giovedì 29 febbraio 2024

Diventare la versione migliore di noi stessi - 10 guru e 10 utili applicazioni per migliorare la propria vita

Negli ultimi 25 anni il settore del self-help, letteralmente auto aiuto, ha attirato un forte interesse e adattato la propria offerta al sentire contemporaneo. Oggi siamo portati a vedere noi stessi in relazione a chi viene da un paese diverso dal nostro, a chi è meno fortunato di noi e al nostro pianeta in pericolo. Questa consapevolezza collettiva offre vantaggi personali che cambiano radicalmente la nostra vita. Basta leggere un libro, provare una nuova app, ascoltare una conferenza TED oppure partecipare a un workshop sul benessere per convincersi che il cambiamento è possibile, un passo alla volta. 

Mentre proviamo a diventare la versione migliore di noi stessi, scopriamo concetti come mindfulness, gratitudine, salute, creatività, disseminati in un percorso che sembra portare a un futuro migliore. La speranza è quella di vivere, in un mondo più connesso e compassionevole, che abbia superato gli ostacoli geopolitici di oggi.  Abbiamo selezionato 10 guru e 10 utili app per migliorare la propria vita.

I guru.  Ecco 10 nomi da tenere a mente:

-Thich Nhat Hanh. Stimato maestro zen e pacifista, il monaco vietnamita Thich Nhat Hanh ha viaggiato per il mondo, organizzando conferenze e ritiri. “A volte la felicità porta il sorriso, ma a volte è il sorriso a portare la felicità.”

- Matthieu Ricard. Soprannominato “l'uomo più felice del mondo”, questo brillante ex biologo molecolare è un monaco buddista francese che insegna come controllare il proprio mondo interiore per essere felici e realizzarsi. “La felicità è l'obiettivo primario delle nostre aspirazioni e può avere diversi nomi: realizzazione, profonda soddisfazione, serenità, appagamento, saggezza, fortuna, gioia o pace interiore; e diversi mezzi: creatività, giustizia, altruismo, lotta, conclusione di un progetto o di un'opera.”

- Eckhart Tolle. Oprah Winfrey dice di avere sul comodino il libro del maestro spirituale tedesco Eckhart Tolle. La sua opera si concentra sulla trasformazione della consapevolezza. “Che sollievo rendersi conto che il “discorso interno” non rappresenta chi sono veramente. E allora chi sono? Sono colui che riesce a rendersene conto.”

-Don Miguel Ruiz. Dopo un grave incidente d'auto, Don Miguel abbandona la carriera medica per trovare il senso più profondo dell'umanità, unendo mitologia messicana a concetti moderni.  “Ogni uomo è un artista. Il sogno della vita di ognuno è creare arte meravigliosa.”

-Brené Brown. Sociologa americana, Brené Brown ha pubblicato cinque bestseller ispirati ai suoi studi sui temi del coraggio, della vulnerabilità, della vergogna e dell'empatia arrivati al primo posto della classifica del New York Times.  “Essere orgogliosi della propria storia e al contempo volersi bene è la decisione più coraggiosa da prendere.”

- Tim Ferriss. Guru della produttività made in Silicon Valley, protagonista di un podcast e autore del bestseller 4 ore alla settimana, Tim Ferriss mette al primo posto la calma anziché il lavoro frenetico. Per gestire al meglio il tempo, Ferriss consiglia di eliminare il sovraccarico di informazioni semplicemente bloccandole.  “Se si lavora solo quando si è più efficienti, la vita diventa più produttiva e al tempo stesso più piacevole.”

- Marie Kondo. Regina delle cleanfluencer, Marie Kondo ha sviluppato il metodo KonMari, che suggerisce di valutare ogni oggetto in base alla “scintilla di felicità” che suscita. Se manca la scintilla, meglio eliminare l'oggetto. Il metodo promette una mente più libera e lucida. “Riordinare lo spazio fisico è un modo per prendersi cura del proprio spazio mentale.”

- Charles Duhigg. È importante capire come nascono le abitudini, afferma l'autore di Il potere delle abitudini. Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle. Solo dopo è possibile modificarle, alterare la propria routine e le proprie ricompense e raccogliere i frutti del cambiamento. “Quando ci si rende conto che è possibile cambiare le proprie abitudini, si è liberi – e responsabili – di crearne di nuove. Quando ci si rende conto che è possibile ricostruire le proprie abitudini, diventa semplice mettersi a lavoro per modificarle.”

- Karen Armstrong. Se la chiave di un pianeta più solidale e un futuro migliore è volersi bene, basta imparare a essere più compassionevoli. Con la Carta della compassione, Karen Armstrong, saggista ed ex suora cattolica, ci spiega come raggiungere l'obiettivo. “La compassione è una competenza pratica che si impara, come la danza. Bisogna esercitarla con diligenza, giorno dopo giorno.”

- Marianne Williamson. Tra i saggi di Marianne Williamson sulla ricerca spirituale, quattro bestseller arrivati al primo posto della classifica del New York Times. Attivista – si batte, ad esempio, per i pazienti sieropositivi e malati di AIDS –, l'autrice è anche uno dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti. “Nasciamo con la capacità di amare. Il mondo ci insegna la paura.”

____________   Migliorarsi diventa più facile grazie alla tecnologia digitale e ai consigli quotidiani delle app dedicate. Eccone 10: dall'analisi del sonno alle lezioni di storia dell'arte.

- Headspace. Attraverso la meditazione guidata, Headspace inizia l'utente al mondo della mindfulness e dei suoi benefici con argomenti specifici come il sonno e la gestione della rabbia. 

- Happify. Con Happify è possibile esercitarsi al pensiero positivo attraverso brevi giochi e attività.

- Habitica. Raggiungere gli obiettivi si trasforma in un'avventura: la lista delle cose da fare diventa un gioco e ogni impegno completato permette di sviluppare il proprio avatar. 

- Sleep Cycle. Sveglia intelligente che monitora il sonno e permette di svegliarsi all'orario perfetto per una giornata produttiva.

- Skillshare.  Ben sette milioni di utenti hanno già scaricato Skillshare per imparare nuove abilità – disegno, grafica, fotografia – attraverso un catalogo di 28.000 lezioni online.

- Forest. Più si resta concentrati sul lavoro, più l'albero virtuale cresce, aiutando l'utente a sfruttare ogni momento della giornata senza la distrazione del telefono.

-Charity Miles. Corsa o camminata, ogni miglio percorso serve a sostenere un'associazione benefica, motivando l'utente con un obiettivo che va oltre il tenersi in forma.

- DailyArt. DailyArt mostra ogni giorno un capolavoro e relative curiosità sul mondo dell'arte.

- Daylio. Con Daylio è possibile osservare e registrare il proprio stato d'animo in modo facile e senza scrivere nemmeno una parola.

-You Need A Budget. Con YNAB l'utente impara a risparmiare grazie a funzionalità di sincronizzazione con la banca, gestione del budget e assistenza personale.

La mente profana potrà essere trascesa - Antonio Nuzzo

Il problema cruciale di alcuni cultori dello Haṭhayoga moderno è quello di utilizzare la mente ‘vṛttica’, ovvero la mente profana, quella assoggettata alle impregnazioni coscienti e inconsce della memoria recente e di quella antica, al servizio della propria pratica.
Quella mente e quella memoria hanno come centro l”EGO” che cerca costantemente di assoggettare il corpo e il respiro alle proprie ambizioni.
Quella mente viene educata nel tempo a dare una direzione a tutto ciò che la vita ci ha donato e ha usurpato quelle abilità con un atteggiamento di appropriazione.        
Usa la massima: Fare per ottenere. Un binomio inscindibile da cui bisognerebbe liberarsi.
Viene così coltivata la grande presunzione di divenire onnipotenti, semplicemente perché il nostro corpo, con l’esercizio, diventa capace di assumere posizioni impensabili a molti.
Questa presunzione si intensifica, colpisce prima di tutto noi stessi e l’io viene esaltato in modo eccessivo al punto tale da meravigliarci se la vita ci fa attraversare momenti di grande difficoltà: dal semplice raffreddore fino ad arrivare a squilibri ben più importanti.
L’auto-esaltazione e il potere della mente sul corpo diventa eccessivo da squilibrare tutte le relazioni e i rapporti interni a noi, nasce così uno stato di prevaricazione e di conflitto interno permanente.
Bisognerebbe fermarsi e cambiare rotta, finché si è in tempo!
E allora la pratica dello Haṭhayoga assumerebbe tutt’altro sapore…       
 
È più efficace agire nel silenzio superando così la tendenza ad interagire agli stimoli dell’azione. Costruendo una interiorità che via via si libera della reattività che ogni azione induce. Allora soltanto l’immobilità in una posizione meditativa potrà realmente usufruire di quella condizione di silenzio raggiunta nonostante le sollecitazioni mentali e reattive. Quando l’asana non sarà più oggetto di alcuna reattività mentale allora saremo pronti ad immergerci in un silenzio permanente. La mente profana potrà essere trascesa.

Swami Anandananda

Swami Anandananda Saraswati è il fondatore e Yogacharya della Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia, nel 1979 ha incontrato il suo Guru e Maestro Spirituale, Swami Satyananda Saraswati, da cui ha ricevuto l’iniziazione alla tradizione di Sannyasa nel 1983.       

Dal 1980 ad oggi visita regolarmente la Bihar School of Yoga, Munger, Bihar, India, dove soggiorna per prolungati periodi di tempo per approfondire la propria formazione. Su indicazione del suo Guru, insegna le tecniche avanzate dello Yoga della tradizione Satyananda Yoga.

Nel 1982 ha fondato la Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia e da allora tiene conferenze e workshop in Convegni Internazionali organizzati da differenti Centri, Scuole di Yoga e Ashram Satyananda in Europa, India e Sud America.

Conduce corsi di formazione e di aggiornamento per Insegnanti di Yoga, seminari di approfondimento e conferenze su differenti aspetti dello Yoga. Ha condotto corsi e seminari nell’Ashram a Rikhia, India, per aspiranti e studenti di Yoga dall’Italia e collabora per l’attuazione delle iniziative di Shivananda Math, Rikhia, un’istituzione caritatevole fondata da Paramahamsa Satyananda.

Dal 2013 è Membro del Yoga Vidya Council ed è anche Membro del Consiglio Direttivo della Satyananda Yoga Academy Europe.

Video:

  • https://youtube.com/@scuoladiyogasatyanandaashr8996?si=r79ZetcKKxvJKARq
  • https://youtu.be/_AJ6JA-VgWw?si=tP1IQxitN3DLBJwh 
  • https://www.youtube.com/@scuoladiyogasatyanandaashr8996
  • http://satyanandayogabr.blogspot.com/2014/09/swami-anandananda-saraswati.html

Scuola di yoga Satyananda ashram Italia - Via Ca’ Baldone, 62 – Trarivi di Montescudo (Rn)
Tel. 0541 984710 – 327 2595846 • Email: scuoladiyoga@satyanandaitalia.net

Swami Prajnanpad

Svâmi Prajnânpad (1891-1974) è stato un maestro spirituale, oltre che un terapeuta: ha inventato, tra la psicoanalisi e il Vedânta, un percorso originale verso la saggezza o la libertà. Saggezza dell'azione, saggezza della lucidità: saggezza liberata e liberante. Il cui insegnamento, noto come Adhyatma Yoga (cioè lo yoga diretto verso il Sé), radicato nella più antica tradizione indiana, illumina in modo del tutto nuovo il percorso di chi aspira a conoscere la verità.
 Swami Prajnanpad "sede di perfetta conoscenza" è nato in una famiglia di bramini a nord di Clacutta. Nel 1921 incontrò il suo maestro, Niralamba Swami, e nel 1925 divenne samnyasin, indossando l'abito ocra della rinuncia, anche se sua moglie era incinta. Nel settembre 1930, alla morte di Niralamba, successe alla testa dell'ashram di Channa dove si stabilì.            

Nel 1925, scoprì gli scritti di Freud nella biblioteca dell'Università di Benares dove insegnava, e sviluppò così la propria tecnica, sia terapeutica che spirituale, basata sulla libera associazione e sull’espressione delle emozioni: "La persona, partendo dalle sue attrazioni e repulsioni, cerca di vivere un'esperienza di non-dualità (advaita), di totale accettazione, con le sue emozioni". I suoi discepoli lo definirono sia psicoterapeuta, sia maestro spirituale, e questa sintesi era forse ciò che lo caratterizzava: "perché la saggezza è solo l'estremo della salute psichica; la salute è solo una saggezza minima."

Formatosi nelle discipline scientifiche, Svami Prajnanpad concilia scienza e tradizione, approccio materialistico e spirituale. Per motivi di efficacia pratica, si riferisce costantemente alla sperimentazione, rifiuta ogni ricorso a qualsiasi autorità, ma non esita a usare tutti i metodi per liberare il discepolo dai suoi blocchi emotivi. "La spiritualità", ha detto, "è solo un altro nome per l'indipendenza. E niente libera come la verità. Non si tratta di inventare una nuova religione. Si tratta di trovare - tra Oriente e Occidente, tra tradizione e modernità - un percorso verso l'essenziale, dove già siamo". È su questo sentiero che Prajnânpad ci guida, ci accompagna, ci illumina.  Sito: https://www.svami-prajnanpad.org/

Svami Prajnanpad non ha mai scritto un libro o ha tenuto una conferenza, ha rilasciato interviste individuali a un piccolo numero di persone. Egli rispose alle loro lettere. Alcune delle sue interviste sono state registrate. Per tutti coloro che si avvicinavano a lui, irradiava amore e intelligenza.
"Nella vita del mondo, cogliamo sempre un oggetto particolare. Ma cosa succede quando ti senti e ti rendi conto che non c’è nulla da afferrare? C'è una completa scomparsa della coscienza del mondo, e quando quel sentimento cristallizza, sentiamo: Tutto appartiene a me, tutto mi appartiene. Il risveglio non è altro che questo." "Ti senti: quello che dovevo fare ho fatto, quello che dovevo ottenere, quello che dovevo dare, l'ho dato."
Swami Prajnanpad visitò la Francia due volte: nel 1966, a Bourg-la-Reine, dove rimase con Arnaud e Denise Desjardins, e nel 1973, in Normandia, con Daniel e Colette Roumanoff. Morì l'anno seguente, nel 1974, all'età di 83 anni.
E' stato il maestro di Arnaud Desjardins e Daniel Roumanoff ed entrambi hanno scritto un libro su di lui, rispettivamente Les formules de Swami Prajnanpad e Swami Prajanpad biographie.
André Comte-Sponville disse di lui: "Questo maestro – è uno dei più grandi di questo tempo – non è un ottimista, non un sognatore o un credente. Un filosofo? Molto meglio: un uomo saggio!" 
André-Compte Spoville gli ha dedicato un libro De l'autre cote du desespoir - Introduction à la pensée de Svâmi Prajnânpad.
Estratto dal libro : Fondamentalmente, ci sono solo due modi: accettare o rifiutare. E tutti rifiutano per primi. Come possiamo rifiutare ciò che si rifiuta di soddisfarci? Come rifiutare la morte, quando si vuole vivere? La solitudine, se vogliamo essere amati? La tristezza, quando vogliamo la felicità? Vorremmo che la realtà soddisfacesse i nostri desideri, ma ci accorgiamo che non lo fa; allora rifiutiamo la realtà. Quale neonato non piange quando il seno viene ritirato? Quale uomo, quale donna, quando l'amore se ne va? Poveri bambini avidi e frustrati che siamo! 

 Che razza di uomo, che razza di donna è quando l'amore se ne va? Poveri bambini avidi e frustrati che siamo!Sempre alla ricerca di un seno, aggrappati ad esso, quando tutto il mondo è lì e si dà!Dobbiamo solo lasciare andare, accettare lo svezzamento, la separazione, ed è quello che non sappiamo fare.Quando la vita è deludente (lo è sempre per chi spera), pensiamo che la vita sia sbagliata.Da qui quello che Prajnânpad chiama la mente (manas, mente), che è come un doppio della realtà - di nuovo, molto vicino a Clément Rosset - che il desiderio inventa per proteggersi dall'originale. È il pensiero, nella misura in cui ci separa dal reale.È il discorso interiore, nella misura in cui ci separa dalla realtà o dal silenzio.È la vita onirica, nella misura in cui ci separa dalla vita reale e dalla felicità.Come sottolinea Michel Hulin, "tutta l'infelicità umana deriva dalla nostra propensione a staccarci dalla realtà, a stabilirci nell'immaginazione in un luogo diverso da quello in cui ci troviamo, in breve, dalla nostra incapacità congenita di seguire i contorni mutevoli delle circostanze"

Direi volentieri che tutta l'infelicità umana deriva dall'idealismo, e Prajnânpad difficilmente dice il contrario. "Realtà contro irrealtà.La realtà è ciò che è, ciò che accade.È sì".L'ideale?È tutto negazione e menzogna.La mente nega sempre: "Ciò che è viene coperto, come se si fosse messo qualcos'altro al suo posto".Così si nega, si rifiuta, si dice "no, non dovrebbe essere... dovrebbe essere qualcos'altro".Si nuota nel delirio.Quel no è la mente.La mente che vi tradisce e crea l'illusione". 

Citazione: "Nella vita del mondo, un oggetto particolare si riesce sempre ad afferrarlo. Ma cosa succede quando ti rendi conto che non c’è nulla da afferrare? C’è una completa scomparsa della coscienza del mondo e quando quel sentimento cristallizza, proviamo la seguente sensazione: “Tutto mi appartiene, tutto mi appartiene”. Il risveglio non è altro che questo".

mercoledì 28 febbraio 2024

Beautiful Minds

Louis, uomo riservato e silenzioso, dirige un'impresa di pompe funebri mentre Igor, quarantenne amante della filosofia, a causa di una paralisi celebrale è rimasto disabile a vita. I due non si conoscono, almeno non finché Louis con la macchina investe Igor mentre sta effettuando delle consegne a domicilio per lavoro. Entrambi vivono in profonda solitudine: Louis perché per dimenticare dolori passati ha relegato la sua vita solo nella sfera lavorativa e Igor perché per via della sua disabilità è il primo a isolarsi dal mondo, rifugiandosi nelle parole dei libri. Per una serie di coincidenze i due compiono un viaggio insieme verso il sud della Francia, viaggio in cui impareranno a sentirsi finalmente spensierati, anche grazie al nascere di una nuova splendida amicizia.

Beautiful Minds è il racconto di un viaggio attraverso il Sud della Francia e di due persone che imparano l'importanza di condividere i propri dolori ritrovando, finalmente grazie all'amicizia, la serenità.

Il genere cinematografico dell'on the road è da sempre perfetto per raccontare l'evolvere dei personaggi di un film. Di esempi ce ne sono a bizzeffe; il cinema, soprattutto quello americano, è ricco di incredibili storie su strada. Come se i chilometri macinati rappresentassero il tempo che scorre, con il passato che rimane indietro e cessa di pesare sull'individuo, lasciando spazio ad un futuro in cui si ha la libertà di potersi riscrivere, dando vita ad una rinnovata esistenza.

E Beautiful Minds di Bernard Campan e Alexandre Jollien è difatti un classico on the road, in cui i protagonisti iniziano il loro viaggio in un modo e alla fine di questo, sono due persone completamente diverse. È in fondo un film sul valore dell'amicizia, e primo fra tutti, ha il pregio di esser davvero ben scritto, di farsi forte di una sceneggiatura che fila dritta e senza intoppi. Ma succede spesso che se da un lato l'impeccabile esecuzione della sceneggiatura è a ragione una qualità, dall'altro si rischia a volte di incappare nel pericolo di un'opera eccessivamente confezionata, che finisce di conseguenza per diventare un po' troppo prevedibile.

Non sono pochi i momenti di Beautiful Minds in cui si ha l'impressione di vedere qualcosa di già visto e lo svolgimento del film, le strade che la narrazione intraprende, procedono per incastri fin troppo noti, difettando inevitabilmente per originalità. Ma questo a Beautiful Minds si può perdonare.

Swami

 Grandi Maestri yoga.


Antonio Nuzzo - Il respiro

" Imparare a respirare significa occuparsi della propria vita. Significa creare le condizioni interne per poter sbocciare. "  - Antonio Nuzzo      

Antonio Nuzzo è uno dei più autorevoli e stimati maestri di yoga in Italia. Con oltre 50 anni di esperienza nell’insegnamento dello yoga, Antonio Nuzzo dedica la sua vita alla ricerca di una modalità didattica più aderente alla vita di oggi, senza trascurare le direttive tradizionali dell’insegnamento e della ricerca. Nato al Cairo (Egitto) da madre di origine libanese e padre italiano, ha cominciato a praticare nel 1963 all’età di sedici anni.  Nel 1971 è diventato allievo di André Van Lysebeth, con il quale per quindici anni ha approfondito le tecniche di hatha e tantra yoga. Tra i suoi maestri ci sono Swami Satyananda di Monghyr, Swami Satchidananda e Vimala Thakar.   Nel 1973 conduce il primo seminario a Zinal in Svizzera. Un anno più tardi promuove la fondazione della prima Federazione Italiana di Yoga (F.I.Y.), di cui è stato presidente dal 1977 al 1987
Ha istituito e insegnato nella prima scuola di yoga per la formazione di insegnanti in Italia, l’Istituto Superiore per la Formazione di Insegnanti Yoga in collaborazione con varie organizzazioni attive in tutto il territorio nazionale e internazionale. 
Dal 2000 è socio onorario, vicepresidente e membro del comitato pedagogico della FMY (Federazione Mediterranea Yoga).
Nel 2019 pubblica per Morellini Editore e Yoga Journal il libro: I doni dello yoga per praticare una vita piena.  Oggi vive a Roma dove insegna al Centro Studi Yoga Roma.

La sua visione è unica in Italia e, forse, in Europa (conduce corsi di formazione anche a Parigi): è una visione laica, molto pratica, che conduce verso una spiritualità naturale, quasi esistenziale.
Lo Yoga proposto da Antonio Nuzzo – che è l’ultimo di un lignaggio di maestri che partono da Swami Sivananda e Swami Satyananda e passano per il belga André Van Lysebeth, padre dello yoga occidentale – prescinde dall’ossessiva identificazione dello yoga con la perfezione assoluta della “forma” (asana).

Tra i praticanti di Yoga, e anche tra gli insegnanti, vi è quasi sempre un’importante lacuna sull’aspetto fondamentale che sta alla base di tutto il processo: la respirazione integrale.  Nella maggior parte dei corsi questo aspetto viene trattato in modo superficiale, ma senza questo tipo di respirazione lo Yoga è quasi inesistente!  Il respiro integrale è il perno da cui lo Yoga può realmente iniziare. E anche la Vita!
La grandissima maggioranza delle persone respira superficialmente, e tutte le nostre funzioni fisiche, mentali e spirituali sono compromesse da questa ignoranza di base sul meccanismo che regola ogni istante della nostra vita.

I grandi maestri ci hanno lasciato tutte le indicazioni per padroneggiare davvero il respiro. Secondo la tradizione, il respiro deve essere sviluppato e completo nelle tre fasi respiratorie: la fase addominale, la fase toracica e la fase clavicolare o apicale, e queste fasi devono svilupparsi in modo consequenziale, globale e interattivo.  Per farlo è necessario acquisire nuove abilità muscolari, che ci rendono in grado di gestire l’azione respiratoria in tutti i suoi sviluppi, con infiniti benefici non solo nello Yoga ma nello sbocciare delle nostre complete potenzialità umane.

Imparare a respirare significa occuparsi della propria vita. Osservare come le persone respirano ci permette di comprendere che tipo di condizione mentale e fisica stanno attraversando, perché il respiro esprime qualsiasi emozione, qualsiasi sentimento. La respirazione spontanea purtroppo è la prima cosa che viene colpita dallo stress. Lo stress per esempio può agire sul diaframma e bloccare la respirazione addominale, oppure può bloccare altre aree del respiro. Ci sono un’infinità di patologie che riguardano l’azione respiratoria dettata dallo stress che agisce sui centri nervosi. 

Se si riesce a sbloccare il respiro si sbloccano dei centri nervosi, e si esce fuori dallo stress. Perché il respiro ha questo grande potere di liberarci dalle tensioni radicate, profonde. Una respirazione completa favorisce un’espulsione di anidride carbonica più efficace e un rinnovamento di ossigeno. E quando il corpo intero è ossigenato correttamente tutti gli organi, le articolazioni, le ossa, tutte le funzioni corporee e persino il cervello ne traggono enormi benefici.
L’esercizio respiratorio ha il potere di calmare la mente. Modificando il ritmo del respiro è possibile modificare uno stato di agitazione e di dispersione mentale sino ad arrivare a uno stato di completa tranquillità e lucidità. Una profonda pacificazione mentale è la migliore condizione per favorire il nostro stato di benessere fisico, mentale e psicologico e per esprimere il nostro potenziale creativo e vitale.

Lo Yoga è una grande via che ha lo scopo di aiutarci a rallentare i processi mentali fino a fermarli, in modo da entrare in un silenzio interiore. Per raggiungere questo obiettivo esistono molte tecniche come le posizioni, le pratiche meditative di concentrazione o altro… ma la base del processo è imparare a respirare, e la respirazione deve diventare una respirazione completa (in cui le tre azioni respiratorie - addominale, toracia e apicale - si sviluppano in modo integrale, consequenziale e interattivo).

Educarsi al respiro è un elemento fondamentale per il proseguo del cammino dello Yoga, il respiro è il centro del processo. Insieme al respiro l’altro centro del processo è la coscienza. Sviluppare la coscienza significa sviluppare le capacità percettive che ci consentono di ascoltare la vita del corpo nel suo interno. Questa particolarità è propria dello Yoga.

Quasi tutte le vie ginniche o esercitative si dedicano molto all’osservare il corpo come forma e quindi dall’esterno. Invece educare la nostra interiorità a dare valore al processo respiratorio nel suo sviluppo interiore ci permette di andare oltre la forma ed entrare nel vivo della vita del corpo.

La respirazione completa aumenta il livello di ossigenazione nel corpo, migliora la funzionalità cellulare e di tutti gli organi, favorisce una migliore funzionalità del cervello, rende più lucidi ed efficaci senza ricorrere a stimoli esterni. Ha il potere di liberarci dalle tensioni più radicate e profonde, di calmare la mente e apre le porte alla dimensione meditativa.

Il ritmo frenetico e innaturale a cui siamo sottoposti ogni giorno crea un notevole livello di stress e dispersione delle nostre facoltà mentali. Preoccupazione, ansia, paura, infodemia (la diffusione incontrollata di eccessive informazioni) provocano tensioni radicate e profonde, che alterano moltissimo la nostra capacità respiratoria.  Al giorno d’oggi, in Occidente, quasi nessuno sa davvero respirare. Respiriamo superficialmente, utilizzando solo in minima parte la potenzialità per cui il corpo umano è progettato.

Esistono tecniche che possono essere utilizzate quando c’è necessità, per alleviare i nostri stati di ansia in modo efficace e immediato. Una sorta di “pronto soccorso yogico” per ritrovare equilibrio, serenità, lucidità mentale, benessere fisico e pieno accesso al nostro potenziale vitale e creativo. Fino a ripristinare la nostra capacità di respirare in modo integrale con naturalezza, in ogni momento.  Il respiro è un piccolo grande miracolo di cui siamo custodi, e a cui scioccamente non prestiamo attenzione.

Lo Yoga è una grande via che ha lo scopo di aiutarci a rallentare i processi mentali fino a fermarli, in modo da entrare in un silenzio interiore.  Per raggiungere questo obiettivo esistono molte tecniche come le posizioni, le pratiche meditative di concentrazione o altro… ma la base del processo è imparare a respirare. Purtroppo tra i praticanti di Yoga, e anche tra gli insegnanti, la preparazione su questo aspetto è quasi sempre approssimativa o poco approfondita.

Secondo la tradizione dei grandi maestri yogici, il respiro deve essere sviluppato e completo nelle tre fasi respiratorie:
   - Fase addominale o diaframmatica
   - Fase toracica
   - Fase clavicolare o apicale

Lo scopo dello yoga è raggiungere con corpo e mente una dimensione di comprensione che allinea queste due realtà in un’armonia di “azione meditativa”, che apre davvero le porte al mistero del silenzio e dell’espansione coscienziale.  Perché lo yoga è proprio questo: è la meditazione in azione, attraverso il corpo. Questa nuova dimensione ti permette di armonizzare tutto l'essere e di andare oltre il turbinio mentale ed emotivo, avendo piena padronanza della propria vita.

Dal  Webinar - incontro online sul tema "il respiro nello yoga". Olistic Academy https://olisticacademy.it

Sadhguru: la nostra vita

Jaggi Vasudev (1957 - ), comunemente conosciuto come Sadhguru, è un mistico e yogi indiano premiato Padma Vibhushan, e autore di best seller per il New York Times.

Sadhguru: Non sprecare energie rimuginando su cose che qualcuno ha detto o fatto. La maggior parte di voi non si trova in uno stato d'animo dove, se chiudete gli occhi, il mondo se ne va nella vostra esperienza. Se questa è la situazione, la cosa migliore è spendersi in modo tale che semplicemente non rimanga più energia per nulla che non sia necessaria per il proprio benessere. Meglio morire di stanchezza che di noia, pigrizia, risentimento o miseria. Il fatto che tu stia invecchiando non significa che tu debba ridurre la tua attività. Se continui a fare qualcosa di enorme intensità e coinvolgimento, la tua capacità non farà che aumentare. 

È importante che tu usi la tua vita al massimo, in tutti i modi possibili. Questa è una vita così breve: perché sprecare tempo in cose che non valgono la pena? 

O devi fare qualcosa per il tuo benessere interiore, o devi fare qualcosa di utile per le persone che ti circondano. 

Se nel momento in cui colpisci il cuscino, ti addormenti all'istante perché hai speso tutte le energie per la giornata, qualsiasi sadhana tu faccia diventerà molte volte più efficace. Non startene seduto a pensare a cosa fare e cosa evitare. Se passi dalla riluttanza alla volontà, dall'inerzia all'effervescenza, la tua vita diventerà gioiosa; il tuo viaggio diventerà senza sforzo. 

E quando sarà ora di morire e ti volterai indietro vedrai di aver vissuto una vita spettacolare. Questo è molto importante che accada per te. Diventa spettacolare e illumina il mondo. 

Canale Ufficiale in Italiano di Sadhguru Jaggi Vasudev https://www.youtube.com/@SadhguruItaliano  
facebook.com/SadhguruItaliano 

Nisargadatta Maharaj - I rapporti umani

Nisargadatta è considerato uno dei più rappresentativi esponenti della scuola non dualistica del Vedānta,  rispettato e venerato anche in Occidente.  Il suo vero nome è Maruti Shivrampant Kambli (1897 - 1981) nacque a Bombay da genitori profondamente religiosi.

I rapporti umani sono una cosa viva. Sii in pace con te stesso, e sarai in pace con chiunque. Renditi conto che non sei padrone di ciò che accade, che non puoi controllare il futuro e programmare le tue azioni.
I rapporti umani non possono essere programmati, sono troppo ricchi e vari. Sii soltanto comprensivo e compassionevole libero da ogni egocentrismo.
Inoltre, non puoi evitare l’azione. Accade come tutto il resto.
Non puoi agire secondo la tua volontà. Conosci la tua volontà soltanto dopo aver agito.

La natura non nè piacevole né dolorosa. E’ tutta intelligenza e bellezza. Dolore e piacere sono nella mente. Cambia la tua scala di valori e cambierà tutto.    Piacere e dolore non sono altro che un turbamento dei sensi. Trattali alla stessa stregua e ci sarà solo beatitudine. Il mondo è come lo fai essere, e allora rendilo più felice che puoi. Solo accontentandosi puoi essere felice: i desideri soddisfatti generano altri desideri. Tenersi lontano da tutti i desideri e accontentarsi di ciò che viene da sé è la condizione più redditizia, il presupposto al raggiungimento dello stato di pienezza.
 Non diffidare della sua apparente sterilità e vuotezza. E’ la soddisfazione dei desideri che genera infelicità. La libertà dai desideri è beatitudine.
Eppure sono poche le persone che giungono a questo stato di non coinvolgimento e di distacco. E’ lo stato più elevato, l’anticamera della liberazione.
Non ho  desideri, mi accontento di ciò che viene,  cerco di essere felice.

La meditazione è una tecnica che ci permette di diventare una persona decente, ad accettarci, ad avere un’identità: arriviamo a non arrabbiarci se qualcuno ci chiede di toglierci il cappello, di non rompere una amicizia se qualcuno ci tratta una volta male, a compiere atti di benevolenza, ecc. …..
Non penso che dobbiamo fermarci a questo, penso bisognerebbe andare oltre…..
Chi si immette sul cammino spirituale è spesso alla ricerca…..

Ma cos’è che stai cercando?

Non c’è niente, c’è solo il processo della ricerca, la tua vita è solo il tuo esistere, il mondo oggettivo è fatto di dualità, nel mondo oggettivo c’è soltanto dipendenza….
Solo la coscienza è indipendente, ed è solo un miniscolo granello, ma tutto questo mondo illusorio nasce da essa.
Lo scopo dello yoga è ritrovare il vero Sé, ritrovare l’unità, trascendere la non dualità.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...