Vedere anche il testo Il punto di svolta. Scienza, società e cultura emergente di Fritjof Capra.
Fritjof Capra fa parte di quel gruppo di scienziati degli anni ’70 che affrontò la fisica su basi nuove, sviluppando un particolare interesse per le spettacolari e contro-intuitive conseguenze della meccanica quantistica. Nel Tao della fisica sosteneva l’esistenza di un collegamento tra le tesi dei padri fondatori della fisica quantistica e gli assunti di alcune religioni orientali, tra cui soprattutto il taosimo e il buddhismo. Il suo libro divenne una Bibbia nei campus universitari californiani, dove in quegli anni gli studenti sognavano di cambiare il mondo e condividevano le visioni offerte da Capra nel suo libro. Rispetto a quegli anni, lo scrittore è diventato oggi meno radicale, e nel testo La rete della vita propone una rilettura della storia evolutiva dal punto di vista della cooperazione.
Attraverso i mondi della storia della filosofia, della scienza, della chimica e della biologia, Capra propone una nuova visione della vita intesa come trama, rete di relazioni in evoluzione a cui tutti gli organismi viventi si collegano, e interpreta la natura e gli esseri viventi come “sistemi viventi” dove il singolo è strettamente interdipendente dai suoi simili e dal sistema tutto.
L’approccio meccanicistico era caratterizzato dall’importanza data alle parti, mentre la nuova visione ecologica mette in risalto il tutto. L’autore dimostra come i modelli deterministici ereditati da Newton e Cartesio si siano rivelati sempre meno adatti a favorire la comprensione del mondo e degli individui: "è necessaria una nuova visione sistemica della vita che si fondi sulle relazioni e la somma di queste relazioni, che legano le dimensioni della psiche, della biologia, della società e della cultura, e porti alla configurazione più appropriata che è quella della rete".
La trama della vita è composta da reti che si intrecciano con altre reti, la tendenza comune è quella di ordinare questi sistemi all’interno di sistemi più grandi, secondo una struttura gerarchica, ma ci si accorge che in natura non esistono gerarchie, ma solo reti dentro reti. Il fenomeno della vita per essere compreso deve essere letto in termini di sistema preso nella sua totalità. In sostanza, “la vita non prese il sopravvento del globo con la lotta, ma istituendo interrelazioni”.
La rete della vita propone una visione olistica della realtà e della natura simile a quella proposta da James Lovelock nel suo celebre volume Gaia, apparso negli anni ’70 in cui la Terra, “Gaia”, è un grande organismo capace di autoregolarsi con lo scopo di mantenere le condizioni affinché la biosfera, ossia la vita, possa prosperare. Capra scrive che l’evoluzione della vita dai microrganismi fino agli esseri macroscopici, come noi umani, non si è basata solo sulla competizione, ma anche sulla collaborazione altruistica, ed avanza una tesi che finora non ha trovato fondamento negli studi sull’evoluzione. Infatti, la selezione naturale, alla base del motore dell’evoluzione, non si fonda sulla cooperazione ma sulla competizione.
Il successo dell’essere umano nel suo processo evolutivo, suggerisce Capra, si misura nella sua capacità di fondare comunità e suddividere i compiti tra i diversi membri così da garantire il successo della comunità nel suo insieme. Stiamo già costruendo una “rete della vita” in cui ciascuno ha il suo ruolo, in una prospettiva di vantaggio per l’umanità nel suo insieme, un “superorganismo” che dovrà trovare infine il suo equilibrio con il resto della biosfera in cui vive.
Alla maturità 2013 il Ministero dell’istruzione propose, nella scelta “tema libero”, un brano preso da questo testo; Vedi link. Che la cooperazione e la solidarietà tra individui sia la vera forza dell’evoluzione, è tema ancora aperto tra gli studiosi. Però ciò non toglie che la proposta di Fritjof Capra sia un’esortazione per il futuro, soprattutto dei più giovani.
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