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venerdì 11 novembre 2022

NeoConnessi - Per un uso consapevole della rete

 La scuola e la famiglia hanno un ruolo chiave per garantire l’educazione dei più giovani a un uso consapevole e responsabile della tecnologia e della reteNeoConnessi è il progetto di WINDTRE – sviluppato con il supporto di esperti in ambito psicologico, pedagogico, tecnologico e didattico e con la collaborazione della Polizia di Stato – nato per accompagnare scuole e famiglie nel momento delicato in cui i bambini si trovano per la prima volta a possedere uno smartphone o un tablet e a navigare in autonomia. Secondo i dati dell’EU Kids online 2020 in Italia accade intorno ai 10 anni di età.

Per affrontare insieme il cambiamento, NeoConnessi offre numerose risorse: un kit didattico per le scuole, un corso di formazione per i docenti, un magazine e un gruppo Facebook per i genitori ricco di articoli, approfondimenti, indicazioni tecniche di prevenzione e sicurezza, modelli di comportamento che tengono conto della relazione tra controllo e fiducia, iniziative online e offline e il nuovo NeoConnessi Silver dedicato ai nonni, per spiegare in modo semplice e accessibile a tutti come imparare a utilizzare lo smartphone, la Rete e le tecnologie digitali in sicurezza.

Vedi sito:   https://www.neoconnessi.it/esperti/

mercoledì 26 ottobre 2022

Convertitori e software utile

 Programmi utili:  .......   

  • Powershell attivabile da Windows per mandare in esecuzione  una App
  • Per scaricare video da youtube: https://www.freemake.com/it/free_video_downloader/ 
  • Per scaricare video su Vimeo:   Simple Vimeo Downloader https://chrome.google.com/webstore/detail/simple-vimeo-downloader/mffmjlddchdccijipncbjhoabgmphjfb
  • BlueStacks 5 un emulatore per riprodurre ambiente android su Pc
  • Per meeting on line: Microsoft Teams, Meet su Google, oppure Skype
  • Per utilizzare WhatsApp sul computer: https://www.whatsapp.com/download/?lang=it
  • Per trovare i device connessi ad Internet: https://www.shodan.io/
  • Come Antivirus:   MalwareBytes  GlaryUtilities  CCcleaner Kaspersky Avast  ADWcleaner
  • Per creare un sito web:  Web site x5
  • Treesize free per analizzare cartelle e file 
  • Teamviewer per controllare un Pc da remoto
  • VLC media player per riprodurre tutti i formati video
  • Image resizer per cambiare dimensioni alle immagini
  • Calibre per gestire gli E-book, leggerli e convertirli
  • Foxit Reader per creare e leggere documenti in Pdf 
  • Ninite un bazar digitale dove trovare tutti i programmi
  • Come trasferire un file   https://wetransfer.com/
  • DeepL e Linguee da utilizzare come  traduttori
  • Lichess.org  per giocare a scacchi on line
  • GymEnglish per prepararti in inglese gratuitamente
  • Raiplay  e Arte tv per vedere film
  • Voli a basso costo: vueling, ryan air, easy jet

Indirizzi Convertitori

  • https://online2pdf.com/it/convertire-jpg-in-word#
  • https://smallpdf.com/it/jpg-in-pdf
  • https://smallpdf.com/it/word-in-pdf
  • http://www.convertpdftoword.net/
  • http://pdf2jpg.net/
  • http://document.online-convert.com/convert-to-ppt
  • http://online2pdf.com/convert-ppt-to-pdf
  • --http://ebook.online-convert.com/convert-to-epub   per convertire power point  in e-book
  • - http://ebook.online-convert.com/convert-to-epub per convertire pdf to epub
  • - http://typexpert.net/csv2sql/index.php per convertire un file csv  to Sql
  • http://codebeautify.org/csv-to-sql-converter per convertire un file csv  to Sql
  • Freemake video converter per convertire formati video e audio
  • iSpring Free per convertire power point in scorm

Programmi utili ma un po' più tecnici.

  •  1) Microsoft Powertoys, un piccolo tool che viene aggiornato spesso e porta su Windows 10 nuove funzioni come quella per rinominare file tutti insieme, per ridimensionare le immagini, per dividere lo schermo in tre sezioni, per cercare i processi di Windows e molto altro.
  • 2) Ccleaner consente di pulire facilmente i file e le voci di registro creati automaticamente da Windows durante il lavoro normale sul computer.
  • 3) KeePass è un gestore di password centralizato, potente e sicuro.
  • 4) Keyfinder è uno dei programmi per recuperare il codice di attivazione di Windows, se è stato perso.
  • 5) Unlocker per cancellare i file in uso che non si eliminano normalmente.
  • 6) NoVirusThanks Malware Remover è un veloce scanner di emergenza contro virus e malware, gratis da usare.
  • 7) Dead Pixel Tester per controllare e trovare eventuali pixel rotti sul monitor.
  • 8) PDF Tools un programma utile a lavorare con i file PDF, unirli, separarli, proteggerli e creare file PDF.
  • 9) HDDExpert per controllare lo stato di salute dell'hard disk e le prestazioni
  • 10) WinMend Folder Hidden, un programma utile per Windows per nascondere file e cartelle. che fornisce la privacy consentendo solo accesso autorizzato a qualsiasi file o cartella. Lo fa nascondere file e cartelle. I file o le cartelle possono essere accessibili solo entrando in una parola d'ordine.
  • 11) PopPeeper serve a ricevere notifiche sul desktop per Email in arrivo
  • 12) Secure Folder è uno dei più potenti strumenti per proteggere file e cartelle con password.
  • 13) Everything, miglior programma per cercare file su Windows.
  • 14) F.Lux, per modificare la luminosità dello schermo in modo automatico in base all'ora del giorno, per proteggere la vista dalla stanchezza.
  • 15) KatMouse per aggiungere funzionalità alla rotella del mouse.
  • 16) WinDirStat per avere una visione grafica dei file e delle cartelle che occupano più spazio disco.
  • 17) rKill per fermare tutti i processi del computer che non sono quelli del sistema Windows, in modo da poter poi pulire il PC da virus e malware.
  • 18) Complete internet repair per ripristinare la rete e internet in caso di problemi di connessione.
  • 19) Process Explorer, un task manager alternativo utile anche per controllare se ci sono processi dannosi in esecuzione sul computer.
  • 20) Volumouse per regolare il volume del pc con la rotellina del mouse
  • 21) Sandboxie per creare una zona protetta sul computer in cui eseguire software senza preoccuparsi se sono buoni, cattivi, virus o malware.
  • 22) Speccy per sapere tutto sull'hardware interno del computer.
  • 23) Adwcleaner, programma utilissimo per rimuovere toolbar estensioni e plugin pubblicatir sui browser
  • 24) Complete Windows Repair un altro set di strumenti per risolvere i problemi di Windows.
  • 25) Recuva, per recuperare file cancellati dal disco.
  • 26) PassView di Nirsoft, programmi portatili per recuperare le password dei siti web, spiegati nella guida su come creare una penna USB ruba password.
  • 27) Switcher per gestire le finestre con l'effetto Exposè dei Mac.
  • 28) VirtuaWin per creare desktop virtuali su Windows.
  • 29) 7Zip per creare archivi ed estrarre cartelle da file ZIP, RAR e 7Z.
  • 30) Network scanner, un programma per controllare chi è collegato alla nostra rete.
  • 31) FixWin Utility è una raccolta di strumenti per risolvere i problemi di Windows più comuni e semplici. 

Se non avete trovato il software di cui avete bisogno potete guardare il sito del mitico Salvatore Aranzulla che è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft.  https://www.aranzulla.it/programmi-per-pc-gratis-31616.html 

mercoledì 14 settembre 2022

Intelligence e sicurezza del Cyberspazio - Calogero Vinciguerra

Intelligence e sicurezza del Cyberspazio - di Calogero Vinciguerra.

Il mondo evolve sempre più velocemente, grazie alle immense possibilità offerte dalle nuove tecnologie, in particolare quelle digitali. L’introduzione del cyberspace come quinto dominio é una conseguenza della sempre maggiore importanza del cyberspace per le operazioni militari. Allo stesso modo é interessante notare che anche il mondo dell’intelligence cambia nel tempo, anche in funzione dei mezzi e strumenti disponibili per la raccolta e analisi dei dati e informazioni e per la produzione di intelligence.

Il libro si articola in quattro capitoli principali che trattano altrettanti aspetti del mondo dell’Intelligence:

  • evoluzione dell’intelligence;
  • esigenze informative e la sicurezza aziendale;
  • geografia e geopolitica del cyberspazio;
  • sicurezza del cyberspazio.

Nel primo capitolo l’autore getta le basi per una proficua lettura anche da parte di chi non é addentro alla materia, partendo dalle origini, ovvero dal significato del termine "intelligence" per poi passare all’illustrazione del ciclo intelligence.  Nel secondo capitolo l'autore parla della sicurezza aziendale mettendo in evidenza l’importanza della figura dei professionisti della security, ritenuti, a ragione, ruoli fondamentali, tra questi anche il CISO (Chief Information Security Officer) e il DPO (Data Protection Officer). Tratta anche delle relazioni tra sicurezza nazionale e sicurezza aziendale, anche attraverso l’evidenziazione delle principali criticità esistenti, come per esempio la mancanza di un quadro legislativo in materia di security privata all’estero. L’illustrazione del concetto di "sicurezza partecipata" intesa come: "insieme degli strumenti e delle persone che interagiscono per concorrere a comuni obiettivi legati agli indicatori tipici della sicurezza" chiude il capitolo.
È con il terzo capitolo che si entra nel cuore dell'argomento del libro: il cyberspace. Si parte dalla spiegazione dei principali termini del settore fino alla presentazione della cartografia del cyberspace e alla mappatura digitale del crimine.  Viene evidenziata anche l'importanza di figure professionali come il Data Scientist e il Criminal Intelligence Analyst, divenuti ormai indispensabili.
La geopolitica del cyberspace chiude il capitolo, con l'illustrazione del potere politico-strategico e di influenza negli equilibri mondiali.
Nel quarto capitolo viene trattato il tema della sicurezza informatica. Partendo dalla definizione di hacker e di cracker, l'autore prosegue ad illustrare i principali tipi di minaccia (phishing, defacing, spoofing, DoS e DDoS) per poi descrivere le APT (Advanced and Persistent Threat) secondo la definizione del NIST e i principali crimini informatici. Nello stesso capitolo si dedica un po di spazio ai concetti di cybersecurity, cyber kill chain per concludere con la struttura di cybersicurezza nazionale.

sabato 2 aprile 2022

L'anomalie - Hervè Le Tellier

Anomalie, il romanzo di Hervè Le Tellier è un'eccezionale esplorazione delle nostre parti nascoste che ci sfuggono.  Pubblicato nel 2020 ha vinto premio Gouncourt nello stesso anno ( è il secondo libro più venduto in Francia dopo L'amante di Marguerite Duras). L'autore ha scritto il romanzo partendo dall'idea del doppio. I personaggi del romanzo sono dei passeggeri che si trovano a confrontarsi con il loro doppio tre mesi dopo un incidente aereo, e ciò farà scatutire riflessioni, portare alla luce aspetti nascosti della personalità. Un aereo in volo da Parigi a New York incappa in una grande turbolenza prima di atterrare. Tre mesi dopo lo stesso aereo, con gli stessi passeggeri e un identico equipaggio, rivive la stessa turbolenza ed atterra allo stesso aeroporto di New York. L'inspiegabile duplicazione spinge CIA, FBI e gli alti comandi dell'esercito a portare  l'aereo e i passeggeri in una base militare. I passeggeri atterrati tre mesi prima vengono sequestrati e anche loro portati in questa base dove ci sarà il confronto con il loro doppio. Ma durante quei tre mesi fatali, le vite di alcuni di loro sono cambiate per sempre: Tutti credevano di avere una vita segreta. Nessuno immaginava fino a che punto fosse vero.

L'autore parte dall'ipotesi scientifica di Nick Bostrom, che noi potremmo vivere in una realtà simulata frutto di un programma informatico. Tra i temi affrontati c'è anche questo: ma se noi siamo una simulazione chi è il programmatore?

Vi riporto alcune frasi del libro:

"Personne ne vit assez longtemps pour savoir à quel point personne ne s'intéresse a personne"

"Il ne faut tout simplement pas aimer un etre qui vous aime si peu"

"Toute gloire ne saurait etre qu'une imposture, sauf peut-etre dans la course à pied. Mais je suspecte quiconque affirme la dédaigner d'enrager d'avoir seulment du y renoncer.

"L'espoir nous fait patienter sur le palier du bonheur. Obtenons ce que nous espérions, et nous entrons dans l'antichambre du malheur."

"Pensez vous que nous soyons tous dans une simulation? Je n'en sais rien; pour paraphraser Woody Allen, je dirais que si c'est le cas, J'espere que le programmeur a une excuse. Parce que le monde qu'ils ont cree est tout de meme une sacrée horreur".

 "Oggi le relazioni si riducono a semplici connessioni, in un contesto in cui è possibile con pari facilità entrare e uscire, puri contatti senza impegno e responsabilità".  Fabio Guidi

 "Nessuno si interessa più degli altri senza un motivo, e alla fine siamo tutti soli".  Dal film Toglimi un dubbio di Carine Tardieu

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Hervé Le Tellier (1957 - ) è uno scrittore, poeta e linguista francese, membro dell'OuLiPo, il “Laboratorio di lettura potenziale” fondato nel 1960 da Raymond Queneau di cui Calvino stesso ha fatto parte.  Nato a Parigi, Le Tellier ha iniziato la sua carriera come giornalista scientifico, e si è unito Oulipo nel 1992. 

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Nick Bostrom è un filosofo svedese, noto per la sua teoria della realtà simulata che consiste  nell'asserisce che il nostro universo potrebbe essere solo un'illusione digitale. Il trilemma di Bostrom consiste in tre possibilità: la specie umana si estinguerà prima di raggiungere il livello postumano; la specie umana raggiungerà la postumanità, ma non avrà nessuna volontà di creare simulazioni digitali dell’universo;  i nostri discendenti non si estingueranno  e raggiungeranno un livello tecnologico post-umano che consentirà loro di creare simulazioni dei loro antenati indistinguibili, per le menti simulate, dalla vera realtà (Forse stiamo già vivendo in una simulazione computerizzata, forse facciamo tutti parte di un immenso videogioco e la nostra vita è solo un inganno ).
La fattibilità di questa terza via dipende dalle due premesse fornite da Nick Bostrom: in un futuro non si sa quanto distante sarà sicuramente possibile simulare la mente cosciente per via informatica; e avremo a disposizione la potenza di calcolo necessaria a simulare il mondo fin nei dettagli più microscopici, scendendo in alcuni casi anche al livello subatomico. Se non si accettano queste due premesse (che non sono affatto scontate), tutto il trilemma crolla.

Questa teoria pubblicata nel 2003, da diversi anni fa discutere i più noti pensatori di tutto il mondo; gli hanno anche dedicato una discussione di due ore durante l'Isaac Asimov Memorial Debate del 2016.

domenica 27 febbraio 2022

Internet è l'illusione della conoscenza

Matthieu Ricard e Bruno Patino. Alla ricerca del tempo perduto. 

 "Internet è anche l'illusione della conoscenza. Vogliamo sapere tutto, e immediatamente, su qualsiasi soggetto".  - Matthieu Ricard

"La rabbia sui social? L'umanità non è diventata più cattiva, è l'effetto degli algoritmi". - Bruno Patino

Uno passa la vita a meditare, l'altro è nel cuore del mondo audiovisuale. Entrambi si inquietano per una civilizzazione digitale diventata frenetica. Hanno preso dei cammini differenti ... per arrivare alla stessa conclusione: il vero lusso oggi è il tempo. 

Nuovo petrolio del mondo 2.0, i nostri minuti di "cervello disponibile" sono diventati una manna inesauribile per l'industria digitale che ci vampirizza, tanto quanto ci sfrutta. Bombardati di notificazioni, allert incessanti, noi siamo diventati gli schiavi consenzienti della tirannia degli schermi, tra dipendenza e astinenza, il monaco buddhista e il presidente di Arte invitano ad immaginare una terza via.  Intervista di Romain Clergeat pubblicata su Paris Match il 27/02/2022

Link all’intervista: https://www.parismatch.com/Actu/Societe/Matthieu-Ricard-et-Bruno-Patino-Internet-c-est-l-illusion-de-la-connaissance-1788572

Di seguito è riportata l’intervista.

Domanda: Perché il tuo primo libro si chiamava La civilisation du poisson rouge.
Bruno Patino: Ho iniziato da un seminario su YouTube a cui ho partecipato. Si diceva che, secondo Google, i pesci rossi hanno una capacità di attenzione di otto secondi.  Tuttavia, tra i giovani iperconnessi, è ora nove secondi! Gli strumenti digitali catturano il nostro tempo e ci costringono a svolgere diversi compiti contemporaneamente. Presi insieme, questi compiti richiederebbero all'americano medio non 24 ore al giorno ma  31 ore, anche io arrivo a 34 ore. Per scrivere un libro come questo, bisogna essere o un malato di Internet o un medico. Non sono un medico. Sono chiaramente dalla parte dei pazienti.

 Gli strumenti digitali ci danno la possibilità di comunicare con tutto il mondo. Ma, in realtà, non ci isolano? 

P.B. Non credo che sia la tecnologia stessa, ma il modo in cui è sfruttata. Nel mio libro  La tempesta nel boccale cerco di dimostrare come l'universo digitale che si è sviluppato deve, per catturare il più possibile l'attenzione, aumentare l'intensità delle sollecitazioni. I nostro comportamenti sono calcolati in permanenza per utilizzare questo principio. La cosa che è diventata più rara per noi, è il tempo.

Matthieu Ricard, voi non siete ostile alla tecnologia, poichè voi utilizzate un portatile e rispondete alle vostre e-mail. Come fate per sfuggire alla dipendenza, di cui noi generalmente siamo vittime?

Matthieu Ricard: Nel mio eremo, in Nepal, Internet non funziona. Utilizzo il portatile in Tibet dove spesso non c'è una rete fissa, ma non ho questa febbre che lei menziona. Non devo lottare contro questi strumenti per mantenere il mio tempo. Ho fondato un'associazione, Karuna-Shechen, che aiuta 350.000 persone in India, Nepal e Tibet. E' vero, leggo le e-mail ma non i utilizzo i social. Mi ricordo di un giovane tibetano che, passeggiava a Times Square, davanti a tutti questi neon pubblicitari, mi aveva detto: "Ci stanno rubando il nostro spirito". E' vero che si tende a catturare incessantemente la nostra attenzione.  La società occidentale offre un effetto tapis roulant.

Nel libro di Bruno Patino si parla del cofondatore di Twitter, Jack Dorsey, e dei suoi corsi di disconnessione. Questo significa che il mostro è ora sfuggito ai suoi creatori?
B.P. Lo sviluppo del mercato dell'attenzione digitale pone ora un problema. Il nostro rapporto con le applicazioni assomiglia alla bulimia compulsiva. Il rapporto con noi stessi deve essere ricostruito perchè si possa vivere in questo nuovo mondo tecnologico. Altrimenti saremo travolti.

M.R. Stiamo gradualmente uscendo dalla povertà. Nel XX secolo, l'aspettativa di vita è passata da 49 a 80 anni. abbiamo proiettato l'idea che avremmo avuto tutto per essere felici. Salvo che il nostro controllo sulle condizioni esterne è limitato, temporaneo e spesso illusorio. La nostra mente può essere il nostro miglior amico come il nostro peggior nemico. E' la mente che traduce le condizioni esterne in benessere o malessere. Noi sotto-stimiamo considerevolmente il suo potere di trasformazione. E' possibile con l'allenamento coltivare una maniera di essere ottimale. E' il vero scopo della meditazione. La società occidentale propone la corsa al consumismo che non si ferma mai! La vita è corta, passa come un gesto della mano. Il tempo è la cosa più preziosa di cui si dispone e, per utilizzarlo bene, bisogna ... avere del tempo.

Tra la vita nel mondo connesso e quello che voi proponete, la frattura sembra immensa. Non bisogna scegliere un campo? 

P.B. Cosa ci ha mostrato il lock down? Che la connessione permanente, è straordinaria anche. Si poteva essere in confinamento e continuare ad amare, lavorare, avere una vita sociale. Io sono tutto tranne un tecnofobo. L'apparizione del digitale ci ha fatto cambiare in modo antropologico. Ci sono state tre fasi: l'entusiamo utopico degli inizi, poi la fase critica, quando ci siamo accorti del nostro livello di dipendenza, e quando abbiamo scoperto questa società, dove si urla per video interposto e collegato. Adesso siamo nella terza fase: stiamo provando di costruire una visione accettabile. Quando ho cominciato ad aprirmi al mondo digitale, negli anni 2000, le persone che ci vendevano le soluzioni tecnologiche per gli alert sui portatili, ci dicevamo: "Non più di un Alert a settimana, altrimenti le persone si sentiranno troppo sollecitate!"  Oggi abbiamo 46 sollecitazioni al giorno. Ed è una media...

 M.R. Occorre della saggezza nell'acquisizione di questi strumenti, in quanto sono incredibili. Quando ho scritto il mio libro Plaidoyer pour l'altruisme ho consultato 1600 referenze scientifiche. Ho scaricato degli articoli, comprato dei libri, ma non ho messo piede in una biblioteca. Grazie al digitale. Nello stesso tempo, vedevo che le mie ricerche si moltiplicavano come dei piccoli pani. Se non stavo attento mi portavano verso la dispersione. 

Come è possible che il fenomeno delle "Fake news" può propagarsi così facilmente?

B.P. In realtà, il volume dei messaggi di odio o di disinformazione propagati dai social è molto limitato. Dell'ordine del 2 o 3%. L'umanità non è diventata più cattiva di prima. Ma grazie al gioco degli algoritmi, la loro esposizione è duplicata.

Voi lo dimostrate scrivendo che solo dodici persone che pubblicano dei messaggi antivax, ne raggiungono 59 milioni!

B.P.  Sono le cifre di un organismo ufficiale. Il Presidente Biden, quando gli è stato chiesto, durante la crisi vaccinale, che cosa pensava di facebook e dei social, ha risposto "Uccidono le persone". Questo studio mostrava non solamente che l'eco era sproporzionato, ma soprattutto che la maggioranza delle persone avevano ricevuto questi messaggi grazie ad un algoritmo. E questo è l'aspetto inaccettabile del sistema. Questi messaggi, virulenti, sono quelli che attirano maggiormente la nostra attenzione, in quanto provocano un coinvolgimento emozionale: siamo sorpresi, scioccati;  allora si ... che guardiamo lo schermo.

M.R. Ci possiamo allora domandare se esiste un legame tra la nostra perdita di attenzione e l'adesione anche rapida alle notizie false e alle teorie del complotto. Perchè purtroppo, Internet è anche l'illusione della conoscenza. Vogliamo sapere tutto, tutto immediatemente, su qualsiasi soggetto. Degli tsunami di informazioni che finiscono per distogliere le persone dalle informazioni valide. Avere una padronanza di un'informazione intellettuale, culturale o scientifica necessita una sacra dose di attenzione sostenuta. L'attenzione è uno strumento necessario per tutte le acquisizioni di expertise, di conoscenza e di maniera di vivere. Ai nostri giorni, le persone non amano molto avere una padronanza di un soggetto perchè questo richiederebbe molti sforzi e prenderebbe molto tempo. 

La nostra abitudine agli oggetti digitali non comincia ad avere anche degli impatti cognitivi sul nostro cervello?

B.P. Non si dispone di studi scientifici definitivi sulla questione. Ma ci sono degli aneddoti, dei casi particolari che danno delle indicazioni. Oggi siamo in una fase di sovraccarico emozionale. Gli strumenti per catturare la nostra attenzione fanno in modo che noi reagiamo ad ogni stimolo in maniera emozionale. E di conseguenza, il nostro modo di reagire alla realtà diventa troppo emozionale. Questo include anche il nostro rapporto con la conoscenza. Quando si tenta di convincere con la pedagogia gli antivax, si arriva a convincerne un piccolo numero, ma lo zoccolo duro si radicalizza. Si sente aggredito emozionalmente dal tentativo. 

M.R. Le emozioni mettono la mente in movimento. Se queste sono la compassione, la benevolenza, e la pace interiore è perfetto. Ma ci sono le emozioni tossiche: la rabbia, l'animosità, l'arroganza, la gelosia, la mancanza di discernimento, tutto quello che avvelena la nostra esistenza e quella degli altri. Una buona parte dei compiti della via del buddhismo, è di provare a dissolvere non solo queste emozioni quando arrivano, ma anche le tendenze, per impedire che si ripresentino.

 In una comunità buddhista, in un senso molto ampio, avete mai visto persone che hanno iniziato ad essere dipendenti dal digitale?
M.R. Nel nostro monastero in Nepal, avevamo un giovane monaco che non voleva lasciare la sua camera. Passava la vita sul suo telefono. Era malato!
Ed è vero che in Tibet si vedono questi cavalieri sui loro cavalli, le redini in una mano e il telefonino nell'altra.  È strano. Non era così vent'anni fa. Siamo trasportati dalla corrente. Lo notiamo con un misto di curiosità e sgomento. 

 Libri consigliati.

Tempête dans le bocal, di Bruno Patino, pubblicato da Grasset, 216 pagine.
Carnets d'un moine errant. Mémoires, di Matthieu Ricard, éd. Allary, 764 pagine.

Bruno Patino è stato un attivista di Internet fin dall'inizio e oggi ne denuncia gli eccessi. Si è incontrato con Matthieu Ricard nel Perigord.

mercoledì 20 ottobre 2021

Usa: il team di Trump lancia una nuova piattaforma social "Truth Social"

In questo periodo siamo veramente arrivati alla frutta se è Trump a difendere la libertà di parola e Cina e Russia ad accusare di censura i colossi del web che decidono arbitrariamente quali contenuti oscurare.

Il team dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato (20/10/2021  su USA Today) di lanciare a breve una nuova piattaforma di social media, un’alternativa ai siti dei colossi tecnologici Usa, anche noti come “Big tech”. Si tratta dell’alternativa a lungo promessa dall’ex presidente ai suoi sostenitori dopo essere stato bandito dalle principali piattaforme social come Twitter, Facebook e Instagram in seguito all'assalto del Campidoglio durante la rivolta del 6 gennaio. YouTube ha detto che il suo divieto sarà revocato dopo che il "rischio di violenza" diminuirà, Facebook ha detto che Trump potrebbe tornare sulla piattaforma al più presto nel 2023 e Twitter ha detto che il suo divieto sarà permanente.

La missione di questa piattaforma di social media chiamata Truth Social, sarà quella di “combattere la cultura dell’annullamento (cancel culture), promuovere il buon senso, difendere la libertà di parola, sfidare i monopoli dei social media e creare un vero mercato di idee”.

In un comunicato stampa, il Trump Media and Technology Group ha detto che è entrato in una fusione con Digital World Acquisition Corp. per diventare una società quotata in borsa, con Trump come presidente.  "Sono entusiasta di inviare la mia prima TRUTH su TRUTH Social molto presto. TMTG è stata fondata con la missione di dare voce a tutti", ha detto Trump nella dichiarazione.
La piattaforma sarà disponibile attraverso un'app sull'Apple Store come versione beta per la prova da parte di "ospiti invitati" a novembre e l'azienda si aspetta un rollout completo nel primo trimestre del 2022.
Trump Media and Technology Group prevede anche di lanciare un servizio di video on demand, TMTG+, per presentare contenuti "non svegli".

venerdì 1 ottobre 2021

Come Facebook, decide quale post vada rimosso e quale reintegrato

Chiunque si veda rimosso un post su un social e non sia d'accordo con la decisione può normalmente fare ricorso contro la decisione. Di solito la piattaforma, e in questo caso Facebook esamina nuovamente il contenuto - normalmente entro 24 ore - e, se ritiene di aver commesso un errore, lo comunica all'utente e ripristina il post.

 
Il controllo di solito, viene affidato agli algoritmi delle macchine settate da Facebook che sorvegliano il social in tempo reale, o alla soggettività malpagata di pochi moderatori umani. 
Dal novembre 2020 Facebook ha introdotto un nuovo sistema, basato pesantemente sull'intelligenza artificiale e sul machine learning per far sì che i contenuti potenzialmente più pericolosi vengano revisionati per primi. I tre criteri su cui si basa il nuovo ordine sono viralità, gravità e probabilità che stiano infrangendo le regole. Le macchine utilizzano il riconoscimento visivo per identificare intere categorie di contenuti potenzialmente nocivi - che si tratti di capezzoli o cadaveri, pistole o droghe - oppure cercano di abbinare i contenuti a una lista di elementi vietati compilata in anticipo da esseri umani.  Queste tecniche sono utilizzata per sbarazzarsi del materiale illecito più evidente; cose come video di propaganda di organizzazioni terroristiche, materiale pedopornografico e contenuti protetti da copyright. Ciò può comportare la rimozione automatica del post o del commento o addirittura il blocco di un intero account. 

Se TikTok assume direttamente i propri moderatori di contenuti e piattaforme come Reddit o Nextdoor si affidano quasi del tutto a un enorme numero di volontari, Facebook - come anche Twitter e YouTube - hanno optato per la strada dell'esternalizzazione. Spesso precari e oberati di lavoro, i revisori di contenuti non sono nemmeno lontanamente sufficienti per controllare la massa di segnalazioni che ricevono.  Spesso molti social utilizzano lo shadowbanning. Lo shadowban altro non è che una sorta di penalizzazione inflitta dai vari social ad un account. La penalizzazione comporta ovviamente dei disagi per chi la subisce, in particolare in termini di visibilità rispetto ad altri utenti.

Dal 2020 - ci si può appellare ad un organismo indipendente e autonomo un "Oversight Board" (OB), un Comitato di controllo, una Corte Suprema della libertà di parola digitale, nata su inizativa dello stesso Zuckerberg.
Il Board è purtroppo, finanziato dallo stesso Facebook con 130 milioni di dollari attraverso una fondazione che ne dovrebbe garantire l'autonomia ed è lo stesso Facebook, il social più diffuso al mondo che possiede anche Instagram e WhatsApp, che sceglierà i giudici ( tra i giudici c'è Helle Thorning-Schmidt è stata la prima donna a guidare la Danimarca fra il 2011 e il 2015). 
Le decisioni di questo Board cercheranno di coniugare l'enorme spazio compreso tra gli standard della community di Facebook e i principi dei diritti umani. È una forbice enorme, che non considera tutto quello che c'è nel mezzo. L'OB dovrà "supportare il diritto alla libertà di espressione delle persone" ed  intervenire sui casi in cui il social ha cancellato un post, ma senza averne il diritto o in assenza di presupposti.

Il gruppo di esperti dell'OB  ha il compito di selezionare pochi casi ad alto valore simbolico e di particolare complessità destinati a diventare "giurisprudenza" interna al social, confermando o revocando decisioni di rimozione dei post normalmente assunti dai sistemi di controllo automatizzati predisposti da Facebook. In modo tale da mettere al riparo i top manager di Facebook dalle continue polemiche, e delle troppe responsabilità, che inevitabilmente accendono sul social, le dinamiche dell'informazione, della censura, della violenza, dell'hate speech. "Il Comitato si avvale del proprio giudizio indipendente per supportare il diritto alla libertà di espressione delle persone e assicurarsi che tali diritti siano adeguatamente rispettati", si legge nella dichiarazione di intenti dell'Oversight Board. " 

Mark Zuckerberg, dopo gli scandali scoppiati a partire dalle elezioni presidenziali americane del 2016, ha prima negato l'impatto della propaganda politica sulle sue piattaforme, per poi correre ai ripari e ammettere gli errori fatti. Davanti al Congresso americano e in seguito in audizione al Parlamento Europeo, si è scusato. Era del resto il 2018, l'anno dell'affaire Cambridge Analytica. L'Oversight Board venne concepito poco dopo, per evitare che certi passi falsi non si ripetessero. Zuckerberg si era reso conto della propria inadeguatezza e di quella dei suoi manager nel maneggiare materie complesse e dai risvolti politici potenzialmente planetari, come il tentativo russo di condizionare le presidenziali che portarono alla Casa Bianca Donald Trump.  

Dal momento in cui è diventato operativo, dicembre 2020, il Comitato ha giudicato 16 casi controversi. Altri tre sono in esame, ma le richieste di intervento sono nell'ordine delle 500mila. "Siamo in venti nel Consiglio e interveniamo solo su una piccola frazione dei casi che le persone ci sottopongono", spiega Thorning-Schmidt. "Scegliamo quelli più rappresentativi in modo che possano funzionare come precedenti ai quali poi fare riferimento". Sono state prese 16 decisioni, una ad una, saltando da un continente all'altro, dando conto anche del background culturale del Paese in cui quel post nasce.   Sulla pandemia e l'infodemia che ne è stata la conseguenza, abbiamo visto tutti un flusso continuo di informazioni e contenuti falsi o (peggio) sul crinale scivoloso della manipolazione. Gli esperti del Comitato nei due casi esaminati si sono schierati dalla parte della libertà di parola.

 L'Oversight Board non è stato particolarmente efficace, inoltre non appare del tutto indipendente (molti membri del comitato sono americani)  e fino ad ora non è riuscirto ad avere un quell'approccio globale. Dal punto di vista di chi studia il rapporto tra mondo digitale e società civile, diritti umani e libertà d'espressione, il Board è stato poco più di un inizio, incompleto e deludente. Esito forse inevitabile. Nel suo primo anno di vita si è trovato ad affrontare disinformazione sanitaria e razzismo, nudi e religione. E la spinosa questione del "deplatforming", della cancellazione dai social, dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, su cui si è andata a scontrare forse tutta l'inadeguatezza della sua struttura. "Faccio fatica ad immaginare che un Comitato del genere, anche sotto l'ombrello delle Nazioni Unite, possa davvero elaborare una serie di standard legali che soddisfino tutti, ovunque".  Una vicenda emblematica (dibattuta a livello planetario) sui limiti della libertà d'espressione di uno degli uomini più potenti al mondo (il presidente degli Stati Uniti) sulle piattaforme digitali e, in ultima analisi, dei rapporti di forza e di potere tra i leader digitali mondiali e i leader politici di peso altrettanto mondiale. 

Il primo silenziamento di Trump fu deciso da Facebook all'indomani dei traumatici eventi del 6 gennaio 2021, quando centinaia di sostenitori dell'ex presidente presero d'assalto il Congresso Usa eccitati dai messaggi incendiari e dalle false accuse di truffa elettorale lanciati da Trump dopo la vittoria di Joe Biden nel voto del 4 novembre 2020. Subito dopo, Facebook, come anche Youtube e Twitter, avevano deciso di sospendere (a tempo indefinito) l'ex presidente dai loro siti. Dopo le polemiche e le accuse di "censura" da parte di molta stampa, governi, osservatori in tutto il mondo, Facebook aveva rinviato la decisione all'Oversight Board, il comitato indipendente di "saggi" istituito da Mark Zuckerberg per valutare le decisioni della piattaforma. Il Board ha confermato nel maggio scorso la decisione presa dal social network, ma lo ha fatto con un verdetto pieno di sfumature, che ha rimandato la decisione nel campo di Zuckerberg. Comunque Trump non potrà tornare su Facebook per almeno i prossimi due anni.
Il bando di Trump ha sollevato le proteste di molti governi, e numerosi appelli alla regolamentazione delle piattaforme. Ma quando i governi intervengono per giudicare e regolamentare la Rete, il rischio è che si metta mano troppo presto su una materia ancora tutta da plasmare. Soprattutto ci sono molte resistenze da parte delle leadership di questi enormi colossi digitali.

  La libertà di parola è un diritto universale e deve valere ovunque senza differenze nell'applicazione. Ciò presenta molti problemi e a volte qualche opportunità:  grazie all'ampiezza delle piattaforme come Facebook, Twitter, Youtube, sono riuscite ad emergere voci che non erano finora state ascoltate sui mass media. Come Black Lives Matter o il MeToo, la testimonianza dell'uccisione di George Floyd, ecc.    

Shoshana Zuboff, accademica della Harvard Business School e autrice de Il capitalismo della sorveglianza, si è espressa in questo modo, all'indomani del caso Trump: "Mark Zuckerberg e i suoi colleghi dovrebbero smettere di raccogliere dati sulle persone e bisognerebbe bloccare gli algoritmi che mettono mano alle bacheche degli utenti promuovendo il peggio delle discussioni e portandole al centro del dibattito pubblico. Bisogna cambiare 'l'ingegnerizzazione che è alle spalle di tutto e che ha portato a realizzare profitti economici enormi in maniera del tutto illegittima".

Media & Regime, YouTube cambia le regole.

YouTube cambia le regole e ha annunciato che vieterà contenuti no vax che “contraddicono il consenso degli esperti delle autorità sanitarie locali” o dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il sito di proprietà di Google ha specificato che rimuoverà qualsiasi video che sostengono, ad esempio, che i vaccini non riducono la trasmissione o la contrazione della malattia, o che causano l’autismo, il cancro e l’infertilità.  Peccato però che spesso quello che sostiene l'OMS è contraddetto dall'AIFA o viceversa, oppure da prestigiose riviste internazionali. 

Il nuovo regolamento vieta anche la promozione di “rimedi o cure pericolosi: contenuti che affermano che sostanze o trattamenti dannosi possono avere benefici per la salute”. Si tratta di un ampliamento della politica di Youtube, che aveva già bandito la disinformazione sui vaccini anti Covid e che adesso  mette al bando i video di disinformazione su tutti i vaccini. Inoltre, saranno cancellati gli account di diversi attivisti no vax diventati popolari su YouTube, come Joseph Mercola e Robert F. Kennedy Jr, nipote di Jfk.   Il nipote dell’ex presidente americano è da sempre sostenitore di tesi che collegano i vaccini a una serie di patologie infantili come l’autismo. E nell’agosto 2020 Kennedy e la Children’s Health Defense hanno avviato una causa contro Facebook per aver contribuito a «censurare discorsi validi e veritieri», chiedendo un risarcimento di 5 milioni di dollari. A febbraio Instagram ha escluso Kennedy dal social network per aver violato la policy di Instagram. Anche se rimane attivo il suo profilo su Facebook e quello su Twitter.

Anche Facebook non scherza con la censura, ha recentemente (25/9/2021) cancellato la pagina ufficiale del cantautore Giuseppe Povia (cantautore e vincitore di san Remo 2006)  in quanto l’artista avrebbe violato le policy della comunity relative ai vaccini anti-covid.  La pagina, che contava oltre 300 mila followers, è così improvvisamente scomparsa dal social più diffuso al mondo. Secondo il cantautore, Facebook ha deciso di cancellarlo per via dei suoi video in favore della libertà di scelta sulla vaccinazione, una posizione contro la  linea governativa che l’artista ha espresso chiaramente nel suo ultimo singolo autoprodotto intitolato per l’appunto ‘Liberi di scegliere’.  Povia ha ripetutamente espresso perplessità e dubbi riguardo ai nuovi vaccini contro il Covid-19 tramite i suoi canali social, criticando aspramente il Green Pass e sottolineando le incongruenze nelle dichiarazioni rilasciate nel corso del tempo da autorità sanitarie, scienziati e dalla stampa. Inoltre, il cantante ha parlato ripetutamente delle reazioni avverse presumibilmente legate alle vaccinazioni anti-covid, un tema tabù per Facebook.     Guardetevi questo video di Povia di qualche anno fa  https://www.youtube.com/watch?v=K-ecOmENIhM

In effetti non è un mistero che Facebook proibisca e censuri attivamente un ampio numero di contenuti relativi al Covid-19 e al vaccino, come quelli elencati nella sua lunga e apposita policy. Un problema fondamentale di queste policy è che la stessa idea di ‘verità’ muta nel tempo. Emblematico il caso del ‘virus prodotto dall’uomo o modificato in laboratorio’, un’affermazione che fino al maggio del 2021 era bandita da Facebook in quanto ritenuta teoria complottista, salvo poi essere riabilitata dal social per via delle ultime informazioni rilasciate dal governo statunitense a riguardo.

Recentemente Youtube ha oscurato anche i canali in lingua tedesca di Russia Today.  La reazione di Mosca è stata abbastanza dura, dichiarando che questa è una vera e propria censura: “La Germania ci dichiara guerra mediatica”.

Una domanda viene spontanea. Solo per Mosca, decidere arbitrariamente quali contenuti oscurare, è  censura? 


venerdì 17 settembre 2021

Media, Regime e democrazia

Purtroppo in questi ultimi due anni, la pandemia ha accelerato tutti i tipi di tendenze che si stavano già muovendosi nelle nostre società: l’atomizzazione sociale e l’ascesa dello Stato paternalista. Uno Stato che sa cosa è giusto o sbagliato per i cittadini, un po’ bambini e un po’ incoscienti. 

Tra i più preoccupanti fenomeni attuali,  c’è anche l’aumento della censura da parte delle più grandi aziende tecnologiche e il modo in cui una manciata di oligarchi sono arrivati ​​a stabilire i termini del dibattito e persino a stabilire ciò che è vero.
Che le piattaforme e i media stabiliscano ciò che è vero e ciò di cui si può discutere
, in un momento come questo in cui il dibattito scientifico è fondamentale, indipendentemente dalle nostre posizioni sul virus e sui vaccini, è molto preoccupante.  

 Per certi versi siamo peggio dell’Ottocento perché almeno allora era chiaro che la libertà di stampa non c’era. Invece, oggi la rete viene magnificata come il massimo della libertà e, nella misura in cui non disturbi il manovratore, nessuno ti infastidisce. Se poi invece fuoriesci dalle “regole” semplicemente vieni oscurato, sparisci dalla “Community”, senza che gli altri ne sappiano nulla. Certo meglio una sparizione virtuale di quella fisica nei vari regimi totalitari, ma certo la cosa è inquietante.

In questo periodo molti scienziati, che si ponevano domande sulla gestione della pandemia con articoli sui media sono stati censurati. E bisogna anche ricordare che rappresentanti di Facebook e Twitter sono stati convocati al Parlamento inglese per discutere di censura intorno alle discussioni sulla pandemia.  In questo periodo si sono verificati molti casi gravi, ne riporto alcuni:

  • La prima è stata una dichiarazione di Martin Kulldorff, professore presso la Harvard Medical School. Un suo tweet, in cui suggeriva che coloro che erano stati precedentemente infettati forse non dovevano essere vaccinati, è stato etichettato come “fuorviante” da Twitter.  I twittatori non sono stati più in grado di interagire con lui e hanno ricevuto un messaggio che affermava che “i funzionari sanitari raccomandano un vaccino per la maggior parte delle persone”.
  •  Allo stesso modo Facebook ha etichettato come “informazioni false” un articolo di The Spectator sull’efficacia delle mascherine, scritto da Carl Heneghan e Tom Jefferson del Center for Evidence-Based Medicine dell’Università di Oxford.
  • Un altro esempio è l'articolo scritto su Facebook  ‘Basta catastrofismo sui vaccini’ da Sara Gandini  Epidemiologa e docente che è stata oscurato, e l'autrice ha denunciato più volte e pubblicamente l'accaduto.
  • Considerare immediatamente una "fake news", quanto detto in diretta dal premio Nobel per la medicina Luc Montagnier sugli effetti ancora inprevedibili dei vaccini, alla trasmissione "Di martedì", senza nemmeno provare a discuterne.

Lasciamo da parte i vaccini e la pandemia e vediamo altri esempi. 

Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista Facebook è stato censurato da Facebook, in questo stesso periodo, e la sua pagina oscurata perché aveva messo per due volte post a favore del popolo curdo e del suo leader Abdullah Ocalan in prigione in Turchia. Questi due post sono stati considerati contrari alle regole della comunità.  Anche lui ha pubblicamente denunciato l'accaduto, anche su giornali come il Fatto Quotidiano e riporto alcune sue considerazioni "Alla faccia della democrazia della rete, con questa privatizzazione della comunicazione siamo tornati all’Ottocento, quando non c’era la libertà di stampa. Infatti, secondo i padroni di Fb, battersi per la libertà del leader curdo è censurabile e deve essere proibito. Con lo stesso criterio non avremmo potuto batterci su Fb per la libertà di Nelson Mandela o per quella di Silvia Baraldini. In altri termini la libertà, secondo il padrone di Fb Mark Zuckerberg, significa glorificare l’esistente. Provando a cambiarlo si rischia di incappare nella censura".

Notizia di oggi18/9/2021,  Google e Apple obbediscono a Putin oscurando la app dell'oppositore Navalny

Queste vicende evidenziano come vi sia un enorme problema di democrazia e come sia necessario rendere pubblica la rete e la gestione dell’informazione. 

Non è possibile che i padroni dei Social  facciano il bello e il cattivo tempo, in condizioni di monopolio, non solo sull’utilizzo dei nostri dati (che oggi valgono miliardi di euro)  ma anche sulla possibilità di controllarci (con la scusa di bloccare i pedofili in rete, combattere il cyberbullismo, i nazisti o coloro che diffondono fake news, come Donald Trump)  e censurarci ed escluderci (sulla base dei loro interessi nascosti). E questo accade ogni giorno, nel silenzio più totale, a centinaia di persone che si battono per la libertà e la giustizia.

È evidente che la proprietà privata di questi immensi monopoli della socializzazione e in definitiva dell’informazione costituiscono una minaccia alla democrazia e solo una pubblicizzazione della proprietà e delle regole democratiche su scala globale può permettere alla rete di sviluppare le sue potenzialità democratiche.

vedi articoli correlati: 

  •  https://maramici.blogspot.com/2021/08/sorveglianza-di-massa-su-mail-e.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/08/i-5-colossi-del-web.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/09/facebook-xcheck-e-sistema-di-influenze.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/09/edward-snowden-laffare-pegasus-un.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/08/julian-assange.html

giovedì 16 settembre 2021

Facebook: XCheck e sistema di influenze sulla legislazione europea

Facebook ha sviluppato un sistema che consente di applicare un trattamento speciale a molti utenti di alto profilo (politici, giornalisti e VIP in generale). Grazie al programma, noto come XCheck (cross check), queste persone possono violare le regole del social network, senza incappare nel controllo dei moderatori. Questo sistema è noto dal 2018.

In base ai documenti pubblicati dal Wall Street Journal, Facebook ha creato una whitelist che include circa 6 milioni di utenti,  e messo a punto un sistema che posiziona questa ristretta cerchia di utenti particolarmente famosi al di sopra di alcune regole.  Mark Zuckerberg ha spesso dichiarato che Facebook permette a tutti i suoi utenti di ricevere lo stesso trattamento, ma in realtà, queste persone “possono violare gli standard senza nessuna conseguenza“. Essendo molto popolari e influenti potrebbero rappresentare un rischio per le pubbliche relazioni se i loro contenuti venissero censurati.

Se un utente pubblica post che violano le regole, un sistema automatico elimina il contenuto o lo rende meno visibile nel news feed. In alcuni casi viene esaminato da moderatori esterni all'azienda. XCheck funziona in modo diverso, quando viene segnalato il post di una persona inserita al suo interno, non viene oscurato in maniera automatica, e poi eventualmente ripristinato dopo un reclamo, ma inviato a un gruppo di dipendenti di Facebook incaricati di valutarlo e decidere sul da farsi.  Questo sistema consente ad alcuni privilegiati di compiere azioni assolutamente sbagliate. Uno dei casi citati riguarda, ad esempio, Neymar, che nel 2019 pubblicò le foto di una ragazza nuda dopo che lei lo aveva accusato di stupro, esponendola alla gogna dei suoi milioni di follower. Ma ci sono anche personaggi pubblici verificati che hanno diffuso notizie false sui vaccini o su avversari politici di ogni schieramento, per non parlare di posizioni apertamente razziste.

I documenti relativi a XCheck mostrano che Facebook ha ingannato il Comitato per il controllo (Oversight Board). Quest'ultimo ha scritto su Twitter che aveva più volte manifestato preoccupazioni sulla mancanza di trasparenza del processo di moderazione, soprattutto nel caso degli account di alto profilo. Facebook ha dichiarato che il report del WSJ è basato su vecchie informazioni e che l'azienda ha già identificato i problemi del sistema XCheck ed è al lavoro per risolverli.

Inoltre,  Google, Facebook e Microsoft cercano di esercitare pressioni su parlamentari e legislatori europei.  Questi gruppi hanno regolarmente accesso alla Commissione europea; con loro rappresentanti sono stati presenti a 202 dei 271 incontri su DSA (Digital Services Act) e DMA (Digital Markets Act), i progetti di legge che puntano a limitare lo strapotere delle big tech. 

Solo di recente la Comunità europea ha stabilito alcune misure per rendere il processo più chiaro e trasparente. Stando ai dati presentati al registro per la trasparenza dell'UE fino a metà giugno del 2021, Google è al primo posto, con 5,75 milioni di euro in investimenti in lobby ( Gruppi di persone che sono in grado di influenzare a proprio vantaggio l'attività del legislatore e le decisioni del governo o di altri organi della pubblica amministrazione), seguita da Facebook (5,5 milioni), Microsoft (5,25 milioni), poi Apple (3,5 milioni), Huawei (3 milioni) e Amazon, sesta con 2,75 milioni. 

Secondo il rapporto “The Lobby Network- Big tech’s web of influence in the Eu”,  (vedi link:  https://corporateeurope.org/en/2021/08/lobby-network-big-techs-web-influence-eu)  pubblicato dal Corporate Europe Observatory e Lobbycontrol, 612 fra aziende, gruppi e associazioni spendono più di 97 milioni di euro l'anno per le politiche dell'economia digitale dell'UE. La tecnologia supera il settore farmaceutico, quello dei combustibili fossili, la finanza e la chimica, storicamente più inclini alle lobby.

"Dovrebbe essere motivo di preoccupazione il fatto che le piattaforme possano usare questa potenza di fuoco per assicurarsi di essere ascoltate - rispetto alle voci contrarie e critiche - nel dibattito su come costruire nuove regole per le piattaforme digitali", si legge nello studio.   

Sembrerebbe che ci sia  ancora molto da fare per democratizzare il processo di sviluppo delle tecnologie digitali.


sabato 11 settembre 2021

Edward Snowden: L'affare Pegasus - un sistema globale di cyber-sorveglianza

 Edward Snowden (1983- ), informatico ed ex dipendente della CIA e della NSA dichiara: "L'affare Pegasus rivela un nuovo mercato privato di malware"

Progetto Pegasus - un sistema globale di cyber-sorveglianza. Nel luglio 2021 si è scoperto che più di 50.000 numeri di telefono di attivisti, figure dell'opposizione, avvocati, giornalisti o politici erano stati presi di mira per conto di una dozzina di Stati, attraverso lo spyware Pegasus, della società israeliana Nso Group.  Questo è probabilmente il più grande caso di questo tipo dopo le rivelazioni di Edward Snowden nel giugno 2013 su ECHELON, il programma di sorveglianza di massa della NSA. La National Security Agency, o Nsa, è l'organismo governativo degli Stati Uniti d'America che, insieme alla Cia e all'Fbi, si occupa della sicurezza nazionale. 

Oggi, con il caso Pegasus, sta venendo alla luce un livello di sorveglianza mai raggiunto prima. Un ex relatore delle Nazioni Unite sui diritti umani, David Kaye, asserisce che l'industria della sorveglianza globale è ormai fuori controllo.

"Il Pegasus Project rivela come lo spyware della Nso Group sia un'arma a disposizione dei governi repressivi che vogliono ridurre al silenzio i giornalisti, attaccare gli attivisti e stroncare il dissenso, mettendo a rischio innumerevoli vite umane", dichiara  Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International. Il 'Pegasus Project' nasce dalla collaborazione tra oltre 80 giornalisti di 17 mezzi d’informazione di 10 Paesi, sotto il coordinamento di 'Forbidden Stories', organismo senza scopo di lucro che ha sede a Parigi, con l'assistenza tecnica di Amnesty International che ha analizzato i telefoni cellulari per identificare le tracce dello spyware. "Queste rivelazioni smentiscono le affermazioni di Nso Group secondo cui questi attacchi sono rari e frutto di un uso improprio della sua tecnologia. L’azienda sostiene che il suo spyware sia usato solo per indagare legalmente su criminalità e terrorismo, ma è evidente che la sua tecnologia facilita sistematiche violazioni dei diritti umani. Afferma di agire legalmente, mentre in realtà fa profitti attraverso tali violazioni", ha proseguito Callamard. 

È scioccante vedere che vengono sorvegliati numeri di telefono di persone in vari Stati e questo solleva una questione: l'uso improprio della sorveglianza. L'indagine, alla quale ha partecipato anche il Guardian, rivela che molti giornalisti e attivisti sono finiti del mirino di governi 'autoritari'. Sembrerebbe che il software israeliano sia stato usato dall'Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi, Messico, Kazakistan, Uzbekistan, Bahrain, Marocco.

Nel luglio 2021, lo scandalo Pegasus si allarga drammaticamente. E nella lista dei probabili spiati da parte dei servizi di intelligence del Marocco finiscono anche il presidente francese Macron ed altri membri del governo di Edouard Philippe. Il Washington Post in quei giorni dichiara: 'Insieme a lui sono stati sorvegliati, altri due presidenti e tre premier in carica'.  L'Unione Europea  ha avviato un' indagine su un “inaccettabile spionaggio”.

Il Progetto Pegasus rivela che il gruppo NSO è davvero rappresentativo di un nuovo mercato del malware, dove la sorveglianza è diventata un business a scopo di lucro, senza preoccuparsi della legge, senza preoccuparsi dei regolamenti. Tutta questa industria, l'industria del software d'intrusione a scopo di lucro, è basata sull'asserzione ipocrita che questa attvità  che è necessaria per salvare vite, per fermare il crimine, ma è usata ogni giorno in molti paesi diversi per spiare persone che non sono obiettivi legittimi. È un'industria che è ovunque e il gruppo NSO, che è in qualche modo la più famosa di queste aziende, è solo uno dei tanti.

Come si effettua questa sorveglianza? Gli smartphone sono come "spie nelle nostre tasche" che trasmettono dati (anche la posizione) a server sconosciuti, attraverso la rete mobile. Anche Facebook, Google, Amazon spiano le persone, giustificandosi che lo fanno per scopi commerciali. E' stata creata una vera e propria industria dedicata all'hacking di questi telefoni, andando oltre lo spionaggio che sapevamo esistesse, che  prende il controllo completo di questi telefoni, e le persone che li hanno comprati, in realtà non li possiedono più.

Il punto debole di tutti questi telefoni è che sono dei cloni. Quindi se queste queste società trovano un modo per violare, ad esempio, un iPhone, si è trovato un modo per violarli tutti. In più le aziende spesso creano bug nascosti per poi venderli. Lo scopo principale del toolkit di Pegasus, e questo è lo stesso per tutti i fornitori di malware, anche quelli non commerciali utilizzati dagli hacker per installare ransomware sui PC di tutto il mondo, è quello di rubare dati ai loro utenti. Questo è chiamato "esecuzione di codice remoto". È un modo per colpire un dispositivo senza alcuna azione da parte dell'utente: si trova una falla nel software che gira su questi dispositivi, e senza che l'utente faccia nemmeno un errore o faccia qualcosa di sbagliato, il malfattore può eseguire il proprio codice, i propri programmi, i propri comandi sul dispositivo preso di mira. Questo è ciò che fa Pegasus.

 Se queste aziende non esistessero, forse i governi non rinuncerebbero all'idea di spiare, indagare, rintracciare criminali e terroristi, e assumerebbero propri sviluppatori, lavorerebbero in-house, svilupperebbero propri strumenti. Sicuramente sarebbe più difficile e costoso, ed almeno non avrebbero l'obiettivo di ricavarci un profitto, vendendolo.
Qualcuno sicuramente penserà "Perchè dovremmo preoccuparci di cosa fanno i Governi quando le aziende commerciali come Facebook, Google, Amazon spiano le persone allo stesso modo? Però queste aziende, anche se monitorano quotidianamente la vita delle persone, e questo già non è accettabile, non possono comunque metterti in prigione. Non possono sparare un missile contro la tua macchina. Non possono lanciare un attacco di droni. Quindi concentriamoci prima sui Governi, e poi ci occuperemo delle aziende, una volta che i Governi saranno riformati. Il problema è che in questi ultimi decenni, i Governi hanno rinunciato a riformare se stessi, e non c'è stata alcuna riforma delle pratiche di sorveglianza commerciale. 

Ma bisogna anche porsi una domanda: "Come mai queste aziende in Europa e negli Stati Uniti sono riuscite ad operare su larga scala e perché le nostre regole hanno fallito?" Negli ultimi dieci anni, in Europa c'è stato un fallimento totale nel prevenire l'impatto pubblico di questa industria del malware commerciale. E se queste regole non hanno funzionato, dobbiamo pensare a regole più severe sullo sfruttamento commerciale di qualsiasi tecnologia di questo tipo.  

Se non facciamo qualcosa per fermare il commercio di queste tecnologie, non avremo 50.000 obiettivi, ma avremo 50 milioni di obiettivi, e questo accadrà molto più velocemente di quanto possiamo immaginare. Dobbiamo quindi assolutamente fermare questo commercio, senza abbandonare la ricerca, che può essere utilizzata per rendere i nostri dispositivi più sicuri. Tutte le vendite di queste tecnologie intrusive devono essere fermate. Questo è l'unico modo per proteggerci.

Cosa posso fare per provare a proteggere la mia privacy dalla sorveglianza di massa:
Il software Tor è il progetto più importante per la protezione della privacy. Sono utili anche gli adblock per le pubblicità: se il provider non ti protegge, allora anche lo spot può veicolare potenziali attacchi. Diventare un whistleblower.

Il whistleblower è il soggetto che individua un illecito o un’irregolarità sul luogo di lavoro, durante lo svolgimento delle proprie mansioni, e decide di segnalarlo al responsabile anticorruzione o ad un’autorità che possa agire efficacemente al riguardo. Il whistleblower svolge un ruolo di interesse pubblico, in quanto dà conoscenza, se possibile tempestiva, alla comunità o all’ente di appartenenza, di problemi o pericoli legati agli illeciti segnalati. Il whistleblowing consiste nelle attività di regolamentazione delle procedure atte a proteggere e tutelare l’anonimato dei segnalatori ed incentivare la segnalazione degli illeciti.

Breve biografia di  Edward Snowden. Snowden è noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi top-secret di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico. Dopo aver provato a sollevare le sue preoccupazioni etiche agli organi interni della NSA, e non avendo avuto risposta in merito, decise di far conoscere al mondo tali sistemi di sorveglianza. Attraverso la collaborazione con alcuni giornalisti nel giugno 2013, Snowden, dopo aver lasciato il suo lavoro, ha rivelato diversi documenti altamente segretati su programmi di intelligence, tra cui il programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti e Unione europea riguardante i metadati delle comunicazioni, il PRISM, Tempora e programmi di sorveglianza Internet.

Snowden giunse all'attenzione internazionale dopo che furono pubblicati gli articoli basati su questo materiale sul Guardian e sul Washington Post. Altre pubblicazioni, tra cui Der Spiegel e The New York Times, fecero ulteriori rivelazioni. Nel giugno 2013, il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti d'America accusò Snowden di aver violato l'Espionage Act del 1917 e di furto di proprietà del governo. In seguito a questo il Dipartimento di Stato gli revocò il passaporto. La Russia concesse a Snowden il diritto di asilo fino al 2020. All'inizio del 2016, diventò presidente della Freedom of the Press Foundation, un'organizzazione con sede a San Francisco il cui scopo è proteggere i giornalisti dallo hacking e dalla sorveglianza del governo.In un'intervista del settembre 2019 per Democracy Now!, Snowden ha messo in chiaro che si considera un "whistleblower" e non un "leaker", dato che ritiene che "un leaker distribuisce informazioni solo per un guadagno personale".

Nel 2020 (sette anni dopo) la Corte d'Appello degli Stati Uniti ha stabilito che la sorveglianza di massa dei tabulati telefonici americani è illegale e che le rivelazioni di Edward Snowden nel 2013 «hanno provocato un dibattito pubblico significativo sulla raccolta di dati da parte del governo Usa». Da allora il programma di raccolta di dati è stato ufficialmente limitato, dopo l’approvazione dello Usa Freedom Act firmato dal presidente Barack Obama. La riforma è arrivata dopo scandalo che ha portato alla luce il sistema di intercettazioni compiute dall’Nsa nei confronti di milioni di cittadini statunitensi e stranieri. Il Freedom act sostituisce il Patriot act.

Il whistleblower è il soggetto che individua un illecito o un’irregolarità sul luogo di lavoro, durante lo svolgimento delle proprie mansioni, e decide di segnalarlo al responsabile anticorruzione o ad un’autorità che possa agire efficacemente al riguardo. Il whistleblower svolge un ruolo di interesse pubblico, in quanto dà conoscenza, se possibile tempestiva, alla comunità o all’ente di appartenenza, di problemi o pericoli legati agli illeciti segnalati. Il whistleblowing consiste nelle attività di regolamentazione delle procedure atte a proteggere e tutelare l’anonimato dei segnalatori ed incentivare la segnalazione degli illeciti.

mercoledì 25 agosto 2021

Julian Assange - la libertà di stampa

 Julian Assange ( 1971 - ) è un giornalista e attivista australiano, noto principalmente per la sua collaborazione  al sito WikiLeaks, del quale è stato cofondatore e caporedattore, è attualmente detenuto nel Regno Unito presso la prigione di massima sicurezza di Belmarsh.

https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/

Dobbiamo a Julian Assange rivelazioni cruciali di interesse pubblico. Il fondatore di WikiLeaks  rese di pubblico dominio oltre 200.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”, dove erano indicati crimini di guerra commessi dall'esercito americano, prima in Iraq (un filmato rivelava l'uccisione di una decina di civili, tra cui bambini) e poi in Afghanistan. Da allora, il governo degli Stati Uniti lo ha perseguito senza sosta, vuole processarlo in America dove rischia di restare in prigione a vita.  

Il caso Assange, che va avanti da più di 10 anni, è ancora lontano dalla sua conclusione giudiziaria, nel luglio 2021 la Corte britannica ha respinto l'estradizione di Assange verso gli Stati Uniti, Il Presidente Biden ha fatto ricorso contro la sentenza e la nuova sentenza sarà emessa nell'ottobre 2021.

Le date importanti:

  • 2006: Julian Assange fonda WikiLeaks, che permette agli informatori di far trapelare documenti relativi a corruzione, spionaggio e abusi dei diritti umani da parte dei governi, proteggendo le loro fonti. 
  • Luglio 2010: WikiLeaks pubblica migliaia di documenti riservati riguardanti le attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan.  I documenti in Iraq, sono ottenuti da un militare di nome Bradley Manning che inorridito dal contenuto dei video, ha voluto far conoscere al mondo l'orribile realtà della guerra in Iraq. Manning condannato a 20 anni di prigione, è stato graziato da Obama nel 2017.  Poi è  diventato un  attivista e un transgender con il nome di Chelsea Manning, ed è ritornata per qualche mese in carcere nel 2019 per essersi rifiutata di testimoniare a proposito di WikiLeaks.   
  • Agosto 2010:  Assange viene accusato di reato sessuale da due donne di Stoccolma,  e viene emesso un mandato di arresto. Le  due donne, dichiarano di aver avuto un rapporto consensuale con Assange, ma  lo accusano di aver manomesso o non usato il preservativo durante il rapporto. In Svezia i confini del reato di violenza sessuale sono molto più vasti che altrove e questo presunto sotterfugio rientrebbe in tale fattispecie. In molti non vollero credere alle accuse nei confronti di Assange, ritenendole montature organizzate dal governo degli Stati Uniti per liberarsi di Assange. Michael Moore fu tra i principali sostenitori di questa versione, così come la scrittrice femminista Naomi Wolf, secondo la quale Assange era al massimo colpevole di "comportamento narcisistico".
  • Giugno 2012: Invece di consegnarsi a Scotland Yard per essere estradato in Svezia ed essere interrogato in merito alle accuse di stupro, si  rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e dove chiede asilo.  Resterà all'interno dell'ambasciata per 7 lunghi anni. L’Ecuador allora guidato dal presidente Rafael Correa gli concesse protezione perché ritenne fondate le preoccupazioni del fondatore di WikiLeaks, ossia che l’estradizione in Svezia lo esponesse al rischio gravissimo di una successiva estradizione negli Stati Uniti, dove dal 2010 è in corso un’inchiesta del Grand Jury della Virginia, per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano.
  • Nel 2017: la Svezia archivia e ritira le accuse di violenza sessuale contro Julian Assange. Ma il fondatore di Wikileaks non è un uomo libero: se uscisse dall’ambasciata, verrebbe arrestato da Scotland Yard per non essersi presentato in tribunale nel giugno del 2012 in relazione al mandato di arresto internazionale emesso nei suoi confronti, un crimine che potrebbe portarlo ad una pena detentiva di un anno.
  • Nel 2017: Si scopre che Assange, é spiato in ogni suo movimento, telefonata e incontro. Persino i colloqui privati con il suo avvocato venivano ripresi dall'obiettivo di una telecamera nascosta. Alcune fotografie  ritraggono l'avvocato di Assange, Baltasar Garzón, a colloquio con il suo assistito, immagini dei passaporti delle persone in visita all'attivista e persino gli appuntamenti con il medico.                      Un giornalista spagnolo, assieme ad alcuni complici, chiedono a Kristin Hrafnsson, il caporedattore di WikiLeaks 3 milioni di euro per non rivelare ai media quanto in loro possesso. Una spy story che si è conclusa con l’arresto del giornalista spagnolo e di un suo collaboratore, dopo che WikiLeaks ha denunciato pubblicamente il tentativo di ricatto. Per WikiLeaks si tratterebbe delle prove di quanto vanno affermando da tempo, cioè che il governo ecuadoriano del nuovo Presidente Lenín Moreno, grazie alla Promsecurity  – l'agenzia che dal 2017 si occupa della sicurezza della missione diplomatica a Londra – ha piazzato ovunque microfoni e telecamere per spiare Assange.  .
  • Aprile 2019: il nuovo presidente ecuadoriano Lenin Moreno mette fine all'asilo politico di Julian Assange. Avrà passato 7 anni come rifugiato nell'ambasciata ecuadoriana a Londra dove è stato quotidianamente spiato attraverso delle telecamere, anche nelle sue attività più intime.
  • Dopo che l’Ecuador ha revocato l’asilo, le autorità britanniche lo arrestano e lo mettono in isolamento nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, dove sta scontando una condanna a 50 settimane di detenzione per violazione dei termini della libertà provvisoria, sempre in relazione alle accuse di violenza sessuale. In un video si vede che, durante il suo arresto, è stato sollevato e portato via di peso da sette agenti in borghese della polizia di Londra.  
  • Maggio 2019: gli Stati Uniti avviano una procedura di estradizione con le autorità britanniche.
  • Febbraio 2020: inizia il processo di Julian Assange nei tribunali del Regno Unito. 
  • 4 gennaio 2021: La magistratura britannica respinge la richiesta di estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Il magistrato ha spiegato il rifiuto dell'estradizione con il fragile stato mentale e psicologico di Julian Assange che sarebbe a rischio di suicidio.
  • 6 gennaio 2021: I tribunali britannici rifiutano di rilasciare Julian Assange su cauzione. Julian Assange rimane in prigione. 
  • Febbraio 2021: Gli Stati Uniti fanno appello contro la decisione della corte britannica e chiedono l'estradizione di Julian Assange. con l'assicurazione che non sarebbe stato messo in un carcere di massima sicurezza
  • 11 agosto 2021: un giudice dell'Alta Corte di Londra concede agli Stati Uniti il permesso di ricorrere in appello.
  • 27 - 28 ottobre 2021: Prossime udienze sulla richiesta di estradizione degli USA.

Il presidente Obama ha aperto l'indagine su Julian Assange. Il presidente Trump ha sporto denuncia contro di lui. Il presidente Biden, invece di far cadere le accuse politicamente motivate contro Julian Assange, che hanno messo sotto processo la libertà dei media e la libertà di parola, ha chiesto ricorso in appello sulla decisione della corte britannica. 

La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è stata una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.  Ci sono un paio di ingenuità nell'attività di Wikileaks: la prima è che tra l'enorme mole di documenti pubblicati, effettuando delle ricerche,  potevano venire alla luce anche i nomi di alcuni collaboratori segreti del governo americano che operavano sul terreno in Iraq e Afghanistan, con la conseguenza di mettere, forse, a rischio la loro vita.  La seconda ingenuità é stata quella di pubblicare le e-mail riguardanti Ilary Clinton, candidata alla Casa Bianca, durante la campagna presidenziale, permettendo all'avversario Donald Trump di approfittarne senza alcun scrupolo.

Julian Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange per aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione. Il fatto che sia stato l'obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo.

Se estradato negli Usa, Assange dovrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici. Rischia, inoltre, di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento.

La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita, perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari.  Le accuse contro Julian Assange sono basate esclusivamente sulle sue pubblicazioni di WikiLeaks, un attivista non può essere punito per "aver fatto luce sulle atrocità in Afghanistan e in Iraq". 

E' uscito recentemente il libro ‘Il potere segreto’ di Stefania Maurizi, con la prefazione di Ken Loach, che racconta Julian Assange e svela chi e come vuole distruggere lui e Wikileaks

Dal sito il Fatto Quotidiano: Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. È la storia di un giornalista imprigionato e trattato con insostenibile crudeltà per aver rivelato crimini di guerra; della determinazione dei politici inglesi e americani di distruggerlo; e della quieta connivenza dei media in questa mostruosa ingiustizia.  

Julian Assange è noto a tutti. WikiLeaks, in cui ricopre un ruolo determinante, ha fatto emergere gli sporchi segreti del conflitto in Iraq e molto altro ancora. Grazie ad Assange e alla sua organizzazione, abbiamo conosciuto l’orrore di crimini di guerra come quelli documentati nel video Collateral Murder o quelli commessi dai contractor americani, per esempio a Nisour Square, a Baghdad, dove nel 2007 furono sterminati quattordici civili, tra cui due bambini, e altre diciassette persone furono ferite. Negli ultimi giorni del suo mandato presidenziale Trump ha graziato gli assassini di quel massacro, ma si è assicurato che Assange rimanesse in prigione. 

Stefania Maurizi ha seguito il caso fin dall’inizio. Usando le leggi di accesso agli atti, che vanno sotto il nome di Freedom of Information, ha scoperto documenti che rivelano gli attacchi a Julian Assange. Ha seguito nel dettaglio questi straordinari eventi per oltre un decennio. Al cuore di questa storia c’è il prezzo terribile pagato da un uomo, trattato con estrema crudeltà per aver messo a nudo un potere che non risponde a nessuno, nascosto da un’apparenza di democrazia.

Mentre scrivo, il caso è nelle mani del sistema giudiziario del Regno Unito. La Gran Bretagna si vanta del fatto che le sue corti sono indipendenti, che rispetta lo stato di diritto e che i suoi giudici sono incorruttibili. Be’, vedremo. Julian Assange è un giornalista il cui unico crimine è stato quello di rivelare la verità. È per questo che ha perso la libertà e ha passato gli ultimi due anni isolato in una prigione di massima sicurezza, con effetti devastanti, del tutto prevedibili, sulla sua salute mentale. Se sarà estradato negli Stati Uniti rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni. Le corti inglesi consentiranno un’ingiustizia così mostruosa?

In Gran Bretagna ci sono anche altri aspetti di questa vicenda che ci riguardano da vicino: il grande esborso di denaro e risorse pubbliche per tenere Assange confinato nell’ambasciata dell’Ecuador; l’abietta vigliaccheria della stampa e dei media, che si sono rivelati incapaci di difendere la libertà del giornalismo; nonché l’accusa che il Crown Prosecution Service, in quel periodo guidato da Keir Starmer, abbia tenuto Assange intrappolato in un incubo legale e diplomatico.

Se riteniamo di vivere in una democrazia dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta dovremmo leggere questo libro. Se crediamo che la legge debba proteggere gli innocenti, infine, dovremmo non solo leggere questo libro, ma anche pretendere che Julian Assange sia un uomo libero.  Per quanto ancora possiamo accettare che il meccanismo del potere segreto, responsabile dei crimini più vergognosi, continui a farsi beffe dei nostri tentativi di vivere in una democrazia? 

lunedì 9 agosto 2021

Sorveglianza di massa su mail e messaggi, il nuovo Regolamento Ue Chat-controll

 Ho scritto questo articolo per mostrare in quale mondo democratico, libero, rispettoso della privacy viviamo oggi. In questo contesto il dibattito sul green pass diventa quasi irrilevante.
Sorveglianza di massa su mail e messaggi, il nuovo Regolamento Ue Chat-controll contro la pedopornografia online.

La sorveglianza di massa delle comunicazioni digitali diventa legale in Europa allo scopo di contrastare gli abusi sui minori online, il loro adescamento e la diffusione della pedopornografia. Questa la novità storica del nuovo Regolamento Ue ribattezzato “ChatControl” che il 6 luglio scorso ha già raccolto nel Parlamento Europeo un’ampia maggioranza (537 voti, 133 contrati e 24 astenuti) e si accinge a superare a breve l’ultimo scoglio legislativo, con la ratifica finale del Consiglio dell’Unione Europea. A quel punto il Regolamento sarà in vigore e di conseguenza, per tre anni, ogni cittadino europeo perderà il diritto alla riservatezza delle proprie comunicazioni digitali personali, sancito quasi vent’anni fa dalla Direttiva ePrivacy 2002/58/CE.

Anche se lo scopo potrebbe ritenersi giusto, le conseguenze di questo provvedimento per le persone potrebbero essere drammatiche in caso di errore e qualcuno potrebbe ritrovarsi bollato come pedofilo erroneamente.

Se fino ad oggi nessuno poteva sorvegliare o intercettare i messaggi e le comunicazioni personali di qualsiasi cittadino europeo senza il suo consenso o un’autorizzazione specifica dell’autorità giudiziaria, con l’entrata in vigore del Regolamento “ChatControl” i gestori dei servizi di comunicazione digitale – da Facebook a Google passando per le applicazioni di instant messaging come Whatsapp o Telegram – potranno accedere in automatico a tutte le nostre comunicazioni online e, se tra queste troveranno dei video, delle immagini o dei testi comparabili ad altri già identificati come pedopornografici o legati a forme di adescamento o abuso di minori, potranno prelevarli, segnalarli alle forze di polizia e cancellarli dalle loro piattaforme.
Al momento restano comunque escluse dal Regolamento le comunicazioni crittografate, quindi i sistemi di intelligenza artificiale usati dalle app di instant messaging come Whatsapp o Telegram. Una condizione di riservatezza, questa che però potrebbe essere superata dal regolamento di follow up di ChatControl che alcuni analisti danno come imminente.

I gestori, quindi, scandaglieranno le nostre comunicazioni elettroniche in maniera automatica e non, attraverso filtri intelligenti che cercheranno di trovare una corrispondenza, tra i contenuti multimediali che trasmettiamo e riceviamo e alcuni database che contengono contenuti di natura pedopornografica. 
In Europa il filtraggio automatico e la segnalazione dei contenuti pedopornografici erano già attivi da tempo per i servizi web – ad esempio i social network Facebook o Instagram -, ma restavano esclusi per email e messaggistica, protetti dalla Direttiva e Privacy. 
Il Regolamento “ChatControl” nasce proprio dal tentativo di superare uno stop a queste pratiche di sorveglianza imposto da una normativa europea, che dal 21 dicembre 2020 aveva equiparato posta elettronica e chat ad ogni altra comunicazione elettronica, estendendo quindi la tutela alla riservatezza a tutti questi servizi.

Questo regolamento resterà in vigore per i prossimi tre anni quindi, in attesa di una nuova Direttiva quadro sul tema per consentire una lotta più efficace al fenomeno degli abusi sui minori perpetrati online, fenomeno che solo in Italia, durante l’emergenza Covid-19, ha visto crescere i reati a danno dei minori del 70% l’anno e aumentare del 213% in cinque anni i denunciati, come segnalato recentemente dal vertice della Polizia Postale. Tra questi, proprio ragazzi sempre più giovani, accusati di reati sempre più gravi come il far circolare scatti sessuali di ex-partner, file pornografici e immagini di abusi sessuali su minorenni.
I partiti europei contrari al provvedimento sono stati il Partito Pirata e i Verdi, con la motivazione  che questi sistemi di intelligenza artificiale potrebbero essere utilizzati per una sorveglianza di massa e soprattutto per l'elevato tasso di errore riscontrato. Infatti, i fornitori segnaleranno automaticamente alla polizia senza verifica umana – eventuali dati sospetti.

Si deve cercare di trovare un compromesso tra il sacrificio della privacy e la sicurezza dell’ecosistema digitale. Dovremo impegnarci tutti quanti per fare in modo che si sviluppi una reale consapevolezza dell’esistenza di questi sistemi di monitoraggio perché le conseguenze per le persone potrebbero essere drammatiche. I gestori privati dei servizi di comunicazione elettronica diventano con ChatControl una sorta di polizia giudiziaria, e potrebbero privilegiare i loro interessi privati, magari in ottica di profilazione degli utenti. Gli scenari possibili sono tanti, forse troppi per giustificare un intervento di sorveglianza cosi pesante.
Quanto saremo liberi di poter mantenere le attuali condizioni di privacy dei nostri servizi di comunicazione digitale, dopo l’entrata in vigore di ChatControl?  
Lo saremo fintanto che continueremo ad utilizzare applicazioni capaci di cifratura end-to-end, ma chi ci garantisce che domani quelle conversazioni intime non verranno utilizzate come arma di ricatto o utilizzate esse stesse per abusare dei soggetti? In un’epoca dove i furti di dati sono all’ordine del giorno, come sarà possibile garantire la riservatezza di queste conversazioni quando saranno sparpagliate su decine di gestori ed in balia di attacchi di ogni tipo? Vale davvero la pena attivare una sorveglianza su così ampia scala quando sappiamo che interventi mirati sono invece molto più efficaci?

I 5 colossi del web

 Ho scritto questo articolo per mostrare in quale mondo democratico, libero, rispettoso della privacy viviamo oggi. In questo contesto il dibattito sul green pass diventa quasi irrilevante.

Oggi i 5 colossi del web Google, Amazon, Facebook,  Apple, Microsoft,  hanno aumentato ricchezza e potere. “Ormai contano più degli Stati” e durante il coronavirus hanno ulteriormente consolidato la loro posizione. 

Cloud, ricerche, acquisti, tutto ruota intorno ai cinque giganti che ormai plasmano anche la politica degli Stati e possono decidere di "zittire" anche l'ex presidente degli Stati Uniti Trump, fatto sparire da Facebook, Instagram e Twitter. I tardivi sforzi dei regolatori europei e le cause negli Usa non sembrano in grado di intaccare il loro potere. Facebook è un social media che conta una comunità di iscritti pari a due volte la popolazione cinese e vale in borsa 760 miliardi di dollari.

Nel 2017, al vertice del G7 per la prima volta, a una riunione di massimo livello governativo, erano presenti anche i soggetti che controllano la rete: Facebook, Google, Microsoft o Amazon ed Apple. Questa presenza sancisce il fatto che quando si parla di Internet, ci sono alcune aziende che sono allo stesso livello degli Stati o di entità sovranazionali come l’Unione europea.

La pandemia ha evidenziato il ruolo e la pervasività di questi giganti del web, praticamente tutto quello che avviene, è avvenuto, e avverrà “a distanza”, passa attraverso di loro. Dalle chat su Whatsapp, che appartiene a Facebook, alle riunioni on line per lo più gestite da piattaforme di Google e Microsoft. Mentre tutti erano costretti a rinunciare agli acquisti nei negozi, i ricavi di Amazon sono cresciuti del 40%.  E le tasse pagate in Italia dai giganti del web sono ridicole: Amazon paga 11 milioni di euro, Google 5,7 milioni, Facebook 2,3 mln, Netflix 6 mila euro. 

I numeri del dominio. Oggi il 90% delle ricerche su internet avviene attraverso Google. La stessa Google, insieme a Facebook, controlla oltre il 90% della pubblicità on line. I sistemi operativi di Apple (iOS) e Google (Android) equipaggiano il 99% degli smartphone. Ancora Apple, ma questa volta con Microsoft, forniscono il 95% dei sistemi operativi nel mondo. Il 95% degli under trenta che usano Internet (cioè tutti) ha un profilo Facebook o Instagram (che è sempre di Facebook). Amazon controlla la metà delle vendite on line degli Stati Uniti. Nei paesi occidentali ormai una persona su tre utilizza un assistente vocale come Alexa (Amazon) o Siri (Apple). Un orecchio sempre attivo che ascolta, ascolta, ascolta e immagazzina informazioni. Numeri simili riguardano servizi come le classiche e-mail, le mappe, lo sviluppo di intelligenza artificiale o di auto a guida autonoma.  Questi dati indicano che la concorrenza non esiste più. Non è un caso che l’unica significativa novità del panorama Internet degli ultimi anni, la piattaforma TikTok, sia nata e cresciuta in Cina, dove ancora questi soggetti non hanno potere”.  Gli algoritmi di Google possono stabilire i destini di un’azienda, semplicemente in base al peso che le attribuiscono nella gerarchia dei risultati”.

E poi c’è il cloud, la “nuvola”, le immense memorie esterne a cui si affidano aziende, grandi e piccole, e strutture pubbliche, per archiviare dati ed accedere a servizi. Chi le gestisce? La risposta è scontata. I più grandi fornitori al mondo sono Amazon, che ha una quota di mercato globale di oltre il 40%, Microsoft (15,5%) e Google (9%). Dentro queste memorie ci sono informazioni di ogni tipo, comprese le più sensibili al mondo. L’esercito statunitense, ad esempio, affida i suoi dati a Microsoft, seppur in strutture appositamente dedicate e con vincoli specifici. Del resto il gruppo di Bill Gates ha da sempre un rapporto molto stretto sia con il Pentagono, sia con il governo Usa.  Ancora una volta solo la Cina può sottrarsi a questo controllo, potendo contare sul suo campione nazionale Alibaba che fornisce anche spazi cloud. E Pechino ha imposto ad Apple di spostare le informazioni relative agli utenti cinesi su fornitori di cloud del Paese con server collocati fisicamente in Cina.

Cosa hanno fatto in questo tempo le autorità Antitrust di Usa ed Unione europea? Sulla scia della rivoluzione ideologica neo liberista degli anni '80 non hanno fatto assolutamente niente. La sola commissione Ue ha dato via libera a 400 acquisizioni che hanno visto protagonisti questi quattro o cinque gruppi. L’acquisto di Instagram da parte di Facebook è stato ridicolarmente autorizzato con le motivazioni che “Instagram non è un social media” e che “le foto sono difficilmente monetizzabili”.

Invece i servizi offerti gratis come l’apertura di un profilo Facebook o una ricerca su Google valgono in realtà cifre astronomiche per chi li gestisce e ha accesso ai dati degli utenti. Il concetto fu spiegato, in poche illuminanti parole, dal professore del Mit Nicholas Negroponte già agli albori del web: “Se il servizio che ti viene offerto è gratis, vuol dire che il prodotto sei tu”.

Solo adesso l’Antitrust europeo sta aggiornando le sue regole prospettando multe più severe e possibili scorpori per i colossi del web, ma ormai è troppo tardi. Inoltre, queste nuove regole, più restrittive, entreranno in vigore, se tutto va bene tra un paio d’anni. Negli Stati Uniti, sull’onda di un rapporto redatto dal Congresso statunitense, in cui venivano elencate tutte le pratiche fortemente lesive della concorrenza e poco rispettose della privacy degli utenti, sono state avviate cause ed azioni antitrust e si è arrivati a minacciare questi gruppi monopolisti, di possibili smembramenti, se non cambieranno il loro modo di agire. La verità è che il potere di questi soggetti è già così grande che è difficile dire da che parte penda il bilanciamento dei poteri e capire chi possa davvero dettare condizioni. Non è detto che siano gli Stati. Inoltre agli Stati Uniti, in fondo, fa comodo "che questi soggetti siano così potenti, che siano in grado di controllare le informazioni di tutto il mondo e in tutto il mondo”. Purtroppo la forza dell’Antitrust europeo è una sola, ossia i 500 milioni di cittadini che costituiscono il mercato europeo.

Cosa succederebbe se Google o Facebook decidessero ad esempio di limitare l’accesso ai loro servizi? Di far pagare servizi come la posta elettronica. Oppure se decidessero di ridurre il traffico verso specifici soggetti, aree di mercato, venditori, facendoli scendere nella gerarchia delle ricerche?

Non è solo una questione economica. Quando Edward Snowden raccontò il modo in cui è possibile avere accesso a tutte le informazioni che noi consegniamo, più o meno consapevolmente, a Google, Facebook e soci, fece un’osservazione inquietante: “Questa è una dittatura chiavi in mano. Se chi ha le leve del potere volesse, potrebbe sapere tutto di chiunque di noi attingendo alla rete". "Facebook ti conosce meglio di tua moglie”, non è un modo di dire. Attraverso le interazioni che un soggetto ha con i social media, elaborate da intelligenze artificiali, si riesce a tracciare un profilo della personalità più attendibile di quello che potrebbe fare un convivente. Comprese inclinazioni politiche, stato di salute, condizioni economiche, gusti, ecc.

“Dobbiamo fare uno sforzo ed impegnarci a difendere e riaffermare quella che John Stuart Mill chiamava la "libertà delle menti". Esiste la possibilità che una volta persa, le persone cresciute nell’era digitale fatichino a riconquistarla. Esiste una reale possibilità di alleanze tra Stati autoritari e questi immensi monopolisti di Internet, ricchi di dati. Il nascente sistema di sorveglianza da parte delle aziende potrebbe unirsi a sistemi già rodati di vigilanza di natura governativa, rafforzandoli drammaticamente.

Tim Berners-Lee, ha festeggiato il 6 agosto 2021 i trent’anni del primo sito Internet della storia pubblicato presso il CERN ed attualmente ancora attivo, info.cern.ch che ha costituito l'embrione del World Wide Web. Il sogno di Berners-Lee che era quello di “Avere uno spazio aperto, democratico, universale e gratuito” sembra essere miseramente naufragato.

Tra il 2000 e il 2010 la rete prese la forma attuale cominciando a stringere la sua ragnatela intorno al mondo. Infiniti contenuti a disposizione, accessibilità dell’informazione, fake news, criminalità (il cosiddetto Dark Web) e ancora i social network e l’e-commerce, basati su modelli di business che promuovono la schedatura dell’utente monetizzandone i dati.

Se il web era nato con l’idea di fornire a ognuno gli strumenti per diventare editore di se stesso, oggi postiamo solo su piattaforme controllate da terzi, sulle quali siamo poco più che ospiti e dove avvengono operazioni di filtraggio eseguite dai titolari dei social e di queste piattaforme.

In un mondo che rischia di polarizzare anche il web in una nuova guerra fredda, il fattore pandemia si è rivelato un potentissimo acceleratore. Nel giro di un anno abbiamo visto affermarsi la definitiva supremazia del digitale. Il lavoro, la scuola, i servizi: con la messa al bando del contatto umano tutto è traslato online. Ma siamo davvero pronti a questa digitalizzazione forzata?  Dobbiamo continuare ad accettarla passivamente?

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...