mercoledì 26 ottobre 2022

Il termine "tantrismo" e il Kama sutra

Il termine "tantrismo" è un'invenzione europea del XIX secolo non presente in alcuna lingua asiatica; fu introdotto dagli indologi del XIX secolo, con una conoscenza limitata dell'India e in base alla quale il tantrismo sarebbe una pratica particolare, insolita e minoritaria in contrasto con le tradizioni indiane.. 

Il tantra è un sistema che permette di raggiungere il sovrannaturale attraverso la quotidianità alimentando il divino all'interno, è l'unione simultanea del maschile-femminile e dello spirito-materia, ed ha l'obiettivo di realizzare lo stato primitivo della non-dualità. Il termine "tantrika" indica la letteratura parallela e indipendente dal corpus vedico. I percorsi Vedico e non Vedico (Tantrico) sono visti come due diversi approcci alla realtà, l'approccio Vedico è basato sul Brahman e il Tantrika è basato sui testi non-vedici di Āgama. Nonostante il tentativo di Kulluka Bhatta di chiarire, in realtà sia indù che buddisti hanno messo insieme idee provenienti da tutte le fonti, vediche e non vediche.  

Una delle differenze chiave tra le tradizioni tantriche e non tantriche – che si tratti di buddismo ortodosso, induismo o giainismo – è la loro ipotesi sul bisogno di vita monastica o ascetica. Le non-tantrika, o tradizioni ortodosse in tutte e tre le principali religioni antiche indiane, ritengono che la vita mondana di un capofamiglia sia guidata da desideri e avidità che rappresentano un serio impedimento alla liberazione spirituale (moksha, nirvana, kaivalya). Queste tradizioni ortodosse insegnano la rinuncia alla vita famigliare, per seguire una vita semplice lasciando tutti gli attaccamenti e diventare un monaco o una monaca. Al contrario, le tradizioni del tantrika sostengono che sia l'illuminazione, sia il successo mondano, sono concretamente realizzabili e che questo mondo non ha bisogno di essere evitato per raggiungere l'illuminazione.

Le prime pratiche tantriche nella storia indiana sono attribuite ai Kapalika (letteralmente, "uomini del teschio"). Le fonti sono tuttavia carenti e poco chiare. Le informazioni storiche sono principalmente costituite da citazioni approssimative nei testi buddista, indù e giainista del I° millennio dC.   Nel "Gatha-saptasati" di Hāla (composto nel V secolo dC), ad esempio, si scrive delle gesta tantriche di una donna. Una delle storie più note è quella secondo la quale la Kapalika usò spalmarsi addosso le ceneri del proprio amante, in seguito alla morte ed alla cremazione. Le stesse pratiche vengono poi citate nell'induismo di Shiva e nel buddhismo Vajrayana. Alcuni testi indicano che il buddhismo tantrico probabilmente fiorì nel VII secolo dC. Tuttavia le Matrikas, o feroci dee madri, che in seguito si legarono strettamente alle pratiche del tantra, comparirono sia nelle arti che nella letteratura buddista e indù tra il VII e il X secolo.

I principali testi tantrici vennero scritti dal X secolo, in particolare in Kashmir, Nepal e Bengala. Entro il X o XI secolo, i testi tantrici vennero tradotti nelle lingue regionali come il tamil, e le pratiche tantriche si diffusero in tutta l'Asia Meridionale. Il tantrismo si diffuse ulteriormente con la trasmissione della via della seta fino al buddhismo nell'Asia Orientale e Sud-Orientale e influenzò anche la tradizione Bön del Tibet.

Molti chiamano il tantra “un modo femminile di fare l’amore”. In sanscrito “tantra” significa “metodo per ampliare la consapevolezza”. Tutte e due le definizioni hanno il loro pregio, ma la seconda dà  senso alla prima. Anche se praticando le tecniche tantriche diventiamo dei migliori amanti, questo non è l’obiettivo principale, ma, piuttosto, un piacevole effetto collaterale. Il tantra nacque intorno al  2000 a.C. nella valle dell’Indù fra gli Harappei, un popolo di matrice matriarcale, che avevano una vera e propria cultura del piacere: il lussuoso letto della padrona di casa stava nel salotto ed era lì che la donna festeggiava l’atto amoroso con l’uomo che aveva scelto. Il rapporto con la sessualità era molto cosciente, rilassato, naturale e fare l’amore era un atto sacro. 

Nei secoli successivi, carichi di repressione sessuale, il tantra sopravvisse in alcuni ashram indiani segreti e in alcune linee del buddhismo tibetano. Arrivato in Occidente, trovò un terreno culturale fertile grazie alla rivoluzione sessuale e all’emancipazione della donna.  Oggi si riscontra sempre più interesse per questa pratica proprio perché unisce i tre desideri umani più profondi: quello di fare sesso, quello di amare e quello di essere veramente se stessi. La via tantrica proposta in Occidente comprende tre passaggi:

  • 1. Liberare la propria energia sessuale.  Non in senso di sesso sfrenato, ma in senso affettivo: sentirsi a proprio agio, ricollegare cuore e sesso, rilassarsi nell’atto amoroso e goderselo fino in fondo, distanziarsi dai tanti ideali che si ha in testa (il supermaschio, la donna sempre bella), ritrovare il piacere nel tempio del proprio corpo, coltivare una comunicazione intima col partner, abbandonarsi alle sensazioni più intime e condividerle in due.
  • 2. Aumentare il piacere.  Sperimentare gli aspetti più  sottili della sessualità, viverla in un modo più sereno e più interiore, provare altre forme di orgasmo, portare l’energia sessuale (la kundalini) nei chakra superiori, arrivare a scambiare le energie tra uomo e donna.
  • 3. Arrivare all'estasi. Ampliare l’orgasmo nel vero e proprio senso che coinvolga pienamente la mente e il corpo energetico per arrivare al centro, alla vacuità, alla piena consapevolezza, alla beatitudine. Avviene il cosiddetto matrimonio interiore ossia l’uomo sperimenta la parte femminile in sé e la donna la parte maschile in sé. Ognuno si apre completamente all’energia dell’altro e si lascia impregnare fino ad arrivare ai limiti del proprio sistema corpo-mente,  al di là della coscienza ordinaria. Nel tantra si vive la sessualità in modo più interiore, si combinano sesso, amore e meditazione, si rivolge il faro della consapevolezza verso l’interno e non verso l’esterno, si scende nella profondità dell'anima, si viaggia nei territori della psiche umana, dove la donna solitamente ha più dimestichezza. Perciò è la donna che assume la guida nell’atto tantrico.

Il Tantra è una tecnica esoterica di trasformazione interiore, di valenza evolutiva e trascendentale, che prevede l'unione di energia maschile e femminile come presupposto per ottenere la sublimazione di se stessi nella Totalita, per estinguersi nel Tutto. In tempi più recenti, specie in Occidente, è stata utilizzata anche come terapia sessuale per coppie in difficoltà. 

Il Kāma Sūtra è un antico testo indiano sul comportamento sessuale umano, ampiamente considerato come l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull'amore. Il Kama sutra (letteralmente, “Massime sull’amore”) è considerato di solito un compendio di posizioni per fare sesso. In realtà è uno dei testi più importanti della poesia sanscrita, anche se non l’unico. Ci sono infatti, tra gli altri, il Kuttani mata (Consigli di una cortigiana) attribuito a Damodara Gupta, ministro di un re del Kashmir verso la fine dell’VIII secolo, e il Samaya matrika (La perfetta cortigiana) del poeta Kshemendra (XI secolo).

Il Kama sutra fu scritto tra il I e il VI secolo da un certo Vatsyayana. L’autore, però, si limitò probabilmente a elaborare e riunire opere diverse, tramandate oralmente. I testi che entrarono a far parte della raccolta risalgono infatti a epoche precedenti e appartenevano a sutre (cioè massime filosofiche) dedicate alla politica, al comportamento e alla spiritualità. A differenza dei Tantra, il Kama sutra non è un testo sacro, né esoterico. La sua lettura non richiede quindi la guida di un guru. E nel testo non vi è alcun riferimento al tantrismo, con il quale viene spesso confuso. Lo scopo del trattato è insegnare agli uomini e alle donne come comportarsi davanti al desiderio sessuale (kama) per garantirsi una vita sentimentale felice.

L’amore e il piacere sessuale (kama), nella cultura indiana, rappresentano quindi una componente fondamentale del trivarga, la “triade dei valori”: la legge che non si può violare e il rispetto della religione (dharma), le attività della vita pratica e della politica (artha) e, appunto, l’amore. I tre fini dell'esistenza umana che, armonicamente contemperati e convenientemente perseguiti, conducono alla liberazione (mokṣa) dalle rinascite e dal dolore dell'esistenza. Ecco perché nel Kama sutra le relazioni tra i sessi sono analizzate a 360 gradi. Vi si parla di principi etici, si spiega come corteggiare una donna e come vivere in matrimonio con lei.  Solo una sezione è dedicata alle tecniche amatorie. Vatsyayana ne descrisse 64: otto modi di fare l’amore, moltiplicati per otto posizioni. Uomini e donne vengono chiamati con nomi di animali: lepri, tori, cavalli, daini, puledre ed elefanti. La differenza è evidenziata dalla forza del desiderio, l’intensità, la passione e la durata del rapporto.

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