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giovedì 27 ottobre 2022

Tantra Yoga - sviluppo storico

Cos'è davvero il tantrismo? La tradizione indiana fa del sesso uno strumento per elevare lo spirito fino all'unione con il cosmo e considera la donna il centro dell'universo..

Negli Anni ’70 e ’80 del Novecento il tantrismo ha conosciuto in Europa il suo momento di gloria. Il merito fu della New Age, uno stile di vita che ispirandosi a spiritualità, esoterismo, medicine alternative e religioni orientali, ripropose questa dottrina come una nuova moda. A fare breccia nella fantasia degli occidentali fu soprattutto la centralità “femminista” della donna e l’idea di una sessualità capace di condurre gli amanti verso l’estasi. La cultura tantrica si ispira alla cultura matriarcale degli Harappei, una popolazione che nel II millennio a.C. abitava la valle del fiume Indo (attuale Pakistan), ma si diffuse molti secoli dopo (I secolo d.C.) nelle regioni del Nord dell'India. Qui si ebbero infatti i primi accenni di pratiche tantriche innestate sulle grande tradizioni religiose induiste e buddiste. 
La filosofia tantrica affonda le sue radici sia nel buddismo che nell’induismo arcaici, ma si ritiene che sia stato l’induismo ad ereditare il tantra dal buddismo, e non viceversa, poiché i più antichi Tantra (testi filosofici di riferimento) sono di compilazione buddista e risalgono al 350 d.C. Il lavoro è su un piano tanto fisico quanto energetico e consente di creare uno spazio per armonizzazione l’energia maschile e femminile, Shiva e Shakti, lo Ying e lo Yang taoisti.   

Il periodo di splendore fu tra il VII e il XII secolo, poi iniziò il declino dovuto alla diffusione della religione islamica che perseguitò e allontanò molti seguaci. A creare scandalo era l'idea di una donna non sottomessa all'uomo con il diritto di provare, durante il rito sessuale, un pieno soddisfacimento del proprio piacere fisico. Il rapporto sessuale secondo la tradizione era infatti un'esperienza mistica in cui il soddisfacimento maschile diventava marginale. L'energia sessuale contenuta nello sperma non doveva quindi essere dispersa, ma unirsi alle emanazioni orgasmiche della donna: solo così si poteva trascendere la realtà vivendo l'esperienza mistica dell'unione delle due forze che simulava la creazione dell'universo.   

La dottrina doveva essere conosciuta solo dagli iniziati che ne entravano in contatto con l'aiuto di un guru. Il guru in questa come in altre celebrazioni era una figura chiave: era lui ad avviare la coppia al percorso di liberazione e a vigilare perché non ci fossero complicazioni: durante i rituali potevano infatti emergere i "fantasmi psichici" presenti nell'individuo, un po' come accade oggi durante la psicoterapia: ossessioni, ansie nevrosi potevano venire allo scoperto e destabilizzare gli adepti. Il guru guidava poi il risveglio della kundalini, mitico punto di energia sopito nell'uomo, che la tradizione raffigurava come un serpente avvolto a spirale intorno alla base della colonna vertebrale. Una volta risvegliata l'energia si ergeva lungo la spina dorsale salendo fino al cervello, trasformando l'uomo e attivando le sue capacità più evolute: la capacità di provare sentimenti elevati, di essere creativo e in comunione spirituale con il cosmo. 

Per tantra yoga o yoga dell'estasi si intende impropriamente una forma rituale e spirituale di erotismo profondo, una sorta di pratica sessuale perfezionata, finalizzata ad amplificare tutti i relativi effetti benefici che normalmente hanno sulla vita quotidiana. Il tantrismo è piuttosto un insieme di concetti tradizionali, esoterici, spirituali della religione induista e della filosofia buddista – che hanno interagito significativamente intorno al VI secolo dC. Indica soprattutto una raccolta di libri filosofici, anche se non sempre del tutto coerente e talvolta contraddittoria. Il termine "tan" in sanscrito significa letteralmente "telaio, ordito, tessere". Può essere tradotto letteralmente come: principio, essenza, sistema, dottrina, tecnica, teoria, metodo, strumento o pratica. La parola compare negli inni del "Rigveda" con il significato di "ordito (tessitura)". Si trova anche in molti altri testi dell'era vedica, come nel "Atharvaveda" e in molti "Brahmana". In questi libri post-vedici, il significato contestuale del tantra lo vede "parte principale o essenziale, modello, struttura, caratteristica". Negli Smritis e nell'epica dell'Induismo (e del Giainismo), il termine significa "dottrina, regola, teoria, metodo, tecnica o capitolo" e il sostantivo appare sia come parola separata che come un suffisso comune, ad esempio "atma-tantra", che significa " dottrina o teoria dell'Atman" (anima, sé).

Dopo il 500 aC circa, nel buddismo, nell'induismo e nel giainismo, tantra assume il significato di categoria bibliografica, proprio come la parola "sutra" (che significa "cucire insieme"; tantra, così come sutra, rispecchiano la metafora di "tessere insieme"). Gli stessi testi buddisti sono a volte menzionati come tantra o sutra; per esempio, "Vairocabhisambodhi-tantra" viene anche chiamato "Vairocabhisambodhi-sutra". All'interno dei testi indiani, i vari significati contestuali della parola tantra variano molto col passare del tempo – telaio, tessere, scienza, sistema di shastra, pratica e rituale, comprensione profonda o padronanza di un argomento, tecnica di culto, dottrina, discussione, ampia conoscenza dei principi della realtà, siti e metodi di adorazione per le dee o Matrikas, Agamas. Varie culture non-vediche come il Puja sono da considerare concettualmente tantriche. La costruzione del tempio indù è generalmente conforme all'iconografia del tantra. I testi indù che descrivono questi argomenti sono chiamati "Tantra" o "Āgama" o "Samhitā". Nel Buddismo, l'influenza tantrica ha inciso sulla realizzazione di varie opere tibetane, templi storici dell'India e varie rappresentazioni del Sudest asiatico. L'antica scuola di indù Mimamsa usa estensivamente il termine tantra e i suoi studiosi offrono varie definizioni. Per esempio: "Quando un'azione o una cosa, una volta completata, diventa utile in diverse materie a una persona o a molte persone, è nota come tantra. Ad esempio, una lampada posta tra molti sacerdoti in lettura. Al contrario, ciò che beneficia della sua ripetizione è chiamato "āvāpa".

Fin dai primi secoli dell'era comune, sono emersi numerosi tantra incentrati sulle divinità Vishnu, Shiva o Shakti. Nel buddismo invece, è la tradizione Vajrayana ad essere nota per le sue idee e pratiche tantriche. Le tradizioni indù e buddiste hanno poi influenzato altre tradizioni religiose orientali come il Jainismo, il Bön tibetano, il Daoismo e quella giapponese dello Shintō.

I testi medievali presentano altre definizioni di Tantra. "Kāmikā-tantra", per esempio, fornisce la seguente spiegazione del termine tantra: "poichè elabora questioni copiose e profonde, specialmente relative ai principi della realtà (tattva) e dei sacri mantra, e poiché fornisce la liberazione (tra), è chiamato un tantra".  

Tra il XIX e il XX secolo, con la diffusione delle prime traduzioni – probabilmente complice il desiderio di trasgressione alimentato dall'attitudine moralista tipica dell'Occidente – vennero presi e distorti alcuni concetti e raffigurazioni in termini esoterici. L'occultista e uomo d'affari Pierre Bernard (1875-1955) è ampiamente riconosciuto per aver introdotto la filosofia e le pratiche del tantra al popolo americano, creando allo stesso tempo un'impressione fuorviante del suo legame con il sesso.  Vi è un ampio divario tra ciò che il tantra significa realmente e ciò che è stato rappresentato o percepito dalla sua divulgazione occidentale. Richard Payne afferma che il tantra è stato comunemente ma erroneamente associato al sesso, data l'ossessione dogmatica della nostra cultura popolare con tale "intimità". Il tantra è stato anche etichettato come lo "yoga dell'estasi", guidato da un insensato libertinaggio rituale. Questo è ben lontano dalla diversa e complessa comprensione di cosa significa profondamente tantra per quei buddisti, indù e giainisti che lo praticano.

Per i suoi veri praticanti, il tantra è definito come una combinazione di testi, tecniche, rituali, pratiche monastiche, meditazione, yoga e ideologia. Secondo Georg Feuerstein, "La portata degli argomenti discussi nei tantra è considerevole: riguardano la creazione e la storia del mondo, i nomi e le funzioni di una grande varietà di divinità maschili e femminili e di altri esseri superiori, i tipi di rituale (specialmente delle Dee), magia, stregoneria e divinazione, "fisiologia" esoterica (la mappatura del corpo psichico), il risveglio del misterioso potere del serpente (kundalinî-shakti), tecniche di purificazione corporale e mentale; la natura dell'illuminazione e, non ultimo, la sessualità sacra".

I testi del tantra e le pratiche tantriche toccano una vasta gamma di argomenti, per lo più focalizzati su argomenti spirituali e non di natura sessuale. Tuttavia il tantrismo è conosciuto in Occidente per i suoi elementi antinomiani e viene rappresentato stereotipicamente come una pratica di erotismo esoterico o sesso ritualizzato.    Questa rappresentazione non è tuttavia limitata esclusivamente all'immaginazione occidentale. Jayanta Bhatta, la studiosa del IX secolo della scuola di filosofia indù Nyaya, che analizzava la letteratura sul tantra, affermava che le idee e le pratiche spirituali tantriche sono per lo più ben posizionate, ma contiene anche "insegnamenti immorali" come ad esempio il cosiddetto "Nilambara", una setta nella quale i praticanti indossano un solo indumento color blu e praticano liberamente sesso di gruppo. Ella scrisse "questa pratica non è necessaria e minaccia i valori fondamentali della società".  La sessualità è stata certamente parte delle pratiche tantriche; i fluidi sessuali sono stati classificati come "sostanze energetiche" e usati ritualisticamente. Anche il testo buddista "Candamaharosana-tantra" tratta questi argomenti. Tuttavia, tali pratiche esoteriche vanno considerate eccezionali  e non si trovano in gran parte della letteratura e delle pratiche tantriche buddiste e indù. Nella tradizione Kaula e in altre in cui sono menzionati i fluidi sessuali come sostanze energetiche e il sesso ha mansione rituale. Inoltre, molti studiosi non sono d'accordo nelle traduzioni, interpretazioni e significato pratico.

Nella maggior parte dei testi del tantra indù e buddista sono assenti forme estreme di ritualismo sessuale – ad esempio nel testo tantrico "Jain". Tuttavia, le emozioni, l'erotismo e il sesso sono universalmente considerati nella letteratura tantrica come naturali, desiderabili, un mezzo di trasformazione della divinità interiore, per riflettere e ricapitolare la beatitudine di Shiva e Shakti. Il kama e il sesso, nella visione tantrica, sono un altro aspetto della vita ed una vera e propria radice dell'universo, il cui scopo si estende oltre la procreazione ed è un altro mezzo per il viaggio spirituale e la realizzazione. Questa idea fiorisce con l'inclusione dell'arte kama del tempio indù e delle varie architetture manuali e di progettazione come lo "Shilpa-prakasha".  Combinando tecniche erotiche e ascetiche, abbattendo le barriere sociali e interne, il tantrico diviene simile a Shiva. Nello Shivaismo del Kashmir, queste tecniche sono state interiorizzate, usate per la meditazione e la riflessione, e come mezzo per realizzare una soggettività trascendente.

mercoledì 26 ottobre 2022

Il termine "tantrismo" e il Kama sutra

Il termine "tantrismo" è un'invenzione europea del XIX secolo non presente in alcuna lingua asiatica; fu introdotto dagli indologi del XIX secolo, con una conoscenza limitata dell'India e in base alla quale il tantrismo sarebbe una pratica particolare, insolita e minoritaria in contrasto con le tradizioni indiane.. 

Il tantra è un sistema che permette di raggiungere il sovrannaturale attraverso la quotidianità alimentando il divino all'interno, è l'unione simultanea del maschile-femminile e dello spirito-materia, ed ha l'obiettivo di realizzare lo stato primitivo della non-dualità. Il termine "tantrika" indica la letteratura parallela e indipendente dal corpus vedico. I percorsi Vedico e non Vedico (Tantrico) sono visti come due diversi approcci alla realtà, l'approccio Vedico è basato sul Brahman e il Tantrika è basato sui testi non-vedici di Āgama. Nonostante il tentativo di Kulluka Bhatta di chiarire, in realtà sia indù che buddisti hanno messo insieme idee provenienti da tutte le fonti, vediche e non vediche.  

Una delle differenze chiave tra le tradizioni tantriche e non tantriche – che si tratti di buddismo ortodosso, induismo o giainismo – è la loro ipotesi sul bisogno di vita monastica o ascetica. Le non-tantrika, o tradizioni ortodosse in tutte e tre le principali religioni antiche indiane, ritengono che la vita mondana di un capofamiglia sia guidata da desideri e avidità che rappresentano un serio impedimento alla liberazione spirituale (moksha, nirvana, kaivalya). Queste tradizioni ortodosse insegnano la rinuncia alla vita famigliare, per seguire una vita semplice lasciando tutti gli attaccamenti e diventare un monaco o una monaca. Al contrario, le tradizioni del tantrika sostengono che sia l'illuminazione, sia il successo mondano, sono concretamente realizzabili e che questo mondo non ha bisogno di essere evitato per raggiungere l'illuminazione.

Le prime pratiche tantriche nella storia indiana sono attribuite ai Kapalika (letteralmente, "uomini del teschio"). Le fonti sono tuttavia carenti e poco chiare. Le informazioni storiche sono principalmente costituite da citazioni approssimative nei testi buddista, indù e giainista del I° millennio dC.   Nel "Gatha-saptasati" di Hāla (composto nel V secolo dC), ad esempio, si scrive delle gesta tantriche di una donna. Una delle storie più note è quella secondo la quale la Kapalika usò spalmarsi addosso le ceneri del proprio amante, in seguito alla morte ed alla cremazione. Le stesse pratiche vengono poi citate nell'induismo di Shiva e nel buddhismo Vajrayana. Alcuni testi indicano che il buddhismo tantrico probabilmente fiorì nel VII secolo dC. Tuttavia le Matrikas, o feroci dee madri, che in seguito si legarono strettamente alle pratiche del tantra, comparirono sia nelle arti che nella letteratura buddista e indù tra il VII e il X secolo.

I principali testi tantrici vennero scritti dal X secolo, in particolare in Kashmir, Nepal e Bengala. Entro il X o XI secolo, i testi tantrici vennero tradotti nelle lingue regionali come il tamil, e le pratiche tantriche si diffusero in tutta l'Asia Meridionale. Il tantrismo si diffuse ulteriormente con la trasmissione della via della seta fino al buddhismo nell'Asia Orientale e Sud-Orientale e influenzò anche la tradizione Bön del Tibet.

Molti chiamano il tantra “un modo femminile di fare l’amore”. In sanscrito “tantra” significa “metodo per ampliare la consapevolezza”. Tutte e due le definizioni hanno il loro pregio, ma la seconda dà  senso alla prima. Anche se praticando le tecniche tantriche diventiamo dei migliori amanti, questo non è l’obiettivo principale, ma, piuttosto, un piacevole effetto collaterale. Il tantra nacque intorno al  2000 a.C. nella valle dell’Indù fra gli Harappei, un popolo di matrice matriarcale, che avevano una vera e propria cultura del piacere: il lussuoso letto della padrona di casa stava nel salotto ed era lì che la donna festeggiava l’atto amoroso con l’uomo che aveva scelto. Il rapporto con la sessualità era molto cosciente, rilassato, naturale e fare l’amore era un atto sacro. 

Nei secoli successivi, carichi di repressione sessuale, il tantra sopravvisse in alcuni ashram indiani segreti e in alcune linee del buddhismo tibetano. Arrivato in Occidente, trovò un terreno culturale fertile grazie alla rivoluzione sessuale e all’emancipazione della donna.  Oggi si riscontra sempre più interesse per questa pratica proprio perché unisce i tre desideri umani più profondi: quello di fare sesso, quello di amare e quello di essere veramente se stessi. La via tantrica proposta in Occidente comprende tre passaggi:

  • 1. Liberare la propria energia sessuale.  Non in senso di sesso sfrenato, ma in senso affettivo: sentirsi a proprio agio, ricollegare cuore e sesso, rilassarsi nell’atto amoroso e goderselo fino in fondo, distanziarsi dai tanti ideali che si ha in testa (il supermaschio, la donna sempre bella), ritrovare il piacere nel tempio del proprio corpo, coltivare una comunicazione intima col partner, abbandonarsi alle sensazioni più intime e condividerle in due.
  • 2. Aumentare il piacere.  Sperimentare gli aspetti più  sottili della sessualità, viverla in un modo più sereno e più interiore, provare altre forme di orgasmo, portare l’energia sessuale (la kundalini) nei chakra superiori, arrivare a scambiare le energie tra uomo e donna.
  • 3. Arrivare all'estasi. Ampliare l’orgasmo nel vero e proprio senso che coinvolga pienamente la mente e il corpo energetico per arrivare al centro, alla vacuità, alla piena consapevolezza, alla beatitudine. Avviene il cosiddetto matrimonio interiore ossia l’uomo sperimenta la parte femminile in sé e la donna la parte maschile in sé. Ognuno si apre completamente all’energia dell’altro e si lascia impregnare fino ad arrivare ai limiti del proprio sistema corpo-mente,  al di là della coscienza ordinaria. Nel tantra si vive la sessualità in modo più interiore, si combinano sesso, amore e meditazione, si rivolge il faro della consapevolezza verso l’interno e non verso l’esterno, si scende nella profondità dell'anima, si viaggia nei territori della psiche umana, dove la donna solitamente ha più dimestichezza. Perciò è la donna che assume la guida nell’atto tantrico.

Il Tantra è una tecnica esoterica di trasformazione interiore, di valenza evolutiva e trascendentale, che prevede l'unione di energia maschile e femminile come presupposto per ottenere la sublimazione di se stessi nella Totalita, per estinguersi nel Tutto. In tempi più recenti, specie in Occidente, è stata utilizzata anche come terapia sessuale per coppie in difficoltà. 

Il Kāma Sūtra è un antico testo indiano sul comportamento sessuale umano, ampiamente considerato come l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull'amore. Il Kama sutra (letteralmente, “Massime sull’amore”) è considerato di solito un compendio di posizioni per fare sesso. In realtà è uno dei testi più importanti della poesia sanscrita, anche se non l’unico. Ci sono infatti, tra gli altri, il Kuttani mata (Consigli di una cortigiana) attribuito a Damodara Gupta, ministro di un re del Kashmir verso la fine dell’VIII secolo, e il Samaya matrika (La perfetta cortigiana) del poeta Kshemendra (XI secolo).

Il Kama sutra fu scritto tra il I e il VI secolo da un certo Vatsyayana. L’autore, però, si limitò probabilmente a elaborare e riunire opere diverse, tramandate oralmente. I testi che entrarono a far parte della raccolta risalgono infatti a epoche precedenti e appartenevano a sutre (cioè massime filosofiche) dedicate alla politica, al comportamento e alla spiritualità. A differenza dei Tantra, il Kama sutra non è un testo sacro, né esoterico. La sua lettura non richiede quindi la guida di un guru. E nel testo non vi è alcun riferimento al tantrismo, con il quale viene spesso confuso. Lo scopo del trattato è insegnare agli uomini e alle donne come comportarsi davanti al desiderio sessuale (kama) per garantirsi una vita sentimentale felice.

L’amore e il piacere sessuale (kama), nella cultura indiana, rappresentano quindi una componente fondamentale del trivarga, la “triade dei valori”: la legge che non si può violare e il rispetto della religione (dharma), le attività della vita pratica e della politica (artha) e, appunto, l’amore. I tre fini dell'esistenza umana che, armonicamente contemperati e convenientemente perseguiti, conducono alla liberazione (mokṣa) dalle rinascite e dal dolore dell'esistenza. Ecco perché nel Kama sutra le relazioni tra i sessi sono analizzate a 360 gradi. Vi si parla di principi etici, si spiega come corteggiare una donna e come vivere in matrimonio con lei.  Solo una sezione è dedicata alle tecniche amatorie. Vatsyayana ne descrisse 64: otto modi di fare l’amore, moltiplicati per otto posizioni. Uomini e donne vengono chiamati con nomi di animali: lepri, tori, cavalli, daini, puledre ed elefanti. La differenza è evidenziata dalla forza del desiderio, l’intensità, la passione e la durata del rapporto.

Il Tantra, la via del piacere

La nostra civiltà ha storicamente proibito l’espressione dell’amore condannando la sessualità, il mondo contemporaneo ignora l’amore pur sfruttando la sessualità, il tantrico deve spezzare questi stereotipi e sfidare i precetti morali perché il sesso rappresenta il mezzo attraverso il quale possiamo arrivare a conoscere l’amore. L’amore è energia sessuale trasformata. Nel Tantra i desideri, le emozioni e le passioni hanno un ruolo potentemente creativo e vengono considerati il tramite che, attraverso la sensorialità, conduce al Sé, la parte più autentica e libera di noi: per questo motivo viene chiamato “la via del piacere”. E’ una via che si contrappone alla ricerca edonistica, al materialismo generalizzato, al soprannaturalismo romantico e agli integralismi religiosi, poiché unifica sensorialità e coscienza, sensualità e spiritualità in un approccio sottile e profondo..

Il tantra è chiamato anche Vama Marga ovvero “la Via della mano Sinistra” poiché la donna, che rappresenta l’influenza lunare, la polarità negativa o sinistra, gioca un ruolo essenziale in questa Via. Tuttavia la via qui raccomandata non è formata da negatività e austerità come nella maggior parte degli altri sistemi spirituali, ma è una via dell’accettazione, del piacere e della beatitudine. La tradizione tantrica mostra chiaramente che lo stato d’integrazione armoniosa e di libertà spirituale può essere ottenuto attraverso l’esperienza diretta e il vivere la vita di ogni giorno. I livelli inferiori di coscienza non possono essere controllati senza sforzo e superati senza essere completamente e freneticamente vissuti, intensamente e in modo totale, nella pienezza dei loro poteri.

Il termine Tantra riguarda le nozioni di Liberazione e di Espansione: si tratta, in pratica di una scienza sacra che permette di accedere all'Assoluto, attraverso tecniche di espansione psichica e corporea che concernono anche, ma non esclusivamente, l'eros individuale, di coppia o di gruppo. E' una metafisica che permette, se seguita con l'ausilio dello studio dei testi tradizionali e di un insegnamento qualificato, di uscire dalla sfera individuale, dal mondo per come lo intendiamo normalmente, e di percorrere itinerari che liberano dai condizionamenti e dalle limitatezze, dapprima la psiche, poi la mente spirituale, infine l'intero cosmo, nel momento in cui si riesce a realizzare l'identificazione tra se stessi e tutto cio' che ci sta intorno.

L'obiettivo del Tantra è far si che ognuno di noi scopra la sua vera e intrinseca natura, liberandosi di tutti i limiti e le maschere che possiede…mente e corpo si uniscono come in una danza e da ciò deriva un grande senso di benessere e consapevolezza. Il Tantra ha la caratteristica di fondere i piani sensoriale, emotivo e cognitivo con quello spirituale e di basarsi sul riconoscimento e l’integrazione delle polarità (maschile/femminile, attivo/passivo, erotismo/meditazione, controllo/estasi).  Oltre a creare un ponte tra sessualità e spirito, il Tantra congiunge due direzioni della ricerca spirituale che in altre scuole vengono tenute distinte: Controllo ed Estasi. Nel Tantra l'oggetto della ricerca è principalmente quella vibrazione della coscienza che fa incontrare questi poli opposti dell'esperienza soggettiva, lungo due strade, quella attiva e quella passiva, che vengono praticate entrambe dai tantristi.  Quando un partecipante perviene ad un più elevato stadio di consapevolezza, tramite il controllo dell'energia vitale, diviene possibile utilizzare anche la sessualità per favorire la crescita spirituale.

Il Tantra non è né quindi una filosofia, né una religione, né una disciplina o una tecnica: è una “via”. Questo concetto, inusuale per la mentalità occidentale, sta ad indicare un percorso esperienziale, strutturato e concepito per condurre l’anima – la parte spirituale dell’essere umano – a ricongiungersi con il principio divino dell’universo che già l’anima contiene dentro di sé e riequilibrare le forze del femminile e del maschile attraverso l’utilizzo del corpo, il veicolo che ci accompagna durante la vita. La sessualità, essendo tuttavia una delle esperienze più importanti e decisive per un essere umano, è considerata nel Tantra parte integrante nella crescita personale e spirituale di un individuo. Tutte le sensazioni, tutti i piaceri sono quindi, in fondo, emanazioni del Divino. I sensi sono utilizzati dal praticante per accrescere la coscienza. Se si innalza il livello di sensibilità nei riguardi della bellezza di ogni cosa che ci circonda, possiamo avvicinarci sempre più al senso di meraviglia e stupore emanato dalla creazione, che è la pulsazione ininterrotta della coscienza che pervade qualsiasi esperienza.

Il Tantra  allena all'ascolto intimo e consapevole di se' e dell'altro, usando anche la sessualità come veicolo per scioglierele resistenze e i condizionamenti dell'Ego, e portarci all'incontro con con l'Energia Primordiale che e' in noi. Il Tantra propone una serie di tecniche psico-spirituali graduali per favorire la trance dell’unione mistica, sapendo che solo un corpo soddisfatto può aprirsi ad esperienze superiori. Il corpo infatti è uno strumento essenziale, senza il quale l'evoluzione stessa sarebbe praticamente impossibile. Se non si sono risolti i problemi di sopravvivenza e di benessere psicofisico non si conquista la pace interiore. Non bisogna dunque dimenticare che i due aspetti, materiale e spirituale, non si escludono a vicenda, ma anzi non sono mai nettamente separabili l'uno dall'altro.

Il tantra non è coercitivo e nessun testo tenta di fare proselitismo. La libera adesione viene ritenuta un’istanza fondamentale e il consenso spontaneo è il solo modo attraverso cui si può accedere al mistero tantrico.  Per questo motivo è indispensabile l’assenso della persona con cui compiere l’incredibile percorso della via tantrica.  E' possibile incontrarsi davvero, in uno spazio di riconciliazione dove donne e uomini possono conoscere la propria diversita' e trovare al loro interno quegli strumenti che aiutano a scoprire punti d'incontro.

Il Tantra integra sessualità, emozioni, sensi e consapevolezza, portando il praticante in uno stato di meditazione, di abbandono. Il Tantra e’ un percorso di auto-scoperta, un percorso di gioia. È necessario essere estremamente onesti verso le proprie dinamiche interiori, e non tutti sono disposti a denudarsi in una simile maniera. Il corpo è un simbolo mistico per i tantrici , solo un veicolo con il quale fare esperienza in questa vita e che ci assiste nel processo di crescita spirituale e nel processo di acquisizione dell'esperienza stessa. Senza energia e sensibilità nel corpo e senza l'uso adeguato non possiamo fare molta strada verso l'illuminazione.  Nel Tantra, l’incontro con il partner stimola l’energia chiamata kundalini, ad espandersi e a salire lungo i chakra, "centri energetici" del corpo. Nel contempo, l’atteggiamento meditativo – cioè di osservazione, presenza e comprensione – consente all’energia dei piani spirituali di discendere nel corpo stesso. Pertanto, le due energie, legate rispettivamente alla terra ed al cielo, si incontrano all’interno dell’essere umano (all’altezza del centro vitale corrispondente al cuore) e si dice che l’uomo fa esperienza dentro di sé della propria “donna interiore”, e la donna del proprio “uomo interiore”. Un’esperienza di fusione, questa, che trascende l’ordinario stato di separazione in cui vive l’essere umano. 

L’amore, la passione, il desiderio nascono “magicamente” nell’incontro fra l’uomo e la donna. Tuttavia, come dimostra l’esperienza quotidiana, questi fondamentali ingredienti della coppia spesso finiscono per svanire, portando alla noia e al disincanto.  Il tantra fa luce sulle dinamiche affettive della vita a due e propone anche  delle soluzioni per uscire dalla routine e coltivare attivamente, con l’andare degli anni, l’amore e la passione.  La capacità dell'uomo di andare oltre la visione di un mondo mentale dominato da opposti e conflittualità, per comprendere di essere lui stesso il produttore di questo mondo, ma anche di avere in sé la capacità di cambiarlo, unire gli opposti, vivere finalmente nella gioia e in perfetta sintonia con i veri ritmi della natura. La corsa al successo, al denaro, al potere, alla prevaricazione dell'uno sull'altro, al trionfo dell'ego sono le vere cause di frustrazioni, turbe della personalità, della sessualità e depressioni. La medicina certo può parare il colpo con varie terapie e psicofarmaci, ma è palese che il disagio dell'uomo non venga da una sua carenza intrinseca quanto dal rapporto che ha con sé stesso e con il tutto.

Il sesso visto da noi occidentali assomiglia spesso ad una prova, una prestazione che, in quanto tale, richiede competitività con se stessi e con il partner. Si può dire che si verifichi il trasferimento della competitività dalla vita e dal lavoro alla sfera sessuale. La condanna e la repressione che il sesso e il corpo hanno subito nei secoli , soprattutto in Occidente, hanno snaturato la loro essenza privandoci della gioia che deriva dal contatto naturale con noi stessi. Questo ci porta a vivere delle profonde contraddizioni tra la spinta naturale al piacere, e i condizionamenti derivanti dalla famiglia, dalla società, dalla religione, dalla morale, che creano  senso di colpa e vergogna. Tutto ciò colpisce alle radici la nostra vita portandoci ad una progressiva perdita di fiducia ed auto-stima e limitando la nostra capacità di amare.

L’invito del Tantra è semplice: vivi la sessualità con la pienezza dei sensi sottili che hai sviluppato, gioisci di essa nella pienezza dei profumi, del gusto, della visione e del tocco, annegati nel “qui ed ora” del piacere intenso che essa ti arreca, e al tempo stesso ricorda che il “samadhi” che provi (cioè il senso di appagamento dato dalla fusione) non è che l’anticipazione pallida di un ben più alto samadhi che ti attende: la fusione con il tutto. I grandi maestri hanno ben compreso che solo dopo che la coscienza sia liberata dalla dipendenza emozionale e dalla sessualità, si può arrivare a livelli superiori.

Il Tantra "Non è una filosofia di cui discutere, non è un problema da risolvere bensì un mistero da vivere e uno “spazio in cui esistere", come indicò il filosofo e maestro Indiano Osho. Il Tantra esorta a sperimentare totalmente ed in prima persona il flusso della vita, ed in questo non lascia spazio ad intermediari.

Tantra e Massaggio Tantrico

Molti affermano di praticare tantra, eppure ognuno lo fa in maniera diversa. Stessa cosa dicasi per lo yoga in generale...   Nel Tantra yoga rientrano molte forme di yoga più conosciute in Occidente. Alcuni insegnanti di Kundalini yoga, Hatha yoga, Raja yoga, Laja yoga e Mantra yoga, o altre forme, possono inserire, oltre a pratiche rituali di tipo fisico, anche elementi tantrici e la precedenza viene data a pratiche e rituali di tipo soprattutto fisico. È anche possibile che un insegnante si trovi a trasmettere pratiche tantriche che non riconoscerebbe come tali, ma che di fatto lo sono, e vengono impartite per via intuitiva..

Tuttavia il tantra è una faccenda più delicata e profonda. Anzitutto dobbiamo decidere se considerare il tantra uno yoga o no. In origine erano probabilmente discipline separate ma col tempo, tutta la conoscenza occulta tantrica tipica del Nord dell’India si è riversata sia nello yoga che nel lamaismo buddhista e nel taosimo integrandosi perfettamente. Tuttavia l’approccio di base rimane diametralmente opposto. Tutti gli yoga classici, ovvero quelli basati sui Veda, si fondano sull’esperienza del Purusha, ovvero il testimone interiore, l’anima differenziata dalla natura, realizzando la quale si sperimenta una distanza dalla materia, dalla vita e dal mondo fenomenico, che ci spinge a rinunciarvi. Il tantra parte dall’estremo opposto. Pur riconoscendo la divinità nell’anima individuale, il tantra considera il polo materiale, Prakriti la Matrix creatrice, come divinità fondamentale, proiettandovi tutta la numinosita’ possibile.

Dalle tecniche del tantra derivano tutte le pratiche yoga relative al corpo, alle energie, allo sviluppo delle siddhi (poteri). Si tratta di una conoscenza esoterica, occulta, quindi non trasmissibile verbalmente, e come tale necessita di un linguaggio metaforico che apra gli occhi interiori del praticante. Fu così che il lato del tantra focalizzato sulla beatitudine, il vama marga o sentiero delle sinistra, cominciò ad utilizzare il linguaggio sessuale per descrivere i processi di alchimia interiore; la relazione tra i poli maschili e femminili delle energie era facilmente rappresentabile dal rapporto sessuale. Fin dalle prime tracce scritte che fanno riferimento alle tecniche tantriche in modo non metaforico, si parla di tre elementi principali: mantra, yantra e mandala. Secondariamente abbiamo i mudra e i nyasa.

I mantra che sono forse la parte più nota. Sappiamo che l’universo è nato da un suono, da una vibrazione, dal passaggio da energia a materia. Nel silenzio della meditazione possiamo ricollegarci all’eterno suono interiore che ha dato vita a tutte le forme esistenti. La scienza dei mantra si basa sull’agire sulla materia con la consapevolezza che essa è energia condensata. Gli yantra sono diagrammi basati sulla geometria sacra. Anche in questo caso le proporzioni delle forme rimandano a principi eterni e richiamano energie senza tempo. In essi troviamo costantemente numeri irrazionali e sequenze considerate magiche.  I mandala, possono sembrare simili agli yantra ma in realtà non rappresentano una energia precisa ma l’intero universo, la compenetrazione del macrocosmo e del microcosmo.  Mentre nel caso dello yantra usufruiamo della forma finita, nel mandala i veri benefici sono concentrate nel processo di formazione, che appunto ci ribilancia allineandoci con l’universo, in grado di sviluppare uno stato di coscienza vicino alla trance.  I mudra, o sigilli, sono l’equivalente delle asana fatte con le mani, anche se alcuni di essi coinvolgono tutto il corpo. Anche in questo caso, l’intera mano con le cinque dita rappresenta l’universo e i suoi cinque elementi, quindi lavorando con essa possiamo lavorare sull’universo sia in macro che in micro. I nyasa sono le connessioni tra i mantra e i punti occulti del corpo o marma. Questo aspetto pratico dei mantra è legato a doppio filo con l’apertura dei chakra, la liberazione della kundalini e lo sviluppo di tutti i canali energetici.  Oggigiorno, molte scuole occidentali e alcune scuole indiane di vama marga che si sono separate dal dakshina marga, ovvero sentiero della mano destra o della conoscenza, non interpretano più le metafore sessuali e le praticano letteralmente, almeno in parte. Ognuno ha il suo parere a riguardo ed è difficile capire dopo millenni se queste scuole siano deviate o abbiano ragione almeno in parte. L’unica cosa che si può affermare è che, nonostante non ci siano mai stati dogmi morali riguardo le energie sessuali, esse erano considerate la materia prima di un processo trasformativo, e non lo scopo finale. 

In questo processo trasformativo giocano un ruolo importante anche la respirazione e la meditazione. La respirazione aiuta a conoscersi e vivere secondo la propria natura. La base della colonna è il fulcro da cui tutto si origina e si eleva. Il centro, inteso come centro addominale ed energetico, muove e rilascia. E si passa una vita a trasformare e comprendere le pulsioni, metterle al servizio di qualcosa di utile e piacevole.  La meditazione, che sia in movimento o in statica, permette, allo stesso modo, di interiorizzare. E poi, nella pratica tantra, c'è il potere del suono. Se l'inspirazione è la "benzina" dell'espirazione, se questo primo atto che ci tiene in vita vuole essere quanto più lungo e consapevole possibile, anche quello del rilascio, l'espirazione, ci insegna a non trattenere. E solo nell'espirazione possiamo produrre un suono.   I benefici della pratica tantrica intesa prima di tutto come autoconoscenza, attraverso meditazione, posizioni, respiro e suono sono, non solo numerosi, ma tutti interconnessi e si manifestano non solo su un piano fisico ma anche mentale ed energetico.

Il Tantra è un'antichissima disciplina che usa un linguaggio simbolico sessuale per la liberazione dei poteri della natura e delle sue trasformazioni per esprimere la più alta realizzazione del Sé. E' una via di espressione e trasformazione del sé, un modo di entrare non solo in contatto profondo con la propria anima, ma di permetterle di agire nel mondo.  Per via di questa attitudine positiva verso la vita e l'esistenza, si sono nel tempo sviluppate alcune forme di massaggio tantrico, attraverso le quali la persona che lo riceve fa esperienza di un grande piacere sensoriale e al tempo stesso di un miglioramento della percezione di sé e della propria consapevolezza. Per via di tutta una simbologia sessuale, il massaggio tantrico a due ha assunto una forma ideale per chi desidera incrementare e accrescere la conoscenza e l'armonia di coppia. Il massaggio tantrico, che fa leva su antichi insegnamenti indiani risalenti alle culture pre-vediche, si struttura in tre fasi:

  • Nella prima fase ci si concentra sul raccoglimento e sulla meditazione, creando in un luogo adatto e intimo, come per esempio la camera da letto, un ambiente accogliente, con luci soffuse, candele, incensi, praticando esercizi di respirazione e recitando mantra.
  • La seconda fase è incentrata sui massaggi lenti, circolari e lievi che si praticano su viso e corpo, dalle gambe alle braccia, passando per la zona pelvica, la schiena, il collo e la testa, con tocchi dolci lungo i canali dell'energia vitale, i chakra e le nadi, e passando per i punti noti col nome di marma. Si usa un olio vettore tiepido e delicato, come per esempio l'olio di cocco o di mandorla.
  • L'ultima fase è di rilassamento: sorseggiando una calda tisana si condivide l'esperienza con chi la si è praticata, verbalizzando ciò che si è provato. 

 Vantaggi del massaggio tantrico.  I testi più antichi riferiti al massaggio tantrico parlano di tecniche terapeutiche, mentre tutti i riferimenti al piacere sono materiale più recente, legati alla simbologia Bon adottata anche dal buddismo tibetano. Grazie a questo tipo di messaggio sviluppato più recentemente, chi lo riceve - ma anche chi lo offre - potrà godere di vantaggi e benefici, tra cui una nuova esperienza della sessualità, non limitata nello spazio e nel tempo, ma percepita come energia onnipresente da incanalare in ogni cellula del corpo. In questo modo, ansia, stress e preoccupazioni vengono sciolte, assieme ad altre tensioni. Anche nelle sue forme non sessuali, il massaggio tantrico agisce sugli organi genitali sciogliendo blocchi e andando a rilassare il primo chakra, utilizzando tecniche di Tantra lingam per gli uomini e Tantra yoni per le donne. Esiste anche la tecnica del massaggio Tantra Kundalini.  Crescita personale ed esperienza sensoriale volta al benessere vanno dunque di pari passo nel massaggio tantrico, pratica che è specialmente volta a ritrovare la sacralità del corpo come elemento e involucro fisico dell'anima.   _________

Libri da leggere: 

  • Il massaggio tantrico di Stefano Paggini; 
  • Massaggio Tantra di Kalashatra Govinda; 
  • L'arte del massaggio tantra. Tecnica di stimolazione e rilassamento per esaltare l'intesa sessuale di Rajiv Haurasia.

Domande e risposte sul Tantra

  •  Che cos'è il Tantra?  «È una disciplina indiana molto antica e nota per gli stati di estasi che permette di raggiungere. Ci insegna a vivere l'amore in maniera piena e in ogni istante attraverso la riscoperta dell’energia maschile e di quella femminile».  «Il Tantra non è solo un insieme di tecniche: è un vero e proprio modo di vedere e vivere la vita»..
  • Cosa significa essere una "coppia tantrica"?  «Significa mettere l’amore e la coppia al primo posto, saper guardare il proprio compagno o la propria compagna con rinnovato amore tutti i giorni.».
  • Differenza fra sesso tradizionale e sesso tantrico. «Il sesso tantrico è molto vario, prevede l'utilizzo di diverse tecniche,  ha una durata maggiore e va a risvegliare una grande energia sessuale.»
  • L'amore secondo il Tantra. «Secondo il tantra l’amore è sacro in quanto l’uomo è la manifestazione terrena di un Dio (Shiva) e la donna di una Dea (Shakti). Perciò quando una coppia è in fusione amorosa significa che vi è un incontro tra due Divinità: l'una rappresenta l'energia maschile e l'altra quella femminile. 
  • Tantra e storie durature. «Il tantra aiuta le coppie a durare nel tempo insegnando e invitando a tenere presenti le differenze tra l’uomo e la donna sia sul piano sessuale sia su quello sentimentale».
  • Cosa si intende per "amanti tantrici"?  «Amanti che conoscono e applicano nella propria relazione le tecniche sessuali previste dal tantra e che comunque, più in generale, hanno anche una visione tantrica dell'amore».
  • Come apprendere le tecniche sessuali tantriche? «Attraverso un preciso allenamento, che però è alla portata di tutti. Gli amanti tantrici non sono affatto né superuomini né superdonne!»
  • Tantra, Orgasmo ed Estasi. « L’orgasmo tantrico consente di raggiungere veri e propri stati di estasi. Inoltre va precisato che il tantra insegna sia all’uomo sia alla donna ad utilizzare la sessualità per la propria evoluzione a tutti i livelli: fisico, mentale, emozionale e spirituale».
  • Cosa significa vivere in modo tantrico? «Significa avere una visione positiva della vita, credere nell’amore e nella coppia ed essere capaci di cogliere la bellezza dalla quale siamo costantemente circondati. Si tratta di una via amorevole, una pratica per conoscere se stessi, non per affinare tecniche sessuali. Certo, le persone cercano in questa strada anche delle risposte sulla propria sessualità, ma soprattutto cercano un modo più autentico e ‘nutriente’ di stare nel contatto. Il Tantra “è una delle poche discipline che utilizza tutti e sette i ‘chakra’.  La pratica tantrica è intrinsecamente piacevole, dato che la Via tantrica è anche chiamata la ‘via al Piacere’, i tantrici  avevano scoperto che il piacere apre le energie del corpo, e attiva processi di guarigione”.
  • Il Tantra è una via poco normata. La tecnica Tantra va dal respiro al tocco leggero, dal massaggio rituale alla meditazione. Tutte le scuole prevedono diversi livelli di approfondimento, ma nomi e contenuti delle pratiche possono variare, “nel Tantra non c’è nulla di vietato, ma neanche nulla di obbligatorio. L’importante è un approccio armonico”.
  • Cosa si fa durante gli incontri di tantra? Prima c’è uno spazio di ascolto di circa un’ora per individuare il bisogno della persona e informare in che modo il Tantra potrebbe essere d’aiuto, poi subentra un rituale che può arrivare a due ore dove l’obiettivo di quello che potremmo definire uno ‘yoga del contatto’ è la liberazione dal flusso ripetitivo dei pensieri, l’ascolto del corpo, lo sblocco delle emozioni e di tutti i livelli energetici, da quello sessuale fino a quello spirituale: è molto frequente, ad esempio che una persona pianga di commozione o che acceda a istanti di profonda coscienza di sé. Si lavora in coppia, a volte in nudità, che simboleggia però il mettere a nudo la propria anima, non l’erotismo o la sessualità in senso stretto. Le coppie vengono scelte sulla base di affinità energetiche evidenziate durante alcuni lavori iniziali, tranne quelle che arrivano già formate e si insegna loro a praticare un rituale che, non ha nulla a che fare con la sessualità così come la immaginiamo.
  • Un “orgasmo dell’anima”. “Lo scopo è quello di coltivare l’energia e di espanderla, riportando equilibrio e riconnessione interiore, attraverso il tocco tantrico, un tocco consapevole di ascolto dove il sentire ‘guida’. Affinché il corpo sia totalmente ricettivo e l’energia possa fluire è fondamentale respirare e seguire il respiro per trascendere l’attività mentale ‘educandola’. Solo così riusciamo a scardinare tensioni ed emozioni arrivando allo sblocco emozionale, alla liberazione spesso associata al pianto. Si tratta di un percorso/trattamento sensoriale, non (solo) sensuale dove è possibile raggiungere un orgasmo emozionale, generando una beatitudine globale sconfinata alla totalità del corpo. 
  • Il rituale tantrico.  Il rituale tantrico è un’esperienza di meditazione che si esprime in relazione con un’altra persona: è uno scoprire sé stessi nell’ascolto dell’altro. E un modo per entrare in contatto con il partner in maniera profonda. Il Tantra, proprio in quanto disciplina di crescita interiore, in poco tempo, aiuta a rompere routine sbagliate, abitudini mentali o blocchi fisici che sono all’origine di tanta parte delle nostre frustrazioni”.
  • Attraverso tocchi leggeri e massaggi da praticare all’altro, si impara ad essere aperti, disponibili, tanto da arrivare a riconoscere l’intima natura dell’essere vivente di fronte a te, condividendone lo stesse sentire, ‘amandolo’. Questa pratica aiuta soprattutto le donne vittime di una società patriarcale, ma aiuta anche gli uomini, costretti sempre a mostrarsi duri e puri, a provare emozioni profonde.
  • Chi pratica tantra? “Tendenzialmente si tratta di persone che si sono fatte alcune domande su di sé e la propria crescita, e questo avviene dopo i trenta o quarant’anni”, Quanto alle classi sociali di provenienza c’è, invece, di tutto: dal ristoratore all’ingegnere, dal filosofo alla psicologa, dall’avvocato alla scrittrice.
  • Come approfondire questa strada? Il consiglio di chi lo insegna è unanime: più che leggere tomi e libri sul Tantra, è meglio provare un rituale.  Il Tantra è un corpus filosofico molto vasto, difficile da sintetizzare in poche parole”, che unisce immanenza e trascendenza, corpo e spirito, sessualità e spiritualità, estinguendo ogni dicotomia tra sopra e sotto, facendo incontrare persone nella loro interezza e nella loro integrità, senza divisioni interiori. Ma  per capirlo, e soprattutto averne i benefici, la via dell’esperienza è in assoluto la migliore”.
  • Dove praticare?  I corsi e i seminari sono centinaia ed è difficile discernere tra docenti seri e improvvisati – questa disciplina comunque è un’esperienza anzitutto spirituale.

mercoledì 23 giugno 2021

Ma che cos'è davvero il Tantra?

Non c’è area del pensiero filosofico indiano che susciti tanta curiosità e al tempo stesso tanti equivoci quanto il tantrismo. Ciò innanzitutto per la grande confusione dovuta ad una inadeguata conoscenza dei testi. Di fatto, solo negli ultimi decenni sono apparse edizioni e traduzioni dei grandi testi tantrici: primo fra tutti, il Tantraloka di Abhinavagupta (X-XI secolo). L’opera si presenta come una gigantesca summa del sapere esoterico, in cui si tratta diffusamente di ogni possibile aspetto della via tantrica alla liberazione: la natura onnicomprensiva della coscienza, le pratiche yogi connesse con il respiro  e il risveglio della kundalini, l’uso dei mantra, la preparazione dei mandala. Descrive i vari tipi di pratiche d'iniziazione, dai riti con contenuti sessuali più o meno espliciti, ai metodi che consentono al meditante di far emergere le emozioni profonde, fino ad arrivare a percepire la pulsazione della coscienza. 
La parola Tantra ha origine dal sanscrito, traducibile come “trama” ed è composta dalla radice Tan = "espansione", e il suffisso Tra = "liberazione". Si tratta di un insieme di dottrine e di pratiche millenarie volte all'espansione dell'ordinario stato di coscienza, e all’unione della coscienza individuale con quella universale, e del maschile con il femminile. 

Il Tantra è un processo quindi per renderci più coscienti.  Ci spinge a risvegliarci, ad essere più attenti alle restrizioni e alle identificazioni del nostro falso ego e a diventare più vitali attraverso il risveglio delle diverse forme di energia: energia trascendente, energia mentale, energia espressiva, energia affettiva, energia emozionale ed energia sessuale. L’obiettivo è quello di riconoscere la propria intima, intrinseca vera natura sotto le apparenze esterne. Quando ne diventiamo consapevoli, anche il più insignificante momento quotidiano acquista un’estrema bellezza. In questo modo, non c’è più nulla di ordinario nella vita. Il tantra incoraggia a vivere la vita intensamente, totalmente, liberandola dalle tensioni, dai modelli precostituiti, dalle inibizioni. E’ il sentiero dell’anima che onora anche la sacralità del corpo celebrando i sensi e le esperienze di vita, la gioia della sensualità e della sessualità. 

La filosofia tantrica affonda le sue radici sia nel buddhismo che nell’induismo arcaico, ma si ritiene che sia stato l’induismo ad ereditare il tantra dal buddhismo, e non viceversa, poiché i più antichi testi filosofici di riferimento sono di compilazione buddhista. Al centro del pensiero tantrico vi è l’universo manifesto, considerato come espressione fisica e sensoriale del non manifesto: da qui l’idea che, attraverso l’immersione nel primo, si possa giungere a realizzare la piena unità con il secondo.
La disciplina tantrica lavora sull’armonizzazione dell’energia maschile e femminile, Shiva e Shakti, e il fine è risvegliare e canalizzare in modo appropriato l’energia Kundalini, che risiede dormiente alla base della colonna vertebrale, depositaria del segreto dell’illuminazione. 

Asana, mantra, pranayama, meditazione e retto agire, sono le componenti fondamentali del Tantra Yoga, e sono questi gli elementi che costituiscono l'ossatura della disciplina.  Nel cammino tantrico vengono ben distinte le vie cosiddette “della mano destra” e “della mano sinistra”. Nelle scuole della mano destra i precetti che spingono all’unione del principio maschile e femminile sono interpretati come una metafora dell’unione a livello energetico, mentre nelle vie della mano sinistra sono interpretati quasi letteralmente. Da qui ha origine il maithuna – il rituale segreto dell’amore – che non è tuttavia una pratica centrale, malgrado il Tantra sia oggi comunemente associato a questo. Al contrario il maithuna è ritenuto uno dei più alti e ultimi stadi che lo yogi deve affrontare perché solo i veri yogi possono permettersi di praticarlo come tecnica di meditazione.  Oggigiorno, molte scuole occidentali e alcune scuole indiane di vama marga che si sono separate dal dakshina marga, ovvero sentiero della mano destra o della conoscenza, non interpretano più le metafore sessuali ma le praticano letteralmente, almeno in parte. Ognuno ha il suo parere a riguardo ed è difficile capire dopo millenni se queste scuole siano completamente deviate dall'insegnamento iniziale, o se abbiano ragione almeno in parte. L’unica cosa che si può affermare è che, nonostante non ci siano mai stati dogmi morali riguardo le energie sessuali, esse erano considerate la materia prima di un processo trasformativo, e non lo scopo finale.  Il Tantrismo è l’esatto opposto dell’ascetismo che concepisce il corpo come primo nemico dello spirito. Il corpo nel Tantra è considerato infatti il tempio del divino (realtà sacra) ed è visto come il microcosmo dove l'anima individuale risiede per poter comprendere il macrocosmo dell'Universo, come strumento di sviluppo di consapevolezza superiore.  Il Tantrismo è la via che più si addice all'uomo che vive in questa epoca che non è quella del puro distacco, bensì quella della conoscenza, del risveglio, del dominio delle energie segrete racchiuse nel corpo. Il Tantra pone fine alla dicotomia corpo e spirito e cerca di ricongiungere la vita dello spirito e quella ordinaria e del corpo. «Secondo il tantra l’amore è sacro in quanto l’uomo è la manifestazione terrena di un Dio (Shiva) e di una Dea (Shakti). Perciò quando una coppia è in fusione amorosa significa che vi è un incontro tra due Divinità: l'una rappresenta l'energia maschile e l'altra quella femminile.  

Il famoso rituale insegna sia all’uomo sia alla donna ad utilizzare la sessualità per la propria evoluzione a tutti i livelli: fisico, mentale, emozionale e spirituale.  Tutte le scuole prevedono diversi livelli di approfondimento: si va dallo sguardo al tocco leggero, dal massaggio rituale alla meditazione.  Questo tipo di yoga può essere definito come ‘yoga del contatto" il cui obiettivo è la liberazione dal flusso ripetitivo dei pensieri, lo sblocco delle emozioni, l’ascolto del corpo a tutti i livelli energetici, da quello sessuale fino a quello spirituale: è molto frequente durante la pratica, che una persona pianga per l'emozione o che acceda a istanti di profonda consapevolezza. Unisce immanenza e trascendenza, corpo e spirito, sessualità e spiritualità, estinguendo ogni dicotomia e facendo incontrare le persone nella loro interezza e nella loro integrità. 

I benefici del Tantra yoga sono quelli specifici di ogni altra forma di yoga, e oltre i benefici a livello fisico, si avranno benefici nell'armonizzazione energetica, nella dimensione psicologica con netto miglioramento dell’umore, diminuzione dello stress, contenimento di stati depressivi, aumento della capacità di concentrazione. Volgendo lo sguardo alla dimensione intima della pratica, senza dubbio l’approccio tantrico contribuisce ad alleviare le tensioni di coppia, portando benefici in caso di problemi, quando questi hanno radici psicologiche. 

In tempi recenti il Tantra ha conosciuto una grande notorietà in Occidente, principalmente a causa dell'enfasi erroneamente posta sull'utilizzo di alcune pratiche sessuali; queste in realtà costituiscono solo una piccola parte della dottrina tantrica che combina corpo e mente, gioia e spiritualità, il riconoscimento della sacralità della Vita, una solida base morale, la pratica quotidiana delle asana per la purificazione del corpo e dei canali energetici, esercizi di concentrazione e meditazione. 

Nel Tantra yoga rientrano le forme di yoga più conosciute, insegnate e praticate in occidente: il Kundalini yoga, l’Hatha yoga, il Raja yoga, il Laya yoga e il Mantra yoga. Nelle scuole di yoga tantrico la precedenza viene data a pratiche e rituali di tipo soprattutto fisico - sensoriale. Descrivono bene questo concetto le parole di Mircea Eliade, storico delle religioni : “In queste discipline, le attività sensoriali venivano magnificate sconvolgendo le proporzioni come risultati di infinite identificazioni con gli organi e le funzioni fisiologiche con regioni cosmiche, stelle e pianeti, dei, eccetera. Hatha Yoga e Tantra transustanziano il corpo fornendogli dimensioni macro-antropiche e assimilandolo ai vari corpi mistici (…) Molti 'corpi sottili' sono sovrapposti: il corpo sonoro (suono), il corpo architettonico, il corpo cosmologico, il corpo mistico-fisiologico. Questa omologazione multistrato deve essere compresa; ma in quanto risultato dell'esperienza yogica, il corpo fisico si “dilata”, si “cosmicizza” e si transustanzia”. Sembra qualcosa di molto lontano, eppure si realizza ed esiste ogni giorno.  Diventarne consapevoli significa ampliare la coscienza. Fondamentale comunque, perché una via o un insegnamento possano definirsi tantrici, è l’approccio devozionale che enfatizza, nelle cose come nelle persone, la parte spirituale entrando in una dimensione, che ci permetterebbe di trovare l'armonia interiore e, simultaneamente, ci si "sintonizzasse col cosmo".   

All'estero il Tantra è molto più praticato rispetto all'Italia. In Germania e Francia, ma soprattutto in India e nei paesi orientali, è visto anche come un importante metodo di cura.  Comunque, attualmente, sono molte le scuole, associazioni che praticano l'insegnamento tantrico anche in Italia. 

Riferimenti.

  • Il testo Tantraloka (Luce dei Tantra) di Abhinavagupta è un trattato completo su tutti gli aspetti della via tantrica.  La traduzione dal sanscrito da Raniero Gnoli è considerata  una delle imprese più ardue dell’indologia contemporanea.
  • Shri Param Eswaran, è un maestro contemporaneo, iniziato alle pratiche dello yoga tantrico dal Maestro Swami Sivananda. Nel corso della sua vita Shri Eswaran ha privilegiato l’aspetto devozionale di questa filosofia. I suoi insegnamenti vertono su pratiche di sound healing (mantra), meditazione, massaggio tantrico e sull’adorazione del femminile sacro, quello che lui chiama “la Dea vivente”.  Vedi sito
  • Il testo Tantra. L'iniziazione di un occidentale all'amore assoluto di Daniel Odier, anche lui maestro contemporaneo, fonda nel 1995 il centro Tantra/Chan a Parigi. I suoi libri sono testi di riferimento per il tantrismo moderno. 
  • Il testo Amore e Tantra - Un percorso pratico per la felicità di coppia  di Stefano e Corienne Ananda. Sono due docenti di Yoga e Tantra presso la loro scuola Tantrayoga di Bologna.   Vedi sito
  • Il testo Yoga tantrico del Kashmir di Eric Baret. L'autore ci invita a scoprire la sottigliezza di questa disciplina, di questa arte di vivere millenaria, che utilizza il corpo come supporto alla realizzazione spirituale. Questa opera contribuisce senza dubbio a ridare allo yoga tutto il suo senso e la sua dimensione originale.
  • Il testo Tantra, la via dell'estasi sessuale di Elmar e Michaela Zadra che sono maestri contemporanei. Formati presso ashram induisti e monasteri buddhisti sui diversi aspetti della tradizione tantrica, integrati successivamente con materie più moderne (bioenergetica, PNL, sessuologia), Elmar e Michaela Zadra propongono un approccio al Tantra indirizzato principalmente alle coppie. 

giovedì 10 giugno 2021

Hatha Yoga Pradipika

Il libro Hatha Yoga Pradipika, light on Hatha Yoga con commenti di Yogi Swatmarami (sotto la guida di Swami Satyananda Saraswati) è uno dei migliori testi per avvicinarci allo Hatha Yoga. E' diviso nei seguenti quattro capitoli: 

  • le asana (le posture o posizioni); 
  • shatkarma  (gli esercizi di purificazione) e pranayama (gli esercizi per il controllo dell'energia o prana);
  • mudra (gesti simbolici con le mani per veicolare l'energia) e bandha (sono chiusure o contrazioni fisiche volontarie che coinvolgono determinati gruppi di muscoli e tendini, servono a canalizzare il respiro e l'energia);
  • samadhi (o illuminazione è considerato uno degli obiettivi più alti della vera pratica yoga.  Corrisponde alla realizzazione ultima dell'essere umano che acquisisce uno stato più elevato di coscienza che porta a comprendere del senso dell'universo).
Gli altri testi di riferimento all'hatha yoga sono: The Gheranda Samhita (uno dei testi tantrici),  The Shiva Samitha (un altro testo tantrico), le Upanishad (la parte filosofica dei Veda), Srimad Bhagavatam (uno dei Purāṇa, testi sacri della tradizione induista). Tutti questi testi sono stati scritti tra il VI e il XV secolo. D.C. Sulla base degli insegnamenti dello hatha yoga si formarono molte comunità e molte scuole in India, Tibet e Nepal.   

Hatha yoga è una preparazione per raggiungere stati di coscienza più elevati. Questa pratica, progettata per l'evoluzione del genere umano, è attualmente compresa e utilizzata in un modo molto limitato.  Yama e niyama, le regole di condotta e le osservanze che sono punti di riferimento nei sistemi buddhista e giainista, così come nel raja yoga di Patanjali in questa trattazione dello hatha yoga sono solo accennate nel praragrafo 1.6. 

Nel VI secolo a.C. la meditazione in India divenne la principale forma di pratica spirituale e le pratiche preparatorie furono ignorate. Gli yogi pensano che non si possa iniziare immediatamente la meditazione; bisogna prepararsi purificando tutto il corpo e i suoi componenti (stomaco, intestino, sistema nervoso, canali energetici).  La scienza della purificazione è uno dei temi centrali  dello hatha yoga. Con le sei pratiche di purificazione corporee chiamate shatkarma o kriya che sono: neti, dhauti, basti, kapalbhati, trataka e nauli) vengono eliminati muco, gas, acidità e tutti i blocchi nel sistema nervoso vengono rimossi.

L'obiettivo principale dello hatha yoga è quello di creare un equilibrio perfetto tra corpo, mente ed energia. Ha e tha sono due beeja mantra. Ha rappresenta il prana, la forza vitale, e Tha rappresenta la mente, l'energia mentale. Tutto nell'universo si evolve: mente, corpo, energia sono sempre in movimento ed ora anche la scienza ha iniziato a capire che la materia corrisponde ad una forma condensata di energia.

La differenza tra yoga e hatha yoga.  Kundalini l'energia primitiva risiede nel muladhara chakra alla base della colonna vertebrale. Quando la kundalini è risvegliata comincia a salire lungo i canali energetici (le nadi)  ida e pingala  e si unisce nel centro energetico chiamato ajna chakra; questo processo si chiama hatha yoga.  Dopo questa prima unione l'energia può ancora avanzare verso il centro  energetico superiore lo sahasrara chakra. Qui si verifica l'unità tra Shiva, la coscienza suprema e Shakti, l'energia kundalini e questa unione si chiama yoga. Quindi il fine ultimo dello hatha yoga è sperimentare lo yoga.

  

Con le tecniche di shatkarma si purifica l'intero sistema corporeo e si rimuovono i blocchi di energia nei canali ida e pingala. Quando l'aria scorre liberamente nella narice sinistra significa ida è attivo e la mente è predominante. Quando scorre nella narice destra significa che pingala è attivo e il prana è predominante. Quando l'aria fruisce nelle narici allo stesso modo, significa che l'energia scorre nella sushunna nadi. Quando si manifesta una malattia, sia fisica che mentale, significa che ci sono dei blocchi energetici ed il sistema è in disequilibrio. Hatha Yoga deve essere usato per trattare la personalità nella sua totalità: sia l'aspetto fisico, sia mentale. Questo è il vero spirito dello Hatha yoga.

Capitolo primo. Asana  (le posture).

La parola hatha è composta da due radici in sanskito, ha e tha. Ha significa sole, la forza pranica. Tha significa luna, l'energia mentale di chitta. Nad significa flusso.

In Occidente sembra che il vero scopo dello yoga sia trascurato. Lo yoga è generalmente praticato per migliorare o ripristinare la salute, per ridurre lo stress. Oggi l'uomo utilizza solo un decimo della sua capacità cerebrale totale.

1.14 Lo yoga dovrebbe essere praticato secondo le istruzioni del guru.

Questo sutra sottolinea l'importanza del guru. Devi dedicare trenta minuti alla sadhana ogni giorno. Gu significa "oscurità" e "ru" significa luce. Guru è colui che rimuove l'oscurità e l'ignoranza.

1.15 L'eccesso di cibo, lo sforzo fisico e mentale, la loquacità, l'aderenza alle regole, l'essere in compagnia della gente comune e l'instabilità della mente sono le sei cause che distruggono lo yoga.

Lo stomaco deve essere riempito per metà di cibo. Troppe parole dissipano l'energia vitale e sprecano tempo. Bisogna sviluppare l'abitudine di evitare tutte le attività inutili, dispendiose in termini di tempo e di esaurimento delle risorse energetiche. I sei ostacoli allo yoga sono kama (lussuria, desiderio), krodha (rabbia), lobha (avidità), moha (infatuazione), abhimana (orgoglio), mada (arroganza).

1.16 (i) Entusiasmo, perseveranza, discriminazione, fede salda, coraggio, evitare la compagnia di gente comune sono i sei elementi che portano al successo nello yoga.

1.16 (ii - iii) Illustra le dieci regole di condotta,  regole etiche e morali universali (yama): 

  • Non violenza, 
  • dire la verità, 
  • non rubare, 
  • continenza, 
  • perdono, 
  • resistenza, 
  • compassione, 
  • umiltà, 
  • dieta moderata, 
  • pulizia. 

e le dieci osservanze, freni o “astinenze” che limitano i comportamenti dannosi e distruttivi per lo yogi e per le sue relazioni con gli altri. Le virtù e i comportamenti positivi legati allo stile di vita del singolo individuo, da coltivare per migliorare sé stessi (niyama):

  • austerità, 
  • contentezza, 
  • fede in Dio, 
  • abbandonarsi a Dio, 
  • ascolto delle sacre scritture, 
  • modestia, 
  • intelligenza perspicace, 
  • ripetizione dei mantra, 
  • sacrificio. 

L'hatha yoga non pone molta enfasi su queste regole e come detto sopra sono solo accennate.  

Nello yoga sutra di Patanjali sono descritti solo cinque yama:

  • Nonviolenza (ahimsa),
  • Sincerità (satya),
  • Onestà (asteya),
  • Continenza sessuale (brahmacharya),
  • Non avidità nel possedere (aparigraha).

e cinque niyama:

  • Purificazione (saucha),
  • Accontentarsi (santosha),
  • Austerità (tapas),
  • Studio e conoscenza di sé (svadhyaya),
  • Abbandono alla volontà divina (ishvarapranidhana).

Il satsang è una riunione presieduta da una persona con conoscenze spirituali, durante la quale si dibattono varie tematiche. Il mantra universale che può essere usato da tutti è il mantra A U M. È la vibrazione cosmica della realtà manifesta e non manifesta. A rappresenta il mondo cosciente e la creazione, U rappresenta i regni intermedi e il subconscio, M rappresenta il non-manifesto e l'inconscio.

1.17 Prima di tutto si parla della prima parte dell'hatha yoga. Avendo fatto asana la persona ottiene la fermezza del corpo e della mente; salute e flessibilità degli arti.

Quando il prana, l'energia comincia a scorrere regolarmente, le tossine vengono rimosse e il corpo diventa elastico. Nei testi yogici il numero di asana descritto è trentatre.

Nei versi seguenti vengono descritte le tecniche per eseguire le varie asana, specificando per ognuana vantaggi e svantaggi. 1.20 gomukhasana (otto rappresenta l'infinito) 1.25 dhanurasana 1.26 matsyendrasana 1.28 pashimottanasana 1.32 shavasana, 1.44- 47 padmasana. 1.50-52 shimasana (postura del leone).

1.55-56 Gli yogi, essendo liberi dalla fatica nella pratica degli asana e dei bandha, dovrebbero praticare la purificazione di nadi, mudra e pranayama. L'esecuzione delle asana, le varietà di kumbhaka, le pratiche chiamate mudra e la concentrazione sul suono interiore (nada) sono incluse nella sequenza di hatha yoga.

Nei versi 1.57-62 vengono elencati i cibi da evitare praticando yoga. 

Capitolo due. Shatkarma (esercizi di purificazione) e pranayama (esercizi per il controllo del respiro e dell'energia).

2.1. Così essendo stabilito in asana e avendo il controllo (del corpo), seguendo una dieta equilibrata; il pranayama dovrebbe essere praticato secondo le istruzioni del guru.

Nel pranayama è la durata della ritenzione del respiro che deve essere aumentata per l'assimilazione del prana. Il processo di respirazione è direttamente collegato al cervello. Se hai il controllo della mente, puoi immergerti più profondamente in te stesso e controllare le emozioni. 

Nel sufismo, nel buddismo e nello yoga è stato scoperto che concentrandosi sul respiro si può calmare la mente ed entrare nei regni più profondi della mente e della coscienza.  Si parla del vayu che è il prana e l'aria necessaria per la vita. Le cinque principali funzioni del vayu sono: apana, prana, samana, udana, vyana.  L'assorbimento dell'energia è alimentato dal prana, l'eliminazione delle tossine è alimentata dall'apana, il samana è preposto al processo di assimilazione dello stomaco, il movimento nella gola e l'espressione facciale sono dovuti all'adana, la circolazione è alimentata dal vyana che pervade tutto il corpo.

2.4 L'aria vitale non passa nel canale centrale perché le nadi (i canali energetici) sono pieni di impurità.

2.5 Quando tutti le  nadi e i chakra (i centri energetici)  che sono pieni di impurità sono purificati, allora lo yogi è in grado di trattenere il prana.

I centri energetici sono collegati agli organi sensoriali. Mooladhara chakra  al naso, swadisthana alla lingua, manipura agli occhi e la vista, anahata  alle mani, vishuddhi alle orecchie e gola, quando l'energia raggiunge ajna, la dualità e l'ego cessano di esistere.  Tra l'ajna chakra e il sahasrara  c'è un altro centro il  bindu ed altri tre chakra che sono brevemente menzionati nel Tantra: lalana, manas, soma. Oltre il vishuddi i centri energetici sono collegati a forme di intelligenza più elevata, lo stesso ajna chakra è considerato il terzo occhio attraverso il quale il mondo sottile, energetico può essere percepito. Il Dr. Hiroshi Motoyama del Giappone ha messo a punto strumenti in grado di rilevare l'attività di questi chakra. Altri fattori che influenzano il flusso pranico nelle nadi sono: lo stile di vita, la dieta, i desideri, i pensieri e le  emozioni.

2.7 - 2.9 Questi versi spiegano come praticare Nadi shodana pranayama. Sedendosi in padmasana, lo yogi deve inalare attraverso la narice sinistra e trattenere il respiro fino alla massima capacità possibile, quindi espirare lentamente attraverso la narice destra. Quando sei riuscito a prolungare la durata di inspirazione / espirazione sei pronto per aggiungere kumbhaka che è la ritenzione del respiro. Durante la pratica del pranayama si può aggiungere la ripetizione di beeja mantra come yam e ram.  Il periodo migliore per praticare il pranayama è un'ora e mezza prima dell'alba, la sera al tramonto (l'incontro del giorno e della notte).

2.16 Con la pratica corretta del pranayama ecc., Tutte le malattie vengono sradicate. Attraverso la pratica scorretta possono insorgere tutte le malattie. Se la pratica è irregolare o scorretta, potrebbe essere molto dannosa ed è meglio non praticarla affatto. Devi sempre esercitarti con lo stomaco vuoto.

2.19 Quando le nadi sono purificate ci sono delle manifestazioni esterne, il successo è definito quando il corpo diventa magro e luminoso. 

Shatkarma (le sei tecniche di purificazione) sono per quelle persone che hanno disturbi o squilibrio nel dosha. I dosha secondo l'Ayurveda, sono le tre sostanze vitali presenti nell'apparato psico-somatico di ogni persona, che sono: Vata, Pitta e Kapha.

2,24 Descrive dhauti, la pulizia dello stomaco.

2.26 Descrive basti, la pulizia dell'intestino.

2.29 Descrive neti (la pulizia nasale). Inserire un filo morbido attraverso il naso fino alla lunghezza di un palmo in modo che esca dalla bocca. Jala neti invece è la pulizia nasale con acqua e il recipiente con un beccuccio da dove fare uscire l'acqua chiamato lota. È importante rimuovere dalle narici tutta l'acqua dopo la pratica. Si consiglia di praticare il bhastrika o kapalbhati pranayama dopo jala neti. Questo pranayama asciugherà il naso e genererà calore nelle narici. Neti promuove un equilibrio tra emisfero destro e sinistro del cervello e induce uno stato di armonia ed equilibrio.

2.31 Trataka. Guardando intensamente con uno sguardo fisso e determinato ad un piccolo punto fino a quando le lacrime non saranno versate. L'oggetto più utilizzato su cui fare trataka, di solito, è una fiamma di candela, perché dopo aver chiuso gli occhi l'impressione della fiamma rimane per qualche tempo. Metti una candela venti o trenta centimetri  di fronte a te con la fiamma all'altezza degli occhi. È vitale che la fiamma sia ferma e non lampeggi affatto. Cerca di mantenere gli occhi perfettamente fermi, fissa la fiamma per cinque, dieci minuti senza chiudere gli occhi.

2,33 Nauli. Piegarsi in avanti, portare le mani sulle ginocchia, protendere l'addome e ruotare i muscoli da destra a sinistra con velocità. Prima di tentare il nauli devi essere in grado di eseguire correttamente uddiyana bandha. Porta l'addome e lo stomaco in dentro come se risucchiato eseguendo uddyana bandha.

2.34 Il Nauli è una delle principali pratiche di hatha yoga. Accende il fuoco digestivo, rimuovendo eventuale indigestione,  cura la digestione lenta e tutti i disordini del dosha.

2,35 Kapalbhati. Eseguire espirazione e inalazione rapidamente come il mantice di un fabbro. Distrugge tutti i disordini legati al muco. L'inalazione in kapalabati è la reazione alla forzata esalazione.

2,51 Ujjayi. Chiudendo la bocca, inspira con controllo e concentrazione attraverso ida e pingala, in modo che il respiro venga sentito dalla gola al cuore e produca un suono sonoro. Fai kumbhaka come prima ed espira attraverso l'ida. Questo rimuove i problemi alla gola e stimola il fuoco digestivo. Può essere fatto in piedi, seduto o camminando.

2.54 Seetkari pranayama (respiro sibilante). Prendendo l'aria attraverso la bocca, produci un sibilo, senza aprire la bocca e espira attraverso il naso.

2.57 Sheetali (respiro da raffreddamento) Il saggio inspira l'aria attraverso la lingua e pratica il kumbhaka, quindi espira l'aria attraverso le narici.

2,59 Bhastrika (mantice, soffio). Sedersi correttamente in padmasana, mantenendo il collo e l'addome allineati, espirare attraverso il naso. E di nuovo l'aria deve essere inalata rapidamente fino al cuore. Il suono risuona dal cuore fino al cranio. In questo modo il respiro viene inspirato ed espirato ripetutamente, con lo stesso movimento di un mantice.

Bhastrika è simile al kapalbhati, ma in bastrika l'inalazione e l'espirazione sono uguali e sono il risultato di movimenti polmonari sistematici e uguali. Il respiro deve essere aspirato e spinto fuori con una piccola forza. Nel kapalbhati, l'inalazione è il risultato dell'espirazione forzata. L'aria crea un suono mentre entra e esce dal naso, ma non dovrebbe essere un suono pesante. Dovrebbe venire dal naso e non dalla gola. Durante la pratica il corpo dovrebbe rimanere stabile, le spalle e il torace non dovrebbero muoversi affatto, solo i polmoni, il diaframma e l'addome dovrebbero muoversi.  Padmasana è la posizione ideale per eseguire bastrika.  Dovrebbe essere eseguito dopo delle asana e dopo nadi sodhana, ma prima di seetkari, sheetali o ujjayi.

Bhramari (ronzio dell'ape). Inspirare velocemente, emettendo un suono riverberante come l'ape nera maschile, espira lentamente mentre fai dolcemente il suono dell'ape nera femmina. Chiudere le orecchie con l'indice e il medio premendo la parte esterna centrale del legamento dell'orecchio nel foro. Tieni le orecchie chiuse ed espira, emettendo un suono sommesso. Concentrati sul suono, tenendolo basso. Quando l'espirazione è completa, abbassa le mani sulle ginocchia e inspira lentamente; va ripetuto per dieci volte. 

Capitolo tre. Mudra (gesti simbolici con le mani per veicolare l'energia) e Bandha (sono chiusure o contrazioni fisiche volontarie che coinvolgono determinati gruppi di muscoli e tendini, servono a canalizzare il respiro e l'energia).

3.1 Come il serpente sostiene la terra e le sue montagne e boschi, così la kundalini è il supporto di tutte le pratiche yoga.

La parola Tantra è composta da due sillabe: Tan - espandere e Tra da liberare. Il Tantra è il processo di espansione della coscienza e dell'energia liberatrice, ed è la scienza più antica conosciuta dall'uomo. Questa energia è chiamata kundalini shakti, il processo riunisce i due poli opposti di energia, il muladhara (il polo negativo) e l'ajna (il polo positivo).

3.5 Perciò la dea che dorme all'ingresso della porta di Brahma dovrebbe essere costantemente sollecitata con tutti gli sforzi possibili compiendo  i mudra a fondo.

Il Mudra è una specifica posizione del corpo che canalizza l'energia prodotta da asana e pranayama nei vari centri, e suscita particolari stati d'animo. 

Quando la kundalini shakthi ascende attraverso i chakra la sua forma cambia finché non si unisce con il suo signore Shiva in sahasrara. Quando questo si verifica non c'è più individualità, energia e coscienza diventano una sola cosa e si manifestano sotto forma di pura luce.

3.6 Maha mudra, maha bandha, maha vedha, khechari, uddiyana, moola banda e jalandhara banda. Vipareta karani mudra, vajroli e shakthi chalana; questi sono i dieci mudra che distruggono la vecchiaia e la morte. Spesso nei testi yoga c'è confusione quando si parla di mudra e bandha.

3.10 Maha mudra (la grande attitudine). Premere il tallone sinistro nel perineo (o nella vagina), raddrizzare la gamba destra e con le mani afferrare saldamente il piede disteso.

Bloccando la gola e trattenendo il respiro, il prana sale dritto proprio come un serpente colpito con un bastone. Quindi la kundlini shakti entra in sushunna, e sale lentamente e gradualmente.

3.19 Maha bandha (la grande chiusura), premi il tallone del piede sinistro nel perineo / vagina e posiziona il piede destro sulla coscia sinistra. inspirando così (prima dalla narice sinistra, dopo dalla narice destra), porta il mento al petto (jalandhara bandha), contraendo la regione perineale / cervicale (moola bandha), concentrati sul centro delle sopracciglia (shambhavi mudra). Trattieni il respiro finché è confortevole, espira lentamente.

3.26 Maha vedha mudra. Sedendosi in padmasana, eseguendo il blocco della gola, disponendo i palmi delle mani a terra, lo yogi dovrebbe battere dolcemente le natiche sul terreno. Il prana lascia le due nadi ed entra nel canale centrale (sushumna). Quando ida, pingala e sushunna sono unite, l'immortalità è raggiunta, poi il respiro dovrebbe essere esalato. Con questa pratica i capelli grigi e il tremito della vecchiaia vengono elusi, quindi i migliori praticanti si dedicano a questo. Queste tre pratiche dovrebbero essere fatte ogni giorno ad ogni yama (periodo di tre ore). Esaltano le virtù e distruggono i vizi. Dovrebbero essere praticati gradualmente.

3.32 Khechari mudra. consiste nel girare la lingua all'indietro nella cavità del cranio e ruotando gli occhi verso l'interno verso il centro delle sopracciglia. La lingua dovrebbe essere esercitata e la parte inferiore leggermente tagliata. Infatti il ​​khechari si perfeziona quando la lingua tocca il centro delle sopracciglia.

3,55 Uddiyana bandha (blocco retrazione addominale). È così chiamato dallo yogi perché attraverso questa pratica il prana che è concentrato in un punto, comincia a salire attraverso il canale sushunna. La regione dell'addome sopra e sotto l'ombelico dovrebbe essere tirata indietro e di conseguenza l'ombelico sale.

Inspirate profondamente attraverso il naso, quindi espirate rapidamente attraverso le labbra incavate, ma non forzate. Dopo aver espirato completamente, esegui il jalandhara bandha spostando il mento verso il petto e sollevando le spalle. Quindi tirare l'addome e lo stomaco verso l'interno verso la colonna vertebrale e verso l'alto. Tenere premuto per alcuni secondi. Prima di inalare, rilassare lo stomaco e l'addome, rilasciare jalandhara sollevando la testa e stare dritti. Quindi inspirare attraverso il naso lentamente in modo controllato. Prima di ripetere la pratica, respira normalmente per un minuto o due. All'inizio esegui questa pratica per tre volte.

3.58 Anche una persona anziana può diventare giovane quando lo esegue regolarmente.

3,61 Moola bandha (blocco di retrazione del perineo / cervice). Premendo il perineo / vagina con il tallone e contraendo il retto in modo che l'apana vayu si muova verso l'alto è moola bandha.

Tuttavia, dovrebbe essere chiaramente inteso che nella moola bandha non dovrebbe esserci assolutamente alcuna contrazione anale. Quando viene praticato inizialmente, c'è una tendenza a contrarre le due aree, cioè il perineo e l'ano. Pratica moola bandha in combinazione con jalandhara bandha, è se possibile aggiungere kumbhaka. Quando prana / apana e nada / bindu sono uniti, la kundalini entra in brahma nadi e la perfezione totale viene raggiunta.

3,70 Jalandhara bandha (il blocco della gola). Contrai la gola portando il mento al petto. Distrugge tutti i disturbi della gola.

Il prana è un flusso costante nel corpo, a volte predomina prana shakti in pingala e talvolta predomina chitta shakti  in ida e questo crea varie situazioni e stati mentali. Le pratiche yoga moderano queste fluttuazioni.

 3.68 Vipareeta karani mudra. Ci sono vari asana che permettono di invertire il flusso di un fluido dal centro cerebrale senza eccessiva forza o pressione. I due più efficaci sono vipareeta e sirshasana. I Vipareeta karani creano una pressione nella gola che stimola la tiroide e risveglia il vishuddi chakra. Sirshasana influisce sul cervello e sul sahasrara chakra.

La pratica del vipareeta karani è simile a sarvangasana. La principale differenza è l'angolo della parte posteriore rispetto al pavimento. In sarvangasa la schiena e le gambe dovrebbero essere perpendicolari, in vipareeta karani la schiena è mantenuta ad un angolo di quarantacinque gradi rispetto al pavimento e alle gambe. Ciò significa che la gola non è completamente bloccata e consente il flusso di sangue al cervello. Vipareeta karani è il primo kriya praticato nel kriya yoga.  Sollevare le gambe in aria, i piedi verso il soffitto, non tesi, facendo fare alla schiena un angolo di quarantacinque gradi rispetto al pavimento. Sostenere la parte bassa della schiena con le mani, mantenendo i gomiti sul pavimento. Rimanere nella posizione, concentrarsi sul centro della gola. Quando di dovrà lasciare la posizione, bisogna abbassare lentamente la schiena sul pavimento, tenendo le gambe sollevate. Tenere i palmi delle mani a terra e abbassare lentamente le gambe, mantenendole dritte.

3.83 Vajroli mudhra. Vajra nadi controlla il sistema sessuale del corpo.

Nella sadhana tantrica questa energia non è soppressa ma viene risvegliata, reindirizzata e sublimata. L'uomo ha quattro desideri di base conosciuti come purushartha, il primo dei quali è il kaama o la gratificazione sensuale. Ogni azione, compreso l'atto sessuale, dovrebbe essere diretta verso lo sviluppo della piena coscienza. La vita spirituale non è associata al vivere secondo la morale puritana.

Se puoi seguire tali ideali puritani e ottenere l'illuminazione, allora praticali, ma non condannare gli altri. Nel momento in cui proponi un percorso spirituale rigido: deve essere come "questo" e non può essere come "quello" stai limitando la tua capacità di avere un'esperienza totale. Lo sviluppo spirituale è il processo evolutivo. Può accadere lentamente attraverso milioni di anni come il processo della natura, oppure può accellerare attraverso le pratiche dello yoga.

Capitolo quattro. Samadhi. (o illuminazione è considerato uno degli obiettivi più alti della vera pratica yoga.  Corrisponde alla realizzazione ultima dell'essere umano che acquisisce uno stato più elevato di coscienza che porta a comprendere del senso dell'universo). La parola samadhi è composta da due parti, sam che significa uguale e dhi che è riflessione o percepire.

Secondo il tantra, Shiva è la coscienza inattiva e inerte. Shakti è l'aspetto attivo e mutevole di questa energia. Nello schema della creazione, manifesta o potenziale, Shakti è la polarità opposta a Shiva. Il punto centrale di queste due "tensioni polari" è il bindu. 

4.5 Come il sale si fonde nel mare, allo stesso modo la mente e l'atma sono considerati uniti nel samadhi. Quando la duplice natura dell'anima individuale e dell'anima cosmica diventa una, tutti i desideri / identificazioni vengono distrutti e questo è considerato samadhi.

Non importa quanto tu pratichi lo yoga, se non c'è un guru, non ci può essere illuminazione.

4.16 Rimanendo nel luogo più adatto, avendo scoperto come penetrare il sushumna e far scorrere il prana attraverso il passaggio centrale, esso dovrebbe essere bloccato nel thhrahmarandhra, il centro della coscienza superiore.

4.18 Ci sono 72.000 nadi in tutta la gabbia di questo corpo. L'unico importante è sushumna.

4.31 Quando l'inalazione e l'espirazione vengono interrotte, il godimento dei sensi viene annientato, quando non c'è sforzo manifesto e si verifica uno stato immutabile della mente, lo yogi raggiunge laya o assorbimento.

4.36 Con la consapevolezza interiorizzata e lo sguardo esterno senza battere ciglio, che in verità è shambhavi mudra, conservato nei Veda. Quando il samadhi viene raggiunto attraverso la pratica, è chiamato unmani.

4.41 La mente ferma, gli occhi semiaperti, lo sguardo fisso sulla punta del naso, la luna (ida) e il sole (pingala) sospesi, senza alcun movimento (fisico o mentale), la persona raggiunge la forma di luce (jyoti) che è infinita ed è completa, radiosa, il Supremo. Che altro si può dire?

4.48 In mezzo alle sopracciglia c'è il posto di Shiva, lì la mente è tranquilla. Quello stato è noto come turiya o la quarta dimensione. Lì, il tempo è sconosciuto.  Il respiro esterno è sospeso, il prana e la mente rimangono immobili al loro posto (Brahamarandhra).

4.60 Tutto ciò che può essere conosciuto, tutto ciò che è conosciuto e la conoscenza, è chiamato mente. Quando il conoscitore e ciò che è noto sono fusi insieme, non esiste dualità o seconda via.

Tutto ciò che è nel mondo, animato e inanimato, è l'apparenza della mente. Quando la mente raggiunge la dualità, è perduta. (La parola "unmani" significa letteralmente "no mind", "no thinking").

4.67 Lo yogi, seduto in muktasana, concentrato nello shambhavi (su ajana chakra), dovrebbe ascoltare un suono all'interno dell'orecchio destro. Chiudendo le orecchie, il naso e la bocca, si sente un suono chiaro e distinto nella sushumna purificata. Sedendosi e chiudendo le orecchie, premendo il perineo, con la pratica si può iniziare a sentire varie gamme, qualità e forme del suono.

Shanmukhi mudra. Sedersi in siddhasana, inalare profondamente e lentamente ed eseguire antar kumbhaka (ritenzione del respiro in caso di inalazione), chiudendo le orecchie con i pollici, gli occhi con l'indice, il naso con il medio, la bocca con l'anello e il mignolo. Concentrati su qualsiasi suono sottile percepibile. Se si sente un suono, dovrebbe essere ascoltato. Cerca di distinguere da quale orecchio stai ascoltando il suono.  Prima di espirare rilascia yoni mudra ed espirare in modo controllato. Bisogna esercitarsi da cinque a dieci volte.

4.69 In tutte le pratiche yoga ci sono quattro fasi; arambha: iniziale, ghata: medio livello, parichaya: avanzata, nishpatti: esperto.

4.71 Quando lo yogi sperimenta l'arambha nel vuoto del cuore, il suo corpo diventa brillante  con un odore divino.

4,72 Nella seconda fase Shakti entra nella nadi centrale.

4.74 Nella terza fase c'è l'esperienza del suono del tamburo. Poi c'è il grande vuoto e si entra nel luogo della perfezione totale o siddhi. Lo squilibrio dei tre dosha, il dolore, la vecchiaia, la malattia, la fame, il sonno sono superati.

4.79 Ci sono praticanti di hatha yoga che non hanno la conoscenza del raja yoga. Li considero dei semplici praticanti perché non traggono alcun frutto per i loro sforzi.

4.80 Secondo me, la contemplazione sul centro sopracciglia porta immediatamente allo stato senza mente. È un metodo adatto anche per quelli con meno intelligenza per raggiungere lo stato di raja yoga. Il laya raggiunto attraverso il nada dà un'esperienza immediata.

Il raja yoga è l'esperienza dell'assorbimento continuo nella mente cosmica unificata espansa che accompagna sia la creazione che la dissoluzione in se stessa. La vita e le esperienze spirituali sono indipendenti dalle capacità accademiche e dalla conoscenza intellettuale o mondana. La conoscenza spirituale, il potere e l'esperienza esistono su un piano differente. Anche un dissoluto può percepire questi suoni e vivere un'esperienza profonda.

4.83 Attraverso l'ascolto prolungato della nada, la consapevolezza del suono esterno diminuisce. Quindi, lo yogi supera la turbolenza mentale entro quindici giorni e prova piacere.

4.103 Tutti i processi di hatha yoga e laya yoga sono solo i mezzi per raggiungere il raja yoga (samadhi).

4.109 Nel samadhi uno yogi non conosce né odore, gusto, forma, tatto o suono, non riconosce il proprio sé (ego) né quello degli altri.

Solo quando la dualità del tempo e dello spazio non esiste, puoi conoscere il vero sé. Darshan significa vedere, ma non con gli occhi. Quando gli occhi sono chiusi e i sensi sono chiusi, la mente si è ritirata e l'ego è stato permanentemente bloccato, in quel momento sei faccia a faccia con quello che chiami 'Dio'.

Il mantra è la base stessa dello yoga, del tantra e della vita spirituale. Il mantra può dare contentezza e influenzare la tua personalità. Il mantra può influenzare il cervello, il corpo e l'inconscio. Lo yantra è la forma del mantra. È una figura geometrica precisamente designata.

4.114 Mentre il prana non scorre nel passaggio centrale (di sushunna) mentre il bindu non è stabilizzato dal contenimento del prana, mentre la mente non riflette la meditazione spontanea, allora coloro che parlano di conoscenza spirituale si abbandonano solo a storie vanagloriose e false.

Il bindu è un punto di energia potenziale. Parlare di illuminazione, di risveglio di energia e coscienza, se non ha avuto luogo dentro di te, è ipocrisia. Chiunque parli di un argomento del genere deve aver avuto una sorta di realizzazione.

Il principio dello hatha yoga e del tantra è "Pratica e realizza", piuttosto che parlare e filosofare.

Le persone e gli insegnanti possono occuparsi dell'insegnamento della spiritualità, ma uno yogi lo vivrà.

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