, alla dimensione psicologica, è un modo per aiutarsi, si arriva a stare meglio con se stessi e con chi ci circonda. Se faccio pulizia e chiarezza dentro di me, divento più imparziale, più all'ascolto anche degli altri.

Il senso della vita, non l'ho trovato, forse non c'è un senso, ma ciò non ci impedisce di amare gli altri, fare il bene, non fare il male a te stesso e agli altri.

Christophe André, psichiatra specializzato nel trattamento dei disturbi emotivi e autore di bestseller internazionali come:  Chi ha paura della Paura e  La forza delle emozioni.  Il suo ultimo libro è Il tempo di meditare del 2021.  In questo testo si asserisce che la meditazione non è semplicemente un modo per allenare la mente, ma un potente antidoto al caos della vita moderna! E' l'occasione per capire, rilassarsi e trovare il tempo di entrare in comunione con se stessi. Infatti, meditare non è solo un atto di umiltà, ma anche un momento di crescita e introspezione.

martedì 23 novembre 2021

La via diretta verso la felicità - Giovanni Papini

La via più diritta per la felicità è quella che porta a soccorrere amorosamente l'infelicità di quelli che sono più infelici di noi.

Asciugare una sola lacrima di un solo infelice, vale infinitamente più che riempire interi volumi con elenchi e i lagni dei mali del genere umano.

Dal testo la  Felicità dell'infelice - Giovanni Papini

Giovanni Papini (1881 - 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano, noto anche col nome religioso di fra' Bonaventura.

sabato 20 novembre 2021

Similitudini tra il buddhismo e le scienze moderne

Nelle lezioni sul Buddhism and Modern Psychology, della Princeton University, diretto dal prof. Robert Wright sono state presentate delle ricerche scientifiche sullo studio del cervello e i punti d'incontro tra le scienze moderne, in particolare le neuroscienze, e le pratiche meditative. 

 Le ricerche dimostrano che la meditazione aiuta a sviluppare qualità come l'attenzione focalizzata, l'empatia e la compassione. Il cervello non è una scatola impenetrabile e immutabile come si è pensato per secoli: migliorandone il funzionamento, possiamo cambiare stile emozionale, vivere meglio con noi stessi e con gli altri.
Ma andiamo per ordine. Michael Gazzaniga, professore di psicologia all'Università della California ed uno dei più importanti neuroscienziati del mondo ha introdotto il concetto della struttura modulare della mente. I moduli che compongono la mente, a turno esercitano un'influenza decisiva sul nostro pensiero, i nostri sentimenti, il nostro comportamento.
La teoria modulare del cervello è ripresa da Douglas Kendrick, professor di psycologia alla Arizona State University,  che chiama sub-sé questi sette moduli (autoprotezione, attrazione dei propri simili, repulsione dei propri simili, affiliazione, cura dei parenti, status, evitare le malattie). Il prefisso, sub, significa sotto,  e ciò porterebbe a pensare che c'è un unico sé unificato nella parte superiore. Ma in effetti questi moduli determinano il nostro comportamento sociale e sono in continua competizione tra loro. In un determinato contesto ed in un determinato istante un modulo prende il controllo delle operazioni (diventa il Sè temporaneamente) e fornisce la risposta più adeguata per affrontare l'evento.  
Per Leda Cosmides,  (è una psicologa statunitense, che, insieme al marito antropologo John Tooby, ha contribuito a sviluppare il campo della psicologia evoluzionista)  ciò fa pensare anche allo sviluppo darwiniano,  in cui prevale l'elemento (in questo caso il modulo) più idoneo a migliorare  la specie. Questo approccio converge con il pensiero buddhista della mancanza di un Sè controllore, si ritrova una corrispondenza tra questa teoria dei moduli della  psicologia moderna e quel carattere impermanente che Buddha attribuiva ai cinque aggregati. Nella dottrina buddhista i cinque skandha sono i costituenti della persona empirica, che è tradizionalmente scomposta nei cinque aggregati, ovvero: forma, rūpa; sensazione, vedanā; percezione, saññā; coefficienti, saṅkhāra; coscienza, viññāna.

Il buddhismo sostiene che l’universo non è costituito da entità solide e distinte, ma che consiste in un flusso dinamico di interazioni tra innumerevoli fenomeni e quello che noi percepiamo: il risultato delle interazioni della nostra coscienza con i fenomeni. Esiste soltanto un sistema di relazioni interdipendenti che il buddismo chiama realtà.  La causa della nostra percezione erronea della realtà è l’attaccamento ad un sé distinto e autonomo coerente, che persiste nel tempo e che dovrebbe costituire il centro del nostro essere e della nostra esperienza. Una visione modulare della mente aiuta a spiegare questa affermazione.
Buddha asseriva che il nostro stato mentale in un dato momento non è, in generale, il risultato di una scelta consapevole. Ma piuttosto, è il risultato di come le informazioni nel nostro ambiente. entrano nella nostra mente a livello tipicamente inconscio.
Nel corso della meditazione di consapevolezza accade che:
1- La rete di modalità predefinita, che è la situazione in cui diversi moduli si contendono la nostra attenzione, come dice Judson Brewer, (psichiatra, neuroscienziato)  diventa più silenziosa perchè la mente non è impegnata in qualcosa in particolare, non è assorbita da alcun compito.  2- Essendo consapevoli dei sentimenti possiamo determinare quali moduli sono e non sono autorizzati a prendere il controllo della mente. 3- Esercitando questa consapevolezza, possiamo influenzare il potere a lungo termine che i diversi moduli hanno.
Sono stati intervistati molti meditanti esperti (autori di diversi libri sulla meditazione o insegnanti di meditazione),  che hanno provato a descrivere la loro esperienza. Ciò è molto difficile in quanto come asserisce lo psicologo William James l'esperienza mistica ha due caratteristiche: è  noetica e ineffabile. La persona  è colta da una profonda intuizione ma è difficile esprimere l'esperienza. Rodney Smith  esprime la sua esperienza di meditazione come un annullamento di distanze, di aver percepito una coscienza senza proprietario.  Per Joseph Goldstein, il pensiero stesso appare e scompare. Come un suono. Si perde  l'identificazione con il pensiero ed è come provare ad  immaginare che ogni pensiero che sta sorgendo nella vostra mente provenga dalla persona vicina.  Ciò  ricorda la visione modulare della mente, in cui  la mente cosciente non genera  i pensieri, ma piuttosto i pensieri sono generati da alcuni moduli al di fuori del regno della coscienza. Yitha, una suora buddhista, intervistata in una delle lezion, descrive le emozioni e i pensieri con la stessa metafora di un film. Uno pensa che le scene siano reali, ma quando le prendi una per una, scopri che non sono reali.  Essendo consapevoli dei sentimenti di cui sono portatori i diversi moduli, stando in meditazione, potremmo influenzare quali moduli far vincere ed emergere  e quali moduli far perdere.
L'obiettivo della meditazione è arrivare ad uno stato di risveglio, ad un'esperienza conosciuta come illuminazione, che comporta una visione perfettamente chiara delle cose e alla liberazione dalla sofferenza. La parola Buddha significa proprio risvegliato. La realtà è la stessa, ma viene percepita in maniera diversa.  
La pratica regolare della meditazione porta a una condizione personale descritta da tutti i meditanti in termini di quattro elementi: l'assenza di una sorta di sé esterno, il vuoto, l'assenza di una sorta di sé interno e l'impermanenza.
Sharon Salzberg, (pratica la meditazione vipassana da più di venticinque anni ed ha insegnato nei centri buddhisti di tutto il mondo) spiega che il non-sé esterno consiste nella comprensione che gli individui sono immersi in un universo interconnesso. Altri meditanti come Gary Webber, Judson Brewer, riferiscono che nella meditazione questo stato di interconnessione, di appartenenza al tutto, diventa un'esperienza di percezione profonda. L'altro aspetto importante dell'illuminazione buddhista è la consapevolezza del vuoto che è trattato soprattutto dalla tradizione  Mahayana. Secondo il saggio Nāgārjuna, poiché nessun fenomeno possiede una natura indipendente, si può dire che tutto ciò che esiste è vuoto. L'esperienza della vacuità è la via che porta al "Risveglio".

La meditazione dinamica - Osho

Bhagwan Shree Rajneesh, detto Osho, spiega come diventare consapevoli dei sette chakra ed energizzarli usando diversi tipi di respirazione.   Osho è stato un leader carismatico e maestro spirituale indiano fra i più conosciuti e controversi del ventesimo secolo, ha creato a Pune, in India, un laboratorio di crescita oggi evolutosi come Resort di Meditazione.  Vedi il sito italiano di Osho https://osho.it/

Posizione e funzione dei chakra:

  • 1 -  Il primo chakra, muladhara o “chakra della radice”, è situato al centro della parte bassa del bacino, a metà tra la base della spina dorsale dietro, e l'osso pubico davanti. Le funzioni di questo chakra includono la sessualità, la connessione con la terra, la coordinazione fisica e la sopravvivenza.
  • 2 - Il secondo chakra, svadhistana o “chakra splenico” è localizzato proprio sotto l’ombelico. La sua funzione concerne la sensualità, l’abilità di sentire le emozioni e di sentirsi appagati.
  • 3 - Il terzo chakra, manipura o “chakra del plesso solare” è sopra l’ombelico e sotto la cassa toracica. Dà vitalità, potere, la forza per esprimere le emozioni e l’integrità per essere se stessi.
  • 4 - Il quartochakra, anahata o “chakra del cuore”,  è nel mezzo del petto, nell’area dello sterno. Le sue funzioni sono amore incondizionato e pace, rende capaci di amare se stessi e gli altri incondizionatamente.
  • 5 - Il quinto chakra, vishuddha o “chakra della gola”, è nella zona della gola. Le sue funzioni sono: creatività, ricettività e abilità di comunicare.
  • 6 - Il sesto chakra, ajna o “chakra del terzo occhio” si trova tra le sopracciglia.  Le funzioni principali sono la visione, l'intuizione, l'immaginazione creativa e la chiarezza.  Ajna racchiude la capacità di superare il proprio ego e di sintonizzarsi con il proprio Sé superiore.
  • 7 - Il settimo chakra, sahasrara o “chakra della corona”. è appena all’interno della sommità della testa, e si estende sopra la testa stessa. E’ l’apertura verso la coscienza universale.

Queste collocazioni sono semplicemente indicative. Puoi scoprire da solo la giusta posizione di ogni chakra nel tuo corpo. La meditazione proposta da Osho usa la musica e i suoni prodotti dalla voce, per aprire e armonizzare i chakra.

Respirazione sui chakra - Istruzioni.   Meditazione 1º stadio (45 minuti). È meglio fare questa meditazione a stomaco vuoto, il mattino presto o prima di cena. Stando in piedi, allarga le gambe in modo che i piedi siano allineati con le anche o le spalle. Lascia il corpo sciolto e rilassato. Chiudi gli occhi e con la bocca aperta respira profondamente nel primo chakra. Il tuo respiro emetterà un suono, non giudicarlo e lascialo uscire in modo naturale. Mentre respiri, porta l’attenzione alla zona pelvica del tuo corpo, là dove ha sede il primo chakra.  Metti la stessa enfasi sia nell’inspirazione che nella espirazione, ma non forzare. Respira con un ritmo che sia piacevole e ti permetta di essere consapevole delle emozioni e sensazioni di ogni chakra. Respira nel primo centro energetico sino al suono del cimbalo, a questo punto inizia a respirare nel secondo. Ogni volta che senti il suono del cimbalo sposta questa respirazione rapida e profonda nel chakra successivo - il terzo, poi il quarto, il quinto, il sesto e infine il settimo. Mentre passi da un chakra all’altro, la tua respirazione dovrebbe essere più rapida e sottile, in modo che quando sei nel settimo chakra il numero di respiri sia doppio rispetto a quando eri nel primo.         Mentre respiri, è d’aiuto scuotere il corpo, stirarlo, oppure ruotare il bacino e muovere le mani in qualsiasi modo, rimanendo però con i piedi nella stessa posizione. Fai in modo che i piedi, le ginocchia, le anche e le altre giunture rimangano elastiche, cosicché una volta che hai iniziato la respirazione e i movimenti del corpo, tutto accada con continuità e senza alcuno sforzo.  Lascia che la tua consapevolezza sia principalmente con le sensazioni dei chakra, piuttosto che con la respirazione o i movimenti del corpo. Dopo aver respirato nel settimo chakra, sentirai suonare i cimbali tre volte. Questo è il segnale di lasciare che il respiro e la consapevolezza scendano di nuovo verso il basso attraverso ogni centro. Mentre torni indietro, fai in modo che passando di chakra in chakra il respiro rallenti. Lascia che dal settimo chakra l’energia defluisca da sola, in modo da includere l’intero spettro delle energie dei chakra, da cima a fondo, come i sette colori che compongono l’arcobaleno. Questa respirazione all’indietro dovrebbe durare due minuti circa e sei tu a stabilire quanto a lungo respirare in ogni singolo centro di energia.  Quando hai terminato questa prima sequenza resta in silenzio per alcuni istanti, prima di iniziare la sequenza successiva. La sequenza di respirazione, verso l’alto e verso il basso, andrebbe ripetuta tre volte, o per un totale di 45 minuti. Se mentre respiri, all’inizio, non senti l’energia dei tuoi chakra, semplicemente respira nella zona in cui sono localizzati. Ricorda di non forzare la respirazione: al contrario permetti che il respiro e il movimento del corpo siano un veicolo che ti trasporta nelle sensazioni e nelle qualità energetiche di ogni chakra. Il diventare sensibili alle diverse qualità di ogni chakra non accade attraverso lo sforzo, ma tramite la consapevolezza e la pazienza.

2º stadio (15 minuti). Dopo la terza sequenza di respirazione, siediti ad occhi chiusi per almeno 15 minuti, o anche più a lungo. Mentre sei seduto non focalizzarti su nulla di particolare, permettiti di diventare consapevole e di osservare qualsiasi cosa accada dentro. Ricorda che, per qualsiasi meditazione, Osho ha suggerito di essere rilassati, di restare testimoni di qualsiasi cosa accada e di non giudicarla. Soprattutto, fai questa meditazione se senti che ti fa bene e ti porta nella pace più profonda, nella gioia e nella beatitudine. Se invece inizia a portare in superficie emozioni che ti disturbano, è raccomandabile che tu provi a fare una meditazione catartica, come la meditazione dinamica. 

La meditazione dinamica è la meditazione di Osho più essenziale e più conosciuta. Si compone di cinque stadi. I primi tre devono essere praticati con totalità, in modo che nel corpo non resti alcuna energia statica; in questo modo la mente non ha più alcun alimento per creare pensieri, sogni e immaginazioni. Esaurendo l’energia nell’estroversione, all’improvviso ci si ritrova dentro di sé. Il quarto stadio è un’osservazione silenziosa, un essere testimoni. Nel quinto si celebra e si danza. Questa meditazione si esegue al mattino presto, a stomaco vuoto.

Istruzioni per eseguire la Meditazione Dinamica:

  • 1º stadio (10 minuti). Respira in modo caotico e rapido, attraverso il naso: profondamente, rapidamente e con intensità, senza alcun ritmo regolare. Usa il movimento naturale del corpo per aiutare la respirazione e portala al massimo delle tue possibilità. In questo modo distruggi i tuoi schemi mentali e ti prepari a liberare le tue emozioni represse.
  • 2º stadio (10 minuti). Esplodi: ridi, urla, piangi, salta, scuotiti, nella più assoluta follia. Qualsiasi cosa affiori nella tua mente, esprimila totalmente. In questo modo liberi il tuo organismo da ogni repressione, dal tuo intero condizionamento.
  • 3º stadio (10 minuti). Salta con le mani alzate, e urla a gran voce il mantra: “Hu! Hu! Hu!” e stai attento a ricadere a terra sull’intera pianta del piede. Espira mentre emetti il suono, in modo tale che tutto il tuo respiro fuoriesca. Usa tutta la tua energia, esaurisciti totalmente. Questo mantra, urlato, colpisce in profondità il centro sessuale dall’interno, e quando questo centro è colpito dall’interno, l’energia inizia a fluire verso l’alto; in questo modo, ogni cellula diventa più cosciente: non puoi più restare inconsapevole.
  • 4º stadio (15 minuti). Stop! Congelati esattamente dove ti trovi, in qualsiasi posizione tu sia. Non muoverti, non fare assolutamente nulla. In questo arresto improvviso vieni ributtato nel centro. Diventi un osservatore, un testimone del tuo stesso corpo e della tua mente.
  • 5º stadio (15 minuti). Celebra e gioisci al suono della musica, danza, esprimi la tua gratitudine al tutto. E porta con te, per tutta la giornata, la vitalità ritrovata.

Insegnamenti sulla vacuità - Ghesce Dorji Damdul

La filosofia va vista con la lente della propria comprensione nella quotidianità. Anthon Zirkel – fisico quantistico.  

Insegnamenti sulla "La Saggezza e la Psicologia dei 4 Sigilli per Affrontare le Emozioni di Tutti i Giorni" di Ghesce Dorji Damdul a Roma presso Tso  Pema Non-Profit e Giamsè Jhien Pen Onlus   https://bodhiwisdom.org/   L’insegnamento è stato tradotto da Fabrizio Pallotti, il traduttore ufficiale di SS Dalai Lama per quanto riguarda la lingua italiana. Vedi :  https://www.tsopemanonprofit.org

Ghesce Dorji Damdul ha passato tanti anni come il traduttore di SS Dalai Lama, in giro per il mondo. Oggi è il direttore di Tibet House a New Delhi (centro culturale di SS il Dalai Lama) e  gira il mondo a dare insegnamenti. Ghesce Dorji Damdulè molto apprezzato in quanto è un maestro umile, gioviale e qualificato.     Risponde alle seguenti domande:  Cosa è la realtà? Che cosa è il sentiero? Quali sono i risultati?

Nel primo giorno che veniamo al mondo siamo tutti uguali senza preconcetti.  Quando gli esseri umani sono comparsi sulla terra non c’era una religione. Le religioni sono nate per fare l’essere umano più felice, una persona illuminata capace di vedere passato, presente, futuro. Dobbiamo utilizzare i principi delle religioni per essere una brava persona nella quotidianità. Abbiamo istintivamente acquisito il senso dell’io, questa identità è importante per muoverci nella realtà. L'esempio del bambino che piange perché ha bisogno di attenzione, ed è l'equivalente del dire: "io sono importante!"

Volere essere sempre più felici e non soffrire è il motore della nostra vita. E’ difficile sradicare paure, stati emotivi. e non è possibile ottenere il massimo della felicità. Il buddhismo porta ad una felicità irreversibile e liberi da paure.  La paura, la sofferenza, la felicità sono semplicemente degli stati mentali. 

Esempio dell’acqua del Tevere che se purificata diventa acqua bevibile. La vera natura dell’acqua è pura, così come la vera natura della mente è chiara luce, non è macchiata da paure o avversioni. Siamo nati con una mente coperta da contaminanti, ciò è dovuto alle esperienze e al karma accumulato nelle vite precedenti.   Siamo sempre pronti a proteggerci dall’esterno, condannare tutto ciò che non conosciamo, In questo modo non ci sarà pace, i fattori esterni a cui fare attenzione sono infiniti e nel mondo resteranno delle grandi muraglie. Il saggio Shanti Deva direbbe che per camminare in sicurezza a piedi nelle strade di Roma, non dovremmo coprirle di cuoio, basterebbe mettere dei sandali. Per analogia ciò significa che se vogliamo uscire dalla sofferenza dobbiamo lavorare sui fattori interni.

Buddha per questo ha introdotto i quattro sigilli:

  • tutti i fenomeni composti sono impermanenti,
  • tutto ciò che è contaminato è sofferenza
  • tutto ciò che esiste è privo di sé, è vacuità (la vacuità ultima dei fenomeni),
  • trascendere la sofferenza è irreversibile, ciò porta alla felicità. Lo stato di illuminazione è lo stato di Buddha, il nirvana è pace.

Quanto riportato sopra è’ un aspetto della realtà che il Buddha ha scoperto. Dobbiamo eliminare i fattori disturbanti interni, noi siamo come un diamante a cui dobbiamo togliere la sporcizia che lo ricopre. La sporcizia è rappresentata dalle afflizioni e le oscurazioni mentali e le oscurazioni cognitive che ci bloccano per raggiungere la stato di Buddha. Ci sono tre tipi di afflizioni mentali:

  • samsara, o il karma contaminato, attivato dalle emozioni, il seme matura in odio per attaccamento, paura, mente egoista, le afflizioni della mente ci trascinano nella sofferenza attraverso le azioni.
  • inappropriata attenzione
  • ignoranza

Il samsara (ciclo delle rinascite)  è l’attrazione e respingimento involontario per un oggetto, l'assenza di libertà, è opposto al nirvana in cui c’è totale libertà. La mente e l’oggetto interagiscono e sono separati. Il Buddha è il risvegliato, dall’ignoranza, noi viviamo nella prigione della nostra mente e nell’ignoranza. Tutti gli sbagli vengono dalla percezione soggettiva errata.Solo con la pratica si può arrivare alla saggezza della vacuità, spinta da un senso d’urgenza ed ottenuta con l’insegnamento dell’impermanenza. L'impermanenza può essere di diverso tipo: grossolana o sottile.

Un esempio di Impermanenza grossolana è il tempo che ha un continuum visibile (anno, giorni, ore ). Un esempio di impermanenza sottile è Il tempo come un continuum non visibile, oppure il Sé. Lo spazio al contrario è un fenomeno NON composto o permanente (permanente e Non composto sono sinonimi).     In tutti i fenomeni impermalenti c’è la presenza del continuum. Il cambiamento è costante e continuo giorno dopo giorno, bisognerebbe prendere questo come oggetto di meditazione per svegliarsi dal sonno dell’ignoranza. Si possono ottenere risultati straordinari con questo tipo di meditazione, si può riuscire ad avere l’impressione che tutto vibri, è come un buttarsi da un treno in velocità il cui conducente è la nostra mente (che spesso è sotto il controllo dell’ignoranza e delle contaminazioni dell'egoismo). Quando il conducente è condizionato da questi fattori ci porterà inevitabilmente alla sofferenza, emozioni ed  azioni saranno contaminate. Un attimo di sofferenza annulla spesso anni di felicità.  

Occorre coltivare la saggezza ed una mente che possa percepire la realtà correttamente.  Per cominciare occorerebbe avere una lavagna pulita dagli stati emotivi. Tutti aspirano alla felicità,  al 100% di felicità e liberi dalla sofferenza al 100%. Il Buddha esplorando la nostra mente ha scoperto che dentro di noi c’è il senso della perfezione (la natura dell’acqua) e possiamo arrivare ad essere felici al 100%, Lo stato di Nirvana è coperto da oscurazioni afflittive e cognitive,   dobbiamo quindi liberarci dai contaminanti temporanei. Invece, di continuare a focalizzarci sulle cose esterne, dobbiamo cambiare le condizioni interne.  Il samsara si manifesta quando sei debole interiormente ed ogni cosa diventa un problema. Il Nirvana è uno stato in cui si resta completamente imperturbabile agli eventi esterni. Una persona debole è facilmente influenzabile dagli eventi esterni.

Le cinque oscurazioni sono: samsara, desideri, azioni contaminate, afflizioni, ignoranza.  Per avere un'esperienza di vacuità dobbiamo fermare le onde, le afflizioni. Per diminuire le afflizioni si deve meditare sull’interdipendenza, sulla relatività della realtà, e ci si deve risvegliare dal sonno dell’ignoranza. Meditare sull’impermanenza contribuisce ad uscire dal samsara, coltivando la saggezza la mente acquista la capacità di discriminare, di capire che la realtà di tutto ciò che esiste, è vacuità.

C’è la realtà convenzionale (in cui la vacuità è forma) e la realtà ultima (in cui la forma è vacuità). La forma è vuota di forma nell’analisi ultima. La vacuità non è niente altro che la forma, la forma non è niente altro che la vacuità. Uno stesso oggetto mostra due caratteristiche diverse, due verità diverse. Forma e vacuità sono due aspetti dello stesso oggetto.  Anche tutti i fenomeni hanno due verità.

Dire che nella vacuità non esiste niente è totalmente errata, in questo caso sarebbe nichilismo. Nella vacuità la causa ed effetto è  eliminata. Il Buddha ha detto che tutto è vacuità. Ciò non significa che  io non esisto, gli altri non esistono. Significa semplicemente che questi fenomeni NON esistono intrensicamente. Vacuità è  l'abbreviazione di esistenza indipendente, niente esiste indipendentemente, tutto ciò che esiste ha origine dipendente.

La via di mezzo è la via tra i due estremi, tra il dipendente (che nega indipendenza assoluta) e l'origine (qualcosa che viene in esistenza, rifiuta l’estremo del non esistere, nichilismo). Tutto appare soggettivamente, anche il sogno esiste soggettivamente, come la mente lo crea, lo sperimentiamo come vero, e la mente ha la capacità di creare dettagli. Per spiegare il funzionamento della mente si usa spesso la metafora della proiezione. Esempio del proiettore e dello schermo, il film è sullo schermo e proviene dal proiettore. Prendiamo l'esempio del fiore che stiamo osservando. Il fiore è là, ma proviene dal proiettore della mia mente, in un caso credi che sia vero, nell’altro sai che non è vero, E’ l’ignoranza che si aggrappa al sé. Quando capisci che le cose che appaiono, non sono vere, inizia la comprensione della vacuità.  La mente è come un proiettore nel sogno, ci svegliamo dal sogno convenzionale ogni giorno, viviamo nel sonno non convenzionale che è la vita, ed è quello che sperimentiamo quando sono sveglio. Il cuore non si riposa mai, la mente proietta senza mai fermarsi, qualche volta si riposa quando trova la vacuità. Come si arriva a questo riposo finale? E’ possibile arrivare a questo punto? Occorre sapere che quello che percepisco è un prodotto della mente.

Ci sono quattro punti per stabilire la vacuità:

  • identificare l’oggetto di negazione,
  • comprendere la vacuità dell’oggetto, come essere un tutt’uno con le sue parti,
  • la vacuità dell’oggetto, deve essere diversa dalle sue parti,
  • pervasione, tutto ciò che è vuoto (di esistenza oggettiva) dell’essere uno o diverso dalle sue parti, vuol dire che l’oggetto è vuoto di esistenza oggettiva.

La vacuità dell’oggetto di essere oggettivo è l’oggettività dell’oggetto stesso. L'esistenza oggettiva, è indipendente della mia mente; Oggettivo e convenzionale non sono la stessa cosa, l’oggettivo nega il convenzionale. Se il fiore non appare, non appare oggettivamente, senza la consapevolezza l’oggetto continua ad apparire, quella è l’apparenza ingannevole. Il sogno che è creato dalla proiezione della mente, del Sé, quello è il samsara.

Sul monte Kailasha ci sono due gruppi di persone con due tipi di occhiali, un gruppo vede la neve bianchissima, l’altro, con gli occhiali appannati vede la neve sporca. Noi guardiamo il mondo con le lenti sporche, vediamo un mondo imperfetto (samsara);  con le giuste lenti vediamo il Nirvana. Il Samsara è visto da una persona normale, il Nirvana è visto da un essere illuminato.

Vedi link:   https://studybuddhism.com/it/studi-avanzati/lam-rim/vipashyana/meditazione-sulla-vacuita/meditazione-di-analisi-in-quattro-punti-sulla-vacuita

Fabrizio Pallotti (Champa Pelgye) studia e pratica il Buddhismo dal 1979. Ordinato monaco novizio da Geshe Champa Gyatso nel 1981 e da Sua Santità il Dalai Lama nel 1982,  collabora al programma di studi avanzati di Buddhismo diretto da Geshe Champa Gyatzo all’Istituto Lama Tzong Khapaha. 

La ruota del Dharma

Il Dharmacakra, o Ruota del Dharma, è una ruota con otto raggi che rappresenta l'Ottuplice Sentiero Buddhista, il più nobile dovere da mettere in atto per un praticante..

Il Buddha viveva a Benares nel parco dei cervi di Isipatana. Lì si rivolse ai bhikkhus (monaci). "Bhikkhus, questi due estremi non dovrebbero essere coltivati da chi è sul sentiero della ricerca.  Questi sono la devozione all'indulgenza del piacere negli oggetti del desiderio sensuale, che è inferiore, bassa, volgare, ignobile e non porta a nessun bene;     e c'è la devozione all'auto-tormento, che è doloroso, ignobile e non porta a nessun bene. "La via di mezzo evita entrambi questi estremi; dà la visione, dà la conoscenza, e conduce alla pace, alla conoscenza diretta, alla scoperta, al nibbana (nirvana). Questa via è il nobile ottuplice sentiero, cioè la giusta visione, la giusta intenzione; la giusta parola, la giusta azione, il giusto sostentamento; il giusto sforzo, la giusta consapevolezza, la giusta concentrazione.
"La sofferenza, come nobile verità, è questa: La nascita è sofferenza, l'invecchiamento è sofferenza, la malattia è sofferenza, la morte è sofferenza, la tristezza e il lamento, il dolore, il lutto e la disperazione sono sofferenza; l'associazione con l'odiato è sofferenza, la dissociazione dall'amato è sofferenza, non ottenere ciò che si vuole è sofferenza.
"L'origine della sofferenza, come nobile verità, è questa: È la brama che produce il rinnovamento dell'essere accompagnato da godimento e lussuria, e godere di questo e di quello; in altre parole, la brama dei desideri sensuali, la brama dell'essere, la brama del non essere.
"La cessazione della sofferenza, come nobile verità, è questa: È la dissolvenza senza fine e la cessazione, la rinuncia, l'abbandono, il lasciar andare e il rifiuto, di quella stessa brama.
"La via che conduce alla cessazione della sofferenza, come nobile verità, è questa: È semplicemente il nobile ottuplice sentiero, cioè la giusta visione, la giusta intenzione; la giusta parola, la giusta azione, il giusto sostentamento; il giusto sforzo, la giusta consapevolezza, la giusta concentrazione.   

  • Questa sofferenza, come nobile verità, può essere diagnosticata.                  
  • Questa origine della sofferenza, come nobile verità, può essere abbandonata.       
  • Questa cessazione della sofferenza, come nobile verità, può essere verificata. 
  • Questa via che conduce alla cessazione della sofferenza, come nobile verità, può essere sviluppata.

"Finché il mio conoscere e vedere come stanno le cose non era del tutto purificato in questi aspetti, in queste tre fasi di ciascuna delle quattro nobili verità, non pretendevo di aver scoperto il pieno Risveglio che è supremo. Ma non appena il mio sapere e vedere come stanno le cose, fu abbastanza purificato in questi  aspetti, in queste tre fasi di ciascuna delle quattro nobili verità, allora sostenni nel mondo con i suoi dei, i suoi Maras e le alte divinità, in questa generazione con i suoi monaci e brahmani, i suoi principi e uomini di aver scoperto il pieno Risveglio che è supremo. Sapere e vedere sorse in me così: 'La liberazione del mio cuore è inattaccabile. Questa è l'ultima nascita. Ora non c'è rinnovamento dell'essere".
Questo è ciò che disse il Beato ai monaci del gruppo dei cinque che approvarono le sue parole. Ora, durante questo discorso, sorse nel venerabile Kondañña la visione immacolata della Vera Idea: "Tutto ciò che è soggetto a sorgere è soggetto a cessare". 

Gli dei della terra dissero: "A Benares, nel Parco dei Cervi di Isipatana, l'ineguagliabile Ruota della verità è stata fatta girare dal Beato, per non essere fermata da monaco o divino o dio o angelo della morte o alta divinità o nessuno al mondo".
Allora il Beato pronunciò l'esclamazione: "Kondañña sa! Kondañña sa!", e fu così che quel venerabile monaco acquisì il nome di Añña-Kondañña - Kondañña che sa.

Le quattro Nobili verità - Bhikkhu Bodhi

 Dal sito   https://www.accesstoinsight.org/lib/authors/bodhi/bps-essay_20.html

Bhikkhu Bodhi, nato Jeffrey Block, è un monaco buddista Theravada americano, ordinato in Sri Lanka e attualmente insegna nella zona di New York e New Jersey. È stato nominato secondo presidente della Buddhist Publication Society e ha curato e scritto diverse pubblicazioni fondate sulla tradizione buddhista Theravada.

Perchè le quattro verità sono Nobili?  E' quello che cerca di spiegare Bhikkhu Bodhi nel testo seguente.. 
L'insegnamento del Buddha, nel Primo Sermone di Benares, include la formula delle Quattro Nobili Verità. Il Buddha dichiara che queste verità trasmettono in poche parole tutte le informazioni essenziali di cui abbiamo bisogno per intraprendere il cammino della liberazione. Egli dice che come l'orma dell'elefante, a causa delle sue grandi dimensioni, contiene le impronte di tutti gli altri animali, così le Quattro Nobili Verità, a causa della loro completezza, contengono in sé tutti gli insegnamenti sani e benefici. Tuttavia, mentre molti esponenti del buddhismo hanno dedicato attenzione a spiegare il contenuto effettivo delle quattro verità, solo raramente viene presa in considerazione la ragione per cui esse sono designate come nobili verità. Eppure, è proprio questa parola descrittiva "nobile" che ci rivela perché il Buddha scelse di dare al suo insegnamento questo formato.
La parola "nobile", o ariya, è usata dal Buddha per designare un particolare tipo di persona, che dovrebbe nascere dai suoi insegnamenti.  Nei discorsi il Buddha classifica gli esseri umani in due grandi categorie. Da una parte ci sono i puthujjanas, i mondani, dall'altro lato ci sono gli ariyans, i nobili, l'élite spirituale, ed hanno una nobiltà di carattere interiore.
Questi due tipi generali non sono separati l'uno dall'altro da un abisso invalicabile, ciascuno confinato in un compartimento strettamente sigillato. Si può discernere una serie di gradazioni che salgono dal livello più oscuro del mondano cieco intrappolato nella prigione dell'egoismo e dell'autoaffermazione, attraverso lo stadio del mondano virtuoso in cui i semi della saggezza cominciano a germogliare, e più avanti attraverso gli stadi intermedi dei nobili discepoli fino all'individuo perfezionato al vertice dell'intera scala dello sviluppo umano. Questo è l'arahant, il liberato, che ha assorbito la visione purificante della verità così profondamente che tutte le sue cattive azioni sono state estinte, e con esse, ogni responsabilità alla sofferenza.

Il percorso dalla schiavitù alla liberazione, dalla mondanità alla nobiltà spirituale, è un percorso graduale ma ad un certo punto - il punto che separa lo stato di un mondano da quello di un nobile - si arriva ad una rottura, facendo un salto, che spinge il discepolo dal dominio e dal lignaggio dei mondani al dominio e al lignaggio dei nobili, e questo avviene proprio attraverso la penetrazione e la comprensione delle Quattro Nobili Verità. Sono nobili verità perché quando le abbiamo penetrate fino in fondo, quando abbiamo afferrato la loro reale importanza e le loro implicazioni, passiamo dallo status di mondani allo status di nobili, i discepoli del Beato uniti da una visione unica e incrollabile.
L'occhio del Dhamma è stato aperto, la visione della verità è stata rivelata, e anche se la vittoria decisiva non è stata ancora conquistata.      Un tale discepolo è incapace di regredire ai ranghi dei mondani, incapace di perdere la visione della verità che è balenata davanti al suo occhio interiore. Il progresso verso la meta finale, la completa eliminazione dell'ignoranza e del desiderio, può essere lento o rapido; ma una cosa è certa: un tale discepolo che ha percepito le Quattro Nobili Verità non può mai ritornare indietro, e arriverà allo status di nobile, in un massimo di sette vite.

La prima nobile verità, la verità della sofferenza, deve essere pienamente compresa: i nobili non seguono sconsideratamente la corrente della vita, ma si sforzano di comprendere l'esistenza dall'interno, nel modo più onesto e completo possibile. Anche per noi è necessario riflettere sulla natura della nostra vita. Dobbiamo cercare di comprendere il significato profondo di un'esistenza delimitata da un lato dalla nascita e dall'altro dalla morte, e soggetta nel mezzo a tutti i tipi di sofferenza descritti dal Buddha nei suoi discorsi.

La seconda nobile verità, dell'origine o causa della sofferenza, implica il compito dell'abbandono. Un nobile è tale perché ha capito il processo che porta alla sofferenza ed abbandona tali comportamenti.

La terza nobile verità, il Nibbana (Nirvana), l'estinzione della sofferenza, può essere realizzata solo dai nobili. Una volta che si è compreso che tutte le cose condizionate del mondo, essendo impermanenti e insostanziali (non hanno un'esistenza estrinseca), non potranno mai darci una soddisfazione totale, si deve quindi iniziare a percorrere il sentiero.

Infine, la quarta nobile verità, I nobili hanno raggiunto il loro status percorrendo e sviluppando il Nobile Sentiero Ottuplice e sono sicuri di non deviare mai dal sentiero. Questo è il sentiero che fa nascere la visione, che fa nascere la conoscenza, che porta alla comprensione superiore, all'illuminazione e al Nibbana, il coronamento della nobiltà.

L'insegnamento del Buddha così com'è - Bhikkhu Bodhi

 L'insegnamento del Buddha così com'è    ~ Corso composto da dieci lezioni audio sui fondamenti dell'Insegnamento del Buddha (il Dhamma) tenute dal Venerabile Bhikkhu Bodhi.
Audio BuddhaNet   http://www.buddhanet.net/audio-lectures.htm

Il Venerabile Bhikkhu Bodhi (1944 - ), Jeffrey Block, è un monaco buddista Theravada americano, ordinato in Sri Lanka e attualmente insegna nella zona di New York e New Jersey. È stato nominato secondo presidente della Buddhist Publication Society e ha curato e scritto diverse pubblicazioni fondate sulla tradizione buddhista Theravada. 

Attirato dal buddismo all'età di vent'anni, dopo aver completato gli studi universitari si è recato in Sri Lanka, dove ha ricevuto l'ordinazione novizia nel 1972 e l'ordinazione completa nel 1973, entrambe sotto la guida del defunto Ven. Ananda Maitreya, il principale studioso-monaco dello Sri Lanka dei tempi recenti. Nel maggio 2000 ha tenuto il discorso principale alle Nazioni Unite in occasione della prima celebrazione ufficiale del Vesak (il giorno della nascita, dell'illuminazione e della morte del Buddha). È tornato negli Stati Uniti nel 2002 e dal luglio 2002 vive e insegna al monastero di Bodhi. Attualmente è il presidente del Consiglio Sangha del Monastero di Bodhi e il presidente della Fondazione Yin Shun.

Le 10 lezioni spiegano il Dhamma dal punto di vista del Buddismo Theravada, la più antica scuola buddhista, le cui scritture, il canone Pali, danno il quadro più accurato di ciò che il Buddha ha effettivamente insegnato. Le conferenze sono intese per essere abbastanza basilari da essere di valore per i principianti senza uno studio precedente del Dhamma, e abbastanza profonde e approfondite da essere di interesse per gli studenti di lungo corso che cercano di estendere e chiarire la loro comprensione.   Ogni lezione è in due parti, per un totale di 20 brani.

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