Seconda parte del libro L'essentiel c'est Dieu - Nouveaux rapports de la Science et de la philosophie à l'aube du 21e siècle jusqu'au seuil de la foi chrétienne scritto da Georges Vandamme e pubblicato nel 2011.
Jacques Monod sviluppa una filosofia dell'assurdo basata sulla obiettività della natura, in questo contesto l'uomo scopre la sua totale solitudine e estraneità radicale, è solo nell'immensità indifferente dell'universo da dove è emerso per caso. Il suo destino non è scritto da nessuna parte. Questo materialismo filosofico non-marxista si distingue dal finalismo e dal materialismo marxista.
Francosis Jacob anche lui si rivela materialista e partigiano del caso: "Quello che dimostra la biologia, è che non esiste una entità metafisica che si nasconde dietro la parola vita" E' difficile descrivere l'orientazione della selezione naturale, così le parole progresso, perfezione non possono rappresentarla.
Karl Popper nella sua opera La logica della scoperta s'interroga sul metodo scientifico induttivo, che va dal particolare al generale, dall'esperienza all'ipotesi e alla teoria. Popper preconizza un nuovo metodo che è esattamento l'opposto, il metodo deduttivo che parte da una idea nuova, da un'ipotesi per arrivare a conclusioni logiche (vedi la legge della relatività di Einstein) e verificare se esistono delle relazioni tra di loro. Con questo nuovo approccio però si tolgono le barriere che separano la scienza dalla speculazione metafisica. Il problema è distinguere le scienze empiriche (sperimentali) da una parte e i sistemi matematici e logici (concettuali) dall'altra e di fissare dei confini ben definiti.
Il criterio di demarcazione si situa al livello della confutabilità, una teoria è valida fino a quando non è dimostrato il contrario. Una teoria è considerato confermata fino a quando passa le verifiche e i test con successo. Per questo è importante che la teoria scientifica possa essere sottoposta a dei test. Ne consegue che ogni evento che si produce una sola volta e non può riprodursi non può essere considerato dalla scienza.
Il XX secolo ha messo in discussione le nostre certezze. Con Einstein le due relatività ristrette e generali, il tempo e lo spazio sono confluiti in una entità a quattro dimensioni, con Bohr e i fisici quantisti, la materia è uscita dal campo della nostra prevedibilità, con Hubble l'universo stabile ha fatto posto a un cosmo in espansione la cui storia è cominciato con il mitico Big-bang. Con Godel la logica è stata messa in secondo piano per lasciare il posto all'indicibile, con Crick e Warson il mistero della vita è stato associato al gioco banale delle forze elementari nel cuore della molecola. Ciò ci ha portato ad accettare che non c'è niente di definitivo, soprattutto senza prove decisive. Bisogna abbandonare anche la speranza di capire il Big-bang e l'origine dell'universo perchè rientra nelle ipotesi inverificabili. Anche Dio che per definizione non è un oggetto ma uno Spirito non può essere analizzato con il linguaggio matematico.
E' conferamto da varie teorie che i principi quantici (indeterminismo) hanno la supremazia sui principi della relatività ( determinismo). Il principio di indeterminazione di Heisemberg regola le interazioni tra l'emittente e il ricevente, che sono i soli a condividere la chiave e il messaggio. Se qualcuno prova di decifrare questo messaggio perturba lo stato dei protoni ed è impossibile rinviare una copia del messaggio. I ricercatori hanno battezzato questo teorema di "non-clonaggio quantico". Il principio quantico inizialmente aveva come campo di applicazione la microfisica, potrebbe applicarsi anche alla macro-fisica. Il principio di causalità ha perso il suo carattere assoluto con l'avvento dell'indeterminismo nella microfisica.
Claude Allegre affermava: "La fisica è essenzialmente la scienza che per comprendere la natura del mondo fisico e le sue leggi, usa il linguaggio matematico deduttico". E questi linguaggi non sono sostituibili se si vuole parlare di scienza.
Stephen Hawking scrive nel suo libro Una breve storia del tempo: "Se l'universo ha un inizio (Big-bang) noi potremmo supporre che c'è un creatore. Ma se realmente l'universo si contiene tutto intero, non essendoci nè frontiere, nè bordi, non dovrebbe avere nè inizio, nè fine, dovrebbe semplicemente essere. Che posto resterebbe per un Creatore?"
L'universo dipende dalle quattro leggi fisiche che sono: interazione debole, interazione forte, interazione elettromagnetica, e la relatività generale, esse costitutiscono la base di tutti i fenomeni conosciuti nell'universo.
Secondo Alfred Kastler (nel libro Questa strana materia) in microfisica fotoni, neutroni, protoni, atomi o molecole non possiedono quella che possiamo chiamare "esistenza permanente". La scienza non può conoscere che degli istanti di esistenza e non degli Esseri.
Karl Popper dice: "Bisogna rigettare l'idea di un universo causalmente chiuso ma anche di un universo probabilistico (uscito dal caso). Il nostro universo è parzialmente causale, parzialmente probabilistico e parzialmente aperto. E' Emergente. In ogni momento infinitesimale tutto quello che sembra esistere si trasforma, e riempe così tutte le caratteristiche dell'Essente (ètant). L'essere è la coscienza di esistere, Un essente (ètant) è un essere attuale che diviene tale solo nel momento che pensa di esistere".
Se facciamo riferimento a una nozione metafisica di un Creatore, potremmo dire che l'universo e tutta la creazione sono nella durata e nello spazio l'Essendo dell'Essere Divino" Partecipano in un presente assoluto al suo pensiero creatore.
Hubert Reeves dichiara che l'universo "ruisselle" d'intelligenza, ma da dove viene questa intelligenza? Ciò implica l'idea di un finalismo spiritualista, che ha come scopo il far emergere una intellligenza riflessiva in ciascun essere umano sotto forme diverse. Questo principio di finalità spiritualista prevale sulla causalità.
Kark Popper diceva: "l'evento che si produce una sola volta non può essere consderato dalla scienza". Bisogna distinguere tra Teodicea che cerca l'accesso alla conoscenza di Dio attraverso la via della ragione e la Teologia che è una riflessione su Dio fatta alla luce della Rivelazione ( antico e nuovo testamento).
Più tardi la scolastica medioevale considera la metafisica come lo studio dell'esistenza di Dio, dei suoi attributi e dei suoi rapporti con le creature. Poi Descartes orienta la metafisica verso l 'analisi del pensiero e nel XVII e XVIII secolo si considera che il problema fondamentale della metafisica è quello dell'esistenza del mondo. Nel XX secolo appaiono la fenomenologia e l'esistenzialismo e l'oggetto della riflessione è la natura dell'uomo (o antropologia filosofica). Si vede quindi che il concetto di metafisica cambia durante i veri periodi storici.
Oggi ci sono delle difficoltà per portare avanti concetti metafisici, ad esempio una stessa parola Causalità esprime due concetti: la causa prima e le cause secondarie, queste ultime entrano in contraddizione con la prima. I fisici domandano che la riflessione metafisica ( o una nuova-metafisica) si appoggi sulle quattro leggi fondamentali (interazione debole, interazione forte, e interazione elettromagnetica nel campo quantico da una parte e la relatività generale dall'altra parte), leggi che regolano tutti i fenomeni conosciuti nell'universo. La scienza può dire quello che l'uomo può fare, ma non quello che deve fare ( che rientra nel campo dell'etica o della politica).
Nel contesto attuale la tendenza filosofica si divide in due: da una parte i materialisti che propugnano l'auto-organizzazione e dall'altra quelli che portano avanti il principio antropico che include la questione del senso (le leggi della fisica sono quelle che hanno permesso alla vita di manifestarsi). Gli scienziati non concepiscono l'universo, lo osservano.
Alfred Kastel, nel testo Questa strana materia esprime la seguente idea: "L'apparizione della vita sul nostro pianeta è il risultato di una sequenza di eventi altamente improbabili. Una tale successione ha ben poche possibilità di riprodursi una seconda volta".
Esistono due formulazione del principio antropico: debole e forte. Il principio antropico debole cerca tutte le limitazione e aggiustamenti che si devono imporre alle leggi della fisica (le 4 leggi fondamentali) per permettere l'apparizione della vita. Il principio forte enuncia che sono talmente tante le coincidenze e le costanti fondamentali necessarie all'apparizione della vita che non può essere il frutto del solo caso e quindi l'apparizione della vita potrebbe costituire una finalità dell'evoluzione cosmica. Ed entriamo quindi nella formulazione metafisica.
La scienza moderna sa bene che l'osservazione dell'universo è il risultato di un compromesso tra determinismo e indeterminismo, a dei momenti successivi nel tempo e nello spazio, e dunque è estremamente difficile sapere dove e quando si sono prodotti.
Henry Atlan afferma : "Non abbiamo bisogno di supporre l'esistenza di un essere intelligente per produrre degi esseri intelligenti". Con questa frase riafferma la sua opposizione all'esistenza di un essere creatore.
Anche Edgar Morin esprime la sua opinione sul senso dell'universo: "Non voglio credere a un disegno intelligente che avrebbe spinto l'universo a esistere. Penso che l'universo si è auto-prodotto, si è auto-creato". Il grando mistero dell'universo è questa capacità di organizzazione che crea delle qualità nuove, non esistenti separatamente negli elementi che riunisce tra i quali c'è la finalità. Non è l'organizzazione che nasce dal disegno, ma il disegno che nasce dall'organizzazione.
Jacques Monod chiama teleonomia questa finalità di sopravvivenza dello sviluppo e della riproduzione. Non credo che ci sia un disegno intelligente, ma dal momento che si è creata la vita si sono creati miriadi di disegni intelligenti, con la volontà di esistere e riprodursi. Così l'auto-organizzazione resiste alla morte e si serve della morte delle cellule per crearne di nuove e rigenerarsi... Queste auto-organizzazioni giocano un ruolo nell'ordine biologico - Alfred Kastler.
Hubert Reeves ci parla di un mondo che è pieno di intelligenze, riconosce che l'intelligenza esiste e che la creazione ne è la manifestazione. Ma quale intelligenza? Quella dei piccoli disegni o quella di una intelligenza creatrice? Forse l'intelligenza come capacità di adattazione a situazioni nuove ma unicamente a queste e senza un disegno o progetto a livello di scelta. Ma questa non è una intelligenza cognitiva.
Francosis Jacob mantiene il concetto di caso ma lo inquadra nel gioco delle possibilità.
Molti intellettuali adottano questo approccio come giustificativo dell'inutilità di una Intelligenza creatrice. H. Atlan dichiara: La materia inanimata e la materia animata sono la stessa materia, ma organizzate diversamente. C'è il passaggio dalla materia inerte retta dalle leggi dell'universo a una biosfera che utilizza le potenzialità che gli sono offerte nella cornice del gioco del possibile, di cui l'indeterminismo fisico che è essenziale per ottenere una creazione per evoluzione. La formazione di una galassia per esempio non ha niente a che vedere con la modifica del genoma. C'è solo una differenza di scala di funzionamento.
Si può arrivare anche a pensare che l'inerte attivo è indispensabile all'esistenza del vivente, questa subordinazione postula qualcosa di diverso da un auto-organizzazione cieca e senza disegno per spiegare l'origine dell'universo e la sua esistenza permanente. Ciò ci porta a pensare che possa esistere una finalità spiritualista globale. Un essere divino che avrebbe programmato in dettaglio lo sviluppo della storia umana.
Per Huber Reeves, l'universo possiede dalla notte dei tempi le proprietà richieste (le leggi fondamentali dell'universo) per condurre la materia ad arrivare alle tappe della complessità. La specie umana domina le altre specie animali grazie alla forma particolare della sua intelligenza, una intelligenza riflessiva, capace di pensieri astratti che danno accesso alla coscienza.
Nel dibattito tra chi sostiene l'auto-organizzazione e chi adotta il principio antropico forte, asserendo che l'universo risponde a un progetto che include l'esistenza di un essere Divino, gioca un ruolo importante l'apparizione della coscienza riflessiva nella specie umana.
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