giovedì 28 ottobre 2021

Lo yogi è un ricercatore dell'immobilità - Antonio Nuzzo

Lo yoga è il movimento del respiro nell'immobilità della posizione “.  “Lo yogi è un ricercatore dell’immobilità”.    - Antonio Nuzzo.           Questo articolo vuole delimitare i confini entro i quali si può collocare una pratica di yoga.


Dopo la nascita l'individuo entra in interazione con il mondo esterno, un'interazione che continuerà per tutta la vita. In questa interazione, si instaurano dinamiche molto veloci, soprattutto oggi, nel mondo dei social media. Purtroppo l’uomo moderno ha incluso in queste dinamiche anche lo yoga, il movimento dinamico è diventato un cuscinetto tra il mondo esterno e lo yoga. Il movimento dinamico ha un senso se si punta alla staticità come prospettiva, dove saremo in grado di gustare l’immobilità. Lo yoga moderno è uno yoga illusorio ed è visto solo come yoga del corpo, e l’uomo viene visto come composto da tante entità separate (corpo, mente, salute, spirito) mentre un tempo l'uomo era visto come un tutt'uno. Lo yoga è una via spirituale geniale che prevede di coinvolgere l’individuo nella totalità.

Dobbiamo usare il corpo per trascendere il tempo, per passare dal corpo fisico al corpo di energia. Per questo è importante l’esperienza! Innanzitutto dobbiamo insegnare lo yoga a noi stessi. Lo yoga è una trasformazione della coscienza umana. Nel fare una posizione dobbiamo liberarci dai meccanismi mentali. Per fare yoga dobbiamo cambiare il modo di pensare ed imparare il giusto metodo. Quando stiamo in una posizione, dobbiamo accettare l’idea che non cerchiamo niente, siamo soddisfatti, accettiamo la vita, smettiamo di chiedere, diamo un prezioso senso a quello che abbiamo nel momento presente. Dobbiamo abituarci anche ad accettare l'impermanenza, Il risultato che abbiamo acquisito nelle posizioni prima o poi si dovrà mollare.

La forma è l’aspetto estetico condizionante, la spiritualità è il contatto con la dimensione dell’infinito. Il cercare di assumere determinate posizioni aumenta l'ego (ahamkara). L’hatha yoga è la via spirituale più difficile, perché l’ego si identifica facilmente con il corpo. In India per reprimere l’ego danno a tutti la stessa veste di colore arancione (swami). Spesso nella pratica dello yoga c’è l’ossessione del confronto, il desiderio di cambiare (NON mi accetto) nelle posizioni, e in questo modo si coltiva il disagio e questo modo di vedere le cose ci ammala.

Importante è trovare la pace dentro di noi e sviluppare una sana relazione mente – corpo. Se la mente ascolta il corpo, la dimensione egoica si spegne. Dobbiamo eliminare ogni falsità nello yoga e costruire un rapporto sano con il nostro corpo. Dobbiamo imparare a relazionarci con il nostro corpo che è l’espressione dell’inconscio. E’ l’inconscio che decide l’abilità del corpo, la mente a volte vuole piegare l’inconscio alle sue decisioni. Si crea quindi un conflitto. Quando c’è coscienza si crea rigidità. Il peccato è il desiderare il frutto delle nostre azioni anche nella pratica.

Importante è lavorare sulla mente e vivere il momento presente, purificare la mente è togliere il demone dell’egogentrismo che è in noi. L’inconscio è rappresentato dal corpo, le posizioni servono per pacificare il corpo e la mente. Praticare yoga è fare manutenzione per eliminare l’ego. Durante la pratica delle asana dobbiamo espandere la coscienza a tutto il corpo e non fermarci al particolare che è sottoposto a sforzo.

Dobbiamo insegnare lo yoga a noi stessi in modo graduale, Il maestro non conosce il grado di vitalità mentale in cui ci si trova quando assumiamo una posizione. L’immobilità, l’ascolto del respiro ci educa, la pratica è adattata alla velocità del cervello.Lo yoga è un osservare senza reagire. Lo yoga è salutare per la mente, è scoprire uno stato esperienziale nuovo, è entrare in uno stato di meditazione. Il controllo del respiro (pranayama) permette una decelerazione significativa dell’azione. Lo stato meditativo nasce nel momento in cui arriviamo alla pacificazione tra conscio ed inconscio. Il pranayama costruisce lo stato meditativo nello stato cosciente. Anche gli asana vanno dirette verso uno stato di pace di quiete, di pacificazione totale, in uno stato mentale Non reattivo, ma molto accogliente.  Lo yoga ci fa viaggiare dal movimento all’immobilità, ci fa entrare in un nuovo spazio. 

 ________ Antonio Nuzzo è uno dei più autorevoli Maestri yoga italiani. Ha cominciato a praticare nel 1963 all'età di 16 anni. Nel 1971 è diventato allievo di André Van Lysebeth, con il quale per 15 anni ha approfondito le tecniche di hatha e tantra yoga. Un'autorevole voce che da oltre 50 anni pratica, ricerca e insegna questa disciplina. Nessuno come lui ha vissuto in maniera onnicomprensiva la ricerca di questa disciplina: dal suo lavoro come funzionario alla Protezione Civile agli incontri apparentemente casuali con tutti i più importanti maestri yogi del ‘900. Oggi insegna in Italia e in Francia, coordina Corsi di Formazione Insegnanti per la Federazione Mediterranea Yoga e, per la prima volta nella sua vita, è autore di un libro che incornicia una parte importante di questa lunga ricerca: “I doni dello Yoga. Per praticare una vita piena” (Yoga Journal – Morellini Editore).

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