venerdì 29 settembre 2023

E' morto il sociologo Domenico De Masi

Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma” è il motto di Paul Valery che il professore aveva scelto per descriversi. Una rondine, cioè un uccello determinato “ma senza spocchia”

Professore emerito di "Sociologia del lavoro", presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" di Roma, Domenico De Masi è scomparso a causa di "una improvvisa e micidiale malattia" il 09/09/2023. Il professore, anche già preside della facoltà di Scienze della comunicazione, è stato un appassionato studioso, insegnante, ricercatore e consulente. Il suo interesse era rivolto principalmente alla sociologia del lavoro e alle organizzazioni, alla società postindustriale, allo sviluppo e al sottosviluppo, ai sistemi urbani, alla creatività, al tempo libero, ai metodi e alle tecniche della ricerca sociale con particolare riguardo alle indagini previsionali. Masi ha pubblicando decine di libri.  

Nato a Molisano di Rotello, un paesino di appena mille anime in provincia di Campobasso, lasciato per frequentare prima il liceo classico a Caserta, poi l'Università a Perugia, dove si laureò in Giurisprudenza con una tesi sulla Storia del diritto. 

Poliedrico e cosmopolita, il sociologo aveva studiato a Parigi alla vigilia del ’68, dove aveva preso il dottorato in “Sociologia del Lavoro” studiando con Alain Touraine, direttore di ricerca all'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, tra i massimi esponenti della sociologia contemporanea. Insieme al direttore Touraine, Masi entra in quella dimensione che non lascerà più: la sociologia applicata ai processi reali.

Ma è sempre stata la sociologia al centro della sua attività, sin dai tempi di ricercatore e di collaboratore della rivista Nord e Sud. A Milano, lavora alla Cmf del gruppo Iri e ottiene un riconoscimento dall'allora Cee, la Comunità Economica Europea, che precederà l'odierna Ue. Da docente, insegna Sociologia prima all'Università Federico II di Napoli, poi a Sassari, all'Orientale sempre nel capoluogo partenopeo e infine alla Sapienza di Roma, dove diventa preside della facoltà di Scienze della comunicazione.

Negli ultimi venti anni, Masi in Brasile viene considerato un intellettuale di riferimento, dove diventa figura molto ascoltata dal Partito dei lavoratori e dallo stesso Lula. Masi in Brasile è attratto dalla figura di Oscar Niemeyer, architetto di Brasilia, figura che paragona a Olivetti, e di cui teneva una celebre frase nel proprio studio: “Ciò che conta non è l’architettura, ma è la vita, gli amici e questo mondo ingiusto che dobbiamo modificare”. Ciò che De Masi, con il proprio lavoro, la propria vitalità intellettuale e la propria ricerca ha contribuito a fare.

Ha sviluppato e diffuso uno dei paradigmi post-industriali, basato sull'idea che, a partire dalla metà Novecento, l'insieme di azioni quali: il progresso tecnologico, lo sviluppo organizzativo, la globalizzazione e la scolarizzazione di massa, abbia prodotto una nuova società incentrata sulla produzione di informazioni, servizi, simboli, valori, estetica. Questo processo, secondo il professore, ha determinato nuovi assetti economici, nuove forme di lavoro e di tempo libero, nuovi valori, nuovi soggetti sociali e nuove forme di convivenza.

E' stato uno degli ispiratore della necessità del lavoro agile e del reddito di cittadinanza.
In relazione alla pandemia provocata dal Covid, convinto sostenitore di un progressivo allargamento della platea dello smart working ovvero del cosiddetto "lavoro agile", dedicando al tema la sua ultima pubblicazione, dal titolo La rivoluzione del lavoro intelligente.

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