giovedì 11 novembre 2021

Parallelismo tra i Vangeli e la Bhagavad Gita di Padre Anthony Elenjimittam

Il parallelismo tra i Vangeli (Nuovo testamento) e la Bhagavad Gita fatto da Padre Anthony Elenjimittam (1915 - 2011). Padre Antony che può essere definito un universalista che ha cercato di conciliare il cristianesimo e il messaggio della Bhagavad Gita che corrisponde al Vangelo indiano. 

Il Nuovo Testamento, è composto dai quattro Vangeli (Marco, Matteo; Luca e Giovanni), dalle lettere dell'Apostolo Paolo, dalle Lettere cattoliche, dagli Atti degli Apostoli e dall'Apocalisse, per un totale di  27 scritti.

Ci sono molte analogie tra gli insegnamenti fondamentali della Gita e il Nuovo Testamento,  e somiglianze tra la dottrina religiosa della Gita e quella del cristianesimo. Le similitudini e le analogie sono da attribuirsi, come asserisce Padre Anthony, all’incontestabile esistenza di un’unica natura umana illuminata da un’unica e universale Luce-Logos “che illumina ogni uomo” che viene in questo mondo.  Padre Anthony ammette comunque, che il cristianesimo e l'induismo si sono profondamente influenzati a vicenda a partire dal I secolo sino ad oggi e la Gita ne è una prova convincente. L’induismo, per sua natura, è in grado di assimilare all’interno del suo credo correnti di pensiero di varia provenienza e di realizzare un sincretismo o un compromesso armonioso con altre religioni.  

La Gita afferma che c’è un Essere assoluto, esistente in se stesso e per se stesso, che non ha rapporti necessari con l’universo creato: “Illuso dalle tre influenze materiali (guna), il mondo intero ignora chi sono Io, l’Inesauribile, che trascende ogni influenza materiale” (Gita, VII, 13).  “Tu sei il Brahman supremo. Dio onnipervadente reggitore dell'universo. Tu sei il Padre di questo mondo, movente e immoto, e il suo adorabile e glorioso maestro. Tu non hai eguali: come potrebbe esserci qualcuno più grande di Te nei tre mondi, o Essere onnipotente e senza pari? Perciò, con obbedienza mi prostro ai tuoi piedi e imploro la tua grazia, o adorabile Signore. Come un padre verso il figlio, un amico verso l’amico, un amante verso l’amata, sii clemente con me, o potente Dio di tutti” (Gita, XI, 43). “Il mio spirito, che è la fonte di tutto, sostiene tutte le cose, ma non risiede in esse. Io sostengo permanentemente l’intero universo con una semplice scintilla della mia persona” (X, 42).   

Non solo per ciò che concerne la natura e gli attributi di Dio, ma anche per quanto riguarda l’origine del mondo, la Gita contiene insegnamenti molto simili a quelli del cristianesimo: “Dio è il padre dell’universo” (VII, 6); “I progenitori del genere umano nacquero dalla mente divina” (X, 6); “Egli è il creatore di tutte le cose, Egli è la fonte di tutto e tutto proviene da lui” (X, 6).

 Le somiglianze dottrinali tra i Vangeli e la Bhagavad-Gita sono costituite da affermazioni della verità religiosa che hanno impressionanti analogie o sono quasi identiche. A titolo esemplificativo ecco alcuni passi della Gita e del Vangelo di Giovanni messi a confronto:

Vangelo secondo Giovanni: Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (1,3).
Bhagavad-Gita: Tutte le cose scaturiscono da me. È da me che l’universo è stato creato (VII, 6-7). 

Giovanni: E il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto (1, 10-11).                                                                                    Gita: Gli stolti non conoscono la mia natura trascendente. Quando scendo in questo mondo nella forma umana non mi rendono onore (IX, 10-11). 

Giovanni: Chiunque crede in lui ha la vita eterna (3, 15).Gita:  Chi crede in me non morirà (X, 31). Colui che mi adora verrà a me (IX, 25). 

 Giovanni: Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me (6, 45). Se un uomo osserva la mia parola, non vedrà mai la morte (8, 51). Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno (11, 26).  Gita: Coloro che credono in me e si rifugiano in me scampano agli anni e alla morte (VII, 29). Io amo coloro che mi sono devoti. Come si abbandonano a me, in proporzione io li ricompenso (IV, 11). 

Giovanni:  Chi mi ama anch’io lo amerò (14, 21); voi in me e io in voi (14, 20).                                        Gita:    Discendo di era in era per proteggere i buoni, per distruggere i malvagi e per ristabilire i principi della religione (IV, 8).

Giovanni; Per questo io sono nato e per questo io sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità… perché il mondo si salvi per mezzo di lui (18,37; 3,17).                                                     Gita:   Chi conosce me, il Signore del mondo, è libero da ogni peccato e ottiene la vita (XIV, 2). Io sono la via… il rifugio, la vita e la morte (IX, 18).     Vangelo secondo Giovanni:  Questa è la vita eterna: che essi conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (17, 3). Io sono la via, la verità e la vita (14, 6). 

Giovanni 12 :45. "Io ho visto il Signore e voi avete visto me. Così anche voi avete visto il Signore".
La Gita spiega che chi conosce il Signore tramite il Maestro, vede anche il proprio Sé.

Giovanni 8 : 12.  "Sono la luce del mondo; chi seguirà me non rimarrà nel buio e riceverà la luce nella propria vita".
La Gita spiega queste parole dicendo che il buio, di cui parla Giovanni, è la tenebra dell'illusione e che la luce è rappresentata dal conoscere se stessi. Chi seguirà il Maestro non sarà più al buio.

Giovanni 9 : 4-5. "Ognuno esegue ciò per cui è stato mandato sulla terra, finché è giorno, finché è notte e non si può fare niente. Fino a quando sarò sul mondo, sarò la luce del mondo".
La Gita spiega il senso di queste parole, dicendo che si crea karma finché si è in vita e che quando si muore, non lo si crea più, ma si è sotto  l'effetto del buono o del cattivo karma che si è prodotto in vita. 

Giovanni 14 : 6-7.    "Io sono l'unica strada, la verità e la vita; senza di me nessuno può arrivare al Padre. Se voi conoscerete me, potrete conoscere anche il Padre. Fatto ciò, conoscerete lui ed avrete visto".
La Gita spiega il significato di queste parole del Vangelo, dicendo che l'uomo può conoscere solo tramite il Maestro.  Solo il Maestro è la strada e solo il Maestro può insegnare a camminare su questa strada. Chi conosce il Maestro, conosce anche il Signore.  Chi conosce il Maestro, conosce anche colui che lo ha mandato sulla terra. 

Giovanni 16 : 28.  "Sono una manifestazione del Padre; sono venuto nel mondo.  Quando lascerò il mondo, tornerò al Padre".
La Gita spiega che Dio è l'oceano e che ogni singola anima è come una goccia d'acqua; quando la goccia giunge all'oceano, tutto diventa oceano.

Giovanni 17 : 12.   "Quando ero sulla terra, ho connesso loro al Tuo nome.  Il compito che mi hai assegnato nei loro confronti, non è rimasto incompiuto".
La Gita spiega che quando Gesù era sulla terra, ha fatto conoscere Dio alle anime che erano a lui destinate e che Gesù non le ha lasciate nell'illusione.

Vangelo secondo Matteo 11: 25.   "Oh Signore, padrone di tutto l'universo, io ti ringrazio per aver nascosto questo segreto alle persone dotte e per averlo rivelato, invece, solo ai bambini".
La Gita spiega ciò dicendo che questo segreto rimane nascosto alle persone mondane ed intellettuali e che viene rivelato solo ai puri e ai senza furbizia.

Matteo 11 : 28. Gesù dice:"Voi che svolgete un duro lavoro, siete gravati dal suo peso. Venite da me ed io vi darò la pace".
Secondo la Gita, Gesù dice ciò riferendosi a coloro che sono gravati dal peso del karma e dai samskara e dice che li libererà dalla legge del karma, conferendo loro la pace.

Matteo 15 : 14. "Se un cieco segue un altro cieco, cadranno entrambe nel pozzo buio. Se uno dorme, non può svegliare l'altro che dorme".
Ciò, secondo la Gita, significa che solo un Satguru può salvare colui che è risvegliato. Satguru è un Santo commissionato per insegnare il sentiero interiore ai ricercatori della Verità

Vi sono, inoltre, somiglianze tra la vita di Cristo e di Krsna. È probabile che gli abitanti dell’India settentrionale conoscessero le antiche comunità cristiane della Battriana – (dove è storicamente provato che il Vangelo fu predicato sin dai tempi apostolici) e che molte regioni vicine dell’Asia centrale, tenessero il cristianesimo in grande considerazione, ammettendo che i suoi seguaci possedevano una bhakti più perfetta della loro. È possibile, e forse probabile, che l’adorazione di Krsna bambino fosse un adattamento locale dell’adorazione di Cristo bambino introdotto in India dal nord-ovest, così come il rituale della festa della nascita di Krsna fu certamente presa a prestito dal Natale cristiano. Ma fu nell’India meridionale che il cristianesimo esercitò la maggiore influenza sull’induismo. Sebbene il concetto di paternità di Dio e la bhakti fossero originari dell’India, ricevettero un fortissimo impulso dalla fede delle comunità cristiane.  Nel Kerala (India del sud) il cristianesimo è la terza religione per numero di aderenti, rappresentando il 18% della popolazione. Rappresenta la popolazione cristiana proporzionalmente più alta di tutta l'India.

Riferimenti:  Hasting J., “Devotional Paths”, in Jacobi H., Encyclopedia of Religions and Ethycs. Tratto da “Mukti – La liberazione nella filosofia indiana” di Anthony Elenjimittam.

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