Pierre Rabhi è morto i primi di dicembre 2021 all'età di 83 anni. Era una figura di spicco dell'ecologia francese ed ha contribuito alla sensibilizzazione ecologica senza dargli alcun contenuto politico.
La sua autobiografia Du Sahara aux Cévennes, con il sottotitolo "La reconquête du songe" descrive la storia di Pierre Rabhi, un uomo in marcia verso una maggiore solidarietà, una maggiore fraternità. Verso quel punto di equilibrio dove l'umanità e il cosmo, i popoli del Nord e quelli del Sud, le società che stanno morendo per i loro rifiuti e quelle che stanno morendo nella miseria, dovrebbero trovare l'armonia.
Dopo aver passato la sua infanzia in Algeria, è stato adottato da occidentali, e si è trovato a vivere tra un'origine musulmana e un'educazione occidentale, tra tradizioni secolari e modernità. Pierre Rabhi è stato un lavoratore immigrato che si è confrontato con il razzismo e l'assurdità del mondo urbano, e che ha scelto insieme alla moglie la vita di campagna - o il "ritorno alla terra", secondo la sua espressione - su una terra desolata dell'Ardèche (Francia del sud). Lì, in povertà, la coppia imparò a coltivare la terra, migliorandola e arricchendola secondo i metodi di quella che allora era appena chiamata agricoltura biologica. L'apprendista agricoltore si è ispirato al metodo biodinamico, una tecnica che come dice lui stesso: "mi sembrava in grado di rispondere al bisogno di completezza". Con queste tecniche, ancora agli arbori, il terreno incolto e improduttivo in pochi anni viene trasformato in una fattoria produttiva. La sua reputazione comincia a diffondersi e fu chiamato, alla fine degli anni settanta, come formatore in agroecologia per il Centre d'étude et de formation rurales appliquées (Cefra). Negli anni 80, ha promosso l'agrobiologia in Burkina Faso,Mali, Marocco, Algeria, Togo, ecc.Creò l'associazione Terre et humanisme (1994) e scritto molti libri e tenuto molte conferenze su questo tema. Nel 2002 sostenuto da amici e familiari, provò a partecipare alla campagna presidenziale intorno all'idea di una "insurrezione della coscienza".
Con Cyril Dion, creò il movimento Colibris nel 2007, che esprime l'essenza del suo pensiero: agire, come il piccolo colibrì di fronte al fuoco, anche se la goccia d'acqua non può fare nulla contro il fuoco - ma forse il suo esempio ispirerà tutti gli altri ad impegnarsi, e tutti insieme, a respingere il pericolo. Comunque, rifiutò sempre di essere coinvolto nelle lotte ecologiche, come quella di Notre-Dame-des-Landes o più tardi nel movimento Clima, ciò lo ha tagliato fuori dai giovani e dalla nuova dinamica della protesta.
La sua sincerità, il suo entusiasmo, il suo talento, ma anche la depoliticizzazione del suo pensiero - hanno favorito il suo successo mediatico; In una società occidentale malata di individualismo e ricerca dello sviluppo, Rabhi portava avanti valori come empatia, consapevolezza ecologica, necessità di un cambiamento negli stili di vita, la ricerca di una "felice sobrietà". Pierre Rabhi sognava un mondo senza conflitti e proponeva una sincera spiritualità in un'epoca di rifiuto delle religioni. La morte di quest'uomo affettuoso segna la fine dell'idea di un'ecologia consensuale di cui è stato, con Nicolas Hulot, uno dei promotori.
Nessun commento:
Posta un commento