venerdì 20 maggio 2022

Mente zen, mente di principiante (1) - Shunryu Suzuki

" E' la saggezza che va in cerca della saggezza".    "Nella mente di principiante ci sono molte possibilità, in quella da esperto poche".

Shunryu Suzuki (1904-1971) era un monaco e insegnante Zen Sōtō che aiutò a diffondere il buddismo Zen negli Stati Uniti, ed è conosciuto per aver fondato il primo monastero buddista Zen fuori dall'Asia.

Secondo Suzuki la nostra 'mente originaria' racchiude tutto il sè, dentro di sè è sempre ricca ed autosufficiente. Ciò non significa una mente chiusa ma una mente vuota e pronta. Quando non abbiamo alcun pensiero di un sè, allora siamo dei veri principianti e possiamo realmente imparare qualcosa. La mente di principiante è la mente della compassione..

La posizione del loto completo durante la meditazione zazen esprime l'unità nella dualità e corpo e mente diventano due aspetti della stessa medaglia. Anche le mani nella mudra cosmica (mano sinistra appoggiata sulla destra, le articolazioni combaciano, i pollici si toccano leggermente) formano un tutto unico. Durante la meditazione non si devono avere aspettative, solo allora saremo presenti con il corpo e la mente. Anche il Buddha quando trovo' se stesso, scoprì che ogni cosa esistente ha la natura di Buddha. Nella meditazione zazen l'unica cosa importante è essere consapevoli del respiro, che è l'attività fondamentale dell'essere umano.

Quando diventiamo noi stessi in modo autentico, si apre uno spazio immenso e siamo completamente indipendenti e tuttavia dipendenti. Questa è la grande mente, ovvero la mente che è in ogni cosa. Durante lo zazen si dovrebbero lasciar andare e venire le immagini mentali e concentrarsi solo sull'atto di inspirare e respirare. In cinque - dieci minuti la nostra mente sarà completamente calma e serena. "Poichè gustiamo con gioia ogni aspetto della vita come manifestazione della grande mente, non ci interessa alcuna gioia straordinaria. In questo modo abbiamo una calma imperturbabile".  E' impossibile, secondo lo zen, arrivare all'assoluta calma mentale senza alcuno sforzo.  Per lo zen occorre tenere la mente ferma sul respiro fino a perderne la consapevolezza, in quel momento corpo e mente diventano puri e si diventa aperti al mondo. Il corpo e la mente hanno l'immenso potere di accogliere le cose così come sono, sia piacevoli, sia spiacevoli. Chiunque può fare zazen, e in modo tale lavorare sui pensieri e accoglierli eliminando il dualismo, la mente pervade il corpo intero e si entra nello stadio di forma è forma, e vuoto è vuoto.   Ciò significa che sapendo di avere una vita breve, riusciamo ad assaporarla con gioia giorno per giorno, attimo per attimo.  Alla fine della pratica zazen, ci si inchina a terra, abbandonando noi stessi e le proprie idee dualistiche. Nella mente zen ogni cosa possiede lo stesso valore ed è il Buddha stesso. Inchinarsi aiuta a sbarazzarsi delle nostre idee egocentriche, e anche qui, quello che conta non è il risultato, ma lo sforzo di migliorarci come esseri umani.  Ciascun inchino esprime uno dei quattro voti buddhisti: 1- Sebbene gli esseri senzienti sono infiniti, faccio voto di salvarli. 2 - Sebbene i nostri cattivi desideri siano illimitati, faccio voto di sbarazzarmene. 3 - Sebbene l'insegnamento sia illimitato, faccio voto di imparare tutto. 4 - Sebbene il buddhismo sia irrealizzabile, faccio voto di realizzarlo.  La pratica zen è la diretta espressione della nostra vera natura di essere umani, ma senza questa pratica è difficile accorgersene.  L'illuminazione è questo; l'illuminazione è qualcosa di straordinario, ma una volta raggiunta, non è niente.

Se qualcosa esiste, ha la propria vera natura, la natura di Buddha. Dunque essere un essere umano significa essere un Buddha.

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