lunedì 5 settembre 2022

Sauvez votre peau! Devenez narcissique - Fabrice Midal

 L'amore non è dipendenza. Non si tratta di "avere bisogno" dell'altra persona, ma di essere felici con lei, veramente e pienamente presenti in una relazione che alimentiamo reciprocamente. Ti amo profondamente perché c'è qualcosa di comune che ci lega.

Spesso si ha la sensazione di sacrificare se stessi per gli altri, di avere la sensazione di essere sfruttati e maltrattati o addirittura di auto-sfruttarsi.  In questo libro Fabrice Midal (pubblicato nel 2017)  propone un'interpretazione  nuova del mito di Narciso, che non è affatto quell'uomo colpevole di pensare solo a se stesso, ma l'essere che impara a conoscersi, a rispettarsi, a fidarsi di se stesso. Contrariamente a un'illusione persistente, è proprio essendo narcisisti, essendo in pace con se stessi, che possiamo sviluppare un rapporto autentico con gli altri, senza guardarli dall'alto in basso o abbassarci. Fabrice Midal ( 1967 - ) uno dei principali  insegnanti di meditazione in Francia.   E' il fondatore della scuola occidentale di meditazione.   

Dovremmo autorizzarci ad amarci e ad avere stima di noi stessi. Per Fabrice Midal il narcisismo è semplicemente il riconoscere se stessi in quanto essere viventi e degni d'interesse, fare conoscenza con se stessi, come Narcisio con la sua immagine riflessa. La meditazione è un atto di piena presenza, un'esplorazione del nostro essere, un riconoscere con un po' di angoscia, che come tutti, siamo geniali anche se imperfetti, e a volte mediocri.  L'obiettivo è riconoscersi e autorizzarsi ad essere felici. Avere fiducia in se stessi e intraprendere la via della trasformazione. E questo è soprattutto un atto d'amore e non è un processo intellettuale. 
Come diceva Simone Weil "L'amore di se stessi, è l'amore naturale, il non riconoscimento dell'amore di se stessi è una follia -  L'amore per il prossimo presuppone l'amore di se stessi". 

Renderci conto di come ci trattiamo è una tappa fondamentale nel cambiamento. A volte siamo noi stessi che ci maltrattiamo e ci de-valorizziamo, e pensiamo di non essere degni di essere amati. E in questo modo creiamo il nostro destino ed accettiamo di essere maltrattati da tutti. Un altro meccanismo nel quale rimaniamo coinvolti è quello della colpabilità e del non perdonarsi. L'obiettivo della meditazione dovrebbe essere quello di trasformare radicalmente  il rapporto con se stessi, di accettare di essere imperfetto, di non corrispondere all'ideale astratto che avevo interiorizzato, ma soprattutto amarsi per la propria mediocrità che è un indice della nostra umanità.

Poi l'autore fa la distinzione tra narcisisti e vanitosi che sono delle persone che non si sono mai incontrati per paura di scoprire le loro imperfezioni. Sono le rane che aspirano a diventare buoi, che attaccano prima di essere presi in difetto, terrorizzano per spegnere ogni critica. Sono spesso in collera, e non hanno emozioni, vivono sulla difensiva, incapaci di essere in pace con se stessi e con gli altri. Bisogna uccidere l'ego, molte, troppe proposte di spiritualità e di sviluppo personale ci spiegano, che una volta che abbiamo messo sotto controllo l'ego, noi potremmo avanzare tranquillamente sul cammino del benessere. Ma secondo il buddhismo l'ego è una costruzione a partire dai cinque aggregati, una costruzione effimera ed illusoria, e allora per l'autore cercare di mobilitare le nostre energie per controllare l'ego, è piuttosto malsano.

Fabrice Midal propone delle sedute di meditazione dell'amore benevolente, come pratica di liberazione che ha come finalità di fare pace con le nostre vulnerabilità e arrivare ad amarsi. La pratica consiste nel pensare a delle qualità che possediamo, le qualità che ci attribuiscono gli altri, pensare ad atti benevolenti che ho compiuto, riconoscere che c'è qualcosa di bello in noi, ed arrivare ad esprimere il desiderio di amarsi.   Molte persone sono ripiegate su loro stesse, terrorizzate, dei fiori che non domandano altro che sbocciare, ma hanno paura di non essere all'altezza, di non sapere donare - o di dare troppo. Il reale dramma della nostra società è proprio la mancanza di narcisismo che potrebbe spingerrci a realizzarci come esseri umani, come persone.

Noi programmiamo la nostra vita, cerchiamo di controllare tutto, perché abbiamo paura della vita. L'inaccessibile al quale l'autore tende è un equilibrio sottile tra ragione ed emozioni, tra sensazioni, intelligenza e intuizione. 

Fabrice Midal ** Dottore in filosofia è anche insegnante buddhista, dirige l’associazione buddhista “Prajna e Philia”

 

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