venerdì 2 aprile 2021

La faccia nascosta della transizione energetica e digitale

Dal libro di Guillaume Pitron, "La guerre des metaux rares". tradotto in italiano "La guerra dei metalli rari.Guillaume Pitron (1980 -  ) è un giornalista, autore e documentarista francese. È specializzato nella geopolitica delle materie prime. 

Vi consiglio di leggere questo libro perchè presenta la transizione energetica e digitale che stiamo vivendo in questo momento, corredata da molti dati. Purtroppo bisogna prendere atto che le energie pulite necessitano il ricorso a dei minerali rari il cui sfruttamento è tutto, salvo che pulito. 

L'Occidente ha preferito NON vedere e trasferire la produzione delle terre rare e l'inquinamento associato, verso dei Paesi poveri pronti a sacrificare il loro ambiente per arricchirsi.

Dobbiamo essere consapevoli che l'utilizzo di energia verde è possibile solo attraverso un traporto e una produzione ad alto tasso di inquinamento ed un costo ambientale esorbitante, inumano, e insopportabile.

Il bel quartiere green in California ha il suo controaltare in Congo dove si produrrà inquinamento e desolazione intorno alle miniere per estrarre questi minerali.

Non per deludere Papa Francesco e Jeremy Rifkin che auspicano di arrivare al più presto ad una economia verde e digitale, ma sembrerebbe che per utilizzare fonti energetiche alternative (ad esempio per costruire la batteria di una macchina elettrica, un pannello solare, uno smartphone, un vino biodinamico ) occorrono piccole quantità di metalli rari che per essere estratti procurano un grado di inquinamento elevatissimo.

Lo sfruttamento delle miniere dei metalli rari è tutt'altro che ecologico: ad esempio per ottenere 1 Kg di vanadium occorre purificare 8 tonnellate di roccia; per 1 kg di cerium 16 tonnellate; per 1 Kg di lucetium 1200 tonnellate di roccia,

Tale purificazione avviene attraverso ripetuti processi, usando dei reattivi chimici quali acidi solfurici e nitrici. E sono necessari ettolitri di acqua per lavare la superficie dagli acidi. Inquinando in questo modo acque, terre e aria per centinaia di km quadrati intorno alle fabbriche. 

Questi nuovi metalli si sono rivelati indispensabili anche alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, perchè le loro proprietà semi-conduttrici permettono di modulare il flusso di elettricità che transita negli apparecchi numerici e attraverso algortimi sempre più sofisticati si potrà, inoltre, regolare il flusso di energia che passerà in queste reti intelligenti.

Quindi oggi c'è una confluenza dei destini del digitale e della green economy.

Questa terza rivoluzione energetica (dopo carbone e petrolio) che sta per cambiare il nostro mondo ha messo in atto una nuova guerra commerciale tra la Cina e l'Occidente.

Quando Donal Trump (l'ex presidente americano) minacciava il blocco dell'importazione dei prodotti cinesi e del cellulare Huawey, Xi Jimping (il presidente della Cina) si limitava a farsi fotografare davanti alla fabbrica di Jangxi dove si producono le terre rare, minacciando a sua volta, in maniera velata l'America. In questo modo Xi Jimping ricordava a Trump che tutti gli armamenti americani: gli F-35, i carri armati Abrams, l'intelligenza artificiale, e le nanotecnologie dipendono dalla fornitura di terre rare cinesi.

La Cina detiene attualmente il quasi monopolio delle terre rare indispensabili alle energie verdi, e produceva nel 2020  4 batterie elettriche su 5 nel mondo. Ha la leadership nella produzione di grafite, gallium, indium, tungsteno, antimonio e terre rare.

Molti di questi metalli alimentano un enorme mercato clandestino e vengono prodotti in condizioni disumane peggiori di quelle illustrate da Zola.  I villaggi vicini alle miniere, dove i tumori si sviluppano in modo esponenziale, sono chiamati villaggi del cancro.

Il ministero degli interni USA ha identificato 35 minerali critici necessari all'autonomia americana. Anche l'Europa si sta muovendo in questa direzione ed ha come obiettivo l'acquisizione di questi metalli rari a prezzi competitivi.

Ma dove si trovano questi metalli rari?

Il miobium in Brasile, zinconium e monazite in Tanzania, terre rare al largo del Giappone. Altri principali produttori sono il Rwanda, La repubblica democratica del Congo (RDC), Africa del Sud, Thailandia, Turchia, In Europa il solo Paese dove sono prodotti questi minerali è la Francia.

Tra il sogno di un mondo più verde e la materialità di un mondo più tecnologico, non è facile da scegliere.

Il solo modo per ridurre l'inquinamento del pianeta NON è quindi il ricorso alle energie verdi, ma è la decrescita e la riduzione dei nostri consumi.

ALCUNI DATI

A partire dagli anni '70 gli uomini si sono messi a sfruttare le proprietà magnetiche eccezionali di certi metalli e a manipolarli per fabbricare delle calamite ultra potenti. Quando una carica elettrica entra nel campo magnetico di una calamita, questo crea una forza che crea del movimento. La più grande calamita pesa 132 tonnellate e si trova in Essonne a Saclay.

Questi metalli hanno permesso, inoltre, la miniaturizzazione dei dispositivi elettronici.

Questi metalli sono necessari alle tecnologie verdi e alle nuove tecnologie perché le loro proprietà semiconduttori permettono di modulare il flusso di energia.

In Cina c'è un enorme mercato nero di questi minerali che vengono esportati in tutto il mondo.

Le scorie altamente tossiche di questi metalli rari inquinano acqua, aria, e terra.

Baotou, la capitale mondiale delle terre rare, si trova nella Mongolia interna e produce il 75% della produzione mondiale di questi metalli. Un terzo di terre rare del mondo

In America Latina il lithium è estratto dai  deserti di Bolivia, Cile e Argentina.

L'energia elettrica consumata dalle auto elettriche proviene dalle centrali a carbone.

Il riciclaggio di questi metalli rari è attualmente intorno al 10% .

Le energie pulite necessitano il ricorso a dei minerali rari il cui sfruttamento è tutto salvo che pulito; Soprattutto nei luoghi dove questi metalli si producono, troviamo acque contaminate, piogge acide, metalli pesanti nell'ambiente e radioattività (perché questi metalli rari spesso sono attaccati a metalli radioattivi).

La Cina applica il dumping economico, tenendo i prezzi di produzione bassi, e il dumping ambientale, assumendosi i costi dell'inquinamento ambientale.

In Francia la società Rhone-Poulenc, trasferendo le tecnologie della produzione e raffinazione di questi metalli in Cina ha trasferito ad un rivale potenziale un prezioso monopolio.

Anche i Giapponesi ad un certo periodo, affamati di materie prime, hanno preferito trasferire la produzione in Cina ad un costo molto più basso.

Nel 2001 i cinesi sono arrivati ad acquisire le tecnologie necessarie al raffinamento di questi metalli. Pechino ha battezzato questo processo "innovazione indigena", ossia l'assorbimento e l'interiorizzazione delle tecnologie straniere.  La Cina atualmente è riuscita a mettere in piedi tutta la filiera, dalle miniere nausebonde alle fabbriche ultra moderne popolate da ingegnieri super diplomati.

Il 13 piano quinquennale (2016-2020) consacrava le nuove tecnolgie e l'innovazione come linee guida del processo di sviluppo. Siamo lontani dalle ambizioni agricole di Mao, che proclamava lo sviluppo agricolo della Cina.   Già nel 1976 Deng Xiaoping dichiarava che da quel periodo in poi, la forza della produzione risiederebbe nella scienza.

La Cina consuma i ¾ delle terre rare che estrae e potrebbe utilizzarle tutte per il mercato interno nel periodo 2025-2030.

UNo di questi metalli rari il Grafene è un nanomateriale estratto dalla grafite, un milione di volte più fino di un capello e duecento volte più resistente dell'acciaio. Gli scopritori Andrè Geim e Kostya Novoselov hanno vinto il premio Nobel per la fisica nel 2010.

Filippo Katoa e Eufemio Takal sono i monarchi dei lontani regni di Alo e Sigave in Oceania (Polinesia francese) che si trovano tra Tahiti e la Nuova Caledonia. Questi regni, queste piccole isole fanno della Francia una potenza politica e marittima del Pacifico e sono ricchi di terre rare.

Una commissione dell'ONU è incaricata di fissare i limiti esterni degli Stati costieri, negli ultimi 6 decenni è stato assegnato il 40% della superficie degli oceani, e il 10% è sotto richiesta.

Per ottenere queste terre rare dopo il fenomeno di accaparramento degli oceani da parte dei vari Paesi costieri, si è passati all'accaparramento dello spazio, e dei meteoriti.

Nel 2015 l'ex presidente Obama ha firmato il US Commercial Space Launch Competitiveness,

Un meteorite che aveva sfiorato la terra era stato stimato 5000 miliardi di euro.

L'apparizione di imprenditori americani come il proprietario di Space X Elon Mask, il fondatore di Blue Origin, Jeff Bezos, o il dirigente di One Web, Greg Wyler sta contribuendo allo sfruttamento dello spazio.

Terre, oceani e asteroidi, tutto sta per essere commercializzato sfruttato e inquinato.

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