lunedì 5 settembre 2022

Foutez-vous la paix et commencez a vivre - Fabrice Midal

 Il testo Foutez-vous la paix et commencez a vivre (in italiano potrebbe essere tradotto in  Fate pace con voi stessi e cominciate a vivere) è pubblicato nel 2017 da Fabrice Midal ( 1967 - ) uno dei principali  insegnanti di meditazione in Francia.   E' il fondatore della scuola occidentale di meditazione.             Sito web: http://www.fabricemidal.com                                                                                                   Nel testo l'autore dice di discostarsi nei suoi insegnamenti dai tre approcci più diffusi all'insegnamento della meditazione:  - il primo consiste ad osservare i pensieri che passano nella nostra mente, senza soffermarsi su di essi;  - il secondo consiste nel tentare di controllare la mente, di fare il vuoto dei pensieri attraverso tecniche di focalizzazione su un punto preciso ad esempio una statua, una candela il respiro, ecc, escludendo tutto il resto.  - il terzo approccio è quello di fondersi con il divino.  L'autore propone un approccio diverso e rivoluzionario alla meditazione, di sedersi senza attendersi niente, senza niente da ricercare. Propone di sviluppare un'attitudine di piena presenza e lasciarsi andare alle emozioni che si stanno vivendo qui e adesso. Da questo punto di vista, essere in pace non significa evitare le emozioni, la confusione e il tumulto, la tristezza; ma importante è non identificarsi con questi sentimenti che possono sommergerci. La meditazione per Fabrice Midal è una via per arrivare ad una trasmutazione delle emozioni, non bisogna cancellarle ma trasmutarle per aprirsi alla benevolenza, arrivare ad una forma di pace, a vivere un rapporto diverso con la realtà. La pratica dell'amore benevolente è la via regale per riconciliarsi con se stessi, diventare il nostro miglior amico ed aprirsi al mondo in un approccio più sereno.  Meditare è un'esperienza di presenza benevolente, soprattutto verso se stessi, riuscire a diventare il nostro migliore amico, mentre spesso ci asfissiamo di giudizi negativi. Il ruolo della meditazione non è quello di gestire lo stress, renderci più efficaci, più calmi. Il vero ruolo della meditazione è aiutarci a  guarire. Quando soffriamo, siamo ripiegati su noi stessi, la meditazione deve aiutarci a trasformare la situazione e apprenderci a vedere le cose in modo migliore, vedere veramente la realtà, e aiutarci a liberarci dalle convenzioni, dai pregiudizi, ecc. Meditare ci aiuta a vedere meglio la realtà e a liberarci. E' un viaggio in se stessi e nella bellezza del mondo, un inno alla vita. La meditazione è la via di accesso verso l'esaltazione, la passione e l'azione.  La meditazione non è gestire lo stress e un cercare di controllare tutto; ciò è impossibile e questo atteggiamento ci impedisce di danzare con la vita.  Nella meditazione ci autorizziamo veramente ad essere un essere umano.

Leggendolo attentamente il testo, si evince che la visione dell'autore non si discosta poi così tanto dai grandi meditanti.  Riassunto del libro. Viviamo nella frenesia di fare sempre, fare sempre meglio, mai fare bene. Questa agitazione ci esaurisce, ma non ci permette di andare avanti. Per andare avanti, dobbiamo fermarci! Questo è il leitmotiv di Fabrice Midal nel suo libro Lasciati in pace e inizia a vivere.    Per l'autore, iniziato alla meditazione da Francisco Varela (1946-2001 co-fondatore insieme al Dalai Lama dell'Istituto Mind and Life), la meditazione è semplicemente essere, fermarsi, concedersi una pausa, cessare di correre per rimanere presenti a se stessi, per ancorarsi al proprio corpo. Meditare è restare un debuttante aperto e curioso, non si fa niente e si lascia che le cose accadano intorno a noi. La meditazione è un gesto di libertà, piuttosto che una tecnica. La mindfulness è un termine che l'autore traduce con piena presenza e non con piena coscienza. Considera che tutti i pensieri, percezioni e emozioni partecipano alla meditazione e all'essere qui e adesso;  e meditare non è distaccarsi dal mondo ma piuttosto partecipare pienamente al mondo. Meditare non è una metodologia d'introspezione e un andare verso noi stessi, ma lo scoprire che si fa parte del mondo, un entrare in relazione con quello che siamo. La meditazione è una respirazione senza obiettivi, e il respirare diventa un sincronizzarsi con la vita e riscoprire l'aspetto umano di noi stessi.   Ecco alcuni consigli dell'autore per trovare serenità e piacere nella vita:

Siate risoluti a non servire più, e sarete liberi - La Boétie (dal libro La servitù volontaria del 1549)
1. Smettete di obbedire, siate intelligenti. Per evitare guai, per fare sempre la cosa giusta, ci proibiamo   di deviare dai sentieri tracciati. Nel mondo di oggi, è nel nostro interesse essere liberi, decidere delle nostre azioni. Intraprendere una nuova strada, anche se a volte rischiosa, è l'unico modo per esprimere tutto il nostro potenziale. Qui l'autore interpreta la meditazione come un'etica, ossia la capacità affrontare ogni situazione nel modo più appropriato e originale. Meditare è restare immobile, presente alla respirazione ed osservare con curiosità tutto quello che si presenta. Meditare è risvegliare le antenne che sono in noi ed utilizzarle, senza pregiudizi, pronti ad aprirsi all'imprevisto e all'intelligenza che sorgerà in noi.

La saggezza è qualche cosa di freddo e, in questa misura, di stupido [... ] La saggezza non fa che dissimulare la vita. Ludwig Wittgenstein
2. Smettere di essere saggi, essere entusiasti: l'essere saggi è spesso visto come la capacità di superare le proprie passioni (paure o desideri), di essere indifferenti ai problemi e ai dolori. Ma gli esempi di saggezza nella storia, come Nelson Mandela o Madre Teresa, non sono stati indifferenti: hanno scosso il mondo con le loro passioni. Piuttosto che cercare questo ideale di saggezza e perfezione, che è molto lontano dalla vita reale, è meglio lasciare spazio all'entusiasmo. Essere saggi consiste ad aprirsi a quello che sono, imperfetto come sono, come lo siamo tutti. Meditare non è ottenere la calma, ma entrare in rapporto con la propria vita, con tutto quello che costituisce la nostra esistenza compreso il sesso, i soldi, il lavoro i problemi e la gioia. La vera saggezza non consiste nel fuggire dalle nostre emozioni, ma entrare in rapporto con esse, ascoltarle e riconoscerle per determinare il vero dal falso. La meditazione non è una pillola magica, ma un lavoro reale con il dolore, la confusione, le emozioni; soprattutto ci educa ad osservarle.

Nel restare calmi, è sottointeso il controllarsi e non esprimere troppo la collera, la tristezza, la gioia o i desideri.     3. La calma è sinonimo di inattività, è l'assenza di movimento, è l'immobilità statica. La pace implica, invece, uno sforzo perchè tutto si riunisca in modo corretto. La meditazione pacifica ma non calma.  Dobbiamo smettere di essere calmi e cercare invece di essere in pace: la società ci spinge a mostrare una facciata sempre liscia, socialmente accettabile, dove le emozioni forti e le opinioni dissenzienti non trovano posto. Essere in pace, invece, significa integrare le turbolenze e le emozioni della vita ed entrare in contatto con l'insieme della realtà. Possiamo anche essere tristi, emotivi o agitati: questi sentimenti sono temporanei. La pace di fondo ci permette di ascoltare e fare spazio a questi sentimenti che prima o poi spariranno. Assumiamo di non essere sempre gentili, di non piacere a tutti, di non essere amati sempre e da tutti. In alcune situazioni sociale dobbiamo assumere di non essere a nostro agio. Meditare non significa mettersi al riparo dal mondo, ma al contrario significa integrarsi meglio nel mondo. Non significa preservarsi dalla sofferenza, dai problemi ma entrare meglio nella danza della realtà. 

4. Smettere di essere coscienti, essere presenti: molto spesso crediamo che la nostra coscienza sia limitata alla mente, indipendente dal corpo e dalle emozioni. Il voler sempre pensare, il calcolare sempre, finisce per allontanarci da ciò che accade intorno a noi, e persino dentro di noi. Perseguire la piena presenza e restare attenti ai sensi, all'emozioni, all'esperienze che si stanno vivendo: è questo che avvicina alla vita!   L'autore fa la distinzione tra il desiderio consumistico e il desiderio di estinguere la sete di fare. Propone di ritrovare il senso profondo del desiderio che è uno slancio di vita che ci permette di  andare avanti. Il desiderio è qualcosa che ci risveglia e ci porta ad impegnarci nel mondo per arrivare ad una realizzazione. Un desiderio ci porta fuori dalla nostra zona di confort per andare più lontano, verso l'altro, verso l'altrove, verso quello che è più grande e giusto del nostro "IO".

5. Smettere di cercare di capire tutto, scoprire il potere dell'ignoranza: senza sapere che le sfide che stavano perseguendo erano impossibili, alcuni individui hanno raggiunto imprese straordinarie. Molto spesso rimaniamo prigionieri della nostra struttura di pensiero. Lasciando andare il desiderio di capire tutto, scopriamo il potere dell'intuizione e della creatività. Occorre sviluppare questa capacità di attesa che non è passiva ma profondamente attiva e riposa sulla fiducia: restando attento, aperto, presente a tutto ciò che accade. Spesso siamo completamente passivi quando ci agitiamo, mentre siamo realmente attivi quando tutto si ferma,  in attesa e in piena fiducia.

6. Smettete di paragonarvi, siate voi stessi. Non si può che essere se stessi anche se paragonarsi fa parte della natura umana. In questo confronto, la società dei consumi ci impone due ingiunzioni contraddittorie: dobbiamo essere come tutti gli altri e allo stesso tempo dobbiamo rivendicare la nostra unicità. Essere se stessi non significa altro che concedersi il diritto di ascoltarsi, di scoprire ed esprimere la propria unicità, di mostrare amore a se stessi.

7. Smettete di vergognarvi di voi stessi, siate vulnerabili: i momenti di emozione, di disperazione, le fragilità fanno parte della bellezza del nostro essere. Utilizzate le vostre ferite e le vostre sconfitte come carburante per andare avanti nella vita. Tutti hanno esperienze dure e difficili che vi invitano a indurirvi per proteggervi. Il rischio è quello di isolarsi dalla vita; è meglio continuare a lasciarsi toccare da ciò che accade intorno a noi, anche quando fa male. Essere un eroe non significa essere infallibile, significa saper convivere con le proprie fragilità. Dobbiamo predisporci a saper accettare l'inaccettabile.

Preferisco la follia delle passioni alla saggezza dell'indifferenza - Anatole France.                                  8 . Smettere di voler amare, essere gentili: a volte usiamo la parola "amore" senza alcuna gentilezza, condizioniamo l'amore verso qualcuno per essere degni di questo amore.  Il vero amore arriva quando vogliamo l'altra persona così com'è, quando siamo disposti a lasciarla andare. Tutto ciò che dovete fare è lasciarvi in pace: non dovete fare nulla per essere amati. Adottare questo stato d'animo permette di riconnettersi all'essenziale: il corpo, le emozioni, il rapporto con gli altri. Qui l'autore parla anche della sua omosessualità e dell'incontro con l'altro, dell'esperienza di amare, del meravigliarsi e del potere della speranza.    

Fabrice Midal ** Dottore in filosofia è anche insegnante buddhista, dirige l’associazione buddhista “Prajna e Philia”

 

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