sabato 17 aprile 2021

Lo zen soto e i koan

Vi propongo di leggere il testo lo Zen soto e i koan di Dario Doshin Girolami.  Dario Doshin Girolami è il responsabile del centro zen "l’Arco" di Roma e l'ho incontrato durante varie conferenze.

L’augurio  è quello di riuscire a trovare il momento presente. Tutto questo mondo è il mio guru, cioè ogni momento della vita è il mio maestro.

Se riusciamo ad abbracciare l’impermanenza, allora vedremo la Vacuità, vedremo la verità e il vero significato del Buddhismo.

Cerchiamo di spiegare alcune parole del titolo del libro: lo Zen è una forma di buddhismo e in questo testo viene proposto lo zen nello spirito di Suzuki Roshi fondatore del San Francisco Zen Center.  Zen vuol dire meditazione.  I koan sono delle metafore che parlano di particolari aspetti della natura essenziale e ci rivelano cosa è la Verità. Il koan si chiarisce al chiarirsi della conoscenza di se stessi.  Un koan zen ha lo scopo di aiutare la persona a superare gli schemi di pensiero ordinari per arrivare quindi ad una comprensione profonda delle cose. 

L'essenza della pratica Zen è essere qui e ora, essere totalmente nel momento presente, completamente calati nella realtà dell’istante. Cogliere nell'istante presente l'istantanea compresenza di uguaglianza e differenza, di unità e molteplicità. Noi siamo una gamma di emozioni, ed ognuno di noi è unico e irripetibile e siamo tutti la natura di Buddha. 

L'educazione Zen consiste nell’accettare l’impermanenza della realtà, altrimenti vivremo in sofferenza. Quando siamo impegnati e sopraffatti dalle nostre attività, dobbiamo scendere in profondità, ricollegarci al momento presente, spazzare la mente da ogni idea di attaccamento e ottenimento, e da ogni idea dualistica.

La consapevolezza dell’interconnessione del tutto col tutto, non potrà che portare a una profonda e compassionevole responsabilità civile e sociale. Lo Zen non si esaurisce affatto nell’estasi contemplativa del momento presente, ma ha la sua naturale espressione nella vita quotidiana, fatta di relazioni ed impegni.   Le persone che praticano lo zen, sono persone anche laiche, che individualmente, ogni giorno si sforzano di portare la saggezza del Buddha nella vita quotidiana, fatta di lavoro, di affetti, di gioie e drammi. E senza abbandonare famiglia e lavoro, cercano se stessi in questo infinito universo. Usano la meditazione per ritrovare la pienezza dell’esistenza, la parte migliore di loro stessi, totalmente calati nella irripetibile bellezza del momento presente.

Noi, esseri umani, siamo fortunati perché abbiamo la natura del Buddha,  fatta di qualità positive, dobbiamo solo ritrovarla. 

In questo libricino sono presentati molti koan per spiegare vari aspetti della vita. Ho trovato particolarmente bello questo koan che spiega come affrontare i problemi che la vita pone continuamente. 

Un monaco va dal maestro zen e chiede "Come è quando gli alberi ingialliscono e le foglie cadono?" e il maestro zen risponde "Il corpo esposto al vento dorato".  

Il significato è il seguente: Non è possibile non esporsi al vento all’impermanenza. Occorre solo capire che è un vento dorato. Occorre accettare le avversità, trovare la bellezza nelle avversità e considerarle come opportunità.  Non è l’evento in se stesso che è doloroso ma sono le aspettative disattese e gli attaccamenti che diventano fonte di dolore. Quello che ci sta accedendo non è altro che  un’opportunità di crescita.

Se abbracciamo l’impermanenza allora scopriamo la vacuità, impariamo e ad essere vulnerabili di fronte all’impermanenza e di conseguenza: accettare la nostra condizione umana, è accettare la vita.

La pratica buddhista zen si divide in samata e vipassana. Ossia riuscire a calmare la mente  per  poi arrivare ad avere una visione profonda. In pratica, si tratta di riconoscere la realtà come dolorosa, impermanente e priva di un io sostanziale.  

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