mercoledì 17 maggio 2023

Simone de Beauvoir – La femme rompue. L’âge de discrétion.

La femme rompue - Una donna spezzata è una raccolta di racconti del 1967 di Simone de Beauvoir. Dal primo racconto la RAI ha tratto uno sceneggiato, trasmesso nel 1989. Simone de Beauvoirè (1908-1986) stata una scrittrice, saggista, filosofa, insegnante e femminista francese, importante esponente dell'esistenzialismo. E' stata legata sentimentalmente a Sartre.

Ne L'età della discrezione, la protagonista è un'intellettuale di sessant'anni. All'inizio si mostra come una donna sicura di sé e con forti convinzioni. Tuttavia, diventa sempre meno sicura di sé quando incontra difficoltà nella sfera familiare e professionale. Sente di non poter comunicare con il marito come prima e si sente tradita quando il figlio sceglie una strada contraria ai suoi desideri. Anche nella vita professionale sente il fallimento del suo ultimo libro. Quando si avvicina alla vecchiaia, è portata a mettere in discussione la sua vita per il suo futuro di donna anziana.  

Il romanzo parla di una coppia di una certa età che si rapporta con l’inizio della vecchiaia e il cambiamento del loro rapporto, sottoposto all’usura del tempo.  La coppia ha un figlio Philippe, che ha abbandonato gli ideali di un tempo, lei è una scrittrice di successo in crisi di creatività e lui, André, lavora in una rivista, e continua a lavorare sapendo già di aver espresso negli anni passati tutte le sue potenzialità.

 La protagonista si racconta: Quante volte siamo stati seduti a questa piccola tavola davanti a delle tazze di tè caldo? E di nuovo domani, il prossimo anno, i prossimi dieci anni. Abbiamo trenta anni o sessanta?

I capelli di André sono imbiancati, la pelle si è indurita, ma il sorriso della bocca e dei suoi occhi hanno conservato la luce. Malgrado le foto della gioventù, il mio sguardo non gli assegna un’età. Una lunga vita di risate, di lacrime, di collera, di strette, di silenzi, di slanci e sembra che il tempo non è mai passato. L’avvenire si estende all’infinito.

Non potrei vivere senza scrittura. Adolescente, i libri mi hanno salvato dalla disperazione, questo mi ha convinto che la cultura è il più alto valore, e non sono in grado di considerare questa convinzione con occhio critico.

Meno mi riconosco nel mio corpo, più mi sento obbligata ad occuparmene. E’ a mio carico e lo curo con una devozione annoiata, come un vecchio amico un po’ in disgrazia, un po’ diminuito che avrebbe bisogno di me. 

La protagonista comincia  parlare dei primi segnali della crisi di coppia in atto.

E la nostra rottura è ben più definitiva di quello che avevo supposto. Non parteciperò ai suoi lavori, non avremo più gli stessi interessi. Questo legame che crea in una coppia il benessere fisico, io ho tendenza a sottostimarne l’importanza. La sessualità per me non esiste più. Chiamavo serenità questa indifferenza, improvvisamente ho compreso diversamente; è una infermità, è una perdita di senso, mi rende cieca ai bisogni, ai dolori, alle gioie di quelli che la posseggono.

Per me conoscere, scoprire, era una mania, una passione, o anche una specie di nevrosi, senza alcun giustificativo morale, ma non ho mai pensato che tutti dovessero imitarmi. Quando si ama qualcuno, bisogna dargli credito e possibilità di esprimersi.

Philippe (il figlio della protagonista) aveva capito che il negativismo della sinistra non l’avrebbe portato a niente, allora ha deciso di cambiare, voleva essere nella corsa, aver presa sul mondo, agire, costruire.

La mia rabbia contro Philippe mi è famigliare, mi ci riconosco. Ma, con André (il marito), quando raramente, mi metto in collera contro di lui, la rabbia si trasforma in un tornado che mi porta a migliaia di chilometri da lui e mette me stessa in una solitudine nello stesso tempo, bruciante e gelata.

E allora, mi domandavo, Non ci separeremo, solitari, continueremo a vivere a fianco a fianco. Io mi immergerò nei miei dolori e in questa tristezza che non volevo dimenticare.

Le pantofole, la pipa, non mi emozionavano più, non mi evocavano un caro assente, no, adesso non erano altro che il prolungamento di questo straniero che abitava sotto il mio  stesso tetto. Atroce contraddizione della collera nata dall’amore e che uccide l’amore.

La verità è che era cambiato, invecchiato non dava più tanta importanza alle cose.

Nella mia giovinezza, mi hanno talmente dato torto, l’avere ragione mi è costato molto, che adesso mi ripugna mettermi in discussioni e auto-criticarmi.

Lui spesso mi chiedeva: Vuoi continuare a lungo a fare il muso? Ho paura di sì. Hai torto, è sproporzionato per quello che è successo. Comprendo la tua reazione, ma non dimenticarti quello che siamo l’uno per l’altro, spero che non continuerai a portarmi del rancore.

Avevo torto a mettermi in collera per una sciocchezza, sono stata sempre collerica. Bisogna che faccia attenzione,  Ho sorriso debolmente, lui si è avvicinato, mi ha passato un braccio intorno alle mie spalle, mi sono abbracciata a lui, e ho pianto dolcemente. Che rilassamento! E’ così stancante di detestare qualcuno che si ama. Questo temporale era stato troppo breve per poter cambiare qualcosa tra di noi: ma non era il segno che da qualche tempo – quando?  Impercettibilmente qualcosa era cambiata.

Ci erano state dei litigi nella nostra vita, ma per ragioni serie, come ad esempio l’educazione di nostro figlio. Si trattava di veri conflitti che finivano nella violenza, ma velocemente e definitivamente.  Questa volta era stato del fumo senza fuoco, e a causa della sua inconsistenza, dopo due giorni non si era ancora dissipato.  Bisogna dire che tempo addietro, noi avevamo a letto delle riconciliazioni focose, nel desiderio e nel  piacere; ci ritrovavamo in faccia l’uno all’altro nuovi e gioiosi: Ora siamo sprovvisti di questa soluzione.

E’ piacevole avere dietro di sé un lungo passato, dà dello spessore al presente. Siamo d’accordo su diversi punti ma non su questo: io non vedo cosa si perde nell’invecchiare. Si perde la giovinezza, il fuoco che permette di amare e creare. Quando hai perduto questo, hai perduto tutto. Bachelard ha scritto: “i grandi sapienti sono utili alla scienza nella prima metà della loro vita, inutili nella seconda. Mi ritengo un sapiente, quindi quello che posso fare adesso è cercare di non nuocere”.

Durante la giornata sentivo che tutti e due eravamo delusi e lontani l’uno dall’altro, mi sembrava che non riuscissimo più a parlarci, Non sarà vero quello che raccontano sulla non-comunicazione? Come l’avevo portato nella collera, noi eravamo votati alla solitudine e al silenzio?

André aveva voluto liberarsi di me?  Dopo il primo stupore mi sono sentita leggera, la vita a due esige che si decida insieme: a che ora si mangia, cosa vuoi mangiare, ecc,  I progetti si formulano insieme. Nella solitudine, gli atti si compiono senza premeditazione, ed è molto più riposante.

Le tue parole mi uccidono, non mi sono mai domandato se ti stimavo o no, se tu farai delle stupidaggini ti amerei lo stesso. Per te l’amore, bisogna meritarselo. Ho cercato di meritarmelo, ho rinunciato a tanti miei interessi che tu ritenevi dei capricci. Li ho sacrificati per farti piacere. La prima volta che non rinuncio tu ti arrabbi con me.  Mi domandavo come si può riuscire ancora a vivere quando non si spera più niente sa sé stessi.

Guardavo con pietà i vecchi professori con i capelli grigi. E hop! Sono diventata un vecchio professore, e poi la porta del liceo si è richiusa. Durante questi anni le mie classi mi hanno dato l’illusione di non cambiare di età: ad ogni inizio scolastico li ritrovavo ancora giovani, e sposavo questa immobilità. Nell’oceano del tempo, ero una roccia battuta dalle onde sempre nuove e che non si muove e non si deteriora. E improvvisamente la corrente mi porta via, e mi trascinerà fino a alla morte, Non apprendevo più niente che non sapevo già. “Che povertà il deserto del passato” diceva Chateaubriand.

Mi ha mai amato come io lo amavo? All’inizio, penso di sì, o piuttosto la domanda non si poneva, a nessuno dei due, ci intendevamo cosi bene! Ma quando il suo lavoro a cominciato a non soddisfarlo più, si è accorto che il nostro amore  non lo soddisfaceva più? Ne è rimasto deluso?

Penso che mi considera come una invariante, la cui scomparsa lo destabilizzerebbe, ma che non modificherebbe il suo destino, la partita si gioca altrove. Allora anche la mia comprensione, non gli avrebbe apportato molto. Un’altra donna potrebbe dargli qualcosa di più? La barriera tra di noi, chi l’ha costruita?  Lui, io, noi? C’era una possibilità di abbatterla? Ero stanca di interrogarmi. Le parole si decomponevano nella mia testa: amore, intesa, disaccordo, c’erano dei rumori privi di senso. Tuttavia sapevo quanto le ore possono lentamente scorrere nella quotidianità. E io amo ancora troppo la vita perché l’idea della morte possa consolarmi.

Quando l’ho incontrato di nuovo era così gioioso e sembrava più giovane che quando eravamo a Parigi. Non gli ero per niente mancata, era visibile. Per quanto tempo avrebbe gioiosamente fatto a meno di me? Mi ha accolto con gesti affettuosi e sorrisi; Ma noi siamo così abituati a parlarci amichevolmente, che né i gesti, né i sorrisi significano qualcosa. Era veramente contento di rivedermi?

Ho sempre rifiutato di considerare la vita come Fitzgerard. “un processo di degradazione”. Pensavo che il mio rapporto con André sarebbe rimasto lo stesso per sempre, che la mia opera non cesserebbe di arricchirsi, che mio figlio Philippe rassomiglierebbe all’uomo che avrei voluto che fosse. Quello che mi dava soprattutto fastidio era che il rapporto tra me e Andrè stava deteriorandosi.

Quando sono andata a casa di mia suocera, ho visto che nonostante l’età le sue facoltà non sono diminuite, ma che cosa succedeva in fondo a lei stessa? Pensava alla morte? Con rassegnazione o con paura? Non osavo domandarglielo.  Quando avrò 80 anni, non gli assomiglierò. Non mi immaginavo di chiamare libertà la mia solitudine e di approfittare di ogni istante. Vedo che la vita andava poco a poco a riprendersi tutto quello che mi aveva dato, e questo processo era già iniziato. Al mio primo incontro con la morte ho pianto molto, poi ho pianto ogni volta di meno, i miei genitori, mio suocero, mia suocera, gli amici, E’ anche questo invecchiare. Tanti morti dietro di te, rimpianti, dimenticati.

Tradita, abbandonata, si, una ferita troppo vivida perché sopporti di parlarne.  Siamo ricaduti nel silenzio. Si instaurerebbe definitivamente tra di noi? Una coppia che continua perché ha iniziato, senza altre ragioni; era questo che noi stavamo per diventare? Passare ancora 15 anni, 20 anni senza interessi condivisi, senza animosità, ma ciascuno nel suo angolo, ripensando al problema, ruminando sulla sconfitta personale,  e una qualsiasi parola diventa vana?

“E’ un peccato che la vita degli uomini sia così triste”, Il tono di Andrè, con cui aveva pronunciato questa frase mi aveva colpito, non era così indifferente come sembrava,  L’ho guardato, ed ho avuto un tale slancio verso di lui che ho avuto improvvisamente una certezza: non saremo mai due stranieri, uno di questi giorni, domani forse, noi ci ritroveremo poiché già il mio cuore l’aveva ritrovato.

Tu pensi veramente che niente conta, oltre che sopprimere la sofferenza. Perché non mi hai detto che hai questi problemi di salute? 

Ci sono delle cose che teniamo per noi

Forse hai torto, è così che si creano dei malintesi.

Non voglio essere un vecchio rompiscatole, Non volevo assillarti, Vecchio è sufficiente, rompiscatole no,

L’ho preso tra le braccia, l’ho serrato contro di me. Avevo ritrovato Andrè che non avevo mai perso e che mai perderò.

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