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venerdì 10 ottobre 2025

Una scuola laboratorio di vita

Pensare con la propria testa, senza lasciarsi condizionare, è indice di coraggio - Gandhi                                     La salute del corpo dipende da quella dello spirito - Maria Montessori 

Questo testo Una scuola laboratorio di vita. Dalla pedagogia ai grandi maestri di Francesca Leone pubblicato nel 2019 parla dell'educazione a scuola.  Una scuola laboratorio di vita è un modello pedagogico che trasforma la scuola in uno spazio di apprendimento esperienziale e attivo, dove gli studenti costruiscono attivamente le proprie conoscenze attraverso l'azione, l'indagine e la creazione, integrando il sapere con la vita pratica e i valori umani, ispirandosi a pedagogisti come John Dewey e all'idea di una crescita personale e sociale significativo.    

Gli insegnanti dovrebbero trasmettere ai bambini l'uguaglianza di tutti, al di là di ogni credo e colore,  e dovrebbero essere l'esempio di quello che vogliono trasmettere, e avere un atteggiamento coerente.  I veri Valori umani sono universali, innati e fanno parte integrante della natura umana. 

In questo testo viene presentato il metodo "EduCare" usato dal grande Maestro e pedagogista indiano Sathya Sai Baba, sviluppatosi oggi in tante parti del mondo, con scuole gratuite. Si basa sui cinque valori umani fondamentali che sono: Verità, Rettitudine, Amore, Pace, NonViolenza.  

Oggi la nostra scuola, nonostante il progresso, per un insegnante che la vive, risulta molto carente e dispersiva. La vita di oggi si basa sui valori del profitto e delle dipendenze, e l'uomo medio diventa sempre più insicuro, pieno di ansie e paure, e condizionato dalle nuove tecnologie.  

L'insegnante non ha più il ruolo di informatore di cultura e di nozioni, oggi facilmente usufruibili con l'ausilio della tecnologia, ma di facilitatore e di guida amorevole in senso olistico, specie a livello emotivo-sociale e psico-spirituale Come dicono anche gli psicologi Rogers e Ken Wilber, l'educatore dovrà ascoltare e guidare, comprendere i suoi  bisogni emotivi e dei suoi allievi. E' importante che educatori e famiglie contribuiscano a proporre ai bambini una vita più serena e felice possibile, pur in mezzo a tanta negatività che cerca di sommergerci in modo costante, opprimente e subdolo. 

Oggi i ritmi sono diversi, tutto sembra accellerato, le giornate sono esageratemente piene, si corre anche con la mente, mentre fai una cosa stai già pensando alla prossima.   Spesso gli adulti sono super-attivi, più dei loro figli, impegnati, stressati, non sanno come rilassarsi, non sanno cosa è il silenzio, parlano e spesso sovrappongono le loro voci, interrompono, non ascoltano l'altro, sono cellulari-dipendenti. Per contrastare questi fenomeni si dovrebbe prendere tempo per meditare. Un insegante yoga dovrebbere trasmettere positività, calma e serenità mentale. Chi medita, di solito, ha un'età biologica di molto inferiore a quella anagrafica. Se aumenta l'energia i disturbi fisici diminuiscono, e si possono sviluppare maggiormente le qualità positive e i propri talenti.  

In questo tempo di consumismo imperante, occorre ricordare che le cose importanti della vita sono: avere relazioni armoniose, il sentirsi utili e parte di una comunità, nutrire sentimenti positivi che diano serenità e possano aiutare a sviluppare la creatività, il contatto con la natura e la spiritualità. Soprattutto nelle grandi città l'interazione sociale è molto limitata. Si dovrebbero reimpostare le abitudini cambiando le priorità.

Occorre prendere consapevolezza dell'importanza della collaborazione, come diceva Lao Tse: "La via del saggio è agire, ma non competere". Occorre imparare ad organizzarci e agire in modo collettivo per prenderci cura di noi stessi e dei nostri bambini.  In molti posti del mondo stanno nascendo "borghi" o piccole "comunità", "eco villaggi", nuove forme di scambio con persone in sintonia che mirano soprattutto a ritrovare se stessi liberandosi dalla ossessione consumistica; comunità efficienti e autosufficienti non più schiave del business, di chi manovra la politica e l'economia... 

Quando giudichiamo, gridiamo e condanniamo siamo lontani dal nostro cuore, e vuol dire che predomina  l'ego e la mente che  vuole farci interpretare la realtà in modo negativo. Abbiamo l'esempio di Gandhi e Nelson Mandela che non giudicavano e odiavano i loro persecutori, nè si abbattevano, conservando una straordinaria stabilità psicologica. Rispettiamo e dimentichiamo i limiti degli altri. 

I nostri sentimenti dipendono da come interpretiamo l'esperienza, e questa interpretazione ci spinge o meno ad agire in qualche modo. Anche le situazioni più difficili hanno sempre una possibilità interpretativa.  I buddhisti riconoscono tre tendenze nocive da superare che sono, l'attaccamento, l'avversione e l'illusione, Quindi anche attaccarci al passato non è positivo, dobbiamo elaborarlo, comprenderlo e prenderne la distanza per poi superarlo. Dovremmo introdurci con coraggio nel futuro. E' importante riconoscere i limiti o difetti da un lato e i pregi e le qualità dei propri modelli nell'infanzia.  

Dovremmo trovare dei metodi che ci permettono di  gestire i sentimenti, ad esempio per gestire la rabbia pootremmo anche usare il metodo della "lettera", scrivendo tutto il risentimento, collera e aggressività su un foglio.  Importante è passare il tempo con qualcuno di allegro che vi tiri su, e non parlate di problemi, distraete la mente facendo passeggiate, danzando, suonando, ecc...  Fondamentale è anche riuscire ad imparare a rilassarsi e ad "allenarsi alla calma mentale". Per questo occorre rilassare il corpo fisico, acquietare le emozioni, rendere la mente libera e sgombra da ogni pensiero.  Fate in modo di complimentarvi con le persone per i loro progressi e che possano parlarvi con la massima fiducia. Non notate i loro piccoli difetti, cercate invece le loro qualità. Aprite il vostro cuore e siate sempre sinceri, siate pazienti sempre di più, di più.

Nella scuola, quello che conta, oltre la preparazione professionale, è il cuore. Un ragazzo  cresciuto in un ambiente in cui viene ascoltato, capito, e in cui può esprimersi con tranquillità, difficilmente sentirà il bisogno di unirsi a un "branco" per trovare sostegno e compagnia. Amore, accoglienza e supporto aiuteranno il bambino a coltivare le aspirazioni più profonde. I bambini considerati difficili, sono i più intelligenti, sensibili e di veloce apprendimento.  Se non ci impegniamo ad attivare la consapevolezza, la fiducia e l'autocontrollo, nulla potrà cambiare.  Importante è l'amore e la presenza di un genitore. Chi è pieno di amore e riesce ad amare non pensa ai soldi, è così impegnato ad amarsi e ad amare che si sforza continuamente a migliorare se stesso e fare del bene.    Anche il giudizio non aiuta allo sviluppo di un bambino e di una persona, è importante allora smascherare e sospendere il giudizio. Ricordiamo che dove c'è giudizio che ferisce, non c'è amore. 

Altro aspetto importante è una sana Inter-azione, tutto quello che facciamo crea una risonanza, si riflette non solo sugli altri ma molto di più su noi stessi. Comuni-care significa mettere in comunione, andare incontro all'altro e non contro, significa accogliere, integrare e non rifiuare o criticare. Spesso non ci si ascolta e ognuno vuole mostrare solo la sua superiorità, invece di arricchirsi in modo reciproco delle proprie esperienze e sentimenti. E' spesso facile analizzare gli altri,  più difficile esaminare se stessi, si amplificano allora gli errori degli altri per non guardae i propri limiti. La critica genera rabbia e dolore. Anche con i bambini non dovremmo usare un tono critico, procurerà loro solo dolore, disagio e senso d'inferiorità. Il rapporto adulto - bambino dovrebbe arricchire entrambi: i bambini rappresentano la purezza, gli adulti l'esperienza e la saggezza, così ognuno è al servizio dell'altro. 

Per i buddhisti, Maslow, Rousseau, l'uomo nasce con buone qualità, la natura umana è buona, poi l'esperienza trasforma queste qualità.  Nei laboratori della Pace, i piccoli gesti di gentilezza e positività si propagano rapidamente nella classe. 

L'uomo oggi ha perso di vista la sua interiorità, dovremmo trasmettere valori positivi. Dovremmo riuscire ad apprezzare ciò che siamo e quello che si ha, le cose essenziali, senza desiderare il superfluo; occorre saper godere delle bellezze naturali e vivere con semplicità che diventa leggerezza e gioia di vivere. Se non c'è fiducia in se stessi non si arriva da nessuna parte, mancherà la forza e il coraggio oltre che la capacità di elevarsi e migliorare la propria vita.   

Altri elementi fondamentali sono l'onesta e la coerenza: non c'è niente di quello che dici che contraddice quello che pensi o fai. La pace della mente è dovuta alla loro perfetta onestà verso se stessi, verso gli altri e verso il compito che si svolge.   Nella filosofia yoga l'unico dharma e dovere di ognuno è dunque la Verità che non danneggia nessuno. E' anche la vera natura dell'uomo e renderà congruenti ogni suo pensiero, parola e azione.  Se l'uomo conoscesse se stesso non ci sarebbero più meschinità e dolore.  Si dovrebbe ridimensionare continuamente l'ego che è avido, per liberare il Sé e far si che l'ego diventi il veicolo dell'anima e non la sua prigione. 

La spiritualità significa entrare in contatto con la Coscienza Superiore. Per Spirituale o Adhyatmico si intende indicare lo sforzo sincero per raggiungere due scopi: l'eliminazione dei tratti animali che ancora sussistono nell'uomo e la sua unità con il divino; l'individuo diventa uno con il Tutto. La vera vita spirituale è quella che insegna l'unità e porta verso l'amore, senza egoismi. Quando il nostro cuore sarà colmo di amore, sarà possibile ottenere tranquillità nel pensiero e pace nella mente.  San Francesco mostrò alla Chiesa i propri limiti e il significato di una vera e profonda spiritualità. Tutta la sua vita è un inno all'unità; in India è il santo più conosciuto. 

 Spiritualità è impegno e costanza, è un'esperienza di apertura mentale e consapevolezza, di auto-osservazione, di lavoro interiore su se stessi, una sorta di auto-analisi che porta alla sintesi. Serve per guardarsi dentro, andare oltre i propri limiti, liberandosi dai condizionamenti del passato per migliorare il proprio carattere, diventare autonomi e ritrovare se stessi.   Le cose belle che veramente contano : affetti, salute, solidarietà, benessere interiore, pace mentale ... sono spesso trascurate. L'uomo non si accontenta delle cose semplici e naturali, non mette un tetto ai suoi desideri, perciò è insoddisfatto e continua a correre, correre...  andare da un posto all'altro, da una relazione all'altra. 

Possiamo spiritualizzare ogni atto della vita quotidiana. Liberarci dall'egoismo; apprendere ad ascoltare, comprendere l'altro sono importanti qualità spirituali. Dobbiamo evitare attaccamento e dipendenza, cercare di avere un sano coinvolgimento in tutto, con più equilibrio e leggerezza. La vita e il percorso spirituale non possono essere separati. Per arrivare ad un livello vibratorio più alto potremmo usare mantra, meditazione, buone letture, servizio sociale disinteressato e  vivere in mezzo alla natura.  

L'educazione spirituale, a differenza dei dogmi religiosi, è fondata su principi universali di tolleranza, pace, verità, sincerità, amore e servizio e non sul settarismo, valori universali che rendono la vita piena e appagante.   Così imparare a "vivere  bene e in armonia con tutti" dovrebbe essere la base dell'educazione, anche nelle scuole.  

La spiritualità può influire sulla salute, come diceva Jung "la vera terapia consiste nell'approccio al divino, più si raggiiunge l'esperienza del divino, più si è liberati dalla maledizione delle patologie".  Molte malattie per alcuni studiosi sono psico-somatici e possono derivare da emozioni nocive ripetute come rabbia, invidia, e nascono sicuramente da uno stato di disagio e di conflitto interiore non risolto.  Se c'è armonia corpo, mente e anima è difficile che la malattia possa svilupparsi. Claudio Pagliara, medico oncologo e ricercatore dice: "Il cervello è il più efficiente produttore di farmaci e veleni".  Un medico che si interessa alla persona prima del sintomo è una cosa rara oggi. Il medico di famiglia, che attraverso il dialogo  ti curava l'anima, è scomparso.  Nella trasmissione televisiva "Presa Diretta " intitolata "Malati di farmaci" si è messo in evidenza l'abuso e l'uso inappropriato che gli italiani fanno dei farmaci che fanno più danno che beneficio al paziente. Marcel Proust disse " Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi, la medicina ha inventato l'arte di prolungarle".  La malattia è un segnale che il corpo ci manda per dirci che ha perso l'equilibrio, una spia che c'è bisogno di un riequilibrio energetico. Dovremmo imparare a mantenere la mente serena. Le malattie sono spesso causate dall'ansia, le ansie sono delle paure create dalla mente che rimugina sul passato e si angoscia per il futuro. Resta giovane chi è sano, ed è sano chi è disciplinato nel suo tenore di vita, chi fa un uso costruttivo del suo tempo, chi ha un corretto comportamento e si adopera a seminare il bene.

Fino all'ultimo istante della sua vita l'uomo dovrebbe conservare la sua voglia di osservare, ricercare, aggiornarsi, comprendere e sperimentare. la nostra è un'evoluzione continua di pensiero verso l'introspezione e la saggezza.  La rigidità mentale blocca anche il corpo. Allora sarebbe bene per un adulto ri-imparare ad adattarsi alle circostanze senza pretendere che siano le circostanze ad adattarsi a lui, ai suoi desideri.   Si dovrebbe sviluppare anche la capacità di perdonare facilmente e dimenticare velocementie i torti subiti. Oggi l'onore e il prestigio vengono prima dell'amore.  Un esempio di non attaccamento ai risultati e dell'impermanenza, è il mandala di sabbia costruito dai monaci tibetani, che dopo un lungo lavoro viene distrutto.  Molti adulti hanno perso il sorriso e la connessione con il Divino. Dovremmo impegnarci, guardarci dentro e auto-trasformarci, sviluppare il potenziale umano  per dare un senso più alto e più pieno alla nostra vita.     Valori come la condivisione, la cooperazione, l'autocontrollo, la pazienza e la fiducia in se stessi e negli altri sono alla base di una vera vita, piena, felice e di successo.  Quando sei arrivato a conoscere bene te stesso, puoi metterti al servizio degli altri attraverso il volontariato esprimendo generosità e condivisione e senza attenderti niente in cambio. 

Anche gli educatori dovrebbero avere queste qualità come l'empatia, capacità comunicative, valori etico-sociali e spirituali. L'insegnante rappresenta lui stesso il cambiamento che vuole vedere nel mondo e farà da riferimento e modello ai suoi allievi. Dovrebbe aiutare i bambini  a conoscersi e a sviluppare le loro qualità.   Anche i genitori dovrebbero rappresentare dei modelli per il loro figli, che spesso sono critici nei loro confronti: "mia madre è sempre nervosa", "mio padre sta con il cellulare appiccicato in mano".

Un profondo cambiamento può avvenire aprendo il cuore alla conoscenza e consapevolezza di sé e dell'altro. Questo potrà essere il punto di partenza per costruire una società pacifica di persone libere, costruttive e felici.  

sabato 13 settembre 2025

Plaidoyer por les animaux - Matthieu Ricard

Il testo di Matthieu Ricard  Plaidoyer pour les animaux, tradotto in italiano Sei un animale, presenta la storia, le riflessioni e le implicazioni del nostro rapporto con gli animali.      

Nel corso della storia, il rapporto tra gli esseri umani e gli animali è stato oggetto di profonde trasformazioni, passando da un'antropocentrica superiorità a un crescente riconoscimento della loro soggettività e capacità di soffrire. Il presente saggio si propone di ripercorrere, attraverso un’analisi storica, filosofica, scientifica e giuridica, le tappe fondamentali che hanno condotto all’attuale riflessione sul diritto degli animali, sottolineando le contraddizioni etiche, i meccanismi di negazione sociale e l’urgenza di un cambiamento sistemico.    

L’evoluzione del pensiero occidentale ha spesso subordinato gli animali a uno status di inferiorità, legittimando così il loro sfruttamento. Come evidenziato da Matthieu Ricard, nelle sue riflessioni filosofiche e morali, tale visione ha radici tanto nella religione quanto nella filosofia moderna. La concezione cartesiana degli animali-macchine, privi di coscienza, ha segnato profondamente il pensiero occidentale, contrapponendosi a visioni più compassionevoli come quella di Pitagora e Ovidio, che rispettivamente praticavano il vegetarianismo e consideravano la carne un alimento decadente.

Nel contesto religioso, la tradizione ebraica pone particolare attenzione al trattamento degli animali: nella Torah si legge il divieto di infliggere dolore a qualsiasi essere vivente, e nel Talmud si afferma l’importanza del trattamento umano degli animali. Anche il cristianesimo, attraverso figure come San Francesco d’Assisi e, più recentemente, Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco, hanno espresso messaggi di rispetto verso tutte le creature viventi.

Le tradizioni orientali, come il buddhismo, il jainismo e l’induismo, hanno da sempre valorizzato la nonviolenza (ahimsa) e la compassione verso ogni forma di vita. Gandhi ha rappresentato uno dei principali promotori moderni di questa sensibilità, che si riflette in una popolazione indiana per il 35% vegetariana. In Bhutan, la caccia e la pesca sono vietate per legge.

Le basi scientifiche ed etiche del cambiamento.  A partire dal XVIII secolo, numerosi intellettuali iniziarono a mettere in discussione la moralità dello sfruttamento animale. Figure come Jean Meslier, Thomas Tryon, Isaac Newton, Arthur Schopenhauer e Percy Shelley denunciarono apertamente la crudeltà verso gli animali, spesso connessa a quella esercitata sugli esseri umani. Upton Sinclair e Ruth Harrison, nei loro scritti del XX secolo, denunciarono le condizioni aberranti degli allevamenti industriali.

La svolta scientifica giunse grazie a studiosi come Jane Goodall e Frans de Waal, che dimostrarono l’esistenza di emozioni complesse e forme di empatia negli animali. Nel 2021, la Dichiarazione di Cambridge ha sancito che gli animali posseggono substrati neurologici della coscienza simili a quelli umani.

Nonostante le conoscenze scientifiche e le evidenze etiche, la società continua a ignorare sistematicamente la sofferenza animale. Melanie Joy, nel suo saggio Why We Love Dogs, Eat Pigs, and Wear Cows, descrive il concetto di "carnismo", ovvero l'insieme di credenze invisibili che giustificano il consumo di carne. I meccanismi psicologici alla base includono la dissonanza cognitiva, la desensibilizzazione e l’occultamento mediatico. I documentari come Earthlings, Food Inc. e LoveMEATender, raramente trovano spazio nella programmazione televisiva, mentre la pubblicità promuove una narrazione rassicurante sull’allevamento umano degli animali.

Le conseguenze ambientali, sanitarie e sociali. L’allevamento intensivo non solo infligge sofferenze indicibili agli animali, ma ha anche impatti devastanti sul piano ecologico, sanitario e sociale. Ogni anno vengono macellati 60 miliardi di animali terrestri e 1.000 miliardi di animali marini. Il 60% delle terre agricole e il 45% delle risorse di acqua dolce globali sono impiegate per produrre alimenti destinati al bestiame. Secondo l’istituto EPIC, il consumo di carne rossa è associato a un incremento del 35% del rischio di tumore al colon.

L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle minacce sanitarie più gravi: l’80% degli antibiotici negli Stati Uniti è somministrato ad animali da allevamento. Inoltre, lo spreco di cereali per nutrire il bestiame aggrava la fame nel mondo: un ettaro di terra può sfamare 50 persone vegane o solo 2 carnivore.

Dietro le quinte dell’industria della carne si cela una realtà brutale. Gli animali sono spesso sottoposti a mutilazioni, vivono in condizioni igieniche precarie e, in molti casi, vengono macellati ancora coscienti. Le etichette "biologiche" non garantiscono una vita dignitosa: nella maggior parte dei casi, indicano semplicemente un’alimentazione diversa, ma non la possibilità di accedere all’aperto o di evitare la sofferenza.   Un’indagine finanziata dal Ministero dell’Agricoltura francese ha rilevato che solo il 14% della popolazione considera inaccettabile allevare animali per mangiarli, ma il 65% non sarebbe in grado di assistere alla loro uccisione. Come affermava Elie Wiesel, "il silenzio favorisce il carnefice, mai la vittima".

Il concetto di "specismo", introdotto da Richard Ryder, evidenzia la discriminazione morale tra le specie. Esso è paragonabile, secondo alcuni studiosi, a forme di oppressione come il razzismo o il sessismo. La genetica ha ormai dimostrato che lo scimpanzé condivide con l’uomo il 98,7% del patrimonio genetico, e diversi studi hanno mostrato comportamenti empatici e cognitivi complessi anche in specie ritenute "inferiori".   David Chauvet sottolinea che non dovremmo esigere da un essere vivente la capacità di raziocinio per riconoscerne il diritto alla vita. Il riconoscimento delle emozioni negli animali deve comportare l’assunzione di una responsabilità morale nei loro confronti.

Non meno gravi sono le forme di intrattenimento che prevedono l’uso di animali: circhi, zoo, corrida, pesca sportiva, traffico illecito di fauna. Tali attività non solo causano sofferenze gratuite, ma alimentano un’industria illegale e spesso criminale, con gravi ricadute su biodiversità, ecosistemi e legalità internazionale.

A livello legislativo, si stanno compiendo progressi. In Francia, dal 2014, il Codice Civile riconosce gli animali come "esseri senzienti". Tuttavia, la strada verso una reale protezione giuridica è ancora lunga. Si auspica una democrazia interspecifica, che includa nel patto sociale anche i diritti degli esseri non umani.   Il concetto di "zoocidio", proposto come analogo al genocidio, mira a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulle uccisioni di massa sistematiche e sulla necessità di una Convenzione internazionale che riconosca questo crimine contro il vivente.

L’utilizzo di animali nei laboratori pone dilemmi morali irrisolti. Da un lato, l’utilitarismo giustifica il sacrificio di pochi per il bene di molti; dall’altro, l’etica deontologica rifiuta ogni forma di strumentalizzazione dell’essere senziente. Inoltre, la validità scientifica dell’estrapolazione da animale a uomo è sempre più contestata, e numerosi metodi alternativi — modelli digitali, colture in vitro, organoidi — sono oggi disponibili.

Molte giustificazioni ricorrenti — tradizione, salute, ordine naturale — sono prive di fondamento scientifico. La nutrizione vegetariana è del tutto compatibile con uno stile di vita sano e completo: proteine si trovano in legumi, vitamina B12 in uova e latticini, calcio in verdure a foglia verde. Atleti di alto livello come Carl Lewis, Novak Đoković e Martina Navratilova dimostrano che il vegetarianismo è compatibile anche con prestazioni sportive di eccellenza.

Il nostro tempo è chiamato a una profonda riflessione morale. Non si tratta solo di difendere gli animali, ma di difendere la nostra stessa umanità, la coerenza dei nostri valori e la sostenibilità del nostro futuro. Come affermava Claude Lévi-Strauss, "arriverà il giorno in cui ci stupiremo dell’orrore nel vedere le carcasse degli animali esposte nei negozi". Quel giorno sarà forse l’alba di una nuova etica: quella della compassione universale.

Le Lumineux destin d'Alexandra David-Neel - Jean Chalon

In questo testo  Le lumineux destin d'Alexandra David-Neel, pubblicato nel 1985, Jean Chalon ci presenta, con la collaborazione di Marie-Madeleine Peyronnet,  la straordinaria vita di Alexandra David-Neel (1868-1969), riportando anche molti estratti della corrispondenza tra Alexandra e il marito Philippe Neel.     

Jean Chalon (1935- ) è un giornalista e scrittore francese. Comincia i suoi studi per diventare professore di spagnolo e poi si orienta verso il giornalismo. Ha trascorso gran parte della sua carriera a Le Figaro e ha scritto diverse biografie di donne celebri:  Chère Marie-Antoinette (prix Gabrielle d'Estrées 1988), Chère George Sand (prix Châteaubriand 1991), Liane de Pougy, courtisane (1994) et George Sand : une femme d'aujourd'hui (Fayard, 2004). Marie-Madeleine Peyronnet è stata l'assistente e la collaboratrice di Alexandra nei suoi ultimi dieci anni. 

Alexandra incarna tanti personaggi: anarchica, borghese, buddhista, cantante, orientalista, giornalista, scrittrice, esploratrice (fu la prima donna a entrare a Lhasa in Tibet). 

Alexandra incontra, a 20 anni, Elisèe Reclus (1830-1905) geografo e anarchico, che diventerà il suo punto di riferimento.  Elisèe Reclus è amico di Tolstoi, insieme sognano di abolire le frontiere, di rovesciare il dispotismo. Alexandra si unisce a questo coro che ignora le barriere delle convenzioni.  A 20 anni vuole cambiare il mondo e traccia una terribile requisitoria contro la società del suo tempo, contro i potenti, i borghesi. Con questo stato d'animo comincia a scrivere la sua prima opera Pour la Vie.  Rifiuta in blocco le religioni, le Chiese, la società, l'esercito e soprattutto la sofferenza inutile che impongono.  Per Alexandra "la ricerca della felicità è una abitudine a prendere, è un'educazione da seguire, una rivoluzione intima che deve aiutare gli individui abituati alla passività e alla rassegnazione".

Considera "La solitudine come la solo beatitudine possibile; è sola con se stessa e questo è sufficiente a questo Narcisio femminile".  Gli adepti al buddhismo al quale si convertirà, si sforzano di avere "una anima insensibile alle cose esteriori, vittoriosi delle proprie passioni. Un'anima libera indifferente alla gioia e al dolore, inaccessibile a tutte le lussurie terrestri".

Aderisce alla Gnose supreme, una associazione che ha per scopo "la formazione di una confraternita di persone che studino le differenti religioni e filosofie, in modo particolare quelle orientali". Va a Londra divide il suo tempo a studiare l'inglese e testi di filosofia orientale alla biblioteca della Gnosi supreme e al British Museum. A Londra incontra Mrs. Morgan che appartiene alla Gnose Supreme ma anche ad altre associazioni come la Società Teosofica, alla quale introdurrà Alexandra.  La fondatrice della società Teosofica è stata Helena. P. Blawatsky (1831-1891).  Alla biblioteca della Società Teosofica troverà testi come il Raja-Yoga, Le Upanishad, la Bhagavad Gita tradotti in inglese o ancora in sanscrito. Ciò la porterà a studiare il sanscrito. La Società Teosofica sarà un suo punto di riferimento nei suoi innumerevoli viaggi in Oriente, da cui però, più tardi prenderà le distanze. 

Alexandra ritorna a Parigi nel 1889 e qui inizia lo studio della teosofia, del sanscrito, dell'occultismo e dell'esoterismo. Questi studi, però, la perturbano ed entra in crisi. Crisi religiosa, di coscienza, crisi di esistenza, crisi di identità. ed entra in un convento di carmelitane. In questo periodo, dal 1989 al 1991, nonostante la terribile crisi, non cessa di studiare l'inglese, il canto e il sanscrito. Al museo Guimet (fondato nel 1879 da Emile Guimet), comincia la lettura del libro sacro dei buddhisti il Dhammapada e non cesserà di citare in seguito i versetti di questo libro.   "Siate a voi stessi la vostra propria luce, siate a voi stessi il vostro rifugio" - "Siete voi che dovete fare lo sforzo, i Buddha possono solo insegnare o indicare la via" - "Abbiate fiducia in voi stessi " - dal Dhammapada.  Ognuno può diventare Buddha, e questo è la grande speranza apportata dal buddhismo.   E questa conquista del sapere  aiuterà Alexandra a uscire dalla sua depressione.  "Lo spirito del buddhismo è essenzialmente socialista, ossia insegna l'unione di azioni combinate in vista di un fine sociale; Si oppone all'industrializzazione e all'accumulo di ricchezze considerate come l'oggetto supremo di ogni sforzo umano". 

Altri versi del Dhammapada: "L'uomo vigilante vincerà la morte, Il negligente è già come morto".

Nel 1891 fa il suo primo viaggio a Sri Lanka dove resterà a Colombo e i suoi dintorni e visiterà le innumerevoli scuole della Società Teosofica.    Poi va  per 18 mesi in " India - il Paese di tutti i prodigi".  Anche qui i suoi punti di riferimento sono le sedi della Società Teosofica, tra cui Adyar a Madras. Quando va a Varanasi incontra sadhu, guru, e un asceta e maestro: Bashkarananda che gli dà i primi insegnamenti: "L'impermanenza è la legge universale". Di ritorno dall'India va a Tunisi, dove sotto il nome di Mlle. Myrial, comincia a esibirsi come cantante.

E comincia a scrivere le sue prime note sul buddhismo: "la religione del nostro paese dice ai poveri e agli infelici sopraffatti dal dolore , rassegnati e curva la fronte"; il buddhismo invece asserisce: "Combatti la sofferenza, cessa di essere vittima della tua stupidità, I tuoi errori e i tuoi pregiudizi sono le divinità delle tenebre sul cui altare tu immoli la parte migliore della tua vita. Apprendi a conoscere la natura delle cose che ti circondano. a conoscerti. Renditi intelligente e la conoscenza ti renderà libero e felice". Si imbarca per una tournée come cantante lirica  a Tonkin, Alessandria, Port Said, Aden e Colombo e diventa la stella di Hanoi. Qui cerca sempre di incontrare i vari mistici.  Poi va ad esibirsi a Parigi per la stagione lirica e nel 1897 incontra il suo primo compagno, il musicista Jean Hautstont con cui ha vissuto insieme dal  1897 al 1900. Insieme a lui scrisse Lidia, dramma lirico in un atto (musica di Hautstont, libretto di Alexandra).

Poi incontrerà Philippe Neel e ne diventerà l'amante a partire dal settembre 1900.  Incomincia così le vite multiple di cantante lirica, direttrice artistica, massone, amante, giornalista e conferenziere. Secondo alcuni scritti del padre, Jean la andrà a trovare a Tunisi e si creerà il trio tra l'ingegnere, la cantante e il musicista.  Nell'agosto del  1904 si sposerà con Philippe e diventerà la moglie borghese di uno dei personaggi più in vista a Tunisi. Quello che non perdonerà mai a Philippe, è l'aver conservato le lettere e le foto delle sue amanti e di avergli mentito asserendo che le aveva distrutte.   Riparte in tournèe e dopo la morte di suo padre, ritorna a Tunisi e qui si trova a vivere una situazione imbarazzante, un "menage a trois" con una delle amanti del marito.  Alexandra che ha frequentato i saggi indiani non riesce più a controllare i suoi pensieri che errano in disordine e la perturbano.

In quel periodo Alexandra ha contatti con Guimet che gli chiede degli articoli sullo yoga e inizia una collaborazione con la rivista Il Mercure de France. Uno degli autori più importanti di Parigi dell'epoca, José-Maria de Heredia gli darà un consiglio: "Non bisogna mai dare niente per niente, perché se date degli articoli per niente, crederanno che non valete niente".

Nel 1907 incontrerà un suo vecchio amico, il tenore Martel e nel 1908, incontrerà il giovane socialista Benito Mussolini. Alexandra a partire dal 1911, resterà sola, libera e fiera, e si rifarà una verginità cessando,  qualsiasi rapporto fisico con suo marito e con qualsiasi rappresentante del sesso maschile. Il solo uomo che sopporterà e condannerà a una castità assoluta, sarà il suo figlio adottivo, il lama Yongden che dichiarerà con una certa tristezza ad uno dei suoi amici a Digné: "Morirò vergine, mia madre non vuole che conosco una donna".

Nel 1911, la pubblicazione degli articoli Modernisme Buddhiste e Il buddhismo di Buddha coinciderà con la sua partenza in Asia, dove a 43 anni comincerà la sua nuova vita.  Ha conosciuto anche Mme Richard Mira Alfassa che nel 1920 raggiungerà a Pondichery il maestro indiano Aurobindo Gosh e prenderà il nome di La Mère.

L'11 agosto del 1911 parte da Marsiglia e  il 30 agosto arriva a Colombo alla società Maha Bodi College. Dopo un breve soggiorno arriva in India a novembre 1911. Passa a Madurai, a Madras, poi si rifugia a Adyar, la sede della Società Teosofica e da qui va a trovare Aurobindo.  Poi va a Calcutta dove incontra numerosi sadhu e saggi indiani. In questa India inglese, è la prima volta che si vede una donna europea che frequenta i sadhu, studia i loro testi sacri, e si mette la sciarpa arancione dei rinuncianti. Ma non si ferma e parte per il Sikkim e Darjeeling dove arriva nell'aprile 1912. E da qui parte per Kalimpong dove  viene ricevuta da Sidkeong (un tulku, un lama reincarnato), il figlio del Maharaja.  Nell'aprile 1912, sarà la prima donna europea a incontrare il 13 Dalai Lama dicendogli "Ho il timore che le dottrine religiose del Tibet sono state mal comprese in Occidente, e per questo mi rivolgo a Lei per essere aiutata a capire". Il Dalai Lama instaurerà un dialogo con questa donna che sarà la depositaria di questo Tibet che stava disparendo.  In maggio 1912 incontrerà il suo futuro maestro il Gomchen di Lachen, ( un siddhipurusha, un uomo che ha acquisito poteri soprannaturali grazie allo yoga) che gli dice: "Voi avete visto l'ultima e suprema luce, non è in un anno o due di meditazione che si arriva alle concezioni che voi esprimete. Oltre questo, non c'è più niente".  Alexandra che non aveva mai accettato l'autorità, accetta umilmente tutte le iniziazioni e si ritirerà per due anni in una grotta. Nel 1913 è a Calcutta, da dove riparte a novembre per il Nepal accolta dal maharaja. Qui matura i primi dubbi: "mi sono lanciata nella carriera di orientalista senza avere troppe armi a mia disposizione" e intravede nuovi orizzonti; "Ogni giorno mi allontano un po' più dalle agitazioni, il grande riposo e la grande luce entrano in me, o piuttosto io entro in loro. Il Nirvana è una realtà".  

Ha la sensazione di essere qualcuno in Asia. Passa a Gaya, Katmandhu, Lumbini, Kapilavasthu (la città dove il Buddha ha passato la sua gioventù). Mentre era in meditazione, una tigre che si aggirava nei paraggi, vedendo la sua immobilità scappa. Nel febbraio 1913 è a Benares (Varanasi), e visita Sarnath e soggiorna presso la Società Teosofica. Incontra e discute di Vedanta e dei libri Astavakra Gita e Avadhuta Gita con il grande yogi Satchinanda. "L'asceta, non avendo nessun attaccamento per non importa quale condizione e che è libero da tutti i desideri, non contrae nessuna impurità anche se si occupa degli affari di questo mondo". Alexandra è ricevuta in tutti i templi, anche jainisti, comincia a vivere una vita da asceta e a volta assume il ruolo di un fachiro stendendosi su una tavola con chiodi per esibirsi davanti i turisti inglesi. 

A novembre 2013 riparte per il Sikkim. arriva nel dicembre 2013 a Gangtok la capitale, dove studia il tibetano, visita il monastero di Rhumteck. In febbraio 1914 muore il Maharaja e Sidkeong succede a suo padre e diventa il Maharaja Kumar. Nel maggio 1914 assume come aiuto Aphur Yongden, un ragazzo di 14 anni. A settembre 1914 incontra di nuovo in una caverna il Gomchen dove è in ritiro. Alexandra che fugge il mondo e la gente del mondo si installa in una caverna vicina ed è accettata come discepola dietro la promessa di obbedienza assoluta.  Inoltre il Gomchen gli darà delle lezioni di tibetano in cambio di lezioni di inglese. "E' una lezione unica di apprendere il tibetano e i misteri del tantrismo buddhista, completamente ignorato da tutti gli orientalisti. Sarà dura, ma terribilmente interessante". Vivere nelle caverne è il brevetto classico per un grande yogi, e Alexandra apprenderà " i fiori del sapere" : controllare i sogni (l'assenza di sogni è un segno di perfezione), praticare il tummo (produrre il calore in pieno freddo), il tsam (ossia restare molte giornate senza parlare) e anche a suonare il tamburino con i quale i lama scandiscono le loro litanie. E a costruire delle creature immaginarie chiamate Tulpas, guidate dalla volontà dello yogi. Dal suo maestro riceve il nome di Lampada di saggezza, mentre Yongden riceverà il nome di Oceano di compassione.  Deve trasmettere nei suoi libri le esperienze che ha vissuto, ne ha il dovere, ma ne ha il diritto?  Il suo Maestro le risponde : "Non è dal Maestro che dipende il segreto, ma da quello che l'ascolta. (...) Usate queste conoscenze secondo il vostro giudizio".

Nel febbraio 1916 si ritrova di nuovo in Tibet. Qui riceve anche la benedizione del Panchen Lama. passa per Shigatzé, Nartan, Poi ritorna a Calcutta, da qui riceve il titolo di "missionario buddhista e erudito" dalla Maha Bodhi Society, poi riparte per la Birmania nel 1917, da qui arriva a Singapore  e poi in Giappone. Definisce il suo viaggio in Giappone un incubo, apprezza solo Kyoto e il monastero Tofoku-Ji. Poi arriva in Corea, e da qui in Cina a 49 anni, e raggiunge Pechino. Da Pechino, in sei mesi percorre 2500 km per arrivare al monastero di Kum-Bum che si trova nella provincia tibetana dell'Amdo, dove si trova l'albero miracoloso di Tsong-Khapa. Ci resterà dal 1918 al 1921.  Tsong-Khapa nella sua opera Lamrin ha scritto: "se vi domandassero quale è  la natura della meditazione, rispondete che è il segreto di essere capaci di abbandonare tutti i pensieri immaginativi con i semi che li generano". A kum-Bum Alexandra troverà il paradiso dei libri sacri, tra cui la Prajna paramita attribuita a Nagarjurna, che contiene i dialoghi tra il Buddha e il suo discepolo Sariputra. Libri che comincerà a tradurre.  Nel suo viaggio verso Lhasa osserverà degli eventi straordinari, dei morti che danzano, dei pugnali incantati che volano nell'aria, dei mangiatori di soffio vitale, degli stregoni con i malefici e gli astri che racconterà nei libri Au pays des brigands-gentilhommes  o Mystiques et magiciens du Tibet.   Alexandra e Yongden, si vestono da mendicanti e in 80 giorni passano per Tcheng.Tou  e Li-Kiang (nel Yunnan) , Thana, Giamda e poi Lhasa (nel gennaio 2024 scrive a suo marito di essere arrivata a Lhasa). Ha superato largamente l'impresa di Phileas Fogg (un altro esploratore arrivato a Lhasa). Lascia Lhasa, passando nel Sikkim, arriva a Patong, poi a Calcutta. Incontra Gandhi, ma tra loro non nascerà un'amicizia. Poi Bombay, Ceylan,  Arriva a Le Havre nel maggio 2024 come un'eroina nazionale. La Francia intera si appassiona di questa donna che viene definita "La conquistatrice della città proibita". Il suo ritratto, il suo viso sorridente, appare su tutti i giornali e riviste. E' una star che sbarca alla stazione Saint-Lazare di Parigi e affronta la folla di giornalisti e fotografi.  Questa donna di 57 anni riceve una moltitudine di onorificenze e medaglie, tra cui la più importante è La legione d'onore nel 1928. Nei mesi seguenti l'Umile Orientalista tiene una serie di conferenze dove racconta le sue imprese in Tibet e Yongden improvvisa dei poemi "delle montagne rosse come il corallo e delle montagne blu come il turchese, die palazzi bianchi come conchiglie e altre cose orientali". Avrà la sua consacrazione al museo Guimet nel marzo 1926.   

Si ritrova con Philippe nel 1926 a Marsiglia,  14 anni dopo, e le incomprensioni caratterizzano questo incontro. In giugno termina il suo libro Viaggio di una parigina a Lhasa.  Alexandra detesta sempre di più questo mondo: "credevo che il mio disgusto per il mondo aveva raggiunto il suo massimo, ma si è ancora accresciuto. non posso dare uno sguardo ai giornali. La stupidità, la volgarità, la cattiveria di cui sono pieni mi fanno auspicare a un nuovo diluvio per ingoiare tutta questa mediocrità. Di buono ci sono solo le piante selvatiche, le montagne, il cielo e le nuvole".

Cerca di arrivare ad avere una indipendenza finanziaria Dovrà guadagnare la sua vita accumulando parole, una ad una, al seguito dell'altra e ne è consapevole. "Ma non avere la minima certezza su quello che accadrà l'indomani è stressante. Lavorare per nutrirsi, è insomma rovinarsi la vita. Vivere è il piacere di fare quello che vi piace e non altre cose".  Pag. 331

Nel maggio 1928 Alexandra acquista la casa a Digne, che con tutti i suoi souvenir dei suoi viaggi la trasformerà in Samten Dzong, La fortezza della meditazione,  una succursale del museo Guimet.  I giornali locali definiscono Santen Dzong una grandiosa sintesi tra Oriente e Occidente.

In questi anni si celebra il successo di Alexandra, sia dei suoi libri,  (Mystiques et magiciens du Tibet, Le initiation lamaique, Au Pays des brigands-gentilshommes, L'Epopéè de Guésar), sia personali, come la conclusione dell'adozione di Yongden nel febbraio 1929 che compie 30 anni. 

Anche il Presidente della Repubblica francese, Gaston Doumergue si dichiara entusiasta per i suoi libri.  Dharmapala che ha guidato i suoi passi a Ceylon e facilitato il suo viaggio in India, da Benares scrive ad Alexandra; "Morirò forse alla fine dell'anno. Mi felicito della vostra opera unica e meravigliosa compiuta con l'aiuto del vostro figlio Lama. Che vostro figlio e voi stessa, viviate per lungo tempo per diffondere il Dharma in Francia e in Italia",

Sa misurare le sue spese e prende nota anche del più piccolo acquisto: "Come si vede, si può indossare il vestito dei rinuncianti e controllare il valore dei propri beni".  Il tempo è denaro e Alexandra non spreca ne l'uno, ne l'altro. Impiega un anno per scrivere il suo nuovo romanzo che mostra il vero Tibet, Le Lama aux cinqu sagesse, con l'aiuto di Yongden.  Il professore Silvain Levi ammira la prodigiosa attività della sua vecchia allieva che non conosce fatica, né del corpo, né della mente. In quel periodo, ci sono personaggi che gli fanno concorrenza: Liu Man Chin che entra anche lei a Lhasa e il tibetologo italiano Giuseppe Tucci che percorre il Tibet soggiornando in monasteri e riportando antichi documenti che traduce e rende pubblici. Nel 1935 Tucci ha 41 anni e Alexandra 67 anni.  Alexandra nel 1936 pubblica Le Bouddhisme, ses doctrines et ses méthodes e ricomincia a tenere conferenze a Praga, Budapest, Vienna, Zurigo, Bruxelels, ecc...    Dopo essere stata nominata rappresentante della Maha Bodhi Society, la società teosofica annuncia : "Madame Neel è stata chiamata a far parte del corpo professionale dell'università di Sarnath (India), e questo testimonia le competenze che gli riconoscono i buddhisti orientali.".

Per la Lampada di saggezza più è lungo il cammino, migliore è il modo di viaggiare.  L'orientalista esploratrice vuole approfondire in Cina gli studi sul Taoismo antico.  Passando per Bruxelles-Varsavia-Mosca- arriva a Pechino nel gennaio 1937 dopo 17 giorni di viaggio. Qui inizia gli studi sul Taoismo nelle biblioteche di Pechino. Scoppia il conflitto tra Giappone e Cina, i giapponesi conquistano Pechino, alcuni giorni dopo che Alexandra era partita. Dopo una sosta a Taiyan arriva a Wou Tai Chan al monastero Pousating.  E nonostante l'età continua ad esplorare l'Oriente:  "marcia come il tuo cuore ti suggerisce e secondo lo sguardo dei tuoi occhi".  Pag. 367.  Al monastero studia, soprattutto il Taoismo antico, scrive e vive come se niente fosse, poiché secondo uno dei suoi principi  "affliggersi non serve a niente". Qui scrive Magie d'amour et magie noir    e   Sous les nuéès d'orage.  Nel suo diario scrive "passeggiate sulla montagna e nessuna notizia della guerra".

I giapponesi stanno per conquistare Shanghai e Taiyuan; Alexandra scappa dalla guerra e finisce per arrivare a Hankeou, abbandonando copie di manoscritti rari e oggetti preziosi.  Poi passando per Chungking arriva a Tatsienlou al paese di Kham, in terra tibetana. Qui passerà i 6 anni della seconda guerra mondiale. Nelle sue lettere, parlando di Yongden,  fa questa ammissione : "Mi rendo conto del mio egoismo, ho voluto avere qualcuno che mi sia utile, in qualsiasi circostanza, e che si piega ai miei desideri. Questo a scapito dello sviluppo di questo ragazzo. Avrei dovuto permettergli di seguire una professione, una carriera, ho preferito che rimanesse dipendente di me. Non è molto bello da parte mia, Oramai la cosa è fatta".   Si installa al monastero di Pomo San dove conduce la vita che ama; legge, scrive, medita, passeggia sulle montagne,  Incontra qualche yogi, incontra i Bon neri e Bon bianchi, che propongo le dottrine e i rituali dei Lama, assiste alle conferenze del Lama Nga Wang.  Si crede di essere in Tibet e ascolta delle frasi che sembrano essere pronunciate per lei: "Essere benevolenti per gli altri non consiste a fare delle azioni procurino del benessere, ma è divenire se stesso una sorta di benessere;   come il sole che non può impedirsi di diffondere il calore e la luce, e da questo, procurare benessere a tutti gli esseri. Della stessa maniera, il Saggio, che è diventato un centro vivente di intelligenza e di bontà, emette naturalmente delle onde di energia che diffondono delle influenze nel mondo".  Alexandra non saprà mai fino a che punto i suoi libri sono stati delle lezioni di vita e di saggezza per le sue lettrici e i suoi lettori. 

Nel 1939, davanti alla situazione drammatica, fa le seguenti riflessioni: "le persone sembrano aver dimenticato i massacri di 20 anni fa. Ecco che ricominciano, e la guerra sarà, ora mille volte più terribile a causa dei progressi dell'aviazione. Quello che ho visto in Cina è terrificante".   Coltiva il suo orto, prepara le marmellate e prepara il progetto del libro L'uomo, questo imbecille.  Scrive la grammatica tibetana sovvenzionata dallo Stato francese. Alexandra resterà a Tatsienlou (capitale del Sikang)  dal luglio 1938 al marzo 1944. 

Nel gennaio 1941 muore Philippe a 80 anni. La sua morte incide sulla salute di Alexandra, ritornano i problemi fisici, infiammazioni, dolori improvvisi, vomito e perdita di peso. Combatte tutti questi mali con un solo rimedio: Lo Studio. 

Da Tatsienlou, all'inizio del 1945,  passa a Chengtu dove tiene una conferenza sulle relazioni tra la Cina e il Tibet, che conclude con l'auspicio che si crei un'intesa tra questi due popoli che ama.   Il credo del filosofo cinese Meh.Ti è : "Agite verso il vostro prossimo come se voi lo amaste. Fate questo per il vostro reciproco vantaggio".  Passando per Calcutta e il Cairo Alexandra e Yongden arriveranno a Parigi nel luglio 1946 per poi arrivare a ottobre a Digne.  A Calcutta ritrova lo stesso clima che aveva lasciato in Cina, le rivolte della popolazione indiana per ottenere l'indipendenza che riporta nel suo libro L'Indie où j'ai vécu. 

Nel 1946, dopo la guerra, iniziano il razionamento alimentare e le varie restrizioni, che appena arrivata in Europa la fanno esclamare: "Partire, Partire! La in Asia, siamo liberi! Qui, le persone sono diventate folli. Ticket per qui, carte per la, controlli per tutto! No, non, voglio vivere tra degli uomini che sono degli uomini, e non dei montoni. La Francia è diventata il Paese degli uomini tristi".

Mantiene la corrispondenza con persone in Asia, in America e in Europa, tra le persone privilegiate con cui è in contatto c'è Mira Alfassa, La Mère dell'ashram di Aurobindo che le risponde : "Siate senza inquietudini, va tutto bene. Al di sopra delle forze di distruzione, c'è la Grazia Divina che protegge e che ripara".

Esce il suo libro Au coeur des Hymalayas, le Nepal , dove si evoca anche l'India "E' l'India terribile! L'India sinistra che spesso ci maschera l'altra India : L'India dei pensieri segreti che si muovono in regioni estranee all'Occidente.  Al suo ottantesimo compleanno va con Yongden sulle Alpi a campeggiare a più di 2000 metri di altitudine vicino al lago di Atlos, qui di fronte alla neve dice: " Oh! Tibet! come questo Paese così differente dal mio ha potuto conquistarmi così, prendendomi cuore e mente, attraverso tutte le mie sensazioni e tutti i miei pensieri? ".

Lei che ha corso e marciato ovunque, non corre più. a Digne, negli anni cinquanta, si trasforma in un grosso mobile, o in un busto senza gambe. Nonostante tutto dall'alto dei suoi 82 anni, Alexandra non è che progetti, avvenire, libri da scrivere. Ha la coscienza di essere, e per lungo tempo, la provvidenza dei librai, la dea degli orientalisti, la Notre-Dame del Tibet. Pag. 628.  In questi suoi libri svela i segreti per superare gli specchi dell'illusione, e come lo diceva il Gomchen (il suo maestro), dopo non c'è più niente. 

Marianne Monestier, una scrittrice, va a trovare Notre-dame del Tibet e durante la visita Alexandra continua a manifestare lo stesso disgusto, che aveva a venti anni, per le cose dell'amore. Questo colpisce Marianne che scrive: "Quello che sciocca del suo spirito buddhista evoluto, sono le manifestazioni quotidiane della vita. Queste le ispirano una specie di disgusto, Anche l'amore non sfugge al disgusto di questa vecchia gentile signora, che, nella sua repulsione, ha talmente l'aria di conoscere quello di cui si parla".  pag. 433

Alexandra dice: "Non sono mai stata un'emotiva, L'amore non ha mai giocato un ruolo importante nella mia vita, d'altronde, il buddhismo lo dice, le emozioni non esistono, Noi nemmeno. non siamo che die momenti, Momenti collegati tra di loro dalla meditazione"

Nel 1954, Yongen diventa l'autore di un libro; La Puissance du nèant, un romanzo in cui l'eroe, discepolo e servitore di un santo eremita, trova il suo maestro assassinato.  

In ottobre1955, Yongden muore improvvisamente; Una catastrofe per Alexandra, che niente lasciava prevedere, e il 24 ottobre 1955 il giorno del suo 87 compleanno, lei che si vantava di non versare mai una lacrima, ne versa dei torrenti.  (...) Perdere, per due volte, in una vita, il suo solo, e migliore amico, è molto.  E l'indistruttibile Alexandra ne rimane colpita.  Dalle sua ceneri - tutto quello che mi resta della sua forma terrestre - sorge un messaggio che desidero trasmettere a quelli in grado di comprendere: "Tutto è vano, miei amici, salvo una cosa: la bontà".  Poco a poco riprende il gusto per la vita, e cita delle frasi del Dhammapada : "L'attenzione è il cammino che conduce alla liberazione dalla morte, la non riflessione è il cammino che porta alla morte. Quelli che sono attenti non moriranno, i disattenti sono già morti".

Nel 1959, gli dei benevolenti guidano la Lampada di saggezza a Aix-en-Provence dove questa novantenne si appresta a fare il suo ultimo grande incontro con colei che illuminerà la fine della sua vita: Marie- Madeliene Peyronnet (1930- 2023) .  Racconterà con ironia e emozione il suo rapporto con Alexandra nel suo libro Dix ans avec Alexandra David-Neel.    A Samten Dzong, in questa fortezza della meditazione, in questo nuovo universo, la Tartaruga dovrà imparare tutto, anche che i piedi di Buddha sono sopra un fiore di loto e non sopra un carciofo come lei credeva. Questa confusione è riuscita a fare ridere Notre-Dame del Tibet che si rivolge a Marie-Madeleine e profetizza "Tu sarai la mia consolazione e la mia gioia".     Quando Alexandra le chiede cosa racconterà di lei alla posterità, Marie-Madeleine risponde: " Dirò che voi avete un'intelligenza straordinaria, perché è vero. E aggiungerò che avete una mente vasta come tutte le galassie riunite (...) dirò ancora che Alexandra David-Neel era un oceano di egoismo e un Himalaya di despotismo".    

Nonostante passi il suo tempo su una poltrona Alexandra continua a lavorare e produrre nuovi libri come Immortalité et reincarnation pubblicato nel 1960.  Immobile, dà pertanto lo spettacolo dell'attività più intensa, pervenendo attraverso il lavoro, a vincere il suo isolamento. Su un biglietto dalla sua amica Mira Alfassa, la Mère è scritta questa frase "Conoscere è bene, vivere è meglio, essere è la perfezione".  Alexandra ha raggiunto, da tempo, questa perfezione. Lei è, semplicemente. 

A volte, il Riccio sa far rientrare i suoi aculei e dare alla Tartaruga un esempio di soavità e generosità. Nel periodo dell'indipendenza dell'Algeria, i francesi che si trovavano li, erano in profonda difficoltà, Alexandra invita i genitori di Maria-Madeleine di venire ad abitare a Digne, che poi accetteranno l'offerta. Moralità: i ricci, in compagnia di una tartaruga possono cambiare i loro aculei in zampe di velluto. Metamorfosi che Ovidio non aveva previsto.   I diari di Alexandra testimoniano questa amicizia che non cessa di crescere tra due donne nonostante la differenza di età, o di cultura, e che a volte si affrontano, senza mai cessare di stimarsi.   A volte passa notti insonni, e con lei Marie-Madeleine che si prodiga nel fare tisane, massaggi... Le riflessioni di Alexandra: " Non so come tu puoi sopportarmi, nemmeno io stessa riesco a sopportarmi".

A 100 anni chiede di rinnovare il passaporto, e ciò prova che aveva ancora la speranza segreta di passare le frontiere.    Riceve pile di lettere e telegrammi e molti attestati di stima: "In omaggio a Madame Neel, grande filosofo, che ha acquisito conoscenze profonde sulla filosofia orientale. Ha introdotto le religioni e i riti orientali in Europa". Una scuola a Digne sarà dedicata a lei.  Alexandra continuerà a scrivere e pubblicare libri, fino al suo ultimo respiro. Si, un autore veramente esemplare. Aveva un principio che esponeva spesso a Marie-Madeleine "non lasciare passare una giornata, una sola, senza fare quello che lei chiamava un 'lavoro costruttivo'". In virtù di questo principio Notre-Dame del Tibet costruiva attivamente. 

Gli ultimi giorni di Alexandra.  Alexandra è sempre stata isolata dal mondo che dominava con il suo pensiero. Riflessioni di Marie-Madeleine "Spesso prevede tutto con una precisione sorprendente, qualche volta con umorismo, ma sempre nella più completa indifferenza.  Lei vive nel mondo, ma è anche fuori, o piuttosto sopra , non so (...) penso che è un fenomeno ... fatto di ferro e acciaio, non è che cervello, ma che malgrado tutto, o forse a causa di questo, oltre che della ammirazione, non si può non avere affetto per lei".

A tre giornaliste che vanno ad intervistarla dichiara: "Voi mi domandate perché non scrivo la mia autobiografia, Voi non potete parlare di voi stessi senza inventare. Non c'è un'autobiografia onesta, Forse fra qualche anno, racconterò qualche episodio della mia vita".         "Non mi sono veramente convertita al buddhismo; faceva parte di me sin dalla nascita" e apporta delle precisioni sulla sua concezione dello yoga autentico: "L'Occidente non comprende l'Oriente e denatura tutto quello che tocca da vicino. Così anche lo yoga, non è questo esercizio fisico per donne mondane di cui si parla senza sosta. E' fare un lavoro mentale per entrare in un vero rapporto con gli oggetti e il mondo". (...) "La più grande parte delle dottrine filosofiche dell'India si definiscono in qualche parola: Anni Anicca - Dukha - Anatta (Impermanenza - sofferenza -  assenza di sé".  Sottolinea l'importanza nella vita del mangiare, bere e passeggiare: "Mangio bene,  mangio di tutto. No, non sono vegetariana; perché? Non ordinerò mai di uccidere un animale per nutrirmi. Ma se è già morto, senza che io l'abbia richiesto, eh bene lo mangerò volentieri".

Arrivano  a Dignè  anche Arnauld Desjardins (produttore) e Jacques Delrieux (realizzatore) e tutta una squadra di tecnici. Arnauld Desjardins è anche uno scrittore e un ammiratore che non nasconde l'influenza che i libri di Alexandra hanno avuto sulla sua evoluzione e sull'orientazione delle sue ricerche. Vengono accolti con questa frase "Non pensate, signori, che è indecente venire a filmare la morte di una vecchia signora?". 

Qualche mese dopo, sente che la fine è vicina e dice che c'è ancora molto da fare: " Si, si, So che sto per morire, mio padre lo diceva, si sente, e ho ancora molti  libri da scrivere... solo la corrispondenza, le tre valigie piene di lettere che tu hai sistemato qualche anno fa, eh bene, solo con quelle lettere potrei fare ancora due libri. E adesso è troppo tardi".     "Non è mai troppo tardi!!  afferma Marie-Madeleine che va ottenere l'autorizzazione di pubblicare questa corrispondenza che sarà contenuta in due libri Journal de voyage.   Alexandra gli risponde "Ho piena fiducia in te, Fanne un buon uso". 

Muore lunedì 8 settembre alle 3,15 del mattino pronunciando una delle sue ultime parole "Viaggio". Un temporale scoppia il lunedì pomeriggio. Un temporale alla sua nascita, un temporale alla sua morte. 

venerdì 1 agosto 2025

YogaPills e Yogapedia - l'enciclopedia dello yoga

Yoga Pills è un mini portale dello yoga dedicato a tutti i praticanti appassionati di yoga, dai principianti agli insegnanti.   Si tratta di un'iniziativa senza fini di lucro, con lo scopo di favorire la diffusione e la comprensione di questa antica e affascinante disciplina e fornire utili informazioni e servizi.  Vedi:       https://www.yogapills.it/       

E' inoltre promotore di un ambizioso progetto collaborativo ovvero Yogapedia.it,  la prima enciclopedia italiana interamente dedicata allo yoga.    Vedi:   https://www.yoga-magazine.it/2017/01/yogapedia-it-la-enciclopedia-italiana-libera-interamente-dedicata-allo-yoga/      

Yoga Magazine:   https://www.yoga-magazine.it/

Esempi di contenuti:  

  • Principali Maestri yoga ....   https://www.yogapedia.it/index.php?title=Maestri_dello_Yoga
  • Come costruire una sequenza yoga  https://www.yogapills.it/come-costruire-una-sequenza/

Il PYO - Pranayama Olistico - Francesca Leoni Premavati

 "Ritrova il soffio della vita e vivi nella gioia".        

 Francesca Leoni Premavati ha seguito gli insegnamenti di Sivananda, Yogananda, lo Yoga integrale di Aurobindo e La Mère, e poi di Sri Sathya Sai Baba, che considera il suo Maestro spirituale. Ha messo a punto il P.Y.O.  questo metodo che ripristina l'equilibrio energetico a tutti i livelli dell'essere, e un cambiamento di Coscienza verso l'Unione. Include oltre la pratica base, momenti meditativi, canti e danze sacre.  Dovremmo partire dal corpo e dal respiro per arrivare ad una Coscienza superiore che ci illumina sempre più verso il nostro benessere interiore. Cambiando la vibrazione, si cambiare l'atteggiamento mentale e ad amare quello che facciamo. La nostra pace interiore diventerà centro continuo da cui attingere lucidità e chiarezza mentale. Non drammatizzeremo più la vita ma ci abbandoneremo al suo flusso. Acquisiremo con il tempo maggiore consapevolezza, conoscenza di noi stessi.

 Siamo esseri spirituali composti di luce, amore e energia. Nel profondo, nel centro del cuore c'è una luce che ci guida e un'energia che ci permette di fare un salto vibrazionale, e allora le barriere che separano un uomo dall'altro crolleranno. Il risveglio la svolta può avvenire per svariate cause come: una crisi, un trauma, una delusione, la perdita di una persona cara, ecc.  Solo prendendo consapevolezza che siamo Spirito, possiamo trascendere la materia.  Occorre andare dentro di noi e ripulirci di tutte le scorie del passato (sensi di colpa, vecchi rancori, ecc,  decidendo di perdonare e perdonarci, eliminando il desiderio del risultato dell'azione, prendendo consapevolezza che siamo tutti interconnessi.  Usiamo questi 5 valori che sono verità, retto pensiero, azione, parola, Nonviolenza, amore e pace. A volte basta un sorriso per migliorare il clima in famiglia e in azienda; cerchiamo di esprimere le nostre opinioni con una modalità chiara e gentile senza ferire nessuno. Per amare gli altri, occorre prima amare se stesso, e occorre abbandonare, quando aiutiamo gli altri, quello spirito da crocerossina, quel ruolo di potere da salvatore che dice "vedi come sono brava io?".    Cerchiamo di esprimere la gratitudine, ovunque ci troviamo: con i nostri genitori, in ambito lavorativo, ecc.  Senza l'amore qualsiasi pratica spirituale non avrà valore. 

La meditazione giornaliera distruggerà ogni desiderio di potere e possesso, ma anche pregiudizi, invidia, gelosia ed egoismo.  si può anche fare una auto-indagine e porsi le seguenti domande; Quante volte ho mentito, quante verità spiacevoli ho rivelato creando sofferenza, quante volte ho polemizzato troppo o giudicato gli altri e perché, quanto ho rispettato e perdonato i miei limiti e quegli degli altri?

Dobbiamo ascoltare gli altri e esser e noi stessi nelle relazioni, senza finzione, soprattutto negli affetti. Importante è anche il sorriso e l'abbraccio, quando ridiamo il corpo e la mente si ri-creano. Una delle 26 qualità, forse la più importante è santosha la contentezza. chi non ha questa qualità non può essere contento e in pace, sempre più persone stanno riscoprendo l'altruismo, cercare delle relazioni fondate sulla libertà individuale e nel rispetto di ognuno. SE si sorride le rughe non si formano, il sorriso come terapia per gli ansiosi e i depressi.  

Dovremmo non scoraggiarci, coltivare sempre la fiducia e l'ottimismo. Se uno sta bene dentro, può affrontare tutto con serenità e calma e ponderatezza. Ma spesso si pensa troppo a quello che non va.  Dovremmo abituarci alla pratica del sorriso, dell'abbraccio e ringraziare, ogni mattina,  come dice Thich Nhat Hanh i nostri organi che ci permettono di vivere. Occorre essere benevoli con tutti, senza cercare i difetti delle persone che incontriamo, manifestando empatia, ascolto, e senza aspettarsi niente in cambio. La trasformazione dell'uomo parte dalla trasformazione della mente.  Dovremmo partire dall'"Io" per arrivare al Sè ripetendo dentro di noi il mantra " coltiva la fiducia e celebra la vita".

Nella filosofia yoga uno dei concetti fondamentali è il seguente: " l'energia segue il pensiero, ossia diventi ciò che pensi"; questo concetto si chiama legge dell'attrazione. le componenti della natura umana sono la mente ordinaria (processo del pensare), l'intelletto (discrimina e valuta), la coscienza (ricettacolo di tutti i ricordi e impressioni del subconscio, porta l'individuo a riflettere) e queste tre funzioni mentale danno vita all'ego o "Io" e rappresenta la nostra nascita sulla terra.   Importante è che chi predica certi valori, deve anche incarnarli. Spesso c'è incongruenza tra le nostre azioni e i nostri valori e pensieri.   

Dobbiamo costruire  il nostro mondo interiore su solide basi, l'atteggiamento mentale e il nostro punto di vista determinano la nostra vita; e piano piano, con il tempo,  riprogrammeranno il nostro subconscio. 

Il prana è l'energia che permea l'universo a tutti i livelli, e dobbiamo cercare di non sprecare l'energia indulgendo in cattive azioni e cattivi pensieri. Il respiro ci nutre non solo di aria, ma anche di energia vitale che circola nel corpo a tutti i livelli.  Importante è saper costruire degli spazi per se stessi, estraniarsi dall'esterno, ed è importante selezionare quello che percepiamo sia con i sensi, sia con la mente evitando film violenti, selezionando i programmi, libri, ecc, e  rafforzare le relazioni con persone che sono sullo stesso sentiero spirituale. 

La potenza del perdono libera le persone dall'infiammazioni e dolori articolari,  a volte rimaniamo stupiti della forza dello stato d'animo,e del modo di pensare, quando incontriamo  diversamente giovani, ottantenni che donano forza, coraggio, gioia intorno a sè.  Quando siete in compagnia, cercate di non parlare di malattie, fareste del male a voi e agli altri. Comunicate agli altri salute e forza per arrivare all'armonia. E' molto importante il confronto con gli  altri, la condivisione, il sentirsi capiti  e crescere e lavorare insieme; ciò permette di creare endorfine nel cervello che ci fanno sentire appagati e soddisfatti. Dobbiamo interiorizzare la seguente frase: " sono padrone del mio corpo, sono padrone di me stesso", il carro sarà condotto da quattro ruote: verità, retta azione, pace e amore.  L'uomo è frutto di quello che pensa durante la giornata" - Emerson.

Ci sono tre sentieri che portano all'Uno: il lavoro (karma), l'amore per il Divino (Bhakthi), la saggezza (Jnana). Quando siamo consapevoli dell'Uno le paura svaniscono, dovremmo cercare di rapportarsi con gli altri senza danneggiare nessuno e controllare la mente, come diceva Sivananda "sii contenta mente mia, sii saggia e forte". Se sono in grado di controllarmi, posso avere buon umore, calma, comprensione e pazienza oltre che allegria. Parlate poco e quando è necessario, e fatelo con amore, concentratevi su quello che state facendo, e ogni volta che avvertite una difficoltà respirate consapevolmente. Mangiamo bene per vivere bene. "E' mia opinione che il modo di vita vegetariano, con i suoi effetti fisici purificanti sul temperamento dell'uomo, influenzi molto beneficamente il destino dell'umanità". Albert Einstein (vegetariano).  

Fare quotidianamente una auto-indagine personale, fare un lavoro interiore e sradicare le abitudini che ci sono nocive. Scriviamo su un diario la presa di coscienza dei nostri sbagli. sono contenta e sorrido quando qualcuno mi critica. chi critica sta guardando meglio quel limite che è suo, mi sento completa e umana anche se ancora imperfetta. oi siamo esseri unici e dobbiamo avere sempre la visione d'insieme e non giudicare un solo aspetto. Spesso rinviamo cosa ci interessa da fare in tempi migliori, purtroppo per la maggior parte degli uomini è il dolore lo stimolo più potente per il cambiamento. Superata una prova capiremo cosa è veramente importante per noi e per il bene di tutti. 

aspetti importanti per il cammino spirituale sono: la tolleranza, la ferma risoluzione e dominare le cattive abitudini che formano il carattere.

La Gayatri  mantra è considerata l'essenza dell'insegnamento dei Veda. Qui si invoca l'origine della luce e della vita affinché illumini l'intelletto dell'aspirante spirituale, rappresenta anche la Shakti l'energia spirituale e divina. Savitur, il sole rappresenta la luce della coscienza, l'assoluto, l'infinito. 

Questo mantra va al Sole - Savitur che significa "Ciò da cui tutto è nato" e rappresenta il Divino immanente e trascendente. Si loda e medita sul Divino e si chiede di risvegliare e fortificare l'intelletto, la facoltà discriminatoria dell'uomo.  Gayatri si rivolge a tre divinità: gayatri che indica la padronanza dei sensi, Savitri che indica la padronanza della vita, Sarasvati che indica la padronanza della parola, 

Aum bhur bhuvah swah tat savitur varenyam bhargo  devasya dhimahi dhiyo yo nah prachodayat

Aum - Brahaman       bhur - la terra,    bhuvah - l'etere, il sottile      swah  - il cielo, causale,       tat  - quello, il Divino       savitur - luce pura vivificante del sole        varenyam -  il più adorabile        bhargo - sull'efflugenza       devasya  - dello splendore divino,          dhimahi -  io medito,     dhiyo -  affinché   yo  Egli    nah  - la mente       prachodayat  - illumini.

Su ti te savitur, signore dei tre mondi, e sul tuo splendore divino, io medito affinché tu possa illuminare l'intelligenza creativa dell'intelletto. 

Nella tradizione vedica Om è considerato La parola creatrice, che in origine risuonò nell'universo. I cinque elementi (panch mahabhootas)  da cui è nato l'universo sono  etere akash,   aria vayu,  fuoco  agni,   acqua jal      terra prithavi.  Dal fuoco derivano le nostre facoltà sensoriali, i cinque organi di percezione jnanendriyas  che sono orecchie, pelle, occhi, naso e lingua.  Dall'aria derivano i 5 respiri vitali, Vayu o pran e le cinque correnti energetiche. Infine abbiamo i cinque involucri kosha che racchiudono la scintilla divina che è Realtà. Questi venti componenti creano la ventunesima entità che è l'uomo, pronto alla fusione con la Realtà, si avrà così la fusione con l'Assoluto. Si recita tre volte shanti per purificare corpo, mente, e l'anima-spirito. 

Altro mantra importante è hare rama hare ram,  rama rama hare hare,  hare krishna hare krishna,   krishna krishna hare ahre ,  menzionato nelle upanishad si può ripetere ovunque, dona gioia e porta alla liberazione.

pag. 171 Il surya namaskara, è una pratica di rivitalizzazione pranica molto potente. Questa pratica quotidiana fornisce  vigore e elasticità al corpo, chiarezza mentale e equilibrio ed energia, agisce a tutti i livelli, in tutti i corpi sottili, stimola gli organi e ri- equilibra tutti gli apparati (endocrino, respiratorio, digestivo e circolatorio). Si può praticare velocemente la mattina e lentamente prima di dormire. Si deve praticare una volta al giorno per una disintossicazione delle tossine e un potenziamento energetico. Le 12 posizione sono un mezzo ciclo, le 24 posizioni rappresentano un ciclo intero. Nella tradizione veniva praticato dai guerrieri per risvegliare la forza vitale. 

Nei mudra la mano sinistra è la mano del cuore (yin) legata all'affettività, collegata con l'emisfero destro del cervello, significato delle dita:  pollice concretezza, il riconoscimento del Sé, medio della pace e della felicità, anulare emozioni, mignolo collegato all'intuizione .   Mano destra è la mano dell'azione (yang) è legata  al chakra della gola che dà voce alla forza interiore. Significato delle dita: pollice per interagire con gli altri, indice l'ambiente esterno, medio della responsabilità e attenzione,  anulare ascolto interiore, mignolo capacità decisionale.  I mudra più conosciuti:  namaskar e namasté mi inchino davanti al Divino che è in te      e  Chin mudra   mi collego alla saggezza divina. 

L'individuo è chit  coscienza,  e  l'eterno assoluto sat,  quando sat e chit si combinano si ha ananda. 

la cattivi pensieri vengono da una visione sbagliata, attenzione ai cellulari, tv, film , libri . un'attenzione costante di ciò che ci nutriamo, che non è solo cibo. qualsiasi cosa si legge o si scrive deve essere pura, non permettete a ciò che leggete di deformare la mente o di riempirla di paure e orrori. un buon libro forma uan buona mente.  

Un momento di silenzio prima di fare qualcosa di importante (silent sitting), sii consapevole del tuo respiro  inspiri energia di guarigione, entra nel tuo corpo e lo riempie di gioia, felicità, amore e pace, quando espiri immagina che ogni sentimento fastidioso come tristezza, stanchezza, rabbia, noia, paura, gelosia e altro escono fuori con l'espirazione e volano in cielo come palloncini facendoti sentire libero da preoccupazioni.  ripetiamo 3/4 volte con calma dicendo mi sento bene.  La respirazione so ham, che significa io , sono quello, io sono la scintilla divina. in una giornata respiriamo circa 22.000 volte.  Occorre meditare in un angolo speciale della stanza, pulito e con l'incenso, con un altarino, e un'immagine sacra. Le immagini che si vedono devono riempire la persona di pace e di pensieri puri. sarebbe importante fare almeno due ore di silenzio al giorno per non sprecare energia, leggere dei buoni libri inspiranti e costruttivi. saranno la migliore compagnia nel tempo libero, molto meglio di compagnie indesiderate. Incontrarsi invece nei satsang (compagnia dei saggi) associarsi con i buoni è puro yoga.  Durante la meditazione è consigliabile isolarsi dalle correnti terrestri, sedendo su una tavola di legno e coprendosi le spalle con uno scialle. l'oggetto della concentrazione può essere un suono, una forma, una luce, ecc, ma sempre qualcosa di concreto.  Porta la luce al centro del petto, vedi nascere con la luce un fiore di loto, i cui petali stanno per dischiudersi, la luce si espande al braccio sinistro, destro, mani, si riempiono di luce e pensa "voglio fare solo cose buone gentili e utili", ora la luce si espande alle vaire parti del corpo, addome, inspira luce chiara fino alle ossa e piedi, possano i miei piedi portarmi in posti dove sto bene e in buona compagnia. poi al coccige, saliamo lungo la colonna e risvegliamo i chakra lungo la colonna poi la luce si espande alla testa, la fiamma si espande come una corona che protegge il capo, da qui si espanderà fuori di noi, fuori dal corpo fino all'universo. lascio che il mondo si riempia di luce e di amore. lo scopo finale della meditazione è quello di sentirsi l'Uno, "tu sei quello".  Quando vi abituerete ad andare in profondità, neanche i rumori esterni vi disturberanno.  Il samadhi è la condizione in cui l'intelletto  ha raggiunto l'equanimità; la capacità di rimanere imperturbati sia nel piacere che nel dolore, sia nel biasimo  che nell'encomio, sia nel guadagno, sia nella perdita, sia nel caldo , sia nel freddo. é samadhi il frutto reale della meditazione. 

L'uomo è perfettamente felice quando è libero e non dipendente, quando usa la forza di volontà unità al cuore, e impara un perfetto auto-controllo su se stesso. 

La felicità è un percorso, non una destinazione,  lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito, balla come se non ti vedesse nessuno...    finché sei vivo, sentiti vivo, vai avanti anche quando tutti si aspettano che lasci perdere - Madre Teresa di Calcutta. 

La vera generosità è quella dei poveri - pronti a sostenere altri poveri; accumulare e sperperare nuoce all'equilibrio mentale. Aiuta i poveri intorno a te, ma impegnati anche e sforzati perché non vi siano più poveri da soccorrere. Quando si è troppo ansiosi di aiutare gli altri, si rischia di perdere di vista di lavorare su se stessi. la cosa importante è auto-trasformarsi e essere un esempio per gli altri, ogni piccola conquista nell'abbassare il tetto dei desideri, nel migliorare il nostro carattere avrà un movimento vibratorio sempre più in espansione.  Qualcuno dice " ma se cambio io il mondo non cambierà" , se l1% della popolazione si elevasse a livelli più alti di consapevolezza, la nostra società comincerebbe ad esprimersi in modo più umano. Rendere un servizio disinteressato purifica il cuore, poiché la vita è fatta per il servizio e non per servire l'ego. possiamo fare servizio nel nostro lavoro, con i famigliari o in altri ambiti, osservando codici di condotta sani e morali. Il servizio all'uomo è la più alta forma di culto, non offendere , né ferire alcuno è la vera adorazione da rivolgere a Dio, perché in verità gli altri siete voi stessi.

L'unione che genera armonia - Francesca Leone

 "E' dando e condividendo che si riceve in abbondanza. Il servizio all'umanità e il culto più alto" - Sai Baba.        

Questo testo scritto da Francesca Leoni propone degli spunti e delle riflessioni sul come trasformare la nostra vita è avere una nuova visione di noi stessi e del mondo.  Attraverso una serie di pratiche riusciremo a vivere serenamente con più consapevolezza in questo mondo sempre più complicato.   Francesca ha ideato il prana yoga olistico PYO ed  è allieva del maestro Sarhya Sai Baba.

La meditazione ci aiuta a vivere meglio. La ricerca interiore è un addestramento mentale, il processo di cambiamento è graduale, cercare di comprendere chi realmente sono e entrare in armonia con la vita.  Nella limitatezza umana posso sperimentare l'interdipendenza di tutte le cose,  l'infinito, la vacuità che diventa Tutto, l'Uno. Posso sperimentare l'interconnessione e l'interdipendenza con gli altri. Cercare di indagare la Coscienza per conciliare e integrare corpo mente anima Spirito. Non farsi coinvolgere più di tanto dalle situazione esterne , coltiva la fiducia e il sorriso dentro di te. Cerca di non farti coinvolgere da chi ti crea continuamente problemi, comprendi il suo stato ma distaccati. Cercare di cambiare gli altri, non funziona mai... l'unica cosa che puoi fare è lavorare su te stesso per migliorare la tua vita e il tuo carattere.  Nessuno e niente mi appartiene.

Rilassati e respira. Respira solo con il naso e chiudi le orecchie con l'indice. Non permettere alla tua mente di criticare e lamentarsi. Osserva come un testimone tutto ciò di brutto intorno a te.  Tutte le persone che incontriamo e gli eventi hanno un significato nella nostra vita.  Ogni distacco e rottura nei rapporti ti serve per diventare meno dipendente dagli altri e più autonomo.

Tre caratteristiche sono comuni a tutti gli esseri umani essere coscienza beatitudine.  Sat chit ananda, li abbiamo solo coperte dal nostro egoismo e le nostre illusioni.

So ham  Quello Dio sono io, io sono io, io sono lui, noi siamo uno e non ci sarà più dualità.

Quando guardi il meglio degli altri vuol dire che la tua autostima è ok,  non disprezzare l'altro.  Preoccuparsi è inutile, tutto passa, sdrammatizzare, in ogni evento, in ogni crisi c'è sempre un aspetto, un messaggio positivo, occorre cercarlo.

Resta fedele ai tuoi obiettivi, credici e impegnati

non cedere ma alla tentazione di giudicare, la mente giudicante deriva da vecchi condizionamenti del passato,.  Se vogliamo la pace dobbiamo essere consapevoli dell'ego e  sbarazzarcene o ridimensionando. Le paure e emozioni negative non sono vere al 100% bisogna sdrammatizzare..  quando incontri l'ego ipertrofia degli altri, vai oltre e guarda solo il meglio in ognuno, ritroverai la tua serenità.

Perché  non ti senti in pace? Perché non riesci a godere di quello che hai? Cosa ti manca veramente? Perché vuoi sempre di più ed ignori la fortuna che già hai? Uno dei principali fondamentali della filosofia yoga è sintonia (sapersi accontentare). Mettere un freno all'auditorium e ai continui desideri. Chi desidera sempre di più sarà sempre insoddisfatto. Bisogna apprezzare ciò che si ha e chiedersi: mi serve veramente questa cosa? Vivi un'abitazione semplice e naturale, lascia andare ogni forma di esibizionismo e competizione. Concentriamoci su ciò che amiamo fare un piccolo orto, dipingere, ecc  ritroviamo la meraviglia in quello che facciamo, la semplicità ci porterà la leggerezza...

Gioire di sane e sincere amicizie, usare la compassione e aiutare chi ha bisogno ci porta la gioia. 

Non cercare di cambiare gli altri, puoi solo cambiare te stesso. Sei il so responsabile della tua vita. Se impari a conoscerti dentro, puoi migliorare te stesso e il tuo carattere.  Ognuno di noi può riscoprire la sua piccola missione: aiutare i senza tetto, dedicarti agli anziani del tuo quartiere.

Se ci sentiamo irritabili, intolleranti, ansiosi vuol dire che non scarichiamo nostri sentimenti negativi.   Dovremmo scriverli su dei foglietti le emozioni negative e bruciarli nel fuoco... lascio andare il passato, ti perdono, mi perdono. 

Se non sai quale è il tuo vero talento cercati un'area che ti piace ed esprimere attraverso la musica, la pittura ecc  abbiamo tante risorse da poter reinventare la nostra vita in qualsiasi momento, dobbiamo solo crederci...

Una vita serena senza Amore e senza Dio non ha senso. Se ti ami, sei pronto anche ad amare gli altri. Aiutare gli altri ma nel rispetto di se stessi. Il vero amore si sviluppa nel rispetto reciproco, senza attese, niente ci appartiene, tutto è impermanente...  L'amore non ha bisogno di ricompense... poiché la gioia di amare è il suo compenso... diventa più flessibile. Il dogmatismo è la rigidità portano all'arroganza e presunzione. Non attaccarti al tuo punto di vista, rispetta quello degli altri....

Gratitudine alto potere vibrazionale, ti capisco, ti apprezzo per quello che hai fatto, dovresti scrivere un diario con  frasi di gratitudine.

Nella filosofia yoga è importante l'auto-indagine, che è anche chiamata tecnica dell'osservatore per diventare testimone delle nostre esperienze e di ciò che ci accade... tutto è considerato un'opportunità per imparare dalla vita.  Ascolta con attenzione  amorevole gli altri, senza interferire con le tue convinzioni o parlare di te. Gli insicuri vogliono avere ragione, chi ama sa ascoltare..  Bisogna mettere a punto una comunicazione amorevole. Non dobbiamo dire falsità, parlare eccessivamente e trovare errori negli altri. Concentrati su quello check di buono in te, il resto è passato, non c'è più.

Dobbiamo lasciare gli altri (anche i figli) fare le loro scelte, anche se non ci sembrano giuste e non le condividiamo. I tuoi giudizi sono giudizi illusori propinato dall'ego.

Non bisogna essere attaccati alle proprietà, alle cose, al lavoro tanto da non avere più tempo per noi stessi. Bisogno essere pronti a lasciare andare tutto in ogni momento. Se non sai cosa fare prendi tempo, concentrati sul presente finché non ti sarà tutto chiaro.

Occorre avere fiducia in sé stessi, vivere rapporti liberi e non vincolanti, non dipendenti e rapportasi con gli eventi con un sano distacco (vairagya) sapendo che tutto è transitorio.

Occorre dare attenzione, incoraggiamento e un sorriso  a chi ne ha bisogno. Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo ( Frederick Faber).  Sapere e conoscenza senza la pratica del servizio alla società sono sprecate. Occorre attivare la pratica del servizio (seva) disinteressato creando attività di utilità e di benessere comune con compassione e amabilità. Il servizio disinteressato ripulisce l'ego e libera dai legami tossici. Un bravo insegnante yoga dovrebbe dare l'esempio e fornire un modello di servizio sociale. Occorre renderci utili a chiunque ci capiti di incontrare, sia con le competenze che con il tuo ascolto e la tua presenza. Solo sperimentando e coltivando  la gioia in noi stessi possiamo donarla agli altri, e questo è il segreto per avere relazioni armoniose con tutti.

La mente è responsabile della gioia e del dolore.

Il pensiero irriducibile - Tiziano Terzani

"Le Teorie economiche non considerano mai il numero di persone felici"

Conosciuto in tutto il mondo per i suoi reportage di viaggio, Tiziano Terzani, nei brevi saggi che compongono il volume, riflette sul mondo che cambia, sulla deriva soprattutto spirituale che ha colpito l’Occidente e sulla sua particolare e unica esperienza di vita, spaziando dagli anni trascorsi in Olivetti al suo grande amore per la poesia, rimasto sempre costante negli anni. 

Tre scritti personali e sentiti, capaci di illuminare ancora il nostro presente.

  • La famosa risposta a Oriana Fallaci all’indomani degli attentati dell’11 settembre; 
  • Una riflessione sulla modernità e su quel che comunemente si definisce progresso a partire dall’esperienza giovanile in Olivetti; 
  • Uno scritto inedito, personale e intimo, sul ruolo della poesia nel mondo contemporaneo. 

Tre testi per avvicinarsi all’eredità di pensiero lasciata da un grande protagonista del secolo scorso, con lo sguardo rivolto al futuro di tutta l’umanità.         

Nel 2019 "Il pensiero irriducibile" di Tiziano Terzani veniva pubblicato dalla casa editrice fondata da Adriano Olivetti e presentato a Lugano con la partecipazione dell’editore Beniamino De’ Liguori Carino (nipote di Olivetti) e Àlen Loreti (biografo di Terzani), di cui riportiamo un estratto dell’intervista.

─ 𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗧𝗲𝗿𝘇𝗮𝗻𝗶 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗮 𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗮𝘇𝗶𝗲𝗻𝗱𝗲, 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮̀ 𝗲 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲?
─ Nel 1987 intervistato dalla tv svizzera disse: «Il futuro del mondo si gioca in Asia». Pochi capirono quella previsione. In tutta la sua opera ritorna il rapporto tra Uomo e Modernità. Dietro ai conflitti sociali e politici c’è sempre questo aspetto. Senza essere un antropologo o un economista Terzani ha condiviso in anticipo le preoccupazioni sulla globalizzazione e sulla politica dominata dalla finanza: ne "Il pensiero irriducibile" si coglie questa profonda facoltà analitica carica di inquietudine.

─ 𝗤𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗲𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗧𝗲𝗿𝘇𝗮𝗻𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗹’𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗹’𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗮?
─ «L’economia – diceva – deve cominciare a lavorare in funzione dell’uomo, non dei ricchi, non della borsa. Oggi, in Occidente, bisogna dire chiaramente che dobbiamo dividere la nostra ricchezza. Non potremo mai essere in pace, se gli altri sono in guerra. Non potremo mai essere felici, se gli altri non lo sono.» Terzani condannava la perdita di umanità resa oggi evidente dal crescere delle disuguaglianze: un’economia, e una politica, che rinuncia all’etica porta solo guai e conflitti.

─ 𝗧𝗲𝗿𝘇𝗮𝗻𝗶 𝗮 𝟮𝟯 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼̀ 𝗮 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗢𝗹𝗶𝘃𝗲𝘁𝘁𝗶, 𝗰𝗵𝗲 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗳𝘂?
─ Furono 5 anni intensi e decisivi. Terzani deve all’Olivetti il regalo più grande: avergli fatto scoprire il mondo. Dopo aver lavorato come manager in Europa, in Giappone, in Australia e in Sudafrica si rese conto che non voleva viaggiare il mondo per vendere macchine per scrivere, ma usare la macchina per scrivere per raccontare il mondo. Lasciò l’azienda per diventare giornalista.

─ 𝗢𝗹𝗶𝘃𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗧𝗲𝗿𝘇𝗮𝗻𝗶: 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗲𝗶, 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗹𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝘃𝗮 𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗲 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶?
─ Olivetti morì nel 1960, Terzani fu assunto nel 1962: non si conobbero. Hanno però in comune una tensione spirituale che non va sottovalutata. La definirei un bisogno e una ricerca di armonia. Non azzarderei una vicinanza politica anche se in entrambi c’è uno spirito socialista che si ispira ai valori più nobili: un fortissimo senso di giustizia, un bisogno di lotta, di riforma sociale. Olivetti praticò su scala pubblica questa visione di società, Terzani – viste le sue umili origini – pensò in primo luogo a un riscatto personale. Sono stati uomini liberi, veramente moderni, con un cuore antico.

Introduzione al Blog

  Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono c...