"Osservare senza giudicare è la più grande forma di intelligenza umana " - Krishnamurti
Marshall B. Rosenberg è stato un grande psicologo statunitense scomparso nel 2015 che per gran parte della sua vita si è occupato di violenza, tanto da essere l’ideatore della comunicazione NonViolenta o CNV o Linguaggio giraffa, un processo di comunicazione che vuole aiutare le persone a scambiare le informazioni necessarie per risolvere i conflitti e le incomprensioni pacificamente.
Rosenberg è anche il fondatore ed ex direttore dei Servizi Educativi per il Centro per la Comunicazione Nonviolenta, un’organizzazione internazionale non-profit da lui fondata nel 1984, che opera in 30 Paesi del mondo.
- Osservazioni; - Reagisco e esprimo sentimenti; - Risveglio di desideri e bisogni; - Richieste e domande all'altro.
Rivedere il modo in cui ci esprimiamo e come ascoltiamo l'altro, spesso ci comportiamo in maniera aggressiva di fronte agli altri e a noi stessi, giudizi moralizzanti, i cui comportamenti non corrispondono ai nostri valori. La comunicazione alienante ci impedisce di prendere coscienza che ciascuno è responsabile dei suoi pensieri, dei suoi sentimenti e dei suoi atti.
Nell'adattare questi quattro componenti si dovrebbe riuscire a distinguere tra osservazione e valutazione anche se è difficile separare l'osservazione dal giudizio; Identificare ed esprimere i sentimenti, non interpretando gli atti degli altri con quello che noi proviamo.
Esprimendo e descrivendo chiaramente le nostre emozioni e i nostri desideri stabiliamo più facilmente un legame con gli altri, Esprimendosi con sincerità e mostrando la nostra vulnerabilità può contribuire a risolvere molti conflitti. Gli atti degli altri possono essere il fattore scatenante, ma mai la causa dei nostri sentimenti.
Dovremmo portare l'attenzione su quello che arricchisce la nostra vita e quella degli altri e formulare delle domande chiare, magari domandando all'interlocutore di restituire il messaggio permette di evitare molti malintesi.
In tutte le circostanze, abbiamo sempre la possibilità di esercitare una scelta, apprendere a incontrarsi su quello che ci sta a cuore, piuttosto che sulle nostre sconfitte e su quelle degli altri. Spesso abbiamo tendenza a notare prima ciò che non va che quello che va bene.
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