giovedì 27 ottobre 2022

Tantra Yoga - sviluppo storico

Cos'è davvero il tantrismo? La tradizione indiana fa del sesso uno strumento per elevare lo spirito fino all'unione con il cosmo e considera la donna il centro dell'universo..

Negli Anni ’70 e ’80 del Novecento il tantrismo ha conosciuto in Europa il suo momento di gloria. Il merito fu della New Age, uno stile di vita che ispirandosi a spiritualità, esoterismo, medicine alternative e religioni orientali, ripropose questa dottrina come una nuova moda. A fare breccia nella fantasia degli occidentali fu soprattutto la centralità “femminista” della donna e l’idea di una sessualità capace di condurre gli amanti verso l’estasi. La cultura tantrica si ispira alla cultura matriarcale degli Harappei, una popolazione che nel II millennio a.C. abitava la valle del fiume Indo (attuale Pakistan), ma si diffuse molti secoli dopo (I secolo d.C.) nelle regioni del Nord dell'India. Qui si ebbero infatti i primi accenni di pratiche tantriche innestate sulle grande tradizioni religiose induiste e buddiste. 
La filosofia tantrica affonda le sue radici sia nel buddismo che nell’induismo arcaici, ma si ritiene che sia stato l’induismo ad ereditare il tantra dal buddismo, e non viceversa, poiché i più antichi Tantra (testi filosofici di riferimento) sono di compilazione buddista e risalgono al 350 d.C. Il lavoro è su un piano tanto fisico quanto energetico e consente di creare uno spazio per armonizzazione l’energia maschile e femminile, Shiva e Shakti, lo Ying e lo Yang taoisti.   

Il periodo di splendore fu tra il VII e il XII secolo, poi iniziò il declino dovuto alla diffusione della religione islamica che perseguitò e allontanò molti seguaci. A creare scandalo era l'idea di una donna non sottomessa all'uomo con il diritto di provare, durante il rito sessuale, un pieno soddisfacimento del proprio piacere fisico. Il rapporto sessuale secondo la tradizione era infatti un'esperienza mistica in cui il soddisfacimento maschile diventava marginale. L'energia sessuale contenuta nello sperma non doveva quindi essere dispersa, ma unirsi alle emanazioni orgasmiche della donna: solo così si poteva trascendere la realtà vivendo l'esperienza mistica dell'unione delle due forze che simulava la creazione dell'universo.   

La dottrina doveva essere conosciuta solo dagli iniziati che ne entravano in contatto con l'aiuto di un guru. Il guru in questa come in altre celebrazioni era una figura chiave: era lui ad avviare la coppia al percorso di liberazione e a vigilare perché non ci fossero complicazioni: durante i rituali potevano infatti emergere i "fantasmi psichici" presenti nell'individuo, un po' come accade oggi durante la psicoterapia: ossessioni, ansie nevrosi potevano venire allo scoperto e destabilizzare gli adepti. Il guru guidava poi il risveglio della kundalini, mitico punto di energia sopito nell'uomo, che la tradizione raffigurava come un serpente avvolto a spirale intorno alla base della colonna vertebrale. Una volta risvegliata l'energia si ergeva lungo la spina dorsale salendo fino al cervello, trasformando l'uomo e attivando le sue capacità più evolute: la capacità di provare sentimenti elevati, di essere creativo e in comunione spirituale con il cosmo. 

Per tantra yoga o yoga dell'estasi si intende impropriamente una forma rituale e spirituale di erotismo profondo, una sorta di pratica sessuale perfezionata, finalizzata ad amplificare tutti i relativi effetti benefici che normalmente hanno sulla vita quotidiana. Il tantrismo è piuttosto un insieme di concetti tradizionali, esoterici, spirituali della religione induista e della filosofia buddista – che hanno interagito significativamente intorno al VI secolo dC. Indica soprattutto una raccolta di libri filosofici, anche se non sempre del tutto coerente e talvolta contraddittoria. Il termine "tan" in sanscrito significa letteralmente "telaio, ordito, tessere". Può essere tradotto letteralmente come: principio, essenza, sistema, dottrina, tecnica, teoria, metodo, strumento o pratica. La parola compare negli inni del "Rigveda" con il significato di "ordito (tessitura)". Si trova anche in molti altri testi dell'era vedica, come nel "Atharvaveda" e in molti "Brahmana". In questi libri post-vedici, il significato contestuale del tantra lo vede "parte principale o essenziale, modello, struttura, caratteristica". Negli Smritis e nell'epica dell'Induismo (e del Giainismo), il termine significa "dottrina, regola, teoria, metodo, tecnica o capitolo" e il sostantivo appare sia come parola separata che come un suffisso comune, ad esempio "atma-tantra", che significa " dottrina o teoria dell'Atman" (anima, sé).

Dopo il 500 aC circa, nel buddismo, nell'induismo e nel giainismo, tantra assume il significato di categoria bibliografica, proprio come la parola "sutra" (che significa "cucire insieme"; tantra, così come sutra, rispecchiano la metafora di "tessere insieme"). Gli stessi testi buddisti sono a volte menzionati come tantra o sutra; per esempio, "Vairocabhisambodhi-tantra" viene anche chiamato "Vairocabhisambodhi-sutra". All'interno dei testi indiani, i vari significati contestuali della parola tantra variano molto col passare del tempo – telaio, tessere, scienza, sistema di shastra, pratica e rituale, comprensione profonda o padronanza di un argomento, tecnica di culto, dottrina, discussione, ampia conoscenza dei principi della realtà, siti e metodi di adorazione per le dee o Matrikas, Agamas. Varie culture non-vediche come il Puja sono da considerare concettualmente tantriche. La costruzione del tempio indù è generalmente conforme all'iconografia del tantra. I testi indù che descrivono questi argomenti sono chiamati "Tantra" o "Āgama" o "Samhitā". Nel Buddismo, l'influenza tantrica ha inciso sulla realizzazione di varie opere tibetane, templi storici dell'India e varie rappresentazioni del Sudest asiatico. L'antica scuola di indù Mimamsa usa estensivamente il termine tantra e i suoi studiosi offrono varie definizioni. Per esempio: "Quando un'azione o una cosa, una volta completata, diventa utile in diverse materie a una persona o a molte persone, è nota come tantra. Ad esempio, una lampada posta tra molti sacerdoti in lettura. Al contrario, ciò che beneficia della sua ripetizione è chiamato "āvāpa".

Fin dai primi secoli dell'era comune, sono emersi numerosi tantra incentrati sulle divinità Vishnu, Shiva o Shakti. Nel buddismo invece, è la tradizione Vajrayana ad essere nota per le sue idee e pratiche tantriche. Le tradizioni indù e buddiste hanno poi influenzato altre tradizioni religiose orientali come il Jainismo, il Bön tibetano, il Daoismo e quella giapponese dello Shintō.

I testi medievali presentano altre definizioni di Tantra. "Kāmikā-tantra", per esempio, fornisce la seguente spiegazione del termine tantra: "poichè elabora questioni copiose e profonde, specialmente relative ai principi della realtà (tattva) e dei sacri mantra, e poiché fornisce la liberazione (tra), è chiamato un tantra".  

Tra il XIX e il XX secolo, con la diffusione delle prime traduzioni – probabilmente complice il desiderio di trasgressione alimentato dall'attitudine moralista tipica dell'Occidente – vennero presi e distorti alcuni concetti e raffigurazioni in termini esoterici. L'occultista e uomo d'affari Pierre Bernard (1875-1955) è ampiamente riconosciuto per aver introdotto la filosofia e le pratiche del tantra al popolo americano, creando allo stesso tempo un'impressione fuorviante del suo legame con il sesso.  Vi è un ampio divario tra ciò che il tantra significa realmente e ciò che è stato rappresentato o percepito dalla sua divulgazione occidentale. Richard Payne afferma che il tantra è stato comunemente ma erroneamente associato al sesso, data l'ossessione dogmatica della nostra cultura popolare con tale "intimità". Il tantra è stato anche etichettato come lo "yoga dell'estasi", guidato da un insensato libertinaggio rituale. Questo è ben lontano dalla diversa e complessa comprensione di cosa significa profondamente tantra per quei buddisti, indù e giainisti che lo praticano.

Per i suoi veri praticanti, il tantra è definito come una combinazione di testi, tecniche, rituali, pratiche monastiche, meditazione, yoga e ideologia. Secondo Georg Feuerstein, "La portata degli argomenti discussi nei tantra è considerevole: riguardano la creazione e la storia del mondo, i nomi e le funzioni di una grande varietà di divinità maschili e femminili e di altri esseri superiori, i tipi di rituale (specialmente delle Dee), magia, stregoneria e divinazione, "fisiologia" esoterica (la mappatura del corpo psichico), il risveglio del misterioso potere del serpente (kundalinî-shakti), tecniche di purificazione corporale e mentale; la natura dell'illuminazione e, non ultimo, la sessualità sacra".

I testi del tantra e le pratiche tantriche toccano una vasta gamma di argomenti, per lo più focalizzati su argomenti spirituali e non di natura sessuale. Tuttavia il tantrismo è conosciuto in Occidente per i suoi elementi antinomiani e viene rappresentato stereotipicamente come una pratica di erotismo esoterico o sesso ritualizzato.    Questa rappresentazione non è tuttavia limitata esclusivamente all'immaginazione occidentale. Jayanta Bhatta, la studiosa del IX secolo della scuola di filosofia indù Nyaya, che analizzava la letteratura sul tantra, affermava che le idee e le pratiche spirituali tantriche sono per lo più ben posizionate, ma contiene anche "insegnamenti immorali" come ad esempio il cosiddetto "Nilambara", una setta nella quale i praticanti indossano un solo indumento color blu e praticano liberamente sesso di gruppo. Ella scrisse "questa pratica non è necessaria e minaccia i valori fondamentali della società".  La sessualità è stata certamente parte delle pratiche tantriche; i fluidi sessuali sono stati classificati come "sostanze energetiche" e usati ritualisticamente. Anche il testo buddista "Candamaharosana-tantra" tratta questi argomenti. Tuttavia, tali pratiche esoteriche vanno considerate eccezionali  e non si trovano in gran parte della letteratura e delle pratiche tantriche buddiste e indù. Nella tradizione Kaula e in altre in cui sono menzionati i fluidi sessuali come sostanze energetiche e il sesso ha mansione rituale. Inoltre, molti studiosi non sono d'accordo nelle traduzioni, interpretazioni e significato pratico.

Nella maggior parte dei testi del tantra indù e buddista sono assenti forme estreme di ritualismo sessuale – ad esempio nel testo tantrico "Jain". Tuttavia, le emozioni, l'erotismo e il sesso sono universalmente considerati nella letteratura tantrica come naturali, desiderabili, un mezzo di trasformazione della divinità interiore, per riflettere e ricapitolare la beatitudine di Shiva e Shakti. Il kama e il sesso, nella visione tantrica, sono un altro aspetto della vita ed una vera e propria radice dell'universo, il cui scopo si estende oltre la procreazione ed è un altro mezzo per il viaggio spirituale e la realizzazione. Questa idea fiorisce con l'inclusione dell'arte kama del tempio indù e delle varie architetture manuali e di progettazione come lo "Shilpa-prakasha".  Combinando tecniche erotiche e ascetiche, abbattendo le barriere sociali e interne, il tantrico diviene simile a Shiva. Nello Shivaismo del Kashmir, queste tecniche sono state interiorizzate, usate per la meditazione e la riflessione, e come mezzo per realizzare una soggettività trascendente.

mercoledì 26 ottobre 2022

Convertitori e software utile

 Programmi utili:  .......   

  • Powershell attivabile da Windows per mandare in esecuzione  una App
  • Per scaricare video da youtube: https://www.freemake.com/it/free_video_downloader/ 
  • Per scaricare video su Vimeo:   Simple Vimeo Downloader https://chrome.google.com/webstore/detail/simple-vimeo-downloader/mffmjlddchdccijipncbjhoabgmphjfb
  • BlueStacks 5 un emulatore per riprodurre ambiente android su Pc
  • Per meeting on line: Microsoft Teams, Meet su Google, oppure Skype
  • Per utilizzare WhatsApp sul computer: https://www.whatsapp.com/download/?lang=it
  • Per trovare i device connessi ad Internet: https://www.shodan.io/
  • Come Antivirus:   MalwareBytes  GlaryUtilities  CCcleaner Kaspersky Avast  ADWcleaner
  • Per creare un sito web:  Web site x5
  • Treesize free per analizzare cartelle e file 
  • Teamviewer per controllare un Pc da remoto
  • VLC media player per riprodurre tutti i formati video
  • Image resizer per cambiare dimensioni alle immagini
  • Calibre per gestire gli E-book, leggerli e convertirli
  • Foxit Reader per creare e leggere documenti in Pdf 
  • Ninite un bazar digitale dove trovare tutti i programmi
  • Come trasferire un file   https://wetransfer.com/
  • DeepL e Linguee da utilizzare come  traduttori
  • Lichess.org  per giocare a scacchi on line
  • GymEnglish per prepararti in inglese gratuitamente
  • Raiplay  e Arte tv per vedere film
  • Voli a basso costo: vueling, ryan air, easy jet

Indirizzi Convertitori

  • https://online2pdf.com/it/convertire-jpg-in-word#
  • https://smallpdf.com/it/jpg-in-pdf
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  • http://www.convertpdftoword.net/
  • http://pdf2jpg.net/
  • http://document.online-convert.com/convert-to-ppt
  • http://online2pdf.com/convert-ppt-to-pdf
  • --http://ebook.online-convert.com/convert-to-epub   per convertire power point  in e-book
  • - http://ebook.online-convert.com/convert-to-epub per convertire pdf to epub
  • - http://typexpert.net/csv2sql/index.php per convertire un file csv  to Sql
  • http://codebeautify.org/csv-to-sql-converter per convertire un file csv  to Sql
  • Freemake video converter per convertire formati video e audio
  • iSpring Free per convertire power point in scorm

Programmi utili ma un po' più tecnici.

  •  1) Microsoft Powertoys, un piccolo tool che viene aggiornato spesso e porta su Windows 10 nuove funzioni come quella per rinominare file tutti insieme, per ridimensionare le immagini, per dividere lo schermo in tre sezioni, per cercare i processi di Windows e molto altro.
  • 2) Ccleaner consente di pulire facilmente i file e le voci di registro creati automaticamente da Windows durante il lavoro normale sul computer.
  • 3) KeePass è un gestore di password centralizato, potente e sicuro.
  • 4) Keyfinder è uno dei programmi per recuperare il codice di attivazione di Windows, se è stato perso.
  • 5) Unlocker per cancellare i file in uso che non si eliminano normalmente.
  • 6) NoVirusThanks Malware Remover è un veloce scanner di emergenza contro virus e malware, gratis da usare.
  • 7) Dead Pixel Tester per controllare e trovare eventuali pixel rotti sul monitor.
  • 8) PDF Tools un programma utile a lavorare con i file PDF, unirli, separarli, proteggerli e creare file PDF.
  • 9) HDDExpert per controllare lo stato di salute dell'hard disk e le prestazioni
  • 10) WinMend Folder Hidden, un programma utile per Windows per nascondere file e cartelle. che fornisce la privacy consentendo solo accesso autorizzato a qualsiasi file o cartella. Lo fa nascondere file e cartelle. I file o le cartelle possono essere accessibili solo entrando in una parola d'ordine.
  • 11) PopPeeper serve a ricevere notifiche sul desktop per Email in arrivo
  • 12) Secure Folder è uno dei più potenti strumenti per proteggere file e cartelle con password.
  • 13) Everything, miglior programma per cercare file su Windows.
  • 14) F.Lux, per modificare la luminosità dello schermo in modo automatico in base all'ora del giorno, per proteggere la vista dalla stanchezza.
  • 15) KatMouse per aggiungere funzionalità alla rotella del mouse.
  • 16) WinDirStat per avere una visione grafica dei file e delle cartelle che occupano più spazio disco.
  • 17) rKill per fermare tutti i processi del computer che non sono quelli del sistema Windows, in modo da poter poi pulire il PC da virus e malware.
  • 18) Complete internet repair per ripristinare la rete e internet in caso di problemi di connessione.
  • 19) Process Explorer, un task manager alternativo utile anche per controllare se ci sono processi dannosi in esecuzione sul computer.
  • 20) Volumouse per regolare il volume del pc con la rotellina del mouse
  • 21) Sandboxie per creare una zona protetta sul computer in cui eseguire software senza preoccuparsi se sono buoni, cattivi, virus o malware.
  • 22) Speccy per sapere tutto sull'hardware interno del computer.
  • 23) Adwcleaner, programma utilissimo per rimuovere toolbar estensioni e plugin pubblicatir sui browser
  • 24) Complete Windows Repair un altro set di strumenti per risolvere i problemi di Windows.
  • 25) Recuva, per recuperare file cancellati dal disco.
  • 26) PassView di Nirsoft, programmi portatili per recuperare le password dei siti web, spiegati nella guida su come creare una penna USB ruba password.
  • 27) Switcher per gestire le finestre con l'effetto Exposè dei Mac.
  • 28) VirtuaWin per creare desktop virtuali su Windows.
  • 29) 7Zip per creare archivi ed estrarre cartelle da file ZIP, RAR e 7Z.
  • 30) Network scanner, un programma per controllare chi è collegato alla nostra rete.
  • 31) FixWin Utility è una raccolta di strumenti per risolvere i problemi di Windows più comuni e semplici. 

Se non avete trovato il software di cui avete bisogno potete guardare il sito del mitico Salvatore Aranzulla che è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft.  https://www.aranzulla.it/programmi-per-pc-gratis-31616.html 

Il termine "tantrismo" e il Kama sutra

Il termine "tantrismo" è un'invenzione europea del XIX secolo non presente in alcuna lingua asiatica; fu introdotto dagli indologi del XIX secolo, con una conoscenza limitata dell'India e in base alla quale il tantrismo sarebbe una pratica particolare, insolita e minoritaria in contrasto con le tradizioni indiane.. 

Il tantra è un sistema che permette di raggiungere il sovrannaturale attraverso la quotidianità alimentando il divino all'interno, è l'unione simultanea del maschile-femminile e dello spirito-materia, ed ha l'obiettivo di realizzare lo stato primitivo della non-dualità. Il termine "tantrika" indica la letteratura parallela e indipendente dal corpus vedico. I percorsi Vedico e non Vedico (Tantrico) sono visti come due diversi approcci alla realtà, l'approccio Vedico è basato sul Brahman e il Tantrika è basato sui testi non-vedici di Āgama. Nonostante il tentativo di Kulluka Bhatta di chiarire, in realtà sia indù che buddisti hanno messo insieme idee provenienti da tutte le fonti, vediche e non vediche.  

Una delle differenze chiave tra le tradizioni tantriche e non tantriche – che si tratti di buddismo ortodosso, induismo o giainismo – è la loro ipotesi sul bisogno di vita monastica o ascetica. Le non-tantrika, o tradizioni ortodosse in tutte e tre le principali religioni antiche indiane, ritengono che la vita mondana di un capofamiglia sia guidata da desideri e avidità che rappresentano un serio impedimento alla liberazione spirituale (moksha, nirvana, kaivalya). Queste tradizioni ortodosse insegnano la rinuncia alla vita famigliare, per seguire una vita semplice lasciando tutti gli attaccamenti e diventare un monaco o una monaca. Al contrario, le tradizioni del tantrika sostengono che sia l'illuminazione, sia il successo mondano, sono concretamente realizzabili e che questo mondo non ha bisogno di essere evitato per raggiungere l'illuminazione.

Le prime pratiche tantriche nella storia indiana sono attribuite ai Kapalika (letteralmente, "uomini del teschio"). Le fonti sono tuttavia carenti e poco chiare. Le informazioni storiche sono principalmente costituite da citazioni approssimative nei testi buddista, indù e giainista del I° millennio dC.   Nel "Gatha-saptasati" di Hāla (composto nel V secolo dC), ad esempio, si scrive delle gesta tantriche di una donna. Una delle storie più note è quella secondo la quale la Kapalika usò spalmarsi addosso le ceneri del proprio amante, in seguito alla morte ed alla cremazione. Le stesse pratiche vengono poi citate nell'induismo di Shiva e nel buddhismo Vajrayana. Alcuni testi indicano che il buddhismo tantrico probabilmente fiorì nel VII secolo dC. Tuttavia le Matrikas, o feroci dee madri, che in seguito si legarono strettamente alle pratiche del tantra, comparirono sia nelle arti che nella letteratura buddista e indù tra il VII e il X secolo.

I principali testi tantrici vennero scritti dal X secolo, in particolare in Kashmir, Nepal e Bengala. Entro il X o XI secolo, i testi tantrici vennero tradotti nelle lingue regionali come il tamil, e le pratiche tantriche si diffusero in tutta l'Asia Meridionale. Il tantrismo si diffuse ulteriormente con la trasmissione della via della seta fino al buddhismo nell'Asia Orientale e Sud-Orientale e influenzò anche la tradizione Bön del Tibet.

Molti chiamano il tantra “un modo femminile di fare l’amore”. In sanscrito “tantra” significa “metodo per ampliare la consapevolezza”. Tutte e due le definizioni hanno il loro pregio, ma la seconda dà  senso alla prima. Anche se praticando le tecniche tantriche diventiamo dei migliori amanti, questo non è l’obiettivo principale, ma, piuttosto, un piacevole effetto collaterale. Il tantra nacque intorno al  2000 a.C. nella valle dell’Indù fra gli Harappei, un popolo di matrice matriarcale, che avevano una vera e propria cultura del piacere: il lussuoso letto della padrona di casa stava nel salotto ed era lì che la donna festeggiava l’atto amoroso con l’uomo che aveva scelto. Il rapporto con la sessualità era molto cosciente, rilassato, naturale e fare l’amore era un atto sacro. 

Nei secoli successivi, carichi di repressione sessuale, il tantra sopravvisse in alcuni ashram indiani segreti e in alcune linee del buddhismo tibetano. Arrivato in Occidente, trovò un terreno culturale fertile grazie alla rivoluzione sessuale e all’emancipazione della donna.  Oggi si riscontra sempre più interesse per questa pratica proprio perché unisce i tre desideri umani più profondi: quello di fare sesso, quello di amare e quello di essere veramente se stessi. La via tantrica proposta in Occidente comprende tre passaggi:

  • 1. Liberare la propria energia sessuale.  Non in senso di sesso sfrenato, ma in senso affettivo: sentirsi a proprio agio, ricollegare cuore e sesso, rilassarsi nell’atto amoroso e goderselo fino in fondo, distanziarsi dai tanti ideali che si ha in testa (il supermaschio, la donna sempre bella), ritrovare il piacere nel tempio del proprio corpo, coltivare una comunicazione intima col partner, abbandonarsi alle sensazioni più intime e condividerle in due.
  • 2. Aumentare il piacere.  Sperimentare gli aspetti più  sottili della sessualità, viverla in un modo più sereno e più interiore, provare altre forme di orgasmo, portare l’energia sessuale (la kundalini) nei chakra superiori, arrivare a scambiare le energie tra uomo e donna.
  • 3. Arrivare all'estasi. Ampliare l’orgasmo nel vero e proprio senso che coinvolga pienamente la mente e il corpo energetico per arrivare al centro, alla vacuità, alla piena consapevolezza, alla beatitudine. Avviene il cosiddetto matrimonio interiore ossia l’uomo sperimenta la parte femminile in sé e la donna la parte maschile in sé. Ognuno si apre completamente all’energia dell’altro e si lascia impregnare fino ad arrivare ai limiti del proprio sistema corpo-mente,  al di là della coscienza ordinaria. Nel tantra si vive la sessualità in modo più interiore, si combinano sesso, amore e meditazione, si rivolge il faro della consapevolezza verso l’interno e non verso l’esterno, si scende nella profondità dell'anima, si viaggia nei territori della psiche umana, dove la donna solitamente ha più dimestichezza. Perciò è la donna che assume la guida nell’atto tantrico.

Il Tantra è una tecnica esoterica di trasformazione interiore, di valenza evolutiva e trascendentale, che prevede l'unione di energia maschile e femminile come presupposto per ottenere la sublimazione di se stessi nella Totalita, per estinguersi nel Tutto. In tempi più recenti, specie in Occidente, è stata utilizzata anche come terapia sessuale per coppie in difficoltà. 

Il Kāma Sūtra è un antico testo indiano sul comportamento sessuale umano, ampiamente considerato come l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull'amore. Il Kama sutra (letteralmente, “Massime sull’amore”) è considerato di solito un compendio di posizioni per fare sesso. In realtà è uno dei testi più importanti della poesia sanscrita, anche se non l’unico. Ci sono infatti, tra gli altri, il Kuttani mata (Consigli di una cortigiana) attribuito a Damodara Gupta, ministro di un re del Kashmir verso la fine dell’VIII secolo, e il Samaya matrika (La perfetta cortigiana) del poeta Kshemendra (XI secolo).

Il Kama sutra fu scritto tra il I e il VI secolo da un certo Vatsyayana. L’autore, però, si limitò probabilmente a elaborare e riunire opere diverse, tramandate oralmente. I testi che entrarono a far parte della raccolta risalgono infatti a epoche precedenti e appartenevano a sutre (cioè massime filosofiche) dedicate alla politica, al comportamento e alla spiritualità. A differenza dei Tantra, il Kama sutra non è un testo sacro, né esoterico. La sua lettura non richiede quindi la guida di un guru. E nel testo non vi è alcun riferimento al tantrismo, con il quale viene spesso confuso. Lo scopo del trattato è insegnare agli uomini e alle donne come comportarsi davanti al desiderio sessuale (kama) per garantirsi una vita sentimentale felice.

L’amore e il piacere sessuale (kama), nella cultura indiana, rappresentano quindi una componente fondamentale del trivarga, la “triade dei valori”: la legge che non si può violare e il rispetto della religione (dharma), le attività della vita pratica e della politica (artha) e, appunto, l’amore. I tre fini dell'esistenza umana che, armonicamente contemperati e convenientemente perseguiti, conducono alla liberazione (mokṣa) dalle rinascite e dal dolore dell'esistenza. Ecco perché nel Kama sutra le relazioni tra i sessi sono analizzate a 360 gradi. Vi si parla di principi etici, si spiega come corteggiare una donna e come vivere in matrimonio con lei.  Solo una sezione è dedicata alle tecniche amatorie. Vatsyayana ne descrisse 64: otto modi di fare l’amore, moltiplicati per otto posizioni. Uomini e donne vengono chiamati con nomi di animali: lepri, tori, cavalli, daini, puledre ed elefanti. La differenza è evidenziata dalla forza del desiderio, l’intensità, la passione e la durata del rapporto.

Il Tantra, la via del piacere

La nostra civiltà ha storicamente proibito l’espressione dell’amore condannando la sessualità, il mondo contemporaneo ignora l’amore pur sfruttando la sessualità, il tantrico deve spezzare questi stereotipi e sfidare i precetti morali perché il sesso rappresenta il mezzo attraverso il quale possiamo arrivare a conoscere l’amore. L’amore è energia sessuale trasformata. Nel Tantra i desideri, le emozioni e le passioni hanno un ruolo potentemente creativo e vengono considerati il tramite che, attraverso la sensorialità, conduce al Sé, la parte più autentica e libera di noi: per questo motivo viene chiamato “la via del piacere”. E’ una via che si contrappone alla ricerca edonistica, al materialismo generalizzato, al soprannaturalismo romantico e agli integralismi religiosi, poiché unifica sensorialità e coscienza, sensualità e spiritualità in un approccio sottile e profondo..

Il tantra è chiamato anche Vama Marga ovvero “la Via della mano Sinistra” poiché la donna, che rappresenta l’influenza lunare, la polarità negativa o sinistra, gioca un ruolo essenziale in questa Via. Tuttavia la via qui raccomandata non è formata da negatività e austerità come nella maggior parte degli altri sistemi spirituali, ma è una via dell’accettazione, del piacere e della beatitudine. La tradizione tantrica mostra chiaramente che lo stato d’integrazione armoniosa e di libertà spirituale può essere ottenuto attraverso l’esperienza diretta e il vivere la vita di ogni giorno. I livelli inferiori di coscienza non possono essere controllati senza sforzo e superati senza essere completamente e freneticamente vissuti, intensamente e in modo totale, nella pienezza dei loro poteri.

Il termine Tantra riguarda le nozioni di Liberazione e di Espansione: si tratta, in pratica di una scienza sacra che permette di accedere all'Assoluto, attraverso tecniche di espansione psichica e corporea che concernono anche, ma non esclusivamente, l'eros individuale, di coppia o di gruppo. E' una metafisica che permette, se seguita con l'ausilio dello studio dei testi tradizionali e di un insegnamento qualificato, di uscire dalla sfera individuale, dal mondo per come lo intendiamo normalmente, e di percorrere itinerari che liberano dai condizionamenti e dalle limitatezze, dapprima la psiche, poi la mente spirituale, infine l'intero cosmo, nel momento in cui si riesce a realizzare l'identificazione tra se stessi e tutto cio' che ci sta intorno.

L'obiettivo del Tantra è far si che ognuno di noi scopra la sua vera e intrinseca natura, liberandosi di tutti i limiti e le maschere che possiede…mente e corpo si uniscono come in una danza e da ciò deriva un grande senso di benessere e consapevolezza. Il Tantra ha la caratteristica di fondere i piani sensoriale, emotivo e cognitivo con quello spirituale e di basarsi sul riconoscimento e l’integrazione delle polarità (maschile/femminile, attivo/passivo, erotismo/meditazione, controllo/estasi).  Oltre a creare un ponte tra sessualità e spirito, il Tantra congiunge due direzioni della ricerca spirituale che in altre scuole vengono tenute distinte: Controllo ed Estasi. Nel Tantra l'oggetto della ricerca è principalmente quella vibrazione della coscienza che fa incontrare questi poli opposti dell'esperienza soggettiva, lungo due strade, quella attiva e quella passiva, che vengono praticate entrambe dai tantristi.  Quando un partecipante perviene ad un più elevato stadio di consapevolezza, tramite il controllo dell'energia vitale, diviene possibile utilizzare anche la sessualità per favorire la crescita spirituale.

Il Tantra non è né quindi una filosofia, né una religione, né una disciplina o una tecnica: è una “via”. Questo concetto, inusuale per la mentalità occidentale, sta ad indicare un percorso esperienziale, strutturato e concepito per condurre l’anima – la parte spirituale dell’essere umano – a ricongiungersi con il principio divino dell’universo che già l’anima contiene dentro di sé e riequilibrare le forze del femminile e del maschile attraverso l’utilizzo del corpo, il veicolo che ci accompagna durante la vita. La sessualità, essendo tuttavia una delle esperienze più importanti e decisive per un essere umano, è considerata nel Tantra parte integrante nella crescita personale e spirituale di un individuo. Tutte le sensazioni, tutti i piaceri sono quindi, in fondo, emanazioni del Divino. I sensi sono utilizzati dal praticante per accrescere la coscienza. Se si innalza il livello di sensibilità nei riguardi della bellezza di ogni cosa che ci circonda, possiamo avvicinarci sempre più al senso di meraviglia e stupore emanato dalla creazione, che è la pulsazione ininterrotta della coscienza che pervade qualsiasi esperienza.

Il Tantra  allena all'ascolto intimo e consapevole di se' e dell'altro, usando anche la sessualità come veicolo per scioglierele resistenze e i condizionamenti dell'Ego, e portarci all'incontro con con l'Energia Primordiale che e' in noi. Il Tantra propone una serie di tecniche psico-spirituali graduali per favorire la trance dell’unione mistica, sapendo che solo un corpo soddisfatto può aprirsi ad esperienze superiori. Il corpo infatti è uno strumento essenziale, senza il quale l'evoluzione stessa sarebbe praticamente impossibile. Se non si sono risolti i problemi di sopravvivenza e di benessere psicofisico non si conquista la pace interiore. Non bisogna dunque dimenticare che i due aspetti, materiale e spirituale, non si escludono a vicenda, ma anzi non sono mai nettamente separabili l'uno dall'altro.

Il tantra non è coercitivo e nessun testo tenta di fare proselitismo. La libera adesione viene ritenuta un’istanza fondamentale e il consenso spontaneo è il solo modo attraverso cui si può accedere al mistero tantrico.  Per questo motivo è indispensabile l’assenso della persona con cui compiere l’incredibile percorso della via tantrica.  E' possibile incontrarsi davvero, in uno spazio di riconciliazione dove donne e uomini possono conoscere la propria diversita' e trovare al loro interno quegli strumenti che aiutano a scoprire punti d'incontro.

Il Tantra integra sessualità, emozioni, sensi e consapevolezza, portando il praticante in uno stato di meditazione, di abbandono. Il Tantra e’ un percorso di auto-scoperta, un percorso di gioia. È necessario essere estremamente onesti verso le proprie dinamiche interiori, e non tutti sono disposti a denudarsi in una simile maniera. Il corpo è un simbolo mistico per i tantrici , solo un veicolo con il quale fare esperienza in questa vita e che ci assiste nel processo di crescita spirituale e nel processo di acquisizione dell'esperienza stessa. Senza energia e sensibilità nel corpo e senza l'uso adeguato non possiamo fare molta strada verso l'illuminazione.  Nel Tantra, l’incontro con il partner stimola l’energia chiamata kundalini, ad espandersi e a salire lungo i chakra, "centri energetici" del corpo. Nel contempo, l’atteggiamento meditativo – cioè di osservazione, presenza e comprensione – consente all’energia dei piani spirituali di discendere nel corpo stesso. Pertanto, le due energie, legate rispettivamente alla terra ed al cielo, si incontrano all’interno dell’essere umano (all’altezza del centro vitale corrispondente al cuore) e si dice che l’uomo fa esperienza dentro di sé della propria “donna interiore”, e la donna del proprio “uomo interiore”. Un’esperienza di fusione, questa, che trascende l’ordinario stato di separazione in cui vive l’essere umano. 

L’amore, la passione, il desiderio nascono “magicamente” nell’incontro fra l’uomo e la donna. Tuttavia, come dimostra l’esperienza quotidiana, questi fondamentali ingredienti della coppia spesso finiscono per svanire, portando alla noia e al disincanto.  Il tantra fa luce sulle dinamiche affettive della vita a due e propone anche  delle soluzioni per uscire dalla routine e coltivare attivamente, con l’andare degli anni, l’amore e la passione.  La capacità dell'uomo di andare oltre la visione di un mondo mentale dominato da opposti e conflittualità, per comprendere di essere lui stesso il produttore di questo mondo, ma anche di avere in sé la capacità di cambiarlo, unire gli opposti, vivere finalmente nella gioia e in perfetta sintonia con i veri ritmi della natura. La corsa al successo, al denaro, al potere, alla prevaricazione dell'uno sull'altro, al trionfo dell'ego sono le vere cause di frustrazioni, turbe della personalità, della sessualità e depressioni. La medicina certo può parare il colpo con varie terapie e psicofarmaci, ma è palese che il disagio dell'uomo non venga da una sua carenza intrinseca quanto dal rapporto che ha con sé stesso e con il tutto.

Il sesso visto da noi occidentali assomiglia spesso ad una prova, una prestazione che, in quanto tale, richiede competitività con se stessi e con il partner. Si può dire che si verifichi il trasferimento della competitività dalla vita e dal lavoro alla sfera sessuale. La condanna e la repressione che il sesso e il corpo hanno subito nei secoli , soprattutto in Occidente, hanno snaturato la loro essenza privandoci della gioia che deriva dal contatto naturale con noi stessi. Questo ci porta a vivere delle profonde contraddizioni tra la spinta naturale al piacere, e i condizionamenti derivanti dalla famiglia, dalla società, dalla religione, dalla morale, che creano  senso di colpa e vergogna. Tutto ciò colpisce alle radici la nostra vita portandoci ad una progressiva perdita di fiducia ed auto-stima e limitando la nostra capacità di amare.

L’invito del Tantra è semplice: vivi la sessualità con la pienezza dei sensi sottili che hai sviluppato, gioisci di essa nella pienezza dei profumi, del gusto, della visione e del tocco, annegati nel “qui ed ora” del piacere intenso che essa ti arreca, e al tempo stesso ricorda che il “samadhi” che provi (cioè il senso di appagamento dato dalla fusione) non è che l’anticipazione pallida di un ben più alto samadhi che ti attende: la fusione con il tutto. I grandi maestri hanno ben compreso che solo dopo che la coscienza sia liberata dalla dipendenza emozionale e dalla sessualità, si può arrivare a livelli superiori.

Il Tantra "Non è una filosofia di cui discutere, non è un problema da risolvere bensì un mistero da vivere e uno “spazio in cui esistere", come indicò il filosofo e maestro Indiano Osho. Il Tantra esorta a sperimentare totalmente ed in prima persona il flusso della vita, ed in questo non lascia spazio ad intermediari.

Tantra e Massaggio Tantrico

Molti affermano di praticare tantra, eppure ognuno lo fa in maniera diversa. Stessa cosa dicasi per lo yoga in generale...   Nel Tantra yoga rientrano molte forme di yoga più conosciute in Occidente. Alcuni insegnanti di Kundalini yoga, Hatha yoga, Raja yoga, Laja yoga e Mantra yoga, o altre forme, possono inserire, oltre a pratiche rituali di tipo fisico, anche elementi tantrici e la precedenza viene data a pratiche e rituali di tipo soprattutto fisico. È anche possibile che un insegnante si trovi a trasmettere pratiche tantriche che non riconoscerebbe come tali, ma che di fatto lo sono, e vengono impartite per via intuitiva..

Tuttavia il tantra è una faccenda più delicata e profonda. Anzitutto dobbiamo decidere se considerare il tantra uno yoga o no. In origine erano probabilmente discipline separate ma col tempo, tutta la conoscenza occulta tantrica tipica del Nord dell’India si è riversata sia nello yoga che nel lamaismo buddhista e nel taosimo integrandosi perfettamente. Tuttavia l’approccio di base rimane diametralmente opposto. Tutti gli yoga classici, ovvero quelli basati sui Veda, si fondano sull’esperienza del Purusha, ovvero il testimone interiore, l’anima differenziata dalla natura, realizzando la quale si sperimenta una distanza dalla materia, dalla vita e dal mondo fenomenico, che ci spinge a rinunciarvi. Il tantra parte dall’estremo opposto. Pur riconoscendo la divinità nell’anima individuale, il tantra considera il polo materiale, Prakriti la Matrix creatrice, come divinità fondamentale, proiettandovi tutta la numinosita’ possibile.

Dalle tecniche del tantra derivano tutte le pratiche yoga relative al corpo, alle energie, allo sviluppo delle siddhi (poteri). Si tratta di una conoscenza esoterica, occulta, quindi non trasmissibile verbalmente, e come tale necessita di un linguaggio metaforico che apra gli occhi interiori del praticante. Fu così che il lato del tantra focalizzato sulla beatitudine, il vama marga o sentiero delle sinistra, cominciò ad utilizzare il linguaggio sessuale per descrivere i processi di alchimia interiore; la relazione tra i poli maschili e femminili delle energie era facilmente rappresentabile dal rapporto sessuale. Fin dalle prime tracce scritte che fanno riferimento alle tecniche tantriche in modo non metaforico, si parla di tre elementi principali: mantra, yantra e mandala. Secondariamente abbiamo i mudra e i nyasa.

I mantra che sono forse la parte più nota. Sappiamo che l’universo è nato da un suono, da una vibrazione, dal passaggio da energia a materia. Nel silenzio della meditazione possiamo ricollegarci all’eterno suono interiore che ha dato vita a tutte le forme esistenti. La scienza dei mantra si basa sull’agire sulla materia con la consapevolezza che essa è energia condensata. Gli yantra sono diagrammi basati sulla geometria sacra. Anche in questo caso le proporzioni delle forme rimandano a principi eterni e richiamano energie senza tempo. In essi troviamo costantemente numeri irrazionali e sequenze considerate magiche.  I mandala, possono sembrare simili agli yantra ma in realtà non rappresentano una energia precisa ma l’intero universo, la compenetrazione del macrocosmo e del microcosmo.  Mentre nel caso dello yantra usufruiamo della forma finita, nel mandala i veri benefici sono concentrate nel processo di formazione, che appunto ci ribilancia allineandoci con l’universo, in grado di sviluppare uno stato di coscienza vicino alla trance.  I mudra, o sigilli, sono l’equivalente delle asana fatte con le mani, anche se alcuni di essi coinvolgono tutto il corpo. Anche in questo caso, l’intera mano con le cinque dita rappresenta l’universo e i suoi cinque elementi, quindi lavorando con essa possiamo lavorare sull’universo sia in macro che in micro. I nyasa sono le connessioni tra i mantra e i punti occulti del corpo o marma. Questo aspetto pratico dei mantra è legato a doppio filo con l’apertura dei chakra, la liberazione della kundalini e lo sviluppo di tutti i canali energetici.  Oggigiorno, molte scuole occidentali e alcune scuole indiane di vama marga che si sono separate dal dakshina marga, ovvero sentiero della mano destra o della conoscenza, non interpretano più le metafore sessuali e le praticano letteralmente, almeno in parte. Ognuno ha il suo parere a riguardo ed è difficile capire dopo millenni se queste scuole siano deviate o abbiano ragione almeno in parte. L’unica cosa che si può affermare è che, nonostante non ci siano mai stati dogmi morali riguardo le energie sessuali, esse erano considerate la materia prima di un processo trasformativo, e non lo scopo finale. 

In questo processo trasformativo giocano un ruolo importante anche la respirazione e la meditazione. La respirazione aiuta a conoscersi e vivere secondo la propria natura. La base della colonna è il fulcro da cui tutto si origina e si eleva. Il centro, inteso come centro addominale ed energetico, muove e rilascia. E si passa una vita a trasformare e comprendere le pulsioni, metterle al servizio di qualcosa di utile e piacevole.  La meditazione, che sia in movimento o in statica, permette, allo stesso modo, di interiorizzare. E poi, nella pratica tantra, c'è il potere del suono. Se l'inspirazione è la "benzina" dell'espirazione, se questo primo atto che ci tiene in vita vuole essere quanto più lungo e consapevole possibile, anche quello del rilascio, l'espirazione, ci insegna a non trattenere. E solo nell'espirazione possiamo produrre un suono.   I benefici della pratica tantrica intesa prima di tutto come autoconoscenza, attraverso meditazione, posizioni, respiro e suono sono, non solo numerosi, ma tutti interconnessi e si manifestano non solo su un piano fisico ma anche mentale ed energetico.

Il Tantra è un'antichissima disciplina che usa un linguaggio simbolico sessuale per la liberazione dei poteri della natura e delle sue trasformazioni per esprimere la più alta realizzazione del Sé. E' una via di espressione e trasformazione del sé, un modo di entrare non solo in contatto profondo con la propria anima, ma di permetterle di agire nel mondo.  Per via di questa attitudine positiva verso la vita e l'esistenza, si sono nel tempo sviluppate alcune forme di massaggio tantrico, attraverso le quali la persona che lo riceve fa esperienza di un grande piacere sensoriale e al tempo stesso di un miglioramento della percezione di sé e della propria consapevolezza. Per via di tutta una simbologia sessuale, il massaggio tantrico a due ha assunto una forma ideale per chi desidera incrementare e accrescere la conoscenza e l'armonia di coppia. Il massaggio tantrico, che fa leva su antichi insegnamenti indiani risalenti alle culture pre-vediche, si struttura in tre fasi:

  • Nella prima fase ci si concentra sul raccoglimento e sulla meditazione, creando in un luogo adatto e intimo, come per esempio la camera da letto, un ambiente accogliente, con luci soffuse, candele, incensi, praticando esercizi di respirazione e recitando mantra.
  • La seconda fase è incentrata sui massaggi lenti, circolari e lievi che si praticano su viso e corpo, dalle gambe alle braccia, passando per la zona pelvica, la schiena, il collo e la testa, con tocchi dolci lungo i canali dell'energia vitale, i chakra e le nadi, e passando per i punti noti col nome di marma. Si usa un olio vettore tiepido e delicato, come per esempio l'olio di cocco o di mandorla.
  • L'ultima fase è di rilassamento: sorseggiando una calda tisana si condivide l'esperienza con chi la si è praticata, verbalizzando ciò che si è provato. 

 Vantaggi del massaggio tantrico.  I testi più antichi riferiti al massaggio tantrico parlano di tecniche terapeutiche, mentre tutti i riferimenti al piacere sono materiale più recente, legati alla simbologia Bon adottata anche dal buddismo tibetano. Grazie a questo tipo di messaggio sviluppato più recentemente, chi lo riceve - ma anche chi lo offre - potrà godere di vantaggi e benefici, tra cui una nuova esperienza della sessualità, non limitata nello spazio e nel tempo, ma percepita come energia onnipresente da incanalare in ogni cellula del corpo. In questo modo, ansia, stress e preoccupazioni vengono sciolte, assieme ad altre tensioni. Anche nelle sue forme non sessuali, il massaggio tantrico agisce sugli organi genitali sciogliendo blocchi e andando a rilassare il primo chakra, utilizzando tecniche di Tantra lingam per gli uomini e Tantra yoni per le donne. Esiste anche la tecnica del massaggio Tantra Kundalini.  Crescita personale ed esperienza sensoriale volta al benessere vanno dunque di pari passo nel massaggio tantrico, pratica che è specialmente volta a ritrovare la sacralità del corpo come elemento e involucro fisico dell'anima.   _________

Libri da leggere: 

  • Il massaggio tantrico di Stefano Paggini; 
  • Massaggio Tantra di Kalashatra Govinda; 
  • L'arte del massaggio tantra. Tecnica di stimolazione e rilassamento per esaltare l'intesa sessuale di Rajiv Haurasia.

Domande e risposte sul Tantra

  •  Che cos'è il Tantra?  «È una disciplina indiana molto antica e nota per gli stati di estasi che permette di raggiungere. Ci insegna a vivere l'amore in maniera piena e in ogni istante attraverso la riscoperta dell’energia maschile e di quella femminile».  «Il Tantra non è solo un insieme di tecniche: è un vero e proprio modo di vedere e vivere la vita»..
  • Cosa significa essere una "coppia tantrica"?  «Significa mettere l’amore e la coppia al primo posto, saper guardare il proprio compagno o la propria compagna con rinnovato amore tutti i giorni.».
  • Differenza fra sesso tradizionale e sesso tantrico. «Il sesso tantrico è molto vario, prevede l'utilizzo di diverse tecniche,  ha una durata maggiore e va a risvegliare una grande energia sessuale.»
  • L'amore secondo il Tantra. «Secondo il tantra l’amore è sacro in quanto l’uomo è la manifestazione terrena di un Dio (Shiva) e la donna di una Dea (Shakti). Perciò quando una coppia è in fusione amorosa significa che vi è un incontro tra due Divinità: l'una rappresenta l'energia maschile e l'altra quella femminile. 
  • Tantra e storie durature. «Il tantra aiuta le coppie a durare nel tempo insegnando e invitando a tenere presenti le differenze tra l’uomo e la donna sia sul piano sessuale sia su quello sentimentale».
  • Cosa si intende per "amanti tantrici"?  «Amanti che conoscono e applicano nella propria relazione le tecniche sessuali previste dal tantra e che comunque, più in generale, hanno anche una visione tantrica dell'amore».
  • Come apprendere le tecniche sessuali tantriche? «Attraverso un preciso allenamento, che però è alla portata di tutti. Gli amanti tantrici non sono affatto né superuomini né superdonne!»
  • Tantra, Orgasmo ed Estasi. « L’orgasmo tantrico consente di raggiungere veri e propri stati di estasi. Inoltre va precisato che il tantra insegna sia all’uomo sia alla donna ad utilizzare la sessualità per la propria evoluzione a tutti i livelli: fisico, mentale, emozionale e spirituale».
  • Cosa significa vivere in modo tantrico? «Significa avere una visione positiva della vita, credere nell’amore e nella coppia ed essere capaci di cogliere la bellezza dalla quale siamo costantemente circondati. Si tratta di una via amorevole, una pratica per conoscere se stessi, non per affinare tecniche sessuali. Certo, le persone cercano in questa strada anche delle risposte sulla propria sessualità, ma soprattutto cercano un modo più autentico e ‘nutriente’ di stare nel contatto. Il Tantra “è una delle poche discipline che utilizza tutti e sette i ‘chakra’.  La pratica tantrica è intrinsecamente piacevole, dato che la Via tantrica è anche chiamata la ‘via al Piacere’, i tantrici  avevano scoperto che il piacere apre le energie del corpo, e attiva processi di guarigione”.
  • Il Tantra è una via poco normata. La tecnica Tantra va dal respiro al tocco leggero, dal massaggio rituale alla meditazione. Tutte le scuole prevedono diversi livelli di approfondimento, ma nomi e contenuti delle pratiche possono variare, “nel Tantra non c’è nulla di vietato, ma neanche nulla di obbligatorio. L’importante è un approccio armonico”.
  • Cosa si fa durante gli incontri di tantra? Prima c’è uno spazio di ascolto di circa un’ora per individuare il bisogno della persona e informare in che modo il Tantra potrebbe essere d’aiuto, poi subentra un rituale che può arrivare a due ore dove l’obiettivo di quello che potremmo definire uno ‘yoga del contatto’ è la liberazione dal flusso ripetitivo dei pensieri, l’ascolto del corpo, lo sblocco delle emozioni e di tutti i livelli energetici, da quello sessuale fino a quello spirituale: è molto frequente, ad esempio che una persona pianga di commozione o che acceda a istanti di profonda coscienza di sé. Si lavora in coppia, a volte in nudità, che simboleggia però il mettere a nudo la propria anima, non l’erotismo o la sessualità in senso stretto. Le coppie vengono scelte sulla base di affinità energetiche evidenziate durante alcuni lavori iniziali, tranne quelle che arrivano già formate e si insegna loro a praticare un rituale che, non ha nulla a che fare con la sessualità così come la immaginiamo.
  • Un “orgasmo dell’anima”. “Lo scopo è quello di coltivare l’energia e di espanderla, riportando equilibrio e riconnessione interiore, attraverso il tocco tantrico, un tocco consapevole di ascolto dove il sentire ‘guida’. Affinché il corpo sia totalmente ricettivo e l’energia possa fluire è fondamentale respirare e seguire il respiro per trascendere l’attività mentale ‘educandola’. Solo così riusciamo a scardinare tensioni ed emozioni arrivando allo sblocco emozionale, alla liberazione spesso associata al pianto. Si tratta di un percorso/trattamento sensoriale, non (solo) sensuale dove è possibile raggiungere un orgasmo emozionale, generando una beatitudine globale sconfinata alla totalità del corpo. 
  • Il rituale tantrico.  Il rituale tantrico è un’esperienza di meditazione che si esprime in relazione con un’altra persona: è uno scoprire sé stessi nell’ascolto dell’altro. E un modo per entrare in contatto con il partner in maniera profonda. Il Tantra, proprio in quanto disciplina di crescita interiore, in poco tempo, aiuta a rompere routine sbagliate, abitudini mentali o blocchi fisici che sono all’origine di tanta parte delle nostre frustrazioni”.
  • Attraverso tocchi leggeri e massaggi da praticare all’altro, si impara ad essere aperti, disponibili, tanto da arrivare a riconoscere l’intima natura dell’essere vivente di fronte a te, condividendone lo stesse sentire, ‘amandolo’. Questa pratica aiuta soprattutto le donne vittime di una società patriarcale, ma aiuta anche gli uomini, costretti sempre a mostrarsi duri e puri, a provare emozioni profonde.
  • Chi pratica tantra? “Tendenzialmente si tratta di persone che si sono fatte alcune domande su di sé e la propria crescita, e questo avviene dopo i trenta o quarant’anni”, Quanto alle classi sociali di provenienza c’è, invece, di tutto: dal ristoratore all’ingegnere, dal filosofo alla psicologa, dall’avvocato alla scrittrice.
  • Come approfondire questa strada? Il consiglio di chi lo insegna è unanime: più che leggere tomi e libri sul Tantra, è meglio provare un rituale.  Il Tantra è un corpus filosofico molto vasto, difficile da sintetizzare in poche parole”, che unisce immanenza e trascendenza, corpo e spirito, sessualità e spiritualità, estinguendo ogni dicotomia tra sopra e sotto, facendo incontrare persone nella loro interezza e nella loro integrità, senza divisioni interiori. Ma  per capirlo, e soprattutto averne i benefici, la via dell’esperienza è in assoluto la migliore”.
  • Dove praticare?  I corsi e i seminari sono centinaia ed è difficile discernere tra docenti seri e improvvisati – questa disciplina comunque è un’esperienza anzitutto spirituale.

sabato 22 ottobre 2022

Siti di maestri yoga

 Vi consiglio alcuni siti di maestri yoga:

 Emy Blesio, il cui nome spirituale è Mahamandaleshwar Pandit Yogacharini Swami Gayatri Devi, ha un’esperienza nella disciplina dello Yoga che inizia dal 1965. Risiede a Milano dove dirige la scuola di Yoga, Suryanagara-Ashram ed è Presidente della Confederazione Ufficiale Italiana Di Yoga (C.U.I.D.Y.).   La formazione nello Yoga (Unione) Paripurna (più che completo, Pari significa più o alto, elevato e Purna completo) aiuta a migliorare la propria vita interiore e pubblica, l’atteggiamento nei confronti di prospettive importanti e raggiungere i propri obiettivi facilmente e stabilmente.Il termine Paripurna è stato attribuito allo Yoga insegnato dalla Maestra Emy Blesio direttamente dai Rishi indiani di Haridwar (Nord India). In particolare, lavorando sull’individuazione delle aspirazioni personali si sviluppa la fiducia in se stessi. Lo Yoga Paripurna è uno strumento molto utile per dare una svolta alla propria vita, per ottenere una consapevolezza più profonda e soddisfare sia i nostri propositi sia la possibilità di cambiare il personale modus vivendi, aprendo anche a una prospettiva diversa, un differente punto di vista.Questo fa scoprire altri modi di interpretare le situazioni che accadono e aumentano l’autostima.    Vedi sito https://suryanagara.it/la-scuola/emy-blesio/ 

Gabriella Cella insegna Yoga Ratna.  Ratna è un nome sanscrito che indica una perla, una gemma preziosa, la luminosità di un gioiello che giace latente nella profondità del nostro essere, ma che, attraverso una costante pratica, può risalire in superficie.Nei praticanti che scoprono questa luce si verifica un totale cambiamento. Lo Yoga Ratna lavora sul mondo simbolico, come del resto tutto lo yoga ortodosso, anche se i Maestri non usavano dare spiegazioni. Siamo noi occidentali a pretenderlo, perché abbiamo l’esigenza di “capire”, senza tener conto che questo ci allontana dal “sentire”. Il sentire, invece, è alla base dello Yoga, così come il vivere il qui e ora, l’istante che modificherà radicalmente il nostro atteggiamento nei confronti della vita.Lo Yoga Ratna si basa sulla pratica più conosciuta, l’Hatha Yoga, che parte dalla coscienza del proprio corpo, un corpo che continuamente si trasforma assumendo particolari posizioni, ad indicare la possibilità di sperimentare differenti forme e processi di trasformazione. Un corpo che si muove lentamente al ritmo del respiro, per poi restare nell’immobilità di un Asana, dove il soffio calmo e regolare acquieta la mente.La pratica yoga Ratna porta gradualmente a una profonda coscienza di sé, scandagliando le nostre risorse più sottili e spirituali.   Vedi sito    http://www.yogaratna.it/    


Lo Yoga è conosciuto solo per mezzo dello Yoga. Lo Yoga è realizzato solo per mezzo dello Yoga.   Scuola di formazione yoga HAmSA  di  Maurizio Morelli. La pratica consapevole è il cuore della formazione di questa scuola. Il massimo impegno viene indirizzato alla spiegazione, allo studio e specialmente alla sperimentazione delle innumerevoli tecniche dello Hatha Yoga: asana, pranayama, mudra, bandha, tecniche di visualizzazione, rilassamento e meditazione. I momenti teorici (pedagogia, storia dello Yoga, Chakra) sono finalizzati ad arricchire, inspirare, strutturare e spiegare la pratica, centro focale di un percorso di integrazione psico-somatica che è collettivo e individuale a un tempo. Lo sviluppo delle potenzialità e inclinazioni naturali del singolo è considerato un enorme valore di arricchimento collettivo e viene stimolato fin dai primi incontri.  Sito: https://thisisyoga.org/it/  

Carlos Fiel è il fondatore della Associazione di Yoga Sadhana della quale è presidente e direttore pedagogico. Crea nel 1980 la struttura della Scuola di formazione di Insegnanti di Yoga, riconosciuta dall’Unione Europea di Yoga.   Sadhana è un centro di formazione di insegnanti che cerca di trasmettere in un modo interdisciplinare i fondamenti dello yoga, integrandolo in un modo pedagogico e adattandolo alla nostra società e cultura rispettando l’essenza della tradizione che, fino ad oggi, è un lavoro che sviluppiamo e aggiorniamo ogni anno.   Vedi sito  https://www.carlosfiel.com/it/     

venerdì 21 ottobre 2022

La spiritualità secondo Christophe André

 Dal testo Meditare, giorno dopo giorno – Méditer, jour après jour - di Christophe André

La piena consapevolezza ci aiuta a capire che i nostri momenti di felicità sono come fiori, belli e fragili, effimeri come le nostre vite. Queste felicità che abbiamo sperimentato rimangono con noi per l'eternità. [...] Siamo esseri di connessione e di amore. Senza nutrimento emotivo siamo in pericolo, non cresciamo. Senza amore, viviamo male.

La pratica spirituale può esistere fuori della pratica religiosa. La spiritualità è la parte più elevata della nostra vita psichica, quella dove siamo confrontati con l’assoluto e con quello che è al di là della nostra comprensione. E’ un andare al di là del nostro ego, restando aperti su tutto e dunque anche sul non conosciuto. E' un cercare di affrontare l’infinito, l’eternità e l’assoluto. La spiritualità presuppone un impegno fino al punto di lasciare andare tutto, sbarazzarsi dei nostri sforzi ed obiettivi ed abbandonarsi totalmente e aprirsi alla contemplazione. Contemplare è un guardare lungamente e con ammirazione che presuppone come base la calma e il non giudizio, ossia la piena coscienza.

André Compte-Sponville dice che “il mistico è colui che vede la realtà faccia a faccia”, non è più separato dal reale né dal discorso, né dal tempo, né dalla mancanza, né da lui stesso. Fa l’esperienza dell’assoluto qui e adesso.  Con la piena coscienza si prova l’abolizione delle frontiere inutili tra fuori e dentro di sé, un sentimento di fusione di sé con l’ambiente esterno. Non ci sono più limiti, ma solo legami.  Quando si vive pienamente l’istante presente, si prova l’eternità.

L’estasi è una uscita da se stessi e una fusione con qualcosa di più grande: una rivelazione divina, l’accesso ad un altro mondo, in uno stato di coscienza diverso dell’abituale. Una caduta in se stessi ed una specie di auto-appagamento. Christian Bobin dice: “Ho improvvisamente compreso che la vita mi offrirà una serie di problemi meravigliosamente insolubili. Con questo pensiero, è entrato nel mio cuore l’oceano di una pace profonda”.

Il Buddhismo affronta il tema dell’amore altruista attraverso quattro pratiche meditative: 1- L’amore benevolente che consiste a pensare alle persone che amiamo e ad amarle veramente, qui e adesso. 2- La meditazione di compassione, che consiste a portare il nostro pensiero sulle sofferenze dei nostri cari. 3-  La meditazione di gioia altruista che ha come obiettivo di riuscire a gioire sinceramente della felicità degli altri. 4- Infine, c’è la meditazione di equanimità, durante la quale si raccomanda di auspicare il bene di tutti gli esseri umani, anche sconosciuti. Più l’essere umano è felice, e soffre meno, meno farà soffrire gli altri.  Gli insegnamenti buddhisti, con la visione penetrante, ci aiutano ad accedere alla vera natura dei fenomeni, alla loro vacuità. Noi siamo come degli arcobaleni: esistiamo, ci dissolviamo, ci ricomponiamo.

La pratica della piena coscienza ha delle alternanze regolari di ritiro meditativo su sé stessi e di apertura al mondo. La meditazione, se praticata regolarmente, con umiltà e pazienza, serve a rompere i nostri vecchi automatismi di cui siamo vittime, serve a sviluppare le nostre capacità di riflessione e di concentrazione, e gestire le emozioni del quotidiano. Nonostante si riesca ad arrivare a risultati accettabili,  c’è sempre la ricaduta del praticante, e quei piccoli traguardi raggiunti vengono meno.

Ci sono tre livelli di esercizi: la pratica formale, la pratica breve, ossia durante la giornata bisogna cercare di trovare degli spazi di respirazione, e poi la vita in piena coscienza.   ___________________

Libri consigliati

  • Khyentsé Rinpoché D., Le trésor du couer des etres éveillés, Le Seuil, Paris, 1996
  • Thich Nhat Hanh, Le miracle de la pleine conscience. Manuel pratique de méditation, J’ai Lu, Paris, 2008
  • Vénérable Hénépola Gunaratana, Méditer au quotidien: Une pratique simple du bouddhisme, Marabou, Paris, 1995
  • Mingyour Rinpoché Y. Bonheur de la méditation, Paris, Fayard, 2007
  • Matthieu Ricard, Chemins spirituels. Petite anthologie des plus beaux textes tibètains, Paris, NiL, 2010,
  • Matthieu Ricard, L’Art de la mèditation, Paris, NiL, 2008
  • Hanson R. et Mendius R., Le cerveau du Bouddha. Bonheur, amour et sagesse au temp des neurosciences, Paris, Les Arènes, 2011
  • Rosenfeld F., Méditer, c’est se soigner, Paris, Les Arènes, 2007
  • John Kabat Zinn, Où tu vas, tues. Apprendre à méditer pour se libérer du stress e des tensions profondes, Paris, J’ai Lu, 1996
  • John Kabat Zinn, L’Eveil des sens. Vivre l’instant présent grace à la pleine conscience, Paris, Les Arènes, 2009
  • John Kabat Zinn, Mèditer, 108 lecons de pleine conscience, Paris, Les Arènes, 2010
  • William M. Mèditer pour ne plus déprimer. Paris, Odile Jacob, 2009
  • Maex E. Mindfulness: apprivoiser le stress par la pleine conscience, Bruxelles, De Boeck, 2007
  • John Kabat Zinn, Au coeur de la tournmente, la pleine conscience, Bruxelles, De Boeck, 2009
  • Fehmi L et Robbins J., La Plein conscience. Guérir le corps et l’esprit par l’éveil de tous les sens, Paris, Belfond, 2010.

Site: Association francophone - www.association-mindfulness.org/

Academia.edu - 200.000 testi scaricabili sullo yoga

 Ho scoperto questo sito che contiene circa 200.000 testi sullo yoga in Pdf e scaricabili

 Per chi fosse interessato vedi link:    https://www.academia.edu/search?q=yoga&utf8=%E2%9C%93 

 
Testi in Pdf possono trovarsi anche in questo sito:   https://it.scribd.com/document/427983020/Posizioni-del-Kamasutra-Italiano-pdf


Meditare giorno dopo giorno - Christophe André

Il libro Meditare giorno dopo giorno di Christophe André è dedicato a Jon Kabat-Zinn per la visione, a Zindel Segal per la scienza, a Matthieu Ricard per l'esempio, e a tutti e tre per il loro insegnamento e la loro amicizia.

  •  Jon Kabat-Zinn (1944 - ) è un biologo e fondatore della Stress Reduction Clinic e del Center for Mindfulness in Medicine presso la University of Massachusetts Medical School. Jon Kabat-Zinn è stao il primo ad introdurre la Mindfulness in Occidente in contesti secolari come gli ospedali con il proposito di aiutare le persone a fronteggiare stress, ansia, sofferenza, malattia e a migliorare le proprie condizioni psico-fisiche.
  • Matthieu Ricard (1946 - ) è uno dei monaci buddhisti più conosciuti in Occidente ed è spesso l'interprete del Dalai Lama. E' autore di numerosi testi che hanno avuto uno straordinario successo di pubblico. Ha creato l'associazione Karuna Shechen che aiuta persone nel campo dell'educazione e sanità  in Buthan, Tibet, Nepal e India.
  • Zindel Segal (1956 - )è conosciuto perchè è stato tra i primi a combattere la depressione con la meditazione. Professore di psicologia cognitiva presso l'Università di Toronto e specialista in depressione, è uno dei fondatori della Mindfulness Based Cognitive Therapy insieme a Mark Williams e John Teasdale. E' un illustre professore di psicologia sui disturbi dell'umore. È autore di Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Depression.

Il testo Meditare giorno dopo giorno, pubblicato nel settembre 2011 è uno dei più conosciuti di Christophe André. In questo testo, sotto forma di 25 lezioni, presenta che cosa è la meditazione Mindfulness o plein conscience in francese (in italiano piena coscienza).  Vivere in piena coscienza è il portare regolarmente un'attenzione tranquilla all'istante presente, lasciando andare i pensieri, le parole e semplicemente vivere e assaporare questo istante. Questa attitudine può modificare il nostro rapporto con il mondo in maniera radicale, alleggerire le nostre sofferenze e trascendere le nostre gioie. Per arrivare a questo occorrono anni di pratica. Meditare è smettere di fare, di agitarsi, ritirarsi dal mondo, ed iniziare un viaggio interiore. Si intraprende questo viaggio con la speranza di trovare la calma e il vuoto, ma spesso ci troviamo di fronte a confusione, angoscia e sofferenza. La prima tappa del percorso meditativo è quella di apprendere a restare immobili e silenziosi per un tempo sufficientemente lungo per poter osservare con distacco la nostra mente. E solo per arrivare a questo spesso occorrono anni...
La Piena coscienza, non è fare il vuoto, ma è arrivare a prendere contatto con l'esperienza, sempre in movimento, che noi stiamo vivendo; e osservare quindi il nostro rapporto con questa esperienza, la natura della nostra esperienza in questo istante. La Piena Coscienza è questo: creare ogni tanto un piccolo spazio per osservarsi mentre facciamo.
L'istante presente. Per entrare nel momento presente dobbiamo, attraverso un atto deliberato, arrestare il flusso automatico dei nostri pensieri ed atti, che ci portano spesso nel passato e nel futuro, ed aprire la nostra mente a tutto quello che è là nel momento presente.
Meditare in piena coscienza è provare a sentire e connettersi al momento presente, senza pensare. Niente sostituisce l'esperienza del momento presente.
La respirazione. Da sempre la respirazione occupa un posto centrale nelle pratiche meditative ed è il mezzo più potente per connettersi all'istante presente.  Attraverso il respiro, senza controllarlo ma semplicemente connettendosi ad esso e accompagnandolo, possiamo riuscire a pacificarsi con noi stessi. Respirare non trasforma la realtà, ma trasforma l'esperienza che abbiamo della realtà. Se abbiamo dei problemi è meglio portare l'attenzione sul respiro che continuare a rimuginare.
Piano piano, col tempo, scopriamo che è tutto il nostro corpo che respira e noi siamo nella respirazione, siamo la respirazione stessa. La respirazione diventa la via privilegiata di comunicazione e scambio con tutto quello che è in noi e intorno a noi.
Meditare con il corpo. Il corpo e la mente sono indissociabili, ed è quindi importante prendere coscienza anche del nostro corpo, dolcemente, parte dopo parte. 
Importante è anche accogliere serenamente i suoni, in piena coscienza, una condizione che ci porterà verso un percezione unica e irripetibile. In questo stato di grazia si può tentare anche di assaporare e percepire il silenzio, magari non il silenzio completo o assoluto, ma il silenzio tra i momenti di rumori e suoni che oramai invadono tutta la nostra vita quotidiana.
Gli esseri umani sono più facilitati a ritenere la respirazione che astenersi di pensare. Non possiamo astenerci di pensare. Nella nostra mente c'è un flusso incessante di pensieri, che la meditazione può interrompere e controllare solo per qualche breve istante. L'obiettivo è quello di riuscire ad osservare i pensieri, diventarne osservatore. Per raggiungere questo obiettivo occorre molto, molto, molto allenamento, praticare con costanza e disciplina. Per arrivare a questo occorre focalizzarsi sull'istante presente e sulla respirazione, poi ci accorgeremo che ci siamo rimessi a pensare, che abbiamo colto il pensiero che sorge, e piano piano riusciamo a diventarne osservatori.
Nella piena coscienza, per tendere all'equilibrio emozionale, si devono sviluppare due competenze: si accolgono le emozioni e si accetta la loro presenza, anche di quelle negative e dolorose. Si cerca quindi di creare uno spazio per osservarle. 
Possiamo dire che esistono tre livelli di coscienza. 1- La coscienza primaria attraverso la quale percepiamo sensazioni ed impressioni, 2- la coscienza identitaria dal quale emerge la nozione del sé, 3- la coscienza riflessiva che è capace di osservare i meccanismi del sé. La piena coscienza integra questi tre tipi li livelli e permette alla nostra mente di dissociarsi e di liberarsi degli automatismi mentali.
L'attenzione è lo strumento della coscienza, sulla base dell'apertura ci sono due tipi di attenzione: focalizzata o aperta. Sulla base della qualità ci sono due tipi di attenzione: analitica o immersiva. Più la nostra attenzione è aperta o allargata e immersiva, più siamo vicini alla piena coscienza. La pratica di meditazione può essere considerata un'allenamento intenzionale.  Durante la giornata dovremmo trovare dei momenti di raccoglimento, per riprendere contatto con noi stessi.
Ci sono quattro attitudini mentali importanti nella piena coscienza: non giudicare, non filtrare, non attaccarsi, non aspettarsi niente. Applicando queste attitudini mentali la nostra coscienza diventa Piena coscienza, diventa vasta e senza oggetto, una pura presenza. Si prende coscienza che esistiamo qui e adesso.
Dovremmo cercare di aprire gli occhi su tutti gli oggetti ordinari che incontriamo, su tutte le ricchezze insondabili e inestimabili che incrociamo, e questa apertura ci aprirebbe all'unanimità.
Dovremmo preservare la coscienza dalle sollecitazioni della vita moderna, da questa corsa al consumismo sfrenato, al materialismo psicotossico a cui ci spingono la pubblicità,  i media e i social network. Più corriamo verso l'esterno, meno c'è coscienza. La piena coscienza può avvicinarci a quei bisogni fondamentali che sono la lentezza, la calma, il silenzio, la continuità, e a volte perché no, la non azione.  Prendere tempo  per reagire alle sollecitazioni e agli eventi della vita, ed essere consapevole delle emozioni che sorgono...
Ci sono due vie nella meditazione buddhista: shamatha la via della calma, e vipassana la via della visione penetrante. la prima è necessaria perché la seconda possa svilupparsi. I buddhisti ci ricordano i concetti fondamentali che sono l'interdipendenza, la vacuità e l'impermanenza.  Non c'è una esistenza assoluta in quanto entità fissa e isolata.  Tutte le cose e fenomeni hanno legami di interdipendenza. La vacuità di una cosa o di un fenomeno, non significa che non esiste, ma la sua natura è instabile, mobile, soggettiva, complessa. Il maestro buddhista Thich Nhat Hanh insegna: "La meditazione non è un'evasione ma un incontro sereno con la realtà".
L'accettazione è al cuore della piena coscienza, accettare non significa comunque dire che tutto è bene, ma dire semplicemente che tutto è là, tutto è già là.  Nell'accettazione c'è l'intenzione di restare nella lucidità e nella calma, lasciare il mondo entrare in noi per poi ritornare all'azione. 
I dolori fisici e mentali sono inevitabili, poi subentra la sofferenza che è l'impatto del dolore sulla coscienza. Per evitare le ruminazioni e le distorsioni mentali e fare fronte alla sofferenza si può fare riferimento al respiro che diventa come un rifugio.  Si comprende che siamo umani.  Il messaggio della piena coscienza è semplice: visto che è troppo difficile eliminare i pensieri dolorosi, dobbiamo allargare il campo della coscienza a tutto il resto dell'esperienza nell'istante presente. 
Tutti noi abbiamo delle fragilità, queste ferite e debolezze vengono spesso accantonate e dimenticate, ma ogni tanto escono dall'armadio. Soprattutto quando abbiamo sofferto di depressione o di ansietà. La meditazione della piena coscienza aiuta a prevenire le ricadute, a non farci intimidire da questi ordini che vengono dal fondo di noi stessi. E' stato appurato scientificamente che queste ricadute, quando si esercita la pratica della Piena coscienza sono meno violente e più diradate.  Quando queste crisi riprendono dobbiamo soprattutto non isolarci dal mondo, ma aprire le finestre del mentale su quello che ci circonda e restare sensibili alla bellezza del mondo.  E soprattutto agire, fare una passeggiata, giardinaggio, fare lavoretti, ricerche, ecc,  perché se si resta senza far niente, si affonda.  Dobbiamo apprendere a convivere con le incertezze, e soprattutto se nella nostra vita ci sono problemi insolubili, dobbiamo accettarli. Non ripiegarci su di loro e continuare a vivere ed avanzare nel mondo.   Per poter affrontare le grandi sfide della vita, dobbiamo prepararci e la Pratica della piena coscienza, se effettuata regolarmente, può aiutarci in questo.

Samyama

"Yoga è trattenere la mente dall'assumere varie forme. Nel tempo della concentrazione la mente riposa in se stessa. Negli altri momenti la mente si identifica con le modificazioni. la modificazione è controllata con la pratica ed il non-attaccamento. La pratica è la lotta continua per tenere la mente sotto controllo".                                                                                                                                          "Il non attaccamento è quell'effetto che raggiungono coloro che hanno abbandonato la sete per gli oggetti.   La mente dello Yogi che medita diviene libera sia dalle piccole che dalle grandi cose."              --- Patanjali.

La parola yoga deriva da una radice sanscrita che significa unione, il microcosmo dell'individuo si unisce con il macrocosmo. Lo yoga è un percorso di autocontrollo per ritrovare armonia con se stessi e il mondo che ci circonda; permette di migliorare anche la qualità della nostra vita. Lo scopo dello yoga è realizzare il vero Sè ed unire lo spirito individuale con lo spirito assoluto.

Nel capitolo III, 4 degli Yoga Sutra di Patanjali, si legge: ‘trayam ekatra samyamah’, samyama è una parola tecnica per indicare l'integrazione di concentrazione (dharana), meditazione (dhyana), e assorbimento su un unico oggetto, evolvendo da un'interrota attenzione al samadhi. 

In samyama il praticante viene sempre più vicino al conosciuto e, fondendosi in essso, perde la sua separazione.  Sam significa perfetto e yama significa controllo, perciò samyama è la completa padronanza della concentrazione mentale. Seguendo gli Yoga Sutra di Patanjali, uno yogin vittorioso nel samyama sconfigge tutti gli "oscuramenti cognitivi", i cinque ostacoli - klesha che sono i seguenti:

  •     Avidya: indica l’ignoranza o la falsa comprensione della vera natura delle cose.
  •     Asmita: si riferisce alla coscienza del proprio sé che provoca egoismo.
  •     Raga: è l’attaccamento nei confronti delle idee o degli oggetti.
  •     Dvesha: è l’avversione verso quei pensieri legati a esperienze dolorose vissute nel corso dell’esistenza.
  •    Abhinivesha: indica sia l’attaccamento istintivo alla vita, sia la paura della morte.

Quindi tale termine, ‘samyama’, riferito agli Yoga Sutra di Patanjali, indica le ultime tre tappe del percorso dello yogin: dharana, dyana e samadhi. Queste tre ultime tappe non è possibile disgiungerle, visto che sono passaggi mentali dalla contemplazione di un oggetto alla fusione totale con esso, cioè dal vedere l’oggetto ‘fuori da sè’ al divenire l’oggetto stesso. 

Alcuni testi traducono samyama come la ‘disciplina perfetta’, altri come ‘comunione’ o ‘costrizione’. Patanjali sostiene che praticare samyana su un qualunque oggetto ci porta a conoscere l’oggetto per quello che è; se si pratica sui pensieri di una persona si può scoprire cosa pensa; esercitando samyama sulla forma del corpo, il corpo dello yogin diventa invisibile, etc.( libro III, Yoga Sutra).

Quindi per Patanjali, in un certo stadio del cammino dello yogin, la contemplazione, la meditazione e il samadhi sono dei processi attivi di una mente che non si riconosce più con le percezioni dei cinque sensi, almeno come siamo abituati a conoscerli, e con i pensieri che la attraversano. Si potrebbe dire che lo yogin, che intraprende le ultime tre tappe, fa esperienza attingendo all’intelletto superiore, o Vijnanamayakosha – ‘involucro fatto di intelletto puro’. Parlando il linguaggio dello Yoga di Mère, "quando le porte dell’essere sono spalancate al Divino", che implica un cambio radicale nelle aspirazioni del praticante rispetto a quando ha iniziato il percorso. Patanjali parla di un intelletto (sattva) reso, dalla pratica yoga, puro come il Purusha stesso, o ‘pura coscienza’ o ‘il Sè’ (Yoga Sutra, III, 55).

Il fine ultimo della pratica Yoga, il cui significato è ‘unione’, è quello di divenire un’ unica cosa con la pura coscienza. Spesso lo Yoga è stato letto come una separazione dal mondo, un rifiuto della fisicità e della mente non ‘illuminata’, ma nella possibilità di divenire una coscienza pura come il Purusha, si sottintende una non-dualità tra ciò che è l’uomo e ciò che è il ‘divino’. Si tratterrebbe , attraverso la pratica costante (abhyasa) e la non identificazione con i pensieri e le sensazioni che ci attraversano (vairagya), di rendere pura la nostra coscienza, magari trasformando la nostra natura. (Vedi lo Yoga Integrale di Aurobindo, la tradizione dei Siddhi, i saggi dell’Himalaya; il pensiero di Gurdjieff, e il pensiero dello stesso Patanjali). Nel verso 2 del libro IV degli Yoga Sutra si legge : jaty antara parinamah prakrity apurat che può essere interpretato in questo modo: La trasformazione fisica genera l'evoluzione delle proprie potenzialità interiori.
Il risveglio dell'energia kundalini è un processo sia fisico che spirituale e, in questa accezione, prima fisico e poi spirituale. La fisiologia sottile, il viaggio del prana attraverso i sette chakra e l'illuminazione che ne consegue alla fine del percorso, sono un processo che riguarda il corpo, la mente e lo spirito.

venerdì 14 ottobre 2022

Carl Gustav Jung presenta il Kundalini Yoga

"La  saggezza  Indiana  è  la  più  profonda  che  esista  e   la  ricerca  della  psicologia  conferma  passo dopo passo le affermazioni in essa contenute. L'antica scienza dell'anima degli Indiani è espressa
dallo yoga che appare come il percorso verso l'auto perfezione
".

Carl  Gustav  Jung  ha  aperto,  grazie  alla  sua  esperienza  personale  ed  alla  sua  ricerca,  una possibilità  di  analisi  comparata  fra  psicoanalisi  e  kundalini  yoga  e  ha  dichiarato  che  il  suo simbolismo  arriva  ad  interpretare  la  sintomatologia  dei  pazienti  e  aiuta  a  localizzare  i  sintomi della  patologia:  "Non  parlo  del  significato  dello  yoga  per  l'India,  non  potendolo  sperimentare come  se  fossi  nato  in  India  e  possessore  della  cultura  Indiana.  Posso  comunque  parlare  del  suo significato per l'Occidente. La nostra mancanza di confini mentali ci porta all'anarchia psichica: per  ritrovare  un  ordine  mentale  possiamo  utilizzare  lo  yoga  che  era  in  origine  un  processo  di introversione  e  conduceva  a  processi  di  elaborazione  della  personalità.  Nel  corso  di  migliaia  di
anni questa ricerca si è gradualmente organizzata in un metodo e diffusa in vari modi
." Ciò  che  interessava  Jung  era  questo  processo.  Egli  vedeva  in  esso  il  processo  universale  e  ne deduceva che il kundalini yoga, poiché tantrico, ha un valore incalcolabile per l'interpretazione dell'inconscio  collettivo.   

Affermava  anche  che  ci  si  deve  avvicinare  con  cautela  a  questa disciplina perché gli occidentali non sono preparati alla profondità dello yoga. Inoltre,  lo  spirito  orientale  che  è fondato su una storia mentale fondamentalmente diversa da quella occidentale.
Egli  afferma  che:  "la  filosofia  indiana  richiede  la precisa  condizione  di  non  ego  che  influenza  la  nostra  psiche,  per  quanto  indipendente  questa possa essere e porta ad una luce di consapevolezza super personale. L'area psichica dei fenomeni è fondamentale per gli Indiani e questi fenomeni sono ritenuti molto più reali di quelli fisici."
Spiega  Jung  che  l'uomo  occidentale  oggi  non  proietta  più  le  immagini  interiori  all'esterno attraverso  simboli  o  feticci  come  faceva  l'inconscio  del  cosiddetto  'uomo  primitivo',  quindi l'oggetto  non  viene  "psicologizzato".  Quando  questo  avveniva  animali  e  piante  erano  pari  agli uomini,  e  tutto  era  animato  da  spiriti  e  divinità.  L'uomo civilizzato si crede mille miglia superiore a tutte queste cose: però spesso si identifica per tutta la vita con i suoi genitori, con i suoi affetti, pregiudizi e giudizi e accusa senza ritegno gli altri di ciò  che  non  vuole  riconoscere  in  se  stesso.  Conservando  però  una  parte  di  quella  coscienza primitiva  e  originaria  e  non  servendosi  più  di  amuleti  e  talismani,  utilizza  tranquillanti  per portare  in  quiescenza  nevrosi,  razionalismo,  culto della  volontà  e  così  via.    

Il  simbolismo  dei chakra permette a Jung di pensare ad un percorso degli archetipi della psiche e di intravedere una  procedura  universale individuazione.  Spiega anche come questo avviene: il  primo  passo  è afferrare, comprendere la realtà profonda; poi il simbolo è usato per cristallizzare questa realtà nella immaginazione e  poi arriva la pratica reale della meditazione sui chakra. Si medita su un simbolo  e  ci  si  appropria  dei  contenuti  in  parte  intellettualmente,  in  parte  psicologicamente  e soprattutto energeticamente e si avvia lentamente un certo processo della psiche. 

 Secondo  Jung  dunque  la  scoperta  dell'Oriente  rappresenta  un  punto  cruciale  per  il  concetto dell'inconscio  collettivo.  Alla base di tutto c'è  l'istinto  dell'individuazione.  Non  c' è  forma  di  vita  che  non  sia  individuale  perché ogni forma si manifesta in una differenziazione: diversamente non sarebbe vita. L'istinto innato alla  vita  ci  conduce  a  produrre  un  individuo  il  più   completo  possibile  e  ciò  che  noi  chiamiamo personalità  è  un  aspetto  dell'individuazione.  Anche   se  non  riusciremo  a  manifestare  la  nostra totalità,  ciò  che  apparirà  sarà  una  immagine  di  unità.  

Secondo  Jung  le  immagini  archetipiche  sono  l'equivalente  psichica  del  samskara (I samskara sono una serie di riti di passaggio che segnano i momenti significati della vita di una persona):  così  come  il nostro  inconscio  è  colmo  di  immagini,  così  la  nostra   energia  è  colma  di  precedenti  semi energetici.  Jung procede all'analisi  dei  simboli  posti  in  ciascun  chakra:  

Il primo chakra è quello che possiede le radici delle cose; è la terra, il fondamento del mondo. Tutti  noi  abbiamo  radici  e corriamo il rischio di rimane intrappolati nelle radici della fisicità della vita,  della pesantezza  della  materia,  della  presenza  costante  della  mente.  Questo  è  il  luogo energetico  in  cui  l'essere  umano  è  vittima  dell'istinto,  degli  impulsi,  della  non  consapevolezza. Questo  è  Muladhara  e  qui troviamo  kundalini.  Kundalini  è  la forza invisibile e vitale,  quel  bisogno, quella  necessità,  che ci porta ad affrontare la vita. Da un punto di vista psicologico è ciò che ci spinge in avanti: se ci fermiamo perdiamo il sapore della vita, ciò che la rende affascinante. Il  kundalini  yoga  è  stato  tenuto segreto per secoli non perché non se ne possa parlare, ma perché non è possibile capirlo: il suo segreto è la comprensione attraverso l'esperienza. In muladhara inizia il viaggio  verso  il  divino,  verso  l'anima  immortale. Il colore rosso associato a questo chakra è il colore del sangue, della passione oscura. La vita è qui.  Contiene  la  shakti,  una  delle  due  divinità  che si  uniranno  nel  settimo  chakra.  L'elefante, simbolo del chakra, sostiene il peso della terra e rappresenta il tremendo sforzo di sostenere la consapevolezza  umana,  il  potere  che  ci  spinge  a  costruire  il  mondo  cosciente.  

Il secondo chakra è il luogo energetico in cui è possibile fare tutto; ci tuffiamo nel flusso della vita  e  ci  lasciamo  trasportare,  galleggiando  su  tutto  ciò  che  accade.  Questo  chakra  possiede tutte  le  caratteristiche  dell'inconscio, Svadhisthana è un chakra legato al tattva acqua, in questo chakra c'è una mezzaluna simbolo del femminile; ogni mistero della vita  ha  inizio  nell'acqua,  elemento  dell'energia  femminile;  ogni  ricerca  di  crescita  ci  riporta all'acqua. Rappresenta una morte simbolica che porta ad una nuova vita, ad una rinascita. Abbiamo qui l'approccio ad un tipo di vita diverso da quella passionale del  primo  chakra:  l'inconscio.  Il  colore  arancio  associato  all'energia  di  svadhisthana  è  una sfumatura più chiara del rosso, contiene più luce, così come la rinascita ci conduce al giallo di nanipura. Il simbolo  di  questo  chakra  è makara (Un makara simile a un coccodrillo, è una leggendaria creatura marina nella Mitologia indù) ed  è negli  abissi  ciò  che  l'elefante  è  sulla  terra.  Rappresenta  ancora  una  forza  tremenda  e  qui troviamo il nostro peggiore nemico da affrontare: noi stessi. La  consapevolezza,  diviene  la  più  grande  sfida. Non  essere  coscienti  delle  proprie  pulsioni  è  molto  peggio  che soffrire  a  causa  loro. 

Nel  terzo  chakra  Manipura risiede  il  fuoco  della  vita,  della   passione:  un  essere  umano  senza  passione  è solo ridicolo. Quando però siamo  preda  della  passione  si possono creare  infiniti  problemi  di relazione. Il  simbolo  che troviamo è l'ariete, sacro ad Agni Dio del fuoco. Astrologicamente l'ariete è legato a Marte, pianeta  della  passione,  dell'impulsività,  della  violenza.  Dall'intestino  dove  tutto  è  fuoco,  sangue,  muscoli,  ossa, saliamo verso l'aria, il cuore, la superficie. In manipura è  avvenuta  la  combustione  e  sopra  il  diaframma,  in anahata l'aria  le  riporta  in  vita,  ridona  il respiro.   

Il quarto chakra, Anahata  è  il  centro  del  cuore,  dell'aria. Dopo essere stati nella spirale della passione, degli istinti dei desideri, cosa avviene?  Impariamo lentamente che non ci identifichiamo più con i desideri: nel cuore nasce il Purusha (Il primo, Purusha, rappresenta l'Energia Cosmica Spirituale, la coscienza cosmica impassibile ed immutabile)  e iniziamo a pensare, a divenire coscienti di qualcosa che non è più personale, non ci identifichiamo con le nostre emozioni e cerchiamo di superarle e osservarle.  In  anahata  risiede  Shiva  nella  forma  del  lingam  (l'aspetto  creativo)  e  una  piccola fiammella  simboleggia  il  SÈ  che  appare.  Si  compie  il  processo  di  identificazione  psicologica.  Quando  vediamo  la  differenza  fra  noi  e  l'esplosione delle  passioni  inizia  l'individuo:  l'ego  che risiede  in  muladhara  sale,  cresce  e  si  guarda,  si  distacca  e  diviene  il  SÈ.  Il  SÈ  è  qualcosa  di assolutamente  impersonale,  oggettivo.  La  nostra  vita  diviene  Purusha,  il  primo  legame  con  la nostra psiche;  Troviamo  qui  il mondo  dell'intangibile: sentimenti,  mente. Esiste qui qualcosa che unisce la mente, l'immaginazione, il prodotto dei sentimenti e del nostro intelletto e che li esprime.   Nel  genere  umano  il  quarto  chakra  è  ancora molto flebile e manipura molto presente; infatti dobbiamo essere sempre molto attenti e gentili gli uni con gli altri per evitare le esplosioni di manipura. Il colore è verde e il suo simbolo è la gazzella.  Ciò che  possiamo  conquistare  è  la  forza,  l'efficienza  e  la  leggerezza  della  sostanza  psichica,  del pensiero e del sentimento.  

In  Vishuddha  chakra  siamo  oltre  i  quattro  elementi necessari  alla  sopravvivenza  umana:  è  un nuovo  stato,  più  cosciente.  Siamo  nel  pensiero  astratto.  Il  quinto  chakra  è  l'idea  della trasformazione  della  materia  grossolana  nella  materia  sottile:  è  la  sublimazione  dell'uomo.   Ora  Purusha  è  il  centro delle  cose,  è  l'essenza psichica,  la  sostanza  delle   cose,  non  una  speculazione  mentale  ma un'esperienza. Il colore è  il  blu  e  il  simbolo  è  nuovamente  l'elefante. In  Vishuddha;  l'insormontabile  forza della  realtà  non  è  più  sostenuta  dall'esperienza  della  materia  ma  da  quella  psichica.  

Il chakra  Ajna non è rappresentato da nessun  animale  e  questo  significa  che comprendiamo  che ogni albero, ogni pietra, ogni respiro, ogni coda di topo è il nostro SÈ; non esiste niente che non sia  in  noi. Il  nostro  sesto  chakra  è  un  raggio  di  luce  catturato  e  imprigionato  nel  mondo.  Il distacco dalle passioni è la liberazione da tamas e  rajas, è un'esperienza psichica. Ciò che prima era  dolore  non  lo  è  più  e  si  osserva  la  tensione  degli  opposti  senza  agitazione.  Non  si  diventa apatici  ma  liberi. Ajna chakra è Dio; è espressione piena e manifesta del non-ego. In questo stato di energia riconosciamo di essere solo  psiche e il non-ego in cui ci annulliamo. Ajna chakra  è  oltre  ogni  soglia, in questo stadio un  essere  umano crea  una nuova forma di se stesso. 

In sahasrara chakra avviene l'unione di Shakti e Shiva, gli opposti si uniscono secondo la filosofia tantrica e si realizza il viaggio di kundalini. È una trascendenza ed è avvicinabile soltanto come concetto  filosofico  o come  esperienza  energetica  per  la  quale  non  esiste  modalità  di  approccio ed  è  oltre  ogni  immaginabile  descrizione  perché  comprendiamo  che  tra  il  SÈ  e  Dio  non  esiste alcuna differenza. Non c'è più nulla, neanche Dio: solo Brahman. È il samadhi, il nirvana. "I  chakra  sono  simboli  del  livello  della  coscienza umana  ed  io  credo  che  lo  studio  di  questi simboli  dello  yoga  tantrico  può  aiutarci  nello  studio  della  psiche  umana  se  lavoriamo  unendo differenti mondi. Lasciatemi dire che lo yoga arriva dall'alto."

Articolo preso dal sito https://www.yogajap.com/ 

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...