venerdì 27 agosto 2021

Note sullo Zen

 Lo Zen è la chiave di volta della cultura orientale, infatti in esso troviamo cristallizzate tutte le filosofie dell'Oriente, è una forma di buddhismo nata dall'incontro tra buddhismo e taoismo. Lo Zen  è vivo soprattutto in Giappone. Il misticismo dell'Estremo Oriente, è diretto, pratico e sorprendentemente semplice. Nello Zen, lo spirito del buddhismo ha rinunciato alla sua struttura altamente metafisica allo scopo di diventare una disciplina pratica di vita. Nello Zen l'esperienza personale è tutto: Siamo noi i nostri maestri, lo Zen ci indica soltanto la via.

La disciplina Zen consiste nel dischiudere l'occhio della mente allo scopo di penetrare nell'autentica regione dell'Essere e venire così in contatto con la nostra vitalità interna attraverso la via diretta. Lo Zen è lo spirito dell'uomo che crede nella sua interiore purezza e bontà ed i suoi caratteri peculiari sono: semplicità dei fatti, naturalezza, capacità di esprimere la vita stessa, originalità con l''obiettivo di acquisire un nuovo punto di vista per scrutare dentro l'essenza delle cose.

Lo Zen è una disciplina e una esperienza che non dipende da alcuna spiegazione e l'unica autorità accettata proviene da dentro di noi. L'unica via alla realizzazione è sprofondare nell'abisso infinito fino a quando non scompare l'ultima traccia di coscienza su questo o su quello.

Lo Zen è qualcosa di saldamente positivo ed eternamente affermativo ed aspira a porsi al di sopra della logica, a scavalcare la tirannia della logica e vuole che la mente di ognuno di noi sia libera e sgombra. Per questo i Maestri zen cercano di togliere ai discepoli ogni qualsiasi punto di appoggio attraverso i koan, quesiti senza un'apparente soluzione logica. “La funzione del koan è promuovere il dubbio e l'opportunità di spingerlo fino all'estremo, si tratta di un risveglio di un senso interno che ci fa capaci di scrutare dentro il vero ed effettivo andamento delle cose”.  Lo zen utilizza i koan per mettere in scacco matto la mente, le risposte hanno poca energia rispetto alle domande. Il koan è una domanda di vita a cui si risponde con la vita. Si cerca l'intersezione tra la verità relativa e la verità assoluta, ed i koan intercettano questo punto.  Un esempio di koan: Nel sogno siamo in una radura e da ogni direzione arriva una tigre, quale è l’uscita?  Svegliarsi. 

Alla base di questo processo di risoluzione c'è il satori: per satori si intende un modo intuitivo di scrutare le cose, in contrasto con l'apprendimento intellettuale e logico. Il satori è inspiegabile e incomunicabile. Nello Zen il dhyana o zazen, è il sedere a gambe incrociate in stato di quiete e in contemplazione profonda. E questa tecnica è usata come mezzo per trovare la soluzione del koan.

Koan e zazen sono i due cardini dello Zen ”per alimentare, anche nei discepoli meno addestrati, lo sviluppo della coscienza Zen. “Si vuole che il koan sia coltivato in ogni recesso della mente e che mai analisi logica è riuscita a varcare”.

Un altro aspetto importante nello Zen è il valore del lavoro manuale per i monaci dello Zen-do (sala di meditazione). L'idea centrale della vita del monaco non è infatti, di sopprimere, ma di utilizzare nel modo migliore le cose che ci sono state date. La proverbiale operatività dei monaci si esprime nel motto “imparare facendo”. Teoricamente lo Zen ingloba l'intero universo e non è condizionato alla legge dell'antitesi.

Durante i Sesshin, che letteralmente significa “riunione di menti” e che sono periodi di meditazione intensiva, ricorre spesso la seguente frase: “Fino a quando resta nel praticante, un pur piccolo pensiero che qualcuno, sia Dio o il diavolo, conosca e renumeri le sue azioni, non è ancora uno di noi”. 

Lo Zen  permette di riconciliarsi con la realtà presente. La vita e morte sono due aspetti della realtà, la pratica spirituale serve ad aprirsi a questa dimensione. L'obiettivo dello zen è cercare di Vivere con pienezza la vita, riappacificarsi con la realtà circostante.

Da una parte c'è il Samsara, la  realtà fenomenica dove si manifesta il dolore dall'altra parte c'è il Nirvana, la realtà assoluta, dove c'è gioia infinita. Tra le due strade la scelta è nostra. La conoscenza intellettuale non ci aiuta in questa scelta. Senza trasformazione, non è possibile avanzare nella ricerca spirituale. La meditazione è uno strumento molto potente in questo percorso di trasformazione. Noi ragioniamo in modo binario, la meditazione ci apre ad una visione più fluida.  

Come essere felice? Che senso dare alla propria esistenza e trovare la felicità? Come essere in armonia con se stesso e il mondo?  Come vivere con pienezza la vita? Le correnti spirituali e filosofiche, tra cui lo Zen,  cercano di rispondere a queste domande mettendo a punto una serie di metodi. 

Il cuore spirituale del Giappone è Kyoto dove c'è equilibrio tra tradizione e modernità e qui è ancora vivo il buddhismo Zen con le sue espressioni: il Kyodo - la via dell'arco, la cerimonia del tè e la meditazione Za Zen (za = sedersi, zen = meditazione).

Il cuore dello Zen è il meditare sull'essenza dell'essere, cercare di trovare la verità attraverso la propria esperienza di vita, allargare la propria interiorità.  Nel tiro con l'arco si cerca un'osmosi tra corpo e arco per raggiungere il bersaglio.

La cerimonia del tè è una forma di meditazione, una via verso la liberazione dall'agitazione del mentale, e segue un protocollo ben definito riportato in una piccola opera scritta nel XIII secolo. C'è una entrata bassa per accedere alla sala della cerimonia, che ha come significato allegorico di lasciare lo status sociale fuori dalla sala. Quattro principi guidano questa cerimonia: rispetto, armonia, tranquillità, purezza. Si prepara il tè in silenzio, raccogliendo il corpo, la mente e il cuore, con un sentimento di gratitudine verso la persona invitata.   

 Durante lo Za Zen, una forma di meditazione, si porta la coscienza nell'istante presente, interiormente, durante questa pratica, si pone una domanda e si cerca di trovarne la risposta. Ad esempio, come essere utile a qualcuno? come aiutarlo? Di solito, si medita in piena natura e lo scopo della meditazione zen è di legarsi all'universo, fondersi con la natura immaginando di diventare un elemento di tale natura: l'aria, gli alberi, ecc. 

Lo Zen è una via di trasformazione interiore e una ricerca perpetua di saggezza,  una via per fare esperienza del sacro.

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