mercoledì 19 maggio 2021

La mutua interrelazione di tutte le cose. I fisici e i mistici

L'illuminazione è il diventare consapevole della mutua interrelazione di tutte le cose. Entrare in samadhi permette di prendere coscienza dell'assoluta unicità dell'universo.

I fisici esplorano il livello della materia, i mistici il livello della mente. 

Gli opposti possono esistere solo in relazione l'uno all'altro, ed è per questo che i buddhisti chiamano questo tipo di conoscenza relativa. La conoscenza assoluta è invece un'esperienza interamente non intellettuale della realtà, un'esperienza che sorge in uno stato non ordinario di coscienza che può essere chiamato stato meditativo o mistico. Le Upanishad dicono a questo proposito: Lì dove non va l'occhio, non va la parola, né la mente. Mentre gli dei sono solo una creazione della mente. 

Noi non sappiamo, non comprendiamo e non siamo in grado di spiegare con le parole questa  conoscenza assoluta. Infatti le parole sono sempre una mappa astratta e approssimativa della realtà. Abbiamo a disposizione un sacco di tecniche per far tacere la mente pensante e di spostare la consapevolezza dal modo razionale a quello intuitivo della coscienza. I taoisti fanno un uso frequente di paradossi, lo Zen usa il cosiddetto koan per far arrivare il discepolo alla verità attraverso l'intuizione.

Il mondo atomico e subatomico stesso si trova al di là della nostra percezione sensoriale, man mano che penetriamo sempre più in profondità nella natura, dobbiamo abbandonare sempre più le immagini e i concetti del linguaggio ordinario. Come i mistici, i fisici hanno a che fare con un'esperienza non sensoriale della realtà e, come i mistici, devono affrontare gli aspetti paradossali di questa esperienza. Nella scienza si afferma un nuovo paradigma e la nuova metafora della conoscenza è una rete senza basi solide (vedi Geoffrey Chew la teoria bootstrap delle particelle). I fisici si rendono conto che la realtà a livello atomico non appare come un universo meccanico composto da blocchi fondamentali, ma una rete di relazioni e che non ci sono parti ben definite in questa rete interconnessa. Le parti, se fossero esaminate, mostrerebbero proprietà diverse, a seconda del contesto sperimentale. Bisogna passare dal pensare in termini di struttura al pensare in termini di processo.  Le unità subatomiche della materia sono entità astratte che hanno un doppio aspetto, a seconda di come le guardiamo, appaiono a volte come particelle, a volte come onde. A livello subatomico, la materia non esiste con certezza in luoghi definiti, ma mostra piuttosto delle tendenze ad esistere. Oggi conosciamo più di duecento particelle elementari ed abbiamo bisogno di enormi acceleratori di particelle per studiare il mondo dell'infinitamente piccolo. La maggior parte delle particelle create in una collisione vivono solo per un tempo estremamente breve. Tutte le particelle possono essere trasmutate in altre particelle, possono essere create dall'energia e possono svanire nell'energia. L'universo appare come una rete dinamica di modelli energetici inseparabili.

L'impermanenza di tutte le forme è il punto di partenza del buddismo. Buddha formulò una filosofia del cambiamento; ridusse le sostanze e le anime a forze, movimenti, sequenze e processi, e adottò una concezione dinamica della realtà.  Alla base della condizione umana c'è duhkha, che è sofferenza o frustrazione, che viene dalla nostra difficoltà ad accettare il fatto fondamentale della vita, che tutto è impermanente e transitorio. Ci sono due pilastri che sostengono il buddhismo: prajna che è la saggezza trascendentale, o intelligenza intuitiva, e karuna, che è amore o compassione.  Il buddhismo è diviso in tre correnti: - il buddhismo delle origini o Hinayana che si basa sul canone Pali; - il buddhismo Mahayana che si basa sulla lingua sanscrita e sui sutra; - Il buddismo tantrico o Vajrayana, un ramo del Mahayana, ha avuto origine in India nel terzo secolo d.C. e costituisce oggi la scuola principale del buddhismo tibetano. Le scritture di questa scuola sono chiamate i Tantra.  Ashvaghosa fu uno dei patriarchi buddisti, vissuto nel primo secolo d.C., scrisse un libro L'apocalisse della fede, testo lucido ed estremamente bello, che ricorda per molti aspetti la Bhagvad Gita, costituisce il primo trattato sulla dottrina Mahayana. Ashvaghosha ebbe una forte influenza su Nagarjuna un altro grande esponente del buddhismo Mahayana. L'elemento di fede nel Mahayana è la natura originale di tutti gli esseri umani, che è quella di Buddha.

L'Avatamsaka Sutra è la descrizione del mondo come una perfetta rete di relazioni reciproche dove tutte le cose e gli eventi interagiscono tra loro in modo infinitamente complicato. Per un buddhista il mondo esterno e il suo mondo interiore sono per lui solo due facce dello stesso tessuto.

Durante il sesto secolo a.C. la filosofia cinese si sviluppò in due scuole filosofiche distinte, il confucianesimo e il taoismo. Il confucianesimo era la filosofia dell'organizzazione sociale, base etica del sistema familiare tradizionale. Il taoismo invece si occupava dell'osservazione della natura e seguiva l'ordine naturale. Nei secoli XI il neo-confucianesimo tentò una sintesi di confucianesimo, buddismo e taoismo, che culminò nella filosofia di Chu Hsi.

L'ideatore del taoismo fu Lao Tsu, breve libro di aforismi "Tao Te Ching", il secondo libro importante fu Chang-tzu. Il Tao è la realtà ultima e indefinibile, è equivalente al Brahman induista e al Dharmakaya buddhista.  L'antico simbolo cinese del Tao è il T'ai-chi T'u o Diagramma del Supremo Ultimo, i due punti nel diagramma simboleggiano l'idea che ogni volta che una delle due forze raggiunge il suo estremo, contiene in sé il seme del suo opposto. Yin, Yang i due poli archetipici della natura, Yang forte, maschio, cielo Yin scuro, ricettivo, elemento femminile e materno, la Terra.

Il Ching o libro dei Mutamenti.  Il taoismo è interessato alla saggezza intuitiva. Si basa sulla ferma convinzione che l'intelletto umano non potrà mai comprendere il Tao. L'essere umano deve seguire l'ordine naturale delle cose, il fluire nella corrente del Tao. Un tale modo di agire è chiamato Wu-wei, un termine che significa non-azione, astenersi da attività contrarie alla natura.  Il buddhismo entrò in contatto con la filosofia cinese intorno al primo secolo dopo Cristo. I sutra buddhisti stimolarono la filosofia e fu creata la scuola Hua-yen del buddhismo in Cina e la scuola Kegon in Giappone. D'altra parte, il lato pragmatico fu sviluppato in un tipo speciale di disciplina spirituale, il Ch'an, una parola solitamente tradotta come meditazione.

La filosofia Ch'an fu adottata dal Giappone intorno al 1200 sotto il nome di Zen. Lo Zen è una miscela di tre filosofie. L'illuminazione conosciuta come Satori consiste semplicemente nel diventare ciò che siamo già dall'inizio. La perfezione dello Zen consiste quindi nel vivere la propria vita quotidiana in modo naturale e spontaneo. Ci sono due scuole di Zen in Giappone oggi che differiscono nel loro metodo di insegnamento.

La Rinzai la scuola che utilizza il metodo dei koan, il colloquio con il maestro chiamato sanzen. La scuola Soto o scuola graduale mira alla maturazione graduale degli studenti zen. Entrambe le scuole danno la massima importanza allo zazen o meditazione seduta. La postura corretta e la respirazione implicata in questa forma di meditazione è la prima cosa che ogni studente di zen deve imparare.

I fenomeni sono tutti interconnessi, interrelati e interdipendenti, non possono essere compresi come entità isolate ma solo come parti integrate del tutto. Gli opposti sono concetti astratti che appartengono al regno del pensiero, e come tali sono relativi. Il bene e il male, il piacere e il dolore, la vita e la morte, non sono esperienze assolute che appartengono a categorie diverse, ma sono semplicemente lati della stessa realtà, parti estreme di un unico insieme.

Essendo in grado di andare oltre lo stato ordinario attraverso la meditazione, i praticanti zen hanno capito che le nozioni convenzionali di spazio e tempo non sono la verità ultima. Concetti come sinistra, destra, su, giù, obliquo dipendono dalla posizione dell'osservatore e sono quindi relativi.

Per parafrasare un vecchio detto cinese i mistici comprendono le radici del Tao ma non i suoi rami, gli scienziati comprendono i suoi rami ma non le sue radici. La scienza non ha bisogno del misticismo, il misticismo non ha bisogno della scienza, ma gli uomini e le donne hanno bisogno di entrambi. L'esperienza mistica è necessaria per comprendere la natura più profonda delle cose, e la scienza è essenziale per la vita moderna. Ciò di cui abbiamo bisogno, quindi, non è una sintesi ma un'interazione dinamica tra l'intuizione mistica e l'analisi scientifica.

Capra non crede che possiamo adottare le tradizioni spirituali orientali in Occidente senza cambiarle in molti modi importanti per adattarle alla nostra cultura. Lo stesso Jung elogia lo yoga ma diffida gli occidentali dal praticarlo.

La fonte spirituale dell'Induismo si trova nei Veda (2000 -500 a.C.) e le Upanishad, la parte finale dei Veda contengono l'essenza del messaggio spirituale e filosofico dell'Induismo. Le masse del popolo indiano hanno ricevuto l'insegnamento dell'Induismo attraverso un gran numero di racconti epici. La realtà ultima è chiamata Bhahman che dà all'Induismo il suo carattere monista. Brahman è l'anima o l'essenza di tutte le cose. Ai vari aspetti del Divino sono stati dati i nomi dei vari dei adorati dagli indù, questi dei non sono che i riflessi dell'unica realtà ultima. Ci sono innumerevoli vie di liberazione per i diversi modi di consapevolezza. Il piacere sensuale non è mai stato soppresso nell'Induismo, l'Induismo ha sviluppato un ramo, il Tantrismo medievale dove l'illuminazione è ricercata attraverso un'esperienza profonda dell'amore sensuale.  Le divinità indù si mostrano in abbracci sensuali di stupefacente bellezza.

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