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giovedì 24 giugno 2021

La carità che uccide

 Vi consiglio di leggere questi due bei libri che parlano degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo in una chiave di lettura molto critica: 

La tirannia degli esperti: Economisti, dittatori e diritti negati dei poveri   di William Easterly del 2014. L'autore in questo testo ricostruisce le politiche per lo sviluppo economico messe in atto nei Paesi in via di sviluppo da organizzazioni come la Banca Mondiale, le Nazioni Unite, La Gates Foundation, e altre agenzie. La sua analisi evidenzia i gravi errori dell'approccio tecnocratico allo sviluppo che poggia su una premessa sbagliata: che gli abitanti dei paesi poveri siano troppo inaffidabili per lasciare che prendano da soli le proprie decisioni. Easterly dimostra che questo presupposto è doppiamente errato: è moralmente offensivo e politicamente sbagliato.   Easterly dimostra che una crescita economica più rapida non può essere la motivazione per calpestare i diritti degli individui e i valori democratici. Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l'Economia. William Russell Easterly (1957) è un economista americano, specializzato nello sviluppo economico. È professore di economia alla New York University.

La carità che uccide: Come gli aiuti dell'Occidente stanno devastando il Terzo mondo  di  Dambisa Moyo del 2011 ma ancora estremamente attuale.   Gli aiuti dei Paesi occidentali alle disastrate economie dell'Africa subsahariana ammontano ad oltre mille miliardi di dollari elargiti a partire dagli anni Cinquanta. Venticinque anni dopo, la situazione è ancora rovinosa: cosa impedisce al continente africano di affrancarsi da una condizione di povertà cronica? Secondo l'economista africana Dambisa Moyo, la colpa è proprio degli aiuti, un'elemosina che, nella migliore delle ipotesi, costringe l'Africa a una perenne adolescenza economica, rendendola dipendente come da una droga. Questi aiuti contribuiscono a diffondere la corruzione in Paesi privi di una governance solida e trasparente. In questo libro Dambisa Moyo pone l'Occidente intero di fronte ai pregiudizi intrisi di sensi di colpa che sono alla base delle sue "buone azioni", e lo invita a liberarsene. Allo stesso tempo invita l'Africa a liberarsi dell'Occidente, e del paradosso dei suoi cosiddetti "aiuti" che pretendono di essere il rimedio mentre costituiscono il virus stesso di una malattia curabile: la povertà.  Dambisa Moyo (1969) è un'economista e scrittrice zambiana naturalizzata statunitense analista di macroeconomia e di affari globali. Attualmente fa parte dei consigli di amministrazione di Barclays Bank.


Video che trattano gli argomenti contenuti nei libri:
  • Why Democracies Aren't Producing Economic Growth (2018) - Dambisa Moyo    Vedi link
  • The Tyranny of Experts (2014)  Vedi link
  •  William Easterly and Dambisa Moyo: Emerging economies in 2013  Vedi link
  •   Is Aid Killing Africa? Dambisa Moyo talks about Dead Aid on AB  (2009)   Vedi link

domenica 16 maggio 2021

Meditare fa bene - Paola Giovetti

Paola Giovetti (1938 - ) è una delle più grandi esperte di esoterismo in Italia, ha pubblicato tantissimi saggi sul mondo del paranormale, della parapsicologia e sulla spiritualità. Ha condotto nel 1985 con Alessandro Cecchi Paone il primo programma RAI dedicato ai fenomeni paranormali ed è direttrice del trimestrale Luce e ombra, storica rivista della parapsicologia.  Ho avuto il piacere di conoscerla e ha scritto la prefazione del libro Esperienze di meditazione, cinquantaquattro meditanti si raccontano.  che ho scritto insieme al mio carissimo amico Roberto Fantini.  Dei tanti libri che la Giovetti ha scritto ve ne cito due che ho riletto recentemente: 

  • I grandi iniziati del nostro tempo. I Maestri del cammino interiore del 2006;
  • Luoghi di meditazione, di pellegrinaggio, di spiritualità in Italia del 2011.

Nel primo libro la Giovetti delinea il ritratto di grandi iniziati, personaggi che hanno mostrato all'uomo dimensioni nuove, hanno operato per l'arricchimento interiore dell'uomo e per il suo risveglio e la sua crescita spirituale; personaggi come Helena Petrovna Blavatsky, colei che ha fondato la Società Teosofica,  Rudolf Steiner il fondatore dell'antroposofia,  George Ivanovic Gurdjieff il grande mistico di origine armena,  Sri Aurobindo il maestro spirituale che ha messo a punto un sistema di conoscenza definito yoga integrale,  Jiddu Krishnamurti una grande guida spirituale, Carl Gustav Jung una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico e psicoanalitico, e tanti altri personaggi.
Il terzo Millennio è un tempo molto importante ma anche molto difficile per l'uomo moderno, che se riuscirà a superare le sfide che gli si presenteranno, entrerà nel tempo dello spirito.

Nel secondo libro la Giovetti traccia una mappa dei principali luoghi di raccoglimento e meditazione che si trovano in Italia sottolineando l'importanza della pratica della meditazione.
Mezz'ora di meditazione ogni giorno è essenziale, ad eccezione di quando si è molto indaffarati.     Allora c'è bisogno di un'ora intera.  San Francesco di Sales (1567-1622).

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Meditare fa bene: Ma dove e con chi? Articolo scritto dal mio amico Roberto Fantini su Flip news (Free Lance International Press).  Conversazione con Paola Giovetti.

Concentrati nel cuore. Entra profondamente in esso e vai lontano, il più lontano che puoi. Raccogli tutti i fili sparsi della tua coscienza, riuniscili e immergiti. C’è una fiamma che brucia nelle calme profondità del tuo cuore. E’ il Divino in te, il tuo vero essere. Ascolta la sua voce. Ubbidisci alle sue parole.”  E’ con queste suggestive parole di Sri Aurobindo che Paola Giovetti ha scelto di aprire con indubbia efficacia il suo ultimo bellissimo libro, Luoghi di meditazione, di pellegrinaggio, di spiritualità in Italia

Meditare, ci dice la nota scrittrice, “è una grande occasione, una porta aperta verso infinite possibilità e potenzialità. Qualcosa, peraltro, che è alla portata di tutti, giovani e vecchi, colti e meno colti, sani o meno sani che siano. A tutti la meditazione porta benefici, a livello fisico, mentale, spirituale .” E, attraverso le informazioni contenute in questo libro, abbiamo la fortuna di scoprire che in Italia esistono numerosi luoghi dove è possibile ritrovare se stessi, recuperare armonia e cimentarsi in un ben preciso cammino di autorealizzazione. Il lavoro della Giovetti è nato proprio dal desiderio di delineare “una mappa di questi luoghi, suddivisi per tradizione e orientamento: templi, monasteri, santuari che custodiscono antiche memorie, e istituzioni moderne, create appositamente ai giorni nostri per ospitare iniziative religiose e laiche più recenti, o più recentemente approdate in Italia.”

Luoghi, quindi, molto diversi fra loro, in quanto espressioni di esperienze filosofico-religiose culturalmente molto distanti (da molti, ancora oggi, ritenute contrapposte), ma intimamente e sostanzialmente accomunati da un unico intento: “insegnare e meditare – secondo regole e discipline diverse, antiche e moderne, ma tutte tese a mettere il praticante in condizione di ritrovare il proprio centro, calmare la mente, far pace con se stesso, con il prossimo e con il mondo, dare un senso alla propria vita, intraprendere il cammino che conduce al Divino, al Dio che vive nel profondo di ognuno di noi. Con gradualità, a poco a poco, un passo dopo l’altro, un orizzonte dopo l’altro.”

A Paola Giovetti abbiamo voluto rivolgere alcune domande al fine di meglio comprendere la genesi e il significato della sua opera.

-          La lettura del tuo ultimo libro ci permette di fare, insieme a te, un viaggio particolarissimo sull’intero territorio nazionale, alla scoperta di luoghi destinati al dialogo interiore e alla ricerca spirituale. Si tratta indubbiamente di un’occasione preziosa per scoprire ambienti, personaggi, scuole di pensiero e tecniche meditative, che ci vivono accanto, spesso a pochi passi dalle nostre città e dalle nostre abitazioni.

Credo che anche per te, da tanti anni viaggiatrice inesausta nei territori dello spirito, sia stata un’esperienza ricca di incontri straordinari. Quali ti hanno particolarmente sorpresa e/o coinvolta?

La ricerca che mi ha portata a individuare e descrivere nel mio libro numerosi luoghi di meditazione italiani ha costituito una sorpresa anche per me, nel senso che non pensavo che di simili iniziative ne esistessero così tante. Quando cominciai la ricerca conoscevo già alcuni centri, ma poi, cercando, informandomi, passando da un centro all'altro, col passaparola, con l'aiuto di esperti e anche di Internet, ho finito per individuare una grande e insospettata varietà di centri di spiritualità e meditazione degli indirizzi più vari:  cristiani, induisti, buddhisti, musulmani, laici, legati a determinati personaggi, come per esempio Babaji e Krishnamurti  e altro ancora. La vera sorpresa è stata questa: il gran numero di iniziative e di persone impegnate in questo tipo di ricerca, che può essere rivolta al benessere psicofisico (riduzione di ansia e stress, maggior serenità e così via) ma anche alla spiritualità, alla ricerca del Divino in noi.

-          E con quali esperienze contemplative e auto-realizzative ti sei sentita particolarmente in sintonia?

Quanto al coinvolgimento personale, devo dire che tutti i centri che ho inserito nel libro (e qui vorrei precisare che ho fatto una scelta molto accurata e ho personalmente visitato tutti i luoghi di cui parlo) mi hanno interessata e coinvolta, indipendentemente dalla loro tradizione, perché dappertutto ho sentito serietà, desiderio autentico di approfondimento e ricerca personale, disponibilità a mettersi in gioco e a confrontarsi con tradizioni e approcci diversi da quelli abituali.

-          Ancora molti, oggi, sono inclini a ritenere l’esigenza di sperimentare forme di religiosità alternative a quelle più “ufficializzate” come espressione di un disagio socio-esistenziale, come una sorta di smarrimento culturale, nonché manifestazione di un bisogno di mera evasione. Alla fine di questo grande cammino esplorativo, cosa ti sembra che induca maggiormente tante persone a dedicarsi alla ricerca interiore e alla pratica meditativa lungo tanti sentieri differenti?

Per quanto ho avuto modo di vedere, non mi è sembrato affatto che le persone che affrontano un cammino di ricerca su vie "alternative" siano mosse da mera curiosità, da noia esistenziale o altre motivazioni di questo genere. Ho sentito invece l'impulso a fare le cose sul serio e il bisogno di affrontare un cammino che conduce alla scoperta di se  stessi. Il tipo di pratica scelta dipende poi da tanti fattori: conoscenze, letture, incontri, tendenze naturali, affinità. Va detto, e desidero sottolinearlo, che in nessuno dei centri che ho visitato e in nessuna delle persone che guidano tali centri ho notato la tendenza a sollecitare conversioni, a distogliere dalla tradizione di appartenenza; piuttosto l'invito a cogliere ciò che di buono può esservi in quella tale tradizione e a farlo proprio. Certamente, c'è chi è diventato, per esempio, buddhista o induista, ma si tratta di scelte personali piuttosto rare.

-          Hai scritto che “In anni recenti in Italia un numero crescente di cattolici, sacerdoti e laici, si dedica alla pratica della meditazione, traendo ispirazione anche da altre vie, in particolare dallo yoga e dallo Zen, e integrando tali pratiche nella preghiera profonda della nostra tradizione”. Tu parli di “risultati molto incoraggianti”, ma le autorità ecclesiastiche, tradizionalmente sospettose e ostili nei confronti di vie individuali orientate al misticismo e al sincretismo, sempre con il timore di perdere prestigio e potere, come ti sembra che stiano reagendo di fronte a questi interessantissimi (e in buona parte inediti) fenomeni culturali?

-Gli esempi che ho riferito di pratiche meditative nei monasteri cristiani vengono portati avanti nella piena ufficialità. Tali pratiche prendono a prestito dallo Zen o dallo Yoga soltanto le tecniche, e non mi risulta che ci siano mai state difficoltà di alcun genere, anche perché si tratta di percorsi proposti con molta prudenza e affidati a persone di sperimentata e ben nota serietà ed esperienza. L'impressione che ne ho riportato è stata quindi molto positiva e incoraggiante nell'ottica di una maggiore apertura e di una più approfondita reciproca conoscenza. 

In ultima analisi, ho fiducia di aver fatto un lavoro onesto, teso a far conoscere un panorama ancora poco noto e ad aiutare ad orientarsi chi fosse interessato a un percorso di questo tipo.

sabato 15 maggio 2021

Lo yoga su misura di Shanti Brancolini

​Oggi  l’80% delle persone smettono di fare yoga e scambiamo il mezzo con il fine. Dobbiamo utilizzare i benefici dello yoga come eliminare mal di schiena, essere più tonici, eliminare lo stress, ecc,  per poi andare oltre.   

Oggi ci sono molti insegnanti fai da te e nel bazar dello yoga si vende di tutto. Una volta che una persona ha collezionato il suo banchetto di competenze le rivende. Questo non permette di strutturare un metodo, bisogna avere un punto di riferimento. Anche in India adesso c'è un bazar dello yoga ad esempio nelle strade di Rishikesh (uno dei punti di riferimento in India per lo yoga) che ho visitato anche recentemente, ci sono almeno cinquanta centri di yoga.  Adesso i veri yogi si trovano solo  sull'Himalaya, dove conducono una vita ascetica senza fronzoli e vivono a 4500 metri. Questi yogi sono una sorgente di pace inesprimibile, una fusione dell'essere umano con la natura, una natura impregnata di spiritualità, in cui si percepisce un'armonia che è il fondamento della vita intera.

Lo Yoga su misura utilizza le tecniche dello yoga secondo i principi dell’ayurveda e cerca di trovare la relazione tra microcosmo e macrocosmo: ossia collegare i ritmi biologici del nostro corpo ai ritmi dell'universo. Attraverso lo yoga dobbiamo arrivare a percepirci quindi come un tutto, come un'onda dell'oceano. Yoga fatto nel modo corretto è uno strumento per entrare in sintonia con l'universo.

La vita va oltre i beni materiali, più di essere tonici, ed in pace dobbiamo cercare l'incontro con l'infinito. Babaji diceva che quando si ha una forte determinazione tutti i  poteri della natura si organizzano per soddisfarti. Per ottenere dei risultati nello yoga devi avere una grande ambizione ed aspirazione, devi avere questo  fuoco nella ricerca. Dobbiamo aspirare al bene più grande per noi. Siamo Esseri spirituali che fanno un'esperienza terrena, e non viceversa.

La pratica yoga va costruita intorno alla persona e l'individualità di ciascuno va rispettata. Che è anche il principio del grande Maestro yoga  Krishnamacharia e di suo figlio Desikachar che ha scritto il libro The hearth of yogaVedi Blog

Molti persone iniziano a fare yoga ma poi smettono. I risultati di uno studio fatto in USA su migliaia di persone sono i seguenti: l' 80% delle persone smettono di fare yoga nel giro di 3-4 anni. Ciò è dovuto a stili troppo rigidi, pratica non ben adattata al contesto. Molti smettono perché si fanno male, ed anche perché non ci sono insegnanti consapevoli delle necessità degli allievi. La verità è che la pratica dello yoga non è facile, se lo faccio solo dal punto di vista fisico dopo un po' cambio, se non si è affacciati alla dimensione spirituale si smette.

Lo yoga è trovare la relazione tra le nostre parti. Noi siamo frammentati, non siamo uno, dobbiamo ritrovare questa unione in noi stessi e  l'unione di noi stessi col tutto. Se non si avverte questa relazione, una persona molla e va a cercare altro nel bazar della spiritualità. Dipende da quanto uno ha le idee chiare e quanto ha voglia di andare in profondità. Negli Usa lo yoga e meditazione sono spesso praticati separatamente.

L'unicità di questo metodo è il seguente: Organizzare le tecniche dello yoga e lo stile di vita secondo i criteri dei principi dell'ayurveda in modo puntuale.  Per l'Ayurveda vedi post:  Vedi Blog.

Le pratiche dello yoga devono variare a seconda delle stagioni e del momento della giornata. Secondo questo metodo le pratiche saranno più o meno dinamiche a seconda della stagioni e del periodo del giorno.  Saranno proposte determinate posizioni a secondo della composizione organica dell'individuo per permettergli di ritrovare il ritmo personale nel ritmo della vita.  Importante è associare alle pratiche yoga anche l'alimentazione giusta.    Vedi libro: La cucina yoga per corpo, mente e anima. Riscopri gli antichi sapori e aumenta la tua energia di Mariella Fonte e Shanti Brancolin

Lo yoga è un grande arricchimento per il percorso spirituale di ogni individuo. Lo yoga non è una religione, è un percorso spirituale, apre alla dimensione del mistero che è la vita che noi stessi siamo, ci apre alla partecipazione di questo mistero, alla sacralità dell'esistenza. Ognuno deve trovare il proprio posto in questa sinfonia universale ed aiutare le persone a vivere meglio. 

Dalla Bhagvad Gita:  Il primo passo per l'elevarsi alla libertà è la fede nella presenza delle divinità in noi ed è la divinità che è il fondamento del nostro pensare e del nostro agire, quando facciamo resa al divino che è in noi la pratica dello yoga diventa facile.

Lo Yoga su misura  - Shanti Brancolini. info@passioneyoga.it     vedi sito  https://www.passioneyoga.it/shanti-brancolini/           Ho trovato questo video molto illuminante e molto interessante e ne ho fatto il riassunto.

https://www.yogasumisura.it/rivoluzione?utm_source=fb&utm_medium=ads&utm_campaign=ale&fbclid=IwAR1FxmtjQ8_8KLa0a-gs7FoVfdWMOUG_I45ODEaJ0T2GD6RU4dnGYYDYXXQ

sabato 8 maggio 2021

Star in the East - Krishnamurti

Star in the East, il libro di Roland Vernon che traccia la biografia di Krishnamurti. 

Jiddu Krishnamurti - La sfida del cambiamento - Film biografico su J. Krishnamurti del 1984  vedi link https://www.youtube.com/watch?v=lWVtovuTRE0

Proverò a sintetizzare in poche righe l'interessante libro scritto da Roland Vernon su una delle figure spirituali più importanti del ventesimo secolo.  La famiglia di Jiddu Krishnamurti (1895-1986) apparteneva alla casta dei bramini e Krishna era un tranquillo ragazzo contemplativo, contento di stare seduto per ore, spesso in templi e santuari solitari. Questo aspetto solitario di Krishna potrebbe essere attribuito alla privazione emotiva seguita alla morte prematura della madre. Ben presto arrivò a dipendere su molti aspetti pratici da Nytyananda (1898-1925), suo fratello di tre anni più giovane, che sembrava possedere tutto ciò che mancava a Krishna. Nytyananda era infatti sveglio e pieno di risorse e umorismo. Narayaniah, suo padre, aderì alla Società Teosofia ed è in questo modo che Krishna da giovanissimo entra in contatto con questa organizzazione. Uno dei drammi che visse Krishna fu quello di assistere alla morte per tubercolosi in giovane età di suo fratello.

La Società Teosofica prese forma il 7 settembre 1875, sotto la spinta di Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) e il colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907). Gli obiettivi centrali della società furono stabiliti ed erano i seguenti: - formare un nucleo di una fratellanza universale dell'umanità;  - studiare religioni, filosofie e scienze comparate;    - indagare le leggi inspiegabili della natura e i poteri psichici latenti nell'uomo. Il motto che caratterizzava la Società Teosofia era il seguente "Non c'è religione più alta della Verità".  Annie Besant (1847 - 1933) e Charles Webster Leadbeater (1854 - 1934) furono i leader di questa associazione che videro in Krishnamurti il futuro messia e ne influenzarono l'educazione. Annie Besant era una socialista e un'atea giurata, la prima donna a fare dichiarazioni pubbliche sulla questione della contraccezione, si unì alla società nel 1889. Annie Besant si impegnò anche per l'indipendenza dell'India e pubblicò anche un giornale chiamato Nuova India e tenne alcune conferenze intitolate "Wake up India". Gandhi non ebbe comunque molti rapporti con la Besant perché la considerava troppo moderata  e forse perché inglese.

Annie Besant nel 1907 divenne presidente della Società Teosofica, la cui sede centrale si trovava a Adyar, nella provincia di Chennai (India), e ricoprì questa carica fino alla sua morte. La Teosofia, credeva nella figura di un messia o maestro del mondo, corrispondente alla figura tradizionale hindu dell'avatar. Una persona deifica inviata nel mondo in certi momenti cruciali per vegliare sull'alba di una nuova era religiosa. Dei testi sacri tibetano, indicavano che questo maestro messianico si sarebbe chiamato Krishnamurti. Leadbeater e Besant convinsero Krishna ad assumere questo ruolo di profeta e cominciarono ad educarlo nel modo migliore, fargli imparare l'inglese e formarlo nelle migliori università anche se Krishna aveva qualche problemi con gli studi universitari.

Rudolf Steiner trovò insostenibile l'idea che un ragazzo indù fosse preparato ad essere l'incarnazione del Signore Maitreya, e che questo rappresentasse una contemporanea reincarnazione di Cristo.  Fu espulso dalla società nel 1913.

La fine della prima guerra mondiale aprì opportunità pratiche a nuovi movimenti religiosi e spirituali in Occidente e la Società Teosofica era ben posizionata per rispondere a questi bisogni. Prometteva un nuovo ordine mondiale, un messia per l'umanità, una filosofia della reincarnazione.

Krishna cominciò a girare l'Europa e frequentare i convegni proposti dalla società e  non tornò in India nel periodo tra il gennaio 1912 e il dicembre 1921.  Suo padre, con cui non aveva un buon rapporto, morì nel 1924. Le persone che lo influenzarono di più in questo periodo furono Annie Besant, Nitya, Lady Emily Lutyens, Helen Knothe. Krishna continuò a scambiare lettere con lady Emily Lutyens quasi quotidianamente, e queste raggiunsero un picco di passione all'inizio del 1920. Krishna si innamorò di Helen Knothe durante il suo periodo a Ommen.

Il primo congresso dell'Ordine della Stella d'Oriente, fondato per proclamare la venuta del Maestro nel Mondo, si tenne a Parigi nel luglio 1921. Il congresso fu un grande successo e Krishna fu proposto come leader del movimento.  Nel frattempo Leadbeater aveva lasciato la società per Sidney nel 1914 e ritornò al cristianesimo.  Nel 1928 i membri della società raggiunsero il picco di 45000.  Mentre l'interesse europeo per la teosofia cominciava a crescere, l'interesse della cultura indù era ormai in declino. Durante le conferenze Krishna galvanizzava il suo pubblico ed incitava le persone a migliorarsi, sottolineava l'importanza dell'azione positiva rispetto alla passività della meditazione e della lettura. Sfidava ogni individuo a scavare dentro di sé alla ricerca del divino, piuttosto che ripetere i cliché standard. 

A Ojai (USA) nell'agosto 1922 iniziò per Krishna una straordinaria catena di esperienze mistiche. In questo periodo era in uno stato di alta sensibilità ed era asceso ad un diverso piano psichico. La missione di Krishna era di trasmettere al mondo che l'inesprimibile non potrebbe mai essere comunicato attraverso il linguaggio.  

 Il 3 agosto 1929, a Ommen, in Olanda, all’apertura dell’Assemblea Annuale dell’Ordine, di fronte a 3000 seguaci, Krishnamurti sciolse l’Ordine della Stella con il discorso che segue e nel 1930 abbandonò la Società Teosofica.  “Questa mattina parleremo della dissoluzione dell’Ordine della Stella. Molti ne saranno felici e altri ne saranno rattristati. Ma non si tratta di gioirne né di rattristarsene, perché è inevitabile, come vi spiegherò. Forse ricorderete la storiella del demonio che passeggia per la via con un amico; a un certo punto, davanti a loro, un uomo si china a raccogliere qualcosa per terra, lo guarda e se lo mette in tasca. L’amico chiede al demonio: “Che cosa può aver raccolto quell’uomo?” “Ha trovato un pezzo di verità”, risponde il demonio. “Ah, è un brutto affare per te, allora!” osserva l’amico. “Oh, niente affatto – replica il demonio – adesso farò in modo che la organizzi.”    Krishnamurti sosteneva che, essendo la verità illimitata, incondizionata, non raggiungibile da nessun tipo di strada, non può essere organizzata né si dovrebbe formare nessuna organizzazione per guidare o forzare le persone a percorrere vie particolari.

Annie Besant morì nel settembre 1933 e al suo posto, George Arundale fu eletto alla presidenza dell'organizzazione. Leadbeater morì nel febbraio 1934, continuò ad esprimere ammirazione per il suo ex allievo, diventato uno dei più importanti filosofi religiosi del tempo.

Krishna criticò frequentemente le manifestazioni di ascetismo e le tradizioni religiose  orientali e occidentali, perché le considerava negatrici di vita, aborriva la soppressione artificiale delle pulsioni naturali, disprezzava i voti monastici di castità, e sosteneva che negarsi il sesso per motivi religiosi era come negare la bellezza della creazione; bloccava le emozioni, disidratava la vita e trasformava la mente in un campo di battaglia. Dove c'è amore, non c'è questione di peccato, legalità o illegalità. Il matrimonio significava poco per Krishna, ma era sensibile alla nozione di impegno all'interno di una relazione.

Ebbe una relazione sentimentale con Rosalind, l'ex compagna di un membro della società addetto alla amministrazione (Rajagopal), con cui ebbe anche una relazione sessuale completa all'età di trentasette anni. Fu solo con la pubblicazione del libro di Radha (la figlia di Rosalind) nel 1991 che la conoscenza della relazione fu resa pubblica. Anche perché Krishna considerava il celibato un criterio necessario per il raggiungimento dell'illuminazione; ma essendo uscito dalla Società Teosofia, abbandonò questa posizione.  Nel 1935 disse a Rosalind che avrebbe voluto assumersi pubblicamente la responsabilità verso di lei e figlia Radha, ma entrambe respinsero l'idea, e la relazione clandestina continuò. Anche se la relazione di Khrisna con Rosalind non può essere descritta come disonesta, in quanto non contraddiceva i suoi insegnamenti, ma non si può sfuggire al fatto che stava conducendo una doppia vita.  

Con la minaccia della guerra in Europa, Ojai divenne la casa di Khrisna. La California divenne una destinazione popolare per pacifisti, scrittori e artisti. Aldous Huxley, Stravinsky, Brecht, Mann, Russel, Greta Garbo vennero a visitare l'uomo che aveva rifiutato l'opportunità di essere un dio. Huxley persuase Krishna a trascrivere i suoi insegnamenti. Il suo primo testo di osservazioni filosofiche fu "La prima e l'ultima libertà" nel 1954. In questo periodo fu sotto controllo dell''FBI che lo riteneva un potenziale sovversivo.  La guerra fu un  monito ai limiti della natura umana.

L'affermazione di Krishna in questo periodo fu la seguente: "Tu sei il mondo, cura il problema dentro di te e così di riflesso curi il problema del mondo, Tu sei la causa della guerra, quando nel tuo rapporto quotidiano porti aggressività".

Il nucleo dell'insegnamento di Krishnamurti è il seguente: "La verità è una terra senza sentieri". La libertà si trova nella consapevolezza senza scelta della nostra esistenza quotidiana. Quando l'uomo diventa consapevole del movimento della propria coscienza, vedrà la divisione tra il pensatore e il pensiero, l'osservatore e l'osservato, lo sperimentatore e l'esperienza. L'essenza della filosofia di Khrisnamurti è contenuta nel titolo di uno dei suoi libri più brevi ma più efficaci, "Libertà dal conosciuto".  Per Krishna Dio era un'invenzione umana. La sofferenza psicologica poteva essere risolta solo attraverso una dissoluzione del sé e un completo distacco dall'esperienza e dal passato. 

Krishna fu il guru spirituale del primo ministro Indhira Gandhi, la figlia di Nehru e dopo la guerra viaggiò continuamente in California, Europa e India tenendo conferenze. I suoi dialoghi, con uno o più interlocutori, dovevano essere un viaggio egualitario di scoperta attraverso uno scambio di idee.

Fu accusato di ipocrisia, il maestro che notoriamente e ripetutamente affermò che la sua vita era interamente senza conflitti. Il problema derivava dalla graduale rottura delle sue relazioni con Rosalind e Rajagopal. Rosalind era irritata di dover stare in disparte e assistere alla santificazione di un uomo che sapeva possedere difetti e debolezze umane. Decise che non poteva più avere alcun ruolo nella sua vita. Krishna acconsentì alla separazione.  Iniziò in questo periodo l'avvicinamento ad una sua amica Mary Zimbalist.

Nel 1968 Krishna annunciò la nascita della Foundation Trust che aveva l'obiettivo di trascrivere e diffondere il suo pensiero. Krishnamurti era l'uomo del momento, il filosofo ideale nello sconvolgimento spirituale degli anni sessanta. Rimase una figura centrale nell'apertura della psiche spirituale occidentale alle nuove filosofie, ma non divenne un'icona hippie. Denunciò l'uso di droghe come un patetico tentativo di cortocircuitare il processo spirituale e per lui la New Age in definitiva non era diversa dalla cultura braminica, cristiana o mussulmana.

La Foundation Trust sosteneva diverse scuole in India con l'obiettivo che l'educazione doveva preparare i bambini ai diversi aspetti della vita, non solo riempirli di conoscenza. Krishna fondò sette scuole, cinque in India, una in California e una in Inghilterra. Scrisse un libro "Lettere alle scuole".

Era meticoloso nella sua scelta di cibo vegetariano sano, e frugale nella quantità che ne consumava; il suo modello di esercizio fisico includeva la pratica regolare dello yoga. La sua resistenza alla decadenza fisica era stimolata da una capacità mentale che credeva aumentasse con l'età. Morì nel febbraio 1986, con un cancro al pancreas e al fegato.  Le ceneri furono divise in tre parti, una parte per rimanere a Ojai, una per essere sparsa a Brockwood, e l'altra nel fiume Gange.

Krishamurti è collocato nel rango degli uomini-dio indiani, o Avatars, un'incarnazione del divino. Non riuscì mai a convincere i seguaci che lui non era un altro Gesù. Gli avatars moderni indiani, includevano Ramakrishna (che notoriamente dichiarò la sua relazione spirituale con Gesù), Sri Aurobindo, Meher Baba, Satya Sai Baba.   Krisha non è stato nemmeno un guru alla moda, non ha mai coltivato il potere per se stesso. Non ha incoraggiato il culto della personalità, non ha accumulato ricchezze personali, non ha prescritto regole di comportamento o di abbigliamento, non ha usato la sua posizione per trarre vantaggio sessuale, il suo stile d'insegnamento è sempre stato quello di porre una domanda piuttosto che presentare la risposta. 

Krishna fu una delle figure più importanti per presentare la spiritualità orientale in un contesto comprensibile a coloro che sono condizionati dalle tradizioni teologiche e filosofiche occidentali. Era un araldo della nuova era, un segnale per il futuro delle aspirazioni metafisiche dell'uomo, una stella in Oriente.  Cercò anche di costruire un ponte con la scienza attraverso i dialoghi con vari scienziati e in particolare con David Bohm il fisico teorico, pioniere della meccanica quantistica che incontrò per la prima volta nel 1961.  

La Società Teosofica è stata uno dei principali elementi che hanno facilitato la fioritura di filosofie religiose non affiliate nel ventesimo secolo - un movimento che ha preso slancio fino a formare quello che oggi viene chiamato pensiero New Age.  ___________________________________________

Potrebbero interessarti anche Rudolf Steiner creatore dell'antroposofia, Gurdjeff, Alice Bailey, Benjamin Creme, Elizabeth Clare Profet persone che hanno dato un importante contributo allo sviluppo della nuova Era spirituale.

lunedì 5 aprile 2021

Maria Montessori, Teosofica Maestra di Pace

"Maria Montessori, Teosofica Maestra di Pace" saggio  di Roberto Fantini.

Intervista a Roberto Fantini   https://www.youtube.com/watch?v=AyeRAg4EOSY&feature=youtu.be

A 150 anni dalla nascita, con 65.000 scuole ispirate al suo metodo presenti in ben 145 Paesi, potrebbe sembrare che di Maria Montessori tutto sia stato indagato, discusso e compreso. 

Ma la sua complessa personalità, nonostante le numerose pregevoli ricerche di questi ultimi anni, continua a presentarci aspetti ancora poco esplorati non privi di elementi enigmatici e variamente interpretabili. In questo libro si è cercato di richiamare l'attenzione su quello che sembra essere il cuore autentico dell'opera filosofico-pedagogica montessoriana: la ricerca di un nuovo modello educativo in vista di una umanità radicalmente liberata dalla tirannia di ogni violenza e, quindi, chiamata ad edificare un mondo di vera Pace. 

Soltanto, infatti, da una adeguata comprensione dell'illuminato pensiero pacifista e nonviolento di Maria Montessori, indissolubilmente legato alla sua intima spiritualità di matrice autenticamente teosofica, sarà possibile raggiungere una conoscenza piena e senza pregiudizi della sua ricchissima personalità e del suo ancora vivo e stimolante messaggio.

Roberto Fantini si è avvicinato giovanissimo agli studi teosofici, ha insegnato Filosofia e Storia nei licei ed è attivista-formatore in ambito educativo di Amnesty International. Da una decina d’anni, cura la rubrica Diritti umani per la Free Lance International Press. Al suo attivo numerosi saggi e pubblicazioni. 

         

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...