martedì 25 luglio 2023

E' morto Kundera, lo scrittore che esplorava l'animo umano

Milan Kundera (1929-2023), scrittore di origine ceca è morto l’11 luglio 2023 a Parigi all’età di 94 anni. Nei suoi lavori ha spesso analizzato grandi temi come l’amore, la sofferenza, la mente degli uomini e il significato del tempo diviso fra passato, presente e futuro.
Profondo esploratore dell’animo umano, ha pubblicato una serie di romanzi nella sua lingua madre e in francese tra gli anni settanta e novanta, fra questi il primo successo fu Lo scherzo, del 1967 (mentre Cecoslovacchia stava attraversando il periodo che porterà alla cosiddetta "Primavera di Praga"), poi Il valzer degli addii, La vita è altrove, Il libro del riso e dell’oblio, fino al raggiungimento della fama mondiale con L'insostenibile leggerezza dell’essere

Lo scrittore di origine ceca, in fuga dal regime sovietico, ed esiliato in Francia dal 1981, ha raggiunto fama internazionale basandosi su una narrativa giocosamente filosofica e pensierosa,  prima di rinchiudersi in un silenzio durato per oltre trent’anni. Sola eccezione nel 2013, quando publica un altro romanzo La fete de l'insignifiance (La festa dell’insignificanza). Kundera che si definiva “Romanziere e non scrittore”, è stata una di quelle personalità letterarie del Novecento che ha inteso il romanzo come “mezzo di conoscenza totale ed estetico”.

Kundera ha sempre scherzato sul fatto di essere nato il 1 aprile (“ha un significato metafisico”) in una famiglia dell’élite colta di Brno, padre compositore e insegnante di pianoforte. Milan stesso si cimenterà nella musica, e l’educazione musicale troverà spazio nei suoi romanzi. Ottimo musicista nell'adolescenza (scrisse anche qualche composizione), prese tuttavia una strada diversa per l'università, che lo portò nella capitale Praga. Parallelamente agli studi di letteratura, studia sceneggiatura e regia all'Accademia del Cinema.
Ha curato personalmente la pubblicazione dei suoi romanzi, in modo quasi maniacale, che sono poi stati tradotti in oltre quaranta lingue.
Collaborò all’adattamento cinematografico de Lo scherzo (1968) e approvò l'adattamento del racconto Risibles amours (1970) fatto da Hynek Bocan, ma da lì in avanti con l’arte cinematografica fu rottura totale. 
Ma Kundera non fu solo scrittore, è stato poeta, saggista e drammaturgo. Scrisse tre volumi di poesia, un testo teatrale e un saggio sulla prosa di Vladislav Vančura. A teatro Kundera portò tre opere, l'ultima delle quali sarà Jacques e il suo padrone.    

Alcuni suoi  libri.

L’insostenibile leggerezza dell’essere. Questo è il romanzo più celebre di Kundera e racconta la storia di quattro personaggi, i cui destini si intrecciano nel contesto della Primavera di Praga nel 1968. Il libro esplora temi come l’amore, la libertà individuale e la ricerca di un senso nella vita.
La vita è altrove. Ambientato nel contesto della Praga degli anni ’50, il romanzo esplora la vita di un poeta che si scontra con il regime comunista.
Il libro del riso e dell’oblio. Questa raccolta di storie interconnesse esplora il tema della memoria e dell’oblio nella società totalitaria. Kundera affronta anche il concetto di umorismo come mezzo di resistenza e di liberazione.
La festa dell’insignificanza. È l’ultima opera pubblicata di Kundera. Il romanzo affronta temi come il senso dell’esistenza, l’ironia e la banalità della vita quotidiana.
L’immortalità. Questo libro esplora la natura dell’immortalità e del desiderio di essere ricordati. Attraverso una serie di storie interconnesse, l'autore mette in discussione il concetto stesso di immortalità.

Ecco alcune frasi celebri tratte dai suoi lavori:
  • Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l'amore) dall'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza. (Da L'insostenibile leggerezza dell'essere)
  • Il terrore è uno shock, un istante di totale accecamento. Il terrore è privo di una qualsiasi traccia di bellezza. Noi non vediamo che la luce violenta dell'avvenimento sconosciuto che ci aspettiamo. La tristezza presuppone invece che si sappia. Tomas e Tereza sapevano quello che li aspettava. La luce del terrore si era velata e il mondo era visto in una luminosità azzurrina e tenera che rendeva le cose più belle di quanto non fossero prima. (Da L'insostenibile leggerezza dell'essere)
  • Chi tende continuamente "verso l'alto" deve aspettarsi prima o poi d'essere colto dalla vertigine. Che cos'è la vertigine? Paura di cadere? Ma allora perché ci prende la vertigine anche su un belvedere fornito di una sicura ringhiera? La vertigine è qualcosa di diverso dalla paura di cadere. La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura. (Da L'insostenibile leggerezza dell'essere)
  • La storia è leggera al pari delle singole vite umane, insostenibilmente leggera, leggera come una piuma, come la polvere che turbina nell'aria, come qualcosa che domani non ci sarà più. (Da L'insostenibile leggerezza dell'essere)
  • Gli uomini gridano di voler creare un futuro migliore, ma non è vero. Il futuro è solo un vuoto indifferente che non interessa nessuno, mentre il passato è pieno di vita e il suo volto ci irrita, ci provoca, ci offende, e così lo vogliamo distruggere o ridipingere. Gli uomini vogliono essere padroni del futuro solo per poter cambiare il passato. (Da Il libro del riso e dell'oblio)
  • La accarezzava sul viso ed era come se l'accarezzasse da una distanza di molte centinaia di chilometri. (Da Il Valzer degli addii)
  • Ma il dolore non intende prestare ascolto alla ragione, perché il dolore ha una sua propria ragione che non è ragionevole. (Da L’identità)
  • Tutti sbagliano quando si tratta del futuro. L'uomo può essere certo solo dell'attimo presente. Ma sarà poi vero? Può davvero conoscerlo, il presente? Può davvero giudicarlo? Certo che no. E come potrebbe capire il senso del presente chi non conosce il futuro? Se non sappiamo verso quale futuro ci sta conducendo il presente, come possiamo dire se questo presente è buono o cattivo, se merita la nostra adesione, la nostra diffidenza o il nostro odio?. (Da L’ignoranza
  • Il fondamento della vergogna non è un nostro sbaglio personale ma l'oltraggio, l'umiliazione che proviamo per essere costretti ad essere ciò che siamo senza averlo scelto, e l'insopportabile sensazione che questa umiliazione sia visibile da ogni parte. (Da L’immortalità)
  • Se tu fossi tanto alto quanto sei stupido, il sole ti brucerebbe il cranio. (Da Lo scherzo).

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