Christophe André, è un psichiatra francese, è stato uno dei primi a introdurre in Francia, l'uso della meditazione nella psicoterapia. E' un grande amico di Matthieu Ricard (monaco buddhista e per molti anni traduttore del Dalai Lama) con il quale è stato coautore di diversi libri. In questa intervista, che puoi trovare al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=isbgREIuiF4 , parla della sua visione del buddhismo e quello che il buddhismo apporta all'essere umano e alla medicina.
Il Buddhismo è, per Christophè Andrè, una fonte di ispirazione continua; quello che colpisce in questa filosofia è la pace interiore, la benevolenza verso gli altri, la ricerca della saggezza che nel cristianesimo è sostituita dalla fede. Sottolinea anche, la differenza tra cristianesimo e buddhismo nel loro rapporto con la sofferenza. La sofferenza nel cristianesimo ci permette di essere più vicini a Dio, mentre per il buddhismo, aiuta gli umani a comprendere la natura della sofferenza e come andare oltre.
Per un medico è difficile accettare questo concetto cristiano della sofferenza, ed è più facile relazionarsi con il Buddha che con Gèsù. Gesù è una specie di super eroe che impone le mani e fa miracoli, Gesù ha un lato inquietante predicando "lasciate tutto, seguitemi, credete in me ..." e bisogna veramente avere una fede enorme per seguirlo. Buddha invece è più rassicurante, utilizzava il metodo sperimentale, predicava che solo applicandosi in maniera costante e ripetitiva si possono fare progressi come essere umano.
Christophe André, durante l'intervista dichiara di praticare regolarmente e dice "sarebbe il colmo parlare di meditazione senza praticarla, pratico per 20-30 minuti il mattino, più i minuti di pausa durante il giorno, in più faccio attività di piena coscienza come marciare, ascoltare qualcuno". Dice di essere lontano dai grandi meditanti come Mathieu Ricard e i monaci tibetani che meditano ore e ore ogni giorno, ma in ogni caso le ricerche dimostrano che, dopo qualche decine di ore di meditazione, comincia a succedere qualcosa, in quello che percepiamo, quello che comprendiamo, nel funzionamento della nostra mente e delle nostre emozioni, ed è un piccolo messaggi di speranza. In questo caso la meditazione va ad impregnare la nostra maniera di essere e fare.
Dichiara: "Sono un ansioso con tendenze depressive, dovute ad una serie di fattori genetici e biografici, e per questo che ho scelto di essere psichiatra; tutto quello che ho proposto ai miei pazienti l'ho applicato su me stesso. Quale che siano le angosce che ci abitano, dobbiamo restare in un'attitudine contemplativa di piena coscienza, di piena presenza, e restare là, fino a quando non passano".
"Mi ha aiutato molto nel mestiere di medico la meditazione, per migliorare l'attenzione e la presenza a noi stessi e agli altri. Mi ha fatto diventare un medico migliore, perchè mi ha permesso di migliorare le mie facoltà di ascolto del paziente, anche alcuni concetti come l'impermanenza, la vacuità ultima dei fenomeni e la loro interdipendenza, mi hanno aiutato nella pratica psicoterapeutica".
Christophe André illustra in questo modo la mindfulness: La meditazione di piena coscienza consiste nel portare l'attenzione al momento presente, non fare altro che essere là, in mezzo alla natura è più facile. E' caratterizzata da:
- approccio laico,
- approccio validato da numerosi scienziati,
- è il tipo di meditazione più semplice. Anche se semplice è molto importante.
Poi parla, durante l'intervista della spiritualità e della religione. Per il Dalai Lama la spiritualità è un bisogno fondamentale dell'essere umano. La religione è un modo di vivere la spiritualità in forma codificata. Attraverso la piena coscienza i credenti riscoprono la loro dimensione meditativa.
La meditazione può aiutare a ridurre l'ansia e lo stress che aggravano le malattie e creano fragilità, i problemi di ansietà e depressione in stati moderati. Gli esercizi di yoga hanno gli stessi effetti e sono più rassicuranti per alcuni pazienti. Importante nella meditazione è l'osservanza, meditazione significa guarire, dare un medicinale che funziona però, solo se l'assorbi ogni giorno.
Il problema più grande dei nuovi praticanti è la regolarità. Tutti i praticanti laici immersi nella vita quotidiana incontrano problemi di continuità. Ciò è normale, come è normale che in alcuni periodi della nostra vita meditiamo di meno. Importante è conservare il rapporto con la meditazione, anche magari attraverso delle pratiche informali durante la giornata nei momenti di attesa. In quei momenti di attesa cerchiamo di sentire cosa stiamo vivendo, cosa proviamo in quegli istanti.
Tutte le religioni hanno incoraggiato a rispettare la natura. Nel Buddhismo è difficile stabilire la differenza tra noi e la natura, tra noi e l'altro, la meditazione ci rende consapevoli che siamo solo un piccolo pezzo di questa natura, da questa veniamo e a questa ritorniamo, con la meditazione stabiliamo un'appartenenza al mondo che ci circonda.
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