venerdì 7 gennaio 2022

Jung e il sacro

Jung si è fatto incidere sulla tomba le seguenti parole "Chiamato o non chiamato, Dio sarà presente" o secondo l'interpretazione di Ysé Tardan-Masquelier che insegna spiritualità orientale, "Che lo vogliamo o meno, la questione del divino si impone".
Carl Gustav Jung (1875-1961) è stato uno psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo, esoterista e accademico svizzero, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico, psicoanalitico e filosofico.
Noi siamo tutti, indipendentemente da quello che sia il nostro condizionamento sociale o personale, marcati dalla religione, e i simboli e archetipi religiosi saranno presenti nel nostro inconscio collettivo.
Confrontato al mistero del mondo e all'enigma della vita e della morte, l'essere umano fa l'esperienza del numinoso, del sacro.  Jung si ispira molto al libro Il sacro, di Rudolf Otto pubblicato nel 1917. Questo incontro con il mistero costituisce per l'essere umano una forma di trascendenza, che le religioni del mondo hanno cercato di razionalizzare attraverso il rito, le credenze e il dogma.  Di Dio o se vogliamo del divino, non possiamo dire niente, ma possiamo solo farne un'esperienza, indicibile e sconvolgente.  Nessuno può conoscere Dio. 
Jung è sedotto da una concezione panteista, nella quale un divino immanente impregna ed è presente in tutte le cose. Si avvicina alla filosofia indiana dell'Advaita Vedanta, che propugna l'esistenza di Brahman che permea tutte le cose, e anche l'essere umano ha in sé la scintilla divina, il "Sè" o l'atman.  Il "Sé" corrisponde all'individuo nella sua verità profonda.  E' il luogo da dove scaturiscono gli archetipi, i simboli che costituiscono la via regale per accedere alla totalità.  Il percorso spirituale indiano consiste proprio nel prenderne consapevolezza.  Questa ricerca di infinito nasce da un bisogno profondo di senso, di allargamento della coscienza che spesso coincide con la crisi esistenziale della mezza età, caratterizzata dal l'influenza predominante dell'inconscio che porta ad un cambiamento di personalità. Il processo di individuazione è un modo per sperimentare il divino dentro di noi: solo quando l'uomo conoscerà se stesso, conoscerà Dio.

Jung ha cercato di ridefinire una spiritualità al di fuori di ogni credenza religiosa. Critica il formalismo e l'intolleranza delle grandi religioni, senza per questo negare la dimensione religiosa dell'animo umano e il suo bisogno del sacro. Jung denuncia una triplice amputazione dell'uomo moderno: la rottura con la natura, con il passato, con il cuore e l'interiorità. Questa dissociazione con la natura è la fonte di molte nevrosi. "Ed è esaminando la natura e l'universo. che l'uomo accede ai grandi misteri della vita".

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