Nel Tao della fisica Frijof Capra ha denunciato i limiti e le lacune del sapere convenzionale dell'Occidente. La scienza newtoniana - che ha dominato la cultura occidentale per più di due secoli e alla quale continuano a ispirarsi non solo le scienze cosiddette esatte, ma anche numerose scienze umane e biologiche - si fonda su un pensiero lineare e riduttivo messo in crisi, nei primi decenni del nostro secolo, dagli sviluppi della nuova fisica.
Questa crisi - che l'autore, riferendosi a
un esagramma dell'I Ching, definisce "il punto di svolta" - dipende,
secondo Capra, dalla nostra ostinazione teorica. Solo una visione olistica, ecologica del mondo potrà
aiutarci a sciogliere i nodi problematici del nostro tempo. Ispirandosi
a questi concetti, Capra compie una sorprendente analisi critica del
pensiero riduzionistico, "cartesiano", tuttora dominante nel nostro
approccio ai problemi biologici, medici, psicologici ed economici.
Negli ultimi due decenni del nostro secolo siamo entrati in uno
stato di crisi profonda a livello mondiale. È una crisi intellettuale,
morale e spirituale. Abbiamo accumulato ordigni nucleari e armi di
distruzione globale a discapito dei servizi sanitari. Si assiste ad una
disgregazione sociale con aumento di crimini,
incidenti, alcolismo, abuso di farmaci, aumento di bambini con
difficoltà di apprendimento e disturbi del comportamento.
L'inquinamento sempre più massiccio, comporta un disastro ecologico:
inquinamento dell’aria, dell’acqua e del cibo che mangiamo, e non
colpisce solo gli essere umani ma sconvolge anche sistemi ecologici.
L'intossicazione chimica è diventato un rischio costante della nostra
vita. Al deterioramento del nostro ambiente si accompagna un
aumento dei problemi sanitari degli individui: malattie croniche e
degenerative definite malattie croniche della civiltà, malattie
cardiache, cancro, depressione, schizofrenia. Si assiste anche ad
anomalie economiche quali: aumento dell'inflazione, disoccupazione,
distribuzione ingiusta della ricchezza.
La dinamica che sottende
tutti questi problemi è la stessa: sono problemi sistemici, ossia
interconnessi e interdipendenti. La nostra è una crisi culturale che
potrà essere risolta solo modificando la struttura della rete stessa.
Questi problemi sistemici non possono essere risolti singolarmente:
bisogna adottare un angolo visuale il più possibile ampio e operare
verso la trasformazione.
Occorrono tre transizioni dal vecchio al nuovo paradigma:
- declino del patriarcato;
- declino dell’età dei combustibili fossili;
- abbandonare la fede nel metodo scientifico come unico approccio valido alla conoscenza che consiste in una visione dell’universo come sistema meccanico composto da parti elementari e materiali, la visione della vita nella società come lotta competitiva per l’esistenza e la fede in un progresso materiale illimitato da conseguirsi attraverso una crescita economica e tecnologica.
La
crisi presente non è una crisi di individui, di governi o di
istituzioni sociali, ma è una transizione di dimensioni planetarie. Come
individui, come società, come civiltà e come ecosistema planetario
stiamo raggiungendo il punto di svolta. L’alternativa a
questa concezione è quella marxista del materialismo dialettico o
storico, e del darwinismo sociale che pone troppo l’accento sul
conflitto e sulla lotta per la sopravvivenza dei più adatti, che per
Capra non sono indispensabili, dato che la transizione e la rinascita
culturale posso essere armoniose e pacifiche.
Capra si serve
dello schema di riferimento dell’ I Ching, che è alla base del pensiero
cinese, che implica la nozione dei due poli archetipi, yin e yang, che
sarebbero alla base del ritmo fondamentale dell’universo. I filosofi
cinesi videro nella realtà, la cui essenza ultima chiamarono Tao (la
Via) un processo di flusso e mutamento continuo. L’aspetto essenziale
dell’universo è il mutamento, che è una tendenza naturale innata in
tutte le cose; l’universo è impegnato in un moto e in una attività
incessanti, in un processo cosmico: il Tao, la via. Tutte le
manifestazione del Tao sono generate dall’interazione dinamica dei due
poli archetipi. L’ordine naturale è un ordine di equilibrio dinamico tra
yin e yang. Quel che è buono non è yin o yang, ma l’equilibrio dinamico
fra i due; quel che è cattivo o dannoso è lo squilibrio. Lo yin fu
associato al femminile, lo yang al maschile: la personalità di ciascun
individuo, maschio o femmina non è un’entità statica ma un fenomeno
dinamico risultante dall’interazione di elementi maschili e femminili.
Questa concezione è in contrasto con quella della nostra cultura
patriarcale, la quale ha stabilito un ordine rigido nel quale tutti gli
uomini dovrebbero essere maschili, e tutte le donne femminili: ha
deformato il significato di tali termini assegnando agli uomini ruoli
dominanti e i privilegi sociali.
Yin corrisponde a femminile, intuitivo, sintetico, attività ecologica, integrativo, cooperativo, conservativo;
Yang corrisponde a: maschile, razionale, analitico, attività egocentrica, autoassertivo, competitivo, dissipativo.
La nostra società ha favorito lo yang a scapito dello yin,
la conoscenza razionale a scapito di quella intuitiva, la scienza
rispetto alla religione, la competizione rispetto alla cooperazione:
questo orientamento è sostenuto dal sistema patriarcale e ha condotto ad
uno squilibrio che è alle radici della crisi corrente. Lo sfruttamento
della natura è andato di pari passo con lo sfruttamento delle donne: dai
tempi più antichi la natura era considerata come una madre generosa e
nutrice. Sotto il
patriarcato l’immagine della madre benevola mutò in passività e
l’immagine della donna selvaggia diede origine all’idea che dovesse
essere dominata. Le donne furono ritratte come passive e subordinate con una grande affinità tra femminismo e ecologia.
La consapevolezza ecologica si
avrà solo, quando combineremo la nostra conoscenza razionale con
un’intuizione del carattere non lineare del nostro ambiente. Il nostro
progresso fino a questo momento è stato un’evoluzione unilaterale, ma
dobbiamo spostare l’asse verso l’interrelazione e l’interdipendenza di
tutti i fenomeni, verso la teoria dei sistemi secondo cui, organismi
viventi, società ed ecosistemi sono interconnessi. La
caratteristica principale degli organismi è l’autorganizzazione
(l’ordine, la struttura e la funzione di un organismo non sono imposti
dall’ambiente ma sono stabiliti dal sistema stesso) e si articola in
auto rinnovamento (capacità dei sistemi viventi di riciclare e rinnovare
di continuo i proprio componenti conservano l’integrità della struttura
complessiva) e auto trascendenza (capacità di superare creativamente
confini fisici e mentali nei processi di apprendimento, sviluppo ed
evoluzione); Altra caratteristica dei sistemi autorganizzantesi è la
stabilità che non deve essere confusa con l’equilibrio (che è statico):
essa consiste nel mantenere la stessa struttura nonostante i continui
mutamenti e sostituzioni dei suoi componenti, e può essere detta
omeostasi.
La caratteristica fondamentale dell’evoluzione non è l’adattamento ma la creatività. L’evoluzione è un processo aperto senza un fine prestabilito. La teoria darwiniana pone l’accento solo sull’evoluzione dell’organismo, mentre la teoria dei sistemi pone l’accento sulla coevoluzione di organismo più ambiente.
Noi possiamo modificare il nostro comportamento cambiando i nostri valori e atteggiamenti per riacquistare quella spiritualità e quella consapevolezza ecologica che abbiamo perduto. Nella futura elaborazione della nuova visione del mondo olistica, è probabile che la nozione di ritmo sia destinata a svolgere un ruolo fondamentale. Tutta la realtà che ci circonda è una danza ritmica continua.
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