venerdì 22 ottobre 2021

Il punto di svolta - Frijof Capra

 Nel Tao della fisica Frijof Capra ha denunciato i limiti e le lacune del sapere convenzionale dell'Occidente. La scienza newtoniana - che ha dominato la cultura occidentale per più di due secoli e alla quale continuano a ispirarsi non solo le scienze cosiddette esatte, ma anche numerose scienze umane e biologiche - si fonda su un pensiero lineare e riduttivo messo in crisi, nei primi decenni del nostro secolo, dagli sviluppi della nuova fisica. 

Questa crisi - che l'autore, riferendosi a un esagramma dell'I Ching, definisce "il punto di svolta" - dipende, secondo Capra, dalla nostra ostinazione teorica. Solo una visione olistica, ecologica del mondo potrà aiutarci a sciogliere i nodi problematici del nostro tempo. Ispirandosi a questi concetti, Capra compie una sorprendente analisi critica del pensiero riduzionistico, "cartesiano", tuttora dominante nel nostro approccio ai problemi biologici, medici, psicologici ed economici. 

Negli ultimi due decenni del nostro secolo siamo entrati in uno stato di crisi profonda a livello mondiale. È una crisi intellettuale, morale e spirituale. Abbiamo accumulato ordigni nucleari e armi di distruzione globale a discapito dei servizi sanitari.  Si assiste ad una disgregazione sociale con aumento di crimini, incidenti, alcolismo, abuso di farmaci, aumento di bambini con difficoltà di apprendimento e disturbi del comportamento.   L'inquinamento sempre più massiccio, comporta un disastro ecologico: inquinamento dell’aria, dell’acqua e del cibo che mangiamo, e  non colpisce solo gli essere umani ma sconvolge anche sistemi ecologici. L'intossicazione chimica è diventato un rischio costante della nostra vita.      Al deterioramento del nostro ambiente si accompagna un aumento dei problemi sanitari degli individui: malattie croniche e degenerative definite malattie croniche della civiltà, malattie cardiache, cancro, depressione, schizofrenia.  Si assiste anche ad anomalie economiche quali: aumento dell'inflazione, disoccupazione, distribuzione ingiusta della ricchezza.

La dinamica che sottende tutti questi problemi è la stessa: sono problemi sistemici, ossia interconnessi e interdipendenti. La nostra è una crisi culturale che potrà essere risolta solo modificando la struttura della rete stessa. Questi problemi sistemici non possono essere risolti singolarmente: bisogna adottare un angolo visuale il più possibile ampio e operare verso la trasformazione.
Occorrono tre transizioni dal vecchio al nuovo paradigma:

  •     declino del patriarcato;
  •     declino dell’età dei combustibili fossili;
  •     abbandonare la fede nel metodo scientifico come unico approccio valido alla conoscenza che consiste in una visione dell’universo come sistema meccanico composto da parti elementari e materiali, la visione della vita nella società come lotta competitiva per l’esistenza e la fede in un progresso materiale illimitato da conseguirsi attraverso una crescita economica e tecnologica.

La crisi presente non è una crisi di individui, di governi o di istituzioni sociali, ma è una transizione di dimensioni planetarie. Come individui, come società, come civiltà e come ecosistema planetario stiamo raggiungendo il punto di svolta.   L’alternativa a questa concezione è quella marxista del materialismo dialettico o storico, e del darwinismo sociale che pone troppo l’accento sul conflitto e sulla lotta per la sopravvivenza dei più adatti, che per Capra non sono indispensabili, dato che la transizione e la rinascita culturale posso essere armoniose e pacifiche.

Capra si serve dello schema di riferimento dell’ I Ching, che è alla base del pensiero cinese, che implica la nozione dei due poli archetipi, yin e yang, che sarebbero alla base del ritmo fondamentale dell’universo. I filosofi cinesi videro nella realtà, la cui essenza ultima chiamarono Tao (la Via) un processo di flusso e mutamento continuo. L’aspetto essenziale dell’universo è il mutamento, che è una tendenza naturale innata in tutte le cose; l’universo è impegnato in un moto e in una attività incessanti, in un processo cosmico: il Tao, la via. Tutte le manifestazione del Tao sono generate dall’interazione dinamica dei due poli archetipi. L’ordine naturale è un ordine di equilibrio dinamico tra yin e yang. Quel che è buono non è yin o yang, ma l’equilibrio dinamico fra i due; quel che è cattivo o dannoso è lo squilibrio. Lo yin fu associato al femminile, lo yang al maschile: la personalità di ciascun individuo, maschio o femmina non è un’entità statica ma un fenomeno dinamico risultante dall’interazione di elementi maschili e femminili. Questa concezione è in contrasto con quella della nostra cultura patriarcale, la quale ha stabilito un ordine rigido nel quale tutti gli uomini dovrebbero essere maschili, e tutte le donne femminili: ha deformato il significato di tali termini assegnando agli uomini ruoli dominanti e i privilegi sociali. 

Yin corrisponde a  femminile, intuitivo,  sintetico, attività ecologica, integrativo, cooperativo, conservativo;
Yang corrisponde a: maschile, razionale, analitico, attività egocentrica, autoassertivo, competitivo, dissipativo.

La nostra società ha favorito lo yang a scapito dello yin, la conoscenza razionale a scapito di quella intuitiva, la scienza rispetto alla religione, la competizione rispetto alla cooperazione: questo orientamento è sostenuto dal sistema patriarcale e ha condotto ad uno squilibrio che è alle radici della crisi corrente. Lo sfruttamento della natura è andato di pari passo con lo sfruttamento delle donne: dai tempi più antichi la natura era considerata come una madre generosa e nutrice. Sotto il patriarcato l’immagine della madre benevola mutò in passività e l’immagine della donna selvaggia diede origine all’idea che dovesse essere dominata. Le donne furono ritratte come passive e subordinate con una grande affinità tra femminismo e ecologia.

La consapevolezza ecologica si avrà solo, quando combineremo la nostra conoscenza razionale con un’intuizione del carattere non lineare del nostro ambiente. Il nostro progresso fino a questo momento è stato un’evoluzione unilaterale, ma dobbiamo spostare l’asse verso l’interrelazione e l’interdipendenza di tutti i fenomeni, verso la teoria dei sistemi secondo cui, organismi viventi, società ed ecosistemi sono interconnessi.  La caratteristica principale degli organismi è l’autorganizzazione (l’ordine, la struttura e la funzione di un organismo non sono imposti dall’ambiente ma sono stabiliti dal sistema stesso) e si articola in auto rinnovamento (capacità dei sistemi viventi di riciclare e rinnovare di continuo i proprio componenti conservano l’integrità della struttura complessiva) e auto trascendenza (capacità di superare creativamente confini fisici e mentali nei processi di apprendimento, sviluppo ed evoluzione); Altra caratteristica dei sistemi autorganizzantesi è la stabilità che non deve essere confusa con l’equilibrio (che è statico): essa consiste nel mantenere la stessa struttura nonostante i continui mutamenti e sostituzioni dei suoi componenti, e può essere detta omeostasi.

Il pianeta non solo pullula di vita ma sembra essere un organismo vivente: tutta la materia vivente forma un sistema complesso che ha tutte le forme caratteristiche dell’auorganizzazione. La terra è un sistema vivo, non solo funziona come un organismo, ma pare sia realmente un organismo: Gaia, un essere vivente planetario.
La caratteristica fondamentale dell’evoluzione non è l’adattamento ma la creatività. L’evoluzione è un processo aperto senza un fine prestabilito. La teoria darwiniana pone l’accento solo sull’evoluzione dell’organismo, mentre la teoria dei sistemi pone l’accento sulla coevoluzione di organismo più ambiente.
Noi possiamo modificare il nostro comportamento cambiando i nostri valori e atteggiamenti per riacquistare quella spiritualità e quella consapevolezza ecologica che abbiamo perduto. Nella futura elaborazione della nuova visione del mondo olistica, è probabile che la nozione di ritmo sia destinata a svolgere un ruolo fondamentale. Tutta la realtà che ci circonda è una danza ritmica continua.

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