mercoledì 19 luglio 2023

Yoga, il nuovo spirito del capitalismo

Lo spirito dello yoga è ancora qui?  Oggi, purtroppo, lo yoga è divorato dal capitalismo. 

La nuova generazione di yogi, viaggia abilmente sull'onda di un mercato in pieno sviluppo. Secondo una ricerca del sindacato nazionale dei professori di yoga, il numero di praticanti è esploso in Francia, passando da 3 milioni nel 2010 a 11 milioni di francesi che praticano yoga nel 2020. Nel mondo del benessere (di cui lo yoga fa parte), la cifra d'affari a livello mondiale è di circa 400 miliardi secondo il Global Wellness Institute. In venti anni, lo yoga si è imposto come "la gallina dalle uova d'oro del capitalismo" afferma Camille Test, ex-giornalista e poi diventata maestra di yoga, nel libro Politiser le biens etre.    Lo yoga nelle sue mille sfaccettature, ha inventato di tutto per attirare i clienti (c'è lo yoga della risata, l'acro yoga, lo yoga sulla barca, con le capre, bevendo la birra, ecc...).  "Si assiste a una segmentazione esponenziale di questo mercato concorrenziale, sul quale  bisogna differenziarsi per promuovere il proprio metodo", conferma Zineb Fahsi, autrice del libro Yoga, nuovo spirito del capitalismo.  Si sta creando un nuovo approccio allo yoga che è in linea con l'ideologia neo-liberale, che incoraggia l'individuo a concepirsi come una piccola impresa.   L'individuo deve avere la responsabilità della sua salute e del suo benessere, ma ciò non deve essere estremizzato ( non bisogna alzarsi tutte le mattine alle cinque del mattino per fare il saluto al sole, mangiare solo verdure crude, ecc).  

Queste promesse di benessere e di arte di vivere sono proposte dai nuovi guru 2.0  (Internet è inondata di foto di corpi atletici, in posture impossibili sullo sfondo di un paesaggio idilliaco).  Per il sociologo David Le Breton "Lo yoga è entrato nella nuova fase consumistica, dove il meglio si presenta a fianco del peggio".  A fianco di veri maestri che insistono sull'aspetto morale della disciplina ci sono una serie di personaggi che cercano di usare lo yoga per far passare la loro visione del mondo. Persone che avevano una vita triste, depressiva prima di vivere con lo yoga una esperienza che li ha trasformati e che cercano di trasmettere. 

Una cosa è sicura, tra l'India antica e l'Occidente moderno c'è una bella differenza, e questo non da ieri, lo yoga ha cominciato a perdere la sua anima quando ha cominciato a essere esportato in America alla fine del XIX secolo da guru che si sono messi a diffonderlo in cambio di una renumerazione, una saggezza universale in fase con le aspirazione di molti americani, critici nei confronti della società materialista. "Trasmetto spiritualità e loro mi danno dei soldi" diceva Vivekananda, uno dei primi a partecipare a questa mondializzazione.  Negli anni '60, il cambiamento della legge sull'immigrazione ha facilitato la venuta della seconda generazione di guru in America, soprattutto in California, patria degli hippies in cerca di esperienze mistiche.  A partire dagli anni '80 lo yoga entra in una nuova dimensione, e diviene l'emblema della new age con sullo sfondo lo sviluppo personale. Nutrita da mantra individualisti sul perfezionamento del sè e il culto del corpo, questa pratica è stata resa popolare da personalità come Madonna, che ha fatto lievitare il numero di nuovi adepti. La star frequentava lo studio Jivamukti a New York a cui hanno fatto riferimento anche Sting e Sarah Jessica Parker.  Nuovi metodi sono sviluppati da questa generazione di guru imprenditori di cui depositano poi il marchio come ad esempio l'hot yoga di Bikram Choudhury negli anni '90 (26 posizioni atletiche, 2 esercizi di respirazione e realizzato in una sala scaldata a 40 gradi). A questo tipo di yoga hanno aderito George Cloney, David Beckam, Lady Gaga. A questi nuovi tipi di yoga  si aggiungeranno una serie di servizi associati come l'alimentazione, gli stili di tute, massaggi, ecc.  "L'esplosione dello yoga va di pari passo a una industria associata che incassa miliardi di dollari"  dice Zineb Fahsi. 

Ci troviamo di fronte a uno yoga divorato dal capitalismo che non finisce di estendere il suo impero, ora  anche nel campo della spiritualità.  La prova?   Disneyland Paris ha organizzato per anni la celebrazione dello  Yoga Day che si tiene il 21 giugno. Nel 2018 si è tenuto davanti al castello della bella addormentata ed erano state invitate varie marche di vestiti e altro.

Per fronteggiare questi aspetti che avvelenano questa nobile disciplina, ognuno cerca l'antidoto: ad esempio l'associazione Gras Politique offre dei corsi a persone un po' grasse che si troverebbero in difficoltà nei corsi normali dominati da una bellezza stereotipata. Infatti, molti spazi sono inaccessibili per persone anziane, con handicap o grasse.  Inoltre, bisogna essere vigilanti sulla formazione degli insegnanti. Molti insegnanti, solo dopo anni, hanno scoperto che lo yoga si basa su valori di cooperazione e benevolenza, e non sulla competizione verso se stessi e gli altri.

Senza fare ricorso allo yoga autentico e puro, non si può non constatare il grande scarto che separa le proposte di yoga odierne e i principi fondanti di questa disciplina. "Si ritrova nelle pratiche moderne l'idea di un super umano capace di superare la sua condizione ordinaria, ma quando ci si avvicina ai testi antichi, si vede chiaramente che lo yoga non è una via di ottimizzazione del sè, nemmeno di introspezione. Inizialmente, l'obiettivo era quello di liberarsi dall'esistenza, trascendere il nostro piccolo sè per collegarsi a una forma di assoluto" insiste Zineb Fahsi.

Libri: Le yoga, nouvel esprit du capitalisme - Zineb Fahsi, 2023,    Politiser le bien-etre - Camille Teste, 2023.   Yoga. L'encyclopedie - Ysé Tardan-Masquelier, 2021.

 Da Telerama del 12/07/2023 -   Esprit du yoga, Es-tu toujours là?  - articolo scritto da Marion Rousset.

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