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sabato 20 novembre 2021

Meditazione Profonda e Autoconoscenza - MPA

Meditazione Profonda e Autoconoscenza  è un testo scritto da Padre Mariano Ballester (1935 - 2021) un gesuita spagnolo, in cui viene illustrato questo metodo di meditazione..

Padre Mariano Ballester, gesuita, direttore spirituale del Collegio Internazionale del Gesù, nella sua lunga esperienza di guida di preghiera e di meditazione che è dura almeno cinquanta anni, ha messo a punto negli anni '70 un metodo di “meditazione silenziosa” che ha chiamato MPA, Meditazione Profonda e Autoconoscenza. Questo metodo si avvale largamente di esercizi basati sulla meditazione del respiro;  è un metodo di evoluzione personale che coniuga introspezione e silenzio.  Vedi il video di Mariano Ballester  https://www.youtube.com/watch?v=on-t3QjcYuQ

Ha creato inoltre l'associazione senza fini di lucro "Meditazione Profonda e Autoconoscenza (MPA)" costituita nel 2009 da un gruppo di guide formate secondo i suoi insegnamenti. L'associazione si propone di diffondere la pratica della MPA attraverso incontri di formazione e di valorizzazione umana e spirituale della persona e  guidarla verso la sorgente dell'essere.    Il sito dell'associazione è il seguente:  https://www.mpa-net.it/   

Ogni persona, nessuna esclusa, è portatrice spesso inconsapevole di un  Seme Spirituale:
...“Ecco, sto alla porta e busso”.
Questo Seme, il Centro dell’Essere, non può essere disatteso perché la sua non apertura limita la realizzazione più profonda dell’uomo. Il caos delle grandi metropoli, il lavoro frenetico, l’inquinamento, il chiasso, i nostri problemi personali, ecc… tutto questo rumore quasi ci fa dimenticare che portiamo dentro di noi questa nostalgia d’armonia, quasi un richiamo d’amore: la voce silente del  Sé.
Ecco nascere allora la necessità di una purificazione (
attraverso meditazioni guidate, danze, tecniche di rilassamento, giochi e proiezioni video )  dei 3 livelli di percezione attraverso cui facciamo esperienza del mondo.  Questi 3 livelli sono:

  •     Il livello delle Forze legato al corpo e alle molteplici energie dell'inconscio.
  •     Il livello delle Emozioni legate al presente ma anche e forse soprattutto, al passato.
  •     Il livello della Mente legato al mondo del pensiero. 
La persona acquisirà una maggiore Autoconoscenza e risveglierà uno stato di Presenza, per poi inoltrarsi sul cammino della vera e propria Meditazione Profonda. Con questa pratica si potrà sperimentare nella vita di tutti i giorni la consapevolezza di rimanere connessi con la voce interiore del Sè pur vivendo nel caos della vita quotidiana.

Ogni energia emessa attira energia simile e uguale. La Fisica quantistica asserisce che tutto è energia, ed ogni oggetto attrae oggetti simili, ad esempio suonando una chitarra vibrerà la corda dell'altra chitarra appesa alla parete. Questo principio viene putroppo molto usato anche nella pubblicità e nella politica. 

La MPA utilizza il "Principio di attrazione" della fisica quantistica per spiegare che l'individuo attira energia per migliorare se stesso, liberare energia per far cadere gli involucri ed arrivare ad una autoconoscenza.  L'individuo diventa quindi, una manifestazione del suo stato interiore.  La critica alla MPA sostiene che l'individuo è immerso in un subconscio individuale e collettivo, e anche quando manifesta un desiderio cosciente, è sempre influenzato dal subconscio e i risultati possono essere imprevedibili.

Dobbiamo liberare le energie in noi, attirare altre energie per migliorare noi stessi, per arrivare al mistero divino.  «Tu sei ciò che è il tuo desiderio più profondo. Com’è il tuo desiderio, così è la tua intenzione. Com’è la tua intenzione, così è la tua volontà. Com’è la tua volontà, così è la tua azione. Com’è la tua azione, così è il tuo destino.»  Dalla Brihadaranyaka Unpanishad.  La persona  diventa manifestazione del suo stato interiore. La legge di attrazione si manifesterà anche nel karma.

La legge individuale inizia con un pensiero,  penso qualcosa (intenso e continuo), lo credo, lo immagino ed è ciò che attiro dal grande magazzino dell’universo.

La coscienza quando si sveglia, sa cosa di cosa ha bisogno ed influisce sul tuo destino.

Vedi l'articolo su Padre Ballester  http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/meditazione/ballester.htm

giovedì 11 novembre 2021

Parallelismo tra i Vangeli e la Bhagavad Gita di Padre Anthony Elenjimittam

Il parallelismo tra i Vangeli (Nuovo testamento) e la Bhagavad Gita fatto da Padre Anthony Elenjimittam (1915 - 2011). Padre Antony che può essere definito un universalista che ha cercato di conciliare il cristianesimo e il messaggio della Bhagavad Gita che corrisponde al Vangelo indiano. 

Il Nuovo Testamento, è composto dai quattro Vangeli (Marco, Matteo; Luca e Giovanni), dalle lettere dell'Apostolo Paolo, dalle Lettere cattoliche, dagli Atti degli Apostoli e dall'Apocalisse, per un totale di  27 scritti.

Ci sono molte analogie tra gli insegnamenti fondamentali della Gita e il Nuovo Testamento,  e somiglianze tra la dottrina religiosa della Gita e quella del cristianesimo. Le similitudini e le analogie sono da attribuirsi, come asserisce Padre Anthony, all’incontestabile esistenza di un’unica natura umana illuminata da un’unica e universale Luce-Logos “che illumina ogni uomo” che viene in questo mondo.  Padre Anthony ammette comunque, che il cristianesimo e l'induismo si sono profondamente influenzati a vicenda a partire dal I secolo sino ad oggi e la Gita ne è una prova convincente. L’induismo, per sua natura, è in grado di assimilare all’interno del suo credo correnti di pensiero di varia provenienza e di realizzare un sincretismo o un compromesso armonioso con altre religioni.  

La Gita afferma che c’è un Essere assoluto, esistente in se stesso e per se stesso, che non ha rapporti necessari con l’universo creato: “Illuso dalle tre influenze materiali (guna), il mondo intero ignora chi sono Io, l’Inesauribile, che trascende ogni influenza materiale” (Gita, VII, 13).  “Tu sei il Brahman supremo. Dio onnipervadente reggitore dell'universo. Tu sei il Padre di questo mondo, movente e immoto, e il suo adorabile e glorioso maestro. Tu non hai eguali: come potrebbe esserci qualcuno più grande di Te nei tre mondi, o Essere onnipotente e senza pari? Perciò, con obbedienza mi prostro ai tuoi piedi e imploro la tua grazia, o adorabile Signore. Come un padre verso il figlio, un amico verso l’amico, un amante verso l’amata, sii clemente con me, o potente Dio di tutti” (Gita, XI, 43). “Il mio spirito, che è la fonte di tutto, sostiene tutte le cose, ma non risiede in esse. Io sostengo permanentemente l’intero universo con una semplice scintilla della mia persona” (X, 42).   

Non solo per ciò che concerne la natura e gli attributi di Dio, ma anche per quanto riguarda l’origine del mondo, la Gita contiene insegnamenti molto simili a quelli del cristianesimo: “Dio è il padre dell’universo” (VII, 6); “I progenitori del genere umano nacquero dalla mente divina” (X, 6); “Egli è il creatore di tutte le cose, Egli è la fonte di tutto e tutto proviene da lui” (X, 6).

 Le somiglianze dottrinali tra i Vangeli e la Bhagavad-Gita sono costituite da affermazioni della verità religiosa che hanno impressionanti analogie o sono quasi identiche. A titolo esemplificativo ecco alcuni passi della Gita e del Vangelo di Giovanni messi a confronto:

Vangelo secondo Giovanni: Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (1,3).
Bhagavad-Gita: Tutte le cose scaturiscono da me. È da me che l’universo è stato creato (VII, 6-7). 

Giovanni: E il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto (1, 10-11).                                                                                    Gita: Gli stolti non conoscono la mia natura trascendente. Quando scendo in questo mondo nella forma umana non mi rendono onore (IX, 10-11). 

Giovanni: Chiunque crede in lui ha la vita eterna (3, 15).Gita:  Chi crede in me non morirà (X, 31). Colui che mi adora verrà a me (IX, 25). 

 Giovanni: Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me (6, 45). Se un uomo osserva la mia parola, non vedrà mai la morte (8, 51). Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno (11, 26).  Gita: Coloro che credono in me e si rifugiano in me scampano agli anni e alla morte (VII, 29). Io amo coloro che mi sono devoti. Come si abbandonano a me, in proporzione io li ricompenso (IV, 11). 

Giovanni:  Chi mi ama anch’io lo amerò (14, 21); voi in me e io in voi (14, 20).                                        Gita:    Discendo di era in era per proteggere i buoni, per distruggere i malvagi e per ristabilire i principi della religione (IV, 8).

Giovanni; Per questo io sono nato e per questo io sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità… perché il mondo si salvi per mezzo di lui (18,37; 3,17).                                                     Gita:   Chi conosce me, il Signore del mondo, è libero da ogni peccato e ottiene la vita (XIV, 2). Io sono la via… il rifugio, la vita e la morte (IX, 18).     Vangelo secondo Giovanni:  Questa è la vita eterna: che essi conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (17, 3). Io sono la via, la verità e la vita (14, 6). 

Giovanni 12 :45. "Io ho visto il Signore e voi avete visto me. Così anche voi avete visto il Signore".
La Gita spiega che chi conosce il Signore tramite il Maestro, vede anche il proprio Sé.

Giovanni 8 : 12.  "Sono la luce del mondo; chi seguirà me non rimarrà nel buio e riceverà la luce nella propria vita".
La Gita spiega queste parole dicendo che il buio, di cui parla Giovanni, è la tenebra dell'illusione e che la luce è rappresentata dal conoscere se stessi. Chi seguirà il Maestro non sarà più al buio.

Giovanni 9 : 4-5. "Ognuno esegue ciò per cui è stato mandato sulla terra, finché è giorno, finché è notte e non si può fare niente. Fino a quando sarò sul mondo, sarò la luce del mondo".
La Gita spiega il senso di queste parole, dicendo che si crea karma finché si è in vita e che quando si muore, non lo si crea più, ma si è sotto  l'effetto del buono o del cattivo karma che si è prodotto in vita. 

Giovanni 14 : 6-7.    "Io sono l'unica strada, la verità e la vita; senza di me nessuno può arrivare al Padre. Se voi conoscerete me, potrete conoscere anche il Padre. Fatto ciò, conoscerete lui ed avrete visto".
La Gita spiega il significato di queste parole del Vangelo, dicendo che l'uomo può conoscere solo tramite il Maestro.  Solo il Maestro è la strada e solo il Maestro può insegnare a camminare su questa strada. Chi conosce il Maestro, conosce anche il Signore.  Chi conosce il Maestro, conosce anche colui che lo ha mandato sulla terra. 

Giovanni 16 : 28.  "Sono una manifestazione del Padre; sono venuto nel mondo.  Quando lascerò il mondo, tornerò al Padre".
La Gita spiega che Dio è l'oceano e che ogni singola anima è come una goccia d'acqua; quando la goccia giunge all'oceano, tutto diventa oceano.

Giovanni 17 : 12.   "Quando ero sulla terra, ho connesso loro al Tuo nome.  Il compito che mi hai assegnato nei loro confronti, non è rimasto incompiuto".
La Gita spiega che quando Gesù era sulla terra, ha fatto conoscere Dio alle anime che erano a lui destinate e che Gesù non le ha lasciate nell'illusione.

Vangelo secondo Matteo 11: 25.   "Oh Signore, padrone di tutto l'universo, io ti ringrazio per aver nascosto questo segreto alle persone dotte e per averlo rivelato, invece, solo ai bambini".
La Gita spiega ciò dicendo che questo segreto rimane nascosto alle persone mondane ed intellettuali e che viene rivelato solo ai puri e ai senza furbizia.

Matteo 11 : 28. Gesù dice:"Voi che svolgete un duro lavoro, siete gravati dal suo peso. Venite da me ed io vi darò la pace".
Secondo la Gita, Gesù dice ciò riferendosi a coloro che sono gravati dal peso del karma e dai samskara e dice che li libererà dalla legge del karma, conferendo loro la pace.

Matteo 15 : 14. "Se un cieco segue un altro cieco, cadranno entrambe nel pozzo buio. Se uno dorme, non può svegliare l'altro che dorme".
Ciò, secondo la Gita, significa che solo un Satguru può salvare colui che è risvegliato. Satguru è un Santo commissionato per insegnare il sentiero interiore ai ricercatori della Verità

Vi sono, inoltre, somiglianze tra la vita di Cristo e di Krsna. È probabile che gli abitanti dell’India settentrionale conoscessero le antiche comunità cristiane della Battriana – (dove è storicamente provato che il Vangelo fu predicato sin dai tempi apostolici) e che molte regioni vicine dell’Asia centrale, tenessero il cristianesimo in grande considerazione, ammettendo che i suoi seguaci possedevano una bhakti più perfetta della loro. È possibile, e forse probabile, che l’adorazione di Krsna bambino fosse un adattamento locale dell’adorazione di Cristo bambino introdotto in India dal nord-ovest, così come il rituale della festa della nascita di Krsna fu certamente presa a prestito dal Natale cristiano. Ma fu nell’India meridionale che il cristianesimo esercitò la maggiore influenza sull’induismo. Sebbene il concetto di paternità di Dio e la bhakti fossero originari dell’India, ricevettero un fortissimo impulso dalla fede delle comunità cristiane.  Nel Kerala (India del sud) il cristianesimo è la terza religione per numero di aderenti, rappresentando il 18% della popolazione. Rappresenta la popolazione cristiana proporzionalmente più alta di tutta l'India.

Riferimenti:  Hasting J., “Devotional Paths”, in Jacobi H., Encyclopedia of Religions and Ethycs. Tratto da “Mukti – La liberazione nella filosofia indiana” di Anthony Elenjimittam.

lunedì 3 maggio 2021

Ramakrishna

Gadadhar Chattopadhyay (1836 – 1886), conosciuto come Sri Ramakrishna Paramahamsa è stato un grande mistico indiano,  famoso per aver intrapreso i vari percorsi mistici delle principali religioni del mondo ed è stato il guru di Swami Vivekananda (1863 – 1902) uno dei primi yogi a venire in Occidente e parlare dello Yoga e diffondere l'insegnamento del suo Maestro.

Vi consiglio vivamente di leggere il libro di Romain Rolland (1886 - 1944)  La Vita di Ramakrishna.  Rolland ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1915.  

Questa biografia illustra la vita di colui che  in India viene considerato una incarnazione Divina come Rama, Krishna, Buddha e Gesù.  Sri Ramakrishna, un semplice bramino analfabeta di un piccolo villaggio bengalese, fu l’incarnazione di millenni di spiritualità indiana; da lui ebbe origine il rinascimento spirituale dell’India.  Praticò direttamente tutti i sentieri dell’Induismo, dell’Islam e del Cristianesimo, realizzando che alla fine conducono tutti all’Unico Essere. Andava frequentemente in samadhi, lo stato di coscienza divina nel quale si è consapevoli solo di Dio. 

Il termine Yoga (unione tra corpo e mente) viene usato per: - l'hatha yoga, il controllo dei flussi di energia vitale nel corpo a supporto della meditazione, - il karma yoga, il lavoro disinteressato, per la bhakti yoga, il culto divino, -  il jnana yoga, lo studio delle verità spirituali. Tutte queste pratiche hanno in comune indebolimento dell’ego che è il principale ostacolo alla realizzazione di se stessi.

Nessuna di queste diverse vie dello Yoga dovrebbe essere del tutto assente in un percorso spirituale verso l'illuminazione.  Un praticante serio è attento al corpo (hatha yoga), come attento alle azioni che compie (karma yoga astenersi di fare il male e cercando di agire bene), proverà venerazione verso i maestri spirituali (bhakti yoga) e desidererà imparare il più possibile delle tradizioni e delle pratiche di meditazione (jnana yoga) cercando di metterle concretamente in azione (raja yoga).

Ramakrishna asseriva che nell’età moderna la miscela migliore della ricerca spirituale era composta da bhakti  (devozione)  e  jnana (conoscenza); senza jnana la bhakti può portare al vuoto sentimentalismo, e priva di bhakti, jnana diviene puro esercizio dialettico. Si dovrebbe evitare di ascendere al cammino che porta alla saggezza, senza prima passare per quello dell’amore. 

Ramakrishna, ben prima di Papa Francesco e del Dalai Lama,  sostenne l’armonia di tutte le religioni; insegnò che Dio può essere visto in vari modi e che l’essenza della religione è la realizzazione di Dio. Dimostrò con la sua vita che Dio è una Realtà che può essere sperimentata non solo da pochi eletti, ma da tutti gli uomini di buona volontà, a prescindere dalle differenze di razza, religione o stato sociale.

L’accettazione di tutte le religioni denota un’attitudine illuminata che è il risultato di un confronto serio con sentieri spirituali diversi. L’armonia non deve significare non seguire nessuna religione in particolare, perché ciò sarebbe altrettanto inutile del fanatismo. E’ necessario seguire la via verso cui ci si sente più portati e seguirla con zelo. Se non si è in grado di comprendere, almeno a livello intellettuale, il valore delle altre vie spirituali, è certo che non si sarà in grado di comprendere pienamente nemmeno la propria. E’ l’esperienza che rende l’opinione conoscenza e l’intellettualismo saggezza. La Realtà è Una e sempre la stessa, la differenza sta solo nel nome e nella forma. È come l'acqua, che nelle diverse lingue è chiamata con nomi diversi, tipo 'jal', 'pani' e così via. In un lago ci sono tre o quattro pontili. Gli indù che attingono acqua ad uno di essi la chiamano 'jal'. I mussulmani, che la attingono a un altro, la chiamano 'pani' e gli inglesi, ad un terzo, la chiamano 'water'. Si tratta sempre della stessa cosa chiamata con tre nomi diversi. Allo stesso modo, alcuni chiamano la Realtà col nome di 'Allah', alcuni la chiamano col nome 'Dio', alcuni col nome 'Brahman ', alcuni con 'Kali', ed altri ancora con 'Rama', 'Gesù', 'Durga' e 'Hari'".

Gli induisti hanno codificato tre livelli di Dio: Dio con forma e attributi, Dio senza forma ma con attributi, Dio senza forma e attributi.

Ramakrishna insegnò che persino l’ateismo può essere, per alcuni, un passo verso l’illuminazione e far parte, quindi, dell’evoluzione spirituale di un individuo. Se un ateo è sinceramente convinto di svilupparsi attraverso un grande impegno e sforzo personale, consapevole di essere un ricercatore della verità, allora “come l’aria fresca passa attraverso una finestra aperta, così la verità si rivela alla mente lasciata aperta da un sincero spirito di ricerca”. L’unico ostacolo al progresso è chiudere l’entrata della comprensione “con le imposte dell’egocentrismo”.

I livelli di samadhi che si possono raggiungere sono due. Il Nirvikalpa samadhi, o samadhi assoluto, in questa esperienza  si perde ogni senso del proprio sé, l’individualità scompare senza tracce nella realtà ultima. Nel Savikalpa samadhi si conserva una piccola percezione del sé quale soggetto di quell’esperienza di unione, di contemplazione della divinità. Ramakrishna dava molta importanza alla ripetizione dei nomi di Dio detta japa, portando l'attenzione sul suono e sul significato.

Dal racconto “Noi non siamo ciò che siamo” di Ramakrishna. Un leoncino orfano viene adottato da un branco di pecore, e il leoncino, imitandole, si abitua al loro comportamento ed arriva persino a mangiare erba. Un giorno arriva un possente leone; le pecore scappano, così pure il leoncino. Il leone riesce a catturare il leoncino, lo porta ad uno stagno, e lo costringe a guardarsi nello specchio d’acqua che rappresenta il Vedanta, e il leoncino, finalmente ruggisce scoprendo la sua vera natura.

Gli uomini devono sbarazzarsi dell’illusione di essere dei montoni, devono riconoscere di essere dei leoni!  gli uomini sono anime immortali, spiriti liberi, benedetti ed eterni e devono scoprire questa loro natura divina.

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...