«Nello yoga non ci si può affidare al primo venuto» - Antonio Nuzzo. Il
vice presidente della Federazione Mediterranea Yoga mette in guardia
sulla tendenza alla massificazione dei metodi di insegnamento. «Lo
yoga non è uno sport, né un’attività, ma una disciplina millenaria che
noi uomini del XX secolo abbiamo reinterpretato – sottolinea - Per
questo per comprendere lo yoga si dovrebbero studiare gli antichi testi,
comprenderli e applicarli alla pratica, che dovrà essere comunque adattata alla
nostra epoca».
Il ruolo dello yoga è aiutare l’uomo moderno a vivere meglio; l'uomo moderno vive una vita agitata e dispersiva, questo è dovuto alle accelerazioni delle dispersioni mentali. Lo Yoga serve a creare delle condizioni interiori adatte a rilassare la mente, e purtroppo oggi, nessuno ci insegna a rilassare la mente. La maggior parte delle persone subisce i processi accelerati della mente, è agitato, non dorme, è stressato, e tutto questo è il risultato delle agitazioni mentali.
Bisogna creare le condizioni affinchè il processo mentale si possa rallentare e calmare. C’è un segreto per arrivare a questo, rallentare il ritmo del respiro, gestire il movimento ritmico del respiro, e con l'esercizio si può arrivare addirittura a quasi fermare il respiro. Ciò agisce direttamente sulla mente e ci permetterà di avere una vita più serena e armoniosa.
La consapevolezza è l’obiettivo della pratica yoga. La consapevolezza del corpo, del respiro e della coscienza, sono i tre elementi che consentono al praticante di conseguire uno stato di interiorità particolare. Il respiro è la vita per un uomo, senza il respiro la vita non è possibile, è l'elemento vitale per eccellenza, il respiro è preso in considerazione dallo yoga in modo estremamente serio. Un'esperienza avanzata nello yoga è quando il praticante è capace di mantenere l’immobilità di un’asana. Stando immobili ascoltiamo il ritmo del respiro e sviluppiamo una coscienza diffusa in tutto il corpo, questo è un aspetto molto interessante, più il corpo è immobile, più riesce ad influenzare la mente. Se riusciamo a stare immobili in un’asana per 5 minuti, 10, 20 minuti, le cose cambiano e all’interno di noi, si comincia a sviluppare un’esperienza molto particolare.
Con lo hatha yoga il volume sensoriale si attenua, se andate oltre le sensazioni sensoriali, incominciate ad incontrare dei processi vitali non evidenti, riuscite a percepire qualcosa di diverso; sono percezioni talmente sottili a cui non siamo abituati.
Con i pranayama sottili, si riesce a respirare senza che il corpo se ne accorga, senza che i percettori sensoriali segnalino questo al cervello, in questo modo l'hatha yoga ci porta verso una dimensione spirituale e meditativa. Con la pratica si trasforma il proprio vissuto. Si entra in una dimensione nascosta dal corpo, la dimensione sottile, del prana e dell'energia, il prana non deve essere un concetto ma un'esperienza della coscienza che si risveglia, fare yoga significa usare il corpo come uno strumento. Con la concettualizzazione eccessiva dello yoga si crea separazione e nascono le paure.
L'hatha yoga è una via spirituale geniale, unica, tutti gli elementi che compongono la vita di un essere umano sono presenti, e l'elemento focale è coltivare la coscienza, piano piano ci rivela le sensazioni sottili e particolari, poi impariamo ad andare oltre. La vita non è la sensazione, è ciò che va oltre le sensazione. Posso andare oltre la sensazione. Nutro la mia coscienza che mi permettere di andare oltre i sensi, scopro il mondo interiore che nutre la mia vita, il corpo di energia, così posso viaggiare nello mia interiorità dal corpo materia, al corpo energia, al corpo mentale, al corpo sottile eterico.
Lo scopo dell'hatha yoga è quello di unire i due opposti, destra e sinistra, superiore e inferiore, mente e corpo. Nello yoga si alterano gli stadi di coscienza grazie al suono e alle visualizzazioni. Le asana non sono solo corpo, nelle asana occorre una presenza mentale. Nello yoga la relazione con il corpo è fondamentale, bisogna gestire il processo mentale e fisico per entrare all’interno di noi stessi. Il corpo porta impresso il nostro vissuto. E come dice Monica Bertauld "Osservando le persone come sono nella quotidianità, si vede immediatamente se sono sulla strada dello yoga".
L’immobilità della posizione è importantissima nello yoga e ci permette di lavorare nel sottile, ci apre un mondo, ci permette di sviluppare la presenza e la coscienza sia nella parte attiva, sia nella parte passiva del corpo. Spesso diventiamo sordi ai messaggi del corpo. Se il corpo ha la sensibilità necessaria, si può entrare in contatto con il corpo sottile e fare esperienza dell’energia.
Durante gli esercizi di pranayama, ossia il controllo dell'energia attraverso il respiro, la posizione deve essere comoda e confortevole, si deve cercare di mantenere l’immobilità e la respirazione uddjai. Se effettuiamo una pausa tra espiro ed inspiro, se alla coscienza togliamo il movimento ed il respiro, percepiremo qualcosa di più alto e diverso. Durante la ritenzione del respiro apriamo una finestra per osservare i campi sterminati che abbiamo di fronte. Nello yoga si raggiunge l’Uno nell’immobilità.
La mente, quindi, in quanto centro nevralgico di ogni nostra attività è fautrice di benessere anche fisico. Lo yoga ha lo scopo di interrompere la dispersione mentale che è una delle principali fonti della mancanza di salute. Avere paura, per esempio, produce “disordine” non solo emotivo, ma anche biochimico per la produzione di tossine che vanno a confluire nel sangue. Paradossalmente noi possiamo alimentarci in maniera perfetta, ma se la nostra mente è condizionata da pensieri devastanti quel cibo, ancorché sano, può diventare veleno per il nostro corpo. Bisogna educarsi a orientare i pensieri. Lo yoga insegna anche ad educare la mente.
Ci sono delle operazioni di base che contribuiscono alla corretta pratica dello yoga: la purificazione del corpo attraverso l’idratazione, perché eliminare quanto necessario attraverso reni, vescica e intestino, è fondamentale, quanto l’alimentazione. Non si deve tuttavia dimenticare un altro elemento fondamentale che è l’educazione al respiro. Questi sono i fattori importanti che danno stabilità ed equilibrio alla relazione corpo – mente.
Non esistono controindicazioni particolari per la pratica dello yoga. Le posizioni dello yoga sono 8 milioni e 400 mila. È compito dell’insegnante adattare la pratica alla condizione dell’allievo da educare alla disciplina. Naturalmente l’espansione impressionante dello yoga negli ultimi anni ha indotto la tendenza alla massificazione e ai metodi di insegnamento su larga scala che, a volte perdono di qualità. Ad esempio mettersi nella posizione della candela non significa fare yoga se, interiormente, non c’è un efficace controllo interiore che consente di raggiungere quella stabilità mentale necessaria a vivere la totalità di quello che si sta facendo; solo così si può coltivare un progressivo e graduale sviluppo di tutte le facoltà umane.
E' difficile districarsi tra i tanti tipi di yoga. Molte delle diciture sono moderne e indicano soltanto delle sequenze di movimenti, ma non è detto che siano sequenze adatte a tutti. Quindi, più che altro, occorre districarsi tra gli insegnanti per essere sicuri che siano in grado di osservare e comprendere, senza limitarsi a fare eseguire sempre le stesse sequenze indistintamente a tutti. Ci si deve affidare ad un insegnante qualificato e ben formato. Oggi ci sono organizzazioni, come la Federazione Mediterranea Yoga, affiliata all’Unione europea Yoga, che ha nel suo ambito varie scuole di formazione, che hanno un’esperienza quarantennale, riconosciute e dislocate su tutto il territorio nazionale. I programmi che vengono svolti sono stati concordati con i comitati pedagogici delle maggiori federazioni europee. Questi sono i fattori che offrono le più alte garanzie. Non ci si può affidare all’iniziativa del primo venuto. Prima di iniziare una sessione di yoga occorre capire
che tipo di specificità il praticante ha, sulla base di questo proporre una serie di pratiche, dal movimento dinamico all’immobilità
assoluta, per adattarci alla specificità della singola persona. Lo
yoga è arrivato in Occidente attraverso le pratiche degli asana.
________ Antonio Nuzzo è uno dei più autorevoli Maestri yoga italiani. Ha cominciato a praticare
nel 1963 all'età di 16 anni. Nel 1971 è diventato allievo di André Van
Lysebeth, con il quale per 15 anni ha approfondito le tecniche di hatha e
tantra yoga. Un'autorevole voce che da oltre 50 anni pratica, ricerca e insegna
questa disciplina. Nessuno come lui ha vissuto in
maniera onnicomprensiva la ricerca di questa disciplina: dal suo lavoro
come funzionario alla Protezione Civile agli incontri apparentemente
casuali con tutti i più importanti maestri yogi del ‘900. Oggi insegna
in Italia e in Francia, coordina Corsi di Formazione Insegnanti per la
Federazione Mediterranea Yoga e, per la prima volta nella sua vita, è
autore di un libro che incornicia una parte importante di questa lunga
ricerca: “I doni dello Yoga. Per praticare una vita piena” (Yoga Journal
– Morellini Editore).
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