giovedì 28 ottobre 2021

Il pranayama (2) - Antonio Nuzzo

Secondo il Maestro Antonio Nuzzo - "Il pranayama è il perno intorno al quale si costruisce il nostro cambiamento". Il pranayama che è il controllo dell'energia sottile attraverso il respiro, può contribuire a creare quei processi sottili che permetteranno di controllare il nostro inconscio. E' nel respiro che i processi inconsci dialogano con i processi consci. Nel pranayama siamo soli con noi stessi, dobbiamo costruire un’armonizzazione della nostra interiorità, e questo è lo scopo dello yoga. Attraverso il respiro si raggiunge l’armonizzazione con il Sé.

Al di fuori di questa armonizzazione, tutte le variazioni del nostro carattere sono solo imposizioni.  Bisogna riconoscere le nostre abilità respiratorie ed usarle in modo amorevole, e per armonizzare le due nostre parti, conscio ed inconscio. Nell’armonizzazione abbiamo i due poli uniti in una azione in comune, in uno stato mentale idilliaco di pace, non reattivo ma molto accogliente, di pacificazione totale, che è l'anticamera dello stato meditativo. La nostra parte cosciente dialoga e si esprime attraverso i suoni, i sensi mentre la parte inconscia si esprime attraverso la nostra gestualità. Il respiro è mosso dall’inconscio, la mente cosciente non può controllare completamente il respiro, può succedere che alcuni ritmi respiratori risultano impossibili da eseguire. Il pranayama va oltre l’abilità respiratoria, Tutte le preoccupazioni mentali scompaiono. Lo stato meditativo nasce nel momento in cui arriviamo alla pacificazione tra conscio ed inconscio. Il pranayama contribuisce a costruisce lo stato meditativo nello stato cosciente. Anche le asana mantenute a lungo e in modo confortevole portano verso uno stato di pace di quiete, di pacificazione.

Esercizi.

1- Da seduti  in padmasana, cerchiamo di capire cosa c’è che si muove in noi, quali elementi creano disagi e conflitti.

2- Eseguiamo Buddhi Mudra pranayama. Portare una gamba al petto inspirando e ripetere fino a riempire tutti i polmoni. Alterniamo la gamba.

3- Eseguiamo una torsione con le ginocchia al petto.

4- Da seduti in padmasana portiamo una mano all’inguine, spingiamo su una spalla ampliando tutto il lato del polmone e gabbia toracica, effettuiamo una ritenzione a polmoni pieni. Alterniamo la spalla.

5- Eseguiamo Bastrika, sollevando una spalla, poi l’altra, poi alternativamente, poi tutte e due insieme. Alla fine di ogni respirazione “ a mantice” in ritenzione fare delle rotazioni con la spalla da tutti e due i lati e poi espirare piegandosi in avanti.

6- Da seduti, gambe allungate, mani dietro, spalle aperte, scapole unite, inspirando tramite torace spingere su e in avanti l'aria, polpastrelli a terra, spingere sempre le scapole, una verso l’altra.

7- Eseguiamo Kapalabati, due cicli di respirazione, poi ritenzioni, con Jalandara bandha, e Mula bandha.

Riassunto degli incontri con Antonio Nuzzo - gennaio 2018 

 ________ Antonio Nuzzo è uno dei più autorevoli Maestri yoga italiani. Ha cominciato a praticare nel 1963 all'età di 16 anni. Nel 1971 è diventato allievo di André Van Lysebeth, con il quale per 15 anni ha approfondito le tecniche di hatha e tantra yoga. Un'autorevole voce che da oltre 50 anni pratica, ricerca e insegna questa disciplina. Nessuno come lui ha vissuto in maniera onnicomprensiva la ricerca di questa disciplina: dal suo lavoro come funzionario alla Protezione Civile agli incontri apparentemente casuali con tutti i più importanti maestri yogi del ‘900. Oggi insegna in Italia e in Francia, coordina Corsi di Formazione Insegnanti per la Federazione Mediterranea Yoga e, per la prima volta nella sua vita, è autore di un libro che incornicia una parte importante di questa lunga ricerca: “I doni dello Yoga. Per praticare una vita piena” (Yoga Journal – Morellini Editore). 

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