mercoledì 28 aprile 2021

Tiziano Terzani, Anam, il senza nome

Nel maggio 2004 Tiziano Terzani (1938-2004) rilascia nella residenza toscana di Orsigna la sua ultima intervista al regista Mario Zanot. Il risultato di quell'esperienza è nel film di 54 minuti Anam, il Senzanome, forse il ritratto più vero e toccante dello scrittore e giornalista che muore qualche mese dopo, il 28 luglio 2004.  Link al film  https://www.youtube.com/watch?v=0SC7domcY88

Come corrispondente dal Sud-Est asiatico, Terzani ha assistito come testimone privilegiato ai grandi eventi di questa regione: la guerra del Vietnam, la caduta di Saigon, i profondi mutamenti della Cina e del Giappone.

Di seguito riporto alcune frasi che mi hanno particolarmente colpito in questo lucido esame della realtà contemporanea. Se l’uomo non cambia, se l’uomo non riesce a rinunciare alla violenza, al profitto, tutto drammaticamente si ripete: miseria, guerre, distruzione dell'ambiente, ecc.  Oggi siamo completamente succubi del consumismo, dell’economia; siamo solo liberi di scegliere la marca di dentifricio. Purtroppo ci siamo abituati alle guerre, ma la violenza si combatte solo con l’amore. Basta vedere quello che è successo dopo il 2001, dopo il crollo delle torri gemelle. 

La sola rivoluzione possibile è quella interiore. Mettersi sul cammino spirituale significa anche rinunciare ai troppi desideri.

La meditazione è il mezzo per arrivare all'illuminazione, l'Illuminazione è lo spegnimento dell’io, è il riconoscere la propria perfezione; uno stato in cui tutto il resto sparisce e prendi consapevolezza che tu sei la grande totalità del cosmo. Prima mi vedevo come un io separato, adesso non vedo più quella separazione, mi vedo come il tutto, non c’è diversità tra me e il tutto. Nella quotidianità devi cercare di essere quello che vuoi, di vivere una vita in cui ti riconosci. 

La verità è una terra senza sentieri come asseriva Krishnamurti. A fianco del nostro misero e limitato io, la natura continua maestosamente il suo cammino.

L'universo è l'armonia degli opposti, perché non c'è acqua senza fuoco, non c'è femminile senza maschile, non c'è notte senza giorno, non c'è sole senza luna... non c'è bene senza male. Quindi l'idea occidentale della dicotomia è profondamente sbagliata.  La ruota cinese dello yin e dello yang, è il simbolo perfetto per per rappresentare la vita dove il bianco e il nero si abbracciano e all'interno del nero c'è un punto del bianco e all'interno del bianco c'è un punto del nero.

Non accettiamo che nella nostra vita ci sia sofferenza, cerchiamo di perseguire il piacere in ogni modo: ma purtroppo non c'è piacere senza sofferenza. Solo quando capisci questo godi del piacere e accetti la sofferenza!  Noi cerchiamo di curare questa sofferenza e allora pasticche contro questo, iniezioni contro quell'altro, droga, gioie effimere... per nascondere la verità che accanto al piacere c'è la sofferenza.

Quello che è importante è la guarigione, che è la ricostituzione dell'equilibrio e dell'armonia con il tutto. 

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