martedì 13 aprile 2021

Petite poucette , il nuovo studente

 Petite poucette – un testo di Michel Serres  del 2012.  Michel Serres (1930 - 2019) è stato uno scrittore e filosofo francese, e con i suoi scritti  uno dei miei punti di riferimento.

Voglio presentarvi questo bel testo che ho letto qualche tempo fa, ma che trovo ancora particolarmente attuale ed utile per gli insegnanti. Petite poucette significa piccolo pollice, con il quale la nuova generazione digita dati a velocità vertiginosa sulla tastiera dello smartphone.

Il testo presenta un quadro della situazione odierna del nuovo studente: questo nuovo studente abita un mondo popolato (7 miliardi di persone), in cui l’età media è di 80 anni, da 70 non ci sono state guerre, la metà dei genitori sono divorziati, la nascita del primo figlio è programmata, l’età della madre è aumentata di 15 anni, il multi-culturalismo è la regola. 

Il mondo dei media, ha meticolosamente ridotto la loro facoltà di attenzione, riducendola la durata delle immagini a 7 secondi e il tempo di risposta alle domande a 15 secondi, la parola più ripetuta è morte. Gli  studenti sono formattati dalla pubblicità ed abitano nel virtuale, i professori sono screditati.

Wikipedia e Facebook non eccitano gli stessi neuroni, né le zone corticali di un libro, e gli studenti possono manipolare diverse informazioni contemporaneamente.  Oggi gli studenti non conoscono, non integrano , non sintetizzano come la generazione precedente. Non hanno più la stessa testa.

Con il cellulare accedono a qualsiasi persona, con il GPS a qualsiasi luogo, con la rete a tutto il sapere e non abitano nello stesso nostro spazio. Un nuovo essere umano è nato rispetto agli anni ’70.

Non parlano più la stessa lingua, il dizionario viene aggiornato di 35.000 nuove parole ad ogni nuova edizione. Tutte le appartenenze di una volta, partito, nazione, religione, comunità rurale o urbana, di genere sono esplose grazie alla rete, ai viaggi, alle immagini del mondo e delle guerre abominabili. L’individuo non sa più vivere in coppia, non sa più tenersi in classe ( si muove e parla continuamente durante le lezioni), non prega più nelle parrocchie, i politici non sanno più costruire un partito credibile, le ideologie sono morte. C’è il problema di creare nuove forme di aggregazione ( il successo di Facebook e dei vari social testimonia questa esigenza).

Noi pretendiamo di insegnare a questi giovani in contesti in cui non si riconoscono più: aule, laboratori, biblioteche e laboratori.

Dobbiamo porci una serie di domande, la prima e la più importante è la seguente: 

Cosa trasmettere? Il sapere?  Eccolo, pronto sulla rete, disponibile, oggettivizzato.  

Trasmetterlo a tutti? Ormai tutto il sapere è accessibile a tutti. 

Come trasmetterlo?  Con la rete Internet e il GPS il sapere è già trasmesso.

Il vecchio spazio di concentrazione, dove io parlo e voi ascoltate, si diluisce e si espande in uno spazio distribuito. Da qualche decennio stiamo vivendo in una nuova era comparabile a quella del rinascimento e della comparsa del libro.  Tutto é da rifare e da re-inventare, le persone che gestiscono il cambiamento non sono in grado di farlo, forse non sono ancora andati in pensione.     

Abbiamo tra le nostre mani questo potente strumento, il computer che contiene e fa funzionare quelle che noi chiamiamo le nostre facoltà : una memoria mille volte più potente della nostra, un’immaginazione composta da milioni di icone, una capacità di ragionamento più efficace in quanto può risolvere in pochi secondi problemi complessi.

Visto che non dobbiamo più lavorare duro per apprendere a memoria qualcosa in quanto basta usare Google e l’argomento che stiamo trattando compare magicamente davanti ai nostri occhi, si aprono altre prospettive. L’apprendere ci lascia la gioia d’inventare e prende così piede l’intelligenza inventiva. Siamo però ancora attaccati al formato pagina e lo schermo del computer si apre come un libro, e su queste pagine ancora scriviamo.  Le nuove tecnologie ci obbligano ad uscire dal formato del libro e della pagina. Ma come ?

Un insegnante impartiva nella classe un sapere che stava nei libri, lo scritto prendeva voce. Per questo compito domandava il silenzio. Ma adesso non lo ottiene più.  Si instaura nelle classi un brusio permanente che rende penoso e inudibile la voce del libro. Petite poussette, questo nuovo studente, non desidera più ascoltare la voce dello scritto perché questo sapere annunciato è già a disposizione di tutti tramite il web, wikipedia, ecc.  Inoltre, è spiegato, documentato, illustrato senza più di errori come nelle migliori enciclopedie. Non c’è più bisogno di un portavoce del sapere che è l'attuale docente tradizionale.

E’ finita l’era del SAPERE.  Prima ci si doveva spostare per scoprire un sapere raro e segreto adesso questo sapere è accessibile e sovrabbondante. Come ridisegnare questa pagina del libro?  Attraverso il gioco forse si può innestare un nuovo processo e inventare un nuovo modo di trasmettere il sapere, la riflessione critica, e la valutazione delle informazioni.

Oggi si diffonde la mania della valutazione: quelli che assistono ad un corso valutano sempre il professore, la società civile è invasa dalla valutazione; si valutano i ristoranti, le banche, le università, gli Stati e la rete Internet ha dato un'enorme impulso a questo fenomeno.  Le nuove tecnologie faranno crollare i colletti bianchi, non c’è un assembramento di adulti dove non c’è questo chiacchiericcio e attualmente gli iscritti ai social media corrispondono a più della metà della popolazione del pianeta. 

Per la prima volta della storia, Tutti possono esprimere la loro opinione, tutti vogliono parlare, tutti comunicano con tutti in questi social, creando un enorme rumore di fondo. Attraverso la rete ci si avvicina agli altri solo in maniera virtuale, forse per paura di ferirli? Si dovrà forse ricorrere all’anonimato, un codice, accessibile e secreto, per quello studente, paziente, operaio ecc. , che resterà anonimo ma individuabile.

Gli spazi e le distanze si riducono. Nel 2006 le compagnie aeree avevano trasportato un terzo dell’umanità, le frontiere scompaiono, le distanze tra centro e periferia si riducono. Le riunioni si fanno con interpreti, nelle strade sentiamo parlare molte lingue, all’università a e al lavoro abbiamo colleghi di altre nazioni. Si mescolano culture, conoscenze  e sapere.  

Siamo in presenza di un quinto potere, quello dei dati e dei Big data, indipendente dagli altri quattro : legislativo, esecutivo, giudiziario e mediatico.  Oggi questi dati diventano una fonte di ricchezza immensa. 

Petite poussette, in quanto, individuo, studente, cliente, cittadino lascerà indefinitamente che lo Stato, le banche, le grandi imprese commerciali, Facebook, Google si approprino dei suoi dati ? 

Vedi il rapporto di Amnesty International Privacy online: Facebook e Google sono un pericolo per i diritti umani.  https://www.amnesty.it/privacy-online-facebook-e-google-sono-un-pericolo-per-i-diritti-umani/

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