sabato 19 marzo 2022

Lo zen (1) - Alan W. Watts

 In questo testo  Lo zen. Un modo di vita, lavoro e arte in estremo Oriente, Alan Watts illustra che cosa è lo zen, un cammino spirituale che non richiede teorizzazione, dottrina o formalità, ma si basa sulla pratica personale e sull'esperienza diretta della realtà. 

 La concentrazione, l'economia di forza, la mente controllata nell'affrontare gli eventi della vita, sono i punti fondamentali dello zen. Questa filosofia orientale contiene al suo interno la quiete del culto del tè, la vita semplice a contatto con la natura, ma anche la forza quando si esprime nelle arti marziali come lo Ju-Jutsu o il Kenjutsu, che pure hanno una loro calma di fondo. Quest'opera di Alan Watts è stata una delle prime ad introdurre al vero spirito del buddhismo zen, ormai molto diffuso in Occidente e che si è rivelato stimolante non solo per rivivificare il nostro mondo culturale, ma anche per proporre all'individuo un itinerario di trasformazione dei rapporti umani.

 Ci sono poche testi che cercano di esporre in maniera organica gli insegnamenti dello zen. I maestri zen si caratterizzano per esprimere saggezza nel completo disdegno della logica ed i loro insegnamenti sono costellati da storie completemente paradossali. Cercano di andare al di là delle parole per penetrare la vera realtà. Del resto anche il Buddha non descrisse mai l'illuminazione, ma si limitò semplicemente a descrivere la via e purtroppo molti dei suoi fedeli si sono limitati ad osservare il dito, piuttosto che andare verso il luogo che indicava. 

La parola zen in giapponese, deriva dal cinese ch'an, che è la traduzione di dhyana in sanscito che vuol dire meditazione. Ciò vuol dire arrivare ad elevati stati di coscienza, che nello yoga si raggiunge in isolamento, mentre nello zen attraverso un lavoro quotidiano. Quindi la parola zen significa illuminazione, ed include anche la via per raggiungerla. Lo zen fu portato in Cina da Boddhidarma e fu trasmesso in modo diretto, da maestro a discepolo e bisogna precisare che nessun insegnamento del Buddha fu riportato per iscritto fino a 150 anni dopo la sua morte. Il buddhismo Theravada o Hinayama (la via degli antichi) accetta solo la versione Pali conosciuta come Tipitaka (i tre canestri). Mentre il buddhismo Mahayana accetta la versione in sanscrito che è stata più volte elaborata e modificata. Il Mahayana si diversifica in vari modi che vanno dal ritualismo tibetano alla semplicità dello zen giapponese. L'insegnamento buddhista propone all'essere umano il percorso che porta dal dolore al Nirvana, all'estinzione dell'egocentrismo e del dolore, passando per il riconoscimento dell'illusione dell'io, e l'applicazione della compassione (karuna).  L'Hinayana nega l'esistenza di un io, tutti gli esseri umani sono anatta (senza io) e anicca (senza continuità) mentre il Mahayana trova l'io nell'interrelazione delle cose e disegna il concetto di vuoto (sunyata) che è completamente diverso dal nulla.  Nel Mahayana una volta arrivati all'illuminazione ci si trasforma in bodhisattva e si cerca di aiutare gli altri esseri umani ad uscire dal ciclo del samsara (rinascite). Lo zen proclamò che nirvana e samsara sono la stessa cosa, il nirvana è qui e ora in mezzo al samsara.

Bodhidarma, questo vecchio scontroso che portò lo zen in Giappone, era portatore di una saggezza non esprimibile a parole, ed influenzò la cultura giapponese più di qualsiasi altro fattore, C'è una grande affinità tra il taoismo e lo zen in quanto entrambi, non prendono troppo sul serio il mondo oggettivo, e si fanno beffe dell'intelletto e del convenzionalismo. Lao Tzu, il supposto fondatore del taoismo, sembra sia stato contemporaneo del Buddha. Nello zen c'è molta ironia e spesso anche i maestri zen sono ritratti come piccoli uomini, grassi, calvi e piegati su un bastone. E in quelle piccole creature si manifesta la sublime natura-Buddha. I maestri zen non volevano saperne di concetti, perchè pensavano che il concetto creava una barriera con le cose stesse, e pensare alle cose che sono in continuo movimento, è un modo per perderle. Anche in questo si avvicinano al taoismo, il cui motto è "Il Tao che si può definire a parole non è il vero Tao". Dopo la morte di Bodhidarma, segui una serie di cinque patriarchi, l'ultimo dei quali fu Hui Neng, e fu lui a pronunciare Il sutra del sesto patriarca. L'unico sutra pronunciato da un cinese (gli altri sono stati tutti attribuiti al Buddha) in cui viene spiegato, tramite un racconto, di come Hui Neng arrivò a comprendere lo zen. Il metodo proposto fu quello della comprensione improvvisa, anzichè graduale. L'insegnamento dello zen espresso in questi versi:            "Il corpo è simile all'albero del bodhi, e la mente a un limpido specchio; Con cura lo ripuliamo di ora in ora, per timore che sopra vi cada la polvere"  

fu trasformato in questo modo:  "Non c'è nè albero del bodhi, nè un limpido specchio, poichè in realtà tutto è vuoto, su che cosa può cadere la polvere?"

Con il sesto patriarca lo zen raggiunse l'apice della popolarità, e fondeva l'imperturbabile serenità ed austerità del buddhismo con la fluidità, il gusto per l'imperfetto e l'incompleto del taoismo. Intorno al 1270 cominciò a prendere vita in Cina un'altra forma di buddhsimo, il culto di Amitabha (infinita luce), il Buddha che aveva promesso di guidare gli esseri umani al Nirvana. Oggi è la forma più diffusa di buddhismo Mahayana in Cina e Giappone. Nell'estremo Oriente abbiamo due scuole principali chiamate in giapponese Jiriki (potere proprio)  e Tariki  (potere altrui). I seguaci per raggiungere la saggezza contavano rispettivamente sui propri mezzi (lo zen) o sulla misericordia del bodhisattva.

Quando lo zen comincio a perdere consensi in Cina a favore del culto di Amitabha si trasferi in Giappone con Ei-sai nel 1911 e divenne la religione dei samurai (la classe guerriera) ed ebbe un profondo impatto sulla cultura giapponese.

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L'inglese Alan W. Watts (1915-1973), è stato uno dei massimi esperti di teologia e  filosofia orientale, in particolare dello zen buddhista, e di religioni comparate. Ha insegnato alle università di Cambridge, Cornell, e delle Hawaii. Ha scritto diversi libri di filosofia e psicologia della religione.

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