Ella Maillart (1903-1997) nel libro Croisieres et Caravanes, pubblicato nel 1951, ci descrive la sua vita e la sua evoluzione interiore, a partire dalla sua giovinezza ribelle vissuta in Svizzera. Link del sito: http://www.ellamaillart.ch/index_fr.php
È una delle più sorprendenti viaggiatrici del XX secolo. Esploratrice alla ricerca della verità, fotografa per gusto, scrittrice e giornalista per necessità, Ella Maillart, famosa per le sue numerose imprese sportive, i suoi viaggi e i suoi libri, viaggiò nelle regioni più remote del pianeta in condizioni estreme.
Spirito avventuroso, aveva il disgusto delle occupazioni cittadine, e gli sembrava assurdo pensare alla sicurezza materiale, passare anni in un ufficio per economizzare per l’età della pensione. Anche parole come famiglia e religione, per lei risuonavano vuote, e sentiva l’esigenza di trovare una saggezza, alla quale aderire completamente. Cominciò a viaggiare, a scoprire l’Unione Sovietica per sperimentare il marxismo – leninismo, poi prima della seconda guerra mondiale, attraverso' il Caucaso, il Kirghizistan, la Cina e regioni ancora inesplorate in Asia; arrivo' ai confini del Tibet con compagni di viaggio trovati per caso.
I viaggi l'avevano convinta che doveva compiere qualcosa per dare senso ad un "io", che non voleva sparire senza aver compiuto qualcosa che avesse un valore, qualcosa che la salverebbe dal nulla, qualcosa che potesse soddisfare la sete di eternità che sentiva dentro di se. Dal suo libro: "Che cosa era dunque che mi portava ai quattro lati del mondo? Che cosa era questo bisogno di vedere e comprendere? Mi creavo ogni volta delle prove solo per il piacere di superarle? La maggior parte dei miei successi potevano darmi quella fiducia in me stessa che ricercavo? Allora, fino a quando dovevo continuare cosi' ad affermarmi a me stessa?" "Molte domande rimanevano irrisolte. Dovevo vivere per trovare quello che cercavo". Queste domande sono state la prima spinta a quel viaggio interiore che farà in India negli anni successivi .
Durante la snervante atmosfera di una Europa tra le due guerre, decide di intraprendere l’analisi di se stessa e della civilizzazione insensata alla quale apparteneva, andando a vivere il tempo necessario presso una comunità “primitiva”. Questa idea si concretizzò grazie ad un viaggio in auto con la sua amica Christina. Partirono da Ginevra ed attraversarono la Turchia e l’Afghanistan nel giugno 1939 alla vigilia della seconda guerra mondiale. Durante questo viaggio in compagnia della sua amica che soffriva di una profonda depressione, prende consapevolezza dell’importanza della vita interiore. “Nella mia vita fatta di sport e viaggi tutta proiettata verso l’esterno, non avevo mai messo in dubbio la realtà assoluta del mondo concreto. Ma durante questi mesi, mentre vivevo a fianco della mia amica, le moschee e le scene di vita afghane, erano diventate una realtà secondaria, incapaci di distrarmi dal tormento che mi causava l’ossessione della mia amica. La vita interiore colora e condiziona la vita esteriore; è più vicina a noi e costituisce una realtà molto più essenziale”.
E’ per questo che la frase “Conosci te stesso” è imperiosa e fondamentale per quelli che si dedicano alla ricerca della realtà, poiché la visione del mondo esteriore dipende da quello che sono capaci di vedere. Queste riflessioni portano Ella Maillart ad intraprendere negli anni seguenti un viaggio nell’India meridionale con l’obiettivo di passare qualche tempo con i saggi indiani, per cercare di percepire quello che all'intellettuale era incomprensibile. L’intensa sete di conoscenza nasce dal profondo di noi stessi, bisogna cercare di capire il senso della vita in quanto non siamo destinati a restare nell’ignoranza. Siamo di fronte a tre grandi enigmi: il mondo, noi stessi e Dio.
Noi ci mettiamo alla conquista del mondo esteriore cercando di soddisfare i nostri desideri, ma solo scoprendo l’essere spirituale nascosto nel profondo di noi stessi, potremo soddisfare le nostre aspirazioni profonde. Per intraprendere questo viaggio interiore bisogna esplorare le terre sconosciute della mente. Questo viaggio interiore la porterà verso quella vita completa ed armoniosa, che ricercava in modo istintivo. Questa è stata la grande scoperta fatta da Ella Maillart. “Oggi, mi sento soddisfatta, anche vivendo da sola, mai più soffrirò d’isolamento”.
In India, dopo dei corti soggiorni a Pondichery (qui incontrò due volte il maestro Aurobindo, ma per pochi minuti e in mezzo a centinaia di discepoli), incontra Ramana Maharishi. Lo definisce un grande saggio, un liberato vivente, che emana bontà e una pace immutabile. Ramana aveva raggiunto la liberazione durante una intensa meditazione. Si era concentrato sulla morte del corpo e dell’attività mentale ed era entrato in uno stato indicibile – l’Essere illimitato dove la morte non esiste più; da allora cessò di identificarsi con i suoi pensieri e con il suo corpo. Visse sul monte Arunachala per molti mesi, completamente assorbito dal suo essere illimitato mentre i visitatori e i suoi discepoli lo alimentavano di forza. Poi, più tardi, il suo essere relativo sembrò riprendere una vita normale. Dopo aver appreso a vedere chiaramente in lui stesso cominciò a rispondere alle domande degli interlocutori. Qui all’ashram Ella Maillart meditava ed ascoltava le risposte di Ramana date ai vari quesiti che gli venivano posti.
Noi non potremo mai conoscere quello che costituisce il solo elemento immutabile sul quale riposano tutte le nostre mutevoli esperienze. Quel qualcosa che ci permette di risentire in noi la pienezza di una realtà misteriosa. Armati di pazienza, dovremmo cercare di vivere normalmente, ma cercando quella che è la natura di questo “Io” che sorge ogni volta che dico: "io penso, io sento, io agisco, io sono…".
Bisogna distruggere il nostro ego, questa falsa entità che ci separa dal nostro vero essere, che è amore, luce cosciente illimitata. Una volta che riusciremo a fissarci sul nostro vero Sé, la dualità, la divisione del nostro mondo tra soggetto ed oggetto sparirà. La vita continuerà apparentemente uguale, ma sarà trasformata dalla nostra conoscenza totale. Dobbiamo cercare la pace immutabile dentro di noi e non nel mondo relativo che ci circonda, e che esiste in funzione dei due principi opposti, vita e morte, giorno e notte, caldo e freddo, evoluzione e involuzione.
Successivamente, Ella Maillart incontra un altro grande saggio, Atmananda che anche lui aveva adottato la via della conoscenza basata sul non dualismo. Insegnava un metodo di interrogazione per scoprire e liberare la vera realtà da sempre latente in noi. L'autrice conclude questo libro con questa bella frase “Ero arrivata a comprendere che per la maggior parte degli occidentali, l’equilibrio, l’amore per il prossimo, la saggezza saranno inaccessibili fino a quando la loro parte più importante, il loro vero Sè resterà soffocato”.
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