Frasi prese dal libro Pour une vie reussite - di Arnaud Desjardins. Questo libro è un omaggio al suo maestro swami Prajnanpad..
Arnaud Desjardins (1925-2011) ha sempre cercato la conoscenza, 10 anni di lavoro sul Sè con i gruppi di Gurdjeff, 15 anni di viaggi in Asia a studiare con maestri indiani e tibetani, zen, sufi senza mai rinnegare la sua fede cristiana.
Noi siamo più pronti ad abbandonare questa terra se noi abbiamo approfittato del nutrimento terrestre, una morte riuscita è il coronamento di una vita riuscita, che è una vita felice, completa che deriva più da ciò che siamo che da ciò che abbiamo. Spesso le nostre frustazioni profonde, latenti o manifeste, derivano da fallimenti amorosi, dalla nostra incapacita di dare e ricevere amore. Forse anche per questo Thich Nhat Hanh ha inventato la meditazione dell’abbraccio che è una combinazione di Oriente e di Occidente. Praticarla significa abbracciare sul serio la persona che state abbracciando, significa rendere molto reale la persona che avete fra le braccia: non è un abbraccio di convenienza, tanto per salvare le apparenze, una manata sulla spalla dell’altro per fare finta di esserci, ma è respirare consapevolmente e abbracciare l’altro con tutto il corpo, con tutto lo spirito, con tutto il cuore. La meditazione dell’abbraccio è una pratica di consapevolezza. «Inspirando, so che questa persona cara è viva fra le mie braccia. Espirando, mi è tanto preziosa». Se respirate profondamente in questo modo, tenendo fra le braccia la persona a cui volete bene, l’energia della cura, dell’amore e della consapevolezza penetrerà in lei e la nutrirà e la farà rifiorire.
Se il mentale degli esseri umani è complesso, complicato a volte, la vita è semplice, L'amore in tutte le sue manifestazioni, è la legge fondamentale, la legge universale, a cui nemmeno i monaci o monache sfuggono. La scelta è semplice o una vita amorosa riuscita, o un'ascesi vivificante (un distacco totale dal mondo) o la nevrosi. Leggere non ci impedisce di parlare di vita riuscita. Molte persone interessate alle dottrine esoteriche o a percorsi spirituali, aspirano alla realizzazione e ad elevati stati di coscienza, dimenticando che è la normalità che gli manca. Meglio amare; E' la semplicità di una vita di coppia riuscita che fa una vita riuscita. L'appagamento sentimentale riguarda soprattutto l'essere umano nella sua totalità: corpo, testa e cuore. Un essere umano chiamato a ricevere, e dare e a trascendere tutte le dualità.
Arnaud incontra swami Prajnanpad, nel 1965, era già stato diverse volte in India a partire dal 1959, in Tibet dal 1964 dove aveva incontrato uno dei suoi maestri Ma Anandamayi, e da 16 anni praticava yoga, aveva letto libri di René Guenon (uno scrittore, filosofo, esoterista, intellettuale francese convertitosi all'Islam) . Quando arrivò al suo ashram si aspettava una iniziazione e un mantra, che erano gli elementi importanti utilizzati da un maestro per riconoscere un discepolo. Ma visto che questo non avvenne gli chiese una formula o una frase che riassumesse il suo insegnamento. Prima che Arnaud Desjardin lasciò l'ashram swami Prajnanpad gli disse "Be happy, Arnaud" ossia "Siate felice, Arnaud". Desjardin in quel momento della sua vita non era particolarmente scontento, la sua vita professionale andava bene, era appassionato dei lunghi viaggi in Asia per girare dei film, ma la frase lo fece piangere, sopraffatto dall'emozione nel constatare a che punto, fondamentalmente, era incapace di essere felice. Non aveva mai pensato ad una vita spirituale così semplice e diretta. Aveva aspirato a raggiungere stati superiori di coscienza, il samadhi, ed era arrivato ad avere delle straordinarie ma brevi esperienze con il suo maestro Anandamayi. Per la prima volta era presente a se stesso, cosciente, e a quella frase inattesa, per la prima volta, prese bruscamente coscienza che non era felice, e che era stato incapace di esserlo veramente fino a quel momento. Adesso aveva capito quale era il vero scopo della spiritualità ed era così talmente semplice: "Essere felici!" E' il più terribile di tutti i comandamenti. Un bambino veramente ben educato sarà un bambino felice. Fino a quel momento aveva pensato che una persona che si dedicava alla spiritualità doveva cercare di essere vigilante, di meditare, di unificare le sue diverse tendenze, le sue energie latenti.
Lo swami aveva capito che Arnaud era infelice. In effetti tutto quello che lo faceva felice in quel periodo erano i film che girava in Oriente e la sicura situazione economica. Si trattava di una felicità fragile e vulnerabile, che poteva essere minacciata da qualsiasi evento imprevisto. "Be happy!" da quel giorno è diventato lo scopo dell'esistenza di Arnaud Desjardins, Fino a quel momento aveva cercato di sfuggire a quelle riflessioni dicendosi che non era uno scopo abbastanza elevato. Era preso dalla paura dallo stereotipo dell'imbecille felice. E' impossibile intraprendere una via spirituale eludendo questa domanda. La ricerca della felicità e del benessere oggi è inflazionata ed è proposta in tutte le salse, e sembra quasi impossibile essere intelligenti e felici. Ma c'è un'enorme differenza tra il volatile attimo di benessere e la felicità profonda e radicata. La verità è che l'ego è incapace di essere felice. L'ego vuole essere saggio, meditare, avere esperienze trascendentali, vuole arrivare ad un obiettivo anche nel campo della spiritualità. Essere felici non può essere capito dall'ego. Dobbiamo disfarci del nostro ego. Questo è il primo passo per avere una benessere stabile ed una felicità imperturbabile di fronte agli eventi della vita.
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