Il mantra Om Namah Shivaya è uno dei più conosciuti, recitati e, per questo, famosi, il cui significato è il seguente: “Mi inchino con profondo rispetto; salute a te, Shiva!”
(Namah in sanscrito significa abbandonarsi, arrendersi; Shivaya fa riferimento a Shiva, il Dio della dissoluzione, più che della distruzione, è il simbolo della fine e del corrispondente nuovo inizio).
Il mantra dedicato a Shiva è composto da sei sillabe (le più importanti secondo il pensiero filosofico indiano): Om, Na, Mah, Si, Va, Ja.
- Om è la sillaba sacra, il suono originale da cui tutto ebbe inizio.
- Na appresenta la Terra, le radici (che corrispondono alle nostre gambe che supportano il corpo)
- Mah rappresenta l’elemento Acqua, corrispondente allo stomaco e, quindi al mondo manifesto.
- Si è il Fuoco, che troviamo nel nostro corpo nella zona delle spalle, corrisponde anche a Shiva Nataraja, il signore della danza.
- Va è l’elemento Aria, che trova corrispondenza nella zona della bocca.
- Ja, o Ya è lo spazio, il simbolo dell’anima individuale.
Questa che lega le sillabe agli elementi, non è però l’unica interpretazione. Infatti, ne esiste un’altra, collegata alla danza del “Dio Shiva”, la Tandava, dove troviamo un gesto corrispondente ad ogni sillaba.
- Na è il potere della distruzione, simboleggiato dalla mano sinistra che tiene in fuoco.
- Ma invece è lo svelamento, che corrisponde al piede destro che schiaccia la testa del nano simbolo dell’ignoranza, Avidya.
- Si è la creazione, la mano destra che fa suonare il tamburo.
- Va è considerato la grazia, ovvero il piede sinistro, sospeso a mezz’aria, tra cielo e terra.
- Ya corrisponde al mantenimento (Sthiti) mano destra davanti in Abhaya mudra, il gesto che allontana le paure.
Queste sillabe, sono quindi considerate miracolose e permetterebbero di attivare i centri energetici del nostro corpo, in modo da abbandonare tutto ciò che è superfluo e abbracciare la nostra vera identità spirituale.Shiva è il simbolo del ciclo distruzione-rinascita, per fare spazio al nuovo è necessario che il vecchio soccomba. Questo è uno dei tanti insegnamenti dello yoga, legato al non attaccamento (ai beni materiali, al lavoro, alle altre persone). Non attaccamento, però, non significa essere totalmente indifferenti a questi aspetti (lo Yoga ci insegna, anche l’arte dell’attenzione e della cura), ma esprime il concetto di non concedere a niente e nessuno di renderci infelici se una di queste cose ci viene sottratta.
Recitando il mantra Om Namah Shivaya chiediamo a Shiva di eliminare inquietudini, dubbi, distrazioni, ignoranza dal nostro cammino. Shiva, è l’Eternamente benevolo, portatore di felicità. Quindi possiamo recitare i l mantra dedicato a Shiva per liberarci dalle negatività, dalle illusioni e per ritrovare la gioia.
Perché il mantra sia efficace (questo nello specifico, così come qualsiasi altro mantra), non dev’essere recitato in modo sporadico, è infatti necessario per vederne i benefici recitarlo per 30 minuti al giorno, ogni giorno (anche dividendo le recitazioni in 2, 3 momenti) per 42 giorni, senza interruzioni. Se la pratica viene interrotta, sarebbe bene ricominciare da capo.
I benefici della recitazione del mantra sono innumerevoli, a livello fisico:
- – Respirazione diventa calma e profonda
- – Le tensioni diminuiscono
- – Viene stimolato il sistema immunitario (grazie alla respirazione più approfondita, alle cellule arriva più ossigeno)
- – Si verifica una notevole riduzione dello stress
A livello sottile:
- – Aumenta la concentrazione
- – Attiva la produzione di endorfine, quindi ci sentiamo più felici!
- – Riduce rabbia e paura
Per la crescita spirituale:
- – Dissolve il vecchio Karma
- – Aiuta a liberarci dall’attaccamento
- – Porta maggior equilibrio interiore
Quando meditiamo o recitiamo un mantra con passione e grande concentrazione può capitare di ritrovarci a oscillare e a cullarci e questo movimento aiuta anche a lasciare andare lo stress. Ritroviamo quel movimento calmo, rilassante, ritmico tipico del rapporto madre-bambino, che naturalmente ci dona amore, pace, conforto.
Oltre alla recitazione del mantra se vogliamo liberarci da qualcosa di negativo, che sentiamo il bisogno di dover lasciar andare possiamo rinforzare il nostro proposito con un semplice rituale.
Dopo aver purificato l’ambiente bruciando del palo santo o della salvia bianca possiamo scrivere su un foglietto ciò di cui vogliamo liberarci. Andremo poi a bruciare il foglio (in sicurezza) e potremo spargere la cenere nella terra, in giardino o in un vaso.
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