"Ci è stato detto che tutti i sentieri portano alla verità - tu hai il tuo sentiero come indù e qualcun altro ha il suo sentiero come cristiano e un altro come musulmano, e si incontrano tutti alla stessa porta - il che è, quando lo si guarda, così ovviamente assurdo. La verità non ha un percorso, e questa è la bellezza della verità, è viva."
Frase presa dal libro Freedom from the known - Libertà dal conosciuto di Jiddu Krishnamurti.
Jiddu Krishnamurti (1895- 1986) è uno dei ricercatori spirituali che preferisco. Maestro di vita, come lo furono Gandhi o Gurdjeeff, sottolinea che il processo di conoscenza e realizzazione di sé è indipendente da qualsiasi dogmatismo, sia esso pratico o spirituale.
Non ho usato il termine Maestro spirituale proprio perché la via perseguita da Krishnamurti va oltre le barriere del tempo e dello spazio, non prevede la presenza di un guru o maestro e si fonda esclusivamente sulla ricerca individuale.
Krishnamurti venne definito l' "anti‑guru" per il costante rifiuto di ogni connotazione carismatica e per l'insistenza con cui proclamò che non esistono maestri, insegnanti che possano dire quel che per ciascuno è o non è esatto fare.
Proprio all'opposto di molti maestri indiani che oggi, in tempo di New Age, fanno proseliti in Occidente sbandierando una più o meno esoterica sapienza, egli allontana da sé ogni immagine di verità rivelata perché può diventare asservimento della coscienza individuale a una dottrina, rinuncia alla propria originale ricerca di sé che ciascuno deve compiere.
Krishnamurti manifesta un totale disinteresse per chiunque non ponga la ricerca della propria libertà interiore come obiettivo fondamentale dell'esistenza, indipendentemente dalla via intrapresa, quella orientale o occidentale.
Fondamentale, dunque, è la ricerca individuale verso la libertà interiore, sperimentata e conquistata da Krishnamurti, che ci rende autonomi da qualsiasi influsso esterno.
L'avversario più temibile di questa ricerca è la mente razionale che etichetta, organizza, classifica: il sapere nei due aspetti dell'erudizione e dell'intellettualismo senza centro spirituale e morale. La nostra schiavitù nasce così dai pensieri già confezionati e conformati che orientano la nostra vita producendo in noi ambizioni, aspirazioni, paure, desideri, che ci relegano nell'idea di un io separato e autodifeso.
Per Krishnamurti non esistono i due stati del conscio e dell'inconscio ma c'è un solo modo di essere: esercitare pienamente la coscienza.
Krishnamurti, era stato scelto dalla società Teosofica come il nuovo profeta, il nuovo Messia, poi lui il predestinato, il preparato, l'osannato, (a 34 anni) dopo una serie di crisi mistiche e tanta sofferenza, constatato che viveva nella falsità e nell'irrealtà, scoprì la libertà interiore, abbandonò l'organizzazione e cominciò a viaggiare nel mondo esprimendo il suo pensiero, basato su coerenza interiore e indipendenza totale da qualunque organizzazione.
Volle scoprire quella realtà che si nasconde dietro tutte le filosofie, tutte le religioni, tutte le sette, tutte le organizzazioni, superando tutte le limitazione e certezze che imbrigliano la ricerca.
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