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mercoledì 25 agosto 2021

Julian Assange - la libertà di stampa

 Julian Assange ( 1971 - ) è un giornalista e attivista australiano, noto principalmente per la sua collaborazione  al sito WikiLeaks, del quale è stato cofondatore e caporedattore, è attualmente detenuto nel Regno Unito presso la prigione di massima sicurezza di Belmarsh.

https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/

Dobbiamo a Julian Assange rivelazioni cruciali di interesse pubblico. Il fondatore di WikiLeaks  rese di pubblico dominio oltre 200.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”, dove erano indicati crimini di guerra commessi dall'esercito americano, prima in Iraq (un filmato rivelava l'uccisione di una decina di civili, tra cui bambini) e poi in Afghanistan. Da allora, il governo degli Stati Uniti lo ha perseguito senza sosta, vuole processarlo in America dove rischia di restare in prigione a vita.  

Il caso Assange, che va avanti da più di 10 anni, è ancora lontano dalla sua conclusione giudiziaria, nel luglio 2021 la Corte britannica ha respinto l'estradizione di Assange verso gli Stati Uniti, Il Presidente Biden ha fatto ricorso contro la sentenza e la nuova sentenza sarà emessa nell'ottobre 2021.

Le date importanti:

  • 2006: Julian Assange fonda WikiLeaks, che permette agli informatori di far trapelare documenti relativi a corruzione, spionaggio e abusi dei diritti umani da parte dei governi, proteggendo le loro fonti. 
  • Luglio 2010: WikiLeaks pubblica migliaia di documenti riservati riguardanti le attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan.  I documenti in Iraq, sono ottenuti da un militare di nome Bradley Manning che inorridito dal contenuto dei video, ha voluto far conoscere al mondo l'orribile realtà della guerra in Iraq. Manning condannato a 20 anni di prigione, è stato graziato da Obama nel 2017.  Poi è  diventato un  attivista e un transgender con il nome di Chelsea Manning, ed è ritornata per qualche mese in carcere nel 2019 per essersi rifiutata di testimoniare a proposito di WikiLeaks.   
  • Agosto 2010:  Assange viene accusato di reato sessuale da due donne di Stoccolma,  e viene emesso un mandato di arresto. Le  due donne, dichiarano di aver avuto un rapporto consensuale con Assange, ma  lo accusano di aver manomesso o non usato il preservativo durante il rapporto. In Svezia i confini del reato di violenza sessuale sono molto più vasti che altrove e questo presunto sotterfugio rientrebbe in tale fattispecie. In molti non vollero credere alle accuse nei confronti di Assange, ritenendole montature organizzate dal governo degli Stati Uniti per liberarsi di Assange. Michael Moore fu tra i principali sostenitori di questa versione, così come la scrittrice femminista Naomi Wolf, secondo la quale Assange era al massimo colpevole di "comportamento narcisistico".
  • Giugno 2012: Invece di consegnarsi a Scotland Yard per essere estradato in Svezia ed essere interrogato in merito alle accuse di stupro, si  rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e dove chiede asilo.  Resterà all'interno dell'ambasciata per 7 lunghi anni. L’Ecuador allora guidato dal presidente Rafael Correa gli concesse protezione perché ritenne fondate le preoccupazioni del fondatore di WikiLeaks, ossia che l’estradizione in Svezia lo esponesse al rischio gravissimo di una successiva estradizione negli Stati Uniti, dove dal 2010 è in corso un’inchiesta del Grand Jury della Virginia, per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano.
  • Nel 2017: la Svezia archivia e ritira le accuse di violenza sessuale contro Julian Assange. Ma il fondatore di Wikileaks non è un uomo libero: se uscisse dall’ambasciata, verrebbe arrestato da Scotland Yard per non essersi presentato in tribunale nel giugno del 2012 in relazione al mandato di arresto internazionale emesso nei suoi confronti, un crimine che potrebbe portarlo ad una pena detentiva di un anno.
  • Nel 2017: Si scopre che Assange, é spiato in ogni suo movimento, telefonata e incontro. Persino i colloqui privati con il suo avvocato venivano ripresi dall'obiettivo di una telecamera nascosta. Alcune fotografie  ritraggono l'avvocato di Assange, Baltasar Garzón, a colloquio con il suo assistito, immagini dei passaporti delle persone in visita all'attivista e persino gli appuntamenti con il medico.                      Un giornalista spagnolo, assieme ad alcuni complici, chiedono a Kristin Hrafnsson, il caporedattore di WikiLeaks 3 milioni di euro per non rivelare ai media quanto in loro possesso. Una spy story che si è conclusa con l’arresto del giornalista spagnolo e di un suo collaboratore, dopo che WikiLeaks ha denunciato pubblicamente il tentativo di ricatto. Per WikiLeaks si tratterebbe delle prove di quanto vanno affermando da tempo, cioè che il governo ecuadoriano del nuovo Presidente Lenín Moreno, grazie alla Promsecurity  – l'agenzia che dal 2017 si occupa della sicurezza della missione diplomatica a Londra – ha piazzato ovunque microfoni e telecamere per spiare Assange.  .
  • Aprile 2019: il nuovo presidente ecuadoriano Lenin Moreno mette fine all'asilo politico di Julian Assange. Avrà passato 7 anni come rifugiato nell'ambasciata ecuadoriana a Londra dove è stato quotidianamente spiato attraverso delle telecamere, anche nelle sue attività più intime.
  • Dopo che l’Ecuador ha revocato l’asilo, le autorità britanniche lo arrestano e lo mettono in isolamento nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, dove sta scontando una condanna a 50 settimane di detenzione per violazione dei termini della libertà provvisoria, sempre in relazione alle accuse di violenza sessuale. In un video si vede che, durante il suo arresto, è stato sollevato e portato via di peso da sette agenti in borghese della polizia di Londra.  
  • Maggio 2019: gli Stati Uniti avviano una procedura di estradizione con le autorità britanniche.
  • Febbraio 2020: inizia il processo di Julian Assange nei tribunali del Regno Unito. 
  • 4 gennaio 2021: La magistratura britannica respinge la richiesta di estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Il magistrato ha spiegato il rifiuto dell'estradizione con il fragile stato mentale e psicologico di Julian Assange che sarebbe a rischio di suicidio.
  • 6 gennaio 2021: I tribunali britannici rifiutano di rilasciare Julian Assange su cauzione. Julian Assange rimane in prigione. 
  • Febbraio 2021: Gli Stati Uniti fanno appello contro la decisione della corte britannica e chiedono l'estradizione di Julian Assange. con l'assicurazione che non sarebbe stato messo in un carcere di massima sicurezza
  • 11 agosto 2021: un giudice dell'Alta Corte di Londra concede agli Stati Uniti il permesso di ricorrere in appello.
  • 27 - 28 ottobre 2021: Prossime udienze sulla richiesta di estradizione degli USA.

Il presidente Obama ha aperto l'indagine su Julian Assange. Il presidente Trump ha sporto denuncia contro di lui. Il presidente Biden, invece di far cadere le accuse politicamente motivate contro Julian Assange, che hanno messo sotto processo la libertà dei media e la libertà di parola, ha chiesto ricorso in appello sulla decisione della corte britannica. 

La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è stata una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.  Ci sono un paio di ingenuità nell'attività di Wikileaks: la prima è che tra l'enorme mole di documenti pubblicati, effettuando delle ricerche,  potevano venire alla luce anche i nomi di alcuni collaboratori segreti del governo americano che operavano sul terreno in Iraq e Afghanistan, con la conseguenza di mettere, forse, a rischio la loro vita.  La seconda ingenuità é stata quella di pubblicare le e-mail riguardanti Ilary Clinton, candidata alla Casa Bianca, durante la campagna presidenziale, permettendo all'avversario Donald Trump di approfittarne senza alcun scrupolo.

Julian Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange per aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione. Il fatto che sia stato l'obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo.

Se estradato negli Usa, Assange dovrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici. Rischia, inoltre, di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento.

La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita, perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari.  Le accuse contro Julian Assange sono basate esclusivamente sulle sue pubblicazioni di WikiLeaks, un attivista non può essere punito per "aver fatto luce sulle atrocità in Afghanistan e in Iraq". 

E' uscito recentemente il libro ‘Il potere segreto’ di Stefania Maurizi, con la prefazione di Ken Loach, che racconta Julian Assange e svela chi e come vuole distruggere lui e Wikileaks

Dal sito il Fatto Quotidiano: Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. È la storia di un giornalista imprigionato e trattato con insostenibile crudeltà per aver rivelato crimini di guerra; della determinazione dei politici inglesi e americani di distruggerlo; e della quieta connivenza dei media in questa mostruosa ingiustizia.  

Julian Assange è noto a tutti. WikiLeaks, in cui ricopre un ruolo determinante, ha fatto emergere gli sporchi segreti del conflitto in Iraq e molto altro ancora. Grazie ad Assange e alla sua organizzazione, abbiamo conosciuto l’orrore di crimini di guerra come quelli documentati nel video Collateral Murder o quelli commessi dai contractor americani, per esempio a Nisour Square, a Baghdad, dove nel 2007 furono sterminati quattordici civili, tra cui due bambini, e altre diciassette persone furono ferite. Negli ultimi giorni del suo mandato presidenziale Trump ha graziato gli assassini di quel massacro, ma si è assicurato che Assange rimanesse in prigione. 

Stefania Maurizi ha seguito il caso fin dall’inizio. Usando le leggi di accesso agli atti, che vanno sotto il nome di Freedom of Information, ha scoperto documenti che rivelano gli attacchi a Julian Assange. Ha seguito nel dettaglio questi straordinari eventi per oltre un decennio. Al cuore di questa storia c’è il prezzo terribile pagato da un uomo, trattato con estrema crudeltà per aver messo a nudo un potere che non risponde a nessuno, nascosto da un’apparenza di democrazia.

Mentre scrivo, il caso è nelle mani del sistema giudiziario del Regno Unito. La Gran Bretagna si vanta del fatto che le sue corti sono indipendenti, che rispetta lo stato di diritto e che i suoi giudici sono incorruttibili. Be’, vedremo. Julian Assange è un giornalista il cui unico crimine è stato quello di rivelare la verità. È per questo che ha perso la libertà e ha passato gli ultimi due anni isolato in una prigione di massima sicurezza, con effetti devastanti, del tutto prevedibili, sulla sua salute mentale. Se sarà estradato negli Stati Uniti rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni. Le corti inglesi consentiranno un’ingiustizia così mostruosa?

In Gran Bretagna ci sono anche altri aspetti di questa vicenda che ci riguardano da vicino: il grande esborso di denaro e risorse pubbliche per tenere Assange confinato nell’ambasciata dell’Ecuador; l’abietta vigliaccheria della stampa e dei media, che si sono rivelati incapaci di difendere la libertà del giornalismo; nonché l’accusa che il Crown Prosecution Service, in quel periodo guidato da Keir Starmer, abbia tenuto Assange intrappolato in un incubo legale e diplomatico.

Se riteniamo di vivere in una democrazia dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta dovremmo leggere questo libro. Se crediamo che la legge debba proteggere gli innocenti, infine, dovremmo non solo leggere questo libro, ma anche pretendere che Julian Assange sia un uomo libero.  Per quanto ancora possiamo accettare che il meccanismo del potere segreto, responsabile dei crimini più vergognosi, continui a farsi beffe dei nostri tentativi di vivere in una democrazia? 

lunedì 9 agosto 2021

Sorveglianza di massa su mail e messaggi, il nuovo Regolamento Ue Chat-controll

 Ho scritto questo articolo per mostrare in quale mondo democratico, libero, rispettoso della privacy viviamo oggi. In questo contesto il dibattito sul green pass diventa quasi irrilevante.
Sorveglianza di massa su mail e messaggi, il nuovo Regolamento Ue Chat-controll contro la pedopornografia online.

La sorveglianza di massa delle comunicazioni digitali diventa legale in Europa allo scopo di contrastare gli abusi sui minori online, il loro adescamento e la diffusione della pedopornografia. Questa la novità storica del nuovo Regolamento Ue ribattezzato “ChatControl” che il 6 luglio scorso ha già raccolto nel Parlamento Europeo un’ampia maggioranza (537 voti, 133 contrati e 24 astenuti) e si accinge a superare a breve l’ultimo scoglio legislativo, con la ratifica finale del Consiglio dell’Unione Europea. A quel punto il Regolamento sarà in vigore e di conseguenza, per tre anni, ogni cittadino europeo perderà il diritto alla riservatezza delle proprie comunicazioni digitali personali, sancito quasi vent’anni fa dalla Direttiva ePrivacy 2002/58/CE.

Anche se lo scopo potrebbe ritenersi giusto, le conseguenze di questo provvedimento per le persone potrebbero essere drammatiche in caso di errore e qualcuno potrebbe ritrovarsi bollato come pedofilo erroneamente.

Se fino ad oggi nessuno poteva sorvegliare o intercettare i messaggi e le comunicazioni personali di qualsiasi cittadino europeo senza il suo consenso o un’autorizzazione specifica dell’autorità giudiziaria, con l’entrata in vigore del Regolamento “ChatControl” i gestori dei servizi di comunicazione digitale – da Facebook a Google passando per le applicazioni di instant messaging come Whatsapp o Telegram – potranno accedere in automatico a tutte le nostre comunicazioni online e, se tra queste troveranno dei video, delle immagini o dei testi comparabili ad altri già identificati come pedopornografici o legati a forme di adescamento o abuso di minori, potranno prelevarli, segnalarli alle forze di polizia e cancellarli dalle loro piattaforme.
Al momento restano comunque escluse dal Regolamento le comunicazioni crittografate, quindi i sistemi di intelligenza artificiale usati dalle app di instant messaging come Whatsapp o Telegram. Una condizione di riservatezza, questa che però potrebbe essere superata dal regolamento di follow up di ChatControl che alcuni analisti danno come imminente.

I gestori, quindi, scandaglieranno le nostre comunicazioni elettroniche in maniera automatica e non, attraverso filtri intelligenti che cercheranno di trovare una corrispondenza, tra i contenuti multimediali che trasmettiamo e riceviamo e alcuni database che contengono contenuti di natura pedopornografica. 
In Europa il filtraggio automatico e la segnalazione dei contenuti pedopornografici erano già attivi da tempo per i servizi web – ad esempio i social network Facebook o Instagram -, ma restavano esclusi per email e messaggistica, protetti dalla Direttiva e Privacy. 
Il Regolamento “ChatControl” nasce proprio dal tentativo di superare uno stop a queste pratiche di sorveglianza imposto da una normativa europea, che dal 21 dicembre 2020 aveva equiparato posta elettronica e chat ad ogni altra comunicazione elettronica, estendendo quindi la tutela alla riservatezza a tutti questi servizi.

Questo regolamento resterà in vigore per i prossimi tre anni quindi, in attesa di una nuova Direttiva quadro sul tema per consentire una lotta più efficace al fenomeno degli abusi sui minori perpetrati online, fenomeno che solo in Italia, durante l’emergenza Covid-19, ha visto crescere i reati a danno dei minori del 70% l’anno e aumentare del 213% in cinque anni i denunciati, come segnalato recentemente dal vertice della Polizia Postale. Tra questi, proprio ragazzi sempre più giovani, accusati di reati sempre più gravi come il far circolare scatti sessuali di ex-partner, file pornografici e immagini di abusi sessuali su minorenni.
I partiti europei contrari al provvedimento sono stati il Partito Pirata e i Verdi, con la motivazione  che questi sistemi di intelligenza artificiale potrebbero essere utilizzati per una sorveglianza di massa e soprattutto per l'elevato tasso di errore riscontrato. Infatti, i fornitori segnaleranno automaticamente alla polizia senza verifica umana – eventuali dati sospetti.

Si deve cercare di trovare un compromesso tra il sacrificio della privacy e la sicurezza dell’ecosistema digitale. Dovremo impegnarci tutti quanti per fare in modo che si sviluppi una reale consapevolezza dell’esistenza di questi sistemi di monitoraggio perché le conseguenze per le persone potrebbero essere drammatiche. I gestori privati dei servizi di comunicazione elettronica diventano con ChatControl una sorta di polizia giudiziaria, e potrebbero privilegiare i loro interessi privati, magari in ottica di profilazione degli utenti. Gli scenari possibili sono tanti, forse troppi per giustificare un intervento di sorveglianza cosi pesante.
Quanto saremo liberi di poter mantenere le attuali condizioni di privacy dei nostri servizi di comunicazione digitale, dopo l’entrata in vigore di ChatControl?  
Lo saremo fintanto che continueremo ad utilizzare applicazioni capaci di cifratura end-to-end, ma chi ci garantisce che domani quelle conversazioni intime non verranno utilizzate come arma di ricatto o utilizzate esse stesse per abusare dei soggetti? In un’epoca dove i furti di dati sono all’ordine del giorno, come sarà possibile garantire la riservatezza di queste conversazioni quando saranno sparpagliate su decine di gestori ed in balia di attacchi di ogni tipo? Vale davvero la pena attivare una sorveglianza su così ampia scala quando sappiamo che interventi mirati sono invece molto più efficaci?

I 5 colossi del web

 Ho scritto questo articolo per mostrare in quale mondo democratico, libero, rispettoso della privacy viviamo oggi. In questo contesto il dibattito sul green pass diventa quasi irrilevante.

Oggi i 5 colossi del web Google, Amazon, Facebook,  Apple, Microsoft,  hanno aumentato ricchezza e potere. “Ormai contano più degli Stati” e durante il coronavirus hanno ulteriormente consolidato la loro posizione. 

Cloud, ricerche, acquisti, tutto ruota intorno ai cinque giganti che ormai plasmano anche la politica degli Stati e possono decidere di "zittire" anche l'ex presidente degli Stati Uniti Trump, fatto sparire da Facebook, Instagram e Twitter. I tardivi sforzi dei regolatori europei e le cause negli Usa non sembrano in grado di intaccare il loro potere. Facebook è un social media che conta una comunità di iscritti pari a due volte la popolazione cinese e vale in borsa 760 miliardi di dollari.

Nel 2017, al vertice del G7 per la prima volta, a una riunione di massimo livello governativo, erano presenti anche i soggetti che controllano la rete: Facebook, Google, Microsoft o Amazon ed Apple. Questa presenza sancisce il fatto che quando si parla di Internet, ci sono alcune aziende che sono allo stesso livello degli Stati o di entità sovranazionali come l’Unione europea.

La pandemia ha evidenziato il ruolo e la pervasività di questi giganti del web, praticamente tutto quello che avviene, è avvenuto, e avverrà “a distanza”, passa attraverso di loro. Dalle chat su Whatsapp, che appartiene a Facebook, alle riunioni on line per lo più gestite da piattaforme di Google e Microsoft. Mentre tutti erano costretti a rinunciare agli acquisti nei negozi, i ricavi di Amazon sono cresciuti del 40%.  E le tasse pagate in Italia dai giganti del web sono ridicole: Amazon paga 11 milioni di euro, Google 5,7 milioni, Facebook 2,3 mln, Netflix 6 mila euro. 

I numeri del dominio. Oggi il 90% delle ricerche su internet avviene attraverso Google. La stessa Google, insieme a Facebook, controlla oltre il 90% della pubblicità on line. I sistemi operativi di Apple (iOS) e Google (Android) equipaggiano il 99% degli smartphone. Ancora Apple, ma questa volta con Microsoft, forniscono il 95% dei sistemi operativi nel mondo. Il 95% degli under trenta che usano Internet (cioè tutti) ha un profilo Facebook o Instagram (che è sempre di Facebook). Amazon controlla la metà delle vendite on line degli Stati Uniti. Nei paesi occidentali ormai una persona su tre utilizza un assistente vocale come Alexa (Amazon) o Siri (Apple). Un orecchio sempre attivo che ascolta, ascolta, ascolta e immagazzina informazioni. Numeri simili riguardano servizi come le classiche e-mail, le mappe, lo sviluppo di intelligenza artificiale o di auto a guida autonoma.  Questi dati indicano che la concorrenza non esiste più. Non è un caso che l’unica significativa novità del panorama Internet degli ultimi anni, la piattaforma TikTok, sia nata e cresciuta in Cina, dove ancora questi soggetti non hanno potere”.  Gli algoritmi di Google possono stabilire i destini di un’azienda, semplicemente in base al peso che le attribuiscono nella gerarchia dei risultati”.

E poi c’è il cloud, la “nuvola”, le immense memorie esterne a cui si affidano aziende, grandi e piccole, e strutture pubbliche, per archiviare dati ed accedere a servizi. Chi le gestisce? La risposta è scontata. I più grandi fornitori al mondo sono Amazon, che ha una quota di mercato globale di oltre il 40%, Microsoft (15,5%) e Google (9%). Dentro queste memorie ci sono informazioni di ogni tipo, comprese le più sensibili al mondo. L’esercito statunitense, ad esempio, affida i suoi dati a Microsoft, seppur in strutture appositamente dedicate e con vincoli specifici. Del resto il gruppo di Bill Gates ha da sempre un rapporto molto stretto sia con il Pentagono, sia con il governo Usa.  Ancora una volta solo la Cina può sottrarsi a questo controllo, potendo contare sul suo campione nazionale Alibaba che fornisce anche spazi cloud. E Pechino ha imposto ad Apple di spostare le informazioni relative agli utenti cinesi su fornitori di cloud del Paese con server collocati fisicamente in Cina.

Cosa hanno fatto in questo tempo le autorità Antitrust di Usa ed Unione europea? Sulla scia della rivoluzione ideologica neo liberista degli anni '80 non hanno fatto assolutamente niente. La sola commissione Ue ha dato via libera a 400 acquisizioni che hanno visto protagonisti questi quattro o cinque gruppi. L’acquisto di Instagram da parte di Facebook è stato ridicolarmente autorizzato con le motivazioni che “Instagram non è un social media” e che “le foto sono difficilmente monetizzabili”.

Invece i servizi offerti gratis come l’apertura di un profilo Facebook o una ricerca su Google valgono in realtà cifre astronomiche per chi li gestisce e ha accesso ai dati degli utenti. Il concetto fu spiegato, in poche illuminanti parole, dal professore del Mit Nicholas Negroponte già agli albori del web: “Se il servizio che ti viene offerto è gratis, vuol dire che il prodotto sei tu”.

Solo adesso l’Antitrust europeo sta aggiornando le sue regole prospettando multe più severe e possibili scorpori per i colossi del web, ma ormai è troppo tardi. Inoltre, queste nuove regole, più restrittive, entreranno in vigore, se tutto va bene tra un paio d’anni. Negli Stati Uniti, sull’onda di un rapporto redatto dal Congresso statunitense, in cui venivano elencate tutte le pratiche fortemente lesive della concorrenza e poco rispettose della privacy degli utenti, sono state avviate cause ed azioni antitrust e si è arrivati a minacciare questi gruppi monopolisti, di possibili smembramenti, se non cambieranno il loro modo di agire. La verità è che il potere di questi soggetti è già così grande che è difficile dire da che parte penda il bilanciamento dei poteri e capire chi possa davvero dettare condizioni. Non è detto che siano gli Stati. Inoltre agli Stati Uniti, in fondo, fa comodo "che questi soggetti siano così potenti, che siano in grado di controllare le informazioni di tutto il mondo e in tutto il mondo”. Purtroppo la forza dell’Antitrust europeo è una sola, ossia i 500 milioni di cittadini che costituiscono il mercato europeo.

Cosa succederebbe se Google o Facebook decidessero ad esempio di limitare l’accesso ai loro servizi? Di far pagare servizi come la posta elettronica. Oppure se decidessero di ridurre il traffico verso specifici soggetti, aree di mercato, venditori, facendoli scendere nella gerarchia delle ricerche?

Non è solo una questione economica. Quando Edward Snowden raccontò il modo in cui è possibile avere accesso a tutte le informazioni che noi consegniamo, più o meno consapevolmente, a Google, Facebook e soci, fece un’osservazione inquietante: “Questa è una dittatura chiavi in mano. Se chi ha le leve del potere volesse, potrebbe sapere tutto di chiunque di noi attingendo alla rete". "Facebook ti conosce meglio di tua moglie”, non è un modo di dire. Attraverso le interazioni che un soggetto ha con i social media, elaborate da intelligenze artificiali, si riesce a tracciare un profilo della personalità più attendibile di quello che potrebbe fare un convivente. Comprese inclinazioni politiche, stato di salute, condizioni economiche, gusti, ecc.

“Dobbiamo fare uno sforzo ed impegnarci a difendere e riaffermare quella che John Stuart Mill chiamava la "libertà delle menti". Esiste la possibilità che una volta persa, le persone cresciute nell’era digitale fatichino a riconquistarla. Esiste una reale possibilità di alleanze tra Stati autoritari e questi immensi monopolisti di Internet, ricchi di dati. Il nascente sistema di sorveglianza da parte delle aziende potrebbe unirsi a sistemi già rodati di vigilanza di natura governativa, rafforzandoli drammaticamente.

Tim Berners-Lee, ha festeggiato il 6 agosto 2021 i trent’anni del primo sito Internet della storia pubblicato presso il CERN ed attualmente ancora attivo, info.cern.ch che ha costituito l'embrione del World Wide Web. Il sogno di Berners-Lee che era quello di “Avere uno spazio aperto, democratico, universale e gratuito” sembra essere miseramente naufragato.

Tra il 2000 e il 2010 la rete prese la forma attuale cominciando a stringere la sua ragnatela intorno al mondo. Infiniti contenuti a disposizione, accessibilità dell’informazione, fake news, criminalità (il cosiddetto Dark Web) e ancora i social network e l’e-commerce, basati su modelli di business che promuovono la schedatura dell’utente monetizzandone i dati.

Se il web era nato con l’idea di fornire a ognuno gli strumenti per diventare editore di se stesso, oggi postiamo solo su piattaforme controllate da terzi, sulle quali siamo poco più che ospiti e dove avvengono operazioni di filtraggio eseguite dai titolari dei social e di queste piattaforme.

In un mondo che rischia di polarizzare anche il web in una nuova guerra fredda, il fattore pandemia si è rivelato un potentissimo acceleratore. Nel giro di un anno abbiamo visto affermarsi la definitiva supremazia del digitale. Il lavoro, la scuola, i servizi: con la messa al bando del contatto umano tutto è traslato online. Ma siamo davvero pronti a questa digitalizzazione forzata?  Dobbiamo continuare ad accettarla passivamente?

sabato 10 luglio 2021

Sagesses Bouddhistes

 In Francia il Buddhismo è molto diffuso, ci sono tantissimi monasteri, soprattutto nei dintorni di Parigi  e in Dordogna. Il buddhismo è entrato nella mappa religiosa francese ed è perfettamente integrato nel mosaico culturale francese. Oggi riguarda un numero molto grande di praticanti e simpatizzanti, ma al di là dei numeri, si concretizza in azioni diversificate, mosse da una ferma volontà spirituale e culturale, al servizio di tutti, e in armonia con le altre tradizioni religiose e scuole di pensiero.

I media francesi organizzano delle bellissime emissioni su questa filosofia. Una di queste emissioni, Sagesses Bouddhistes, https://www.france.tv/france-2/sagesses-bouddhistes  creata nel 1996 è diventata un luogo di riflessione sul buddhismo, che viene presentato nella diversità delle sue tradizioni.

Per fare questo, il programma riceve una vasta gamma di ospiti, francesi e stranieri, rappresentanti delle diverse tradizioni buddhiste, scrittori, filosofi, storici, medici e scienziati, grandi maestri che sviluppano gli scambi tra il pensiero buddhista e la modernità e trasmettono i valori fondamentali dei diritti e dei doveri umani. L'emissione è realizzata da Michel Baulez, e presentata da  Aurélie Godefroy.

Le emissioni sono in francese.  Di seguito sono riportate le emissioni del 2021.

  • Sagesses bouddhistes 20 06 2021. Qu’est-ce qu’un maître authentique?  Sagesses Bouddhistes propose aujourd’hui une rencontre avec Matthieu Ricard, en Dordogne, une belle région de France où, le long de la Vézère, plusieurs centres tibétains se sont implantés dès les années 70, fondés par de grands maîtres tibétains aux qualités spirituelles exceptionnelles.  link
  • Sagesses bouddhistes 13 06 2021.  link   Les trésors du Musée CERNUSCHI – 2e partie
  • Sagesses bouddhistes 06 06 2021.   link  Les trésors du musée CERNUSCHI – 1re partie
  • Sagesses bouddhistes 23 05 2021. link   A la fois philosophe, enseignant et yogi, Djé Tsongkhapa, éminent maître tibétain qui marqua profondément la pratique du bouddhisme au XIVe siècle, par la fondation de ses monastères, l’instauration de grandes célébrations mais aussi par ses enseignements, avait un lien particulier avec la Cité Interdite. Aussi pourquoi ce lieu est-il incontournable ? Quel rapport les empereurs chinois entretenaient-ils avec le bouddhisme, et plus particulièrement avec Djé Tsongkhapa ? C’est le thème de cette première émission consacrée à Djé Tsongkhapa.  Invitée : Françoise Wang-Toutain
  • Sagesses bouddhistes 09 05 2021. link  Sagesses Bouddhistes évoque le temps de deux émissions, le gréco-bouddhisme, syncrétisme culturel entre la culture héllénistique et le bouddhisme qui s’est développé à partir du IVe siècle avant notre ère et qui aurait conduit à la formation du mahayana, le bouddhisme du grand véhicule. Mais qu’entend-on plus exactement par « gréco-bouddhisme » ? Qu’en est-il de la chronologie et de sa dimension géographique ? Réponses avec Eric Vinson.
  • Sagesses bouddhistes 02 05 2021.  link    Discernement et esprit critique.   Il est difficile aujourd’hui de garder sa clairvoyance devant la profusion d’informations et d’avis qui nous parviennent de tous côtés. Avec l’essor des réseaux sociaux, nous avons plus que jamais besoin de savoir user de discernement et d’esprit critique. Pourquoi nous entrainer à notre propre liberté d’esprit et comment y parvenir ? L’enseignement bouddhiste peut nous y aider car loin d’imposer une vérité, le bouddhisme, au contraire, nous donne les moyens de distinguer ce qui nous semble être juste. Nous recevons Marie-Stella Boussemart pour en parler.
  • Sagesses bouddhistes 18 04 2021  link     Vivre la crise : développer nos ressources intérieures.  Dans ce second volet de l’émission consacrée à la crise sanitaire vécue à marche forcée mondialement, Sagesses Bouddhistes met aujourd’hui plus particulièrement l’accent sur les ressorts qui sont en nous et qui peuvent nous aider à atténuer le stress, l’anxiété ou encore le repli sur soi et la résignation. Le ralentissement général des activités, l’isolement ainsi que toutes les contraintes imposés par cette crise peuvent être mis à profit par chacun d’entre nous pour développer notre vie intérieure et revenir à l’essentiel. Nous en parlons avec Christophe André
  • Sagesses bouddhistes 11 04 2021. link   Vivre la crise, tous ensemble.  Depuis plusieurs mois, nous vivons une crise sanitaire mondiale qui bouleverse toutes nos habitudes de vies, qu’elles soient collectives et individuelles. Comment faire face à ces changements imposés, c’est ce que nous allons évoquer durant deux émissions. Dans cette première émission nous verrons comment la notion d’interdépendance explique et peut atténuer la crise, et aussi comment des valeurs telles que l’altruisme et la solidarité peuvent nous aider. Dimanche prochain, nous évoquerons le développement de la vie intérieure, formidable antidote à la crise. Invité : Dr Christophe André
  • Sagesses bouddhistes 04 04 2021.       link      La pratique de Metta : enseignements de Bhante Hénépola Gunaratana.  Bhante Hénépola Gunaratana, nonagénaire, enseigne toujours aux Etats-Unis dans le centre qu’il a fondé. Ses enseignements clairs et précis ont fait le tour du monde, dans cette seconde émission, nous proposons d’aborder avec Jeanne Schut, certains des thèmes qu’il aime particulièrement enseigner, notamment « metta » ou la pratique de la bienveillance, ainsi que la méditation.
  • Sagesses bouddhistes 28 03 2021.  link   Sagesses Bouddhistes évoque aujourd’hui et le 4 avril prochain, la vie, les parcours et les enseignements d’un très grand maître sri lankais, de la tradition theravada, Bhante Hénépola Gunaratana, bienveillant, généreux, au sourire illuminé de bonté. Sillonnant bien souvent la planète, il a consacré sa vie au Dharma et prodigué les enseignements du Bouddha qui lui tenaient particulièrement à cœur. Jeanne Schut l’a côtoyé de nombreuses années et a traduit la majorité de ses nombreux ouvrages, dont le dernier en date, rassemblant 50 années d’enseignements. Nous la recevons aujourd’hui pour en parler.
  • Sagesses bouddhistes 21 03 2021.  link   La vie de Maître Dôgen 2e partie : La transmission et l’enseignement.  Sagesses Bouddhistes retrouve Brigitte Seijo et Pierre Dokan Crépon, pour la suite de l’émission consacrée à Maître Dôgen. Si la semaine dernière, nous avons appris que maître Dôgen avait très tôt cherché la Voie et avait parcouru la Chine, pour finir par comprendre auprès des Moines rencontrés, que la « pratique était la Voie », aujourd’hui dans cette seconde partie, nous allons découvrir comment il est rentré au Japon avec la mission de transmettre ses enseignements, ce qu’il fera notamment à travers ses écrits d’une très grande importance et par la construction de très nombreux temples.
  • Sagesses bouddhistes 14 03 2021.  link  Sagesses Bouddhistes consacre aujourd’hui et dimanche 21 mars, deux émissions à Maître Dôgen, l’un des plus grands maîtres du bouddhisme japonais, fondateur de l’école Zen Sôtô. Nombreux sont ceux qui connaissent son nom et l’immense postérité de ses enseignements, mais pourtant, on ne sait presque rien de la vie de ce moine du 13e siècle. Grâce à la parution très récente d’une biographie inédite en langue française, sous la forme inédite d’un manga, nous allons découvrir qui fut le fondateur du Zen Sôtô : de quelle famille était-il, pourquoi et comment a-t-il cherché la Voie, puis de quelle façon l’a-t-il enseignée une fois revenu au japon ? Autant de questions que nous allons poser à nos invités, Brigitte Seijo et Pierre Dokan Crépon.
  • Sagesses bouddhistes 07 03 2021. link Marion Chaygneaud-Dupuy est une jeune femme remarquable. Alpiniste chevronnée, elle est la seule française à avoir accompli l’ascension de l’Everest par la face nord, ce à trois reprises. Son but, son défi également, avec l’aide de son ONG Clean Everest, est de nettoyer le « toit du monde » si célèbre, de tonnes de déchets et débris laissés ainsi sans vergogne par ceux qui le gravitent. Basée à Lhassa depuis 2002, cette bouddhiste au grand cœur et à la volonté infaillible œuvre également dans le domaine de la santé, de l’éducation et de l’environnement. Pendant cette semaine consacrée aux femmes, Sagesses Bouddhistes vous présente avec plaisir cette brillante et discrète personnalité.
  • Sagesses bouddhistes 31 01 2021.   link   Sagesses Bouddhistes aborde aujourd’hui avec Elisabeth Drukier – du Centre Kalachakra à Paris, le thème de « l’attachement », dont il est très souvent question dans les enseignements bouddhistes. Mais qu’entend-on plus précisément par attachement ? Quel en est le processus ? Quelle est la différence par rapport à l’amour ? Et quelles sont les conséquences de l’attachement.
  • Sagesses bouddhistes 17 01 2021.  link  "S'asseoir en méditation n'a pas pour objet de penser, réfléchir ou se perdre dans le domaine des concepts et des discriminations ; mais ce n'est pas non plus rester immobile comme une pierre ou un tronc d'arbre. Comment éviter également ces deux extrêmes que sont la conceptualisation et l'inertie?... La solution est de demeurer dans le sein de l'expérience de la réalité, sous la lumière de la Pleine Conscience." Thich Nhat Hanh. La pensée avant les pensées.    Si les dépressions et la perte du sens de la vie sont fréquentes dans notre monde contemporain, c’est peut-être parce qu’on ne sait pas (ou plus) développer en soi une autre dimension : la pensée non verbale. En effet, l’activité mentale a pris une telle importance dans le fonctionnement humain, qu’on a oublié qu’il existait d’autres formes de communication et d’autres façons de penser. C’est le thème de Sagesses Bouddhistes aujourd’hui qui reçoit Olivier Wang-Genh pour en parler.
  • Sagesses bouddhistes 24 05 2020.  link  Sagesses Bouddhistes consacre cette émission au maître de méditation vipassana Shri Satya Narayan GOENKA (1924 – 2013) et au centre de Bourgogne où est enseignée cette pratique de méditation dont le terme pali signifie « vision pénétrante » ou voir les choses telles qu’elles sont. Sagesses Bouddhistes reçoit Kim Vu Dinh pour en parler.   Tous renseignements : Centre Vipassana de Dhamma Mahi (Bourgogne) Le Bois Planté 89350 Louesme
  • Sagesses bouddhistes 13 05 2018. link   Sagesses Bouddhistes poursuit son entretien avec Sa Sainteté le XVIIème Karmapa Trinlé Thayé Dorjé qui eût lieu au mois d’août 2017 au Centre d’Etudes Tibétaines de Montchardon, à Izeron (Vercors). Cette émission portera plus précisément sur les thèmes essentiels du bouddhisme qui lui sont chers.

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...